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Confutazione trasmissione radio maria del gris di agosto 2011...

Ultimo Aggiornamento: 17/10/2011 19:15
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09/09/2011 12:04
 
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ViceAdmin
...sulla divinità di Cristo

Dopo la questione risurrezione/clonazione, Sandro Leoni è passato a contestare la nostra visione sulla divinità di Cristo.
Egli infatti ha detto che è assurdo che non crediamo che Gesù sia Dio viste le numerose prove bibliche, che sarebbero le seguenti:



1)Gesù si definisce Padrone del Sabato, che è il giorno di Geova. Quindi se è padrone di tale giorno è Dio esso stesso
2) Gesù rimette i peccati, non a nome di Geova ma a nome proprio. Solo Dio può rimettere, perdonare i peccati. Solo l'offeso può perdonare l'offensore. L'offeso è Dio, e quindi Cristo perdonando dimostra di essere Dio. Infatti gli ascoltatori si scandalizzano per queste dichiarazioni di Cristo perchè asserisce in questo modo di essere Dio in persona!
3)Gesù conosceva i pensieri dell'uomo. Solo Dio conosce i pensieri dell'uomo. Quindi Gesù, leggendo il cuore, ossia i pensieri dell'uomo, è Dio.
4) Tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. E' pari al padre in dignità divina.
5) Gesù disse anche che tutto quello che ha il Padre è mio. Uguaglianza totale.
6) Se solo il Padre fosse Dio si battezzerebbe solo nel nome del padre. Invece si deve battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Ergo Trinità!
7) Fa miracoli a nome proprio. Domina la natura. Risuscita addirittura i morti, prerogativa esclusiva di Dio. Addirittura Cristo si autorisuscita. "Distruggete questo tempio e io in 3 giorni lo risusciterò..." Vuol dire che il Figlio, Dio, avrebbe riscuscitato il Gesù uomo!
8) Gesù dice che esaudisce le preghiere. Solo Dio può fare questo, come dice la stessa torre di Guardia. Vedi anche Gv 14:14, in cui i tdG hanno fatto sparire il pronome "mi" nella TNM. Pregare qualcuno vuol dire adorarlo. Gesù è pregato quindi adorato.
9) Gesù non rifiuta l'adorazione, vedi Cornelio. Quindi è Dio
10) Gesù si definisce "Io sono" che vuol dire Jahweh, vedi esodo 3.14.
11) Di fronte a Caifa afferma chiaramente di essere Dio, e proprio per questo lo accusano di bestemmia e lo mettono a morte!
12) Paolo dice poi apertamente che Gesù si è spogliato della natura divina (vedi filippesi...)
13) Paolo dice anche in Colossesi che "in lui dimora corporalmente la pienezza della divinità" non la "qualità divina" come manipola la TNM!
14) Addirittura Dio stesso dice in Ebrei 1 che tutti gli angeli devono adorare Cristo!
15) Gesù non dice mai Padre nostro, ma padre mio, perchè lui è figlio ad un titolo tutto suo!
16) Infine chiude con questa perla. In Zaccaria si parlerebbe del fatto che Geova è stato tradito per 30 denari. Fatto che viene poi applicato a Cristo, quindi identificazione e uguaglianza, perchè entrambi ricevono la stessa valutazione!
17) Aggiunge anche questo pensiero e poi chiude: "nessuno conosce il Padre se non il figlio e colui al quale il figlio voglia rivelarlo" chi può scavare le prodondità di Dio se non Dio stesso? Cristo lo può fare quindi è Dio così come lo fa lo spirito santo, esso stesso Dio!



Queste sono secondo Leoni aclune delle numerose prove bibliche della divinità di Cristo. Ha citato i versetti senza dare sempre i riferimenti precisi!

A voi la parola per la replica ai singoli punti, che ho numerato per praticità!
[Modificato da viceadmintdg1 09/09/2011 12:08]
09/09/2011 15:42
 
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Circa le prime due affermazioni


1)Gesù si definisce Padrone del Sabato, che è il giorno di Geova. Quindi se è padrone di tale giorno è Dio esso stesso
2) Gesù rimette i peccati, non a nome di Geova ma a nome proprio. Solo Dio può rimettere, perdonare i peccati. Solo l'offeso può perdonare l'offensore. L'offeso è Dio, e quindi Cristo perdonando dimostra di essere Dio. Infatti gli ascoltatori si scandalizzano per queste dichiarazioni di Cristo perchè asserisce in questo modo di essere Dio in persona!



Mi pare che il Leoni faccia un po' di confusione, infatti che Gesù si definisse "signore del sabato" o avesse il potere di "perdonare i peccati" non si veda come possa significare in alcun modo che fosse ontologicamente Dio o fosse uguale a Dio. Al massimo possiamo dire, come d'altronde fecero i giudei, che aveva alcune prerogative considerate divine, ad esempio lavorare di Sabato, ma naturalmente questo non fa di lui Dio, infatti Gesù stesso in Giovanni dice di compiere "le opere stesse che il Padre mio mi ha incaricato di compiere" e di farle "in nome del Padre", cioè secondo l'autorità che gli aveva conferito il Padre.

