MURHIEL{ Limite Bosco } x { Si è spinta troppo oltre. Come al solito ha varcato confini non consentiti ed ora, sciatta principessa di qualche racconto poco romantico, si trova a vagare fra i rami asciutti di questi alberi spogli. S’era promessa di restare nel limitar del bosco. Ma s’era promessa anche di vendere cara la pelle, e di certo non è quello il modo migliore. Probabilmente era un marinaio, in un’altra vita. Così cammina, silenziosa e con i piedi fasciati da calzature abbastanza anonime. Sulle spalle un mantello scuro, sulle ossa, che sporgono come quelle di un pollo, un abito bianco. Si, perché lei è una Padrona. Padrona di una Schiava. Certo, la schiava è sempre lei, ma questi sono dettagli. Così come è un semplice dettaglio la lama che le pende al fianco sinistro. Gli occhi, polle d’acqua stagnante, si muovono alla ricerca di qualcosa di interessante. Qualcosa che giustifichi la sua presenza li. Qualcosa che esuli da motivazioni cliniche di instabilità mentale }
AZARIM || Da qualche parte nel Folto | °°Homid°° || Dorme. Che altro potrebbe fare dopo una notte passata a scorrazzare fra tronchi marcescenti immersi in quella foschia densa, dopo aver spremuto fino all'ultima energia quel corpo che la Madre Bianca gli concede durante i tre giorni di plenilunio, dopo essersi rimepito fauci e stomaco di qualunque cosa gli sia riuscito di afferrare in quella delirante notte di ferocia. Dorme. Dopo aver seminato terrore e sangue, ora il Tatuato dorme raccolto in una posizione decisamente non minacciosa, le ginocchia fasciate di quel che resta delle sue braghe sono tenute dalle braccia, vicine al petto nudo, coperto di disegni e cicatrici. Attorno a lui, felci e arbusti nemmeno degni di al nome nascondono in parte il fisico asciutto del Sanguemisto, vicino a riprendere i sensi ma non ancora abbastanza da potersi dire sveglio.
MURHIEL{ Limite Bosco } x { Non ci sono briciole di pane per impedire alla via d’essere perduta. Non ci sono matrigne a cui dare la colpa. Non ci sono fratelli da rincorrere o case della nonna da raggiungere. Niente di tutto ciò. C’è solo un passato fatto di cose che non sono state insegnate, niente da cui essere messi in guardia, niente che possa istruire un normale senso d’allerta. Certo, non ti avvisano nemmeno quando sta per calare la frusta, però il suo sibilo nell’aria lo senti. E senti i passi biascicati dell’inserviente o del prete che entra nella stanza, silenzioso e avvinto dalle ombre della notte. E senti le sue mani dappertutto. Senti il suo respiro ansimante. Di conseguenza non ti insegnano a muoverti in un bosco. Non t’insegnano nemmeno cosa è un bosco. Forse è per questo che la donna non si preoccupa di segnare in qualche modo la strada presa, lasciandosi spingere ancora più avanti da quel senso di curiosità ch’è prettamente femminile. Avanza, lenta e circospetta, ma avanza. Penetrando nel folto con la stessa insistenza e la stessa stupidità di un verme nella mela. }
AZARIM || Da qualche parte nel Folto | °° Homid°° || Non è alla maniera dolce e ovattata in cui svegliano i personaggi delle fiabe, che riprende coscienza di sè il Mannaro. I suoi sensi tornano a parlargli tutto in un istante e tutti contemporaneamente, il naso si riempie del fetore del bosco, le palpebre si alzano di scatto mentre alle pupille non resta che dilatarsi a dismisura alla ricerca della poca luce a disposizione, le braccia stringono ancor di più le ginocchia al petto facendone scricchiolare sinistramente le articolazioni, prima di abbandonarle al loro destino che sarà quello di distendersi in uno spasmo, graffiandosi e graffiando il sottobosco a sua volta. Il collo scatta rapidamente da un lato all'altro chiedendo spasmodicamente a quello sguardo dorato di trovare qualcosa di familiare intorno, invano... e non è forse un rumore di passi quello che raggiunge le sue orecchie appuntite, ancora ferite dagli orecchini che han morso le carni del Lycan? Cercherebbe di restare immobile, evitando di aggiungere altro rumore a quello che già sicuramente avrà fatto svegliandosi.
