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stagione 2011/2012

Ultimo Aggiornamento: 27/08/2012 12:32
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15/09/2011 14:34
 
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Re: Re:
universe71, 14/09/2011 19.28:




ettecredo!!!! dico io,hanno st'aria de superiorita'............so du anni che affrontano solo se stessi e i loro record????????

cmq hai ragione,so talmente presuntuosi che all'ennesima vittoria con i galacticos,il loro allenatore in seconda e' andato coll'occhio aperto,(da vero sfacciato),sul ditino umile umile di quel tizio come caxxo se chiamava???? ahhhh gia' lo special one,quello che vinceva di continuo con un umilta' e modestia,molto apprezzata da tutta l'italia non a strisce nereazzurre!!!!

ps stai attento a come parli del mr mio,che per il calcio so proprio disposto a litiga' co tutti............so capace de veni' fin lassu' e stappatte un Recioto davanti a te e a due bicchieri!!!!!
in campana!!!!!!
[SM=g8899]




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15/09/2011 14:35
 
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Re:
kaosgroup, 14/09/2011 22.41:

mamma li turchi.....
....è ufficiale sarà stagione di m..




[SM=g1693194]

 
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15/09/2011 15:47
 
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Chi mi da qualche parola da dire?
Giocavamo in casa,con una squadra di serie b,turca,tutti i nostri campioni in campo,modulo voluto dal presidente(giusto)4-3-3.
9 tiri in porta,6 fuori,totale gol 0!
Trab...quelli la,2 tiri in porta 4 fuori,un gol.
Di mezzo c'è stata anche la sfortuna e la buona prestazione del loro portiere.
Non ci hanno messo grinta,e Julio Cesar sta diventando inguardabile....ora concordo con le parole di Benitez,avevamo bisogni di giocatori migliori e che ringiovaniscono la squadra...

 
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15/09/2011 16:14
 
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Re:
DeadpoolX, 15/09/2011 15.47:

..........concordo con le parole di Benitez,avevamo bisogni di giocatori migliori e che ringiovaniscono la squadra...




in questa frase dici molto..............anche se ieri e' stata solo sfortuna e un arbitraggio assurdo,me l'hanno detto, perche' ho preferito guardarmi il napoli,quella si che e' stata una partita meravigliosa.......gran bel Napoli!!!!!

[SM=g8899]


 
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Re:
SALVOMAGIC, 09/09/2011 23.22:

CHE MERAVIGLIA!
CHE EMOZIONE!
CHE SERATA!
CHE PARATA DI STELLE!
CHE MAGNIFICENZA!

08/09/2011 INAUGURAZIONE JUVENTUS STADIUM



Un pochino di storia e un pochino di notizie che illuminino la realtà delle cose (lo so che io trovo lammerda dappertutto.........ma lo giuro non è colpa mia e ne farei volentieri a meno......ma visto che è più forte di loro "prendere" è più forte di me indignarmi)

