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La Terza Persona Limitata multipla (nelle ff)

Ultimo Aggiornamento: 28/08/2011 04:16
18/05/2011 11:00
 
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Post del 18/2/2010:

La stragrande maggioranza dei fanwriter (e dei professionisti) fa uso del narratore onniscente e non ci sarebbe nulla di male se non saltassero spesso a piè pari da una zucca all'altra, col rischio concreto di ingenerare confusione nel lettore (il che puntualmente avviene). Come già sapete, io faccio ampio uso della TPL (terza persona limitata) per evitare questo problema, ma ci sono TPL e TPL. Ho notato infatti che in genere chi fra gli scrittori 'di professione' ne fa uso, come ad esempio Lesley Downer in L'ultima concubina, in realtà è come se usasse la prima persona: la TPL rimane infatti ancorata al/alla protagonista (nel suo caso), per cui non solo non vi è praticamente differenza con la narrazione in prima persona, ma qui l'autore corre oltretutto il rischio di inciampare in incongruenze, come accade sovente al narratore onniscente quando si posa sulla spalla di un personaggio per raccontare ciò che accade dal suo punto di vista: va a finire che troppo spesso il personaggio sappia cose che non dovrebbe sapere. Chi fa normalmente uso del narratore onniscente incappa facilmente in questi errori grossolani, proprio perché ha l'abitudine di saltare da un personaggio all'altro nell'ambito di una stessa scena. Così è accaduto a Lesley Dower e alla sua concubina, che seppellisce il lettore di info sul Giappone feudale (e già è male) senza rendersi nemmeno conto che ci sono cose che la sua protagonista proprio non poteva sapere su usi, costumi e personaggi, perché non ne era stata informata o non ne aveva fatto esperienza. Tanto valeva scrivesse in prima persona, forse l'autrice non avrebbe commesso questi svarioni e non sarebbe cambiato nulla da un punto di vista narrativo: avremmo avuto comunque un unico punto di vista.
Personalmente il pov unico non mi piace (visuale troppo limitata) e ha senso, secondo me, solo se si adotta la prima persona, ecco perché sono una sostenitrice della TPL multipla. TPL multipla non significa chiaramente saltare da una testa all'altra in una stessa scena, ma adottare per ogni scena che si vuole mostrare un solo punto di vista, di volta in volta diverso. Si può adottare anche più di un punto di vista per una stessa scena, purché però siano tutti nettamente separati. Il vantaggio di questa scelta sta ovviamente nel fatto che è possibile presentare al lettore un quadro completo degli avvenimenti: più sono i pov adottati, più il puzzle sarà vicino alla completezza, in quanto ogni personaggio - se ben caratterizzato - darà il suo contributo non solo in merito alle info necessarie per addentrarsi nella storia, ma contribuirà ad arricchire agli occhi del lettore gli altri personaggi: ogni 'voce' dovrebbe avere in teoria un modo tutto personale di vedere e considerare sia le altre voci, sia le situazioni che di volta in volta si trova a vivere. Ciò implica chiaramente che ogni personaggio debba essere caratterizzato approfonditamente (anche stabilendo in anticipo cosa sappia e cosa verrà a sapere) affinché il suo pov sia riconoscibile, altrimenti i personaggi sarebbero indistinguibili e tanti saluti alla TPL, tanto vale usare allora il narratore onniscente.
Secondo me, però, il vantaggio maggiore della TPL multipla sta nel fatto che svincola il lettore dalla visione monocolare della prima persona/TPL unica/narratore onniscente (dilettante). Temo sia inevitabile, infatti, che il lettore finisca per immedesimarsi con l'unica voce narrante e accettare come 'autentico/vero/giusto' tutto quel che dice e pensa, come se a raccontare fosse il padreterno. Ian Piers, in La quarta verità, mette in guardia il lettore dal pov unico: "non fidarti mai di una sola campana" è il tema del romanzo in parole povere. La trama: Oxford, 1663, un luogo e un periodo di grandi fermenti politici, scientifici e religiosi. Un docente del New College viene trovato morto in circostanze misteriose. Una ragazza accusata dell'assassinio e condannata all'impiccagione. Quattro testimoni raccontano la loro versione: un cattolico veneziano, uno studente in medicina, un insegnante/matematico/teologo e uno studioso d'antichità. Ma uno soltanto dice la verità. Tutte le testimonianze paiono infatti plausibili, eppure non combaciano fra loro perché una sola è veritiera, le altre sono fasulle, quale per un motivo, quale per un altro.
Per quanto mi riguarda, quando leggo un romanzo con un solo punto di vista mi sembra di essere incanalata in una corsia senza svincoli: certamente finisco per immedesimarmi, ma mi sento anche privata della possibilità di guardare il personaggio principale o narrante in modo distaccato e quindi di giudicarlo in modo oggettivo. Di conseguenza mi sento privata anche della possibilità di andare oltre i confini tracciati dall'autore, perché questi inevitabilmente delimita il quadro della storia e dei personaggi con la cornice della visione a senso unico. La realtà che l'autore crea ex novo o sfrutta se già esistente non è un fondale di cartapesta davanti al quale muovere le pedine principali del racconto lasciando che le altre assumano i contorni di marionette che si muovono all'occasione solo quando serve. La realtà è composta da innumerevoli voci e sceglierne una sola (che sia il protagonista o meno) equivale a mettere le altre su un piano 'inferiore', in quanto il protagonista (ma non è detto che sia uno solo) è il personaggio 'eletto' dall'autore a perno della storia, quello che catalizza l'attenzione a prescindere da cosa fanno gli altri personaggi, ridotti quindi in genere a contorni al piatto forte. E' come far indossare al lettore un paio di paraocchi: continuerà a guardare nella stessa direzione pur ruotando la testa.
