Medieval 2 Total War
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Un Popolo Rompiscatole

Ultimo Aggiornamento: 22/02/2011 17:34
18/01/2011 21:03
 
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Magyar Kiràlysàg
INTRODUZIONE

Questa è la mia prima AAR quindi abbiate pietà di me.
Fino ad oggi non avevo mai trovato il coraggio di mettere in piazza una mia partita, ma questa è un'occasione speciale.
Per la prima volta infatti ho considerato il popolo magiaro come qualcosa di più di "quella-fazione-che-sta-in-mezzo-alle-scatole".
Quindi ho deciso di mettermi di persona a rompere le scatole.
A parte gli scherzi, ho scoperto quello che fu il Regno d'Ungheria e ho deciso di redimermi leggenso tutte le biografie dei sovrani ungheresi.
E ovviamente, ho deciso di iniziare una nuova campagna...
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18/01/2011 21:31
 
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Bello, ho anche io intenzione di iniziare una campagna con i Magiari e seguirò questa cronaca molto volentieri!
18/01/2011 21:40
 
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Interessante ;)
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postremo dicas primus taceas
parla per ultimo, zittisci per primo




18/01/2011 23:16
 
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PREFAZIONE
Nell'anno Mille nacque il Regno d'Ungheria da quelle popolazioni nomadi e barbare chiamate Ungari. Una popolazione pagana, con una lingua differente da tutte quelle che la circondavano. Fu grazie Santo Stefano, il primo Re d'Ungheria, che questa accozzaglia di tribù potè diventare un Regno in grado di pesare sulle anime di Bisanzio, Venezia, Sacro Romano Impero, Polacchi, Cumani, Valacchi, Serbi, Bulgari, Turchi, ecc.

Questa AAR inizia dall'anno 1155 d.C.(come tutte le altre,insomma) quando regnava Geza II degli Arpad. Le altre famiglie nobili sono i Frangipan (diorigine italiana) e i Nemanja (tradizionalmente in lotta fra loro per il dominio della Serbia).
La capitale del Regno d'Ungheria è Pest, le altre città sono Pecs, Zagreb, Ungvar, Arad, Orsova e Regen. Il territorio governato dalla stirpe degli Arpad si estende quindi lungo i Balcani e, pur offrendo ampie prospettive di espansione, non ha sbocco sul mare. Inoltre il Regno è costantemente nelle mire delle potenze vicine, fra cui i due Imperi, quello tedesco e quello bizantino, i Cumani e la Repubblica Veneta.

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Nota: la campagna è difficile/difficile (secondo la nuova nomenclatura).
Spero che questo racconto possa essere fonte d'ispirazione nonchè manuale di come NON comportarsi.

Amen.
La prefazione è finita, leggete in pace.
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19/01/2011 14:36
 
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ULTIMISSIMA COSA
La narrazione sarà epistolare, lettere inviate da personaggi che mi sono inventato e che, in un modo o nell'altro, raccontano le vicende del Regno d'Ungheria.
Giusto per correttezza, alcuni non sono ungheresi.

E adesso comincio...
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19/01/2011 15:05
 
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ISTVAN HORVATH di ZAGREB alla famiglia.
Gennaio dell'Anno Domini 1155.