MURHIEL{ Limite Bosco > Folto } x { Perduta. La via è perduta. Ed ecco che si smarrisce in un luogo del tutto simile alla sua cella al Bon Coeur. Umidità, freddo, ambiente arido di tutto ciò che può placare l’isterìa, buio, schifezze sparse per il suolo che si scontrano con i suoi piedi, inzozzando le scarpe. I sensi sono tesi come quelli di un gatto, le mani vanno anche alle tempie per seguirne il profilo, così da portare i capelli dietro le orecchie in modo da non ostacolare la percezione di qualsiasi suono. O almeno è questa l’illusione che si crea, e certamente la metà dei rumori che sente è inventata dalla paura. Ma questa non sembra bastare a farle girare i tacchi, anzi. Così procede, fermandosi improvvisamente nel sentire poco distante da lei uno scricchiolio sinistro e qualcosa che si muove contro il suolo. È questione di attimi, e già il cuore si precipita verso la fuga, sbattendo violentemente contro le costole. Deglutisce la saliva che si è coagulata sulla lingua per metterla in difficoltà, respirando veloce come un topo in trappola. Chi dei due si nasconde? Chi dei due ha più paura? }
AZARIM || Folto | °°Homid°° || Ancora qualche suono di passi, poi più nulla. Anche nel petto del Tatuato il cuore sembra stia seguendo un ritmo tutto suo... ma l'arroganza di Azarim darà ovviamente la colpa a quel brusco risveglio; e quando l'arroganza è il pane quotidiano di un uomo - sia esso tale, o mezzelfo, o figlio della Luna - allora capita anche che diventi quello il timone delle sue azioni. Ha mai temuto qualcuno, il Sanguemisto? Ha forse mai indietreggiato, anche quando la ragione glielo avrebbe dovuto consigliare con forza? La risposta sta tutta nel cambio di sguardo del Mannaro, in quell'espressione che passa da spaurita a decisa e nelle mani ancora sporche di terriccio e sangue che vanno a posarsi a terra per aiutarlo a rialzarsi, non tanto da mostrarsi completamente in piedi, ma aabbastanza da poter osservare chi giunge da dietro la linea delle felci e dei cespugli. Così accuattandosi nella boscaglia, Azarim farà di certo altro rumore... ma almeno saprà con cosa dovrà confrontarsi a breve. Dove si trovi e soprattutto Come sia finito lì, è un problema che è appena stato posticipato...
MURHIEL{ Folto } x { Come in tutte le storie che si rispettino, anche qua ci sono una preda ed un predatore. Ma se ci sarà anche il lieto fine, questo è da stabilire. La donna chiude gli occhi, e la padrona intima alla serva di calmarsi. Dopo probabilmente faranno i contri. Ma ora bisogna trovare un contegno, e le ciglia tornano alte restituendo allo sguardo quella penombra posticcia, appesa come cadavere ai rami inutili di quei tronchi neri. Ancora altri rumori, simili a quelli di un animale che si muove. Il petto incamera aria, la trattiene e poi la libera e con essa tenta di lasciarsi sfuggire anche la paura. Dire che è coraggiosa sarebbe senz’altro più poetico, ma è qualcosa di molto meno nobile quello che la spinge ad avanzare verso il punto da cui provenivano i rumori. Supera una barriera di alberi portando la mano destra a muoverne verso l’alto un ramo sottile. Il corpo si mette di profilo e le gambe agevolano il passaggio. C’è un piccolo spiazzo davanti a lei, un odore strano. Selvatico. Primitivo. Abbandona l’intrico di fusti e il ramo che ancora allontanava con la mano. Questo le carezza il viso con la stessa delicatezza di Padre Gorlois, e un piccolo graffio le decora lo zigomo. }
