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ELVIS IN PILLOLE & DINTORNI

Ultimo Aggiornamento: 26/06/2020 01:45
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In questo post, Davide (King) inserirà articoli vari dedicati ad Elvis
restiamo
in attesa..
[Modificato da B-PAUSE 07/02/2011 20:30]
07/02/2011 20:30
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La Storia Del Lustrascarpe & Dicerie malsane sul conto del Re


fonti:Libro Rough Guide Simpson
KING DAVID:adattamento e formato attuale

Nel 1957, Loulie Robinson, un cronista della rivista afroamericana Jet,
visitò il set dov'era in produzione il film il delinquente del rock and roll per fare delle indagini su alcune voci che volevano gettare del fango sul conto di Elvis - Ossia, per cose che lo stesso Elvis ebbe a dire: "L'unica cosa che i neri possono fare per me e comprare i miei dischi e lucidarmi le scarpe".
Si diceva in giro, che Elvis disse questa frase in uno Show a Boston, dove non era mai stato , oppure allo show televisivo di Edward R Murrow, a cui Elvis non aveva mai partecipato.
Elvis disse a Robinson - "Non ho mai detto niente del genere e le persone che mi conoscono sanno che non avrei mai potuto farlo".
Robinson parlò con molti neri che ebbero modo di conoscere Elvis, fra i quali Ivory Joe Hunter e il pianista Dudley Brooks che lavorò anche con Elvis in famose sessioni nei '50. Questi furono sorpresi di sentire ciò.
Elvis ribadì il suo debito verso la cultura Afroamericana, affermando che non avrebbe mai potuto sperare di uguagliare cantanti del calibro di Bill Kenny e Fats Domino, e Robinson concluse che la diceria era falsa.

L'idea che Elvis fosse un Razzista venne amplificata dallo scrittore Goldman che evidentemente non stimava il nostro eroe.
Ad ogni buon rendere...James Brown affermò: "E' impossibile che Elvis fosse razzista", mentre Estelle Brown una delle coriste delle Sweet Inspiration che lavorava con Elvis on stage...sostenne con decisione che Elvis non era razzista. "Te lo dico io, te lo possiamo dire noi, e noi siamo neri, no? Noi lo sappiamo".

Vernon (padre di Elvis), è stato spesso descritto come un razzista, cosa che lui negò con forza in un'intervista del '79. "Non eravamo mica gentaglia... e non avevamo pregiudizi".

A Tupelo, il giovane Elvis faceva commissioni per un droghiere nero, cantava in giro con quartetti di Gospel formati da neri e frequentava una chiesa per neri.
Inoltre a Memphis era iscritto a una scuola per bianchi, ma quello che lo affascinava davvero era il mondo di Beale Street, popolato da gente di colore.
Ma...non era solo la musica a fare "Presa" su Elvis, ma anche gli abiti e il look rappresentavano per lui una "Forte" fonte di ispirazione.
A Memphis la segregazione non era così forte per gli standard del sud, ma l'Elvis giovane ruppe diverse barriere razziali.
In seguito, artisti quali James Brown, Jackie Wilson e Sammy Davis Jr. furono fra i suoi amici più stretti nel mondo dello spettacolo.

La storia del razzismo di Elvis si basa sulla leggenda del lustrascarpe e su una conversazione con Marty Lacker, secondo il quale Elvis affermò che non voleva che sua figlia Lisa sposasse in seguito un nero.
Billy Smith (cugino di Elvis), afferma: "Elvis si sforzava di non avere pregiudizi, ma a volte gli venivano fuori così.
E' davvero difficile cambiare i tuoi schemi quando sei stato cresciuto in quel modo"
.

Il famoso scrittore Peter Guralnick dichiarò: "Elvis era come molti dei nostri grandi musicisti, come ... Robert Johnson o Ray Charles.
Egli non faceva distinzioni di classe o di razza: Vedeva le persone come tali.
Non è quello che ci si aspetterebbe da uno cresciuto nel sud in quegli anni.
In un ambiente dove il razzismo è molto radicato, è raro trovare una persona completamente aperta com'era Elvis"
.






[Modificato da B-PAUSE 13/02/2011 12:09]
07/02/2011 23:17
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Le origini multiculturali del nostro eroe:


Sebbene Elvis possa sembrare americano quanto la Coca-Cola, le sue origini sono molto più complesse di quello che la sua immagine di bianco del sud degli USA potrebbe suggerire.
Le origini del suo cognome risalgono al (1745), quando un fabbro scozzese chiamato Andrew Presley emigrò nel nord america; La madre di Elvis, invece, discendeva dai Mansell, una famiglia scozzese emigrata in Irlanda e, poiché questo cognome significa “Originario di Le Mans”, le sue origini sono francesi.

Elvis lo scozzese:

L'albero genealogico di entrambi i genitori di Elvis porta alla scozia.
Richard Mansell, il bis-bis-bis-bisnonno di Elvis, faceva parte della corrente migratoria di scozzesi-irlandesi che partirono dall'Ulster alla volta dell'america.
Poiché aveva combattuto nella guerra di indipendenza americana, si stabilì nel South Carolina.
Andrew Presley bis-bis-bis-bis-bisnonno di Elvis si trasferì dalla Scozia nel North Carolina (suo padre, che portava lo stesso nome, si sposò nel paese di Lonmay nell'Aberdeenshire, in scozia, nel (1713).
La descrizione del tipico colono di origini scozzesi-irlandesi fatta da un pastore e citata da Elaine Dundy, ricorda in modo sorprendente Elvis: “Aveva la volontà di osare e la forza di agire; Il suo sguardo aveva qualcosa che rivelava il rifiuto di ogni controllo, e il suo modo di muoversi, la mancanza di pudore”.