E' vero che Gesù a volte persona i peccati nel proprio nome, cioè usando la propria autorità, ma questa autorità gli è stata conferita da Dio, il vangelo dice: "affinché sappiate che il Figlio dell’uomo ha autorità di perdonare i peccati sulla terra". Questo ricorda la profezia di Daniele riguarda al Figlio dell'Uomo: "E gli furono dati dominio e dignità e regno, affinché tutti i popoli, i gruppi nazionali e le lingue servissero proprio lui. Il suo dominio è un dominio di durata indefinita che non passerà, e il suo regno un [regno] che non sarà ridotto in rovina". Dunque il Figlio dell'Uomo ha autorità di "perdonare i peccati sulla terra" non perché sia Dio, ma piuttosto perché Dio gli ha dato "dominio, dignità e regno". D'altronde quando Gesù era sulla terra nessuno lo considerò mai Dio perché aveva ricevuto queste prerogative, al massimo lo accusarono di essersele arrogate indegnamente, ma questo ovviamente non lo rendeva Dio nel senso in cui poi venne definito il dogma nel corso del IV secolo.

Stupisce che il Leoni muovendo queste critiche ai testimoni di Geova non sia in grado di ricordare questi semplici passaggi logici e biblici che sono ben noti fin dal tempo delle polemiche ariane. L'impressione è che Leoni sia più interessato a difendere le proprie tesi che alla verità, il che, per un uomo che si dice di Chiesa è francamente inaudito, dato che la Chiesa dovrebbe difendere e ricercare proprio la verità.

Shalom
[Modificato da barnabino 17/10/2011 19:15]
12/09/2011 19:55
 
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Punto 1) Leoni dice: "Gesù si definisce Padrone del Sabato, cioè il giorno di Geova. Quindi, se è padrone di tale giorno è Dio stesso". 

Perchè dire che Gesù è il "Padrone" del sabato, quando la CEI rende il kurios presente, ad esempio, in Matteo 12:8, con "signore (minuscolo, mentre la TNM rende Signore in maiuscolo. Poi dicono che siamo noi a sminuire la divinità di Cristo.....) del sabato? 
Gesù non è stato fatto "Signore e Cristo" da Dio stesso (Atti 2:36)? 
Pertanto, se Gesù è stato fatto Signore e gli è stata data ogni autorità in cielo e in terra (Matteo 28:18), è solo logico che Gesù si sia definito il Signore del sabato, sapendo che il Padre lo avrebbe fatto "Signore e Cristo".... 
Dobbiamo comprendere lo scopo del settimo giorno. Genesi 2:3 spiega che Geova rendeva sacro ("consacrò" CEI) quel giorno, e fu reso sacro, o santificato, da Dio per portare a compimento il suo proposito immutabile ed eterno (Isaia 55:10-11), espresso in Genesi 1:28. Geova e Gesù, il Signore del Sabato, hanno continuato a operare fino ad ora (Gv. 5:17) per la realizzazione di quel proposito immutabile. Il giorno di riposo, il sabato, prefigurava il più grande Sabato (confronta Esodo 20:11), e continuerà fino a che il proposito di Dio non si sarà completamente adempiuto alla fine del Regno millenario di Cristo, quando Cristo stesso consegnerà il Regno al Padre, definitivamente, e Dio sarà omnia in omnibus, "tutto in tutti" (1 Corinti 15:24-28)... 
Pertanto, il fatto che Gesù si dichiari Signore del sabato non lo rende "Dio il Figlio, la Seconda Persona di un Essere triPersonale"! 
12/09/2011 19:57
 
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Punto 2) Leoni dice: 

"Gesù rimette i peccati, non a nome di Geova ma a nome proprio. Solo Dio può rimettere, perdonare i peccati. Solo l'offeso può perdonare l'offensore. L'offeso è Dio, e quindi Cristo perdonando dimostra di essere Dio. Infatti gli ascoltatori si scandalizzano per queste dichiarazioni di Cristo perchè asserisce in questo modo di essere Dio in persona! ". 

Non è affatto così! Gesù rimette i peccati perchè il Padre gli ha dato in mano ogni cosa, e ogni cosa gli è stata consegnata dal Padre suo (Matteo 11:27; Gv. 3:35). Infatti, quando i giudei si scandalizzano del fatto che Egli rimette i peccati, considerandolo, per questo, un bestemmiatore, Gesù specifica che "Il Figlio dell' uomo ha autorità sulla terra di perdonare i peccati" (Matteo 9:6). 
Pertanto, i giudei si scandalizzano, pensando che Gesù si stia facendo Dio, mentre Cristo si arroga delle prerogative divine non perchè vuole farsi Dio, come pensavano i farisei, ma perchè Dio stesso gli ha dato tale autorità. 
Questo non fa di Gesù "Dio il Figlio, la Seconda Persona di un Essere triPersonale"...
12/09/2011 19:59
 
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Punto 3). Leoni dice: 

"Gesù conosceva i pensieri dell'uomo. Solo Dio conosce i pensieri dell'uomo. Quindi Gesù, leggendo il cuore, ossia i pensieri dell'uomo, è Dio"

Anche qui, torniamo al fatto che a Gesù è stato dato dal Padre ogni cosa, ogni autorità, ogni potere (Matteo 11:27 ; Gv. 3:35 ; Matteo 28:18) 
L' espressione "panta dedoken en tei cheiri autou ", "tutte le cose ha dato nella sua mano" che troviamo in Gv. 3:35, deve necessariamente intendersi in senso omnicomprensivo, salvo limitare l' Onnipotenza di Geova...quindi anche il potere di leggere nei cuori... 
Questo non fa di Gesù "Dio il Figlio, la Seconda Persona di un Essere triPersonale"...
12/09/2011 20:01
 
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Punto 4) Leoni dice: 

"Tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. E' pari al padre in dignità divina". 

