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I 144.000 durante i secoli del Medioevo

Ultimo Aggiornamento: 19/08/2011 16:39
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19/08/2011 14:46
 
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Cari fratelli all'Assemblea di Distretto "Venga il tuo Regno" il venerdì pomeriggio nella parte Risposta a domande sul Regno è stato toccato un aspetto che mi ha colpito.
Partendo dall'affermazione contenuta in Matteo 28:20b "io sono con voi tutti i giorni fino al termine del sistema di cose" e la Parabola del Grano e le Zizzanie dove è detto che in un dato periodo questi sarebbero cresciuti insieme fino al tempo della mietitura, dobbiamo pensare che ci sono sempre stati rappresentanti dei 144.000 unti anche durante i secoli bui del Medioevo.
La cosa che mi ha un pò lasciato perplesso è stato il riferimento o possibile accostamento alla classe dell'unto di alcuni personaggi come Isaac Newton.
Sicuramente Newton ha dimostrato un certo spirito riverente verso Dio e la sua Parola, ma fra le tante cose Newton fu un anche un appassionato di alchimia e magia che lo portarono a percorrere altre strade diciamo non ufficiali o canoniche durante i suoi studi ed esperimenti.
Nella parabola del grano e zizzanie è detto che si sarebbe lasciato che questi crescessero insieme perchè prima della completa maturazione sono molto simili, ma al tempo della mietitura le differenze sarebbero state marcate.
Mi chiedo oggi che viviamo la mietitura dei 144.000 e ne conosciamo bene le caratteristiche spirituali, è possibile accostare persone come Newton alla classe dell'unto?
Vorrei conoscere il vostro parere [SM=g27988]

19/08/2011 15:05
 
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bellissima questa parte!!


Nel corso dei secoli ci sono sempre stati amanti della verità. Per menzionarne solo alcuni: John Wycliffe (ca. 1330-1384) e William Tyndale (ca. 1494-1536) lavorarono alla traduzione della Bibbia anche a rischio della vita o della libertà. Wolfgang Capitone (1478-1541), Martin Borrhaus detto Cellarius (1499-1564), Johannes Campanus (ca. 1500-1575) e Thomas Emlyn (1663-ca. 1741) accettarono la Bibbia quale Parola di Dio e rigettarono la Trinità. Henry Grew (1781-1862) e George Storrs (1796-1879) non solo accettarono la Bibbia e rigettarono la Trinità, ma riconobbero anche il sacrificio di riscatto di Cristo.


Anche se non possiamo identificare con sicurezza nessuno di loro con “il grano” dell’illustrazione di Gesù, certo “Geova conosce quelli che gli appartengono”.


[SM=x1408424]
[Modificato da eliseba 19/08/2011 15:06]
19/08/2011 15:07
 
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Re:
Luca18:8b, 19.08.2011 14:46:

Cari fratelli all'Assemblea di Distretto "Venga il tuo Regno" il venerdì pomeriggio nella parte Risposta a domande sul Regno è stato toccato un aspetto che mi ha colpito.
Partendo dall'affermazione contenuta in Matteo 28:20b "io sono con voi tutti i giorni fino al termine del sistema di cose" e la Parabola del Grano e le Zizzanie dove è detto che in un dato periodo questi sarebbero cresciuti insieme fino al tempo della mietitura, dobbiamo pensare che ci sono sempre stati rappresentanti dei 144.000 unti anche durante i secoli bui del Medioevo.
La cosa che mi ha un pò lasciato perplesso è stato il riferimento o possibile accostamento alla classe dell'unto di alcuni personaggi come Isaac Newton.
Sicuramente Newton ha dimostrato un certo spirito riverente verso Dio e la sua Parola, ma fra le tante cose Newton fu un anche un appassionato di alchimia e magia che lo portarono a percorrere altre strade diciamo non ufficiali o canoniche durante i suoi studi ed esperimenti.
Nella parabola del grano e zizzanie è detto che si sarebbe lasciato che questi crescessero insieme perchè prima della completa maturazione sono molto simili, ma al tempo della mietitura le differenze sarebbero state marcate.
Mi chiedo oggi che viviamo la mietitura dei 144.000 e ne conosciamo bene le caratteristiche spirituali, è possibile accostare persone come Newton alla classe dell'unto?
Vorrei conoscere il vostro parere [SM=g27988]




Non possiamo fare speculazioni al riguardo...Per il momento,solo Geova e Gesu' Cristo sanno i nomi di coloro che fanno parte degli unti.Come è stato ben spiegato all'assemblea,verrà il giorno in cui si saprà chi ha ricevuto la ricompensa celeste...Ho trovato molto interessante cio' che riporta l'articolo w 15/8/09di alcuni personaggi famosi del passato!