Elvis Shemelvis:

L'idea che nelle vene di Elvis scorresse sangue ebreo è ancora dibattuta; il cugino Billy Smith tuttavia lo nega in modo piuttosto netto.
Elaine Dundy sostiene invece che la bis-bisnonna di Elvis, Nancy Burdine, la cui figlia Martha Tacket sposò White Mansell, bisnonno di Elvis, fosse ebrea.
Elvis stesso scherzava sul “Chi”, il simbolo ebraico della vita, che portava appeso al collo: “Non voglio perdermi il paradiso per un dettaglio”.
Inoltre, Elvis aveva anche fatto realizzare alcuni orologi con la stella di Davide per i suoi amici intimi, quattro dei quali (Alan Fortas,Larry Geller,George Klein & Marty Lacker) erano ebrei.
Klein ricorda: “Quando Gladys (la mamma di Elvis) morì, la seppellirono a Memphis, e sulla lapide Elvis mise una stella di Davide su un lato e un crocifisso sull'altro... io gli dissi, 'Elvis, è magnifico!...ma perchè lo fai?, e lui si limitò a ridere”.

Elvis il nativo americano:

La bis-bis-bisnonna di Elvis da parte di madre era un'indiana Cherokee che si chiamava “Bianca Colomba Del Mattino”; Nel (1818) sposò William Mansell, un soldato di Andrew Jackson nella guerra contro l'inghilterra.
Elaine Dundy ipotizza che Elvis dovesse la sua promiscuità al loro figlio maggiore, John Mansell, che era il suo bis-bisnonno.
Billy Smith afferma: “Elvis sapeva di avere sangue indiano nelle vene. Gli piaceva: Diceva che era da lì che aveva preso gli zigomi alti”.

Elvis uomo del sud:

David Briggs, che a volte accompagnava Elvis al pianoforte, afferma che il cantante era “ Un uomo del sud distinto e colto, che conosceva i nomi di tutti i generali degli stati confederati durante la guerra civile” (1861-1865).
La sua identità di meridionale rappresentava il fulcro sia della sua personalità che della sua immagine.
Michael Bertrand, autore di Race, rock and Elvis, afferma: “Una gran parte dell'ostilità che si era attirato all'inizio era razzismo malcelato, e lui spesso si prendeva in giro da solo, enfatizzando il proprio accento meridionale, in modo da disarmare i critici o prenderli in giro”.
Il cugino Gene Smith afferma che non gli piaceva che definissero la sua musica usando la parola Rockabilly poiché, essendo molto simile a “Hillbilly” (Zoticone)... gli sembrava un nomignolo insultante per indicare le sue origini meridionali.
Le abitudini alimentari di Elvis, la sua religiosità, l'amore per la musica Gospel, il sentimentalismo e l'uso dei medicinali sono stati visti, non del tutto erroneamente, come tratti legati alla sua identità meridionale.
Tuttavia... allo stesso modo di quelle della sua terra natale, le radici di Elvis erano complesse dal punto di vista sociale e politico: due dei suoi “Avi” del ramo materno erano stati battezzati Lafayette & Grant, anche se questi personaggi in genere non erano molto stimati nel profondo sud.

09/02/2011 19:22
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Davide complimenti ho appena letto due pezzi che hai inserito, molto interessanti. Sono pronta a leggere dell'altro..... [SM=g6796]

09/02/2011 19:33
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Mi unisco ai complimenti ! [SM=g6799]
09/02/2011 19:58
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....A breve rimanete sintonizzati ok?
[SM=g6794] [SM=g6794]
09/02/2011 20:55
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complimenti King david! Marco, questi articoli andranno nella sezione elvisology?
[Modificato da reggae..79 09/02/2011 23:03]
The king will never die....Elvis forever!!
09/02/2011 23:02
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Re:
reggae..79, 09/02/2011 23.02:

complimenti King david! Marco, questi articoli andranno nella sezione elvisology?




Direi di sì !
10/02/2011 00:11
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Bellissimi post, Davide!

Per esempio, il fatto che Elvis possa essere di origine ebraica non lo sapevo. Sapevo invece dell'origine Cherokee, ma non così approfonditamente come invece hai illustrato tu.

Grazie! Un'altra chicca imparata.. oramai son giornaliere.. con Elvis, e con la vostra infinita sapienza sulla materia, non smetto mai di stupirmi.

Un saluto

René
Principe René von Habsburg-Lothringen: Principe Imperiale di Miramar, Granduca di Boemia e di Wittelsbach, Arciduca di Villa Borghese, Console Emerito dell'Ordine Equestre dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme
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10/02/2011 11:40
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Elvis & il gemello


Le “rivelazioni” postume più controverse sulla vita di Elvis sono quelle relative alla sua relazione con il gemello nato morto, Jesse Garon.
Quando Elvis era ancora in vita, Jesse non appariva così importante: Cos'è cambiato da allora?
Albert Goldman è stato il primo biografo a sottolineare il ruolo di Jesse, sebbene molte delle sue rivelazioni siano state messe in discussione.
Billy Smith sostiene che l'idea che Elvis sentisse la voce del fratello Jesse Garon a partire dall'età di 4 anni è una “stupidaggine colossale” e altri amici hanno dichiarato di aver frequentato Elvis per anni prima che lui accennasse al fratello.
Tuttavia l'amico di infanzia James Ausborn raccontò alla biografa Elaine Dundy che, quando era un ragazzo e viveva a tupelo, Elvis spesso gli diceva: “Voglio andare a trovare mio fratello”, allora andavamo al cimitero di Priceville e “Lui fissava la tomba e parlava un po' con Jesse; Dopo la visita il suo umore migliorava sempre”.
Larry Geller sostiene che Elvis avesse udito la voce di Jesse che lo esortava a “Prendersi cura degli altri”; Tuttavia afferma: “Non raccontava molto del gemello, e non parlava con lui”.

