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storie di cittadini italiani.

Ultimo Aggiornamento: 25/04/2011 08:53
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25/03/2011 11:19
 
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Cuba clandestina: maggiori dettagli sulla morte della giovane di Bayamo
03 febbraio 2011
Cuba clandestina: maggiori dettagli sulla morte della giovane di Bayamo

La misteriosa morte della giovane di Bayamo nel Maggio scorso fù considerata inizialmente come un omicidio dopo la scoperta del corpo in stato di decomposizione.

I risultati preliminari dell'investigazione rivelano che la vittima si chiamava Lilian Ramirez Espinosa (nella foto) di 12 anni, il suo cadavere fù sepolto il 19 Maggio in un luogo di difficile accesso, coperto da vegetazione e arbusti nel quartiere Molino Rojo, poco fuori Bayamo.

Il cadavere era senza mutandine, indossava l'uniforme della scuola media, maglietta bianca e gonna gialla.
Tre cittadini italiani e almeno 12 cubani residenti a Bayamo sono in carcere dallo scorso Giugno, anche se non sono state presentate ancora accuse formali.

Il 14 Maggio la madre e il padrino riportarono alla polizia la scomparsa della giovane che frequentava la scuola media "Augusto Cesar Sandino", alla seconda classe.
Quattro giorni dopo, una cane girava con una mano in bocca nei dintorni del ponte "El Salado". Oltre alla mano, la testa era separata dal corpo a causa degli animali selvatici.

Lilian viveva a Bayamo, in una casa definita in "cattivo stato", era asmatica cronica sotto cure mediche. Era considerata introversa, suggestionabile, docile, tranquilla e disciplinata, anche se con un rendimento scolastico al di sotto della media.

Gli investigatori affermano che era accudita male e poco controllata dalla madre, manifestava un sentimento di inferiorità per il suo stato economico e varie volte chiese al padre di poter vivere con lui.
Negli ultimi giorni di vita mostrava segnali di stanchezza, a scuola come a casa.

Nonostante la giovane età aveva avuto vari fidanzati, cinque di loro già identificati. Viveva con la madre, Margarita Espinosa, ausiliare di pulizia pubblica, caratterizzata dalla polizia come instabile nelle sue relazioni affettive, senza affetto per la figlia, disonesta, senza alcuna cura per se stessa e per sua figlia, non manifestava nessuna emozione per quello che è successo, con basso livello culturale. Alcuni reporter dichiarano che inizialmente fù arrestata.

Gli ultimi che la videro viva, erano i suoi compagni di scuola, hanno affermato che un uomo gli ha offerto 20 pesos per un passaggio al quartiere Jabaquito. L'uomo fù descritto come di corporatura gracile, capelli tinti di giallo, 175 cm di altezza e di circa 32 anni, che girava in bicicletta.

L'investigazione preliminare non menziona i cittadini italiani arrestati due settimane dopo, nè di rapporti tra Lilian e gli stranieri.
La versione popolare dei fatti appunta che Lilian visitò una casa particular dove si stava svolgendo una festa con stranieri, dove consumò forti quantità di alcol e droga.

La polizia afferma che non morì nel luogo dove fù sepolta e ha dato la seguente versione dei presunti colpevoli:
- un uomo di pelle nera che girava in bicicletta e che fù visto conversare con la vittima, l'uomo le chiese di darle un passaggio in cambio di 20 pesos
- il padrino, che nascose i suoi precedenti penali, è al momento uno dei maggiori indagati
- la casua della morte è stata per soffocamento dopo essersi negata per prestazioni sessuali.


fonte CafèFuerte
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25/03/2011 12:18
 
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tre italiani sono in carcere ..

Cuba clandestina: tre italiani sono in carcere accusati della morte di una giovane prostituta di 13 anni.

Le versioni che circolano ufficiosamente sono contrastanti. Alcuni testimoni affermano che la ragazzina di 13 anni soffriva di asma cronica, è morta a Bayamo in una casa particular, durante una festa con i tre italiani, a causa dell'alcool ingerito e, probabilmente, dell'assunzione di droga.

Il corpo fù poi seppellito a 15 km dalla casa e scoperto due settimane dopo grazie ad un cane che girovagava con un braccio della piccola tra i denti.
Durante l'autopsia scoprirono che la bimba morì non per l'ingestione di alcool e droga, ma perchè fù sepolta ancora viva dopo aver perso conoscenza durante la festa.