Lo stadio Delle Alpi fu realizzato per i Mondiali di Italia '90.
La costruzione iniziò nel 88 e terminò nel 90.
Aveva 69.041 posti a sedere (3 anelli dui cui 90% al coperto), più 254 posti per la stampa, per totali 69.295 posti.
La J**e, nel 2008, ha iniziato a demolire uno stadio (a soli 18 anni dalla sua realizzazione) costruito con soldi pubblici, e di proprietà del Comune di Torino.
Nel 2003 la J**e ha acquistato dal Comune il diritto di superficie sull'area dello stadio, per 99 anni e nel 2008 ha presentato il progetto per l'abbattimento dello stadio Delle Alpi e per la costruzione di un impianto polifunzionale di sua proprietà.
In pratica: viene abbattuto un bene collettivo per costruirne uno privato.
La comunità di Torino ne risulta penalizzata datosi che viene "privata" di un suo bene, di cui ne perderà il controllo (a livello sociale) non potendo più disporne liberamente.
La J**e nel 2003 ha speso 25 milioni di € per avere, per 99 anni, il diritto di superficie su tutta l'area dello stadio (area della Continassa e dello Stadio delle Alpi).
Scriveva Marco Liguori nel 2006: "Il prezzo convenuto fu un regalo: 25 milioni di euro complessivi su 54mila metri quadri di superficie edificabile, pari a 252.525 euro annui, cioè 4,68 euro al metro quadrato. Non male se si pensa che tre anni fa (2003, ndr) a Torino occupare il suolo pubblico con un banco per la vendita di fiori costava annualmente in media 76,65 euro al metro quadrato."
Ma rimaniamo ai fatti: 25 milioni di euro sono andati (nel 2003) al Comune di Torino.
Altro fatto: il Delle Alpi, stadio di proprietà del Comune di Torino, è stato abbattuto. Uno stadio di soli 18 anni, da più di 69.000 posti (di cui il 90% al coperto), valutato più di 65 milioni di euro nel 1992 (valore effettivo computato in sede arbitrale). 65 milioni di euro, nel 1992, sono una somma paragonabile a circa 90 milioni nel 2003, e a circa 100 milioni ad oggi (2009). Va ricordato, comunque, che i 25 milioni di euro pagati dalla Società J**e (nel 2003) non riguardavano solo lo stadio Delle Alpi, ma anche l'area circostante (concessioni per attività commerciali e terziarie su una cospicua fetta della Continassa).
Lo stadio Delle Alpi fu realizzato mediante una concessione ad un privato (La Società dell'Acqua Pia Antica Marcia - SAPAM) che integrò i finanziamenti dello Stato: 30 miliardi di lire attraverso la "legge Capria" (legge n. 65 del 1987) e 13 miliardi di lire di contributi per i Mondiali di Italia '90. In cambio la SAPAM otteneva la gestione per trenta anni dello stadio Delle Alpi. La città di Torino era così proprietaria, utilizzatrice e concessionaria del suo stadio.
La J**e e i media vicini al gruppo Fiat (proprietario della medesima) hanno spesso accusato il Delle Alpi d'avere costi di manutenzione altissimi e d'avere la pista d'atletica a pregiudicare la visibilità degli spettatori. Critiche non certo disinteressate, volte a creare consenso attorno all'idea della demolizione dello stadio. Molto spesso i dati pubblicati dai media, relativamente ai costi di manutenzione, sono stati stravolti in eccesso, così come le spese per costruirlo (forse perché funzionale a conferirgli una cattiva fama). Per quanto riguarda la visibilità è bene ricordare quanto dichiarato da Giovanni Agnelli nel 1990: "Il Delle Alpi è bellissimo. Non l'avevo mai visto prima, la visuale è davvero eccellente". Ma è bene ricordare, soprattutto, come in talune occasioni le Società torinesi si siano espresse a favore della pista d'atletica (in particolare quando era il momento d'aggiudicarsi la concessione per la costruzione del Delle Alpi, poi vinta dalla SAPAM).
Generalmente ogni appassionato di calcio preferisce uno stadio senza pista di atletica, per essere più vicino al terreno di gioco, ma la sua assenza non garantisce necessariamente un'ottimale visibilità. Basti pensare alla la pessima visibilità che si ha al terzo anello del Meazza di Milano, uno stadio costruito a fianco del rettangolo di gioco. Perfino il nuovo Wembley prevede (seppur in forma retrattile) una pista d'atletica (tant'è che le tribune non sono proprio a ridosso del campo). Chiedere la demolizione di uno stadio perché ha la pista d'atletica (soprattutto nel caso in oggetto) è sicuramente pretestuoso e grottesco.
La J**e, forte del suo nome e del colosso economico che ha alle spalle, ha esercitato forti e ripetute pressioni sulle varie amministrazioni comunali torinesi in materia di stadio.
Già nel 1992 il presidente Boniperti, alla faccia di ultras e tifosi, chiedeva contributi per "continuare a giocare a Torino".
Dal libro "Lucky Luciano" di Marco Travaglio (noto tifoso gobbo):
Nel febbraio del 1995 la J**e diretta da Moggi comincia una lunga manfrina con il Comune di Torino, lamentando che la permanenza allo stadio Delle Alpi (costruito dalla società romana Acqua Marcia per conto del Comune in occasione dei mondiali di Italia '90) è troppo onerosa. Per forzare la mano all'amministrazione municipale e spuntare condizioni di maggior favore - a spese del contribuente - la Juventus decide di giocare le ultime partite della Coppa Uefa a Milano, allo stadio Meazza di San Siro. E se i tifosi torinesi, costretti a traslocare e ad accollarsi le spese del viaggio, non gradiscono, protestino pure con il Comune, additato come il solo colpevole di tutto.

Nel 1997 il Comune di Torino ha ceduto alle pressioni della SpA bianconera, dandole il diritto di sfruttare i proventi della pubblicità nello stadio (togliendoli alla comunità).
Ma non è bastato. La J**e ha voluto sempre di più e quando il Comune ha rifiutato, o anche solo esitato, la minaccia è stata sempre la stessa: andare a giocare in un'altra città.

Da "Cucù la Gea non c'è più" di di Marco Liguori (01 settembre 2006):
"Proprio a proposito dello stadio, alla fine dello scorso settembre il neoamministratore delegato Jean Claude Blanc ha affermato che «il Delle Alpi rimarrà così come è nelle sue linee architettoniche attuali e la capienza scenderà dagli attuali 66-67 mila posti a 50 mila per adeguarlo alle nuove norme di sicurezza del decreto Pisanu e della Uefa», ovvero in tempo per gli europei del 2012. Il manager ha spiegato che la bocciatura del progetto dell'ex amministratore delegato Antonio Giraudo (riduzione dello stadio Delle Alpi a 35mila posti e apertura di un centro commerciale, un cinema multisala, un museo e la sede della società bianconera) è stata motivata dagli alti costi pari a 100-150 milioni di euro. Il nuovo progetto ne costerà invece 18.

Da allora il Comune di Torino ha ceduto praticamente tutto quello che poteva cedere. Alla fine: anche lo stadio e tutta l'area circostante.

