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Le donne del destino

Ultimo Aggiornamento: 28/04/2011 19:49
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17/03/2011 11:26
 
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Era una notte di giugno, una di quelle notti chiare dove il vento in quota sposta velocemente qualche timida nuvola e libera il cielo perché la luce delle stelle e della luna possa rischiarare la terra. Era caldo nonostante fossero le undici passate e, su quella panchina, immerso nei miei pensieri, immaginavo che vicino a me ci fosse lei, col suo sorriso di sempre, con i suoi capelli mossi e con il suo sguardo di ragazza sempre in cerca di qualcosa che non c’è. Ma erano i suoi occhi, neri, luminosi, ma sempre pieni di dubbi, che mi attraevano e mi toglievano, oltre al respiro, anche la forza di pensare ad altro se non a lei. Ero in preda ad una continua ossessione. Amore, qualcuno diceva che fosse. Ma quale amore. Lei era inavvicinabile per me. Era ricca ed io povero. Era bella, o forse per me lo era, ed io ero brutto. Era magra ed io grasso. O forse No. Forse era tutto il contrario. Forse ero io quello bello e lei la strega bruttina e povera.
La verità era che morivo di desiderio di lei e ogni volta che la vedevo il cuore si fermava e dovevo trattenere il respiro per non farmi notare mentre ansimavo per via dell’emozione.
Le gambe tremavano e cercavo di trovare una scusa per scappare evitando che la cosa peggiorasse. Se riuscivo a calmarmi cercavo di dissimulare per non dare troppo nell’occhio e qualche volta riuscivo anche a parlarle, senza però scendere mai in particolari che potessero tradirmi. Andava avanti così da mesi ed ero sull’orlo della disperazione. A venticinque anni, mi dicevo, sarebbe stata anche ora che mi fossi dato una mossa. Era fidanzata più o meno ufficialmente con un ragazzo della sua stessa età. Lei ne aveva ventidue e, per quello che ne sapevo io, non aveva avuto, prima di questa, altre relazioni importanti. Quella notte presi una decisione. Le avrei dichiarato il mio amore. Poco male se la risposta sarebbe stata negativa, di certo non potevo andare avanti così.
In piazza c’era una sagra e praticamente c’erano tutti i ragazzi e le ragazze del paese, quindi non mi sarebbe stato difficile incontrarla. Avevo già pronta una buona scusa per parlarle da solo e, finalmente, l’avrei fatta finita con questa storia, in un modo o nell’altro. Mentre stavo per alzarmi, sentii parlare nel vicolo di sotto a dove stavo seduto. Erano voci femminili, piuttosto allegre e confuse. Data la festa, pensai, niente di più probabile che qualche ragazzina potesse aver bevuto una birra di troppo e magari cercava riparo dalla vista dei genitori o di qualche parente. Invece si trattava di due donne che, a prima vista, sembravano piuttosto ubriache. Aumentai il passo e quando le incrociai le salutai con un cenno del capo e con un sorriso.
Una delle due allora si fermò, si voltò, mi rincorse e mi prese un braccio. Mi voltai come per chiedere spiegazioni di quel gesto, ma costei, con fare deciso, appoggiò il palmo della mano sul mio petto, proprio sopra il cuore e mi disse:
- Il tuo cuore batte così forte che si sente da lontano, è il cuore di un innamorato. Ma, ascoltami bene, questa notte non dirle che la ami. Non perdere l’occasione di amare una donna per tutta la vita senza che lei lo sappia. Sei giovane e avrai ragazze, fortuna, figli e nipoti a cui raccontare il tuo passato, ma, se ora vai da lei, il tuo futuro cambierà in peggio. Sono solo gli amori impossibili quelli che non finiscono mai. Nella vita la via suprema è amare, non essere amati. -