Nel corso dei secoli alcuni attenti lettori della Bibbia hanno visto lampi di verità man mano che comprendevano certi particolari di ciò che Dio farà per riportare l’umanità alla perfezione. (Sal. 97:11; Matt. 7:13, 14; 13:37-39) Nel XVII secolo la traduzione e la stampa della Bibbia avevano contribuito a una più ampia diffusione delle Sacre Scritture. Nel 1651 uno studioso scrisse che, come a causa di Adamo gli uomini avevano “perso il Paradiso e la vita eterna sulla terra”, così nel Cristo “tutti gli uomini potranno vivere sulla terra; altrimenti il paragone non reggerebbe”. (Leggi 1 Corinti 15:21, 22). John Milton (1608-1674), un poeta famoso nel mondo anglofono, scrisse il Paradiso perduto e il suo seguito, il Paradiso riconquistato. Nelle sue opere Milton fece riferimento alla ricompensa che i fedeli riceveranno in un paradiso sulla terra. Dedicò gran parte della sua vita allo studio della Bibbia, ma ammise che fino alla presenza di Cristo la verità scritturale non sarebbe stata compresa pienamente.

Anche il famoso matematico Isaac Newton (1642-1727) si interessava vivamente della Bibbia. Comprese che i santi sarebbero stati destati alla vita celeste e avrebbero regnato con Cristo in modo invisibile. (Riv. 5:9, 10) Riguardo ai sudditi del Regno scrisse: “Dopo il giorno del giudizio la terra continuerà a essere abitata dai mortali e questo non solo per 1000 anni, ma per sempre”.
Newton pensava che sarebbero passati secoli prima della presenza di Cristo. “Una ragione per cui Newton vedeva il Regno di Dio in un futuro così lontano era da ricercarsi nel suo profondo pessimismo dovuto alla diffusa apostasia trinitaria che vedeva attorno a sé”, ha detto lo storico Stephen Snobelen. La buona notizia era ancora velata e per Newton non esisteva nessun gruppo cristiano che potesse predicarla. Infatti scrisse: “Queste profezie di Daniele e Giovanni [queste ultime riportate nel libro di Rivelazione] non dovranno essere comprese sino al tempo della fine”. Newton spiegò: “‘Poi’, dice Daniele, ‘molti le scorreranno e la conoscenza sarà accresciuta’. Poiché l’Evangelo deve essere predicato in tutte le nazioni prima della grande tribolazione e della fine del mondo. La moltitudine con le palme in mano presa da tutte le nazioni, che viene da questa grande tribolazione, non può divenire innumerevole, se non grazie alla predicazione dell’Evangelo prima che essa venga”. — Dan. 12:4; Matt. 24:14; Riv. 7:9, 10.
Ai giorni di Milton e di Newton era pericoloso esprimere idee contrarie alla dottrina ufficiale della chiesa. Perciò i risultati dei loro studi sulla Bibbia furono pubblicati in gran parte solo dopo la loro morte. La Riforma del XVI secolo fallì nel tentativo di riformare l’insegnamento dell’immortalità innata, e le chiese protestanti tradizionali continuarono a insegnare l’idea di Agostino secondo cui il Millennio apparteneva al passato, non al futuro.

19/08/2011 15:13
 
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Hai ragione davvero bella quella parte.
E' stato bello anche sapere in base a Salmi 87:5,6:
E rispetto a Sion si dirà: “Questo e quello sono nati in essa”. E l’Altissimo stesso la stabilirà fermamente. 6 Geova stesso dichiarerà, quando registrerà i popoli: “Questo è uno che è nato là”.
che forse nel nuovo mondo conosceremo i nomi di questi cari fratelli e la loro storia d'integrità.
19/08/2011 15:18
 
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PERCHÉ NEWTON RESPINSE LA TRINITÀ

Attraverso i suoi studi scientifici Newton giunse ad avere grande rispetto per il ‘Libro della Natura’ e vide in esso l’evidenza di un Dio progettista, il grande Autore. Credette pure che la Bibbia era la rivelazione di Dio, e che era sempre in armonia con la testimonianza della creazione.