AZARIM || Folto | °°Homid°° || Osserva la piccola radura vuota davanti a sè, gli occhi dorati di quel che fu un mezzelfo già puntano sulle fronde in movimento proprio dall'altro lato di quello spiazzo. Si direbbe quasi che il Tatuato abbia ancora nel sangue una parte dell'adrenalina della caccia... ma è fantasia. Follia forse; se davvero la Bestia fosse lì, non starebbe attendendo e studiando: starebbe divorando. Invece il Mannaro non ha artigli e zanne ancora, non ha fiuto per percepire l'odore di sangue che si affaccia sul viso della giovane che sbuca sulla radura, non ha la Fame ad attanagliare le sue viscere. Si risolleva, ora completamente mostrando il petto nudo su cui sangue, terra, tatuaggi e cicatrici si mescolano in un arazzo mal concepito e realizzato ancora peggio. L'orlo delle braghe è basso, lasciando scoperto il profilo della anche, il tessuto strappato in più punti e intriso di qualcosa di scuro e denso. I muscoli di quello che somiglia a un mezzelfo per qualche ora ancora, sono tutti in mostra e pulsano di vita assieme ad un'ampia cassa toracica al di sopra della quale, un viso affilato e ugualmente coperto di Tatuaggi resta fiero e minaccioso a guardare l'intrusa. Due occhi gialli come gioielli caduti nel fango, fissano senza posa la ragazza. Dalle labbra scure e spaccate in più punti, nessuna parola.
MURHIEL{ Folto } x { Visto? Hai immaginato tutto, sciocca. Adesso va via di li, non c’è niente per te. E sta per seguire la voce della padrona, la voce della coscienza, la voce di tutte quelle cose che vengono solitamente riassunte in “spirito di sopravvivenza”, quando qualcosa si muove nei cespugli davanti a lei. È evidente che quella spada rappresenta ancora un ornamento, visto e considerato che la mano destra si porta a bloccare un grido sulle labbra, invece che sull’elsa. Il cuore sta quasi per otturarle le vie respiratorie, lo sguardo è fisso su quel movimento terribile. Eppure non balza in avanti una bestia a fauci scoperte, no. È un uomo mezzo nudo quello che si solleva con calma, mostrandosi in tutta la sua imponente lordura. La mano che s’era aggrappata alla bocca, ora cala quel tanto che basta a scoprirle le labbra. Sono schiuse, in un’espressione a metà fra la sorpresa ed il sollievo. Lo guarda senza pudore per un tempo indefinibile, ed anche il cuore trova la pace. Ma c’è qualcosa negli occhi della serva, che parla per entrambi. Prima il suo sguardo è quasi apatico, distante, freddo. Poi piano piano si spegne, sgonfiandosi in un’occhiata vacua, triste, ed infine vicina, terribilmente, al pianto. È uno sguardo che soffre, non che teme. E potrà vederlo bene Azarim, che forse vi potrebbe leggere parte di se stesso, in quegli occhi. }
AZARIM || Folto | °°Homid°° || La ragazza non indietreggia, nè sembra mostrare particolare timore nei confronti del Sanguemisto, ma di certo questo non sorprenderà Azarim, per nulla conscio del proprio aspetto. Quei lunghi istanti di stasi, che potrebbero rappresentare la quiete prima della tempesta, sono in realtà ciò di cui ha bisogno la mente del Tatuato per fare il punto della situazione. Non resta ad osservare la ragazza, ma al contrario sposta il capo da un lato e dall'altro in un'esplicito gesto che sa di ricerca di qualcosa. Vuole capire dove si trovi, anche se qualcosa inizia a farsi strada sotto quel capo glabro e lucido. Di nuovo il bosco, come è già successo... solo che questa volta sa il perchè si sia risvegliato lì, anzichè alla sua stanza alla Bettola. ''Via.'' Intima con voce grave e tono fermo, pur senza alzare la voce. ''Via di qui.'' Insiste, tornando solo ora con lo sguardo sulla govane. Non ha particolarmente a cuore le sorti del'incauta fanciulla e forse gli farebbe anche comodo trattenerla quanto basta per aspettare l'arrivo della Luna... ma sono ragionamenti da Bestia e ancora non è giunto il loro momento. Semplicemente, non vuole intorno nessuno. Come sempre.