Come pagherà i costi di realizzazione la Società bianconera? Innanzitutto con un finanziamento del Credito Sportivo (ovvero la banca che fa capo al Coni, alla Cassa Depositi e Prestiti, e a vari gruppi bancari, che si alimenta attraverso un finanziamento pubblico derivante da una percentuale fissa degli introiti provenienti dai concorsi sportivi a pronostici) che darà 50 milioni di euro, rimborsabili in 12 anni, al tasso del 3,7 per cento. Il rimanente arriverà dalla cessione alla cooperativa Nordiconad delle aree commerciali (prese dal Comune di Torino insieme allo stadio Delle Alpi) e dalla società "Sportfive", alla quale i bianconeri hanno ceduto i diritti d'immagine del nuovo stadio (che devono ancora costruire).
Soldi dello Stato, soldi del Comune, soldi su opere ancora da realizzare. Qualcuno le chiama "innovative strategie finanziarie" ma di innovativo c'è ben poco. Sono le solite operazioni dei "poteri forti", per cui certi privati si arricchiscono alle spalle della Comunità.
Il nuovo impianto polifunzionale conta 40.200 posti (circa 29.095 in meno del Delle Alpi). Aumentano i servizi (e i costi) e diminuiscono i posti. Segno che lo stadio sarà meno popolare e più esclusivo. Accedere costerà ragionevolmente di più, probabilmente: molto di più, così come già accade negli impianti polifunzionali di oltremanica. Tenendo presente che in certe occasioni (già al Delle Alpi) si era arrivati a spendere 50 euro in Curva (Juventus-Real Madrid del 5 novembre 2008) il futuro non è affatto confortante.
Uno stadio dotato di negozi e di servizi di lusso si rivolge a persone dalle possibilità di spesa elevate. Una politica dei prezzi dei tagliandi elevati sembra quindi probabile, non solo per far cassa direttamente, ma per selezionare economicamente gli spettatori.
Al di là dell'abbattimento del Delle Alpi, si mina l'idea di stadio come luogo di passione e aggregazione popolare, in favore di un impianto che discrimina economicamente e che ha come unico fine quello di massimizzare i consumi.
L'idea di avere uno stadio dotato di confort lussuosi (quanto inutili) sembra stuzzicare anche i ceti più popolari. Quando questi se ne vedranno economicamente esclusi, e avranno maggiori difficoltà ad andare allo stadio, probabilmente cambieranno idea.

articolo post festa inagurazione
Il calcio ha aperto al quartiere Vallette di Torino una nuova era. La Juve adesso ha il suo stadio, il primo in Italia di proprietà di una società calcistica. Ma, pur nei festeggiamenti e nell'attesa della prima partita da giocare domenica 11 settembre con il Parma, in città non tutti sorridono dopo l'inaugurazione.
«Non dobbiamo dimenticare che questo progetto è stato possibile solo grazie a una forte agevolazione dell’amministrazione comunale che è stata concessa a un privato», ha detto senza mezzi termini il presidente del Carroccio nel Consiglio regionale piemontese Mario Carossa, commentando la cerimonia di giovedì 8 settembre.
Il Comune ha approvato inoltre una variante al Piano regolatore che ha consentito di costruire due grandi centri commerciali nell’area dello stadio che consentono, da subito, di monetizzare cospicui introiti a una società sportiva quotata in Borsa. Ed è proprio questo, insieme al capitolo che riguarda i mutui per 60 milioni di euro che la società bianconera ha avuto dall’Istituto per il credito sportivo, a far storcere il naso a molti.

Ok la J**e ha il suo nuovo Stadio, ma possibile non sentire mai nessuno, in tutta l’informazione, dire che quell’impianto sportivo l’hanno pagato I CONTRIBUENTI torinesi con un accordo scellerato tra Comune di Torino e J**e ?
E che, oltre al prezzo ridicolo di vendita/concessione, gli hanno pure concesso degli indici commerciali e di costruzione vergognosi (e ricordo ai non torinesi, che lì vicino esistono già 2 centri commerciali/ipermercati molto grandi) che hanno consentito l’ingresso, nella cordata, delle Cooperative (Conad?).
Senza contare, che trovo scandaloso che una società insista a fregarsene delle sentenze sportive, continuando a citare sti 29 scudetti (vedi festa di inaugurazione), senza subire alcuna conseguenza, (e dire che Abete era pure presente…) come se un tesserato dicesse ogni domenica “gli arbitri rubano e sono corrotti”. Senza subire squalifiche




 
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Re: Re:
zia petunia, 16/09/2011 16.24:



Un pochino di storia e un pochino di notizie che illuminino la realtà delle cose (lo so che io trovo lammerda dappertutto.........ma lo giuro non è colpa mia e ne farei volentieri a meno......ma visto che è più forte di loro "prendere" è più forte di me indignarmi)