I tre italiani e almeno dodici cubani sono in carcere a Cuba dalla metà del 2010 senza che a loro carico ci siano accuse formali, le circostanze del crimine sono misteriose e la stampa cubana ha mantenuto totale silenzio in merito.

Il corpo della piccola, che sembra si stesse prostituendo con gli italiani, fù trovato tra gli arbusti indossando ancora la gonna gialla dell'uniforme della scuola media.

La tragica festa si è tenuta il 14 Maggio dello scorso anno. I nomi degli italiani sono: Simone Pini, di 43 anni, Angelo Malavasi, di 45 e Luigi Sartorio di 44, i tre affermano di essere innocenti, due dicono che al momento del fatto non si trovavano a Cuba, il terzo, Malavasi, è l'unico che era a Bayamo in quella data. Tutti e tre frequentavano assiduamente Bayamo ed erano ovviamente molto conosciuti in città.

Sartorio afferma che ha firmato una confessione sotto tortura nel carcere di Holguin il 2 Giugno: "mi hanno confinato in una cella lunga 2 metri e larga 8 piedi senza luce, acqua nè aria. Mi hanno obbligato a dire che ero alla festa".

La sorella di Sartorio conferma che lui era in Italia fino al 28 Maggio, quando tornò a Bayamo. Anche Pini, che ha un bimbo di un anno a Bayamo con una donna cubana, assicura che dal 30 Marzo al 24 Maggio si trovava in Italia.

L'Italia è il terzo paese come numero di turisti a Cuba, dopo Canada e Inghilterra. Lo scorso anno 112298 italiani hanno visitato l'isola.


fonte CafèFuerte
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25/03/2011 13:29
 
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In carcere a Cuba da otto mesi Il fratello
MANTOVA / L' imprenditore accusato di corruzione di minori
In carcere a Cuba da otto mesi Il fratello: «Vittima di calunnie»

MANTOVA / L' imprenditore accusato di corruzione di minori In carcere a Cuba da otto mesi Il fratello: «Vittima di calunnie» MANTOVA - «La situazione è drammatica. Le notizie arrivano da Cuba con il contagocce, ma soprattutto mancano certezze. Non sappiamo sino a quando Renato potrà resistere». I familiari di Renato Carpani, l' ingegnere mantovano di 61 anni rinchiuso in un carcere a l' Avana, vivono nell' angoscia. Si pensava che la vicenda si potesse risolvere nel giro di poco tempo, invece si sta trascinando da quasi otto mesi. Vale a dire dal 2 febbraio scorso, da quando l' imprenditore - titolare di un' impresa di import-export di generi alimentari - è stato arrestato dopo che la polizia locale aveva trovato nel suo appartamento alcune fotografie a luci rosse di ragazzine minorenni del posto. Rinviato a giudizio nei giorni scorsi, Renato Carpani dovrebbe essere processato in ottobre. «Almeno è quello che si spera - sottolinea il fratello che vive a Mantova con la famiglia e che sta cercando in tutti i modi di smuovere la situazione di stallo -: purtroppo si sa che in questi paesi le date possono essere spostate all' infinito». Pare comunque che l' accusa più pesante, quella di corruzione di minore, sia caduta: nessuna delle ragazze ritratte nelle immagini lo avrebbe denunciato come responsabile di abusi nei loro confronti. L' ingegnere mantovano quindi dovrebbe rispondere davanti a un tribunale dell' Avana solo di detenzione di fotografie pornografiche. Un reato che viene comunque perseguito severamente dopo la decisione del governo cubano di inasprire le pene per combattere la diffusione del turismo sessuale e della pornografia. «L' unica cosa certa che siamo riusciti a sapere - sottolinea il fratello - è il rinvio a giudizio di Renato. A seguire la pratica è un avvocato d' ufficio, una signora per altro molto cortese indicata direttamente dallo Stato che, si è capito benissimo, ha le mani legate e più di tanto non può fare: per questo le informazioni che ci arrivano sono spesso frammentarie». Il processo potrebbe segnare una svolta importante: in caso di un' eventuale condanna si potrebbe infatti chiedere - sulla base di un accordo tra Cuba e l' Italia per altro non ancora ratificato - l' estradizione per l' espiazione della pena. «Questo tutto sommato sarebbe un sollievo per Renato - evidenziano i familiari - visto lo stato di prostrazione sia fisica che psicologica in cui si trova. Per mesi ha vissuto in una cella senza luce e servizi, tra scorpioni, ragni e topi. Lui stesso in una lettera lo ha definito un loculo da campo di concentramento. Ora fortunatamente è stato trasferito in un altro carcere alla periferia dell' Avana». Qui può «godere» di qualche libertà in più: può scrivere, leggere e ha anche un paio d' ore d' aria. Riesce persino di tanto in tanto a inviare qualche fax a Mantova per informare i familiari sulle sue condizioni e per dare alcune direttive per la sua azienda di import-export. Un' attività commerciale che potrebbe essere all' origine dell' intricata vicenda. Renato Carpani infatti ha sempre sostenuto di essere vittima di un complotto. «Sarebbero stati alcuni suoi concorrenti italiani, un suo ex amico mantovano e un milanese - spiega il fratello dell' ingegnere - a denunciarlo per un affare immobiliare mai andato in porto. Ma sarà difficilissimo riuscire a far saltar fuori la verità anche perché fin dall' inizio quelle fotografie sono apparse come un pretesto. Tanto è vero che nessuno ha ascoltato mio fratello quando diceva di essere all' oscuro dell' età di quelle ragazzine: lui era convinto che fossero maggiorenni». In questo momento l' unica cosa che preoccupa i familiari è il suo stato di salute. «È vero che ha un carattere forte - conclude il fratello - ma crediamo che sia davvero disperato. Soprattutto quand' era in quel carcere disumano della capitale. Almeno una volta al mese qualcuno di noi vola a Cuba e rimane per una settimana: gli procura generi di prima necessità e poi un medico lo sostiene psicologicamente. In attesa di un processo che tarda comunque ad arrivare». Davide Gorni