Con tutta questa tiritera non voglio dire che un protagonista (o più di uno) non debba ovviamente esserci, né che il narratore onniscente o la prima persona siano da buttar via: l'importante, a mio parere, è cercare di non focalizzarsi su uno o due punti di vista soltanto, se si sceglie di narrare per mezzo della TPL; inoltre di essere consapevoli che narratore onniscente e prima persona hanno dei grossi limiti (rischio infodump e conseguente rallentamento della narrazione, tanto per citarne uno), quindi vanno trattati con accortezza. Sono rari gli autori di ff che scelgono consapevolmente un determinato tipo di narrazione: ad esempio Ery_chan, in Want I really want, ha scelto di narrare in prima persona multipla. I personaggi principali narrano infatti a turno in prima persona ciò che stanno vivendo. In questo modo Ery si è assicurata un approfondimento psicologico pari alla TPL senza rinunciare al punto di vista multiplo. Bluemary, in tutte le sue ff sui sayan, ha fatto largo uso del punto di vista multiplo, sia quando usava il narratore onniscente, sia quando è passata alla TPL, garantendo in questo modo al lettore - a seconda della complessità della storia - una visione eccezionalmente ampia dell'universo sayan, anzi, direi completa. La stessa cosa la stanno garantendo Kuno (con Chasing the Evening Shadows) e Moira (con il seguito di Destini Intrecciati) per quanto riguarda il variegato mondo di Ranma. Vien da sé che se la storia non prevede più di due o tre attori - quindi parliamo di una storia in genere breve e/o non articolata - tutto questo discorso non sta in piedi. Purtroppo, infatti, la stragrande maggioranza delle ff su Ranma (ma anche su Inuyasha e altri fandom) non sono altro che sfoghi adolescenziali di ragazzine frustrate perché il loro manga preferito non ha mostrato ciò che loro si aspettavano. Risultato: ff monotematiche sui protagonisti che copulano dalla mattina alla sera o che comunque si dichiarano con mielose effusioni alla Harmony. Questa produzione corrisponde a circa il 90% del totale pubblicato. Il contesto, l'ambientazione e soprattutto gli altri personaggi presenti nel manga/anime non contano, possono anche andare a farsi benedire, venendo quindi tirati in ballo solo se proprio serve e si vede, perché sembrano manichini.
Anche quando a pubblicare sono fanwriter che hanno superato i vent'anni, il quadro non cambia di molto, sia che siano alla loro prima prova, sia che abbiano già scritto diverse ff, perché si tende a pubblicare ciò che il lettore medio adolescente si aspetta di leggere: dichiarazioni, effusioni, rotolamenti sul pavimento, ecc. Così chi come me si sforza di andare oltre questa becera narrativa, questa 'visione monocolare' per adolescenti in calore, e cerca di rispettare lo spirito del manga/anime in tutto e per tutto coinvolgendo quanti più personaggi takahashiani (e non) sia possibile, si ritrova a ricevere commenti del tipo: ottima trama ottimo stile... pessimo carattere.. si sei sadica *_* voglio qualcosina cn la "vera" akane... (recensione all'ultimo cap della Gatta Morta), oppure: Uffa, voglio vedere Akane gatta nella stanza di Ranma di notte! Ti prego, realizza questo mio desiderio...entro l'anno please (commento al cap 3 sempre della Gatta Morta, fra l'altro avevo già in mente quella scena, per questo poi l'ho scritta).
Anche i pochi fanwriter che cercano di scrivere storie lunghe e articolate, coivolgendo numerosi personaggi fra originali e non, raramente si rendono conto di scrivere una storia 'a senso unico': fateci caso, in genere i punti di vista scelti sono quasi sempre quelli di Ranma e Akane, Akane e Ranma, solo ogni tanto fanno capolino i punti di vista dei personaggi secondari, perché assai raramente viene loro data l'importanza che meriterebbero. I personaggi secondari sono tratteggiati in genere tanto approssimativamente da essere appena riconoscibili: hanno le movenze dei pupazzi e le espressioni dei manichini. Perché? Perché non sono quasi mai funzionali alla storia, in quanto ai protagonisti viene fatto occupare il 99% del campo visivo del lettore. Ma i protagonisti non sono gli unici abitanti del pianeta. Ricordo che Gamberetta lamentava il fatto che in uno dei tanti osceni fantasy italiani da lei letti, il gruppetto dei personaggi principali compiva - tanto per cambiare - un lungo viaggio senza praticamente incontrare un'anima viva: attraversavano generici villaggi, posti di blocco e locande pressoché disabitate, perché l'autore non si era preso la briga di accennare nemmeno di striscio a forme di vita senzienti lungo il cammino. Un'ambientazione deserta, come immancabilmente deserta è casa Tendo quando l'autore si mette in testa di far rimanere da soli Ranma e Akane sfruttando le solite scuse trite e ritrite della famiglia Tendo per svignarsela nelle ff. Il grosso dei fanwriter (ma anche degli autori professionisti) ha una visione della scrittura da cannocchiale: chiude un occhio su una vasta realtà per focalizzare l'altro su un francobollo di questa, senza rendersi conto del potenziale che ha sotto mano. La TPL multipla aiuta, in questo senso, non solo ad allargare la visuale per immergere il lettore in un mondo potenzialmente sconfinato e vivo, ma soprattutto ad approfondire psicologicamente i personaggi grazie alle 'visioni incrociate' che gli stessi hanno l'uno nei confronti dell'altro. A quel punto le possibilità di costruire una trama veramente complessa sono enormi, perché se a tutti i personaggi, principali e secondari, viene data una voce, ovvero una storia personale, una caratterizzazione accurata e quindi un modo tutto loro di interagire con gli altri personaggi e con il mondo che li circonda in generale, si possono creare dei plot molto articolati senza far necessariamente ricorso a personaggi originali, senza considerare che si svincola finalmente il lettore dall'idea che il protagonsita sia sempre e comunque il più figo, il più forte, il più bello, il più cazzuto, insomma tutto pregi e niente difetti, perché ogni altro personaggio ha il suo modo di vederlo e considerarlo. Non c'è niente di peggio, infatti, di un protagonista tanto irrealistico (frutto quasi sempre della visione a senso unico del narratore onniscente), che altro non è se non la proiezione delle fantasie dell'autore, sul suo ideale maschile e femminile, nella storia che narra.