Si tratta di una sciocchezza! 
Infatti, il versetto non va estrapolato, ma considerato nel suo contesto. 
Il testo greco di Gv. 5:22-23 legge: 
"oude gar ho patèr krinei oudena, alla ten krisin pasan dedoken toi huioi, 23) hina pantes timosi ton huion kathos timosi ton patera. ho me timon ton huion ou timai ton patera ton pempsanta auton". 

letteralmente: 
"Ne infatti il Padre giudica alcuno, ma tutto il giudizio ha dato al Figlio, affinchè tutti onorino il Figlio come onorano il Padre......". 
I due versetti sono collegati tra loro: il Padre non giudica, ma ha affidato tutto il giudizio al Figlio (confronta Gv. 5:27 ; Atti 17:31), e questo affinchè tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Non è pari dignità divina che Gesù possiede ontologicamente, ma è una decisione di Geova, che ha stabilito che il giudizio avverrà attraverso Gesù, il suo Unigenito Figlio. 
Del resto, se Geova ha dato a Gesù ogni cosa, se gli ha dato la gloria (Gv. 17:22), non può dargli tutto il potere di giudicare, e quindi, per questo, di ricevere pieno onore? 
Anche questo passo non fa di Gesù "Dio il Figlio, la Seconda Persona di un Essere triPersonale"... 
12/09/2011 20:04
 
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Punto 5) Leoni dice: 
"Gesù disse anche che tutto quello che ha il Padre è mio. Uguaglianza totale". 

Leoni cita evidentemente Gv. 16:15. Gesù ripete lo stesso concetto in Gv. 17:10. 
Di nuovo, avendogli il Padre dato in mano ogni cosa, è ovvio che tutte le cose che ha il Padre sono di Gesù, così come tutte le cose che Gesù ha udito da Dio le ha fatte conoscere ai discepoli (Gv. 15:15). 
Inoltre non dimentichiamo che Gesù è il prototokos pases ktiseos, il primogenito di tutta la creazione, e che tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui" (Colossesi 1:15-16). 
Come ogni primogenito, Gesù sarebbe pertanto divenuto "erede di tutte le cose" (Ebrei 1:2) 

Anche questo passo non fa di Gesù "Dio il Figlio, la Seconda Persona di un Essere triPersonale"...  
12/09/2011 20:07
 
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Punto 6) Leoni dice:
Se solo il Padre fosse Dio si battezzerebbe solo nel nome del padre. Invece si deve battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Ergo Trinità! “.

Ergo un bel nulla! Per formulare una Trinità in Matteo 28:19-20 dobbiamo, ovviamente, supporre una Trinità consostanziale. Dobbiamo quindi sapere che cos' è, realmente, la “sostanza divina”, dato che essa è condivisa, in maniera indivisa, da tre Persone che si definiscono “divine”. Ma è possibile questa operazione? Cioè a dire, che cos' è la “sostanza divina” secondo la Bibbia? Bibbia alla mano, possiamo dare una definizione precisa di natura o sostanza divina? La risposta è no, perchè la Parola scritta di Dio non fa alcuna speculazione di carattere ontologico circa la “natura divina”, non definendola in alcun modo. Quindi, per formulare una Trinità consostanziale, dobbiamo ricorrere all' ontologia aristotelica, immettendo, in sostanza, nel testo sacro concetti filosofici ellenistici in luogo del pensiero ispirato da Dio (Isaia 55:8). Nessuna Trinità! Restando alla semplicità del corpus neotestamentario, ci accorgiamo che questa è solo una formula ternaria, o triadica, come ce ne sono tante altre. Prendiamo, ad esempio, Luca 9:26 e 1 Timoteo 5:21. In queste formule ternarie, vengono citati il Padre, il Figlio e gli angeli. Che cosa indicano? Che l' unità può essere messa in rilievo senza alcuna implicazione d' uguaglianza, poiché davvero nessuno formula l' uguaglianza ontologica tra Dio e gli angeli! Tuttavia, essi possono trovare posto nella stessa triade, senza che si debbano necessariamente creare delle implicazioni trinitarie. Se, come detto, restiamo alla semplicità del testo sacro, ci accorgiamo che “nel nome” significa, sostanzialmente, riconoscere la posizione e l' autorità del Padre, la posizione, l' autorità e il ruolo essenziale del Figlio nel proposito di Dio, e il ruolo e l' operato dello spirito santo/parakletos. In conclusione, magari, si potrebbe anche citare un altro passo, quello di 1 Corinti 10:1-2: “Ora non voglio che ignoriate, fratelli, che i nostri antenati furono tutti sotto la nube e tutti passarono attraverso il mare 2) e tutti furono battezzati in Mosè (testo greco: “kai pantes eis ton Mousen ebaptisthesan” ) mediante la nube e il mare”, e allargare la Trinità a quattro.....Persone..... [SM=g27993]
12/09/2011 20:11
 
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Punto 7). Leoni dice:
Fa miracoli a nome proprio. Domina la natura. Risuscita addirittura i morti, prerogativa esclusiva di Dio. Addirittura Cristo si autorisuscita. "Distruggete questo tempio e io in 3 giorni lo risusciterò..." Vuol dire che il Figlio, Dio, avrebbe risuscitato il Gesù uomo!"
 
