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CRISTIANESIMO E OMOSESSUALITÀ

Ultimo Aggiornamento: 12/09/2020 12:48
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22/07/2011 19:29
 
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Purtroppo, il cronico malcostume della pedanteria, tipico di un certo campione di apostati dei testimoni di Geova, ha fatto (su questo tema come su altri) le sue immancabili vittime in termini di farisaici sofismi e leziosità assortite. Si pretenderebbe ad esempio che la Società condannasse la pratica omosessuale, ma salvandone integralmente l’orientamento, come se fosse ammissibile (o anche solo logico) ritenere che azioni peccaminose traggano origine da pensieri puri e moralmente irreprensibili. Ma è solo naturale che, nel credo dei testimoni, i pensieri omosessuali siano errati di per sé, e che ai fedeli che ne sono in balia sia caldamente esortato di respingerli già a livello mentale, cosa che da un lato garantisce un’ottima protezione dal rischio di intraprendere una pratica ritenuta condannata da Geova, dall’altro annulla (o contiene entro limiti accettabili) l’inevitabile tormento che deriverebbe dal fantasticare su emozioni che non si possono tradurre liberamente in atto. Con la stessa logica si può argomentare che, sebbene il possedere istinti omicidi sia ovviamente meno grave del commettere un ‘vero’ assassinio, tali istinti siano riprovevoli di per sé stessi e vadano quindi estirpati.

Il fatto che le tendenze gay siano connaturate all’individuo non decide del loro grado di liceità (si veda il già citato esempio dell’alcolista); intenzioni, stati d’animo, lusinghe e impulsi possono essere ‘vinti’ o repressi per amore di Dio e della sua espressa volontà. In larga misura essi possono permanere, e talora farsi sentire con veemenza, nonostante gli sforzi sinceri dell’individuo di arginarli, ma esiste in lui la facoltà di intraprendere una lotta costante, tenace e consapevole e di trarre beneficio dalla coscienza pura che Geova gli dona in cambio. Non c’è ragione di ritenere ‘crudele’ la richiesta di inibire tali sensazioni, non più di quanto lo sia il pretendere, come fanno le Scritture, che tutti i cristiani non sposati si astengano dai rapporti sessuali (1 Tessalonicesi 4:3-8): e c’è chi per scelta, o per necessità, o ancora per mancanza di valide occasioni, rimane in questa condizione per tutta la vita. Questo genere di astinenza trova peraltro rispondenze in vari ambienti: com‘è noto, si esige la castità dai sacerdoti cattolici, per i quali vige l’obbligo del celibato ecclesiastico; si tratta anche in questo caso di una scelta adottata dall’individuo nella convinzione che il Signore potrà alleviare le eventuali pene derivanti da tale sacrificio, deliberatamente perseguito. L’ideale a cui si tende, in ultima analisi, non è certo uno stravolgimento dei propri gusti sessuali, ma la castità. [NOTA 43]

[Modificato da EverLastingLife 23/07/2011 07:55]
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