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PLAY-OFF 2010/11. Finale 1^: LUGANO T. - OL. FRIBOURG : 77 - 65 .

Ultimo Aggiornamento: 21/05/2011 00:43
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Lugano Tigers - Olympic Friborgo 77-65. (15-16, 39-30, 53-51)

LUGANO TIGERS:
Stockalper 2, Finn 5, Draughan, D. Mladjan 12, Sanders 5, Efevberha 25, Abukar 22, Schneidermann 3, Angley 3.


OLYMPIC FRIBORGO:

Kazadi 13, Smith 8, T. Quidome 11, Williams 1, Holland 15, I. Savoy, Esterkamp 12, Buscaglia 5.

Note:
Ist. Elvetico, 800 spettatori,

Arbitri:
Musard, Pizio e Clivaz .





Cronache & Interviste.


-clikka sull'immagine-

by RSI.
07.05.2011


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07.05.2011.





(Ti-Press/Davide Agosta)



Il Lugano fatica ma alla fine riesce a spuntarla sull’Olympic.


Partita ad elastico dei bianconeri che però, dopo il secondo allungo, nella seconda parte della partita
gestiscono meglio la situazione incamerando il primo preziosissimo punto della finale scudetto.





Buona la prima, e con un bel sospiro di sollievo, perché questo primo punto della finale il Lugano se l’è dovuto veramente sudare contro un Olympic rivelatosi coriaceo per quasi tutti i 40 minuti.

La sfida ha visto inizialmente in difficoltà i bianconeri, sistematicamente superati ai rimbalzi e piuttosto imprecisi in fase d’impostazione (ben sei palloni persi nei primi cinque minuti). Il Friborgo ha così potuto avere buon gioco chiudendo il primo quarto in vantaggio di una lunghezza.
Nel secondo quarto è decisamente salito in cattedra Efevberha che, con tutta una serie di canestri, ha letteralmente trascinato i suoi compagni al +10 (36-26 e 12 punti segnati dall’americano in questo frangente).

Chi pensava che la partita fosse finita si è dovuto ricredere in quanto l’Olympic – pur senza il suo pivot naturale Vogt (ginocchio “out”, quattro mesi di stop e stagione finita, compresa pure quella per la Nazionale) – ha tenuto duro, riuscendo a rimontare clamorosamente e a passare addirittura in vantaggio con una “tripla” di Quidome a 28” dalla fine del terzo tempo (50-51). Una “bomba” di Dusan Mladjan allo scadere ha permesso ai Tigers di chiudere sul 53-51, un canestro che ha messo le ali ad un Lugano che, nel terzo quarto, grazie ad un superlativo Abukar – ottimamente spalleggiato dal solito Efevberha e dallo stesso Mladjan - ha ripreso lentamente a volare nel quarto tempo (66-56 al 5’16”) ed a questo punto il match è finito.

A fine gara felice coach Whelton “soprattutto perché alla distanza la mia squadra ha dimostrato maggiore forza tecnica. Importante era fare il primo punto della serie, i ragazzi nel primo quarto hanno però sbagliato parecchio, e poi i rimbalzi, troppi quelli offensivi subìti dall’Olympic. Comunque soddisfatto, ora mercoledì cerchiamo il raddoppio per andare poi sabato prossimo a Friborgo a chiudere il conto”.

Quidome non è invece molto contento “perché abbiamo perso l’occasione di fare nostra la partita quando abbiamo recuperato il primo passivo. Purtroppo abbiamo commesso alcuni errori che alla fine il Lugano ha saputo abilmente sfruttare in canestri".


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09.05.2011.






Vittoria con qualche sbavatura.



Il Lugano ha fatto valere il fattore campo al debutto nella finale con l’Olympic Friborgo
La squadra di Whelton ha cominciato male ed è uscita alla distanza. Mercoledì gara 2 all’Elvetico.



di Dario ‘Mec’ Bernasconi.


Vince il Lugano la prima sfida di finale dei playoff che dimostra, sin dalle prime battute, quanto sia logorante il peso del titolo da prendere.

Vince il Lugano in virtù di un maggior potenziale tecnico, malgrado le molte sbavature in difesa, come i 16 rimbalzi lasciati all’Olympic sotto le proprie plance.

Vince il Lugano perché i burgundi non hanno più fiato nell’ultimo quarto, con Smith, 1 punto, ed Esterkamp 2, a segnare il passo, prosciugati anche dal lavoro difensivo.