Tolse la mano e se ne andò continuando a ridere e scherzare come se non fosse successo nulla.
Rimasi un paio di minuti fermo senza muovermi. Ero letteralmente esterrefatto. Cercai di riprendermi e lentamanete scesi il vialetto che portava fino alla piazza. Lì incontrai uno dei miei amici che mi invitò a bere una birra e cominciai scambiare quattro chiacchiere con lui. Ero, però, distratto da pensiero di quello che mi aveva detto quella donna e non riuscivo a seguire ciò che mi diceva, al punto che costui mi chiese se fossi ubriaco o fumato. Ma come potevo non essere strano? Come facevano a sapere che ero innamorato di una ragazza? Come sapevano che avevo decisi di dichiararmi? Mentre stavo fremendo in questo dubbio, la vidi e lei vide me. Era sotto il loggiato lontana più o memo una quindicina di metri. Mi sorrise, cosa strana, perché non l’aveva mai fatto fino ad allora. Feci come per incamminarmi verso di lei, ma mi guardò di nuovo e mi fece cenno di no con la mano. Non riuscii a capire il perché, fatto è che si girò e se ne andò. La piazza era piena di gente e feci fatica ad attraversarla per arrivare fino all’altra parte. Quando arrivai era sparita. La cercai per tutta la sera, ma non la ritrovai. Il giorno successivo chiesi, sempre con discrezione, sue notizie ad una sua amica, la quale mi disse che era andata in vacanza con la famiglia. "Accidenti che tempismo" pensai. La rividi due settimane dopo, ma sembrava quasi che per lei fossi invisibile. Tale era la freddezza nei miei confronti che finii per rassegnarmi.

Nel frattempo, come predetto, la vita mi regalò una sorpresa. Una ex compagna di scuola, mi disse che le piacevo e cominciammo frequentarci, ci fidanzammo e dopo un paio d’anni ci sposammo. Viviamo una storia d’amore che ancora oggi, a distanza di quasi quarant’ anni, resiste felicemente al tempo e alle difficoltà.
Ma io, in fondo al mio cuore, non smisi mai di amare quella ragazza. Oggi che sono un tranquillo pensionato che accompagna la nipotina al parco, spesso la incontro, anche lei col suo nipotino e ancora oggi mi sorride, esattamente come fece quella sera.
Ieri mattina ho trovato il coraggio di parlarle e le ho raccontato cosa mi era successo quella sera e, finalmente, ho capito. Anche lei aveva incontrato quelle due donne. Una delle due le aveva preso la mano e le aveva detto:
- C’è un ragazzo con una camicia celeste che è innamorato di te e tra poco ti cercherà per tutta la piazza e verrà verso di te per confessarti il suo amore. Sorridigli e poi scappa, lo farai felice per tutta la sua vita più di quanto tu possa mai immaginare. Non c’è passione più forte di quella che non si addomestica per rendere immortale un amore -
Ci siamo messi a ridere come degli scemi e abbiamo realizzato che, chissà, quelle due donne non sono mai esistite veramente o che forse è vero che non siamo soli quando si tratta di decidere del nostro destino.

Claudio





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"ogni cosa che ha un inizio ha una fine"
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13/04/2011 23:05
 
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La leggo solo ora e mi dispiace, Un racconto gradevolissimo, scritto bene e con un buon tema e conclusione, bravo!


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Ciao Giovanna
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17/04/2011 00:06
 
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Re:
debona, 13/04/2011 23.05:

La leggo solo ora e mi dispiace, Un racconto gradevolissimo, scritto bene e con un buon tema e conclusione, bravo!



Grazie Giovanna.


Claudio


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"Ogni cosa che ha un inizio ha una fine"
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28/04/2011 19:49
 
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Che bella! Mi hai fatto scivolare una lacrima!
Ok, lo ammetto, io sono una che si commuove facilmente, ma questo racconto mi è piaciuto proprio tanto, tanto, tanto. [SM=x142921]


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Omnia Vincit Amor

"Voglio cambiare il mondo", disse la ragazzina.
Il professore rise. "E come pensi di fare a cambiarlo?"
"Con l'Amore", rispose lei, sorridendo.
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