Andiamo con ordine. Gesù non fa miracoli in nome proprio, basta leggere, ad esempio, un passo come Gv. 11:39-42: “Gesù disse: “Togliete la pietra”. Marta, la sorella del deceduto, gli disse: “Signore, ormai deve puzzare, poiché è il quarto giorno”. 40 Gesù le disse: “Non ti ho detto che se credi vedrai la gloria di Dio?” 41 Perciò tolsero la pietra. Ora Gesù alzò gli occhi al cielo e disse: “Padre, ti ringrazio di avermi ascoltato. 42 Veramente, io sapevo che mi ascolti sempre; ma ho parlato a motivo della folla che sta intorno, affinché credano che tu mi hai mandato”. Questo viene confermato da passi come Atti 2:22, dove Pietro dice che Gesù è “uomo pubblicamente mostratovi da Dio per mezzo di opere potenti e portenti e segni che DIO FECE FRA VOI PER MEZZO DI LUI, come voi stessi sapete”, e Atti 10:38, dove è ancora lo stesso Pietro che parla di Gesù come di chi “andò per il paese facendo il bene e sanando tutti quelli che erano oppressi dal Diavolo, perchè Dio era con lui”. Quanto ai morti, vennero risuscitati anche dagli apostoli (Matteo 10:8 : Atti 9:40 ; 20:7-12), ma certamente nessuno immagina che essi facciano parte di un Divinità consostanziale...Citando Gv. 2:19-21, Leoni dice che “il Figlio, Dio, avrebbe risuscitato il Gesù uomo”. Mi domando quale passo biblico stia ora citando! E poi come la mettiamo con Galati 1:1, che dice espressamente che fu Dio Padre a destare Gesù dai morti, e non “Dio il Figlio”, (espressione, quest' ultima, che non troviamo da nessuna parte nel corpus neotestamentario)? Attenzione: qui non si dice genericamente “Dio” che lo risuscitò dai morti, ma espressamente “Dio Padre, che lo destò dai morti”! Evidentemente, la spiegazione deve essere un' altra, non quella fornitaci dal Leoni! (basta leggere, ad esempio, la Torre di Guardia dell' 1/8/1974, che spiega perfettamente il senso delle parole di Gesù alla luce di altre affermazioni bibliche...).
12/09/2011 20:12
 
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....il seguito a dopo cena......
12/09/2011 21:05
 
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Punto 8). Leoni dice:
Gesù dice che esaudisce le preghiere. Solo Dio può fare questo, come dice la stessa torre di Guardia. Vedi anche Gv 14:14, in cui i tdG hanno fatto sparire il pronome "mi" nella TNM. Pregare qualcuno vuol dire adorarlo. Gesù è pregato quindi adorato.  “.

Anche qui, converrà andare con ordine. Gesù dice che esaudisce le preghiere, ma come? Vediamo alcuni passi:
“Voi non avete scelto me, ma io ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e continuiate a portare frutto e il vostro frutto rimanga; affinché qualunque cosa chiediate al Padre nel mio nome egli ve la dia” (Gv. 15:16).
“Verissimamente vi dico: Se chiederete al Padre qualche cosa egli ve la darà nel mio nome. “(Gv. 16:23).
Perchè dobbiamo chiedere al Padre qualche cosa?
Analizziamo attentamente Filippesi 4:6: “Non siate ansiosi di nulla, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio con preghiera e supplicazione insieme a rendimento di grazie (“eucharistia”, sostantivo che significa “ringraziamento, rendimento di grazie”)”. Confrontiamo ora con Romani 1: 8 (vedi anche i versetti 9 e 10): “Prima di tutto, rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo (confronta Colossesi 3:17) riguardo a tutti voi, perché della vostra fede si parla in tutto il mondo. 9 Poiché Dio, al quale rendo sacro servizio......” (qui c' è il verbo latreuo, che significa “rendere culto (a Dio)). Questi passi ci indicano, inequivocabilmente, che si prega, si supplica, si rende grazie a Colui al quale si rende culto, cioè a Dio, per mezzo di Gesù Cristo! Qual' è quindi il senso di Gv. 14:14? Va considerato nel contesto del precedente versetto, il versetto 13, in cui Gesù disse: “E qualunque cosa voi chiederete nel mio nome [attenzione: Gesù non dice “qualunque cose voi chiederete a me”, ma “qualunque cosa voi chiederete nel mio nome”, restando in perfetta armonia con i passi di Gv. 15:16 e 16:23-24, 26....!], io la farò, affinchè il Padre sia glorificato riguardo al Figlio”. Ecco il punto! In gioco c' è la glorificazione del Padre, infatti, prima di risuscitare Lazzaro, Gesù disse a Marta: “Non ti ho detto che se credi vedrai la gloria di Dio?”. Poi Gesù “alzò gli occhi al cielo e disse: “Padre, ti ringrazio di avermi ascoltato” (Gv. 11:40-41). Questo significa che Geova, l' uditore di preghiera, le esaudisce tramite il suo Unigenito Figlio, per la sua stessa glorificazione (confronta Romani 16:27). Infatti, Gv. 16:23: “Se chiederete al Padre qualche cosa egli ve la darà nel mio nome” ha fondamentalmente questo significato: “Egli ve la darà per mezzo mio”, cioè tramite il Figlio. Gv. 14:14 non è che una conferma di ciò che già Gesù ha specificato nel versetto precedente, il 13... Il Nuovo Testamento interlineare greco latino italiano P. Beretta (San Paolo) evidenzia, nella nota in calce, riguardo a “ean ti aitesete me” (“qualsiasi cosa chiediate a me”) , che “l' intero versetto 14 è omesso da molte versioni antiche, per evitare la contraddizione con 16:23.....”aitesete me“ (“chiediate a me”), MOLTI CODICI OMETTONO “me” e vi sostituiscono “ton patera””! In ogni caso, e bene ricordare a Leoni che la TNM non scarta la lezione con il "mi", ma semplicemente l'accoglie in nota. Non mi pare proprio che la Bibbia CEI e la Bibbia di Gerusalemme facciano altrettanto, in nota, per indicare le lezioni testuali che omettono il “mi”! 
12/09/2011 21:09
 