Gorni Davide


Pagina 50
(26 settembre 1999) - Corriere della Sera

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25/03/2011 13:33
 
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CUBA, LIBERATI I DUE ITALIANI IN CARCERE PER DROGA
Detenuti da due anni, governo soddisfatto A Cuba espulsi due italiani in cella per stupefacenti La stampa nazionale su BaliDomenica 03 settembre 2000
Detenuti da due anni, governo soddisfatto
A Cuba espulsi due italiani in cella per stupefacenti La stampa nazionale su Bali
Ore 19.09 di ieri. Mentre in redazione si rileggono le tante “e-mail” trasmesse al www.unionesarda.it
, l’Ansa rilancia una notizia che ha molti punti in comune con la vicenda di Claudia e Pilar. Cambia il continente (quello americano piuttosto che quello asiatico) e, probabilmente, cambia l’entità del reato.
Ecco, comunque, il testo integrale del lancio dell’agenzia giornalistica Ansa: «Le autorità cubane hanno accolto la richiesta di liberazione dei due cittadini italiani, Tiziano Martini e Filippo Papi, detenuti a Cuba dal gennaio 1999 per reati connessi al possesso di stupefacenti. È quanto si è appreso alla Farnesina dove si esprime compiacimento per la conclusione della vicenda. Il provvedimento di espulsione dei due connazionali», riferisce ancora l’Ansa, «fa infatti seguito alla richiesta di un gesto di clemenza avanzata dal ministro degli esteri Lamberto Dini al suo omologo cubano Felipe Perez Roque».
Speranza diffusa, anche a leggere la posta elettronica, è che analogo provvedimento (il rientro in Italia) venga adottato già martedì per le due studentesse cagliaritane. Ovviamente senza passare attraverso le carceri indonesiane, cosa che invece è accaduta a Cuba per Martini e Papi, detenuti per quasi due anni.
La Farnesina, come più volte ribadito da fonti governative, sta facendo tutti i possibili passi per dare la più rapida soluzione alla vicenda che vede protagoniste, a Bali, le tre italiane in stato di fermo (con Claudia Fontanarosa e Pilar Sanjust c’è anche Vincenza Delia, milanese). A Denpasar, la città più importante dell’isola di Bali, lavorano costantemente i diplomatici dell’ambasciata italiana a Giakarta, e il vice console.
Intanto, la vicenda sta interessando anche la stampa nazionale, come a più riprese auspicato dai nostri lettori e da quanti sfogliano il giornale on line. Venerdì della scorsa settimana il Corriere della Sera si era occupato della vicenda, ma senza segnalare i nomi delle fermate. L’altro giorno, una lettera pubblicata su La Repubblica (a firma Francesca Fradelloni, Cagliari), nella rubrica di Barbara Palombelli, ha fatto sì che il quotidiano romano, il secondo per diffusione dopo il Corsera, dedicasse ieri tre colonne in Cronaca, nel cuore della pagina 22.
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25/03/2011 13:38
 