Gli psicologi affermano che la perdita di un gemello può lasciare al fratello sopravvissuto un senso di vuoto e incompletezza, perdita e colpa.
Sarà forse questa la ragione per cui Sam Phillips affermò che Elvis “Temeva di essere ferito più di qualunque altra persona che io abbia mai incontrato”?
Potrebbe anche spiegare cosa intendesse Sidney Lumet quando parlava di Elvis e del suo spirito inquieto, che il regista definiva “Non umano”.

Peter Whitmer, nella sua biografia a sfondo psicologico, sostiene che l'abbigliamento Rosa & Nero di Elvis fosse un tributo al fratello morto: Rosa per il bambino che simboleggiava la fanciullezza, e nero che rappresentava la morte.
Alcune persone che conoscevano Elvis sostengono invece che questa è psicologia di basso livello.
L'effetto più significativo della morte di Jesse Garon può essere stato quello di rafforzare l'intenso legame di Elvis con la madre; Tuttavia, egli si procurò molti sostituti del fratello, in particolare Red West, Scotty Moore e il cugino Billy Smith.

In questo passaggio...si può notare tutta la fragilità di un personaggio così complesso come lo era Elvis.
I suoi genitori gli avevano trasmesso tutto l'amore che potevano, ma egli non fu ricambiato a sufficienza da chi lo circondava e di cui egli aveva pienamente fiducia.
(Vedi R.West – cosa gli combinò nel libro scandalo del '77).

Geller inoltre...riporta un sogno che Elvis fece di suo fratello. “Disse che si trovavano tutti e due sul palco davanti a migliaia di persone, indossavano gli stessi abiti e suonavano la chitarra.
Poi Elvis disse: 'Sai una cosa? La sua voce era più bella della mia'”.
11/02/2011 12:47
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Credo che il successo esplosivo di Elvis sia proprio legato a tutto questo..le sue origini cosi' "variegate" in effetti sono proprio rappresentative dell' "americanità" (sorry per il termine orribile)
Non ci sono americani, americani al 100 percento (escludendo ovviamente i nativi ..indiani d' America) ..tutti "invasori" e coloni ...l' America è questo un mix di razze e culture ...

Sicuramente quella piccola goccia di sangue indiano nell' america super razzista degli anni 50 avrebbe suscitato scalpore...chissà quando se n'è effettivamente parlato?? Ora non riesco a ricordare se sia stato proprio lui in qualche intervista ad avervi accennato...

Per quanto riguarda invece la perdita del fratello gemello anche quello è sicuramente un argomento molto interessante e un elemento che - insieme alla morte della madre- ha sicuramente avuto un peso notevole nello sviluppo psicologico di questa meravigliosa e tormentata persona. Uno psicanalista ci potrebbe sguazzare....



11/02/2011 13:16
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....ci stanno sguazzando in molti a quanto pare, pur non essendo psicanalisti!



11/02/2011 13:52
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Sono davvero belli questi articoli King David, complimenti a te e al tuo redattore...
11/02/2011 18:33
bravo Davide continua così.... scusa ma voglio rendere pubblica la tua mania di scrivere..hihi; cari fans non ci crederete ma il nostro Davide ha una mania patologica di scrivere sempre, a casa sua ci sono una miriade di bigliettini (no pizzini..), appunti (tutto su Elvis ovviamente) ma il top è stato quando uscì il primo volume del libro di Guralnick ebbene non chiedetemi il motivo perkè ancora oggi non l'ho capito ma lo riscrisse tutto a penna!!!????????? [SM=g6798]
11/02/2011 20:36
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Re:
(Killerock76), 11/02/2011 20.36:

ma il top è stato quando uscì il primo volume del libro di Guralnick ebbene non chiedetemi il motivo perkè ancora oggi non l'ho capito ma lo riscrisse tutto a penna!!!????????? [SM=g6798]



King David è un Idolo!

René


Principe René von Habsburg-Lothringen: Principe Imperiale di Miramar, Granduca di Boemia e di Wittelsbach, Arciduca di Villa Borghese, Console Emerito dell'Ordine Equestre dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme
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11/02/2011 20:58
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Re: Re:
Arco di Riccardo, 11/02/2011 20.58:



King David è un Idolo!

René





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Ragazzi miei...siete troppo buoni [SM=g6794]
Tanti saluti a Renè sempre simpatico e al Killer per la sua Zappatina.... [SM=g6804] [SM=g6804]


12/02/2011 11:32
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Speriamo che questo topic riprenda !
12/04/2011 21:21
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Re:
marco31768, 12/04/2011 21.21:

Speriamo che questo topic riprenda !



...Riprenderà senz'altro caro Marco... è scusa se ti rispondo solo ora ma a volte è propio difficile stare dietro a tutto.

Questa sezione verrà ancora ampliata con nuovi articoli appena sarò più libero.