Lo so, faccio un uso 'estremo' della TPL multipla, magari esagero pure a dar voce a personaggi che vivono il tempo di una scena, però hanno in primis una funzione secondo me molto importante: mostrare al lettore che il mondo in cui i personaggi principali e secondari si muovono è popolato, come ho cercato di spiegare nel post precedente, non semidesertico. E che a volte mostrare i personaggi principali e secondari con gli occhi di chi fa da 'sfondo' può risultare molto utile, soprattutto se i nostri 'eroi' sono in viaggio: si permette infatti al lettore di inquadrare meglio la realtà che circonda i personaggi, così da fargli comprendere perché si comportano in un determinato modo, hanno certi atteggiamenti, una determinata mentalità e affrontano le varie situazioni che si presentano in una certa maniera e non in un'altra che parrebbe più ovvia. I personaggi ultra-secondari servono non solo a rimpolpare il pianeta, ma anche a farci meglio comprendere perché quelli principali si muovono come si muovono e il modo in cui interagiscono con la (nuova) ambientazione, senza contare che un punto di vista 'esterno', distaccato o coinvolto che sia nelle vicende, aiuta ancora di più a giudicare i personaggi principali e secondari in modo obiettivo, partecipando alle loro disavventure senza mettere due belle fette di prosciutto sugli occhi. Beh, almeno spero. ^^;;
[Modificato da Tiger eyes 18/05/2011 11:01]