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Ostaggio nel carcere di Cuba
Ostaggio nel carcere di Cuba
Un mantovano rinchiuso da 6 mesi per furto: " Aiutatemi, prima che sia tardi "

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ All' uomo, che ha iniziato lo sciopero della fame, e' solo consentito di spedire qualche fax TITOLO: Ostaggio nel carcere di Cuba Un mantovano rinchiuso da 6 mesi per furto: "Aiutatemi, prima che sia tardi" - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - MANTOVA . Da sei mesi e' rinchiuso nel carcere dell' Avana. Lo accusano di aver trafugato e ricettato alcune opere d' arte dal museo nazionale cubano. Dal giorno dell' arresto le notizie sono andate via via diradandosi: pochi fax inviati agli amici di Mantova in cui chiede aiuto "prima che sia troppo tardi". Alessandro Grigato, stilista cinquantenne, per anni titolare di una boutique nella citta' dei Gonzaga, nipote di Luigi Grigato che fu sindaco di Mantova dal ' 60 al ' 73, non ce la fa piu' . Appassionato d' arte, era andato a Cuba per realizzare un libro sulla pittura di questo Paese. Ma non e' piu' rientrato. Per attirare l' attenzione delle autorita' ha comunicato, via fax, di aver iniziato lo sciopero della fame. "Siamo terrorizzati . dicono familiari e amici di Grigato .. Alessandro si sta spegnendo poco a poco e nessuno fa nulla per lui". Proprio ieri pero' , un gruppo di mantovani guidati dall' avv. Sandro Zanella si e' recato a Roma per chiedere l' intervento dell' ambasciatore cubano in Italia. Del caso si stanno occupando anche Amnesty International e il ministero degli Esteri italiano: la senatrice Susanna Agnelli avrebbe assicurato un interessamento personale. Ma che cosa si nasconde dietro questa vicenda? Pare strano un simile accanimento delle autorita' cubane per un' accusa di furto e di ricettazione. Inoltre sembra che insieme al mantovano siano coinvolte altre persone, le quali sarebbero riuscite a ottenere la liberta' su cauzione. Sembra che Alessandro Grigato, poiche' straniero, sia il capro espiatorio di un traffico internazionale di opere d' arte. Anche se lui continua a dichiararsi estraneo. Il 50enne, che e' in precarie condizioni di salute, e' stato arrestato il 28 ottobre scorso e rinchiuso nel carcere di Combinado de Este, pochi chilometri a sud dell' Avana. Da allora e' in attesa di processo. "Le condizioni di vita nelle prigioni cubane . dicono i familiari dello stilista mantovano . sono disumane: non si capisce perche' non permettano a qualcuno di vederlo, di parlargli, di pagare una cauzione per farlo uscire in attesa del processo. C' e' sotto qualcosa di strano che non ci convince".

Dalai Vincenzo


Pagina 48
(18 maggio 1995) - Corriere della Sera

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13/04/2011 13:27
 
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LA FARNESINA CONTINUERÀ AD ASSISTERE ANGELO MALAVASI DETENUTO A CUBA
ROMA\ aise\ - Dal luglio 2010 Angelo Malavasi è in carcere a Cuba: delle sue condizioni di salute, della situazione giudiziaria e dell’assistenza sanitaria e legale fornita dalla nostra ambasciata ha parlato oggi il Sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica intervenuto alla Camera per rispondere all’interrogazione dell’onorevole Pietro Marcazzan (Udc).



