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LA BATTAGLIA DI LOS ANGELES

Ultimo Aggiornamento: 04/11/2011 22:09
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28/08/2011 16:23

DATA: 25 FEBBRAIO 1942
In prima pagina, sul "Los Angeles Times" del 26 febbraio 1942, il titolo a caratteri cubitali dice: "L'esercito dichiara che l'allarme è reale"

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Cinque anni prima di Roswell, cinque anni prima dell’avvistamento di "dischi volanti" sul Nord-Ovest del Pacifico del pilota Kenneth Arnold, due anni prima della "battaglia dei giganti" (Ardenne, 1944), due anni prima del D-Day, e ben prima che la cosiddetta "era-UFO moderna" iniziasse ufficialmente, avvenne la Battaglia di Los Angeles, probabilmente il più sensazionale e drammatico rapporto di un incontro in massa di UFO. Ne avete mai sentito parlare? A pochi è capitato. Immaginate un’astronave che arriva da un altro mondo o dimensione, che fluttua su una Los Angeles in preda al terrore e oscurata da un blackout in piena notte, proprio qualche settimana dopo Pearl Harbor, al culmine della paranoia e della paura della Seconda Guerra Mondiale. Immaginate come questa enorme astronave, presumendo che si trattasse di un qualche velivolo sconosciuto giapponese, sia stata attaccata mentre si trovava, quasi stazionaria, su Culver City e Santa Monica, da dozzine di batterie contraeree dell’esercito che le esplosero contro circa 2000 proiettili da 450 grammi sotto gli occhi di migliaia di cittadini. Immaginate tutto questo e avrete un’idea della Battaglia di Los Angeles. L’improvvisa apparizione dell’enorme oggetto circolare getta Los Angeles e parte della California del Sud in un immediato blackout da attacco aereo, con migliaia di responsabili della protezione antiaerea che corrono da una parte all’altra di una città buia, mentre la tragedia incombe nei cieli sopra di loro... una tragedia che avrebbe causato la morte di sei persone e la caduta dal cielo di frammenti di bossoli su case, strade e palazzi per chilometri e chilometri.

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25 Febbraio 1942, prime ore del mattino
Dozzine di riflettori della 37a Brigata di Artiglieria Costiera intercettarono immediatamente l’enorme nave, come una magica e surreale lanterna nel buio e limpido cielo invernale sopra la città degli angeli. Pochi in città riuscirono a dormire dopo che i cannonieri della difesa costiera aprirono il fuoco scaricando centinaia e centinaia di raffiche di proiettili verso l’astronave luminosa, avvistata inizialmente mentre fluttuava sopra gli studios Metro Goldwin Mayer di Culver City. Il fragore delle artiglierie e il sibilo dei traccianti vennero avvertiti ovunque a Los Angeles, mentre i militari erano certi di essere riusciti a centrare il bersaglio... senza alcun risultato. Nella foto qui riprodotta, si vede il cielo di Los Angeles come appariva all’altezza del fuoco incrociato.
Facendo attenzione alla convergenza delle luci dei riflettori si noterà chiaramente la forma della nave visitatrice all’interno dell’area illuminata. È un GRANDE corpo volante, apparentemente del tutto incurante delle centinaia di proiettili antiaerei esplosi di cui è fatto bersaglio, senza alcun effetto. Comunque le perdite si contarono, ma a terra. Almeno sei persone morirono come risultato diretto dell’attacco dell’esercito sull’UFO, che lentamente e pigramente si fece strada verso Long Beach prima di dileguarsi definitivamente.

Aeromobili non identificati
l giorno dopo, solo sul quotidiano Los Angeles Times, in un articolo di spalla a firma di un redattore, apparve una descrizione dell’UFO. Se ne evince un senso dell’energia e dell’emozione di quella notte.
L'articolo recita:
Una folla infreddolita guarda il cielo illuminato dai colpi dell’artiglieria. Le esplosioni forano l’oscurità come piccole stelle fiammeggianti... le luci dei riflettori sembrano dita protese a scrutare il cielo notturno... Urlano le sirene antiaeree... "Prendete quegli sporchi invasori!" ovunque echeggiano le grida dei militari e della polizia. Ma l’oggetto nel cielo si muoveva lentamente, catturato al centro delle luci come il mozzo della ruota di una bicicletta circondato dai raggi splendenti. Il fuoco sembrava esplodere in cerchio tutto attorno al bersaglio. Gli astanti, tremanti al gelo del primo mattino, comunque non hanno avuto la possibilità di vedere un velivolo precipitare o bombe sganciate. "Forse è solo un’esercitazione", ha rimarcato qualcuno. "Test un accidente!" è stata la risposta. "Non spari in aria tutto quel metallo a meno che non stai cercando di tirare giù qualcosa". L’oggetto bersagliato continuava a muoversi fiancheggiato da esplosioni vermiglie, mentre le casalinghe, avvolte dalle loro vestaglie, rabbrividivano e guardavano quella scena terrificante.
In prima pagina, sul Los Angeles Times del 26 Febbraio 1942, il titolo a caratteri cubitali dice: "L’Esercito dichiara che l’allarme è reale", eppure nelle molte colonne dedicate all’evento, non appare la benché minima descrizione dell’oggetto, per quanto fosse stato per oltre mezz’ora chiaramente inquadrato dall’occhio dei riflettori e visibile da centinaia di migliaia di cittadini. Se non si era trattato di un falso allarme, cosa aveva penetrato lo spazio aereo di Los Angeles? Chi era l’intruso?