MURHIEL{ Folto } x { Silenzio. Ancora tace la serva mentre guarda l’uomo, o il mezzo uomo, che ha davanti. Le soppracciglia cercano di congiungersi l’una all’altra, mentre la fronte di corruga in quella tipica espressione che precede il pianto. Gli occhi si riempiono di acqua, eppure non ci sono singhiozzi a scuoterla per permettere la discesa di quei rivoli salati. Sfuggono così con umiltà due lacrime, una per occhio. Silenziose solcano le guance. Piange. Piange per un perfetto sconosciuto. Eppure è così simile a lei, che i ricordi le sono crollati addosso come una rete d’agguato. Anche lei era vestita, quando lo era, di abiti logori. Anche lei si guardava attorno sperduta, per comprendere solo in ritardo. Anche lei aveva addosso sangue e altre cose non meglio identificabili. Non si asciuga le lacrime imbarazzata. Non segue il consiglio. O l’ordine. Si limita a guardarlo ancora, in silenzio, per poi domandargli a bassa voce, come fossero più vicini } Qual è la tua colpa? { perché una colpa la trovano sempre, per ridurti così } Quale, la tua condanna? { perché ce n’è sempre una da scontare. Perché tutto si riduce a questo, per chi cresce al Bon Coeur. In Colpe e Condanne }
AZARIM || Folto | °°Homid°° || Il capo del Tatuato si inclina di lato, come se il cambio di prospettiva potesse agevolare la comprensione di quel che farnetica la ragazza. Niente da fare, tutto rimane oscuro... anche facendo la stessa cosa dall'altro lato del collo. Un primo passo in avanti vien compiuto, ma è anche l'ultimo... presto la consapevolezza del terreno freddo e umido sotto i piedi nudi del Tatuato, ne blocca ogni altra movenza. ''Non mi hai sentito?'' domanda retorico, poggiando le mani sulle anche e allargando i gomiti all'esterno, spazientito. ''Via.. di... qui.'' Scandisce con lentezza, per poi aggiungere bruscamente un ''Adesso'', non appena si sarà reso conto di quante siano state le parole che ha pronunciato. La lingua passa d'istinto sul labbro rotto, strappandogli un leggero tremolìo degli zigomi per il bruciore e un rapido brivido lungo la schiena per il sapore del sangue. Altro non aggiunge, nè in risposta a domande che non ha compreso, nè in sostegno a quelle lacrime che il suo occhio dorato segue distrattamente cadere.
MURHIEL{ Folto } x { Compie un passo in avanti anche lei, ed anche lei dopo questo si arresta. La fronte torna ad aggrottarsi, ma stavolta l’espressione che si disegna sul suo viso è contrariata } E tu non mi hai sentito? { gli fa eco a sua volta, non ricevendo risposta alle domande poste. Ma lo accetta. Ognuno si tenga le sue colpe e le sue condanne, lei ha già le sue da sopportare } Di un po’ …chi credi di essere? { come uno specchio involontario, anche le sue mani vanno ad imitare quelle di lui, puntellandosi sui fianchi } Vattene tu! { certamente è la padrona quella che parla adesso, e certamente non è molto più furba della serva, visto che sta scacciando l’unico che potrebbe aiutarla a trovare la strada per tornare al borgo. Seguirebbe molto volentieri il suo ordine, infatti, se conoscesse il modo di farlo. Ma è orgogliosa, stupida ed orgogliosa, e si preoccupa di non lasciargli vincere questo sciocco battibecco territoriale }
AZARIM || Folto | °°Homid°° || Contraddire il Tatuato non è mai stata una buona idea. Farlo in un posto dove nessun altro può essere d'aiuto, è decisamente una pessima idea. Farlo poco dopo che si è svegliato nel Bosco, coperto di sangue e Fango è decisamente una follia. Azarim non attende oltre, incurante ora anche del suo essere scalzo prenderebbe ad avanzare verso la giovane, desideroso di coprire la distanza che li separa eppur per nulla intenzionato a farlo correndo. Con ampie falcate le si porterebbe d'innanzi, abbastanza da leccarle via il sangue dal graffio sulla guancia, se soltanto lo volesse. Lo sguardo resterebbe fisso negli occhi umidi della giovane, quasi volesse rubarle il coraggio appena mostrato, oppure abbeverarsi della follia appena sfoggiata: ''Ragazzina... sei nel posto sbagliato per usare quel tono e sei davanti alla persona sbagliata per usare un qualunque tono, quando non ti è rischiesto'' ad ogni parola, i lineamenti del Mezzo si distorcono, dando l'impressione che i tatuaggi che gli ricoprono il volto, abbiano vita propria, anche nella penombra del bosco. ''Vattene da qui, finchè il concetto dell'Andarsene resta legato al muovere le gambe da un posto all'altro...'' conclude. Un paio di ore più tardi e quei denti che vede davanti a sè, Murhiel- li sentirebbe nella carne.
