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Meteore Roma

Ultimo Aggiornamento: 15/02/2024 17:35
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30/04/2021 15:57
 
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ma a parte le meteorE Roma... ma lo apriamo un topic sulla meteorA Roma?
Ah già... c'è tutto il forum apposta...


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07/10/2021 16:25
 
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Inserisco tra le meteore anche un Campione d'Italia e del Mondo che non ha mai giocato in prima squadra, quindi...




Marco Amelia è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle sei, in onda anche su Rai 2 dal lunedì al venerdì notte tra la mezzanotte e quaranta e le due e trenta circa.


L'ex portiere, campione del mondo da terzo nell'Italia di Lippi del 2006, ha parlato un po' di se: "I mondiali vinti in Germania? Credo che di quel Mondiale si sia detto tutto, anche troppo. Ci sono cose che è bello tenere nello spogliatoio, nel gruppo che poi ha affrontato quell'esperienza. Era un periodo difficile, era scoppiato lo scandalo di calciopoli, c'era molta diffidenza sul sistema calcio in quel momento, credo che ogni singolo individuo che ha partecipato alla spedizione mondiale sia stato importantissimo. Dai cuochi al mister.

Se è vero che calciopoli ci ha aiutato a compattarci? Viene detto, ma io credo che il gruppo già prima fosse molto unito. E' stato fatto un grande lavoro da parte di Lippi. Io credo che calciopoli abbia solo creato delle problematiche al nostro gruppo, qualcuno si è trovato sui giornali, per me calciopoli non ha unito il gruppo, anzi lo ha destabilizzato. Da quel punto di vista è stata la dimostrazione che eravamo veramente forti".

Sugli inizi: "Come sono diventato un portiere? In porta ci si va per necessità e poi ci si ritrova perché ci stai bene. Quando si gioca con gli amici, per strada, in porta ci si va a turno. Poi quando inizi la scuola calcio lo stesso. I portieri si fanno a turno. Io mi ritrovai in porta durante una partita di scuola calcio, capitò che parai un rigore e poi ci sono rimasto per passione. Ero tifoso della Roma, mi piaceva Giovanni Cervone, come calciatore, come persona, per quello che esprimeva nello stare in porta. Andavo in Curva, il portiere è quello più vicino che vedi quando sei allo Stadio".

Ancora Amelia: "Della mia carriera non rivedo niente. Nulla. Quello che è stato fatto è stato fatto. Ho fatto degli errori che sono costati punti e risultati. Penso a Bologna-Milan, a Bologna. Vincevamo 2-1, mi fecero un tiro che volevo per forza bloccare. Mi sfuggì e andò dentro. Finì 2-2, quell'anno perdemmo lo scudetto per due punti. Andandoci a ripensare, quell'errore fu decisivo".

Lo scudetto vinto da giovanissimo alla Roma con Totti e Batistuta: "Abbiamo vissuto una stagione iniziata dopo lo scudetto della Lazio, uscendo subito dalla Coppa Italia, malamente, contro l'Atalanta. Ci fu una grande contestazione a Trigoria. Fu pesante, c'era tanta gente, c'è stata violenza. La rabbia era comprensibile, ma servono dei limiti. Però fu una stagione meravigliosa, ci rimboccammo le maniche, iniziammo a vincere, la squadra era fatta da grandissimi giocatori. Io ero giovanissimo, ero un giovane calciatore che viveva lo spogliatoio. Ricordo il rapporto il Capello e con gli altri giocatori. Fu tutto meraviglioso. Avevo 18 anni, ero un tifoso. Quella vittoria lì mi ha poi permesso di andare a fare la mia carriera. Vinsi poi a Livorno, con l'Under 21, a Milano col Milan, lo scudetto".


Ancora su quella Roma: "Batistuta? Quando arrivò a Roma tutta la piazza si innamorò subito di lui. Era il più forte attaccante in circolazione. Mi ricordo la presentazione con lo stadio pieno. Tutto molto bello. Aveva una grande carica, voglia di vincere, ti trascinava, ti contagiava. Ha vinto poco per quello che è stata la sua carriera.


