SALVOMAGIC, 09/09/2011 23.22:
CHE MERAVIGLIA!
CHE EMOZIONE!
CHE SERATA!
CHE PARATA DI STELLE!
CHE MAGNIFICENZA!
08/09/2011 INAUGURAZIONE JUVENTUS STADIUM
Un pochino di storia e un pochino di notizie che illuminino la realtà delle cose (lo so che io trovo lammerda dappertutto.........ma lo giuro non è colpa mia e ne farei volentieri a meno......ma visto che è più forte di loro "prendere" è più forte di me indignarmi)
Lo stadio Delle Alpi fu realizzato per i Mondiali di Italia '90.
La costruzione iniziò nel 88 e terminò nel 90.
Aveva 69.041 posti a sedere (3 anelli dui cui 90% al coperto), più 254 posti per la stampa, per totali 69.295 posti.
La J**e, nel 2008, ha iniziato a demolire uno stadio (a soli 18 anni dalla sua realizzazione)
costruito con soldi pubblici, e
di proprietà del Comune di Torino.
Nel 2003 la J**e ha acquistato dal Comune il diritto di superficie sull'area dello stadio, per 99 anni e nel 2008 ha presentato il progetto per l'abbattimento dello stadio Delle Alpi e per la costruzione di un impianto polifunzionale di sua proprietà.
In pratica: viene abbattuto un bene collettivo per costruirne uno privato.
La comunità di Torino ne risulta penalizzata datosi che viene "privata" di un suo bene, di cui ne perderà il controllo (a livello sociale) non potendo più disporne liberamente.
La J**e nel 2003 ha speso 25 milioni di € per avere, per 99 anni, il diritto di superficie su tutta l'area dello stadio (area della Continassa e dello Stadio delle Alpi).
Scriveva Marco Liguori nel 2006: "Il prezzo convenuto fu un regalo: 25 milioni di euro complessivi su 54mila metri quadri di superficie edificabile, pari a 252.525 euro annui, cioè 4,68 euro al metro quadrato. Non male se si pensa che tre anni fa (2003, ndr) a Torino occupare il suolo pubblico con un banco per la vendita di fiori costava annualmente in media 76,65 euro al metro quadrato."
Ma rimaniamo ai fatti: 25 milioni di euro sono andati (nel 2003) al Comune di Torino.
Altro fatto: il Delle Alpi, stadio di proprietà del Comune di Torino, è stato abbattuto. Uno stadio di soli 18 anni, da più di 69.000 posti (di cui il 90% al coperto), valutato più di 65 milioni di euro nel 1992 (valore effettivo computato in sede arbitrale). 65 milioni di euro, nel 1992, sono una somma paragonabile a circa 90 milioni nel 2003, e a circa 100 milioni ad oggi (2009). Va ricordato, comunque, che i 25 milioni di euro pagati dalla Società J**e (nel 2003) non riguardavano solo lo stadio Delle Alpi, ma anche l'area circostante (concessioni per attività commerciali e terziarie su una cospicua fetta della Continassa).
Lo stadio Delle Alpi fu realizzato mediante una concessione ad un privato (La Società dell'Acqua Pia Antica Marcia - SAPAM) che integrò i finanziamenti dello Stato: 30 miliardi di lire attraverso la "legge Capria" (legge n. 65 del 1987) e 13 miliardi di lire di contributi per i Mondiali di Italia '90. In cambio la SAPAM otteneva la gestione per trenta anni dello stadio Delle Alpi. La città di Torino era così proprietaria, utilizzatrice e concessionaria del suo stadio.
La J**e e i media vicini al gruppo Fiat (proprietario della medesima) hanno spesso accusato il Delle Alpi d'avere costi di manutenzione altissimi e d'avere la pista d'atletica a pregiudicare la visibilità degli spettatori. Critiche non certo disinteressate, volte a creare consenso attorno all'idea della demolizione dello stadio. Molto spesso i dati pubblicati dai media, relativamente ai costi di manutenzione, sono stati stravolti in eccesso, così come le spese per costruirlo (forse perché funzionale a conferirgli una cattiva fama). Per quanto riguarda la visibilità è bene ricordare quanto dichiarato da Giovanni Agnelli nel 1990: "Il Delle Alpi è bellissimo. Non l'avevo mai visto prima, la visuale è davvero eccellente". Ma è bene ricordare, soprattutto, come in talune occasioni le Società torinesi si siano espresse a favore della pista d'atletica (in particolare quando era il momento d'aggiudicarsi la concessione per la costruzione del Delle Alpi, poi vinta dalla SAPAM).