Caro Ervin,
ti invio questa lettera dal Palazzo di Pest, dove sono stato assunto come precettore. La lettera è per tutti voi miei cari e mi rivolgo a te, a cui ho insegnato a leggere, affinchè tu comunichi queste mie notizie alla famiglia.
Innanzitutto vi informo che sono in buona salute e non patisco la fame, come temeva nostra madre. Appena giunto a Pest mi sono reso visibile nella piazza pubblica come scrivano. Dopo due settimane si è fatto avanti un uomo del Re, chiedendo se fossi disposto a insegnare a leggere alle sue figlie. Naturalmente, di fronte alla prospettiva di un guadagno sicuro e certo, ho accettato volentieri.
La settimana scorsa, dopo aver pagato l'oste che mi aveva affittato una camera, mi sono trasferito a Palazzo, curioso di vedere la sede dei grandi Re d'Ungheria. La potenza e la gloria del Regno in cui viviamo trasudano dalle pietre della grande costruzione che è la dimora del Re.
So che tu, caro fratello, non gradisci che Zagreb sia governata dagli Ungheresi, ma ormai è così da tempo, è ora di accettare questa nuova patria e imparare ad esserne orgogliosi. Gli Ungheresi sono un grande popolo e annoverano come Re un santo! Il loro primo Re, Santo Stefano (di cui porto il nome), si impegnò davanti al Papa a diffondere la religione cattolica nelle terre pagane, e così fece. Oggi tutti i pagani (gente davvero senza onore) vivono a Est, oltre i Carpazi. Ma un giorno, ne sono certo, anche loro dovranno abbracciare la Croce!
Già pochi giorni dopo essere arrivato a Palazzo, ho potuto ascoltare un discorso! A parlare in Concilio era uno dei Nobili: che raffinatezza, un'oratoria eccelsa. O almeno questo è il parere di un sempliciotto di provincia. Comunque nel discorso (non te lo riporto, era troppo lungo) il nobile chiedeva a Re Geza di sottomettere la città di Soli. Il Re (che discorso!) ha detto che avrebe tentato la sorte: in questo momento, a causa delle costruzioni intraprese in tutte le città, i soldi non abbondano, quindi un assedio potrebbe portarci sulla bancarotta!
Ho assistito anche all'arrivo di un emissario veneziano. Il Re l'ha accolto benevolmente proponendo lo scambio di risorse e di informazioni geografiche. Il veneziano se n'è andato con il sorriso sulle labbra.
Ora devo concludere questa lettera, perchè i miei doveri mi richiamano al lavoro. Vi auguro la salute e cibo in abbondanza. Da' un bacio a nostra madre e alle nostre sorelle da parte mia. Vi invierò i miei guadagni con un corriere speciale la prossima settimana.
Istvàn.

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19/01/2011 16:02
 
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Molto interessante! [SM=x1140522]
19/01/2011 16:07
 
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NICODEMO di ADRIANOUPOLIS al filosofo DEMETRIO di COSTANTINOPOLI
Dicembre del 6684 (1175 d.C.)

Chaire Demetrio!
Ricevo delle notizie assai deprimenti dai confini e spero che con questa lettera la mia mente possa svagarsi. Tu in Città di certo ti starai riposando, fra i tuoi libri! Io invece sono costretto qui per aiutare il Vescovo, costantemente a contatto con l'ignoranza della plebaglia.
Ma questi omuncoli non sono nulla, se paragonati alle bestie che premono ai confini! I pagani cumani fanno sentire la loro presenza alla frontiera: hanno appena sottomesso la Valcchia conquistando il costello di Arges. Ma quelli più pericolosi e subdoli sono gli Ungari. Se ti chiedi perchè io li chiami così e non come si fanno conoscere, Magiari o Ungheresi, io ti rispondo: perchè sono figli degli Ungari, barbari violenti, e tali resteranno anche loro. Potresti dirmi: si sono convertiti al Cristianesimo. E io rispondo: il lupo si può travestire da pecora, ma rimane sempre una belva. Inoltre non si sono convertiti al Cristianesimo Ortodosso, ma a quello Cattolico, e sappiamo bene che il Papa di Roma non è che un burattino dei barbari Germani, Franchi, Britanni. Peraltro gli Ungari hanno stretto accordi commerciali con i Cumani, dimostrando, benchè i rapporti tra le due popolazioni siano tese, che sono della stessa pasta.
Ma veniamo al dunque: gli Ungari hanno preso Soli. Quando penso a come ciò sia successo, non posso che ricordare i versi della Ilioupersis, la caduta di Troia, sia per modalità che per conseguenze. Il "Re" ungaro ha inviato suo nipote, il giovanissimo Bartolomeo Frangipan (figlio del governatore di Zagreb, Duimo) a conquistare la città. Ma, sapendo che le finanze non bastavano per sostenere un assedio (anche le bestie sanno contare i propri soldi), ha fatto entrare una spia a Soli. Al momento dell'attacco, la serpe ha spalancato le porte, permettendo agli Ungari di entrare in città e espugnarla. Ovviamente le bestie non si sono trattenute dal saccheggiare la cittadina, colpevole solo di essere libera.
Ma veniamo alle notizie che mi hai comunicato. Sono lieto di sapere della conquista di Kostantia e dei bisanti che ne abbiamo ricavato. Ma com'è possibile che l'Imperatore abbia stretto accordi commerciali con gli Ungari? La Follia Lo possiede? Quale demone può portarLo a compiere una simile sciocchezza? Ma forse vuole imitare il grande Cesare e dividere i nemici prima di conquistarli?
Condivido invece la sua scelta di convertire quanti più barbari possibili alla religione Ortodossa: un'impresa impossibile (come possono le bestie comprendere il Vangelo?) ma, come si dice da queste parti, tentar non nuoce.
Concludo questa lettera che avevo iniziato con il proposito di distrarmi (proposito miseramente fallito, ahimè) con un regalo. Allego infatti a questa lettera uno scritto di Platone che ho trovato davvero interessante e istruttivo. Da parte mia, sto ancora dedicandomi ai versi di Saffo che mi hai inviato con lo scorso corriere. Una poesia sublime, che mi fa ignorare gli scritti di Seneca che ho abbandonato ormai da un mese.
Stammi bene, il tuo amico,
Nicodemo.
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19/01/2011 16:10
 