MURHIEL{ Folto } x { Quando ti vedi venire incontro le persone più disparate, con le intenzioni più disparate, certamente perdi l’abitudine a scansarti. E che sia padre Gorlois col membro in mano, o un inserviente con in mano una frusta , un una suora con in mano l’acqua santa, o un genitore con in mano una catena, o uno sconosciuto con addosso tatuaggi e sporcizia, la differenza tende a divenire troppo poca perché suoni qualche provvidenziale campanello d’allarme. Lo attende, con le braccia che dai fianchi passano al petto, incrociandosi. Non si schioda. Lo guarda e sostiene quello sguardo, come conducente di una sfida mortale. E probabilmente, se lui potesse vedere oltre i vestiti, si renderebbe conto che ha più cicatrici lei di quanti tatuaggi ha lui. E forse allora comprenderebbe che ogni battaglia è già stata persa da questa donna e si sa, quando non si ha più nulla per cui combattere, la follia si sostituisce caritatevolmente alla lucidità, in modo da rendere più gai gli anni a venire. } Acqua e limone! { gli risponde, annuendo seria. }
AZARIM || Folto | °°Homid°° || C'è un attimo nel quale nonostante la poca luce, le iridi dorate del Mannaro sembrano assalire a sopraffare il nero delle pupille, mentre sgrana gli occhi e corruga la fronte all'udire la risposta della ragazza. Se le distanze non si fossero ancora colmate, farebbe in modo di rimediare... e mentre le braccia di Murhiel si incrociano davanti al petto, quelle di Azarim non resterebbero similmente inattive. Giunto a tiro, solleverebbe la destra verso il viso della malcapitata, cercando di afferrarlo nell'incavo del pollice, come volesse forzatamente farle spalancare la bocca premendo con le dita sporche sulle sue guance. Sarebbe una morsa ferma, granitica, decisa a non far divincolare la preda tanto facilmente e decisa soprattutto a non far uscire altre parole insensate da quelle labbra che hanno passato il limite da un pezzo. L'intero avambraccio del Tatuato si contrarrebbe, mettendo in mostra vene, nervi e muscoli, quasi avesse deciso di scaricare tutta la frustrazione per quel risveglio sulla mascella della ragazza || Combattimento Disarmato +2 ||. Con la differenza di altezza e la pressione che il Mannaro vorrebbe esercitare su di lei, non sarebbe strano se Murhiel fosse costretta a cercare il terreno con le punte dei piedi. Nuovamente, nulla esce dalle labbra del Sanguemisto... solo una smorfia feroce che non promette nulla di buono. Come se il suo gesto fosse fraintendibile...
