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Lo Sbarramento di Lardaro

Ultimo Aggiornamento: 18/02/2023 20:38
29/06/2011 22:41
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Una cronaca di guerra - Oswald Kaufmann- Forte Larino-Peschiera


6 gennaio 1916
Abbiamo lasciato la nostra base di Larino e siamo andati in una località chiamata Peschiera dove c’erano quelli di Bizau. Ci conoscevamo bene.
Siamo stati divisi in gruppi ed io sono stato assegnato ad una postazione chiamata Narrenhaüsle. Questo nome però l’aveva prima che noi arrivassimo !!
Abbiamo svolto il nostro servizio di guardia bene e fedelmente.

Marzo – ultimi giorni di carnevale
Ci è stato ordinato di andare sul caposaldo di Nogoli per dare il cambio. Siamo saliti in mezzo ad una terribile tempesta di neve.
Lassù però non era tanto male
Abbiamo incominciato a recitare il rosario e … a bestemmiare! Potete immaginare come abbiamo fatto la guardia e svolto i nostri compiti di giorno!
[Modificato da Enzo1966 29/06/2011 22:43]
01/07/2011 20:04
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Portatrici d'assi nelle Giudicarie.

Racconta il cappellano militare Josef Pardatscher:
"..Riprendiamo la marcia e da Ziano ci dirigiamo nelle Giudicarie Inferiori.
1918- La compagnia di Standschutzen Auer-Ora ha la sua base presso malga Pura.
Nella stessa postazione vi sono anche gli Standschutzen di Bezau.
Nella zona vi sono ragazze dei paesi vicini che durante il giorno fanno le portatrici di materiali vari.
Alcuni degli Standschutzen di Bezau gia' fanno gli occhi dolci a queste ragazze e si capisce anche durante la S.Messa.
In questo caso mi posso avvalere dell'assistenza dei sergenti Gallmetzer e Bachmann di Petersberg che in qualita' di aiuto-cooperatori si incaricano di far mantenere il comportamento adeguato
durante la S.Messa.
Anche sul monte Gaverdina vi sono ragazze adibite al servizio di portatrici,sono di madrelingua italiana e sono affidate al controllo di un'anziana "zia" e un maestro istriano e' il loro comandante.
Sono veramente brave !"

Il Francese
18/07/2011 12:55
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A proposito di teleferiche :

Malga Pura

Racconta ancora il cappellano Pardatscher :
Salgo sulla teleferica da Monte Pura al Monte Cadria,celebro la S.Messa e prometto di tornare di nuovo alla sera per dare la possibilita' di presentarsi alle confessioni.
Vado quindi alla stazione della teleferica:prima di salire nel carrello,guardando avanti,vedo una cosa appesa alla fune portante che non deve trovarsi in quel posto.
Chiedo al personale :cosa c'e' li' davanti? Risposta "Niente di particolre".
Scopro poi che e' invece un pezzo di rulliera girata sottosopra appeso alla fune portante.Ma mi siedo ed il viaggio inizia.
La teleferica si ferma due volte per il carico intermedio.Indi prosegue la discesa verso il pilone portante sistemato sopra una ripida roccia.Io penso:"La' quel maledetto rullo girato diventera' un ostacolo perche' la rulliera del mio carrello cosi' non puo' oltrepassare la cavalletta portante!Mi immagino gia' che saro' scaraventato nel vuoto e il mio corpo verra' ritrovato allo scioglimento delle nevi in macabri pezzetti!
La teleferica e' in movimento e la cavalletta e' qui.Il mio carrello
subisce un improvviso strappo e la rulliera del mio carrello si innalza sopra la cavalletta e come per miracolo si rimette nella posizione a contatto con la fune portante.
Quando arrivo a valle vi e' uno stato di sorpresa generale "E' quasi un prodigio se non e' successo niente!!".