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GRAFFITO trovato alla base delle mura di ARGES
zOnO kOMcAk e nOn zO skriwere
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19/01/2011 16:57
 
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ISTVAN HORVATH di ZAGREB alla famiglia.
Dicembre dell'Anno Domini 1162

Caro Ervin,
ti scrivo per assucurarmi che nostra madre stia bene. L'ultima lettera che ho ricevuto da voi è quella in cui mi informavi che nostra madre aveva contratto la febbre. Spero che stia bene, perchè il suo malessere è l'unica cosa che potrebbe turbare la mia felicità.
Sono ormai sette anni che mi trovo alla corte di Geza II e sono stati anni davvero tranquilli, se si esclude la grandiosa impresa di Soli! Davvero, ancora mi stupisco della furbizia del nostro sovrano e della bravura di Bartolomeo Frangipan, ora Ban di Bosnja.
Da quei tempi abbiamo fatto davvero passi da gigante: l'economia sta finalmente prendendo vita e l'alleanza con il Sacro Romano Impero e il Regno di Polonia ci ha fatto assurgere a un potere che mai mi sarei sognato! L'Impero Romano ci invidia davvero, visto che orde di preti ortodossi si riversano ai nostri confini per cercare di sollevare le popolazioni! Sono davvero illusi se pensano che basti qualche predica per distogliere le menti dei sudditi di un Re come il nostro!
Il Papa si è preoccupato molto di questa tentata conversione e ci ha ordinato molte volte la costruzione di chiese e cappelle, offrendoci in cambio sostanziose ricompense in denaro. Ma questa mattina, al Concilio (ho finalmente ottenuto il permesso di sedermi con quei grandi uomini!) ha parlato un emissario pontificio: il Papa richiede la costruzione di una chiesetta a Ungvar. Ho scritto "richiede" ma avrei fatto meglio a scrivere "pretende". Già, nessuna ricompensa è prevista per la dispensiosa costruzione di una chiesetta. A mio parere, il Papa si è dimenticato che noi siamo i suoi più grandi servitori nei Balcani e ci da ordini come si darebbe a un barbaro. Malgrado ciò, il Re, nella sua saggezza, ha dato ordine di costruire questa chiesetta.
I nostri rapporti con le popolazioni circostanti si estendono: abbiamo stretto accordi commerciali con la lontanissima Repubblica di Novgorod e addirittura con i Turchi! Sì fratello, il Re ha stretto accordo con i musulmani della Turchia, ma di certo ha un secondo fine: credo che sia un modo per far pressione sull'Impero Bizantino.
Ed ora la notizia del momento: il Principe Ladislao, fratello del Re, si sposerà fra una settimana a Pecs con la Principessa francese, Adele Capetingio. Voglio quindi invitarvi tutti ad assistere al matrimonio regale: Pecs si trova proprio a metà strada fra Zagreb e Pest.
L'ultima notizia che ti voglio dare, è dedicata a nostra madre: ho finalmente trovato una donna. Si chiama Angyalka ed è la balia della Principessa Elisabetta. Ci siamo conosciuti a Palazzo: il Re ha infatti disposto che io istruissi sua figlia alla poesia e al canto in vista della sua maturità (ora ha ancora 13 anni). Conoscerete la mia fidanzata a Pecs, se vorrete venire.
Saluti,
Istvàn.
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19/01/2011 19:36
 
