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ASCOLTA & leggi-Gli albums di ELVIS

Ultimo Aggiornamento: 24/01/2014 23:28
Un lavoro decisamente... monumentale. Complimenti Davide!
08/05/2012 00:29
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“A proposito dell'album That's The Way It Is” (1970)

Intro:

Nel novembre del 1970 Elvis presentò (That's The Way It Is), un disco che rappresenta una pietra miliare della sua discografia. Nell'album, che fonde insieme sessioni in studio, Registrazioni a Nashville, con esibizioni LIVE, realizzate a Las Vegas, Presley continuò ad addentrarsi nel mondo del (Soul) e della musica elaborata. Inoltre, Elvis si sforzò molto per le sessioni a Giugno del 1970, se si considera che in poche sedute a Nashville, incise circa 40 brani – che saranno poi distribuiti su 3 Lp di quel periodo.

La Registrazione:

Nel giugno del 1970 Elvis tornò negli studi della RCA a Nashville, con l'obiettivo di ripetere il successo raggiunto l'anno precedente con l'album (From Elvis In Memphis).
Con il fidato Felton Jarvis alla produzione e accompagnato da una nuova band, Elvis realizzò 5 giornate di incisioni lunghe e impegnative che diedero come risultato (That's The Way It Is), un disco che includeva anche 4 tracce registrate dagli spettacoli di Las Vegas.



Racconto:

Elvis decise di tornare ancora negli studi della RCA a Nashville, nonostante il grande successo artistico e commerciale che l'album From Elvis In Memphis registrato nel 1969 agli “American Sound di Memphis” gli avevano dato. La decisione del nostro di ritornare nella patria del Country era implicita al fatto di poter ritornare a lavorare con il suo fidato produttore (Felton Jarvis).
Felton, aveva avuto diverse discussioni con Chips Moman, propietario degli studi di Memphis e coproduttore delle tracce che vi erano state registrate.
Felton, dal canto suo, aveva rinunciato a lavorare per la RCA e si era messo completamente a disposizione del re poco prima dell'incisione di questo album del '70 di cui si discute.
Per realizzare “That's The Way It Is”, Jarvis ebbe a disposizione ben 17 tracce – che aprivano un mondo di possibilità, poiché permettevano l'incisione di numerosi brani strumentali in assolo.
Elvis mantenne inalterata la sua metodica lavorativa in studio cantando contemporaneamente in diretta con la sua band. Jarvis, inoltre, decise di apportare alcuni cambiamenti sul gruppo che fino ad allora aveva lavorato a Nashville. Egli, confermò solo il polistrumentista Charlie McCoy, e il chitarrista Chip Young; Gli altri musicisti (come il tastierista David Briggs; Il bassista Norbert Putnam e il batterista Jerry Carrygan) erano nuovi, e la maggior parte di loro arrivava dagli accreditati studi (Muscle Shoals) di Sheffield, in Alabama, con cui Jarvis aveva già lavorato agli inizi della sua carriera.
C'è da dire che queste (new entry) in studio, apprezzarono molto, ed erano entusiasti di condividere e suonare al fianco di Elvis.
Come chitarrista fu aggiunto James Burton, che in precedenza collaborava con Ricky Nelson nei '50, si era trasformato nel tempo in una vera leggenda del rock.
Le sessioni di registrazione iniziarono il 4 giugno del 1970 nello studio B della RCA a Nashville.
Dal primo istante, Elvis si mostrò disposto e pronto a guadagnare la complicità di alcuni dei musicisti appena conosciuti.
Il modo di lavorare in studio di Elvis, come nelle esibizioni dal vivo, si basava sulla continua interazione tra lui è la band, che doveva essere sempre attenta ai suoi movimenti e alle sue indicazioni.
Fu subito evidente quanto la sua ispirazione fosse stimolata sopratutto dalla batteria di Jerry Carrigan, dalle tastiere di David Briggs, e dalla chitarra di Burton, il cui modo di suonare potenziava anche la forza e l'intensità delle sue performances.
Elvis si garantì in questo modo, il più alto livello di spontanietà possibile, particolarità portata avanti dall' inizio alla fine di tutta la sua carriera artistica.
Il repertorio sul quale Elvis si concentrò tra il 4 e l'8 giugno '70 – era composto principalmente da tracce appartenenti alle etichette di sua propietà, la EPM & GM, a loro volta legate alla H&R, la casa discografica per cui lavorava Freddie Bienstock.
Già la prima notte di registrazione Bienstock dovette far fronte alle critiche che le sue proposte suscitarono.
Nonostante il tempo necessario per convincerlo che la maggior parte delle canzoni presentate non rispecchiava gli obiettivi del disco, la session fu produttiva, e Jarvis ottenne delle tracce indimenticabili:
“I'VE LOST YOU / I WAS BORN ABOUT TEN THOUSAND YEARS AGO / THE SOUND OF YOUR CRY / THE FOOL / TWENTY DAYS AND TWENTY NIGHTS”.
I giorni seguenti furono ancora meglio..., poiché si riuscirono a incidere numerose tracce, tra cui; HOW THE WEB WAS WOVEN / STRANGER IN THE CROWD / MARY IN THE MORNING / JUST PRETEND / YOU DON'T HAVE TO SAY YOU LOVE ME / e la famosa versione del duo Simon & Gurfunkel; BRIDGE OVER TROUBLED WATER.