I nervi scossi dell'esercito
Su conferma della presenza sulla costa Sud di aeromobili non identificati da parte del comando a San Francisco, due le dichiarazioni ufficiali della Marina da Washington: la prima liquida la faccenda, per bocca del Segretario Frank Knox, con i "nervi scossi" della popolazione; la seconda dichiara: "L’aereo che ha causato il blackout nell’area di Los Angeles per diverse ore questo mattino non è stato identificato".
Il comando della Army’s Western Defense ha affermato che il blackout e le azioni antiaeree sono state il risultato di un velivolo non identificato avvistato sull’area della baia. La città è stata oscurata - conseguentemente all’ordine di sbarramento antiaereo emesso dal 14° Comando Intercettore - dalle 2:25 alle 7:21 del mattino dopo che un precedente allarme giallo delle 19:18 era rientrato alle 22:23. Il blackout si estendeva effettivamente fino al confine messicano e oltre, nella San Joaquin Valley. Non sono state sganciate bombe e non sono stati abbattuti aerei e miracolosamente, viste le tonnellate di proiettili lanciati in aria, solo due persone sono state ferite dalla caduta dei frammenti. (Quest’ultima affermazione del Los Angeles Times verrà successivamente smentita, portando il bilancio delle vittime a sei).

Le testimonianze oculari
Riguardo quanto accadde la notte del 25 Febbraio 1942, lo scrittore Ralph Blum, che all’epoca aveva nove anni, scrisse che credette che i Giapponesi stessero bombardando Beverly Hills:
"C’erano le sirene, luci di riflettori, proiettili della contraerea che esplodevano in gran quantità nei cieli di Los Angeles. Mio padre, che nella Prima Guerra Mondiale era stato un osservatore dell’aeronautica e riconosceva l’artiglieria pesante quando la udiva, disse a mia madre di portare le mie sorelline nel rifugio sotterraneo, mentre io andavo con lui sul balcone al piano di sopra. Che scena! Erano passate le tre del mattino: le luci dei riflettori sondavano il cielo a occidente. Tra coloro che sparavano contro gli intrusi volanti riconoscemmo gli artiglieri del 65° reggimento Artiglieria Costiera di Inglewood e il 205° reggimento della contraerea di Santa Monica. L’oggetto bianco a forma di sigaro incassò molti colpi diretti, ma continuò il suo volo verso est".
Gli osservatori da terra videro anche più di 25 UFO. L’allora redattore del Los Angeles Herald Examiner, Peter Jenkins, disse:
"Vidi chiaramente la formazione a V di circa 25 velivoli argentei che muovevano lentamente verso Long Beach".
Il capo della polizia di Long Beach, J.H. McLelland dichiarò:
"Vidi quella che fu descritta come la seconda ondata di aerei dall’ultimo dei sette piani del municipio di Long Beach. Un osservatore della Marina con un potente binocolo Carl Zeiss, disse di aver contato nove velivoli nel cono dei riflettori. Il gruppo (di UFO) passava da un cono di luce all’altro, e sotto il fuoco delle mitragliatrici dell’artiglieria antiaerea volò dalla direzione di Redondo Beach e Inglewood a Fort MacArthur e continuò verso Santa Ana e Huntington Beach. Il fuoco dell’antiaerea era così pesante che era impossibile sentire il rombo dei motori degli aerei".
Il reporter Bill Henry del Los Angeles Times scrisse:
"Pur trovandomi a notevole distanza dall’oggetto lo vidi chiaramente, ma senza poterlo identificare... sarei pronto a scommettere che su quell’oggetto è stato diretto un gran numero di colpi".
Alle 2:21 del mattino il Generale John L. De Witt diede l’ordine di cessare il fuoco, mettendo di fatto fine a quei 20 minuti di battaglia nel cielo di Los Angeles.