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Re: GRAFFITO trovato alla base delle mura di ARGES
ImpCJCaesar, 19/01/2011 16.10:

zOnO kOMcAk e nOn zO skriwere




Genialata di graffito [SM=x1140476]



Bella cronaca inusuale. Hai trovato anche un bel modo per descrivere le tue mosse in forma epistolare.

Continua così [SM=g27960]
[Modificato da Tomas Torquemada 19/01/2011 19:37]
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19/01/2011 19:53
 
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Re: GRAFFITO trovato alla base delle mura di ARGES
ImpCJCaesar, 19/01/2011 16.10:

zOnO kOMcAk e nOn zO skriwere




Questo me l'ero perso! [SM=x1140476]

Davvero una bella cronaca! Voglio proprio vedere come continua.
19/01/2011 22:48
 
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Re: GRAFFITO trovato alla base delle mura di ARGES
ImpCJCaesar, 19/01/2011 16.10:

zOnO kOMcAk e nOn zO skriwere




[SM=x1140476]


Originale è molto ben scritta! [SM=x1140522]
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20/01/2011 15:43
 
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ELISABETTA ARPAD alla balia ANGYALKA
Dicembre dell'Anno Domini 1166

Cara balia,
è ormai imminente il giorno del mio matrimonio: benchè io abbia solo 17 anni, mio Padre il Re mi ha inviata in Polonia per trovare un degno marito. Dopo aver scoperto che non v'era alcun Principe con cui unire le sorti, stavo tornando a Pest. Ah mia cara balia, ero assai sollevata durante il viaggio di ritorno! Ero terrorizzata all'idea di sposare un uomo sconosciuto, magari vecchio, e rimanere per sempre in un altro Paese. Questo, lo so, è quello a cui sono stata educata fin da piccola da te e da tuo marito Istvàn, ma il mondo fuori dalle rasserenanti mura del Palazzo mi spaventava e mi spaventa ancora oggi! Solo tu puoi capire la gioia con cui stavo tornando a casa, pur sapendo che sarebbe stata solo una breve pausa prima di ripartire.
Ma niente poteva farmi presagire cosa accedde dopo! Non ti terrò sulle spine, cara balia, cara amica. Mentre la mia lettiga viaggiava circondata dalle guardie, mi è giunto dall'esterno il rumore di un esercito in marcia! Scostando le tende, sospirai sollevata vedendo le insegne dei nostri alleati polacchi. E in testa alla colonna stava un giovane generale, bellissimo. Quando vide la lettiga e le insegne del fiero popolo magiaro, capì di trovarsi di fronte a un personaggio di alto rango e venne a porgermi omaggio. Quando mi vide, mi accorsi che lui si era innamorato di me al primo sguardo, come io di lui!
Quanto utili sono state le tue lezioni sul portamento e l'eleganza, cara balia! L'ho sorpreso con il mio sguardo e la mia eloquenza, frutto degli insegnamenti di tuo marito! Mi disse di essere Konrad Piast e io, memore delle istruzioni di mio Padre il Re, ho compreso di trovarmi davanti al rappresentante di una delle stirpi reali polacche. L'ho quindi trattenuto con me il tempo necessario per ottenere l'autorizzazione regale di sposarlo. O meglio, convincermi a sposarlo. Konrad non ci ha pensato due volte (le donne polacche non devono essere proprio bellissime) e mi ha chiesto la mano.
Il matrimonio sarà celebrato fra pochi giorni qui, sul confine, per rappresentare l'unione delle famiglie degli Arpad e dei Piast. Come tu invitasti me al tuo matrimonio, cara amica, ora io invito te e tuo marito. Non ci saranno certamente pericoli di cadere vittima dei banditi perchè ultimamente, come ben saprai, il Re si è premurato di reprimere le sollevazioni dei banditi.
Mi auguro di vederti presto al mio matrimonio,
Principessa Elisabetta Arpad.
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20/01/2011 16:05
 