Il francese
19/07/2011 19:35
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Da "Baon Auer" di R. Cembran
Il 1° Luglio 1918 i Kaiserschützen della Compagnia “Ora” che contava 5 Ufficiali e 205 uomini , meno di un quarto dell’effettivo iniziale, tornò a Breguzzo, dove fu trasferita dal III° al I° Gruppo della 98° Brg di Fanteria.
Dopo alcuni giorni…furono nuovamente distribuiti in varie postazioni del fronte . Alcuni raggiunsero e lavorarono presso le stazioni di partenza delle funicolari. Altri furono destinati al forte Cariola, sopra Lardaro.Il forte era di moderna costruzione, completamente in cemento armato, adatto a resistere anche ai proiettili da 305.
Per spiegare la sua robusta struttura basti dire che furono necessarie 3 granate cadute sul medesimo punto per vedere delle scalfitture nel tetto.
La strada che portava al forte fu pesantemente colpita dalle artiglierie italiane ostacolando l’utilizzazione dei carri da trasporto
Di giorno si preparava il cemento e di notte si riparavano i tunnel e pertanto era impossibile dormire o riposare
[Modificato da Enzo1966 19/07/2011 19:36]
27/07/2011 23:08
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Dal diario di padre Fabian Barcata:
"All'inizio della primavera del '16,l'artiglieria it.ha preso a battere le nostre linee.Soprattutto bersagliato era il nostro forte Cariola,il piu' moderno ed efficace:quest'opera colossale era stata
realizzata con dei mezzi manuali e l'uso di molto ferro profilato e di calcestruzzo macroscopico dall'abile imprenditore Ezzelino Zontini
di ceppo giudicariese.
Una sera dopo cena,alla mensa uff.di Bondo,il col. Spiegel mi aveva tratto in disparte per dirmi sottovoce:"Sig. capitano curato da campo!! Da poco ho telefonato al comandante del forte Cariola che mi ha detto che a parte qualche graffio diurno da noi riempito la notte col beton,il forte ha perfettamente resistito ai colpi it.
Molto basso e' invece il morale dei soldati del forte,insofferenti dell'ambiente chiuso,ignari delle operazioni e del rumore degli spari,costretti a prosciugare le murature dalle infiltrazioni della neve,stanchi del cibo freddo e secco delle scatolette e del pane biscottato, per cui sarebbe opportuno l'intervento consolatore del curato per sollevare il morale degli addetti al forte,non essendoci riuscito finora il loro ufficiale .
27/07/2011 23:13
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Dal diario di padre Fabian Barcata:
"All'inizio della primavera del '16,l'artiglieria it.ha preso a battere le nostre linee.Soprattutto bersagliato era il nostro forte Cariola,il piu' moderno ed efficace:quest'opera colossale era stata
realizzata con dei mezzi manuali e l'uso di molto ferro profilato e di calcestruzzo macroscopico dall'abile imprenditore Ezzelino Zontini
di ceppo giudicariese.
Una sera dopo cena,alla mensa uff.di Bondo,il col. Spiegel mi aveva tratto in disparte per dirmi sottovoce:"Sig. capitano curato da campo!! Da poco ho telefonato al comandante del forte Cariola che mi ha detto che a parte qualche graffio diurno da noi riempito la notte col beton,il forte ha perfettamente resistito ai colpi it.
Molto basso e' invece il morale dei soldati del forte,insofferenti dell'ambiente chiuso,ignari delle operazioni e del rumore degli spari,costretti a prosciugare le murature dalle infiltrazioni della neve,stanchi del cibo freddo e secco delle scatolette e del pane biscottato, per cui sarebbe opportuno l'intervento consolatore del curato per sollevare il morale degli addetti al forte,non essendoci riuscito finora il loro ufficiale .
Senza molto riflettere e con la visione dei volti pallidi e depressi dei militari del forte ho risposto "Sig. colonnello ,partiro' questa notte stessa "
........................continua
11/08/2011 14:44
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Padre Barcata

... continua
" Esco e allo schioccare della frusta del mio cocchiere dico "Ai prati dell'Orso".
Dopo poche ore arriviamo ai prati dell'Orso da dove telefono al comandante del forte Cariola:in compagnia di un soldato di guida arrivo all'inizio del camminamento del Cariola.Da li proseguo da solo sotto la pioggia.Tenevo la lampadina tascabile spenta per non essere di bersaglio all'avversario....D'improvviso un fascio di fuoco passa sopra di me :questo strano fuoco e' una luce inumana emessa dal proiettore ,forse in cerca di me per annientarmi!
Correndo tra gli scoppi giungo al forte dove una mano misteriosa mi ha afferrato tirandomi dentro il portone di ferro .
Un'ora dopo ero nel piu' grande locale del forte che era stato adibito a cappella:nell'attesa della messa ,tra gli scoppi e le cannonate ,cercavo in me le parole adatte non per tramutare in eroi i militari del forte ,ma per farne degli uomini capaci di affrontare la guerra al pari di tutti gli altri combattenti che espongono la loro vita al fronte " ......