Totti? Ai tempi era molto giovane, era già l'idolo della gente, faceva difficoltà a vivere, ogni volta che si muoveva aveva centinaia di persone in torno. E' unico. Per i tifosi della Roma è qualcosa di eccezionale e si percepiva che non era facile vivere la città nella sua posizione. Fare tutta la carriera con un'unica maglia non è stato facile per lui. Non è facile vivere la vita in modo diverso rispetto a tutti gli altri. La normalità non te la darà mai indietro nessuno. Ma questo credo sia anche il bello di essere un grande campione come Totti.

Capello? Un grande. Ho imparato tanto anche solo ascoltandolo. Mi ha dato un sacco di consigli, dall'alimentazione al come vivere la vita da atleta. Lui è la mentalità Milan, che io poi ho ritrovato in rossonero. Sergente di ferro? Sì, nel senso che ha sempre preteso che i suoi giocatori dessero il massimo. Questo a volte non viene ben concepito da tutti".


Sull'ambiente romano: "Perché a Roma si vince poco? L'ambiente romano è particolare, la gente vive le squadre di calcio come se fossero una religione. C'è tanta pressione, ovunque. Pressione quotidiana nel vivere la città. Si vince meno probabilmente per una questione di mentalità generale che si è creata nel tempo".



Nel 2007 Amelia, dichiarato tifoso della Roma, poteva andare alla Lazio: "C'è stato qualcosa, c'era Angelo Peruzzi che aveva pensato a me per la Lazio. E' stata un'idea ma è finita subito. Diventa difficile quando un giocatore esposto ad essere tifoso dell'altra squadra si trova a poter vestire la maglia dei rivali. C'è stata una possibilità ma è finita subito con una analisi reale. Io non potevo proprio fare una cosa del genere, ma lo sapevano e lo hanno valutato anche i dirigenti della Lazio. Sono tanti i giocatori tifosi della Roma che hanno vestito la maglia della Lazio e viceversa. Io ho scelto di non farlo. Per una questione di rispetto verso i tifosi e anche verso la mia famiglia".

Amelia ha giocato negli anni dell'esplosione di Buffon: "E' la più grande sfiga del mondo, ma anche una grande fortuna. Mi hanno convocato in Nazionale 80 volte, potevo giocare sicuramente più partite se non ci fosse stato Buffon. I primi anni in cui andavo c'erano anche Peruzzi, Toldo, Abbiati. Entrare nel giro non è stato facile, io sono andato in Nazionale con la maglia del Livorno, con cui sono cresciuto dalla Serie C alla Serie A. E questa è stata una grande soddisfazione".



Amelia ha difeso anche la porta del Milan: "Ricordi meravigliosi. Ho giocato con Nesta, Ibra, Gattuso, Pirlo, Seedorf, e molti altri. La filosofia del Milan si vede raramente, anche in altri grandi club. Per questo quello rossonero è il club più titolato al mondo. Sono cresciuto tanto come uomo, come persona e come professionista".


Praticamente a carriera finita, Amelia è andato a Londra, al Chelsea: "Avevo deciso di smettere, poi a fine mercato si infortunò il portiere del Chelsea. Il mercato era chiuso, ero tra i pochi portieri svincolati da poter prendere. Ci parlammo con Mourinho, all'epoca allenatore del Chelsea. Andai a Londra, feci dei test, venni ritenuto idoneo a giocatore. E' stata una esperienza bellissima. Josè è un grande allenatore. Il calcio inglese ha una intensità diversa rispetto al nostro. E' meno tattico a livello di gruppo, molto più tattico a livello individuale".
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"In my 23 years working in England there is not a person I would put an inch above Bobby Robson."
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29/10/2021 12:28
 
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Gustavo Bartelt è ricordato dai tifosi romanisti per la sua prestazione nella partita contro la Fiorentina, che finì 2-1 per i giallorossi proprio grazie all'ingresso in campo dell'argentino. La sua è una storia particolare conclusasi con un addio alla Roma molto discusso, ma tanti tifosi non hanno mai capito cosa sia veramente accaduto. A spiegarlo è stato proprio l'ex attaccante, con un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.