Generalmente ogni appassionato di calcio preferisce uno stadio senza pista di atletica, per essere più vicino al terreno di gioco, ma la sua assenza non garantisce necessariamente un'ottimale visibilità. Basti pensare alla la pessima visibilità che si ha al terzo anello del Meazza di Milano, uno stadio costruito a fianco del rettangolo di gioco. Perfino il nuovo Wembley prevede (seppur in forma retrattile) una pista d'atletica (tant'è che le tribune non sono proprio a ridosso del campo). Chiedere la demolizione di uno stadio perché ha la pista d'atletica (soprattutto nel caso in oggetto) è sicuramente pretestuoso e grottesco.
La J**e, forte del suo nome e del colosso economico che ha alle spalle, ha esercitato forti e ripetute pressioni sulle varie amministrazioni comunali torinesi in materia di stadio.
Già nel 1992 il presidente Boniperti, alla faccia di ultras e tifosi, chiedeva contributi per "continuare a giocare a Torino".
Dal libro "Lucky Luciano" di Marco Travaglio (noto tifoso gobbo):
Nel febbraio del 1995 la J**e diretta da Moggi comincia una lunga manfrina con il Comune di Torino, lamentando che la permanenza allo stadio Delle Alpi (costruito dalla società romana Acqua Marcia per conto del Comune in occasione dei mondiali di Italia '90) è troppo onerosa. Per forzare la mano all'amministrazione municipale e spuntare condizioni di maggior favore - a spese del contribuente - la Juventus decide di giocare le ultime partite della Coppa Uefa a Milano, allo stadio Meazza di San Siro. E se i tifosi torinesi, costretti a traslocare e ad accollarsi le spese del viaggio, non gradiscono, protestino pure con il Comune, additato come il solo colpevole di tutto.
Nel 1997 il Comune di Torino ha ceduto alle pressioni della SpA bianconera, dandole il diritto di sfruttare i proventi della pubblicità nello stadio (togliendoli alla comunità).
Ma non è bastato. La J**e ha voluto sempre di più e quando il Comune ha rifiutato, o anche solo esitato, la minaccia è stata sempre la stessa: andare a giocare in un'altra città.
Da "Cucù la Gea non c'è più" di di Marco Liguori (01 settembre 2006):
"Proprio a proposito dello stadio, alla fine dello scorso settembre il neoamministratore delegato Jean Claude Blanc ha affermato che «il Delle Alpi rimarrà così come è nelle sue linee architettoniche attuali e la capienza scenderà dagli attuali 66-67 mila posti a 50 mila per adeguarlo alle nuove norme di sicurezza del decreto Pisanu e della Uefa», ovvero in tempo per gli europei del 2012. Il manager ha spiegato che la bocciatura del progetto dell'ex amministratore delegato Antonio Giraudo (riduzione dello stadio Delle Alpi a 35mila posti e apertura di un centro commerciale, un cinema multisala, un museo e la sede della società bianconera) è stata motivata dagli alti costi pari a 100-150 milioni di euro. Il nuovo progetto ne costerà invece 18.
Da allora il Comune di Torino ha ceduto praticamente tutto quello che poteva cedere. Alla fine: anche lo stadio e tutta l'area circostante.
Come pagherà i costi di realizzazione la Società bianconera? Innanzitutto con un finanziamento del Credito Sportivo (ovvero la banca che fa capo al Coni, alla Cassa Depositi e Prestiti, e a vari gruppi bancari, che si alimenta attraverso un finanziamento pubblico derivante da una percentuale fissa degli introiti provenienti dai concorsi sportivi a pronostici) che darà 50 milioni di euro, rimborsabili in 12 anni, al tasso del 3,7 per cento. Il rimanente arriverà dalla cessione alla cooperativa Nordiconad delle aree commerciali (prese dal Comune di Torino insieme allo stadio Delle Alpi) e dalla società "Sportfive", alla quale i bianconeri hanno ceduto i diritti d'immagine del nuovo stadio (che devono ancora costruire).