"La vicenda è recente ed è particolarmente complicata e difficile", ha esordito il sottosegretario, che ha quindi riassunto i termini della questione: "il signor Malavasi Angelo, cittadino italiano, è stato arrestato il 14 giugno del 2010. L'ambasciata di Cuba, a L'Avana, è stata informata e abbiamo poi informato direttamente la famiglia, ma eravamo già al 23 luglio 2010, quindi quasi un mese dopo l'arresto. Il concittadino italiano ha scontato 40 giorni nel carcere di Granma e poi è stato trasferito nei pressi de L'Avana. Le accuse che gli vengono rivolte sono pesantissime, ma in questo caso dobbiamo ancora continuare ad usare il condizionale perché in realtà, ancora oggi, non si conoscono esattamente le imputazioni che vengono rivolte al Malavasi, anche se, lo ripeto, usando il condizionale, si parla di spaccio di droga, corruzione ed omicidio, tra l'altro nei confronti di una bambina di 12 anni".

"I funzionari dell'ambasciata – ha confermato Mantica – hanno reso più volte visita al signor Malavasi nel penitenziario de La Condesa che è a circa un'ora di macchina dalla capitale; quella più recente ha avuto luogo il 23 marzo 2011, quindi qualche giorno fa. Le sue condizioni di salute sono apparse buone, compatibilmente ovviamente con la permanenza in carcere. L'azione della nostra rappresentanza diplomatica è stata, in questo periodo, mirata ad ottenere garanzie in merito allo svolgimento dell'iter giudiziario e alla precisa formulazione dei capi di imputazione. Sotto quest'ultimo profilo, dobbiamo purtroppo rilevare che il fascicolo del signor Malavasi è ancora sottoposto dalle autorità locali a segreto istruttorio. Infatti, in base alla normativa cubana, il termine per la conclusione delle indagini è normalmente prorogabile fino a centottanta giorni ed è suscettibile di ulteriori estensioni in caso di particolare gravità, come nel caso in questione".

Il sottosegretario ha aggiunto che l’Italia, attraverso l'ambasciata, è intervenuta "ufficialmente più volte sulle autorità di Governo di Cuba per conoscere i dettagli del procedimento investigativo, sottolineando la necessità che siano assicurati al nostro connazionale tutti i diritti della difesa. Al momento, tuttavia, l'accusa non è ancora formalizzata ed il fascicolo rimane inaccessibile. La nostra ambasciata segue con cura anche la programmazione della visita che l'onorevole Marcazzan ha manifestato di voler rendere al nostro connazionale, visita prevista ad ottobre e poi rinviata da parte cubana. La nostra rappresentanza diplomatica ha reiterato, anche di recente, al locale Ministero degli esteri, la richiesta di indicare, al più presto, una data utile per questa visita. La Farnesina, in stretto contatto con la nostra ambasciata a L'Avana, - ha concluso – continuerà a fornire la massima assistenza al nostro connazionale, monitorando gli sviluppi della vicenda e vigilando sul corretto svolgimento del procedimento giudiziario".

Nella sua replica, il deputato si è dichiarato "sostanzialmente soddisfatto" sostenendo che "la situazione è davvero emblematica e per certi versi è diventata drammatica: la famiglia di Angelo Malavasi davvero sta vivendo, insieme con il ragazzo, pagine proprio durissime. Mi auguro, pertanto, che questi condizionali, signor sottosegretario, che anche lei ha utilizzato reiteratamente nel corso del suo intervento, possano assumere connotati molto più concreti, così che si possa procedere in questa vicenda, alla luce anche del fatto che Malavasi si è sempre dichiarato innocente e soprattutto al di fuori di ogni responsabilità. Ovviamente, questo saranno le indagini a doverlo verificare". Il deputato Udc ha quindi ringraziato "per l'interessamento che la nostra ambasciata ha avuto presso le autorità di Cuba per una mia visita, per la quale è vero che nel mese di ottobre vi era stata la prima autorizzazione ma, purtroppo, all'epoca non avevo potuto accedere e, ahimè, da allora, stiamo ancora aspettando una seconda convocazione. Mi conforta aver sentito il sottosegretario che ci si sta comunque, insistentemente, impegnando per far sì che ciò avvenga al più presto". (aise)

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24/04/2011 18:38
 
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Insomma..che cosa vorresti forse insinuare...che i Mantovani a Cuba si devono comportare bene...?

GRIGATO

MALAVASI

CARPANI

e quelli che ti mancano......

Seba [SM=x82313]

SI VIS PACEM, PARA BELLUM !
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25/04/2011 08:53
 
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Io, sono il mod. [SM=x82304]
non verrano più tollerate provocazioni. [SM=x82313]
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