Il Francese
02/03/2012 22:03
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Dopo Padre Barcata ,qualche appunto dal diario del Cappellano Militare Don Primo Discacciati ,di stanza all'Ospedaletto da campo n.25 a Storo :

17 /04/17 "E' portato all'Ospedaletto un alpino ferito alla coscia.
Proviene da Biacesa e narra cose curiose.
Vivono in buona armonia con le vedette AU,le quali lanciano sassi sui loro ricoveri quando le bombarde stanno per iniziare il fuoco:4 o 5 colpi ogni giorno.
I nostri quando vedono i sassi si mettono immediatamente al riparo e le bombe raramente colpiscono.Avevano fatto una piccola teleferica: i nostri mandavano pane agli austriaci,questi rimandavano liquori.
Un capitano delle nostre guardie di finanza scopri' il gioco e lo fece cessare.
Gli AU se la legarono al dito:domandarono la regione della sospensione e saputo del capitano lo tennero d'occhio per qualche giorno,finche' riuscirono a scoprirlo mentre usciva dal suo baracchino e con una fucilata lo mandarono al Creatore.
Se non vi fosse un tacito accordo in quel punto i nostri non potrebbero rimanervi un'ora sola:gli Austriaci sono in cima alle rocce,i nostri sotto,a meno di 200 metri,riparati da pochi sacchetti di terra."

Il Francese
02/03/2012 22:03
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Dopo Padre Barcata ,qualche appunto dal diario del Cappellano Militare Don Primo Discacciati ,di stanza all'Ospedaletto da campo n.25 a Storo :

17 /04/17 "E' portato all'Ospedaletto un alpino ferito alla coscia.
Proviene da Biacesa e narra cose curiose.
Vivono in buona armonia con le vedette AU,le quali lanciano sassi sui loro ricoveri quando le bombarde stanno per iniziare il fuoco:4 o 5 colpi ogni giorno.
I nostri quando vedono i sassi si mettono immediatamente al riparo e le bombe raramente colpiscono.Avevano fatto una piccola teleferica: i nostri mandavano pane agli austriaci,questi rimandavano liquori.
Un capitano delle nostre guardie di finanza scopri' il gioco e lo fece cessare.
Gli AU se la legarono al dito:domandarono la regione della sospensione e saputo del capitano lo tennero d'occhio per qualche giorno,finche' riuscirono a scoprirlo mentre usciva dal suo baracchino e con una fucilata lo mandarono al Creatore.
Se non vi fosse un tacito accordo in quel punto i nostri non potrebbero rimanervi un'ora sola:gli Austriaci sono in cima alle rocce,i nostri sotto,a meno di 200 metri,riparati da pochi sacchetti di terra."

Il Francese
18/03/2012 21:16
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Non solo guerra ,ma anche momenti di svago e riposo dal fronte Giudicarie - Ledro.


Gara sciistica tra soldati AU nelle Giudicarie


Volo dalla copertura del Cariola


Italiani sul ,anzi giu', dal Carone


e una buona siesta con sigaretta presso Storo

Il Francese
18/03/2012 21:28
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ciao Umberto
giù dal Carone
la foto è stata scattata dal ten Cipelli da Fiorenzuola D'Arda
in quella sotto si vede don Primo Discacciati Autore di uno splendido diario
praticamente uguale a quello del ten Hecht, solamente visto dall'altra parte
otto....
[SM=g7349]
...non è perchè le cose sono difficili che non osiamo...ma è perchè non osiamo che sono difficili... (Seneca)
Fondatore ASCeT-tessera n°4
18/03/2012 21:38
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Quelli del Carone
otto...
[SM=g7346]
...non è perchè le cose sono difficili che non osiamo...ma è perchè non osiamo che sono difficili... (Seneca)
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18/03/2012 21:41
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Re:
ottoellison, 18/03/2012 21:28:

ciao Umberto
giù dal Carone
la foto è stata scattata dal ten Cipelli da Fiorenzuola D'Arda
in quella sotto si vede don Primo Discacciati Autore di uno splendido diario
praticamente uguale a quello del ten Hecht, solamente visto dall'altra parte
otto....
[SM=g7349]




Giustissimo Mauro
e per quanto riguarda il Diario di Don Primo lo trovo personalmente una delle cose piu' belle che ho letto :preciso,ironico, molto duro con una certa stampa e lo stesso Cadorna e critico persino della figura delle crocerossine che con lui lavoravano nell'ospedaletto a Storo.

