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Roma violenta

Ultimo Aggiornamento: 03/01/2024 09:53
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Città: ROMA
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05/07/2011 15:13
 
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Delitti, omicidi e spaccio
La guerra dei nuovi boss


Così cominciò anche la banda della Magliana. Sparatorie, gambizzazioni, avvertimenti. Dietro gli episodi di violenza avvenuti nelle ultime settimane dal Tuscolano ai Castelli Romani a Prati, il sospetto che piccoli boss della malavita vogliano spartirsi le periferie.


La banda della Magliana, alla fine degli anni Settanta, ha iniziato esattamente così. Piccole guerre di borgata tra criminali in erba per accaparrarsi, quartiere dopo quartiere, il controllo dei traffici illeciti nella Città Eterna. Omicidi, sequestri, ricatti, una scia infinita di sangue. Scommesse clandestine, spaccio, traffico d'armi, riciclaggio. Poi gli affari d'oro: il denaro sporco investito nell'immobiliare. E il controllo assoluto sulla città. Un'escalation quella di Giuseppucci, De Pedis e Abbatino, i boss della più potente organizzazione criminale che abbia mai operato a Roma, che ha consentito loro di costruire un impero.

Oggi la situazione a Roma sembra ricalcare esattamente quanto accaduto trent'anni fa. La storia si ripete. L'impero torna ad essere appetibile e c'è una lotta di quartiere per l'egemonia dello spaccio di droga. Omicidi, gambizzazioni per far capire al rivale chi è il nuovo "re" sono la testimonianza di una nascente criminalità che spaventa. È dall'analisi degli ultimi fatti di cronaca che le forze dell'ordine hanno fiutato l'allarme. "Scongiurato", secondo il prefetto Giuseppe Pecoraro, "perché capito in tempo".

La conquista delle periferie romane è tra pregiudicati di "scarso profilo criminale" nelle zone tra il Tuscolano, Casilino, Romanina, Laurentino e l'hinterland dei Castelli Romani. Ne sono convinti gli investigatori, che indagano dopo gli episodi di violenza e regolamenti di conti, tra pregiudicati, avvenuti nelle ultime settimane nella capitale. Una tesi che comunque "esclude l'esistenza di consorterie criminali organizzate", come è emerso da una riunione di coordinamento in Prefettura, a cui hanno partecipato, ieri mattina, anche i responsabili provinciali delle forze dell'ordine. Non si tratta dunque di piccoli burattini mossi dalla mafia o dalla 'ndrangheta. Siamo alle piccole pedine che puntano alla grossa fetta della torta. Proprio come trent'anni fa, ai tempi della Banda della Magliana.

L'episodio più grave è accaduto a Cecchina, paese di settemila anime alle porte di Roma, quando un gruppo di tre persone ha fatto irruzione in un appartamento sparando contro quattro pregiudicati, uccidendone due e ferendo gravemente gli altri. Quella stessa sera un uomo era stato gambizzato a Primavalle, mentre nei giorni seguenti, davanti a un fast food al Tuscolano, un affiliato al clan dei Casamonica ha subìto la stessa sorte e un'altra persona è rimasta ferita.

Ma secondo i numeri diffusi dopo il vertice, si registra "un decremento degli omicidi e delle violenze rispetto al passato che offre un quadro rassicurante pur nel permanere di un'attenzione alta degli investigatori volta ad impedire il radicamento nel territorio di Roma e provincia di forme di criminalità organizzata". Le indagini delle forze dell'ordine, attivate fin dall'inizio dell'anno, hanno già "consentito di assicurare alla giustizia circa 50 esponenti della criminalità emergente a conclusione di operazioni portate a termine con successo dalla polizia di stato, dai carabinieri e dalla guardia di finanza". I numeri degli arresti per droga sono spaventosi e il volume d'affari gestito da questi criminali di piccolo calibro lascia a bocca aperta. Soltanto il Comando Provinciale dei carabinieri dall'inizio dell'anno a oggi ha arrestato 1.024 persone e sequestrato 1.126 chili di cocaina e 4 di eroina. La guardia di finanza ha invece ammanettato, da gennaio alla fine di maggio, 106 persone e sequestrato 110 kg di coca e 40 di eroina. La polizia, soltanto nell'ultima operazione che ha portato alla cattura di 66 persone, ha tolto dalla piazza romana duecento chilogrammi di polvere bianca, stroncando un business da 10 milioni di euro.
repubblica.it
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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