Soldi dello Stato, soldi del Comune, soldi su opere ancora da realizzare. Qualcuno le chiama "innovative strategie finanziarie" ma di innovativo c'è ben poco. Sono le solite operazioni dei "poteri forti", per cui certi privati si arricchiscono alle spalle della Comunità.
Il nuovo impianto polifunzionale conta 40.200 posti (circa 29.095 in meno del Delle Alpi). Aumentano i servizi (e i costi) e diminuiscono i posti. Segno che lo stadio sarà meno popolare e più esclusivo. Accedere costerà ragionevolmente di più, probabilmente: molto di più, così come già accade negli impianti polifunzionali di oltremanica. Tenendo presente che in certe occasioni (già al Delle Alpi) si era arrivati a spendere 50 euro in Curva (Juventus-Real Madrid del 5 novembre 2008) il futuro non è affatto confortante.
Uno stadio dotato di negozi e di servizi di lusso si rivolge a persone dalle possibilità di spesa elevate. Una politica dei prezzi dei tagliandi elevati sembra quindi probabile, non solo per far cassa direttamente, ma per selezionare economicamente gli spettatori.
Al di là dell'abbattimento del Delle Alpi, si mina l'idea di stadio come luogo di passione e aggregazione popolare, in favore di un impianto che discrimina economicamente e che ha come unico fine quello di massimizzare i consumi.
L'idea di avere uno stadio dotato di confort lussuosi (quanto inutili) sembra stuzzicare anche i ceti più popolari. Quando questi se ne vedranno economicamente esclusi, e avranno maggiori difficoltà ad andare allo stadio, probabilmente cambieranno idea.
articolo post festa inagurazione
Il calcio ha aperto al quartiere Vallette di Torino una nuova era. La Juve adesso ha il suo stadio, il primo in Italia di proprietà di una società calcistica. Ma, pur nei festeggiamenti e nell'attesa della prima partita da giocare domenica 11 settembre con il Parma, in città non tutti sorridono dopo l'inaugurazione.
«Non dobbiamo dimenticare che questo progetto è stato possibile solo grazie a una forte agevolazione dell’amministrazione comunale che è stata concessa a un privato», ha detto senza mezzi termini il presidente del Carroccio nel Consiglio regionale piemontese Mario Carossa, commentando la cerimonia di giovedì 8 settembre.
Il Comune ha approvato inoltre una variante al Piano regolatore che ha consentito di costruire due grandi centri commerciali nell’area dello stadio che consentono, da subito, di monetizzare cospicui introiti a una società sportiva quotata in Borsa. Ed è proprio questo, insieme al capitolo che riguarda i mutui per 60 milioni di euro che la società bianconera ha avuto dall’Istituto per il credito sportivo,
a far storcere il naso a molti.
Ok la J**e ha il suo nuovo Stadio, ma possibile non sentire mai nessuno, in tutta l’informazione, dire che quell’impianto sportivo l’hanno pagato I CONTRIBUENTI torinesi con un accordo scellerato tra Comune di Torino e J**e ?
E che, oltre al prezzo ridicolo di vendita/concessione, gli hanno pure concesso degli indici commerciali e di costruzione vergognosi (e ricordo ai non torinesi, che lì vicino esistono già 2 centri commerciali/ipermercati molto grandi) che hanno consentito l’ingresso, nella cordata, delle Cooperative (Conad?).
Senza contare, che trovo scandaloso che una società insista a fregarsene delle sentenze sportive, continuando a citare sti 29 scudetti (vedi festa di inaugurazione), senza subire alcuna conseguenza, (e dire che Abete era pure presente…) come se un tesserato dicesse ogni domenica “gli arbitri rubano e sono corrotti”. Senza subire squalifiche