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Punto 9) Leoni dice:
“9) Gesù non rifiuta l'adorazione, vedi Cornelio. Quindi è Dio  “

Cornelio “adora” Gesù? Dove possiamo leggerlo, perchè francamente mi sfugge....(Atti capitolo 10) [SM=g27993]
12/09/2011 21:12
 
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Punto 10) Leoni dice:
Gesù si definisce "Io sono" che vuol dire Jahweh, vedi esodo 3.14”.

Ma è proprio così?
Coloro che collegano Gv. 8:58 con la versione della LXX DI Esodo 3:14 suppongono che la LXX sia una traduzione accurata dell' originale ebraico. Non e' cosi'. Ma perfino se la traduzione della LXX fosse accurata nella sua versione di Esodo 3:14, questo passo non garantirebbe il suggerimento che “ego eimi” funzioni da solo come nome divino, dato che non si trova da solo (confronta Esodo 6:7 ; 7:5 ; 20:1). La LXX riporta in Esodo 3:14: “ego eimi ho on” (“Io sono l'essere” o “Io sono colui che e'”) identificando Dio con “ho on”: Egli non e' chiamato “ego eimi”. La LXX non e' una traduzione accurata dell' ebraico 'ehyeh 'asher 'ehyeh”, che letteralmente dovrebbe tradursi “mostrero' d' essere cio' che mostrero' d' essere” o “Io saro' cio' che saro'”. La versione greca di “ 'ehyeh “ (“ho on”) introduce un concetto estraneo al verbo ebraico. Cosi' l' ebraico per “io sono cio' che sono” non e' “ 'ehyeh 'asher 'ehyeh “ e non differisce da quella frase solo per cio' che riguarda il tempo verbale. Viene richiesta una frase nominale anziche' una frase verbale. L' ebraico per “io sono cio' che sono” e' “ 'ani 'asher 'ani “, proprio come “io sono lui” e' “ 'ani hu “. l' imperfetto puo' solo significare “sono nell' atto di diventare” o “diventero'” o “saro'”. In nessun modo puo' essere tradotto “io sono”. “ 'Ehyeh “ in questa frase puo' significare solo “io saro'” o “diventero' (qualcosa)”. Quindi “io saro' cio' che saro'” non e' solo la costruzione piu' naturale, ma quella necessaria a tradurre “ 'ehyeh 'asher 'ehyeh “.
12/09/2011 21:16
 
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Punto 11) Leoni dice:
"Di fronte a Caifa afferma chiaramente di essere Dio, e proprio per questo lo accusano di bestemmia e lo mettono a morte!"

Io non so che Bibbia abbia Leoni, ma nel testo matteano, come in quello marciano e in quello lucano, io leggo tutt' altra cosa.
Ad esempio, in Matteo 26:63, Caiafa o Caifa chiede a Gesù: "Per l' Iddio vivente, ti pongo sotto giuramento di dirci se sei IL CRISTO, IL FIGLIO DI DIO".
Alt, che significa IL CRISTO, IL FIGLIO DI DIO? Ha connotazioni ontologiche l' affermazione di Caiafa o Caifa? Manco per sogno!
Innanzitutto, il Messia era già stato profetizzato come Dio Potente (Isaia 9:6), cosa che non aveva mai creato agli ebrei particolari problemi di carattere ontologico circa la natura del Re Messianico di cui si parla chiaramente in Isaia 9:6-7.
OGNI EBREO PENSAVA CHE IL CRISTO ERA IL FIGLIO DI DIO:
"Natanaele gli rispose: Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il Re d' Israele" (Gv. 1:49); [Natanaele intendeva esprimere in senso ontologico aristotelico l' affermazione Figlio di Dio, preoccupandosi della sua natura?];
Matteo 16:16: "Tu sei il Cristo, il Figlio dell' Iddio vivente"[Pietro intendeva esprimere in senso ontologico aristotelico l' affermazione Figlio di Dio, preoccupandosi della sua natura?],
Gv, 12:13. "Benedetto colui che viene nel nome del Signore [Geova TNM], si, il Re d' Israele";
Matteo 21:9: "Salva, preghiamo [o Osanna] il Figlio di Davide".
A me sembra tutto chiarissimo: per ogni ebreo IL CRISTO era il FIGLIO DI DIO non nel senso di filiazione naturale, ma di filiazione in senso messianico, ed era Figlio, oltre che di Dio (in senso messianico) anche di Davide, a cui fu promesso il trono eterno, basta leggere 2 Samuele 7:12-16 ; 1 Cronache 17:11-14.
Gli ebrei non credettero che Gesù fosse IL CRISTO, IL FIGLIO DI DIO nel senso giudaico appena illustrato.
I giudei non concepivano che il Messia dovesse morire e risorgere, perciò non gli credettero, basta leggere attentamente Gv. 12:32-34!
Gesù stravolse completamente tutta la teologia messianica dei giudei: secondo, loro, il Messia doveva venire sulle nubi, investito della regalità messianica (Daniele 7:13-14), per spezzare il giogo romano, restaurare il Regno Davidico e instaurare il regno messianico eterno qui, sulla terra.
Non concepivano minimamente che il Regno Messianico dovesse essere un regno celeste (confronta Gv. 18:36!)....
Quindi Gesù, di fronte a Caiafa, in Matteo 26:64, proprio citando Daniele 7:13-14 e Salmo 110:1, pose al Sinedrio una prospettiva messianica che era loro completamente estranea, racchiusa tutta nelle parole della folla giudaica:
Gv. 12:34: "Noi abbiamo udito dalla Legge che il Cristo rimane per sempre, come mai tu dici che il Figlio dell' uomo deve essere innalzato?").
Gesù era quindi un impostore (Matteo 27:63) e un bestemmiatore (Gv. 19:7) da eliminare....
12/09/2011 21:24
 