Lo stadio Delle Alpi fu realizzato per i Mondiali di Italia '90.
La costruzione iniziò nel 88 e terminò nel 90.
Aveva 69.041 posti a sedere (3 anelli dui cui 90% al coperto), più 254 posti per la stampa, per totali 69.295 posti.
La J**e, nel 2008, ha iniziato a demolire uno stadio (a soli 18 anni dalla sua realizzazione) costruito con soldi pubblici, e di proprietà del Comune di Torino.
Nel 2003 la J**e ha acquistato dal Comune il diritto di superficie sull'area dello stadio, per 99 anni e nel 2008 ha presentato il progetto per l'abbattimento dello stadio Delle Alpi e per la costruzione di un impianto polifunzionale di sua proprietà.
In pratica: viene abbattuto un bene collettivo per costruirne uno privato.
La comunità di Torino ne risulta penalizzata datosi che viene "privata" di un suo bene, di cui ne perderà il controllo (a livello sociale) non potendo più disporne liberamente.
La J**e nel 2003 ha speso 25 milioni di € per avere, per 99 anni, il diritto di superficie su tutta l'area dello stadio (area della Continassa e dello Stadio delle Alpi).
Scriveva Marco Liguori nel 2006: "Il prezzo convenuto fu un regalo: 25 milioni di euro complessivi su 54mila metri quadri di superficie edificabile, pari a 252.525 euro annui, cioè 4,68 euro al metro quadrato. Non male se si pensa che tre anni fa (2003, ndr) a Torino occupare il suolo pubblico con un banco per la vendita di fiori costava annualmente in media 76,65 euro al metro quadrato."
Ma rimaniamo ai fatti: 25 milioni di euro sono andati (nel 2003) al Comune di Torino.
Altro fatto: il Delle Alpi, stadio di proprietà del Comune di Torino, è stato abbattuto. Uno stadio di soli 18 anni, da più di 69.000 posti (di cui il 90% al coperto), valutato più di 65 milioni di euro nel 1992 (valore effettivo computato in sede arbitrale). 65 milioni di euro, nel 1992, sono una somma paragonabile a circa 90 milioni nel 2003, e a circa 100 milioni ad oggi (2009). Va ricordato, comunque, che i 25 milioni di euro pagati dalla Società J**e (nel 2003) non riguardavano solo lo stadio Delle Alpi, ma anche l'area circostante (concessioni per attività commerciali e terziarie su una cospicua fetta della Continassa).
Lo stadio Delle Alpi fu realizzato mediante una concessione ad un privato (La Società dell'Acqua Pia Antica Marcia - SAPAM) che integrò i finanziamenti dello Stato: 30 miliardi di lire attraverso la "legge Capria" (legge n. 65 del 1987) e 13 miliardi di lire di contributi per i Mondiali di Italia '90. In cambio la SAPAM otteneva la gestione per trenta anni dello stadio Delle Alpi. La città di Torino era così proprietaria, utilizzatrice e concessionaria del suo stadio.
La J**e e i media vicini al gruppo Fiat (proprietario della medesima) hanno spesso accusato il Delle Alpi d'avere costi di manutenzione altissimi e d'avere la pista d'atletica a pregiudicare la visibilità degli spettatori. Critiche non certo disinteressate, volte a creare consenso attorno all'idea della demolizione dello stadio. Molto spesso i dati pubblicati dai media, relativamente ai costi di manutenzione, sono stati stravolti in eccesso, così come le spese per costruirlo (forse perché funzionale a conferirgli una cattiva fama). Per quanto riguarda la visibilità è bene ricordare quanto dichiarato da Giovanni Agnelli nel 1990: "Il Delle Alpi è bellissimo. Non l'avevo mai visto prima, la visuale è davvero eccellente". Ma è bene ricordare, soprattutto, come in talune occasioni le Società torinesi si siano espresse a favore della pista d'atletica (in particolare quando era il momento d'aggiudicarsi la concessione per la costruzione del Delle Alpi, poi vinta dalla SAPAM).
Generalmente ogni appassionato di calcio preferisce uno stadio senza pista di atletica, per essere più vicino al terreno di gioco, ma la sua assenza non garantisce necessariamente un'ottimale visibilità. Basti pensare alla la pessima visibilità che si ha al terzo anello del Meazza di Milano, uno stadio costruito a fianco del rettangolo di gioco. Perfino il nuovo Wembley prevede (seppur in forma retrattile) una pista d'atletica (tant'è che le tribune non sono proprio a ridosso del campo). Chiedere la demolizione di uno stadio perché ha la pista d'atletica (soprattutto nel caso in oggetto) è sicuramente pretestuoso e grottesco.
La J**e, forte del suo nome e del colosso economico che ha alle spalle, ha esercitato forti e ripetute pressioni sulle varie amministrazioni comunali torinesi in materia di stadio.
Già nel 1992 il presidente Boniperti, alla faccia di ultras e tifosi, chiedeva contributi per "continuare a giocare a Torino".
Dal libro "Lucky Luciano" di Marco Travaglio (noto tifoso gobbo):
Nel febbraio del 1995 la J**e diretta da Moggi comincia una lunga manfrina con il Comune di Torino, lamentando che la permanenza allo stadio Delle Alpi (costruito dalla società romana Acqua Marcia per conto del Comune in occasione dei mondiali di Italia '90) è troppo onerosa. Per forzare la mano all'amministrazione municipale e spuntare condizioni di maggior favore - a spese del contribuente - la Juventus decide di giocare le ultime partite della Coppa Uefa a Milano, allo stadio Meazza di San Siro. E se i tifosi torinesi, costretti a traslocare e ad accollarsi le spese del viaggio, non gradiscono, protestino pure con il Comune, additato come il solo colpevole di tutto.