Il primo quarto è un’insieme di fattori negativi che tiene in parità le due contendenti. Le 9 palle perse dai bianconeri sono un macigno sul risultato del quarto, giocato a strappi: dopo un 7 a 0 di Abukar e compagni, l’Olympic risponde con un 9 a 0, quando scava un primo vantaggio di 5 punti, 7 a 12. Whelton inserisce Finn e Angley per Sanders e Draughan, poi Mladjan per Stockalper e le squadre vanno al mini riposo sul 15 a 16. Nel secondo quarto i bianconeri riprendono a inseguire da – 5, 17 a 22 e, quando rientra Abukar tornano in parità a quota 22 al 4’. Sotto ancora di 4, i bianconeri producono un 12 a 0 con un Efevberha incontenibile, 7 punti consecutivi, e vanno sul 34 a 26 all’8’. Il terzo si chiude con una tripla di Efevberha che mette il +9: 39 a 30.

Il terzo quarto inizia come il primo, tra sprechi e tiri sbagliati: 3 canestri in 180 secondi. Il Lugano va a +11, quando l’Olympic si becca due falli tecnici: Kazadi per proteste per un presunto fallo subito, Leyrolles per una parola di troppo a Musard. Quattro i liberi messi da Efevberha e altro canestro sulla rimessa e 47 a 36. Leyrolles chiama time out e, alla ripresa del gioco, su qualche eccesso di individualità bianconera, l’Olympic piazza due triple con Holland e Quidome: un 7 a 0 che rimette i burgundi a un tiro dal Lugano, 48 a 45. Time out di Whelton che cerca di frenare l’inerzia, ma Buscaglia prima e Quidome poi ridanno il vantaggio agli ospiti, 50 a 51, prima che Mladjan infili la tripla del 53 a 51 a 3 secondi dalla sirena.

A inizio ultimo quarto la svolta: impatta Holland a quota 53 in entrata di quarto, ma poi Abukar sale in cattedra con 4 canestri consecutivi che fanno un 8 a 0, 61 a 53. Il time out friburghese rallenta un attimo, ma poi Leyrolles è costretto a chiamarne un altro quattro minuti dopo, quando il Lugano scappa a +10 con Mladjan. Ma il Lugano è in corsa positiva, sale a +13 al 7’, 72 a 59. Whelton chiama due time out quando vede inutili sprechi e richiama i suoi alla concentrazione. E la vittoria in gara 1 si completa con i due liberi di Angley e Schneiderman che fissano il +12 finale.

Desolato Leyrolles a fine gara: «Devo fare i complimenti ai miei, non certamente a Musard. Sapevamo cosa ci attendeva, abbiamo lottato ma il Lugano è forte e non lo scopriamo stasera. Mercoledì ci riproveremo».

Whelton è felicemente distrutto: «L’Olympic ha giocato un’ottima gara e va complimentato. Noi abbiamo avuto un avvio difficile, sentivamo troppo la pressione: perché, con questo sistema di 2 – 2 – 1 che a me non piace, devi vincere per forza, se non vuoi complicarti la vita».

Un Lugano che ha fatto fatica a trovare il ritmo. «È vero, vediamo come stiamo ancora pagando l’infortunio di Draughan perché lui non è ancora al 100%. L’Olympic è molto fisico e non è stato facile prendere in mano il gioco: l’abbiamo fatto con una migliore circolazione della palla».

Troppi rimbalzi agli ospiti.

«Anche questo: avevo detto ai miei che contro Ginevra avevano dominato i rimbalzi d’attacco, e l’hanno fatto anche qui. Abbiamo vinto di 12 lasciando a loro molti più tiri, è incredibile».

Già: se poi ci mettiamo che Abukar è stato troppo tempo a cercare falli in attacco che nessuno dei grigi ha voluto fischiare (?), se ci mettiamo qualche dormita in difesa e qualche momento di egoismo letale, abbiamo il quadro del potenziale bianconero. Vinta gara 1, ci sono le premesse per il bis mercoledì. Se si farà tesoro degli errori, e siamo certi che Whelton non li trascurerà, e ci sarà meno ansia nel gestire le situazioni, la finale potrebbe aver una sua dominante.


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09.05.2011.







Finale playoff Lugano Tigers, buona la prima .