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Punto 12) Leoni dice: 
"Paolo dice poi apertamente che Gesù si è spogliato della natura divina (vedi filippesi...)". 

Su questo passo (per ora...) sintetizzerò al massimo, perchè ci sarebbe da parlare molto a lungo. 
Paolo non dice affatto che Gesù si è spogliato della "natura" divina, perchè altrimenti, l' apostolo avrebbe usato il sostantivo physis ("natura", presente ad esempio in 2 Pietro 1:4), o anche il sostantivo ousìa (sostanza, essenza), che avrebbe avuto a completa disposizione, in luogo del sostantivo morphè, che significa "forma, aspetto, condizione". 
Il sostantivo morphè richiama solo l' aspetto, l' apparenza, la forma, non l' essenza, la sostanza intese in senso ontologico, e non c' è nessun motivo per mettere in bocca a Paolo un concetto così tardo, che l' apostolo non vuole esprimere, vista anche la scelta del sostantivo, in luogo di altri due che avrebbe potuto usare. 

In Filippesi 2:6 viene detto che Gesù esisteva nella “morfei theou”, letteralmente nella “forma di Dio”. Il sostantivo greco morphè ha tre sole ricorrenze neotestamentarie, in Filippesi 2:6, 7 e Marco 16:12. Secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, il sostantivo significa “forma, figura, aspetto visibile”. Come detto, non si può in alcun modo forzare il significato del sostantivo greco morphè, e fargli assumere quello di “natura, sostanza, essenza”, dando al sostantivo un significato pari a quello relativo a concezione teologica postuma, perchè questo significa immettere nel testo sacro delle proprie idee, che non corrispondono necessariamente a quelle che gli scrittori biblici ispirati da Dio hanno riportato. 
Paolo voleva solo dire “come forma naturale del suo essere” spirituale= “in forma di Dio”= “simili a Dio, tanto che lo vedranno come Egli è” (si confronti 1 Gv. 3:2)=identico concetto e identica cosa. 
Infatti, il successivo versetto 7 ci da la chiara risposta in questo senso del significato del sostantivo morphè: lì viene detto che Gesù prese la “morfen doulou”, cioè la “forma di schiavo”. Difficilmente potrebbe voler dire che Gesù “era in essenza” uno schiavo..... Indica altresì che Gesù aveva un corpo umano, analogo a quello degli altri uomini. Lo conferma anche l' espressione “homoiomati anthropon”, “simile agli uomini” (si confronti l' “homoioi autoi”, “simili a lui”, cioè a Dio, di 1 Gv. 3:2, che indica che i coeredi di Cristo sono persone spirituali, o spiriti, proprio come lo è Dio). Il sostantivo morphè, come detto, ha tre sole ricorrenze neotestamentarie, in Filippesi 2:6-7 e in Marco 16:12. Particolarmente chiaro il significato del sostantivo in questa seconda ricorrenza: come dice il DENT stesso, “morphè significa l' aspetto” di Gesù, non ovviamente l' “essere” Dio. Il fatto è che non abbiamo nessun elemento per dare al sostantivo morphè il significato di “natura, essenza” (senza ovviamente forzarne il senso, ben oltre l' ispirata intenzione paolina...)! Si parla quindi dell' “aspetto”, dell' “apparenza” (o “forma”) spirituale del Cristo preesistente, così come si parla dell' “aspetto”, dell' “apparenza” (o “forma”) spirituale di coloro che saranno “simili a Dio”, tanto che “lo vedranno come Egli è”, i coeredi celesti di Cristo descritti in 1 Gv. 3:2. Così come la forma, l' aspetto, la condizione spirituale (contrapposta alla carnale) degli angeli/elohim del Salmo 8:5.
12/09/2011 21:30
 
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Punto 13) Leoni dice:

"Paolo dice anche in Colossesi che "in lui dimora corporalmente la pienezza della divinità" non la "qualità divina" come manipola la TNM!".