Fonte: Edicolaweb





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L'ANALISI DELLE FOTO

L'oggetto non identificato che il 25 febbraio 1942 subì il fuoco incrociato delle postazioni antiaeree del Pacifico

[IMG]http://i55.tinypic.com/j6k7bn.jpg[/IMG]

La foto originale, non filtrata, dell'oggetto che il 25 febbraio 1942 subì il fuoco incrociato delle postazioni antiaeree del Pacifico

[IMG]http://i51.tinypic.com/atmds6.jpg[/IMG]

L'aggiunta di blocchi di colore dimostra che le luci dei riflettori avrebbero dovuto estendersi, se non bloccate dall'oggetto. Nel resto della sequenza, la densità di massa dell'oggetto risalta rispetto alla tenuità dei pixel dei fari e dei colpi della contraerea

[IMG]http://i56.tinypic.com/28cqdmb.jpg[/IMG]

Elaborazioni cromatiche e negative evidenziano come il corpo volante sia stato sottoposto al tiro ravvicinato della contraerea

[IMG]http://i52.tinypic.com/2dmbb50.jpg[/IMG]

Zoom sulla foto originale dell'oggetto che il 25 febbraio 1942 subì il fuoco incrociato delle postazioni antiaeree del Pacifico

[IMG]http://i53.tinypic.com/2qis95t.jpg[/IMG]

Filtro emboss sulla foto originale dell'oggetto che il 25 febbraio 1942 subì il fuoco incrociato delle postazioni antiaeree del Pacifico


[IMG]http://i52.tinypic.com/vh3ssj.jpg[/IMG]



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68 ANNIVERSARIO DELLA BATTAGLIA DI LOS ANGELES
PARLA UN TESTIMONE OCULARE

Scott Littleton

[IMG]http://i51.tinypic.com/2d8ial4.jpg[/IMG]