Le oltre 30 canzoni che si completarono nelle sessioni di Nashville ebbero un significato e un importanza vitale per tutti coloro che furono coinvolti nelle registrazioni. I musicisti che vi lavorarono divennero presto collaboratori abituali di Elvis. Felton Jarvis vide in via definitiva motivata da ciò la sua fuga dalla RCA e, sopratutto, quelle canzoni furono la prova indiscutibile che Elvis non aveva mai smesso di far parte dell'olimpo delle grandi stelle della musica.



Las Vegas:

A metà del mese di giugno del 1970, il colonnello Parker, iniziò a fare pubblicità per i concerti che il suo assistito doveva intraprendere tra il 10 agosto e il 7 settembre all'international Hotel di Las Vegas.
Il piano del colonnello comprendeva la registrazione delle prime esibizioni avvenute su quel palco, allo scopo di raccogliere il materiale necessario per realizzare il documentario.
Le riprese di That's The Way It Is, cominciarono la 2^ settimana di luglio, approfittando delle prove dei concerti di Las Vegas, che fino al 1° agosto si svolsero negli studi della MGM a Culver City.
La Band che accompagnava Elvis alle prove, era la stessa che aveva eseguito gli Show del febbraio 1970.
I chitarristi James Burton, John Wilkinson & Charlie Hodge, il bassista Jerry Sheff, il batterista Ronnie Tutt, e il pianista Glen D. Hardin. Tra questi, vi era un intesa magnifica... infatti, questa fu la band che lo avrebbe accompagnato per altre future esperienze sia studio che dal vivo.
Tra le circa (60 canzoni) che Elvis e il gruppo provarono, 16 erano state registrate da poco a Nashville, ma già contavano sull'arrangiamento che Hardin e Briggs avevano scritto, sopratutto per l'orchestra di Joe Guercio, che avrebbe accompagnato Elvis nei concerti all'international.
All'inizio, la meticolosità di Guercio venne in contrasto con la grande spontanietà di Elvis, anche se presto entrambi impararono a misurarsi con i rispettivi modi di lavorare, rivedendo insieme gli arrangiamenti di Briggs e Hardin per adattarli alle caratteristiche dell'orchestra, che in questo modo era pronta a registrare dopo soli 9 giorni di prove.
Elvis e Guercio superarono tutte le difficoltà e divennero buoni amici; Poco tempo dopo la loro collaborazione proseguì per altri progetti.