15/07/2011 00:10
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La Madre – Gladys


“Se un uomo è stato il beniamino indiscusso della madre, conserverà per tutta la vita quella sensazione di trionfo e quella fiducia nella riuscita che non di rado portano al vero successo”

Sigmud Freud

Nel corso degli anni il legame tra Elvis – figlio famoso, e la madre Gladys è stato distorto, enfatizzato e/o travisato, ma una volta eliminate le varie esagerazioni, l'immagine che resta non è poi così insolita.
Una madre che ama il suo unico figlio di un amore immenso, ma non ossessivo.
Gladys nacque il 25 aprile del 1912, era la 4^ figlia di una famiglia ancora più povera di quella dei Presley.
Bob, il padre – era più abile come distillatore clandestino che come agricoltore, e morì di polmonite quando Gladys era ancora un'adolescente.
La madre – Doll, visse da invalida per la maggior parte dei suoi anni.
Lilian, la sorella maggiore divenne la sostituta della madre, e dopo la morte del padre, assunse il ruolo di capofamiglia.
Nel 1933 Gladys conobbe Vernon Presley un giovanotto di soli 17 anni dall'aspetto gradevole (loro fecero una vera è propia fuga d'amore – lei era di già maggiorenne aveva 21 anni, lui come riportato sopra solo 17).
I parenti di Gladys erano fortemente contrariati della sua scelta definendo Vernon un'inetto e una persona buono a nulla, inconcludente. (Ma alla nascita di Elvis la famiglia fu molto felice).
Il rapporto tra Elvis e la madre si rafforzò ancor più quando Vernon finì in prigione – all'epoca il piccolo Elvis aveva 3 anni.
Come molte madri, Gladys era convinta che finchè suo figlio era sotto la sua ala protettrice non gli sarebbe mai accaduto nulla di male.
Travis il fratello di Gladys, era diventato sordo a causa delle percosse: un'altro fratello – Johnny, era stato picchiato duramente da giovane, e un nipote – Jiunior, era impazzito combattendo in Corea, una tragedia questa, che avrebbe influenzato l'atteggiamento di Gladys nei confronti della chiamata del figlio amato sotto le armi.
La stessa fama che liberò i Presley dalla povertà distrusse in seguito la famiglia stessa – in quanto Elvis era di continuo fuori per lavoro e sui set cinematografici e più tardi arruolato nell'esercito.
Nemmeno Graceland che lo stesso Elvis acquistò quand'era al culmine del successo e che poteva consentire agiatezza alla sua famiglia e in particolar modo alla madre che tanto aveva fatto per lui quando era piccolo, servì a consolarla dalle sue prolungate assenze.
Gladys iniziò così ad attaccarsi alla bottiglia bevendo in modo smisurato e abbinando al contempo pillole per perdere peso – questo mix fu letale, e la portò alla morte all'età di 46 anni nell'estate del 1958.
Dopo la scomparsa della madre, per Elvis niente aveva più senso e non fu più lo stesso (così raccontò sua zia Lilian) era afflitto dal dolore e provava un forte senso di colpa, era sdegnato contro il destino avverso e perfino contro Dio.
08/11/2011 23:08
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Ben tornato Davide con le tue Elvis pillole...

09/11/2011 17:48
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Un Appuntamento Con Elvis


Il racconto che segue, è stato scritto dal cugino di Elvis Gene Smith – per il seguito del suo libro (Elvis Man Friday).

Eravamo entrambi 16 enni – Elvis guidava la Lincoln Cosmopolitan del 1941 dello zio Vernon.
Avevamo un appuntamento con Debra e Joyce, due ragazze di colore che vivevano vicino a Courts (Lauderdale Courts, il quartiere dove abitava Elvis).
Entrambe le ragazze erano cugine: Joyce era venuta in visita da Chicago – andammo a prendere Debra e Joyce di pomeriggio e guidammo verso una zona industriale deserta.
Non andammo fino lì perchè era un posto da coppiette, ma solo per stare in pace, così potevo farli divertire con le mie imitazioni dei personaggi famosi della radio.
Al ritorno, Elvis rideva così forte alle mie imitazioni dei versi degli animali che uscì di strada, e la Lincoln rimase impantanata.
Cercammo di tirarla fuori e di mettere pezzi di legno e stracci sotto le ruote, ma l'auto sprofondava ancora di più nel fossato.
All' improvviso si fermò una volante della polizia di Memphis e io ed Elvis risalimmo in fretta sulla Lincoln.
Questi due grossi poliziotti bianchi ci puntarono un riflettore addosso e quello che guidava ci chiese: “Che cazzo state facendo là dietro?”.
Elvis rispose, “Facciamo un giro dopo aver cantato nel coro, signore”.
I poliziotti scesero dalla volante e uno di loro disse: “Perchè andate in giro con quelle là in auto?”.
Elvis rispose: "Stiamo facendo le prove per un Gospel, signore". (Non diamo noie a nessuno)
Uno dei poliziotti mi puntò il riflettore in faccia e io rimasi zitto – poi lo puntò su Joyce, che era sul sedile di dietro con me e stringeva la mia mano così forte che pensavo me l'avrebbe ridotta in poltiglia.
Joyce e Debra piangevano sommessamente; avevano sentito un sacco di racconti terrificanti – io ed Elvis pensavamo che ci avrebbero picchiati in modo selvaggio.
Il poliziotto più alto, avvicinò la faccia a Elvis e disse: “Non starò neanche a chiederti la patente, non voglio più vedere la tua faccia brufolosa da queste parti ragazzo, perchè se ti rivedo...la tua mamma non ti riconoscerà”.
Inoltre, l'altro poliziotto disse: “Farete bene a portar via queste ragazze da qui”.
Elvis rispose che era quello che stavano cercando di fare, ma la ruota posteriore si era incastrata.
Il poliziotto più alto prese una grossa catena dal baule e rimase lì a fissarci – io pensai che ci avrebbe picchiati con quella fino a ucciderci.
Ci accorgemmo con sollievo che faceva cenno di legare un capo della catena al nostro paraurti anteriore e l'altro al retro della volante.
I poliziotti dissero a Elvis di togliere la marcia e ci tirarono fuori dal fossato, poi sciolsero la catena e andarono via.
Joyce sussurrò, Gesù ti ringrazio – ed Elvis disse: “Amen”.
10/11/2011 01:00
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Appuntamento con il destino