Com'era il tuo rapporto con Franco Sensi?"All’inizio era buono. Appena mi vide, per scherzo, disse di tagliarmi i capelli e coprirmi i tatuaggi. Non sapeva neanche lui perché non giocassi, ma non potevo dirgli che con Zeman non c’era rapporto. Con la testa che ho adesso di sicuro avrei fatto altre scelte".

Ci spieghi com'è andata con Capello?"In modo strano. Quando tornai a Roma dopo le vacanze la società mi disse in modo chiaro che non mi voleva nessuno, né loro e né Capello. Io dico ‘Ok, ma vorrei provare a fargli cambiare idea durante la preparazione. All’inizio era iniziata bene in realtà. Prima amichevole in ritiro a Kapfenberg, nota che sono seduto in un angolo e mi chiede cosa ci facessi lì. ‘Mister, so che non mi vuole’, gli rispondo. Lui replica che non è vero e mi reintegra in rosa. Sei spezzoni di partita fino a gennaio, poi non ho più visto il campo”.

Poi che è successo?“La Roma mi ha abbandonato. Mi sono fatto due anni in prestito, poi c’è stato lo scandalo passaporti e sono stato squalificato. Dal 2001 al 2003 la società non mi ha pagato lo stipendio. Sono andato 5 volte a parlare con la Federcalcio, ma alla fine non ho visto un soldo. Non potevo neanche allenarmi a Trigoria. Ricordo Aldair e Totti, spesso mi chiedevano come mai la Roma mi stesse facendo questo. Non volevano neanche darmi in prestito. Potevo andare in Germania, in Svizzera o tornare in Argentina, ma nulla. Forse ce l’avevano con il mio agente, non lo so, ma mi sono sentito isolato”.

C'è rancore?"Nessun rancore, solo amore. Mi sono tatuato lo stemma della Roma, perché la gente mi ha voluto bene. Quando passeggiavo per strada mi fermavano tutti. Per me la Roma è un sentimento, uno stato d’animo, ancora oggi vedo le partite e mi informo su qualsiasi cosa. Il mio rimpianto più grande è quello di non aver giocato neanche un minuto nell’anno dello scudetto”.


Gustavo Lupetto Bartelt?
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29/10/2021 13:02
 
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anche perchè nell'anno dello scudetto non c'eri [SM=x2478856]
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29/10/2021 23:01
 
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Comunque a leggere queste interviste che spesso rilascia emerge il contrasto tra il suo amore per la Roma e quello che ha subito, accanimento inspiegabile e per certi versi è strano che uno sia obbligato a restare e non venga nemmeno pagato, ancora più strano che non sia stato tutelato. Bisogna pure capire quanto sia vero il racconto.

Pensando anche a Villar mi chiedo perchè certi allenatori (pure Zeman per certi versi è come Mourinho) nutrano una specie di "odio" verso certi giocatori della propria squadra.

Di Bartelt come primo ricordo ho l'amichevole estiva col Santos, si perdeva 3 a 0 e lui accorciò le distanze con due gol, ricordo vagamente queste due sue folate in avanti, il giorno dopo per i giornali era "il figlio del vento". Peccato perchè se fosse stato sempre cosi' (pure quella volta con la fiorentina)...un vero mistero, di sicuro un carattere fragile.
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28/12/2021 16:02
 
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Era una delle promesse più luminose del calcio italiano, il pallone gli ha dato meno di quanto si pensasse. Ora Paolo Baldieri vende gelati.

"Vola, sotto la curva segna, la rete gonfia ancora, la curva s'innamora, Paolo Baldieri"

Eh sì, Paolo Baldieri appartiene alla categoria dei giocatori cui è stato dedicato un coro personale, il che fa già capire che ci troviamo di fronte a qualcuno che nel calcio ha lasciato una traccia. Sarebbe potuto essere un solco profondo, ma è mancato qualcosa, così riassunto dal diretto interessato.