La Postproduzione:

Conclusi gli Show a Las Vegas, mentre Elvis Realizzò un breve tour di 14 date nel sud e nell'ovest degli USA, Felton Jarvis e il suo inseparabile tecnico del suono, Al Pachucki – furono chiamati per la Postproduzione dei Master ottenuti nelle sessioni svoltesi a giugno. Le traccie definitive includevano sessioni di aria e corda più i cori.
Inoltre, al materiale inciso a Nashville (che diede vita agli album Elvis Country e Love Letters From Elvis, pubblicati a gennaio e giugno del 1971), bisognò aggiungere, in base a istruzioni che diede Parker..., le (Live Versions) di brani quali; I JUST CAN'T HELP BELIEVIN' – I'VE LOST YOU – PATCH IT UP – YOU'VE LOST THAT LOVIN' FEELIN'.
Codesti brani furono registrati durante i concerti dell'11 e del 12 agosto, erano stati estratti dall'audio del documentario e rappresentavano, quindi, una specie di mini colonna sonora del filmato.
Per molti anni, furono le uniche canzoni di questi concerti a essere ufficialmente pubblicate nel disco.


I Musicisti:

Anche se il progetto di That's The Way It Is implicava la rinuncia ai brillanti musicisti degli American Sound di Memphis, Elvis realizzò il suo nuovo album con il supporto di 2 formazioni non meno qualificate: Una che lo sostenne nelle registrazioni in sala, e una che lo accompagnò nelle esibizioni dal vivo – un gruppo che lo avrebbe seguito in giro per gli USA fino al 1977.
Tra i musicisti che presero parte sia alle sessioni in studio, sia nei concerti da cui furono estratte le tracce per l'album, c'era il chitarrista James Burton.
Burton..., aveva iniziato la sua carriera negli anni '50, come componente della band dello storico programma musicale “Louisiana Hayride”. Dopo seguì la collaborazione con Ricky Nelson, si dedicò alla musica in sala, entrando nel 1970 a far parte della Band di Elvis, in cui rimase fino alla morte del nostro nel '77.
Un altro dei musicisti che parteciparono alla riuscita dell'album e rimase per sempre al fianco del Re fù Charlie Hodge. Agli inizi della sua carriera lavorò per il gruppo Gospel di Bill Gaither e per la stella del Country Red Foley, poi durante il servizio militare conobbe Elvis, con cui instaurò un'amicizia profonda, ufficializzata in termini prettamente musicali con l'album “Elvis Is Back” (1960).

I Musicisti Di Nashville:

Il multistrumentista Charlie McCoy iniziò la sua carriera professionale nel 1960 suonando la batteria nella Band di Johnny Ferguson, questa era la 1^ di una lunghissima e interminabile lista di collaborazioni, che andava da Roy Orbison fino a Bob Dylan. La sua collaborazione per Elvis iniziò a metà degli anni '60, suonando l'armonica in Harum Scarum – Frankie & Johnny e Paradise Hawaiian Style.

David Briggs; aveva solo 14 anni quando aveva già lavorato come tastierista in diverse pubblicità.
Nel 1956 si trasferì a Nashville dove ebbe la grande occasione di prendere parte alla realizzazione dell'album Gospel (How Great Thou Art), questo gli consentì anche di incontrare l'amico di sempre Chip Young.
Da quel momento, Young che conosceva Jarvis da molto tempo, lavorò con il Re in diverse occasioni.

Norbert Putnam; Era nel contempo musicista e produttore, la sua carriera ebbe inizio negli storici studi di Muscle Shoals. Il suo talento iniziò a manifestarsi in That's The Way It Is per cui scrisse gli arrangiamenti di STRANGER IN THE CROWD e, insieme a Briggs, di HOW THE WEB WAS WOVEN.

Jerry Carrigan; Era considerato uno tra i migliori musicisti in studio negli USA e fu spesso richiesto da produttori come Felton Jarvis o Chet Atkins. Infine, alle sessioni per That's The Way It Is, presero parte anche altri musicisti, come il percussionista Farrell Morris e Weldon Myrich alla slide guitar.

I Musicisti degli Show a Las Vegas;

Per le tracce incise in diretta, Elvis potè contare sul supporto della (TCB Band), questi... acronimo di “Takin' Care Of Business” “Attenti Agli Affari”, composta da James Burton, Charlie Hodge, Jerry Sheff, John Wilkinson, e Ronnie Tutt.

John Wilkinson; Era uno dei musicisti più apprezzati di Los Angeles, tanto che la sua fama giunse all'orecchio di Elvis, il quale, nel 1968, lo contattò per la sua TCB Band.

