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07/07/2011 18:12 | |
Un paio di annotazioni estive, tanto per rispettare la cadenza mensile.
1. Fin dai tempi di "Ferito a morte" ho sempre amato i libri di Raffaele La Capria. Ha la capacità di descrivere con una chiarezza "fotografica", impressioni, ricordi, personaggi, atmosfere napoletane e capresi. Proprio per questo desta perplessità l'uscita di "Quando la mattina scendevo in piazzetta", edito da La Conchiglia.
Trentasette pagine, poco più di venti righe per pagina, a caratteri piuttosto grandi, al prezzo di dieci euro. Come al solito è scritto benissimo, con vivacità e passione ma è più adatto a un lungo articolo che a un libro. Sia chiaro che non si tratta di un rimprovero all'amatissimo Dudù, quanto piuttosto di una critica delle politiche editoriali della casa editrice caprese.
2. L'aspetto peggiore dei settimanali capresi è l'attenzione dedicata alle vicende dei cosiddetti VIP di passaggio per l'isola. Articoli che vorrebbero dare al lettore "della strada" l'illusione di partecipare alla vita delle persone ricche (non diciamo importanti, perchè nella maggioranza dei casi si tratta di inguaribili cafoni). Si coglie negli anonimi giornalisti tutta la vacuità, la meraviglia, lo stupore, il senso di gratitudine per essere virtualmente in contatto col mondo dorato delle "persone importanti". Da qui l'eccesso provinciale delle parole straniere (SET, GOSSIP, BUEN RETIRO, STAR SYSTEM, GOTHA, LOCATION, MANAGEMENT, GUEST LIST, SCOOP, SHOW-BIZ, GRAPHIC NOVEL, RUMORS, CLOU, infestavano l'articolo dell'Informatore del 7 luglio), la trasformazione in "evento epocale" di qualunque cerimonia tamarra e farsesca, la sudditanza psicologica verso personaggi dotati di molto denaro e scarsa personalità. |