Il Francese
18/03/2012 21:48
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hanno stampato anche la seconda parte che va dal marzo 1918 fino al febbraio 1919
a Merano
interessantissimo
otto....
[SM=g7348]
...non è perchè le cose sono difficili che non osiamo...ma è perchè non osiamo che sono difficili... (Seneca)
Fondatore ASCeT-tessera n°4
03/07/2012 21:34
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Postazione di rilevamento topografico su Cima Maresse

Cosi' Mario Ceola :
"Cara Lucia
grazie del suo breve scritto che mi ha portato letizia al cuore ed aggiunto fiamma alla fiamma che vi arde.
Le scrivo dall'Osservatorio di Cima Maresse ove compio il turno di servizio che mi tocca ogni 4 giorni ...
Non si fa nulla durante il giorno ;solo compito e' quello di osservare i lavori ed eventuali mosse del nemico e dirigere il tiro della batteria se si spara.
Ho davanti a me un panorama incantevole di ghiacciai ,di valli ,di monti.....
Vedesse le difese nemiche sul Dosso dei Morti e Lardaro ;veri labirinti di reticolati e di trincee con batterie e posti di mitragliatrici ad ogni pie' spinto.
Altro che noi!! Credo non basterebbe tutto il nostro esercito per sfondare quelle posizioni.;"


Il Francese
31/10/2012 10:27
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Prima dell'arrivo della neve ho voluto visitare il tratto della prima linea italiana tra Cima Pissola e Cima Clevet , conquistate dagli italiani nell'agosto del '15.
Questo tratto di linea , separato dalla Val di Daone , fronteggiava la linea Au. che scendeva dal Doss dei Morti fino a Lardaro.
Zona poco frequentata ma ricca di manufatti e con un panorama superbo.



Il Doss dei Morti

Monumento dedicato ai fanti della Toscana

Ingresso all'osservatorio di cima Narone

Postazione antiaerea su cima Pissola

Il laghetto di Maresse

Resti di baraccamenti e arrivo di teleferica sotto Cima Clevet

Il Melino

Il Francese [SM=g7285]
25/11/2012 21:09
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Un fronte tranquillo, ma custodito da un gurardiano possente e..non sempre silenzioso

Da "Ricordi di uno storico allora studente in grigioverde (guerra 1915-1918)" - Edizioni dell’Ateneo, di Alberto M. Ghisalberti.

Scrive negli anni '80, rileggendo pagine del suo diario di guerra l'autore del diario, allora Sottotenente del 42° Rgt. Fant. Brg. "Modena", appena trasferito con il suo Reggimento in Val Daone:

"Una mia lettera del 24 (Novembre del 1916) a casa esaltava l’impressione generale che mi aveva procurato il nuovo fronte.

....Paradossale, cinematografico, magnifico. Tra noi (q. 1410) e il nemico che è a Doss dei Morti (q. 2180) c’è di mezzo il Chiese. E’ una guerra scenografica, panoramica. La truppa è accantonata in baracche con letti e stufe! Noi ufficiali abbiamo piccole palazzine di legno , che sono gioielli di semplicità e buon gusto. La mia non è più grande del mio studio romano : ha la stufa, un letto, una seggiola, un tavolino e quattro o cinque mensole che mi servono per tutte quelle indispensabili cose inutili che mi sono care. E intorno neve, neve, neve. Ma non quella sudicia dello Sleme, ma quella bella, bianca, soffice, amica, delle montagne oneste. E per il monte boschi meravigliosi attraversati da trincee e ridotte, percorsi da mulattiere, sentieri, camminamenti. Ogni tanto un ricovero in caso di bombardamento e poi baracche , cucine, magazzini e fontane, fontane vere, autentiche, in pietr, con splendidi lavatoi per la truppa. Un paradiso!. Lontano, al di là del Chiese, a 700 m. in linea d’aria, a quattro buone ore di marcia in realtà, il nemico. Qualche ta-pum malinconico, e dire che a destra c’è il Cadria, irto di cannoni, di fronte il Doss, nido di artiglierie, a fondo valle il famoso forte Por……Se aprissero il fuoco queste povere malghe Promonte non resisterebbero cinque minuti ma non sparano da secoli.. è una guerra strana, all’antica. Pattuglie, avamposti, gran guardie, e gran quantità di campi minati dall’una e dell’altra parte per cui non è prudente andare a passeggiare in certi certe zone per evitare il rischio di andare a fare un volo verso più libero aere.
"
[Modificato da Enzo1966 25/11/2012 21:12]
27/11/2012 22:24
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Alberto Maria Ghisalberti - Ricordi di uno storico allora studente in grigioverde (guerra 1915-1918)

Un nemico "silenzioso" e temibile anche in una zona di fronte relativamente tranquilla...