Jerry Sheff; Iniziò ad esibirsi nei Jazz Club di San Francisco già a 15 anni, (successivamente fu scritturato in diverse band – partecipò, per esempio, a L.A. Woman dei Doors, e/o altrettanto nell'album Elite Hotel di Emmylou Harris del 1975). Nel 1970 entrò a far parte della TCB Band, in cui rimase fino all 1977.

Ronnie Tutt;

Dopo essersi laureato in musica all'università di Denton, in seguito lavorò come musicista di sessione a Memphis e Dallas, finchè nel 1969, si trasferì a Los Angeles e cominciò la sua attività per Elvis.
(La lista delle sue collaborazioni è interminabile e durante la carriera mise la sua batteria al servizio di artisti tanto diversi come Little Richard, Frank Sinatra, o Jerry Garcia dei Grateful Dead.

Glen D. Hardin:

Ottenne il suo primo lavoro importante come musicista nel 1962, quando entrò a far parte dei Crickets, il gruppo che aveva accompagnato il grande ma sfortunato Buddy Holly.
Nel 1965 collaborò con James Burton nei (The Shindogs), la band del programma televisivo (Shindig), attività che affiancò ai numerosi incarichi come musicista di studio, finchè, nel 1970, divenne uno dei punti saldi della TCB Band, in cui dimostrò il suo talento di arrangiatore in canzoni quali THE WONDER OF YOU e YOU'VE LOST THAT LOVIN' FEELIN'.

L'accompagnamento Vocale:

I cori di That's The Way It Is furono realizzati dagli imperials Quartet e dalle Sweet Inspirations.
Il desiderio di Elvis era riunire i 2 gruppi vocali per ottenere cori che riproducessero il più ampio spettro della musica americana.
Le Sweet Inspirations, erano formate da Chissy Houston (madre della cantante Whitney Houston), Myrna Smith, Estelle Brown e Sylvia Shemwell. Il gruppo collaborò con Elvis sia in studio che nelle esibizioni dal vivo, dal 1969 fino alle ultime performances nel 1977, mantenendo in contemporanea la propia carriera musicale.

Le Canzoni:

“In That's The Way It Is viene confermata la linea adottata dall'album di Elvis del 1969, i cui arrangiamenti di fiato e di corda, così come il supporto del gruppo vocale, valorizzavano il rock tradizionale.
Felton Jarvis si ispirò molto a questo nuovo orizzonte soul e, con l'aiuto di vari arrangiatori, produsse 12 canzoni che collocarono Elvis tra i migliori rappresentanti della musica intergenerazionale.”


I JUST CAN'T HELP BELIEVIN'




Brano composto da Barry Mann e Cynthia Weil, celebri scrittori di canzoni tra cui (On Broadway) dei Drifters.
La canzone celebra la gioia dell'amore, come scrivono nei versi; “This Time The Girl Is Gonna Stay, For More Than Just A Day”. (Questa volta lei resterà, e non sarà per un giorno).
Il brano fu registrato dallo stesso Barry Mann nel 1968, ma il vero successo giunse solo 2 anni dopo, con l'adattamento di B.J.Thomas (cantante che ebbe grande fama con la sua “Raindrop Keep Fallin' On My Head”. La versione di Elvis, che arriva dagli show all' International Hotel di Las Vegas, vanta arrangiamenti di Glen D. Hardin, con seconde voci – cori e corde, enfatizzati da una potente sessione di aria.

TWENTY DAYS AND TWENTY NIGHTS




In questo brano, Elvis da voce a un uomo che decide di lasciare sua moglie: “I Left My Home Up In The Hill Far Behind Me, I Left My Wife With Unpaid Bills, She Can't Find Me”. “Lasciai dietro di me la casa in collina, lasciai mia moglie e le bollette da pagare, lei non può trovarmi”. Per poi tornare a casa dopo essersi reso conto di non poter vivere senza di lei: “Twenty Days And Twenty Nights I Was Wrong And She Was Right”. “Venti giorni e venti notti per capire che avevo sbagliato e lei aveva ragione”.
La canzone scritta da Ben Weisman e Clive Westlake, è ricco di spunti drammatici valorizzati in modo esponenziale dagli arrangiamenti di corda che Cam Mullins compose ex professo – per Elvis.
Elvis incise il brano – che vanta parti di coro sorprendenti, nelle sessioni di Nashville.