Ci sono delle discordanze sulla data di quell'estate del 1953 in cui Elvis andò per la prima volta ai (Sun Studios) per incidere “My Happiness e That's When Your Heartaches Begin”.
Il fatto si svolse dopo il diploma di Elvis alla Humes High, il 3 giugno.
Il cugino Bill Smith disse che Elvis incise il disco sabato 13 giugno come “Regalo di natale” per sua madre.
La segretaria di Phillips Marion Keisker che registrò la voce di Elvis su cassetta in modo che il suo capo potesse ascoltarla, disse a Bill Burk che doveva essere giugno – perchè mancavano i registri di quel mese, e negli altri Elvis non era menzionato.
Tutti i restanti testimoni e lo stesso Burk, affermarono che fosse un sabato del 13 giugno – e che secondo quanto diceva era il primo sabato dopo che Elvis aveva ricevuto la paga per il lavoro temporaneo svolto presso l'officina meccanica di MB Parker, o il 27 giugno.
Keisker ricorda che Elvis indossava una tuta da lavoro e aveva del grasso sotto le unghie.
Inoltre, altre fonti affermano che Elvis lavorò per Parker fino al mese di luglio, per questo sia Lee Cotten che Elaine Dundy optarono per quel periodo.
Cotten sostenne che fosse il 18 luglio, poiché Elvis ricevette da MB Parker un anticipo sullo stipendio, chiesto con il pretesto di “Pagare l'auto”; L'auto tuttavia era già stata pagata.
Il noto biografo Guralnick nel libro (The Last Train To Memphis), non specifica una data precisa, ma indica che il periodo fosse quello che va dalla mezza estate alla stagione inoltrata, due o tre mesi dopo il diploma – all'incirca tra agosto e settembre.
Guralnick, affermò che Elvis scoprì il servizio di registrazione dei (Sun Studios) leggendo un articolo sul Memphis Press Scimitar del 15 luglio, a proposito dei Prisionaires che stavano incidendo “Just Walking In The Rain”, ma ovviamente Elvis potrebbe aver letto il pezzo e di essere andato agli studi anche il 18 luglio.
Inoltre, se fosse stato agosto, probabilmente sarebbe stato agli inizi del mese, poiché il lavoro di Elvis presso MB Parker terminò il 29 luglio.
Data la situazione finanziaria della famiglia, i 3,98$ più le tasse necessari per incidere il disco non sarebbero rimasti nelle sue tasche a lungo, ed Elvis non ricominciò a lavorare fino alla fine di settembre.
10/11/2011 01:35
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Appuntamento con il destino
Fatto sta che la madre è nata il 25 aprile.....diciamo che Elvis si era preparato per tempo il regalo. Oppure era in ritardo per quello cià passato?

10/11/2011 09:28
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Re:
vali/g52, 10/11/2011 09.28:

Appuntamento con il destino
Fatto sta che la madre è nata il 25 aprile.....diciamo che Elvis si era preparato per tempo il regalo. Oppure era in ritardo per quello cià passato?





parlando di date nel destino delle persone...

mia madre è nata il 25 aprile (1910)
io mi sono sposato il 16 agosto (1965)

poi molte cose importanti sono presenti nei vari 16 agosto della mia vita

scusate l'off-topic
10/11/2011 09:53
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The Louisiana Hayride


"Il successo dell'Hayride fu fondamentale: Questa trasmissione raggiungeva 28 stati, e la CBS la diffondeva ogni terzo sabato; Questo aiutò a rendere Elvis il mito che conosciamo"