“..non solo il nemico, purtroppo, mieteva vittime. Il 9 gennaio [del 1917] una frana caduta sulla mulattiera di Angleri travolgeva un soldato della 3° compagnia, intento ai lavori di sgombero della neve. Nonostante le intense ricerche non si riuscì mai a recuperare la salma. Frequenti in quei giorni le valanghe: una di 100 metri di lunghezza non faceva vittime ma ostruiva un’altra mulattiera importante e costringeva a faticosi lavori di ripristino con una temperatura che oscillava tra i 2 gradi sopra lo zero e i 5 sotto. L’artiglieria nemica del Monte Corno si sfogava a sprecare munizioni, mentre si intensificava la caduta della neve e un frana bloccava cinque soldati , fortunatamente presto liberati dal pericoloso abbraccio.
Ma le valanghe, bisogna riconoscerlo, eran equamente distribuite tra noi ed i colleghi di fronte”
20/01/2013 15:00
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Una nuova testimonianza

"Per tutto il mese di Giugno il terribile Dosso dei Morti, che ora ci fa tanta paura, ……… da cui attaccare le opere di L
Lardaro è un gioco, fu completamente indifeso, sprovvisto di truppe nemiche.
……………..
Il Generale d’allora non mancò di farlo notare al Comando Supremo che cestinò il facile piano di questo Stato Maggiore.
Qui non si doveva tentare nulla: si doveva prendere Gorizia.
Ora un plotone di 50 Kaiserjägers tiene in iscacco 2 Brigate di Fanteria che si accaniscono come un branco di topi che non riesce a scalare le zampe di un leone.
Sul Cadria, il monte più alto del Trentino, c’erano soltanto dei piccoli posti di cui avremmo potuto aver ragione con quattro fucilate ben assestate dei nostri alpini.
……………..
Ci siamo ridotti a fine d’anno senza avere preso Gorizia e neanche avere seriamente danneggiato sensibilmente il Por.
Già perché questo terribile forte, circondato ormai per tre quarti è ancora in piedi e spara sempre e disturba sempre le nostre comunicazioni. In una mia precedente ve lo avevo dato gia’ per spacciato: invece è più vivo di prima, e più feroce per il dispetto di avere perduto - sfasciata dai nostri 280 che ci han messo cinque mesi per essere piazzati in questa valle – una cupola.
Un pennacchio di fumo che partiva dalla sommità del Carriol dove è il forte e che forse era un incendio suscitato dallo stesso nemico per fuorviare le nostra attenzione, ci aveva ingannati……… "


Tratto da : "Dentro la guerra - Lettere dal fronte della Valle del Chiese 1915-1916" di Michele Rigillo, edizioni Ass. Storico Culturale "Il Chiese"
[Modificato da Enzo1966 20/01/2013 15:01]
14/02/2013 12:57
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Dal diario "Dal Cadria allo Stivo" di Felix Hecht von Eleda

1916
Maggio,mese delizioso! Cosa portera'?
.. un battaglione di fanteria speciale e' giunto di rinforzo al nostro settore poiche' a detta del maggiore si dovrebbe fare quanto prima un attacco alla trincea nemica dei Sacchi di Sabbia.
A sera vado al nostro avamposto ove un nostro soldato si e' ferito per imperizia con la pistola dei razzi.
.. a notte ,all'ultimo avamposto ,mi metto in osservazione con il cuore in gola:gli italiani ci osserveranno?
Spero che il plotone delle Taiade non attacchi troppo presto mettendo in allarme il nemico.
Sotto di noi si sentono dei movimenti,ora siamo vicini alla malga.
Strisciano come serpenti le ombre furtive degli uomini in agguato tra macchie di neve,nella notte che si fa piu' scura poco prima dello spuntare dell'alba.
Di colpo clamore di baionette ;il nemico grida "Mio Dio!"
Silenzio per un attimo ,poi altri colpi di fucile ,abbiamo preso la trincea? Cosa succede? La nostra artiglieria tace e non sento le mitraglie.
Corro al telefono e grido "Aprite il fuoco!"
... la trincea dei SAcchi di Sabbia e' da noi occupata ;le mitraglie sparano tutti i caricatori e poi il nostro attacco si calma.
... a questo punto sento gridare dal basso "Kaiserjager raccoglietivi
e riprendete l'attacco,i Landsturm sono gia' al loro posto!".
..... catturiamo 5 prigionieri ma nessun ufficiale ,un altro prigioniero e' catturato vicino al Mandrel de le pecore ;nel ripiegare distruggiamo anche la trincea dei Sacchi di Sabbia buttando il materiale giu' per la Val Croina.
Lascio la trincea distrutta per ultimo tra raffiche di mitraglia sparate da tutte le nostre postazioni col ritmo selvaggio a protezione del rientro e arriviamo allegri al nostro avamposto mentre il giorno incomincia a far chiaro.


Il Francese
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