L’incompetenza si manifesta nell’uso di troppe parole.
Ezra Pound

La supposizione è la madre di tutte le cazzate.
Il mercenario Penn, "Trappola sulle montagne rocciose"

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12/08/2011 02:55
 
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Innanzitutto grazie per il tempo che ci hai speso. Sappi che io l'ho letta tutta e con attenzione!
Per voler approfondire, sapendo che purtroppo qua non c'è verso di comprare, hai dei link già testati? :) Cercavo qua e là nel web. Sedevi metterti a cercarli apposta no, mi sbatto io, ma qualcuno lo conosci già ... [SM=g27959] L'articolo di Khor me lo leggo oggi!
E spero di non fare un casino °__°. Argh. Sembra tutto abbastanza complicato.




Dick si stupì di come un essere umano potesse usare tanta arte, tanti suoni raffinati per descrivere qualcosa che evidentemente rappresentava la paura allo stato puro. Ma forse era vero che la bellezza non era altro che l'inizio del terrore.
19/08/2011 16:04
 
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Re:
.Ai., 12/08/2011 02.55:

Innanzitutto grazie per il tempo che ci hai speso. Sappi che io l'ho letta tutta e con attenzione!


Mi fa piacere, spero la trovi utile! ^_^

Per voler approfondire, sapendo che purtroppo qua non c'è verso di comprare, hai dei link già testati? :) Cercavo qua e là nel web. Se devi metterti a cercarli apposta no, mi sbatto io, ma qualcuno lo conosci già ... [SM=g27959] L'articolo di Khor me lo leggo oggi!
E spero di non fare un casino °__°. Argh. Sembra tutto abbastanza complicato.


Ti assicuro che quando hai capito il meccanismo, la TPL vien da sé, non è niente di così complesso. ^_-
Riguardo i link, ti consiglio di leggere tutte le recensioni e i post sulla scrittura e l'italiano di Gamberetta su Gambery Fantasy, cercali nella sezione Categorie Ittiche (colonna a destra).
Poi ovviamente sarebbero da leggere tutti i post di Khor sulla struttura di un romanzo, il punto di vista, il tema portante, l'incipit, ecc: Khor sta traducendo dall'inglese articoli e addirittura manuali sulle tecniche narrative. Alcuni manuali di scrittura sono stati anche tradotti in italiano, ma non tutti sembrano essere validi, io non te ne posso consigliare nemmeno uno, onestamente, perché non li ho letti di persona, li conosco solo per via delle discussioni avute sui blog di Sammy e Khor, quindi chiedi a una delle due quali siano i migliori, se ti va di leggerne almeno uno. Lascia perdere quelli scritti da italiani, questo te lo posso dire.
Infine, se vuoi verificare di aver usato correttamente la TPL, inutile dire che devi far leggere a qualcuno che già la sappia usare ciò che hai scritto/scriverai: il senpai, per esempio, la padroneggia perfettamente. ^_^
[Modificato da Tiger eyes 20/08/2011 08:41]

L’incompetenza si manifesta nell’uso di troppe parole.
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La supposizione è la madre di tutte le cazzate.
Il mercenario Penn, "Trappola sulle montagne rocciose"

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Grazie Cris [SM=g27959]! Gentilissima e puntuale come sempre!
Io per il momento mi sto dando al narratore onnisciente, sperando di non fare un casino.Comunque mi leggerò tutto, per bene, anche perché sono certa che siano articoli estremamente interessanti.
Wow.
E se passerò alla TPL, sottoporrò il lavoro a voi esperti! [SM=g27959]
Grazie ancora!




Dick si stupì di come un essere umano potesse usare tanta arte, tanti suoni raffinati per descrivere qualcosa che evidentemente rappresentava la paura allo stato puro. Ma forse era vero che la bellezza non era altro che l'inizio del terrore.
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