La Bibbia fu la pietra di paragone con cui Newton mise alla prova insegnamenti e dottrine. Discutendo i credi della Chiesa, Newton rese molto chiara questa posizione. In base all’ottavo dei trentanove Articoli inerenti ai Credi niceno, atanasiano e degli apostoli, disse della Chiesa d’Inghilterra:

“Essa non richiede che li riceviamo secondo l’autorità dei Concili generali, e tanto meno secondo l’autorità delle Convocazioni, ma solo perché sono tratti dalle Scritture. E perciò siamo noi autorizzati dalla Chiesa a paragonarli con le Scritture, e a vedere come e in che senso se ne possano dedurre? E se non riusciamo a comprendere come da esse si deducano non dobbiamo affidarci all’Autorità dei Concili e dei Sinodi”.

Le sue conclusioni furono anche più enfatiche:

“Perfino i Concili Generali hanno errato e possono errare in materia di fede, e ciò che essi decretano essere necessario alla salvezza non ha nessuna forza o autorità se non si può mostrare che è preso dalle sacre Scritture”.

La ragione principale per cui Newton respinse la Trinità fu che quando cercò di confermare le dichiarazioni dei credi e dei concili non trovò nella Scrittura nessun sostegno di questa dottrina.
Soppesando queste prove, Newton sostenne fermamente che si deve usare il ragionamento. Il suo argomento era che Dio non ha creato nulla senza scopo e ragione, per cui gli insegnamenti biblici dovevano essere sostenuti da una simile applicazione della logica e della ragione. Parlando degli scritti dell’apostolo Giovanni, Newton disse: “Ho tale stima di lui da ritenere che scrisse cose sensate; per cui il senso migliore è quanto intendeva dire lui”. Quindi, adducendo la seconda ragione per cui respingeva l’insegnamento della Trinità, Newton dichiarò: “L’omousia [la dottrina secondo cui il Figlio è della stessa sostanza del Padre] è incomprensibile. Non fu compresa al Concilio di Nicea, né da allora in poi. Ciò che non si può comprendere non è oggetto di fede”.

Questo stesso aspetto della Trinità è trattato in un manoscritto intitolato: “Queries Regarding the Word Homoousios” (Domande inerenti alla parola homoousios). Esso rivela una terza ragione per cui negò la Trinità. Questo insegnamento non fece parte del cristianesimo primitivo. Le domande da dodici a quattordici mettono tutte in risalto che questa dottrina è priva del carattere originale del primo secolo:
“Domanda 12. Chissà se l’opinione dell’uguaglianza delle tre sostanze non fu avanzata per la prima volta sotto il regno di Giuliano l’apostata [361-363 E.V.], da Atanasio, Ilario, ecc.?

Domanda 13. Chissà se l’adorazione dello Spirito Santo non fu iniziata per la prima volta subito dopo il Concilio di Sardica? [343 E.V.]

Domanda 14. Chissà se il Concilio di Sardica non fu il primo Concilio a dichiararsi favorevole alla dottrina della Trinità consustanziale?”

In un altro manoscritto, conservato ora a Gerusalemme, Newton riassume la sola risposta a tali domande. “Abbiamo il comando dell’Apostolo (2 Timoteo 1:13) di attenerci saldamente alla forma delle sane parole. Contendere per un linguaggio che non fu tramandato dai Profeti e dagli Apostoli equivale a violare il comando e chi lo trasgredisce è pure colpevole dei turbamenti e degli scismi che ne sono provocati. Non basta dire che un articolo di fede si può arguire dalla scrittura. Lo si deve esprimere proprio nella forma di sane parole in cui fu pronunciato dagli Apostoli”.

Quindi in base alla Scrittura, alla ragione e all’insegnamento autentico del cristianesimo primitivo, Newton capì di non poter accettare la dottrina della Trinità. Egli credeva fermamente nella suprema sovranità di Geova Dio e nella giusta posizione di Gesù Cristo, né mancando di riconoscerne l’autorità di Figlio di Dio né elevandolo alla posizione occupata dal Padre suo. Discutendo con John Locke sul passo di Daniele 7:9, scrisse: “Come fai a dire che l’Antico dei Giorni sia Cristo? Siede Cristo da qualche parte sul Trono?”In questo caso la sua stessa conclusione è ovvia, e la chiarezza del suo pensiero circa la relazione tra il Padre e il Figlio è sempre evidente negli scritti di Newton. Altrove egli presenta quindi l’argomento secondo cui si può rivolgere la preghiera a “Dio nel nome dell’Agnello, ma non all’Agnello nel nome di Dio”.