Nonostante un avvio di gara complicato e qualche alto e basso di troppo, la squadra diretta
da Whelton supera l'Olympic Friburgo in gara-1: dopo una lunga pausa, un successo che dà
tanta fiducia ai bianconeri.




di MATTIA MEIER

Parte con il piede giusto la rincor­sa del Lugano al secondo titolo con­secutivo. Il successo in gara-1 regala così ai bianconeri il primo vantaggio nella serie e toglie pure un bel peso ad una squadra ferma da dieci giorni e consapevole che un passo falso nel match d'esordio avrebbe potuto pe­sare parecchio.
Non hanno incantato i Tigers, ma co­me ripete sempre coach Whelton nei playoff quello che conta è vincere e basta. La temuta pausa forzata - buo­na per riprendere energie ma perico­losa perché in tanto tempo l'ingranag­gio rischia di bloccarsi - cui sono sta­ti costretti i ticinesi si è fatta sentire nella prima parte dell'incontro, con l'Olympic a palesare un'intensità e una reattività maggiore. Ben nove so­no infatti state le palle perse da parte dei padroni di casa nei primi dieci mi­nuti, la maggior parte tutt'altro che for­zate dalla difesa avversaria ma piut­tosto figlie di scelte affrettate e poco lucide. E con le palle perse a togliere ritmo ai bianconeri Friburgo ne ha ap­profittato per fare la partita per un buon quarto d'ora della stessa pur sen­za mostrare nulla di trascendentale.
Abili anche nello sfruttare la velocità di Holland contro la staticità di Finn, i «piccoli» - causa assenza di Vogt - burgundi sono rimasti a galla soprat­tutto grazie ai rimbalzi offensivi, no­nostante le scarse percentuali al tiro, figlie anche della buona difesa ticine­se. Ed è soprattutto grazie a quanto fatto nella propria metà campo che il Lugano non ha visto scappare Quido­me e compagni. E quando al 16' Efev­berha si è svegliato e con lui i compa­gni in un amen (leggasi un paio di mi­nuti) la partita ha cambiato volto. Sul 22-26 i Tigers hanno infatti piazzato un 12-0 (34-26) lanciato da 7 punti del nigeriano prima e chiudendo poi il primo tempo ad un niente dalla dop­pia cifra di vantaggio.
Al rientro dagli spogliatoi la partita è proseguita a strappi. Al 24' l'Olympic è nuovamente ad un possesso di di­stanza (41-38) ma Kazadi e Leyrolles decidono di fare un grosso regalo ai ticinesi facendosi fischiare un tecni­co a testa che ridà il +9 (47-38). È il momento buono per chiudere la ga­ra, ma proprio quando l'inerzia è par­sa ancora una volta saldamente in mano del Lugano ecco un nuovo black-out. Negli ultimi 6 minuti del­la frazione i padroni di casa trovano solo sei punti e Friburgo ne approfit­ta per mettere addirittura la testa avanti sul 50-51 al 29'.
Un copione già visto all'Elvetico que­st'anno. Per togliere le castagne dal fuoco ci è così voluto il miglior Abu­kar (11 punti negli ultimi 10 minuti). L'ala bianconera, dopo aver passato tre quarti a litigare con gli arbitri cer­cando più un fischio mai arrivato - a volte a ragione, altre decisamente no - che il canestro, e una volta capito che difficilmente avrebbe compiuto molti viaggi in lunetta, si è fatta deci­samente più concreta realizzando i primi sei punti bianconeri della fra­zione che hanno regalato nuovo slan­cio ai padroni di casa. E sul 59-53 po­co dopo il 31' il Lugano è riuscito fi­nalmente a tenere l'avversario a di­stanza grazie al contropiede e alla freddezza dalla lunetta.
Ora l'appuntamento è per mercoledì per gara-2. L'anno scorso dopo il pri­mo match i Tigers non giocarono di fat­to il secondo. Ma quella era una squa­dra che pensava più ai biglietti aerei che altro, e ad un anno di distanza la musica pare decisamente cambiata. Gara-1 ha mostrato come il Lugano sia imbattibile se gioca di squadra, come a tratti è successo sabato, mentre di­venta «normale» quando la palla non gira. La difesa rimane comunque un punto di forza di questa squadra, no­nostante i 12 rimbalzi offensivi conces­si. E andare a Friburgo sul 2-0 signifi­cherebbe ipotecare il titolo.


BY




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LINK: Cronaca dal sito del Lugano Tigers.

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