Il Louisiana Hayride era secondo solo al "Grand Ole Opry" (considerato il tempio della Country-Music) come spazio radiofonico dedito alla musica paesana, appunto - Country Music.
Il Louisiana Hayride fu creato nel 1948, richiamava gente da tutto il sud all'auditorium municipale di Shreveport che era in grado di contenere 3800 persone.
Elvis Presley fece il suo debutto il 16 ottobre del 1954, in quello che fu definito all'epoca, l'evento più folgorante della sua carriera.
Elvis lo ricordava così: "Sono andato là come se avessi dovuto fare un'altro provino", ma fece un impressione talmente positiva che gli fu rapidamente offerto un contratto per un anno, in seguito prolungato ad altri 18 mesi!!
Qualche settimana prima, Sam Phillips cercò di farlo esibire al "Grand Ole Opry: Quella esibizione fu accolta in modo deludente - l'Hayride invece era più aperto ai nuovi talenti e aveva già lanciato artisti quali: Hank Williams, Webb Pierce, e Jim Reeves.
Inoltre, a differenza dell'Opry, all'Hayride si poteva suonare la batteria; Il batterista che si sente ma non si vedeva all'Hayride era di solito D.J. Fontana che era nascosto dietro le tende.
Horace "Hoss" Logan, direttore del programma, fa risalire l'esibizione di Elvis all'Hayride a una settimana dopo la deludente prova dell'Opry, il 9 Ottobre 1954.
Un nastro in possesso di Joe Kent (che conserva i resti dell'archivio dell'Hayride) contenente la registrazione dello spettacolo di Elvis e il diario di Joyce Nichols, un'adolescente che ascoltava regolarmente le trasmissioni dell'Hayride, fanno risalire l'esibizione al 16 ottobre.
Inoltre, vi è una disputa su chi realmente fece esordire Elvis in questo programma: Gli onori sono da attribbuire all'organizzatore Tillman Franks, al DJ locale Tommy Cutrer, a Sam Lewis che era propietario di un negozio di dischi, e infine - Sam Phillips.
In qualsiasi modo Elvis abbia contattato l'Hayride, ciò che è potuto succedere la sera stessa dello spettacolo non è di sicuro oggetto di discussione.
Floyd Tillman, veterano del Country - terminò la sua esibizione poco dopo le 21.
Dopo un'introduzione pubblicitaria delle Lucky Strike, Page presentò Elvis, cercando di calmargli i nervi con un'accoglienza calorosa e una presentazione enfatica.
Agitato come lo era stato all'Opry, Elvis si lanciò con qualche incertezza in That's All Right.
Durante gli spettacoli all'Hayride di norma si indossavano abiti prettamente country-style; Elvis? ... sì, Elvis invece, si presentò con il farfallino, la giacca sportiva, e i capelli impomatati e pettinati all'indietro - e tutto questo attirò una grossa attenzione.
Il format dello spettacolo prevedeva che ciascun artista presentasse due brani: Quelli che riscuotevano il successo ritornavano nella seconda metà dello show per fare fino a un massimo di cinque pezzi in più.
All'inizio Elvis fu accolto tiepidamente poichè il pubblico trovava strana la sua musica... e c'era un silenzio totale, e il tecnico del suono, fu costretto ad alzare il volume del microfono affinchè si riuscissero a percepire i rumori provenienti in sala e a coglierne le sue reazioni.
Gradualmente, le diverse migliaia di adolescenti che assistevano allo show iniziarono a schiamazzare in modo tale che uno degli artisti, Jimmy C Newton, fu praticamente cacciato a fischi dal palco.
Quando Elvis ritornò a esibirsi nella seconda parte dello show, riscosse un successo a dir poco travolgente!
Da quella fatidica serata, l'Hayride non fu più lo stesso: Gruppi di adolescenti da tutto lo stato del Sud si riunivano nell'auditorium arrivando a essere la maggior parte del pubblico.
Dopo che nessun artista poteva cantare dopo Elvis, gli venne affidato il numero finale, sia alla radio che nel programma, e nelle rappresentazioni straordinarie dello show.
A Jacksonville Hank Snow, che Elvis ammirava molto, fu cacciato a fischi dal palco dai fan di Presley: Fu a questo punto che il colonnello Parker apparve sulla scena.
Quando il contratto con l'Hayride fu rinnovato nel Novembre del 1955, il suo compenso era salito da 18 a 200$!!!.
Nello stesso mese veniva messo sotto contratto dalla RCA VICTOR.
Cercando di farlo sfondare anche al Nord, il colonnello rilevò gli ultimi sette mesi del contratto di Elvis all'Hayride, cosicchè la sua ultima apparizione fu quella datata 31 marzo 1956.
Elvis fece il suo ritorno all'Hayride per l'ultima volta il 15 Dicembre 1956 , per raccogliere fondi per lo YMCA di Shreveport.
In quell'occasione, ci fu un attacco di isteria collettiva quando Elvis di diresse verso il palco con il gruppo dei Jordanaires, ma gli organizzatori avevano dimenticato che nessuno poteva esibirsi dopo Elvis - di conseguenza, Horace Logan esclamò quelle che sarebbero divenute col tempo parole famose: "Signori e Signore, Elvis ha lasciato l'edificio".

10/11/2011 18:29
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Elvis e il colonnello


"Un brillante stratega, un manager geniale, un uomo intelligente e pieno di risorse".

(Peter Guralnick)

"Quel figlio di puttana dovrebbe essere appeso per le palle. Ha praticamente distrutto uno dei più grandi talenti mai esistiti"

(Horace Logan)

"Nemmeno per un secondo Parker aveva afferrato che cosa significassero per la gente Elvis e la sua musica. Stare così vicini a un simile fenomeno e perdersi i suoi tratti più importanti richiede un genio veramente raro"

(Dave Marsh)