"Mi sono mancate due caratteristiche fondamentali - ha spiegato ad 'Altrocalcio.com' - il carattere e la cattiveria. Queste lacune caratteriali non mi hanno permesso di sfruttare a pieno il mio notevole potenziale. Non avevo grande fiducia nelle mie capacità e spesso mi sottovalutavo. Il problema è che io giocavo fondamentalmente per divertirmi e alla fine posso dire di essermi divertito. Sono riuscito a dare il meglio di me in provincia dove non c'erano troppe pressioni. Comunque non ho grandi rimpianti anche perché il calcio per me non è mai stata una priorità assoluta. Nella mia vita oltre alla carriera da calciatore ho sempre dato molto spazio alla famiglia e alle mie passioni".

Nato romano e romanista il 2 febbraio 1965, Baldieri è stato un attaccante esterno veloce e tecnico, dal dribbling facile. Cresce nella Romulea, poi a 16 anni fa un provino con la Roma, che lo prende grazie alla lungimiranza del 'Barone' Nils Liedholm, allora tecnico dei giallorossi. È organizzata allo scopo una partitella tra due selezioni di squadre locali, ma c'è un problema...

"Solo io venivo dalla Romulea, non conoscevo gli altri e non mi arrivava un pallone - ha raccontato Baldieri al 'Corriere dello Sport' - Riusciì a toccare la palla solo tre volte, ma questo bastò al Barone, che mi convocò per il giorno dopo, tra le riserve. Giocai bene e feci subito goal. I giornali scrissero di quella partita, ma non vi trovai il mio nome, la Roma mi aveva ribattezzato per evitare di far aumentare la mia valutazione economica...".

È il 1981, l'attaccante gioca in Primavera con Giannini e Desideri, l'anno dopo viene aggregato alla prima squadra che a fine anno vincerà lo Scudetto. Non gioca neanche un minuto, andando in panchina per la prima volta alla terz'ultima giornata, mentre invece esordisce in Coppa Italia con un goal contro l'Avellino. La prima presenza in Serie A con la maglia della Roma è rimandata all'anno successivo, contro il Catania.

"La ricordo bene quella partita, non segnai, ma saltai ripetutamente un grande avversario, che mi urlò 'A ragazzì, ma perché non te ne vai a giocà sull'altra fascia...?'. Era Claudio Ranieri. Quello sfogo mi riempì d'orgoglio. Fu in quella stagione, 1983/84, che capii di essere davvero un calciatore".

Con spiccioli di presenze in Serie A, ma stella a livello Primavera con un Viareggio e un campionato vinti, il 19enne Baldieri è una delle promesse più luminose del calcio italiano. La Roma lo manda allora a farsi le ossa in Serie B col Pisa, dove è subito titolarissimo e protagonista della promozione dei toscani nella massima serie. Dopo un'altra stagione in nerazzurro, il club giallorosso lo riporta a casa nel 1986 per puntarci con decisione sotto la gestione Eriksson, al culmine di un biennio in cui ha dato il meglio di sè anche con la maglia della Nazionale Under 21 di Azeglio Vicini.

Baldieri con gli azzurrini segna 9 goal in 14 partite, giocando da protagonista nella scintillante squadra che con Giannini, Mancini e Vialli perde la finale degli Europei U21 contro la Spagna. Ben diversa, nonostante queste premesse, è la storia con la maglia della Nazionale maggiore: una sola convocazione con Bearzot, nel 1985, senza peraltro mettere piede in campo. Quella Under 21 di Vicini costituirà l'ossatura della squadra dei Mondiali di Italia '90, ma Baldieri non ci sarà, fermatosi di fatto a quel 1986, ai 21 anni di quello che sarebbe potuto essere e non è stato. Il ritorno alla Roma non è il trampolino di lancio che tutti speravano e a fine anno i giallorossi lo mandano ad Empoli, sperando che il giocatore si ritrovi, e poi ad Avellino, dove i tifosi gli dedicano il coro personale sulle notte de 'La notte vola' di Lorella Cuccarini.