Nel 1997 il Comune di Torino ha ceduto alle pressioni della SpA bianconera, dandole il diritto di sfruttare i proventi della pubblicità nello stadio (togliendoli alla comunità).
Ma non è bastato. La J**e ha voluto sempre di più e quando il Comune ha rifiutato, o anche solo esitato, la minaccia è stata sempre la stessa: andare a giocare in un'altra città.

Da "Cucù la Gea non c'è più" di di Marco Liguori (01 settembre 2006):
"Proprio a proposito dello stadio, alla fine dello scorso settembre il neoamministratore delegato Jean Claude Blanc ha affermato che «il Delle Alpi rimarrà così come è nelle sue linee architettoniche attuali e la capienza scenderà dagli attuali 66-67 mila posti a 50 mila per adeguarlo alle nuove norme di sicurezza del decreto Pisanu e della Uefa», ovvero in tempo per gli europei del 2012. Il manager ha spiegato che la bocciatura del progetto dell'ex amministratore delegato Antonio Giraudo (riduzione dello stadio Delle Alpi a 35mila posti e apertura di un centro commerciale, un cinema multisala, un museo e la sede della società bianconera) è stata motivata dagli alti costi pari a 100-150 milioni di euro. Il nuovo progetto ne costerà invece 18.

Da allora il Comune di Torino ha ceduto praticamente tutto quello che poteva cedere. Alla fine: anche lo stadio e tutta l'area circostante.

Come pagherà i costi di realizzazione la Società bianconera? Innanzitutto con un finanziamento del Credito Sportivo (ovvero la banca che fa capo al Coni, alla Cassa Depositi e Prestiti, e a vari gruppi bancari, che si alimenta attraverso un finanziamento pubblico derivante da una percentuale fissa degli introiti provenienti dai concorsi sportivi a pronostici) che darà 50 milioni di euro, rimborsabili in 12 anni, al tasso del 3,7 per cento. Il rimanente arriverà dalla cessione alla cooperativa Nordiconad delle aree commerciali (prese dal Comune di Torino insieme allo stadio Delle Alpi) e dalla società "Sportfive", alla quale i bianconeri hanno ceduto i diritti d'immagine del nuovo stadio (che devono ancora costruire).
Soldi dello Stato, soldi del Comune, soldi su opere ancora da realizzare. Qualcuno le chiama "innovative strategie finanziarie" ma di innovativo c'è ben poco. Sono le solite operazioni dei "poteri forti", per cui certi privati si arricchiscono alle spalle della Comunità.
Il nuovo impianto polifunzionale conta 40.200 posti (circa 29.095 in meno del Delle Alpi). Aumentano i servizi (e i costi) e diminuiscono i posti. Segno che lo stadio sarà meno popolare e più esclusivo. Accedere costerà ragionevolmente di più, probabilmente: molto di più, così come già accade negli impianti polifunzionali di oltremanica. Tenendo presente che in certe occasioni (già al Delle Alpi) si era arrivati a spendere 50 euro in Curva (Juventus-Real Madrid del 5 novembre 2008) il futuro non è affatto confortante.
Uno stadio dotato di negozi e di servizi di lusso si rivolge a persone dalle possibilità di spesa elevate. Una politica dei prezzi dei tagliandi elevati sembra quindi probabile, non solo per far cassa direttamente, ma per selezionare economicamente gli spettatori.
Al di là dell'abbattimento del Delle Alpi, si mina l'idea di stadio come luogo di passione e aggregazione popolare, in favore di un impianto che discrimina economicamente e che ha come unico fine quello di massimizzare i consumi.
L'idea di avere uno stadio dotato di confort lussuosi (quanto inutili) sembra stuzzicare anche i ceti più popolari. Quando questi se ne vedranno economicamente esclusi, e avranno maggiori difficoltà ad andare allo stadio, probabilmente cambieranno idea.

articolo post festa inagurazione
Il calcio ha aperto al quartiere Vallette di Torino una nuova era. La Juve adesso ha il suo stadio, il primo in Italia di proprietà di una società calcistica. Ma, pur nei festeggiamenti e nell'attesa della prima partita da giocare domenica 11 settembre con il Parma, in città non tutti sorridono dopo l'inaugurazione.
«Non dobbiamo dimenticare che questo progetto è stato possibile solo grazie a una forte agevolazione dell’amministrazione comunale che è stata concessa a un privato», ha detto senza mezzi termini il presidente del Carroccio nel Consiglio regionale piemontese Mario Carossa, commentando la cerimonia di giovedì 8 settembre.
Il Comune ha approvato inoltre una variante al Piano regolatore che ha consentito di costruire due grandi centri commerciali nell’area dello stadio che consentono, da subito, di monetizzare cospicui introiti a una società sportiva quotata in Borsa. Ed è proprio questo, insieme al capitolo che riguarda i mutui per 60 milioni di euro che la società bianconera ha avuto dall’Istituto per il credito sportivo, a far storcere il naso a molti.

