Come mio primo pensiero una canzone ci sarebbe eccome, agli inizi carriera, quando Battisti ancora non cantava le sue composizioni. Con Mogol scriveva molto e altri artisti le interpretavano, per l'assoluta ritrosia dei discografici che non osavano pubblicare alcun pezzo di Lucio data la sua "non voce". Una di queste, correva l'anno se non erro del 1967, era
Uno in più. Una canzone manifesto, un insieme di ideologie anticonformiste, che la celebre coppia diede in prestito a Riki Maiocchi ( uno dei tanti cantanti beat dell'epoca e poi dimenticati in fretta ) e alla fine riproposta da Battisti stesso alcuni anni dopo nel suo primo album ( Lucio Battisti- 1969 ) La cosa nacque così: su impulso di Mogol i discografici più attenti pensarono di raggruppare i cantanti che si staccavano dalle consuete trame sentimentali, e di presentarli alla radio (allora canale principale, quasi unico, di promozione) come la cosiddetta linea verde, canzoni vagamente di protesta che volevano presentarsi come il prodotto giusto per i giovani che sentivano il bisogno di essere "contro", su tematiche che però tutti quanti più o meno condividevano. Queste canzoni della linea verde (verde come l'età ma anche come il colore della natura, il simbolo dell'ecologia e più tardi dei partiti verdi ) avevano tematiche di tipo ecologico, o parlavano di libertà, e quindi non soltanto d'amore
Uno in più
Una voce sta cantando
ma sono pochi ad ascoltare
i gabbiani stan gridando
per poterla soffocare
altre voci piano piano
stan crescendo da lontano
se quel canto vuoi seguire
puoi cantare
Un mondo stanco dei vecchi stereotipi che voleva andare contro corrente, prefigurando quello che sarebbe successo in quegli anni con i figli dei fiori e tutti i suoi eccessi ( il cosidetto movimento Hippie )
E cosi'
tu sarai
uno in piu'
con noi.
E cosi'
tu sarai
uno in piu'
con noi.
Molti ci romanzarono sopra su queste frasi sibilline, della presunta appartenenza di Battisti al movimento di destra, indicandolo come simpatizzante fascista. Nulla di tutto questo. Battisti e Mogol non si sono mai schierati con le loro canzoni in nessun partito, cosa in quegli anni assai di moda, con tutti i maggiori cantautori italiani schierati nella protesta di sinistra e in special modo con il partito comunista.
Il vate galante