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L'erede

Ultimo Aggiornamento: 06/08/2011 11:21
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06/08/2011 01:23
 
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Vi si ponga innanzi una storia fantastica
vi si dia l'occasione di gustarne il sapore
e temerne la fine.

La vita che si muove su ruote di metallo
su metallici binari e sotto il nero fumo del vapore del carbone.

Fuma nella bocca un grosso sigaro ed attende
di ricongiungersi con quelli già fumati prima di lui.

Il treno sfreccia in un panorama deserto,
nella terra che sembra di nessuno
e che nessuno potrebbe affrontare.

Lui non è così stupido da essere d'accordo ed attende.

Anche stavolta le canne d'acciaio saranno sue compagne pronte ad esplodere di fuoco
sensibilissime al tocco del grilletto.

Gli occhi di ghiaccio inchiodati sulla cassa,
la cassa pare tremare sotto quello sguardo troppo freddo.

L'orecchio si tende, rumore di cavalli, arrivano.

La polvere li anticipa, sette volti di infami senzadio
su altrettanti cavalli.

Il treno corre ma i cavalli volano, come ne valesse delle loro stesse vite,
i bastardi s'avvicinano.

Il sigaro, che tatto non s'aspetta, non ne riceve
e schiacciato sotto il tacco dello stivale può finalmente riunirsi ai suoi simili, nel pavimento.

Ora Lui è impiedi ma non guarda fuori, ne ha passate troppe per caderci così facilmente.

In un attimo è sul tetto e appiattito può sputare piombo sul primo dei sette che si disperdono lasciando indietro il cadavere di quel cane .

Quando si riuniscono Lui è ancora là,
è più un fiutare che un mirare,
è più una cosa da animali.

La fronte del secondo si buca proprio nel centro mentre il volto si sfigura e il corpo vola indietro giù da cavallo, e una saetta di metallo incandescente raggiunge il petto del terzo.

Altri due vermi tornano alla terra.

I quattro rimasti si accostano alla coda del treno ed è lì che Lui li raggiunge:
li osserva, li odora, e prima che s'azzardino a pensare di sparare le mani di due saltano per aria seguite dalle teste che le comandavano.

Gli ultimi due salgono sul treno, Lui li aspetta nell'ultimo vagone.

Entrati, il più grosso, quello che sembra il capo scambia un cenno d'intesa con Lui,
si gira e spegne la vita del suo compagno che comunque non aveva mai brillato granchè.

Questo è un duello che merita rispetto e due duellanti all'altezza!

Gli occhi di Ghiaccio contro gli occhi di fuoco, davanti gli uni agli altri , insostenibili per chiunque altro, atmosfera ad alta tensione.

La cassa si muove, gli occhi di ghiaccio si distraggono e vengono scaraventati a terra dal fuoco del capo dei bastardi che approfitta del vantaggio creato dal diversivo.

Dalla cassa si affacciano gli innocenti occhi d'un bambino, che cercano in vanno quelli di ghiaccio e si ritrovano invece a sostenere quelli di fuoco.

Il capo del branco s'impone davanti al pargolo e tira indietro il cane del suo cannone.

Il bimbo non trema, e il suo sguardo non fugge quello del suo carnefice mentre l'indice di questo va ad abbracciare il grilletto sempre più forte, così forte che questo comincia a muoversi all'indietro.

Tutto accadde in attimo, Lui che si rialza e placca il suo avversario, la pallottola deviata altrove,
i due corpi che volano giù dal treno e gli occhi di fuoco e di ghiaccio che si battono e si chiudono per sempre..



Sul treno ora ci sono altri due occhi di ghiaccio che versano lacrime per l'ultima volta.
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Ho spostato in "Fiori di Parola" questo tuo racconto perché, sinceramente, non mi sembrava potesse stare in Fiori di Poesia.
Di quanto in quanto vedo qualche refuso. Eviterei anche tutte quelle righe vuote
Il racconto usa un tono abbastanza duro per delle scene altrettanto dure, ma in fondo, dopo un macello, lascia lo spazio alla speranza, al bambino.

Un applauso. [SM=x142874]

[SM=x142897] Giancarlo


...

- Quando le parole hanno la musica dentro e la strofa è canto, allora il pensiero è diventato poesia.- (Cobite)
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