Forse il miglior riassunto degli argomenti scritturali con cui Isaac Newton sostenne il ripudio della Trinità si trova in quattordici ‘Argumenta’, scritti in latino, nei quali cita molti passi biblici a sostegno d’essi. Particolarmente interessanti sono quelli dal quattro al sette:

“4. Dal momento che Dio generò il Figlio in qualche tempo, egli non esisteva dall’eternità. Proverbi 8:23, 25.

5. Perché il Padre è maggiore del Figlio. Giovanni 14:28.

6. Perché il Figlio non conosceva la sua ultima ora. Marco 13:32, Matt. 24:36, Riv. 1:1, 5:3.

7. Perché il Figlio ricevette tutte le cose dal Padre”.

Un esame accurato degli scritti religiosi di Newton non può non colpire il lettore per la loro compiutezza, e renderlo consapevole delle sue lunghe e profonde meditazioni, e della sua dotta competenza e comprensione delle lingue originali della Bibbia. Le sue conclusioni in merito alla Trinità meritano perciò il nostro rispetto e la nostra considerazione, anche se egli non si sentì costretto a renderle pubbliche durante la sua vita.

Oggi che sono disponibili molte più prove di quelle accessibili a Newton dovremmo anche noi vagliare le nostre convinzioni come fece lui, cercando sempre di ragionare in base all’evidenza della Parola di Dio. Questo edificherà in noi una forte fede che sarà in piena armonia con l’insegnamento del cristianesimo originale.

Fonte: w 15/10/77
19/08/2011 15:23
 
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Re: Re:
Amalia 52, 19/08/2011 15.07:


..Anche il famoso matematico Isaac Newton




freeforumzone.leonardo.it:80/discussione.aspx?idd=9622376
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19/08/2011 15:27
 
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Quindi voi ritenete che il suo interesse per l'alchimia e magia sia solo da considerare un peccato veniale da attribuire al tempo d'ignoranza spirituale in cui è vissuto?
19/08/2011 15:48
 
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Re:
Questi sono i proto-studenti biblici o proto-testimoni XD
19/08/2011 16:05
 
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Re:
Luca18:8b, 19/08/2011 15.27:

Quindi voi ritenete che il suo interesse per l'alchimia e magia sia solo da considerare un peccato veniale da attribuire al tempo d'ignoranza spirituale in cui è vissuto?




secondo me non ha trascurato di raccogliere e studiare le opere di contenuto alchemico -
19/08/2011 16:26
 
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Re: Re:
eliseba, 19/08/2011 16.05:




secondo me non ha trascurato di raccogliere e studiare le opere di contenuto alchemico -



Da quel poco che so della storia della scienza creedo che in certi periodi il confine tra magia, alchimia e scienza era molto labile..

Certi fenomeni non erano spiegabili con le poche nozioni scientifiche accettate e conosciute e venivano considerate in un ambito che confinava con l'inspiegabile, il soprannaturale..

Non è che Newton buttava le lingue di pipistrello nel pentolone!

Probabilmente era incuriosito dai fenomeni inspiegabili che a quel tempo venivano ascritti all'alchimia..

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Forum dei Testimoni di Geova
19/08/2011 16:30
 
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Re: Re: Re:
Ioseb-Bassebet, 19/08/2011 16.26:



Da quel poco che so della storia della scienza creedo che in certi periodi il confine tra magia, alchimia e scienza era molto labile..

Certi fenomeni non erano spiegabili con le poche nozioni scientifiche accettate e conosciute e venivano considerate in un ambito che confinava con l'inspiegabile, il soprannaturale..

Non è che Newton buttava le lingue di pipistrello nel pentolone!

Probabilmente era incuriosito dai fenomeni inspiegabili che a quel tempo venivano ascritti all'alchimia..





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19/08/2011 16:39
 
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Re: Re: Re:
Ioseb-Bassebet, 19/08/2011 16.26:



Da quel poco che so della storia della scienza creedo che in certi periodi il confine tra magia, alchimia e scienza era molto labile..




Sono d'accordo. Bisogna tener presente che il pensiero alchemico è considerato da molti il precursore della chimica moderna e fino al XVIII secolo, l'alchimia era considerata una scienza seria in Europa!

Quindi non c'è da scandalizzarsi se anche uno scienziato del calibro di Newton si sia interessato anche dell'alchimia!
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