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Nadia V

Ultimo Aggiornamento: 19/02/2011 21:39
19/02/2011 21:39
 
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sublime maestro
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Mi sciolgo dall’abbraccio e recupero l’asciugamano di Nadia che è caduto sul pavimento, vorrei avvolgerla ma è troppo piccolo, mi guardo intorno e vedo un accappatoio appeso ad un gancio vicino alla finestra, lo prendo e lo passo a Nadia. Leggo nel suo sguardo un’indecisione e uno smarrimento che sono anche miei, siamo in piedi davanti all’enorme finestra e il buio preme contro il vetro, vorrebbe entrare. Mi avvicino a lei con l’intenzione di parlarle ed invece la prendo in braccio stringendola forte, Nadia sprofonda il viso nell’incavo della mia spalla e le sue lacrime calde mi bagnano il collo. La depongo sul letto e spengo tutte le luci; il suo cellulare si illumina per una chiamata in arrivo, è in modalità silenziosa ma la luce che emana sembra piu’ assordante di qualsiasi suoneria, guardo Nadia ma lei scuote la testa… non ora, non questa sera, non questa notte. Mi avvicino al PC acceso ho bisogno di ascoltare qualcosa, voglio che la musica cominci a fluire lentamente e che come sempre mi accade mi entri dentro cristallizzando dolori ed emozioni, non è ancora il tempo di parlare ma sono sicuro di non poter reggere il silenzio. C’è un solo gruppo che voglio ascoltare adesso, The Doors, due sole canzoni, Riders on the storm e When the music’s over. Non voglio una versione qualsiasi ma un Live dove il vecchio Jimbo ci mette l’anima, ed ecco che parte lo scroscio di pioggia di Riders on the storm, la batteria e le prime note di Manzareck pulsano nel cervello. Prendo un fazzolettino di carta dalla scatola accanto al Pc, mi siedo sul letto accanto a Nadia e la bacio dolcemente sul collo, mi perdo nel suo profumo che sa di fiori e di pioggia e dopo averle sfiorato le labbra con un bacio uso il fazzolettino di carta per asciugarle le lacrime che ancora non smettono di scendere. Cerco di svuotare la mente da ogni pensiero e con l’altra mano le accarezzo la fronte e i capelli, vorrei che si calmasse, vorrei sussurrarle parole rassicuranti ma sopra ogni cosa vorrei che smettesse di tremare. “Hai freddo? Se mi dici dove posso trovare una coperta la prendo..”. Un sussurro: “Nell’armadio a muro, secondo ripiano a sinistra… non lasciarmi sola”. Le accarezzo ancora la fronte che pare bruciare mentre è scossa da brividi e rannicchiata in posizione fetale; mi sembra una bambina e mi sento male, un sapore acido mi sale in gola e l’acido solforico che mi sento nello stomaco brucia maledettamente. “Shhh.. non preoccuparti non ho un altro posto dove andare e poi qui la musica è proprio quella che piace a me… torno subito”. Prendo la coperta dall’armadio e mentre l’ultimo scroscio di pioggia chiude la canzone dei Doors la poso delicatamente sul corpo di Nadia, mi sdraio accanto a lei e la stringo forte, a poco a poco il calore del suo corpo riesce a sciogliere tutti i nodi nella mia mente. Mi sento stanco, sfinito, una stanchezza che ha radici lontane nel tempo e che ora non sono in grado di combattere, in un altro tempo, in altre situazioni ho sempre trovato la forza di ripartire quella forza che non ha mai permesso alla stanchezza di offuscare la lucidità dei miei pensieri. Voglio solo chiudere gli occhi e dimenticare tutto e tutti, voglio scivolare lentamente nel sonno e trovare la pace una volta tanto ma ho la tremenda sensazione che al mio risveglio nulla sarà piu’ come prima. Nadia si volta e mi guarda negli occhi, la guardo ed è come uno specchio che riflette le mie paure, ecco il baratro che ho contemplato troppo a lungo, alla fine sprofondo senza alcuna vergogna, senza alcun ripensamento… “quando la musica finisce spegni la luce” è l’ultima frase che aleggia nella mia mente poi l’oblio.

Losh [SM=g27821]

P.s. Grazie a tutti quelli che hanno avuto la pazienza di arrivare fino a questo punto.
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Siamo realisti, esigiamo l'impossibile (Ernesto Che Guevara)
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