Ok la J**e ha il suo nuovo Stadio, ma possibile non sentire mai nessuno, in tutta l’informazione, dire che quell’impianto sportivo l’hanno pagato I CONTRIBUENTI torinesi con un accordo scellerato tra Comune di Torino e J**e ?
E che, oltre al prezzo ridicolo di vendita/concessione, gli hanno pure concesso degli indici commerciali e di costruzione vergognosi (e ricordo ai non torinesi, che lì vicino esistono già 2 centri commerciali/ipermercati molto grandi) che hanno consentito l’ingresso, nella cordata, delle Cooperative (Conad?).
Senza contare, che trovo scandaloso che una società insista a fregarsene delle sentenze sportive, continuando a citare sti 29 scudetti (vedi festa di inaugurazione), senza subire alcuna conseguenza, (e dire che Abete era pure presente…) come se un tesserato dicesse ogni domenica “gli arbitri rubano e sono corrotti”. Senza subire squalifiche







...e per completezza d'informazione e per chi ne fosse interessato, ecco il link con l'intero articolo, e la sua fonte (escluso il commento personale finale).
www.boysparma1977.it/ultras/voce/0809/ultras_liberi_nv_0809_04110...


 
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Re: Re: Re:
SALVOMAGIC, 16/09/2011 20.42:




...e per completezza d'informazione e per chi ne fosse interessato, ecco il link con l'intero articolo, e la sua fonte (escluso il commento personale finale).
www.boysparma1977.it/ultras/voce/0809/ultras_liberi_nv_0809_04110...




è uguale ma naturalmente non lo avevo preso da li
sai com'è noi granata e i miei amici di torino sono più attenti e interessati [SM=g8878]
forse i gialloblù lo hanno copiato dal sito granata
non saprei cmq
lo dici come se fosse meno veritiero o meno esatto
non ti torna qualcosa ? o come al solito è vero ma solo se la firma è molto altolocata e di tuo gradimento ??
gli ultimi 2 capoversi cmq erano articoli di giornale

uno questo
http://www.lettera43.it/attualita/25470/juve-polemiche-da-stadio.htm

l'altro non lo ritrovo
solo l'ultimo capoverso è il mio pensiero
la verità delle cifre converrai è imbarazzante
converrai ? ne convieni ? o come al solito non toccatemi la vecchiarda che tutto è falso ?
[Modificato da zia petunia 16/09/2011 21:07]

 
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www.lettera43.it/attualita/25470/juve-polemiche-da-stadio.htm

Mannaggia! Questo link non funziona! [SM=g8076]
E io che pensavo di potere aprire finalmente gli occhi, di dare un senso ad una parte importante del mio tempo libero, ma soprattutto di allrgare i miei orizzonti amabilmente bianconeri. [SM=g8080]
Fino ad ora, infatti, oltre alla mia grande preparazione in tema di FARSOPOLI, le mie frequentazioni di siti "inderogabilmente" bianconeri mi hanno portato a conoscenza di altri scandali: scudetto revocato al Toro nel 1926-27 per corruzione, scandalo affare LENTINI, e marachelle varie...
Mi auto-impegno ad estendere la mia cultura oltre i gloriosi e immutabili confini bianconeri! [SM=g1692773]


[SM=g8112]
JUVE, STORIA DI UN GRANDE AMORE, BIANCO CHE ABBRACCIA IL NERO,
CORO CHE SI ALZA DAVVERO,....................................

 
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16/09/2011 23:27
 
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tanto appena veniamo noi a gioca, lo asfaltiamo in quattro e quattr'otto!!!!!


ufffffffffff!!!!!
sara' un lunghissimo anno eheheheheeh

 
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Re:
universe71, 16/09/2011 23.27:

tanto appena veniamo noi a gioca, lo asfaltiamo in quattro e quattr'otto!!!!!


ufffffffffff!!!!!
sara' un lunghissimo anno eheheheheeh




[SM=g8431] [SM=g8431] [SM=g8431]
..intanto pensate ad asfaltà nella prossima partita va! [SM=g8878]

 
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...e per chi si fosse perso...
IL PIU' GRANDE SPETTACOLO DOPO IL BIG BANG


 
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17/09/2011 00:07
 
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UNA LEGGENDA!

 
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17/09/2011 00:13
 
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Che incanto! In tutti i sensi..!


 
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17/09/2011 13:46
 
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Re:
ah ah ah scemo io che ci ho provato
cmq per completezza di informazioni sullo scudetto revocato (che cmq noi NON andiamo in giro a pietire in ogni occasione)

La cronaca dell'illecito
Il tentativo di corruzione del giocatore Luigi Allemandi, terzino della Juventus, fu una vicenda alquanto complessa e dai retroscena che non furono mai ben chiariti.
Secondo la cronaca del tempo, Luigi Allemandi venne avvicinato da un dirigente granata, il dottor Nani, che avrebbe corrotto il giocatore anticipandogli metà della somma pattuita, pari a 50.000 lire, affinché questi dirottasse a favore del Toro il risultato del derby di Torino in programma il 5 giugno 1927. In quel momento i granata erano in testa alla classifica ma braccati dal Bologna, mentre la Juve era alquanto attardata e oramai rassegnata a perdere il titolo conseguito l'anno prima. Per contattare il giocatore, Nani si affidò a Francesco Gaudioso, uno studente catanese del Politecnico che alloggiava in una pensione di via Lagrange dove aveva domicilio anche Allemandi. In quella stessa pensione vi era anche il giornalista Renato Farminelli, corrispondente dal capoluogo piemontese del Tifone, una testata dell'epoca.
Il derby si chiuse con la vittoria per 2 a 1 del Torino, ma Allemandi contrariamente ai presunti patti si segnalò tra i migliori in campo. Ovviamente Nani si rifiutò di pagare le restanti 25.000 lire: la discussione che si accese tra i due avvenne nella pensione di via Lagrange alla presenza di Gaudioso, ma fu udita anche da Farminelli che origliava da un'altra camera.