Scott Littleton nel 1942 aveva 9 anni, visse a Los Angeles e si ricorda molto bene della notte del 25 Febbraio. Questo è il risultato del lavoro di ricerca fatto da l'ufologo Frank Warren e il ricercatore Bruce Maccabee che 60 anni dopo rendono noti pubblicamente i ricordi di un testimone oculare. Si cerca di determinare la traiettoria dell'UFO che apparse nel cielo di Hermosa Beach.
Professore emerito di Antropologia a Los Angeles, Scott Littleton non è un ufologo: "Sono molto interessato al tema universale della "War of Gods" - la guerra degli dei - che potrebbe generare "danni collaterali" causati da un guerra coloniale tra due civiltà aliene tecnologicamente avanzate per l'egemonia del nostro pianeta fra 8 o 9.000 anni.
"Meno di tre mesi dopo Pearl Harbour, la minaccia d'invasione si fece sentire, bombardamenti di rappresaglia erano attesi dai militari. Pertanto, la regione Californiana era impegnata in esercitazioni di difesa aerea. In molte occasioni i militari fecero fuoco su bersagli inviati appositamente in aria sopra l'oceano. Gli obiettivi venivano illuminati da fari molto potenti. Lo spettacolo durava mezz'ora e si concludeva attorno alle 22.
Inizialmente, noi ragazzi guardavamo tutto completamente affascinati, ma dopo poche sere a partire da Gennaio, il suono degli spari delle esplosioni diventò di routine, come il fruscio delle onde del mare d'inverno. C'era la certezza che per la nostra sicurezza, i nostri bravi militari della difesa aerea avrebbero fatto di tutto per difenderci da un possibile attacco giapponese che sarebbe entrato nel nostro spazio aereo.
La sera del 24 Febbraio fu ordinaria, qualche esercitazione seguiva il silenzio fino alle 22.00. Come al solito andai a letto e lessi qualcosa alla luce della torcia che avevo nascosto sotto il cuscino, e poi mi addormentai.
Alle 3.15 circa, mi sveglia di soprassalto udendo quello che pareva essere un temporale in lontananza, poi pensai che le esercitazioni erano iniziate anche ad ora tarda, ma qualcosa nell'intensità e nella velocità dei bombardamenti mi fece capire che non era quello che sentivamo ogni sera. La mia stanza aveva la vista sull'oceano, ma la parte di cielo che riuscivo a vedere era colma di luce accecante generata dai proiettori e dai bagliori delle esplosioni,
Grazie alle mie osservazioni precedenti ero sicuro che si trattava di qualcosa di diverso. I fasci dei riflettori e delle esplosioni erano sempre stati ad una certa distanza sopra il cielo ed erano in gran parte visibili dalla mia finestra quando mi trovavo a letto. Questa volta, tutto sembrava molto più vicino. Sentii i miei genitori parlare nel corridoio ed uscii.
Mio padre preoccupato e disse che non aveva senso. Era l'incaricato della sorveglianza contro i raid aerei ed aveva cercato di contattare il quartier generale della difesa civile, ma non aveva ricevuto risposta. (Più tardi scoprimmo che l'allarme era stato dato alle 2,25, ma nessuno aveva pensato di avvertire le guardie locali). Si vestii e andò a vedere cosa stava succedendo.
Tornò abbastanza in fretta più preoccupato che mai e disse a mia madre di portare me e i miei tre nonni, che vivevano con noi, giù nel rifugio che aveva iniziato a costruire il 7 dicembre di tutta fretta. Mio nonno da parte di mia madre era lento nel prepararsi….
Ma quanto mio padre disse esortò tutti ad affrettarci in quanto l'oggetto pare non poter essere colpito. Tutti eravamo nel rifugio in un minuto. Ero eccitato, avevo paura e volevo disperatamente sapere cosa stesse accadendo. Mio padre ritornò e noi sentimmo la sirena di allarme per i continui spari. Mia madre accompagnò i suoi genitori e l'altro nonno al riparo all'interno di due piccole stanze protette da pile di sacchi sabbia disposti in ogni lato del rifugio.
Ero angustiato, volevo uscire e vedere tutta l'azione. Mia madre, anche lei era spaventata, come mi disse 10 minuti più tardi. Eravamo seduti su di alcune panchine che contenevano kit di pronto soccorso, una bottiglia d'acqua e cibo in scatola. Tutti, compresi gli anziani erano pronti ad un attacco giapponese.
La nostra prima idea fu quella di un attacco nemico, perché sentimmo il rombo dei motori di aerei, poi venimmo a sapere che in seguito che il rumore sentito era del nostro aereo.
Ad un certo punto mia madre uscii dal rifugio dalla porta che conduce alla spiaggia, io la seguii.
Ci siamo trovati fianco a fianco, ci siamo stretti l'uno contro l'altro per via del freddo della notte, alzando gli occhi al cielo. Sentivamo gli aerei, ma non erano visibili a causa della distanza, ma ciò che attirò la nostra attenzione fu un 'animale' d'argento a forma di diamante, come lo descrisse mia madre in seguito. L'oggetto stava immobile, quasi sopra le nostre teste. L'altitudine è difficile da stimare, soprattutto perché sono passati tanti anni, ma direi che poteva essere tra i 1200 e 2400 metri.
Questo potrebbe spiegare il perché non abbiamo visto la fosforescenza color arancio riportata da diversi testimoni a Santa Monica e da Cluver City, luoghi nel quale l'oggetto era più basso.
Da tutte le parti sparavano i proiettili antiaerei che colpivano la misteriosa nave. Il rumore era assordante. Ogni volta che un nuovo lampo rosso si vedeva, l'odore acre della cordite si sentiva maggiormente.
Le schegge calde cadevano sulla spiaggia e le raccogliemmo (il giorno dopo noi ragazzi li abbiamo raccolti dalla sabbia per scambiarcele). Nonostante il fuoco la nave non emise nessun suono, e non si comportò in modo aggressivo.
Mentre l'attacco era in corso, e tutti eravamo con la bocca spalancata, l'oggetto pareva non curarsi dei colpi ricevuti ed a un certo punto iniziò a muoversi verso sud-est, fino a Redundo Beach e poi scomparve.
Nonostante i colpi l'oggetto pareva essere invulnerabile. Anni più tardi venni a sapre che gli furono sparati più di 1400 colpi. il rapporto dell'esercito disse che furono 1430 copli, ma sicuramente furono di più.
L'oggetto riapparve nella parte superiore di San Pedro e Long Beach prima di scomparire definitivamente attraverso l'oceano da qualche parte nelle contee di orango e San Diego.
Poco dopo averlo perso di vista, sentimmo il rumore degli aeromobili dell'aviazione, l'attacco era quasi cessato e molti velivoli delle forze armate, alcuni P-38 probabilmente di base a Mines Field (l'aeroporto di Los Angeles dei giorni d'oggi) provenivano da nord-est.
Si erano fatte le 4 del mattino, l'intero episodio era durato mezzora. Il fuoco era cessato, ma nessuno era andato a letto. L'edizione del Los Angeles Examiner, scrisse un titolo davvero accativanete "Air Battle Rage Over Los Angeles".....


Fonte: ufoplanet.ufoforum.it/headlines/articolo_view.asp?ARTICOLO...
[Modificato da (richard) 04/11/2011 22:09]

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