Dalla Santa Sede monito al Premier Berlusconi:
"Siamo turbati, serve più Moralità, Giustizia e Legalità."
Il Segretario di Stato Vaticano Bertone: "Giuste preoccupazioni".
Napolitano torna a chiedere "maggiore sobrietà e responsabilità".
Bossi gli risponde, poi frena. E avverte il premier: "Si calmi".
Ancora braccio di ferro con ANM e CSM.
E intanto il residence Olgettina sfratta le ragazze: "Danno al decoro"
ROMA -
Il sostegno della Lega resta tiepido e condizionato all'
approvazione del Federalismo,
il sostegno delle gerarchie ecclesiastiche potrebbe avere i giorni contati. A 6 giorni dall'esplosione dello scandalo Ruby, anche oggi Silvio Berlusconi è stato costretto a fare i conti con una situazione che appare sempre più complicata.
Il flop del lancio del
Gruppo parlamentare dei "Responsabili" è stata infatti solo la prima tappa di una giornata che ha riservato
i colpi più duri nel tardo pomeriggio quando le agenzie di stampa hanno rilanciato le durissime parole pronunciate dal Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone a margine dell'inaugurazione di una casa d'accoglienza nella capitale.
"La Santa Sede segue con preoccupazione le vicende italiane", ha spiegato il Cardinale, aggiungendo che la Chiesa condivide il "turbamento" espresso dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per quanto pubblicato dai media riguardo alle accuse mosse al Premier. "Lo avete visto - ha sottolineato ai giornalisti - con la nota pubblicata sull'Osservatore Romano". Capo dello Stato che tra l'altro è tornato proprio stasera a chiedere alle forze sociali e politiche e ai cittadini "una maggiore sobrietà nei comportamenti individuali e collettivi".
"La Santa Sede - ha scandito ancora il Cardinale - segue con attenzione e in particolare con preoccupazione queste vicende italiane, alimentando la consapevolezza di una grande responsabilità soprattutto di fronte alle famiglie, alle nuove generazioni".
"La Chiesa - ha esortato ancora il Segretario di Stato Vaticano -
spinge e invita tutti, soprattutto coloro che hanno una responsabilità pubblica in qualunque settore amministrativo, politico e giudiziario, ad avere e ad
assumere l'impegno di una più robusta Moralità, di un senso di Giustizia e di Legalità". Il Segretario di Stato Vaticano
Cardinal Tarcisio Bertone In mezzo, tra il colpo ricevuto d'Oltretevere e quello arrivato da Montecitorio, Berlusconi ha dovuto incassare anche
le punzecchiature di Umberto Bossi. Il leader del Carroccio risponde a muso duro alla nota vaticana con un singolare "per loro è più facile parlare". E poi spiega: "Berlusconi si è trovato con la casa circondata controllavano tutti quelli che entravano e che uscivano. Perchè non hanno controllato anche là?". Poi, a sera, la consueta marcia indietro: "Mai criticato il Vaticano". Ma insieme
avverte Berlusconi "di essere più cauto" e che "tutti insieme devono abbassare i toni, anche i magistrati". Poi, descrivendo lo stato del Premier, Bossi si spinge a dire di averlo trovato
"un po' gibollato", un termine dialettale, il 'gibollo', per indicare i segni dei colpi ricevuti.
Inoltre per il presidente del Consiglio resta
aperta anche la partita con il Csm e la magistratura, resa ancora più aspra dai toni minacciosi usati nel videomessaggio dell'altra sera. Accuse, quelle rivolte dal premier alle toghe, che secondo il presidente dell'Anm Luca Palamara, rappresentano degli
"attacchi inaccettabili" che "rischiano di mettere seriamente in discussione
l'autonomia e l'indipendenza della magistratura". Per il vicepresidente del Csm Michele Vietti "i processi sommari non si fanno e non si invocano.
Nel nostro ordinamento non sono previste 'punizionì per i magistrati. La competenza a valutare la correttezza dei comportamenti dei magistrati è attribuita dalla Costituzione al Consiglio Superiore della Magistratura secondo le procedure stabilite dalla legge". Il Csm ha comunque deciso di rinviare al 9 febbraio sulla pratica a tutela del pubblico ministero di Milano, Fabio De Pasquale, sulla quale ieri i laici di Pdl e Lega avevano fatto mancare il numero legale, uscendo dall'aula. Un rinvio stabilito però con l'impegno dei laici a garantire il numero legale e del resto dei consiglieri a trattare con sollecitudine la questione delle modifiche alle pratiche a tutela.
Intanto una notizia che riguarda alcune delle ragazze coinvolte nelle indagini.
L'amministratore del condominio ha sfrattato dal residence le 14 ragazze al centro del 'caso' Ruby:
arrecano un "danno al decoro del palazzo". Le giovani della scuderia di Lele Mora dovranno abbandonare i loro appartamenti entro otto giorni. Secondo quanto riferito da una delle giovani donne, Marysthelle, nella lettera di sfratto è spiegato che la decisione è stata presa per le
lamentele degli altri inquilini. Nel palazzo di Milano Due, stando a quanto raccontato da alcune testimoni sentite nell'inchiesta sulle feste ad Arcore, vivono soubrette ed escort in comodato d'uso a spese del premier Silvio Berlusconi.
Fonte:
Repubblica (20 gennaio 2011)