Vittoria con qualche sbavatura.
Il Lugano ha fatto valere il fattore campo al debutto nella finale con l’Olympic Friborgo
La squadra di Whelton ha cominciato male ed è uscita alla distanza. Mercoledì gara 2 all’Elvetico.
di Dario ‘Mec’ Bernasconi.
Vince il Lugano la prima sfida di finale dei playoff che dimostra, sin dalle prime battute, quanto sia logorante il peso del titolo da prendere.
Vince il Lugano in virtù di un maggior potenziale tecnico, malgrado le molte sbavature in difesa, come i 16 rimbalzi lasciati all’Olympic sotto le proprie plance.
Vince il Lugano perché i burgundi non hanno più fiato nell’ultimo quarto, con Smith, 1 punto, ed Esterkamp 2, a segnare il passo, prosciugati anche dal lavoro difensivo.
Il primo quarto è un’insieme di fattori negativi che tiene in parità le due contendenti. Le 9 palle perse dai bianconeri sono un macigno sul risultato del quarto, giocato a strappi: dopo un 7 a 0 di Abukar e compagni, l’Olympic risponde con un 9 a 0, quando scava un primo vantaggio di 5 punti, 7 a 12. Whelton inserisce Finn e Angley per Sanders e Draughan, poi Mladjan per Stockalper e le squadre vanno al mini riposo sul 15 a 16. Nel secondo quarto i bianconeri riprendono a inseguire da – 5, 17 a 22 e, quando rientra Abukar tornano in parità a quota 22 al 4’. Sotto ancora di 4, i bianconeri producono un 12 a 0 con un Efevberha incontenibile, 7 punti consecutivi, e vanno sul 34 a 26 all’8’. Il terzo si chiude con una tripla di Efevberha che mette il +9: 39 a 30.
Il terzo quarto inizia come il primo, tra sprechi e tiri sbagliati: 3 canestri in 180 secondi. Il Lugano va a +11, quando l’Olympic si becca due falli tecnici: Kazadi per proteste per un presunto fallo subito, Leyrolles per una parola di troppo a Musard. Quattro i liberi messi da Efevberha e altro canestro sulla rimessa e 47 a 36. Leyrolles chiama time out e, alla ripresa del gioco, su qualche eccesso di individualità bianconera, l’Olympic piazza due triple con Holland e Quidome: un 7 a 0 che rimette i burgundi a un tiro dal Lugano, 48 a 45. Time out di Whelton che cerca di frenare l’inerzia, ma Buscaglia prima e Quidome poi ridanno il vantaggio agli ospiti, 50 a 51, prima che Mladjan infili la tripla del 53 a 51 a 3 secondi dalla sirena.
A inizio ultimo quarto la svolta: impatta Holland a quota 53 in entrata di quarto, ma poi Abukar sale in cattedra con 4 canestri consecutivi che fanno un 8 a 0, 61 a 53. Il time out friburghese rallenta un attimo, ma poi Leyrolles è costretto a chiamarne un altro quattro minuti dopo, quando il Lugano scappa a +10 con Mladjan. Ma il Lugano è in corsa positiva, sale a +13 al 7’, 72 a 59. Whelton chiama due time out quando vede inutili sprechi e richiama i suoi alla concentrazione. E la vittoria in gara 1 si completa con i due liberi di Angley e Schneiderman che fissano il +12 finale.
Desolato Leyrolles a fine gara: «Devo fare i complimenti ai miei, non certamente a Musard. Sapevamo cosa ci attendeva, abbiamo lottato ma il Lugano è forte e non lo scopriamo stasera. Mercoledì ci riproveremo».
Whelton è felicemente distrutto: «L’Olympic ha giocato un’ottima gara e va complimentato. Noi abbiamo avuto un avvio difficile, sentivamo troppo la pressione: perché, con questo sistema di 2 – 2 – 1 che a me non piace, devi vincere per forza, se non vuoi complicarti la vita».
Un Lugano che ha fatto fatica a trovare il ritmo. «È vero, vediamo come stiamo ancora pagando l’infortunio di Draughan perché lui non è ancora al 100%. L’Olympic è molto fisico e non è stato facile prendere in mano il gioco: l’abbiamo fatto con una migliore circolazione della palla».
Troppi rimbalzi agli ospiti.
«Anche questo: avevo detto ai miei che contro Ginevra avevano dominato i rimbalzi d’attacco, e l’hanno fatto anche qui. Abbiamo vinto di 12 lasciando a loro molti più tiri, è incredibile».
Già: se poi ci mettiamo che Abukar è stato troppo tempo a cercare falli in attacco che nessuno dei grigi ha voluto fischiare (?), se ci mettiamo qualche dormita in difesa e qualche momento di egoismo letale, abbiamo il quadro del potenziale bianconero. Vinta gara 1, ci sono le premesse per il bis mercoledì. Se si farà tesoro degli errori, e siamo certi che Whelton non li trascurerà, e ci sarà meno ansia nel gestire le situazioni, la finale potrebbe aver una sua dominante.
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