Il colonnello in realtà era un militare, non si chiamava Parker, e non era neanche americano.
In realtà, il colonnello si chiamava alle anagrafe...Andreas Cornelius Van Kuijk, nacque a Breda, nei paesi bassi nel 1909, ed era giunto negli USA da clandestino nel 1929.
Parker servì nell'esercito nel 64° artiglieria costiera alle Hawaii e, secondo le ricerche della biografa Alanna Nash, fu congedato poichè era un potenziale psicopatico poichè assentatosi senza permesso dal corpo armato.
Con molta probabilità, prese il nuovo nome da Thomas R. Parker, il suo comandante, e quando lavorava in un luna park della florida decise di ritoccare il suo dossier militare piuttosto scadente convincendo il governatore della Louisiana Jimmy Davis a nominarlo "Colonnello Onorario".
Nella sua attività di manager lavorò per artisti quali; EDDY ARNOLD & HANK SNOW.
Gli altri manager di Elvis prima dell'entrata in scena di Parker, furono - Scotty Moore e in seguito il DJ Bob Neal.
Parker iniziò a organizzare gli show di Elvis nell'agosto del 1955 diventandone il manager in breve tempo, e lavorando per il suo cliente fino al 1977.
Nessuno sostenne mai che Parker fosse un uomo di classe: Stando a quanto disse Ed Bonja, nipote del suo braccio destro Tom Diskin, "Il suo retroterra da luna park continuava a venire fuori". Inoltre, sarebbe tuttavia scorretto negare le sue ottime capacità come manager nel portare al successo Elvis.
I critici affermarono che chiunque avesse gestito Elvis avrebbe fatto lo stesso, il che è impossibile da provare.
Parker fece accadere tutto in fretta, spostando Elvis da una casa discografica minore ad una a livello nazionale, gli organizzò un lancio nazionale in TV, e la trasferta a Hollywood che comunque fu buona.
La commissione per il suo incarico inizialmente si aggirava intorno al 25%, era elevata per il periodo - ma non fuori dal normale.
A partire dal 1960, quando i guadagni iniziarono a calare ed esposero il suo cliente al ridicolo, la sua conduzione economica cominciò a essere meno stabile e sicura.
Fin dall'inizio, parker aveva deliberatamente (isolato) Elvis dalle altre persone che potevano consigliarlo.
Prima di tutto... fu detto a Scotty Moore e a Bill Black che potevano parlare con Elvis solo quando erano sul palco; Poi a Hollywood, Leiber e Stoller furono spinti un pò per volta fuori dal gioco - addirittura (Stoller fu cacciato fuori dalla suit di Elvis); e ancora più tardi, Steve Binder a Los Angeles e Chips Moman a Memphis gli toccarono la stessa sorte (furono sbattuti fuori)!.
I collaboratori di Parker dicevano che il modo più facile per essere licenziati era salutare Elvis.
"Jerry Shilling affermò: Ho sempre avuto la sensazione che, dal punto di vista del manager, più eri stupido, più a lungo duravi vicino a Elvis".
Parker manipolava Elvis a suo piacimento e delineò per il suo cliente un vero è propio modo comportamentale: Doveva fare un max di 3 films all'anno, incidere le colonne sonore provenienti dalle sue società editrici, ed evitare che Elvis si comportasse male in pubblico.
Nel 1967, quando questa linea "forzata" di condotta soffocò la carriera di Elvis, Parker architettò negoziando con il suo cliente un nuovo accordo con il quale si attribuiva il 25% dei compensi di Elvis derivanti dai films e dai dischi, più la metà di ogni altro profitto o diritto d'autore aggiuntivi. (Insomma, aveva incastrato Elvis e lo manipolava come un burattino senza fili al suo servizio) - mia considerazione.
Nel 1973 Parker si assicurò metà degli introiti discografici di Elvis e un terzo dei compensi delle Tournèe, e vendette il catalogo della produzione precedente di Elvis alla RCA con un accordo che lo arricchì più di Elvis stesso!!
Nel 1976 l'accordo fu nuovamente modificato, e il guadagno legato alle tournèe fu diviso a metà.
Ognuna di queste negoziazioni ebbero luogo in uno dei momenti di particolare vulnerabilità di Elvis. (In tutto questo, Elvis come ne usciva? ... e innanzitutto - cosa ci guadagnava?)
Ed Bonja vede la fiducia di Elvis nei confronti di Parker come una forma di "Dipendenza Psicologica".
Secondo altri, Elvis temeva che se avesse rotto con Parker il suo successo, la sua fama sarebbe diminuita.
Jerry Shelling ebbe a dire che i due fossero legati entrambi da un legame emotivo.
Alanne Nash affermò che Parker spaventava Elvis, affermando che gli artisti come Sam Cooke che diventavano presuntuosi venivano eliminati da chi di dovere.
Sia Elvis che parker nascondevano i propi dolori, e da un lato Elvis si ritirò in un mondo artefatto dopo la disgregazione avvenuta nella sua famiglia, dall'altro Parker cercava sollievo solo nel gioco d'azzardo, e a parte una visita del fratello, non ebbe mai contatti con i suoi familiari.
Se Parker si ingegnava per organizzare il ritorno di Elvis alle esibizioni dal vivo, gli eventi che lo resero possibili gli furono contro (Uno special TV del 1968, e le sessioni del 1969 agli American Sound Studio di Memphis.
Queste incisioni, ebbero luogo nonostante Parker, e non per merito suo.
Il suo insuccesso nell'organizzare una Tournèe mondiale subito dopo questo rilancio artistico di Elvis, fu molto discusso ...
Le energie di Elvis invece, venivano distribuite in una media di 150 Show all'anno dal 1970 al 1977. (Gli amici sosteneveano che il cantante moriva dalla noia).
Lamar Fike, quando seppe che Elvis morì, disse a Parker: "Bè, ci hai meso un pò ma alla fine c'è l'hai fatta a metterlo al tappeto".
Molti fan imputano a Parker di essere stato indifferente anche al funerale del suo cliente, infatti era vestito con pantaloni a strisce e un cappellino da baseball.
Inoltre, il messaggio sembrava confermare questa espressione:Registrato nella segreteria telefonica subito dopo la morte di Elvis sembrava confermare queste espressione: "Elvis non è morto, il suo corpo sì. Stiamo tenendo Elvis in vita.
Io gli ho parlato stamane e mi ha detto di andare avanti".
Inoltre, a una conferenza stampa del '78, Parker disse a un giornalista, come in risposta a una domanda inespressa: "Si, gli volevo bene".

to be continued ...
15/11/2011 00:47
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complimenti Davide, ottime le tue pillole! A proposito del Louisiana Hayride, ricordo un affascinante e bellissimo speciale sul vecchio caro APDE... che Marco non mancherà di farci apprezzare anche qui su EICC.
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The king will never die....Elvis forever!!
15/11/2011 01:45
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Complimenti anche da parte mia Davide!