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ISTVAN HORVATH di ZAGREB alla famiglia.
Dicembre dell'Anno Domini 1168

Caro Ervin,
lo so che mi porti rancore a causa della mia assenza al funerale di nostra madre, ma ti prego di perdonarmi. Avevo ricevuto l'ordine di rimanere a Palazzo poichè si preparava il grande banchetto in onore di Vilmos Kazimierz, appena nominato Cardinale da Sua Santità il Papa. Inoltre non posso ancora muovermi da Pest, poichè si sta festeggiando la nascita della figlia di Konrad Piast e della Principessa Elisabetta, Irisko.
Ti prego fratello, perdonami. In questi giorni si stanno agitando le acque, ho sentito in Concilio discutere di una guerra contro i cumani! Il Re stava investendo Stefano III, suo primogenito, e Stracimir Nemanja, il governatore di Regen, dell'autorità di generali. Dovranno condurre un esercito alla conquista di Arges, al momento sguarnita, e liberare la città dal dominio pagano.
Non lo direi a voce alta, ma sono scettico nei confronti di quest'impresa: le casse piangono, il tesoro ammonta a pochi bisanti. Come si può sostenere un assedio in queste condizioni?
So da fonti certe che il Re ha appena sprecato 500 bisanti per richiedere al Papa una crociata contro Azaq. Sua Santità ha gentilmente rifiutato, non esitando a incassare però la sua tariffa! Caro Ervin, non sono più sicuro che ci si possa fidare di un'autorità lontana come è quella del Papa: forse perso nelle sue ricchezze, il Santo Padre dimentica la devozione dimostrata dal popolo magiaro? Eppuure il Re è tranquillo e continua a ordinare sacerdoti cattolici e a eseguire gli ordini del Papa. In Ungheria ormai non c'è città in cui non si stia costruendo edifici religiosi.
Vi invio con questa lettera metà dei miei guadagni, sperando che vi possano essere d'aiuto: alla mia famiglia basta poco, perchè il vitto e l'alloggio sono offerti dal Sovrano.
Con affetto,
Istvàn.
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20/01/2011 16:07
 
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GRAFFITO trovato alla base delle mura di ARGES
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PENSA CHE IO NON SO LEGGERE
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20/01/2011 16:50
 
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DEMETRIO di COSTANTINOPOLI a NICODEMO di ADRIANOUPOLIS
Dicembre 6679 (1170 d.C.)

Chaire amico mio!
Non so perchè ti ostini a indirizzare le lettere a me come se fossi un "filosofo"! I veri e più grandi filosofi furono quelli come Platone e Aristotele, San Paolo e gli Apostoli! Io sicuramente sono dotato della virtù della sapienza e dell'umiltà, ma proprio a causa di questa mia modestia, mi definisco "Sapiente" o "Saggio", non certo "filosofo".
Penso che tu sarai assai felice delle notizie che ti riporto in questa lettera. Nella nostra ultima occasione di incontro qui in Città, mi riferisti della caduta di Arges. Ti dimostrasti felice perchè i pagni si erano massacrati a vicenda (di sicuro, coma già hai avuto modo di dirmi, gli Ungari non possono essere definiti Cristiani), ma ti dicesti preoccupato perchè gli Ungari in tal modo venivano a contatto diretto con il nostro Impero.
Ebbene, l'Imperatore, nella Sua Saggezza, ha dichiarato guerra a questi barbari, assediando il forte di Targoviste in Valacchia. All'interno delle mura c'è solo il generale (o il capotribù, come sarebbe meglio definito da quelle sottospecie di uomini) Stracimir Nemanja (non riesco a pronunciarlo). Sarà una vittoria facile, l'esercito sta già preparando l'ariete e le scale.
Finalmente gli Ungari riceveranno una lezione d'umiltà! Si sono affidati alla fortuna sia nell'assedio di Soli (che come mi dicesti fu presa grazie al tradimento) che in quello di Arges, dove, rimasti senza soldi sperperati in lussi pagani, il Papa li ha salvati dalla bancarotta donando loro 1000 bisanti. Questa hybris, questa tracotanza sarà punita da Dio per mezzo delle nostre legioni.
Ti vedo già colmo di gioia nella tua stanzetta di Adrianopoli, mentre leggi questa mia lettera. Per renderti ancor più felice, ti faccio dono di uno scritto del grande Aristotele in cui elenca e descrive ogni specie di pianta e un bestiario di un viaggiatore intrepido, che ha navigato fino a isole incredibili! Spero che tu possa così arricchire la tua già vasta cultura, ora che la mia vita si avvicina ormai al tramonto.
Chaire,
Demetrio il Saggio.
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20/01/2011 17:14
 