Ovviamente, il passo di Colossesi 2:9 richiederebbe una trattazione lunghissima, che siamo pronti a fare se solo Leoni dovesse chiederci spiegazioni più approfondite.
Un sintetico cenno al passo in questione, pertanto.
In Colossesi 2:9 si afferma che in Cristo "katoikei pan to pleroma tes theotetos somatikos".
Alla lettera, si dovrebbe tradurre che in Cristo "abita ("dimora") tutta la pienezza della divinità corporalmente".
Infatti, qui è presente, nella sua unica ricorrenza neotestamentaria, il sostantivo theotes, che significa "divinità".
Significa questo che Cristo, avendo la pienezza della theotes, possa identificarsi come "Dio il Figlio, la Seconda Persona dell' Essere triPersonale"?
La nota CEI a Colossesi 1:19 ci fa comprendere che così non è.
Infatti, la nota in calce a Colossesi 1:19, dice testualmente:
"La pienezza, che per iniziativa di Dio abita in Cristo, e la pienezza della divinità, della quale sono partecipi i battezzati (la CEI rimanda quindi a Colossesi 2:9-10). In Cristo sono presenti tutti i doni della salvezza e perciò egli ne è la fonte inesauribile". La nota CEI al versetto successivo, Colossesi 1:20, afferma che "la redenzione attuata per mezzo della morte in croce di Cristo Gesù, è origine di una riconciliazione universale".
Le due note, unitamente al contesto, appaiono illuminanti!
Infatti, in Colossesi 1:18-20, si parla proprio di questo: per mezzo di Cristo, Dio ha operato la redenzione del genere umano, riconciliando a se tutte le cose per mezzo del sangue di Cristo (si confronti Romani 5:8-11).
E' in questo quadro, e non in un quadro ontologico, che dobbiamo "leggere" l' iniziativa di Dio di far abitare in Cristo tutta la pienezza della theotes, cioè della divinità.
Infatti, "è piaciuto a Dio che abiti in lui tutta la pienezza" (Colossesi 1:19 CEI) della divinità ai fini della redenzione.
In questo senso, il dimorare corporalmente in Cristo della pienezza della divinità sta ad indicare due cose:
1) che il fatto che in Cristo abiti, dimori la pienezza della divinità "piacque a Dio": Cristo non possiede, quindi, ontologicamente, la pienezza della divinità, ma essa abita, dimora in Cristo perchè è "piaciuto a Dio", per decisione di Dio;
2)perchè Dio ha deciso di fare in modo che la pienezza della divinità "dimori" in Cristo? Lo dicono le stesse note CEI e il contesto di Colossesi 1:18-20: ai fini della redenzione! Per cui, la pienezza della theotes che "dimora corporalmente" in Cristo, non significando che egli la possieda ontologicamente (sulla base del contesto, non si può evincere nulla di tutto ciò) significa solo che Dio "dimora [corporalmente...] in Cristo in una maniera del tutto speciale" ai fini della redenzione e della riconciliazione di tutte le cose a Dio stesso!
Questa è una delle ragioni della traduzione "qualità divina" operata dalla TNM che, comunque, in nota, segnala espressamente il significato di "divinità" del sostantivo.
Manipolazione? Non direi: forse una traduzione anche discutibile, se vogliamo, ma la nota in calce segnala il significato di "divinità".
Cosa che non fa la CEI, che invece opera questa manipolazione:
Gv. 1:18: "Dio nessuno lo ha visto: il Figlio Unigenito, CHE E' DIO, ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato".
Ecco il testo greco, dove ci sono due lezioni testuali:
"theon oudeis heoraken popote; monogenes theos [altra lezione testuale: monogenes huios] ho on eis ton kolpon tou patros ekeinos exegesato".
Alla lettera:
"Dio nessuno ha mai visto: l' Unigenito Dio [ o l' Unigenito Figlio] .....".
Ci sono, come detto, due lezioni testuali ben attestate:
a) Cristo preesistente definito "Unigenito Dio"; oppure;
b) Cristo preesistente definito "Unigenito Figlio".
O si sceglie l' una. o si sceglie l' altra lezione.
Che fa CEI?
Un minestrone: Gesù diventa "il Figlio Unigenito, CHE E' DIO".
Note esplicative in calce, come fa la TNM?
Nessuna! [SM=g27993]
12/09/2011 21:34
 
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Punto 14) Leoni dice:
Addirittura Dio stesso dice in Ebrei 1 che tutti gli angeli devono adorare Cristo! “.