L'inchiesta della FIGC
Da questo episodio, a fine campionato, Farminelli ricaverà sul Tifone un pepato articolo dal titolo C'è del marcio in Danimarca. Questo reportage provocherà le indagini della Federcalcio, alla cui testa si trovava all'epoca Leandro Arpinati, gerarca fascista nonché podestà della città di Bologna. Poiché fu proprio la squadra del Bologna che arrivò seconda dietro i granata, vi furono forti sospetti sull'imparzialità con cui vennero condotte le indagini.
Effettivamente quella che venne considerata la "prova schiacciante" era così fragile da suscitare il dubbio che fosse stata creata ad arte: durante un sopralluogo nella famosa pensione il vice di Arpinati, Giuseppe Zanetti, rinvenne in un cestino dei rifiuti alcuni pezzi di carta che uniti risultarono essere una lettera nella quale Allemandi reclamava il pagamento a saldo della somma pattuita.

La sentenza
Il Direttorio Federale, riunito nella Casa del Fascio, revocò lo scudetto al Torino e squalificò a vita Allemandi, che nell'estate era passato dalla Juventus all'Inter, anche se in seguito alla medaglia di bronzo della Nazionale Italiana alle Olimpiadi del 1928, il giocatore godrà di un'amnistia. Nessun provvedimento fu invece preso a carico della Juventus, poiché i bianconeri si difesero spiegando che il terzino si era mosso in maniera autonoma e che la società zebrata era dunque vittima, e non protagonista, dell'illecito avvenuto.
Lo scudetto restò invece perpetuamente "non assegnato", e non quindi dato al Bologna come i dirigenti della società felsinea reclamavano.

Sulle motivazioni di questa mancata riassegnazione, contraria ai regolamenti che invece espressamente, secondo le norme del CIO, prevedevano la vittoria della seconda classificata nel caso di squalifica della prima piazzata, si avanzarono illazioni totalmente opposte. Da un lato c'era chi, credendo nella buona fede e nella probità di Arpinati, sostenne che fu proprio il gerarca a impedire la premiazione dei rossoblù perché ciò gli avrebbe tirato addosso ovvi sospetti di parzialità, dall'altro lato ci fu chi, specie tra i sostenitori granata, portò invece avanti la tesi secondo cui fu proprio Arpinati a ordire, e forse inventare o quantomeno gonfiare, lo scandalo che coinvolse Allemandi, mentre la mancata incoronazione dei felsinei sarebbe stata voluta da alti gerarchi, forse dal duce stesso, timorosi che le velenose critiche verso Arpinati potessero arrivare a discreditare l'immagine e l'autorità dello stesso Governo fascista.

Lo scudetto di quell'anno rimase dunque inaggiudicato, unico caso fino al ripetersi di un secondo episodio nel 2005. Nel 1949, durante i funerali del Grande Torino, la FIGC promise di riaprire il caso, ma tale assicurazione non ebbe mai seguito.


 
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17/09/2011 14:00
 
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Re:
SALVOMAGIC, 16/09/2011 22.36:

http://www.lettera43.it/attualita/25470/juve-polemiche-da-stadio.htm

Mannaggia! Questo link non funziona! [SM=g8076]
E io che pensavo di potere aprire finalmente gli occhi, di dare un senso ad una parte importante del mio tempo libero, ma soprattutto di allrgare i miei orizzonti amabilmente bianconeri. [SM=g8080]
Fino ad ora, infatti, oltre alla mia grande preparazione in tema di FARSOPOLI, le mie frequentazioni di siti "inderogabilmente" bianconeri mi hanno portato a conoscenza di altri scandali: scudetto revocato al Toro nel 1926-27 per corruzione, scandalo affare LENTINI, e marachelle varie...
Mi auto-impegno ad estendere la mia cultura oltre i gloriosi e immutabili confini bianconeri! [SM=g1692773]


[SM=g8112]
JUVE, STORIA DI UN GRANDE AMORE, BIANCO CHE ABBRACCIA IL NERO,
CORO CHE SI ALZA DAVVERO,....................................



a me funziona
forse anche il tuo pc si rifiuta come te di leggere e documentarsi
come succede agli animali che si dice assomiglino sempre ai padroni anche il tuo pc si adegua
trasformandosi da oggetto senz'anima a oggetto con un anima.......corrotta e a strisce
ma cmq ribadisco
sono io il cretino
continuare a discutere con te di qualsiasi caso riguardi la j**e è come mettersi a dar pugni ad un muro
per inciso
nemmeno posto i link ma ti ricordo (più che altro ricordo a tutti gli altri) che lentini e i casini sul bilancio del TORO sono stati oggetto di verifica prive di condanna ma ricorderei a te ma principalmente a tutti che, il trio coinvolto, era il seguente
borsano (ora agli arresti per il caso aiazzone)
moggi e giraudo (tuoi carissimi e stimati amici da noi invece insultati ed odiati)