Perchè Baldieri segna poco - a fine carriera saranno 44 goal in 292 presenze nei campionati di Serie A e B - ma quel suo modo di giocare estroso lo fa apprezzare dai tifosi. Dopo l'ultimo ritorno alla Roma nel 1989/90, l'attaccante lascia definitivamente la Lupa (42 presenze e 4 goal il bilancio complessivo), fa un anno a Pescara e poi va al Lecce, dove gioca 4 anni contribuendo alla promozione in A dei salentini.

Paolo Baldieri Lecce
Dopo una mezza stagione a Perugia, chiude col Savoia in Serie C1 e infine col Civitavecchia in D, ritirandosi nel 1997 ad appena 32 anni. Tornerà nel mondo del calcio nel 2005, nei quadri federali come viceallenatore dell'Italia Under 16, ma sarà una breve parentesi di pochi mesi. La sua vita infatti ha preso un'altra direzione, molto lontana dal prato verde, come racconta a 'Sportweek': "Il giorno in cui ho lasciato Lecce mi ero ripromesso che non sarei tornato più, ma dopo dieci giorni ero già in vacanza in Salento. Era un arrivederci". Ed infatti ci torna a vivere con moglie e 3 figli, e nel 2013 apre una gelateria, suo attuale lavoro.

"Continuo a creare, il gelato mi ha cambiato la vita. Cerco sempre la perfezione. Ho provato a entrare nel ramo costruzioni, ma ho mollato. Colpa della crisi. Allora mi sono detto,perché non provare a fare il gelato? Vivo in una terra che ha prodotti unici, cerco sempre di riprodurli nei gelati con gusti particolari. È partita come una sfida, ho vinto io".

Non solo gelati, c'è anche altro che riempie le giornate di Baldieri: la pesca, dapprima passione personale, poi anche pescaturismo: "L'unico problema è la sveglia alle 4 del mattino. Ora è un secondo lavoro, organizzo uscite e porto le persone a pescare. Uno spettacolo". Un amore, quello per la pesca, che fa da sfondo ad un episodio drammatico della sua vita. Nel 2016 Baldieri sta facendo una battuta di pesca con amici, quando ha un doppio infarto, da lui stesso raccontato su Facebook.

"Sto molto meglio... diciamo bene. Ho avuto un infarto di due arterie... una risolta con lo stealth cardiaco, l'altra verrà trattata allo stesso modo. Mi è andata bene...! Ora posso raccontare che non è stata una giornata di pesca storta... no. È stata la giornata dell'incastro perfetto... dove ogni cosa ha fatto sì che ognuno ha portato qualcosa per salvarmi la vita. E lì dove il cuore ha già tradito mia nonna, mio zio, mio Padre... io la faccio franca e rinvio l'appuntamento ancora una volta".


Se questa è stata la sliding door della vita di Baldieri, anche la sua carriera ne ha avuta una a 29 anni, quando il grande calcio sembrava ormai un ricordo lontano e invece...

"Nel 1994 partecipai a una tournée in Messico col Milan di Capello. Se l'avessi incontrato da giovane avrei avuto un'altra carriera, invece avevo quasi 30 anni. Segnai 7 goal in 9 amichevoli, ma i rossoneri, per acquistarmi, avrebbero dovuto cedere Marco Simone. Impossibile, era il cocco di Berlusconi...".

Alla fine resta la serenità di un uomo appagato, messa in calce ad un'intervista a 'Orticalab'.

"Dico sempre di aver vissuto due vite, una da calciatore in cui facevo il lavoro più bello del mondo, ero conosciuto e sempre attorniato da persone, un'altra da persona normale che lavora, si alza al mattino e pensa alla famiglia. Ho lasciato la vita in cui vivevo di fama ma sono felice. Felice di tutto quello che ho fatto, senza alcun rimpianto".




