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Parole per Sara Yasmine

Ultimo Aggiornamento: 02/11/2011 21:36
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20/08/2011 16:37
 
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Ogni mattina mi sveglio, e questo risveglio è stupefacente. Sulle note del Liebestraum apro gli occhi e mi sento vivo. Mi sento felice, ma non è felicità: è illusione. Appena il mio cervello incomincia a destarsi vengo oppresso nuovamente dal peso della stanchezza, dalla consapevolezza di ciò che mi aspetta. Listz intanto continua ad accarezzare il pianoforte, abile come pochi. Guardo il cielo e immagino che esso sia una dolce città dove le case sono nuvole di zucchero filato, ma in realtà altro non è che il solito cielo sopra Torino, grigio come l’immensa poesia di Verlaine. Da un po’ di tempo ho incominciato a considerare la felicità come l'effimera illusione di un momento. Si dice che solo chi scorge una realtà diversa da quella oggettiva gode della felicità più piena ma quando l'illusione lascerà il posto alla constatazione, allora svanirà il momento felice. Chi si sente a lungo felice, altro non vive che un susseguirsi di momenti illusori. Allora quando mi sentirò felice e mi domanderò se lo sono realmente, smetterò di esserlo. E la tristezza mi avvolgerà, così come ha già fatto a Novembre, mese in cui sei nata e in cui mi è crollato il mondo addosso, e allora i lunghi singhiozzi dei violini d'autunno feriranno nuovamente il mio cuore d'un monotono languore [cit.]. Tutto mi appare inutile in questa maledizione chiamata vita e anche quando essa sembra sorridermi in realtà è lì pronta a colpirmi, di nuovo. Si dona ben poco quando si da ciò che si possiede ma io ti ho donato una parte di me stesso e ho pensato di aver finalmente dato un senso alla mia vita, di aver finalmente raggiunto uno scopo. Grazie a me sei rinata. Raggiunto il punto più profondo sono riuscito a tenderti una mano e finalmente da lontano abbiamo scorto la luce, luce di vita, meravigliosa come il primo respiro, come un fiore di loto dagli innumerevoli petali. Penso di essere fortunato, perché ho molto di quello che si desidera, e ho raggiunto anche l’unica cosa che ho realmente desiderato nella mia vita. Da quando sei guarita non faccio altro che pensare e chiedermi “perché”, perché tutto ciò è dovuto capitare a te. Perché il dolore ha dovuto colpire qualcosa di tanto bello? In questi mesi ho gridato al dolore di ragionare, di fermarsi e pensare a quello che aveva fatto, a chi aveva colpito. Ma il dolore non ha prestato ascolto alle mie ragioni, perché il dolore ha una sua propria ragione, che non è ragionevole. Nonostante tutto il dolore se ne è andato e io finalmente ho trovato una risposta. Non importa quanto noi ci danniamo per essere felici poiché la vera felicità è un qualche cosa a cui si tende, ma che non si riesce mai a raggiungere. Mi dimetto quindi dal tentativo di essere veramente felice dato che esso non dipende da me. Per quanto ci sforziamo noi non siamo padroni della nostra esistenza. Quella che chiamiamo felicità, e di cui io sono pieno, non è altro che oppio per la nostra mente, ma nonostante tutto non mi separerò mai da questa illusione di felicità. Quando anche l’illusione se ne sarà andata, può darsi che io ci sia ancora, ma avrò cessato di vivere, e finalmente sarà giunto il momento di chiudere gli occhi e nuotare tra le stelle.

Ti voglio bene sorellina :) [SM=x142887]
[Modificato da Nidhal.Ajmi 20/08/2011 16:38]


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Osserva sempre con il cuore poichè l'essenziale è invisibile agli occhi...
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01/09/2011 19:48
 
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Opinioni perfettamente condivisibili.
Purtroppo la vita, come pure gli stati d'animo e le situazioni che la attraversano, sono fatti di alti e bassi, ma non dobbiamo mai smettere di cercare di essere felici anche se qualche volta il destino ci dà addosso.

Ben scritta. Complimenti.

Claudio


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"Ogni cosa che ha un inizio ha una fine"
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02/11/2011 21:36
 
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In questi mesi ho gridato al dolore di ragionare, di fermarsi e pensare a quello che aveva fatto, a chi aveva colpito. Ma il dolore non ha prestato ascolto alle mie ragioni, perché il dolore ha una sua propria ragione, che non è ragionevole. Nonostante tutto il dolore se ne è andato e io finalmente ho trovato una risposta. Non importa quanto noi ci danniamo per essere felici poiché la vera felicità è un qualche cosa a cui si tende, ma che non si riesce mai a raggiungere. Mi dimetto quindi dal tentativo di essere veramente felice dato che esso non dipende da me. Per quanto ci sforziamo noi non siamo padroni della nostra esistenza.



Narrazione che sapientemente sfiora tutte le corde del cuore, suscitando sentimenti di dolore, commmozione, di rinuncia e di tenerezza. Notevoli gli spunti per le riflessioni proposte, arricchiti da una preparazione culturale solida.
Bravo Nidhal, ancora una volta a te la mia ammirazione.


[SM=x142887]

Laura.


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Laura______Raggio di Sole21.
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