Il contesto immediato ci aiuta a comprendere bene. Nel versetto 5 di Ebrei, capitolo1, l' autore della lettera agli Ebrei afferma: “A quale degli angeli Egli ha mai detto.....” poi cita due passi antico – testamentari, Salmo 2:7 (“Tu sei mio Figlio, io oggi ti ho generato”) e 2 Samuele 7:14 (“Io gli sarò Padre ed egli mi sarà Figlio”), applicandoli al Cristo, accennando, ovviamente, a una sua filiazione (“Io gli sarò Padre.....” , “Tu sei mio Figlio....”) in senso messianico. Nessuno degli angeli è mai stato costituito Re Messianico, ma Gesù si! In questo senso gli angeli gli devono rendergli atto di proskyneo, verbo greco che significa “prostrarsi, adorare”, cioè nel senso di “prostrasi, rendere omaggio” a Colui che è stato costituito come Re Messianico. Gesù è, in questo senso, il “Figlio di Davide”, in quanto Colui che “regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe” (Luca 1:32-33), e proprio al capostipite della dinastia regale messianica, Davide, il profeta Natan rese, come re unto da Geova, atto di proskyneo, cioè gli si prostrò in segno di rispetto, vedi 1 Re 1:23 (qui, nella Settanta, troviamo lo stesso verbo greco di Ebrei 1:6...). Nulla, quindi, in Ebrei 1:5-6, indica che debba essere fatto un “atto di adorazione” al Re Messianico, piuttosto un “prostrarsi al Re”, un “rendergli omaggio, anche in considerazione del fatto che, scritturalmente parlando, l' atto di adorazione va rivolto al “solo vero Dio”, Geova (Matteo 4:10; Rivelazione/Apocalisse 7:10-11)!
12/09/2011 21:37
 
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Punto 15) Leoni dice:
Gesù non dice mai Padre nostro, ma padre mio, perchè lui è figlio ad un titolo tutto suo! 

Beh, è un discorso che davvero non regge! Ricordiamo che Gesù è monogenes huios, cioè a dire “Unico [nel suo genere] Figlio, che è nel seno del Padre”, semitismo che sta ad indicare una posizione di assoluto privilegio (Gv. 1:18). Ora, nessuno di noi è l' Unigenito Figlio di Dio, per cui nessuno di noi è davvero nella sua posizione. Eppure, nonostante ciò, quel che dice Leoni è inesatto, poiché Gesù, rivolto a Maria Maddalena, gli disse: “Smetti di stringerti a me. Poiché non sono ancora asceso al Padre. Ma va dai miei fratelli e di’ loro: ‘Io ascendo al Padre mio e Padre vostro e all’Iddio mio e Iddio vostro’” (Gv. 20:17-18)....
12/09/2011 21:39
 
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Punto 16) Leoni dice: 
In Zaccaria si parlerebbe del fatto che Geova è stato tradito per 30 denari. Fatto che viene poi applicato a Cristo, quindi identificazione e uguaglianza, perchè entrambi ricevono la stessa valutazione!  “ 

Leoni allude, ovviamente, a Zaccaria 11:12. Egli dice, sostanzialmente: se per Gesù furono offerti solo 30 pezzi d' argento, e questa è la stessa cifra con cui il popolo d' Israele valutava Geova stesso in Zaccaria 11:12-13, abbiamo un' “identificazione ed eguaglianza totale”, mentre io osservo: non è più ragionevole riconoscere che, in quel modo, i giudei adempivano Zaccaria 11:12 disprezzando il Rappresentante divino di Geova (Gv. 5:43 ; 12:49-50), così come gli israeliti avevano disprezzato Geova stesso? (si confronti la parabola della vigna di Matteo 21:33-41: chi era il Proprietario della vigna, e chi era il figlio del Proprietario della stessa vigna, entrambi disprezzati dai coltivatori?)
12/09/2011 21:40
 
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Punto 17) Leoni dice:
nessuno conosce il Padre se non il figlio e colui al quale il figlio voglia rivelarlo" chi può scavare le prodondità di Dio se non Dio stesso? Cristo lo può fare quindi è Dio così come lo fa lo spirito santo, esso stesso Dio! “.

Stavolta Leoni allude a Matteo 11:27 e a 1 Corinti 2:10. Ma a parte il fatto che i due passi non sono equiparabili, perchè Gesù, in Matteo 11:27, in base al testo greco, dice che “nessuno conosce il Padre se non il Figlio”, quindi non si parla della “conoscenza totale” riservata allo spirito santo di Dio in 1 Corinti 2:10, ma di “conoscenza” del Padre riservata al Figlio che nessun altro ha, che poi il Figlio trasmette “a chi voglia rivelarlo”. Lo spirito santo scruta ogni cosa di Dio, anche la più profonda, e non è davvero un caso che lo spirito santo non venga citato in Matteo 24:36, dove il Figlio non conosce “il giorno e l' ora” mentre il Padre si, e in Rivelazione/Apocalisse 1:1, dove il Figlio riceve una rivelazione da Dio, evidentemente non conoscendola, non essendo quindi ontologicamente Onnisciente (in tal caso, non potrebbe mai ricevere una rivelazione da nessuno...) e non avendo la totale conoscenza del Padre, non “scrutando ogni sua cosa, anche le cose profonde di Dio”! E' del tutto normale che nessuno conosca il Padre se non il Figlio, dato che lo stesso “è nel seno del Padre” (Gv. 1:18), semitismo che sta ad indicare una posizione di privilegio unica, irraggiungibile per chiunque altro! Inoltre, Gesù è stato per ere incalcolabili “accanto al Padre” (Proverbi 8:22-31), “fa ciò CHE VEDE fare dal Padre (Gv. 5:19)”, “tutto ciò che ha udito dal Padre lo fa conoscere ai suoi discepoli” (Gv. 15:15), senza dimenticare che Egli è l' immagine, l' eikon, dell' Iddio Invisibile (Colossesi 1:15 ; 2 Corinti 4:4). Tutto questo rende Gesù in una posizione unica nel suo genere (monogenes huios, Unigenito Figlio), ma non fa di Lui “Dio il Figlio, la Seconda Persona di un Essere triPersonale”.
Grazie.
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