The Louisiana Hayride
Quanto mi sarebbe piaciuto assistere a quelle esibizioni!

15/11/2011 14:16
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La Tournèe Mondiale Che Non Si Fece Mai



Dopo i gloriosi spettacoli che Elvis ci regalò al MSQ di N.Y. nel giugno del '72, e alle Hawaii nel gennaio del '73, si aspettava ora un'imminente Tournèe in giro per il globo, infatti; il Re in persona in un'intervista post servizio militare, disse: "Sono eccitato all'idea di fare degli spettacoli in Europa, poichè da quelle parti non ci sono mai stato - So che alla fine dovremo fare questa Tournèe...ma di preciso non so quando". Parker allora saltò su dicendo: "Stiamo aspettando una buona offerta", ed Elvis gli rispose...l'ha detto lui, non io". (Purtroppo, questa tournèe non ebbe mai inizio).
Scotty Moore disse che quando incontrò Elvis per il comeback special del 68 registrato per la NBC, parlò con lui e DJ Fontana del desiderio di volersi esibire fuori gli States in Europa e/o per il mondo.
Ma con molta probabilità, Parker era contrario a tutto ciò - e secondo la scrittrice Alanne Nash, alla fine degli anni '50 il colonnello raccontò a un amico intimo che non avrebbe mai permesso che Elvis si esibisse al di fuori degli USA.
I due documentari che ben rappresentano l'attività (LIVE) di Elvis, in veste cinematografica quali "That's the way it is & On Tour - unitamente all'Aloha From Hawaii (Forse) rappresentarono dei tentativi di rendere superflua un eventuale tour mondiale (sulla rivista musicale Billboard del '64, il braccio destro di Parker, Tom Diskin, ammise che i vari Films erano una sorta di sostituzione ad eventuali tour mondiali).
Ma a parte le cose dette da Diskin, il colonnello era dopotutto un'immigrato clandestino e temeva di esporsi troppo e nella peggiore delle ipotesi, di non essere riammesso negli USA.
Joe Esposito sostiene che Parker si preoccupasse in particolar modo per Elvis poichè temeva che non sarebbe riuscito a passare la dogana per via di tutte quelle pillole e armi che portava con se - inoltre, Joe disse che quando si recarono in Canada nel '57 Parker passò senza intoppi la dogana, per cui se propio non voleva rischiare in vista di un'ipotetico tour mondiale, lo poteva far organizzare dai suoi fidati Tom Diskin e/o Tom Hullett.
Sarà forse pur vero che Elvis spesso usasse Parker appositamente per non fare delle cose, ma d'altro canto è anche vero che Parker, che era un folle rispetto al'influenza che esercitava sul "suo ragazzo", non avrebbe mai gradito che uno (Hullett o un Peter Grant - manager dei Led Zeppelin... passassero il propio tempo insieme al suo cliente mentre lui era bloccato chissà dove e/o a casa.
Ed Bonja afferma: "Il colonnello riceveva offerte di milioni di $, allora chiedeva quanto sarebbe costato il biglietto. Gli dicevano... bè, magari 175$... il colonnello rispondeva che la maggior parte dei fan di Elvis non aveva tutti quei soldi.
Lui cercava sempre di tenere bassi i prezzi e su questo Elvis lo influenzava".
Molti colleghi di Elvis definirono questo tipo di chiacchiere una cortina di fumo, e sembrava che Parker avesse un'obiezione diversa per ogni progetto che gli veniva proposto: Il Wembley Stadium di londra fu scartato perchè a Elvis non piaceva suonare all'aperto, nonostante si fosse esibito all'Astrodome di Houston o al Silverdrome di Pontiac.
Il cugino di Elvis Billy Smith, si sta ancora chiedendo come fece Parker a rifiutare l'offerta da 10 milioni di $ di Adnan Kashoggi per far suonare Elvis di fronte alle piramidi di (GIZA), e in merito ricorda: "Avresti quasi potuto vedere il sangue che se ne andava dal viso di Elvis quando l'affare andò a monte".
Anche i progetti della NBC di realizzare alcuni special da Mosca o da Tokio dopo il concerto delle Hawaii fallirono.
Tutti quelli che conoscevano Elvis sostenevano che era straordinario nell'affrontare le sfide; Quello che trovava difficile era la normalità - una Tournèe mondiale avrebbe dunque potuto rappresentare la sfida di cui aveva bisogno.
Jerry Shilling afferma: "Era così convinto di girare il mondo che aveva comprato alcuni aerei. (Lui e Parker litigarono per quello - e quest'ultimo gli disse: 'Se lo fai, lo farai senza di me, ed Elvis urlò, 'va bene, lo farò'").
Nel suo ultimo anno di vita Elvis diceva spesso che nel '78 avrebbe girato il mondo, con o senza Parker, ma "purtroppo" lo fece solo attraverso un mega schermo negli anni '90, con quella che era stata la sua band degli anni '70 (TCB).
17/11/2011 17:50
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Molto interessante, Davide !


Tutti quelli che conoscevano Elvis sostenevano che era straordinario nell'affrontare le sfide; Quello che trovava difficile era la normalità



Tipico delle persone pigre oltre che straordinarie.
17/11/2011 18:32
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