MURHIEL{ Folto } x { C’è un vento infame in questo luogo. Si piega per i rami, ma non per le ossa. Va a congelarle sfidando la stoffa del mantello e di qualsiasi altra ne ostacoli la strada per la carne. E questa, si sa, è la prima a soccombere. Senza un motivo particolare, le analogie dell’Ispanico le tornano alla mente una dopo l’altra, galleggiandole davanti agli occhi come moniti inuditi…Burro la Carne, Pane i Muscoli. Buffo come fosse impaurita pocanzi, credendo di incontrare un animale. Ah, ma con gli uomini ha imparato a non avere paura. Non c’è niente che non le sia stato fatto, anche cose che, dicono, fanno più male della morte. Cosa potrebbe farle dunque lui, che lei non abbia già sopportato? Uomini e bestie, che poi sono la stessa cosa per lei, li conosce bene. Gli animali no, e quelli li teme. Ma uomini e bestie…La mano di lui sale al viso, le preme sulla mandibola quelle dita sudice facendole sentire conati familiari. Ma si trattiene, continuando a guardargli gli occhi. Sono occhi strani, ma non ci trova niente di spaventoso } Ggh. { un suono inarticolato esce dalle labbra che ora sporgono vicino all’incavo del pollice del mezzo. I piedi toccano terra a fatica e la spina dorsale pesa come non mai, ora che il corpo penzola dalla testa. Ed è allora che forse la serva e la padrona si dicono addio. Proprio nell’istante in cui lei accumula la saliva sulla lingua, per poi soffiarla con forza oltre il foro che è diventato la sua bocca fra le mani del Tatuato. E se la traiettoria dovesse essere corretta, allora il suo sputo lo colpirà in pieno viso. Ed è li, che la Serva e la Padrona chiudono gli occhi }
AZARIM || Folto | °°Homid°° || Resta ad osservarla, ancora dall'alto in basso e con il suo viso fermo nel palmo della mano. Stringe, se volesse forse potrebbe farle saltare qualche dente solo mettendo pressione nella presa, ma resta a godersi la scena in attesa di vedere quell'espressione che gli dice che la giovane ha imparato la lezione. Gli serve solo che se ne vada, in fondo... Ma su quel volto non compare nulla di simile, anzi le labbra si sporgono in avanti e lo sputo che ne fuoriesce è troppo vicino al bersaglio per mancarlo. Una sensazione calda e liquida carezza lo zigomo di Azarim, colando fino all'angolo della bocca dove ci sarà un sorriso ad attendere. Un sorriso divertito e soddisfatto, come se in un modo o nell'altro, il Tatuato avesse in fondo trovato quel che cercava. Inclina di nuovo il capo nel modo che Murhiel ha già visto, poi la mancina solleverebbe verso il petto della ragazza, cercando di afferrare il tessuto che la ricopre, di qualunque foggia esso sia. Se lo prendesse saldamente fra le dita, ruoterebbe il polso in modo che il dorso del pugno sia a contatto con il petto della donna; se cosi fosse, ora il Mannaro avrebbe due solidi appigli sui quali esercitare la propria forza. Sferzerebbe i muscoli e i nervi delle braccia come cavalli da tiro, cercando di sollevare di qualche spanna la ragazza, fino a che il braccio destro non sarà completamente disteso ||Combattimento Disarmato +2||. Da qui, prima inarcando la schiena e distendendo le gambe, poi invece piegandola in avanti e ammortizzando il gesto con le ginocchia, cercherebbe di scaraventare a terra quel fagotto di carne e follia, compiendo con entrambe le braccia un arco verso il terreno coperto di foschia ed effluvi malefici. Il tentativo è quello di farle sbattere con violenza la schiena a terra, lasciando la presa di entrambe le mani solo quando il sottobosco sarà ormai vicino, sperando che il contraccolpo su quel collo fragile e delicato sia sufficiente da farle battere la nuca sul duro, la foga del gesto e la forza sprigionata forse sufficienti a farle perdere i sensi. Se avrà fortuna, solo per qualche minuto... se avrà fortuna la Bestia, almeno fino al calar della Luna. Ma non è questo affare che riguardi il Tatuato, naturalmente... ||Potenza +2||