Praticamente ha fatto come Riccò 😀
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29/12/2021 22:02
 
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Non so quale ex giocatore raccontò in radio che un giorno a tavola baldieri stava infastidendo cervone, che perse le staffe e lo sollevò per aria. [SM=g7554]

Di lui ricordo quando stava al lecce. Tra l'altro nell'annata al flaminio, la prima partita live, giocò uno spezzone con noi proprio contro il lecce. Da quello che diceva giannini era bravo ma non mantenne le promesse. Comunque con noi a livello giovanile un bel palmares, gli anni d'oro con benetti di viareggio 83 e dello scudetto l'anno dopo. Una primavera con molti giocatori poi lanciati nel calcio professionistico, lui compreso.
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01/04/2022 17:31
 
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Maurizio Lanzaro nuovo allenatore del Seregno in serie C.

Lanzaro..mezzo pupillo del boemo.

Formalmente è pure campione d'Italia 2000-'01 [SM=g7557]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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06/04/2022 19:20
 
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Soleri al Palermo di Silvio Baldini sta trovando una dimensione.

Mezzo golazo da centrocampo praticamente lo scorso fine settimana.
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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07/04/2022 00:30
 
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Sound72, 01/04/2022 17:31:

Maurizio Lanzaro nuovo allenatore del Seregno in serie C.

Lanzaro..mezzo pupillo del boemo.

Formalmente è pure campione d'Italia 2000-'01 [SM=g7557]

No perché andò via a gennaio come poggi e non ricordo chi.
In classe mia c'era fedeli che giocava con lanzaro e d'agostino negli allievi della Roma, esterno di centrocampo prolifico, gli fecero anche un riquadro sulla rivista La Roma tra le promesse del settore giovanile.
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08/02/2023 00:02
 
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Un invecchiato male Marazzina delira da piscitiello che lo voleva Ferguson allo United ma poi saltò tutto.
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08/02/2023 08:45
 
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Tumminello è finito alla Gelbison in serie C...carriera pregiudicata da infortuni
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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08/02/2023 10:06
 
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Pure dalla testata all'arbitro..




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“L’autorità che aveva Fabio Capello all’interno del centro sportivo. In particolare, quando la squadra scendeva in campo per gli allenamenti, i giardinieri dovevano allontanarsi perché al mister davano fastidio i rumori. Doveva esserci il più assoluto silenzio e lui voleva il totale controllo su
ogni situazione. Queste persone che curavo il terreno di gioco, come lo vedevano arrivare, sparivano in pochi secondi"
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08/02/2023 14:27
 
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Re:
lucaDM82, 08/02/2023 00:02:

Un invecchiato male Marazzina delira da piscitiello che lo voleva Ferguson allo United ma poi saltò tutto.




Brutti ricordi con noi, soprattutto quella stagione, forse una delle più tristi dell'era Sensi, col gruppo dello Scudetto logoro e aria di smobilitazione generale
Poi l'anno dopo qualcosina di buono facemmo pescando dal nulla Mancini e con Chivu a zero, ma i soldi erano finiti...e pian piano continuammo a passare dai Marazzina ai Mauro Esposito
[Modificato da ShearerWHC 08/02/2023 14:28]
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08/02/2023 23:41
 
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Sound72, 08/02/2023 08:45:

Tumminello è finito alla Gelbison in serie C...carriera pregiudicata da infortuni

Peccato perché secondo me aveva ottime potenzialità...
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09/02/2023 14:22
 
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Ciervo male male questa stagione
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Post: 9.486
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09/02/2023 17:50
 
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ma vedrai che a primavera rinascerà...
[SM=x2478856]
[Modificato da gianpaolo77 09/02/2023 17:50]
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09/02/2023 19:45
 
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Re:
gianpaolo77, 09/02/2023 17:50:

ma vedrai che a primavera rinascerà...
[SM=x2478856]



e l'estate la passerà a Porto Ciervo [SM=g8956]
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07/03/2023 09:36
 
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Leggo di Caterini..un altro che si è perso per strada ed è finito nella polvere. Pure abbondante.

E sì che nelle nazionali giovanili si giocava il posto con Buffon.

Da recuperare questo docufilm "Zero a zero"

www.youcoach.it/articolo/zero-zero-di-paolo-geremei
[Modificato da Sound72 07/03/2023 09:37]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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13/04/2023 12:27
 
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Kevin Mendez..era finito alla Viterbese




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