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MEGAMIND

Ultimo Aggiornamento: 22/01/2011 23:51
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Città: GENOVA
Età: 52
Sesso: Maschile
22/01/2011 23:51

Attenzione: viene commentata la trama dell'omonimo film in CG.

L'accidente geografico e la configurazione geopolitica al momento della nostra venuta all'esistenza traccia una pesante linea di demarcazione che separa le nostre reali potenzialità dalle effettive opportunità di impiegarle al meglio. La formazione che riceviamo nell'infanzia si ripercuoterà sul resto della nostra esistenza tracciando a grandi linee il percorso sul quale siamo stati pesantemente indirizzati da fattori incontrollabili e più grandi di noi come i primi summenzionati.

E' questo il nostro destino?

In parte. L'ultima fatica in CG della Dreamworks, Megamind, ci spiega il perché.

La storia narra di due infanti che vengono spediti sulla terra a causa di una catastrofe galattica abbattutasi sui loro pianeti natale che vengono ineluttabilmente risucchiati e annichiliti da un nefasto buco nero. Il primo bambino è un macrocefalo blu mentre il secondo risponde perfettamente ai crismi occidentali che definiscono un'ottima salute, un bell'aspetto e una nerboruta costituzione. La casualità vuole che il secondo precipiti intonso in una opulenta casa aristocratica nella quale ricevere affetto e istruzione di prim'ordine, mentre il primo, inizialmente lì diretto, dopo l'urto con la navetta del secondo si ritrova scaraventato nientepopodimeno che in un penitenziario di massima sicurezza. Così, mentre il bambino fortunato baciato prima da madre natura e poi dal caso riceve il massimo dalla formazione della vita, il secondo viene istruito secondo le meccaniche di pensiero dominante dei reietti ivi costretti a risiedere.

Volendo dare un'opportunità anche a costui le autorità stabiliscono che il piccolo pargolo frequenti una scuola normale come tutti gli altri bambini e provi a farsi un'istruzione diversa da quella fin lì recepita tra le mura del carcere. I due finiscono a frequentare la stessa scuola nella stessa classe, ma come il primo s'ingrazia le simpatie e i favori dei compagni e degli insegnanti a suon di applausi e onorificenze per meriti acquisiti sul campo, il secondo si vede messo completamente in ombra ricevendo solo castighi e mortificazioni nonostante i suoi sforzi per assurgere. Bistrattato dalla società quindi si convince che il suo destino sia essere quello che gli altri hanno gli hanno insegnato ad essere: un cattivo.

Inizia quindi l'acerrima rivalità iniziata sin dal viaggio intergalattico per approdare su questo pianeta, scacchiera globale dove dirimere l'antagonismo che la natura e il caso ha loro posto dinanzi: così nasce il super cattivo Megamind e l'eterno difensore del bene Metroman.

Come il più classico cliché che la stagnate e ovvia narrativa insegna i due sembrano ben introdotti nelle parti che le circostanze hanno disegnato per loro, senonché, ad un certo punto accade l'inopinabile, l'inauspicabile: Megamind uccide Metroman. E' il caos. Megamind è sorpreso quanto il resto della popolazione di MetroCity. Inizia il suo regno, regno che non ha mai visto finestre su dove gettare lo sguardo. Dopo aver dato sfogo ai suoi desideri più eclettici e se vogliamo anche banali, ma non per chi non ha mai sfruttato le opportunità di una vita “libera” e “civile”, l'esistenza di Megamind senza Metroman scade ben presto nella boria più totale. L'assenza di scopo demotiva e priva della gioia Megamind che per ritornare ai fasti passati decide di creare un nuovo eroe dal cui antagonismo possa nascere un redivivo Super Cattivo: Megamind!.

La scelta è però anche questa volta dettata dal puro caso, una nullità, un perfetto sconosciuto, un anonimo qualunque viene all'improvviso investito dei più grandi poteri che un super eroe possa concepire. Il piano di Megamind sembra funzionare alla perfezione senonché la mediocrità assurta a super eroe non ha nessuna intenzione di essere un eroe, ma semplicemente un super mediocre. Megamind si accorge che non può nemmeno più contare sulla probità e sui valori inalienabili che caratterizzavano Metroman. L'autarchia è il nuovo management del nuovo Super-eroe-cattivo autodefinitosi Titan. Megamind ora deve ricoprire il ruolo del suo atavico antagonista di sempre: da super-cattivo a super-eroe e senza nessun superpotere che lo protegga se non il suo invidiabile intelletto supremo.

A questo punto, nel tentativo di porre rimedio al più grande danno che ha commesso scopre una verità scioccante: Metroman è vivo. Per quanto incredibile Metroman condivide lo stesso percorso interiore e la stessa sensazione di inadeguatezza che ha(nno) costruito Megamind. Racchiuso in una prigione che non ha sbarre né odore Metroman era prigioniero della sua mission. Aiutare perennemente il prossimo lo aveva coercizzato in un'esistenza priva di individualità e personalità: Metroman era la proiezione dei desideri del prossimo e anche lui divenne ciò che gli altri gli avevano insegnato ad essere. Metroman è deciso a spogliarsi definitivamente dei panni di super eroe e vestire quelli di una persona apparentemente normale, vuole farsi da parte e vivere la sua esistenza secondo ciò che egli decide di perseguire. In apparenza una scelta egoistica, ma vedremo come invece sia una scelta altrettanto difficile come quella di sacrificare se stesso per l'abnegazione verso il prossimo.
Lo scontro finale è quindi alle porte e Megamind gioca il ruolo di colui al quale aveva giurato eterna rivalità: da super-cattivo a super-eroe. Il lieto fine è paradigma di come sia la scelta l'unico criterio che definisce il proprio destino: né le circostanze né il fato, ma solo l'autodeterminazione di fronte all'inevitabile. La vera nequizia è la mediocrità, mascherata da inibizione e travestita da autocommiserazione, ostacolo allo sviluppo delle proprie potenzialità e crogiuolo di egoismo e affermazione indipendentemente dai mezzi usati.

Quando la folla di Metrocity impara ad amare anche le fattezze e l'eroismo di Megamind, Metroman è tra la folla, nascosto, messosi da parte, per dar spazio al palcoscenico del suo acerrimo rivale, mai così intimamente uguale come l'apparenza possa suggerire. Del resto se Megamind è assurto in questo modo lo dobbiamo soprattutto al gesto apparentemente egoista di Metroman. La sua eclissi ha donato a Megamind una scelta che altrimenti non avrebbe avuto. Conscio delle potenzialità recondide nell'animo nobile del suo nemico Metroman compie in effetti il solo atto possibile alla redenzione di Megamind: concedergli l'onere della reponsabilità e del dovere che le circostanze avverse gli avevano negato, e per fare questo Metroma doveva uscire di scena.

Villano sei e lo rimmarai per sempre, pontificò il direttore del carcere... mai così contento di aver avuto torto, alla fine della storia. MegaMind e MetroMan eterni rivali che si stimano a vicenda, così opposti e così uguali come le doppie M dei loro super nomi.

CG 8/5
Storia 9
Messaggio veicolato 10

Consigialtissimo.
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"Noi conosciamo la verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore. E invano il ragionamento, che non vi ha parte, cerca d'impugnarne la certezza" - B. Pascal
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