[Modificato da zia petunia 17/09/2011 14:01]

 
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Re: Re:
zia petunia, 17/09/2011 13.46:

ah ah ah scemo io che ci ho provato
cmq per completezza di informazioni sullo scudetto revocato (che cmq noi NON andiamo in giro a pietire in ogni occasione)

La cronaca dell'illecito
Il tentativo di corruzione del giocatore Luigi Allemandi, terzino della Juventus, fu una vicenda alquanto complessa e dai retroscena che non furono mai ben chiariti.
Secondo la cronaca del tempo, Luigi Allemandi venne avvicinato da un dirigente granata, il dottor Nani, che avrebbe corrotto il giocatore anticipandogli metà della somma pattuita, pari a 50.000 lire, affinché questi dirottasse a favore del Toro il risultato del derby di Torino in programma il 5 giugno 1927. In quel momento i granata erano in testa alla classifica ma braccati dal Bologna, mentre la Juve era alquanto attardata e oramai rassegnata a perdere il titolo conseguito l'anno prima. Per contattare il giocatore, Nani si affidò a Francesco Gaudioso, uno studente catanese del Politecnico che alloggiava in una pensione di via Lagrange dove aveva domicilio anche Allemandi. In quella stessa pensione vi era anche il giornalista Renato Farminelli, corrispondente dal capoluogo piemontese del Tifone, una testata dell'epoca.
Il derby si chiuse con la vittoria per 2 a 1 del Torino, ma Allemandi contrariamente ai presunti patti si segnalò tra i migliori in campo. Ovviamente Nani si rifiutò di pagare le restanti 25.000 lire: la discussione che si accese tra i due avvenne nella pensione di via Lagrange alla presenza di Gaudioso, ma fu udita anche da Farminelli che origliava da un'altra camera.

L'inchiesta della FIGC
Da questo episodio, a fine campionato, Farminelli ricaverà sul Tifone un pepato articolo dal titolo C'è del marcio in Danimarca. Questo reportage provocherà le indagini della Federcalcio, alla cui testa si trovava all'epoca Leandro Arpinati, gerarca fascista nonché podestà della città di Bologna. Poiché fu proprio la squadra del Bologna che arrivò seconda dietro i granata, vi furono forti sospetti sull'imparzialità con cui vennero condotte le indagini.
Effettivamente quella che venne considerata la "prova schiacciante" era così fragile da suscitare il dubbio che fosse stata creata ad arte: durante un sopralluogo nella famosa pensione il vice di Arpinati, Giuseppe Zanetti, rinvenne in un cestino dei rifiuti alcuni pezzi di carta che uniti risultarono essere una lettera nella quale Allemandi reclamava il pagamento a saldo della somma pattuita.

La sentenza
Il Direttorio Federale, riunito nella Casa del Fascio, revocò lo scudetto al Torino e squalificò a vita Allemandi, che nell'estate era passato dalla Juventus all'Inter, anche se in seguito alla medaglia di bronzo della Nazionale Italiana alle Olimpiadi del 1928, il giocatore godrà di un'amnistia. Nessun provvedimento fu invece preso a carico della Juventus, poiché i bianconeri si difesero spiegando che il terzino si era mosso in maniera autonoma e che la società zebrata era dunque vittima, e non protagonista, dell'illecito avvenuto.
Lo scudetto restò invece perpetuamente "non assegnato", e non quindi dato al Bologna come i dirigenti della società felsinea reclamavano.

Sulle motivazioni di questa mancata riassegnazione, contraria ai regolamenti che invece espressamente, secondo le norme del CIO, prevedevano la vittoria della seconda classificata nel caso di squalifica della prima piazzata, si avanzarono illazioni totalmente opposte. Da un lato c'era chi, credendo nella buona fede e nella probità di Arpinati, sostenne che fu proprio il gerarca a impedire la premiazione dei rossoblù perché ciò gli avrebbe tirato addosso ovvi sospetti di parzialità, dall'altro lato ci fu chi, specie tra i sostenitori granata, portò invece avanti la tesi secondo cui fu proprio Arpinati a ordire, e forse inventare o quantomeno gonfiare, lo scandalo che coinvolse Allemandi, mentre la mancata incoronazione dei felsinei sarebbe stata voluta da alti gerarchi, forse dal duce stesso, timorosi che le velenose critiche verso Arpinati potessero arrivare a discreditare l'immagine e l'autorità dello stesso Governo fascista.

Lo scudetto di quell'anno rimase dunque inaggiudicato, unico caso fino al ripetersi di un secondo episodio nel 2005. Nel 1949, durante i funerali del Grande Torino, la FIGC promise di riaprire il caso, ma tale assicurazione non ebbe mai seguito.





Fonte: it.wikipedia.org/wiki/Caso_Allemandi

 
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17/09/2011 18:56
 
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E per tornare alla sana attualità e per ammirare l'imponenza e la magnificenza

 
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17/09/2011 19:06
 
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GRANDI E SEMPRE NEI NOSTRI CUORI BIANCONERI!

 
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17/09/2011 19:16
 
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Salvomagic....ti ricordo che sei diventato interista.Non mi fare intervenire sempre per tappare i buchi della tua memoria.

 
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