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ERVIN HORVATH a suo fratello ISTVAN
Dicembre dell'Anno Domini 1171

Istvan,
ti ripeto che non vogliamo più avere a che fare con te. Troppe volte hai ignorato ciò che dovrebbe essere più importante per un uomo, la tua famiglia. Ti ho perdonato quando è morta nostra madre e non sei venuto neppure per omaggiare la sua tomba. Ti ho perdonato quando non sei venuto al funerale di nostro padre, che si è consumato nel dolore, e ancora non ti degni di venire qui.
Ma non ti perdonerò per non essere venuto al matrimonio di nostra sorella Monika. Dici di essere impegnato per questo o per quello, ma non dimentichi mai di andare a leccare i piedi dei tuoi padroni. Immagino che tu non sia mai mancato ai matrimoni dei nobili, di quelli che vivono sulla nostra pelle. E ora il matrimonio di una contadinotta come nostra sorella ti annoierebbe, se confrontato con lo sfarzo a cui sei abituato, vero?
Imbottisci le tue lettere parlando di guerre, di bilanci, di re e papi, ma non chiedi mai come stiamo, ci mandi solo i tuoi soldi, immagino per sentirti la coscienza pulita. Non la vogliamo la tua carità. Noi saremo anche contadini, ma almeno non viviamo strisciando a Palazzo. Lavoriamo la terra e ci ammazziamo di fatica per pagare le tasse, ma almeno non lecchiamo gli stivali a tutti i nobili che passano. Quella è la vita che fai tu.
Nella tua scorsa lettera mi hai parlato della vittoria contro i greci, di come l'assedio sia stato tolto da Targoviste e di come si sia ottenuto un grande riscatto per i prigionieri. Ma adesso ti dirò una cosa: noi non sappiamo neanche dov'è questa Targoviste. Per quanto ne sappiamo potrebbe anche non esistere.
E questo riscatto a quanto ammontava? E come è stato speso? Io un'idea ce l'ho. Qualche giorno fa si è celebrato il funerale di Duimo Frangipan, o, come dovevamo chiamarlo, Signore. Non ho potuto fare a meno di confrontarlo con quello di nostro padre. Per il Frangipan c'è statauna veglia di 7 giorni. Nostro padre è stato seppellito subito, prima che marcisse e portasse malattie, avvolto nei suoi pochi vestiti. Il Frangpan è stato seppellito nel mausoleo di famiglia nel cimitero della chiesa, all'interno di una bara che poteva contenere un uomo a cavallo. Nostro padre è stato seppellito nel nostro campo. Al funerale del nobile c'era tutta la città, con le guardie alle spalle, ad applaudire per tutti i soldi che si è preso nella sua purtroppo lunga vita. Al funerale di nostro padre c'eravamo solo noi, suoi figli, a ringraziarlo per la vita che ci ha donato. Non c'era neanche il prete, non potevamo permettercelo.
Detto ciò, Istvàn, ti chiedo: vuoi continuare a leccare il deretano ai tuoi padroni? Fallo pure ma dimenticati di noi.
Addio.
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20/01/2011 17:35
 
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DAL TESTAMENTO di RE GEZA II
Febbraio dell'Anno Domini 1191

[...] e nessuno può mettere in dubbio la saggezza con cui ho governato il Regno. Sotto il mio governo molti nemici sono stati sconfitti, Cumani, Bizantini, Siciliani e Aragonesi [...].
Nessuno può contestare le vittorie che ottennero i miei generali e fratelli sotto le mura di Arges, Adrianoupolis, Costanta, Bysantium. E le vittorie che ottenni io saranno cantate per anni dai più bravi menestrelli [...].
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