MURHIEL{ Folto } x { Già che ha firmato la propria condanna, sarebbe nobile morire ad occhi chiusi, come si conviene a chi viene punito. Ma no, non si concede nemmeno quell’ultimo lusso, continuando a guardarlo dritto negli occhi. Sente qualcosa afferrarle la veste e premere contro il petto. Non aveva mai sentito le proprie costole in modo così lontano, come fossero già polvere. Poi il terreno compare del tutto e i piedi pendono come stracci appesi ad asciugare. Non può più guardarlo negli occhi. È più in alto di lui e da come la tiene il viso è costretto a guardare in alto. Non chiude gli occhi nemmeno adesso. Lascia che siano dei rami secchi le ultime cose in grado di muoversi a cui dedicare la propria attenzione. Ma considerando il fatto che i rami non si muovono, non così, è evidente che è lei quella che oscilla. Prima indietro, come una molla che viene caricata, poi in avanti, con una velocità preoccupante. Non grida, ma un gemito precede la caduta ormai imminente. Non è mai stata libera come ora, in volo verso qualcosa. E poco importa cosa sia ciò che l’accoglierà, perché tutto vale questo momento. Poi un tonfo sordo e l’immagine di una rondine morta è l’ultima cosa che riesce a vedere. Forse un’altra come lei sarebbe anche morta, fragile com’è, ma non lei (//Resistenza +1), che si limita a perdere i sensi. Cos’è quello, Tatuato? Un sorriso? È un sorriso quello che si è incastrato fra le labbra della donna? }
AZARIM || Folto | °°Homid°° || Resta chino in avanti, con i palmi delle mani posati su quel che rimane delle braghe che gli coprono le ginocchia, ansimando pesantemente dalle narici dilatate. L'aria del bosco è densa e sporca, quella dimostrazione di scontata superiorità ha finito col mettere in mostra quanto sia debilitato il Mannaro dopo due notti di Luna; eppure resta lì, ad osservare l'esito delle proprie azioni mentre stringe i denti e si sforza di non cedere all'impulso di lasciarsi cadere a terra || Resistenza +1||. Tiene gli occhi fissi fra i piedi scalzi qualche attimo, poi si risolleva con un respiro più profondo, avviandosi verso il corpo privo di coscienza. L'avrà uccisa? è una possibilità, riflette fra sè mentre di nuovo inclinerà il capo per osservare l'espressione della poveretta, una volta portatosi sopra di lei. Piegherebbe le ginocchia, sedendosi sui propri talloni alla ricerca sommaria di segni di vita. Non si concentra più di tanto nell'operazione, attento più che altro a ritrovare il ritmo del respiro; infine, sporgerà le labbra in avanti, più o meno alla stessa distanza dal viso di Murhiel, di quando l'aveva afferrata poco fa. Il tempo di raccogliere la saliva, poi uno sputo uscirà da quelle labbra, diretto verso il volto spento della ragazza. Non c'è disprezzo in quel gesto, solo la malata volontà del Tatuato di tenere le cose in ordine, in pari. Tornerebbe infine in piedi e voltando le spalle a quel corpo esanime, si allontanerebbe nel folto, preparandosi alla Luna ormai prossima. Ora, dipenderà tutto dalla tempra della ragazza...
MURHIEL{ Folto } x { A qualcosa servono quelle cicatrici. Sono anni di torture superate con egregia sagacia, e se ne vedono i risultati, in quella perdita di sensi che dura qualche minuto soltanto. Gli occhi si aprono a fatica, qualcosa rende difficile questo movimento. L’odore di prima è terribile ora. La vista annebbiata. Le mani corrono agli occhi per stropicciarli, così da comprendere se nel colpo ha perso la vista, ma quello che trovano è saliva. Un altro conato. Trattiene ancora. Si pulisce sulla veste portando il bordo di questa sul viso. Fa fatica a sedersi, le gira la testa e le dolgono le ossa. Però riesce (//Resistenza +1) a riassestarsi e a mettersi a carponi prima, in piedi poi. Barcolla. Si appoggia con una spallata ad un albero vicino, chiude gli occhi e si massaggia la fronte con entrambe le mani. Poi fa qualche respiro profondo e si guarda attorno. L’uomo sembra essere sparito, così come il sole, che ora non sovrasta più gli alberi. Se il buio dovesse coglierla qui, sarebbe fatale per lei, seppure non per i motivi di cui è convinta. Così s’incammina in avanti, cercando la strada per lasciare questo luogo e se dovesse essere fortunata, la troverà prima che qualcosa trovi lei. A giudicare dal fatto che ancora si regge in piedi, si, si può dire che in un certo senso, in un modo malato, la fortuna la prediliga }
Ssh.
Cosa hai fatto?