HOW THE WEB WAS WOVEN




In questa canzone originale di Clive Westlake e David Most, arrangiamenti a cura di David Briggs e Norbert Putnam dimostrarono che la ricerca musicale poteva andare oltre le aspettative che di solito si nutrono per musicisti specializzati nel ruolo di supporters: Furono loro infatti a realizzare gli arrangiamenti eseguiti nella sessione degli strumenti a fiato.
Essi enfatizzano il tono nostalgico richiesto dall'interpretazione dei pensieri di un uomo che si chiede come possa essere caduto nella rete della sua amante: “The Time The Web Was Woven. How I Feel In Love, Fell In Love With You”. “Una volta tessuta la tela. Come ho fatto a innamorarmi di te, a innamorarmi di te!”.
Tuttavia egli non tarda a riconoscere che è proprio lì che desidera stare.
La canzone proviene dalle sessioni a Nashville......

PATCH IT UP




Brano composto da Eddie Rabbitt e Rory Bourke – grazie al suo essere particolarmente ritmato e trepidante, non c'è dubbio che la performance perfetta per il brano, sia dal vivo su un palcoscenico.
(La registrazione del disco proviene dai concerti a Las Vegas). David Briggs e il direttore d'orchestra Joe Guercio, misero a disposizione del re un magnifico adattamento, enfatizzato dalla forza degli strumenti di fiato e corda. Il brano vanta, inoltre, l'eccellente chitarra di Burton e un grande lavoro del batterista Tutt, la cui energia si somma al messaggio in tono di supplica della canzone: “We've Got To Patch It Up Baby, Before Indifference Pulls Us Apart”. “Dobbiamo rimediare, piccola, prima che l'indifferenza ci separi”.
Considerazioni Personali;

Un vero spettacolo!, nello spettacolo...! Elvis & Tutt. Una cavalcata ritmica che trasporta sia l'ascoltatore che l'interprete stesso in una reazione al cardiopalma, e a dir poco orgasmotica (scusate il termine)...!.
In una delle serate iniziali a Las Vegas nell'agosto del 1970 – Elvis sembrava preso dal demonio per come si agitava e si contorceva sul palco.

MARY IN THE MORNING




Brano scritto da Johnny Cymbal e Michael Rashkow, fu registrato da Al Martino nel 1967, e ottenne la 27esima posizione nella Hot 100 della rivista Billboard. (Questa era una delle canzoni preferite dalla figlia di Elvis, Lisa Marie).
Il brano fu inciso negli studi a Nashville, dove beneficiò della collaborazione di Weldon Myrick alla chitarra slide e Charlie McCoy all'armonica.
Il brano vanta splendidi arrangiamenti di strumenti a fiato e corda, che sottolineano, ancora una volta, la liricità nel canto del vocal del re.

YOU DON'T HAVE TO SAY YOU LOVE ME




Il brano si ispirava propiamente a una melodia nostrana intitolata (Io che non vivo) di Vito Pallavicini e Pino Donaggio.
Nel 1966 Wicky Wickham e Simon Napier-Bell adattarono il testo affinchè Dusty Springfield registrasse la 1^ versione in inglese, che fu numbero uno nel regno unito, e raggiunse la 4^ posizione negli USA.
L'interpretazione di Elvis deriva dalle tracce realizzate negli studi a Nashville, e nonostante il brano fosse un “Piatto forte” degli spettacoli a Las Vegas, durante i quali potè contare sul supporto dei cori spettacolari delle Sweet Inspirations.
La canzone è particolarmente drammatica, poiché narra i primi momenti di un uomo dopo l'abbandono della sua donna: “When I Said I Needed You, You Said You Would Always Stay. It Wasn't Me Who Changed, But You”. “Quando dissi che avevo bisogno di te, mi rispondesti che saresti stata sempre al mio fianco.
Non sono stato io a cambiare, ma tu”. E conclude in modo triste: “Left Alone With Just A Memory, Life Seems Dead And So Unreal”. “Abbandonato con solo un ricordo, la vita sembra morta e irreale”.

YOU'VE LOST THAT LOVIN' FEELIN'




Gli autori del brano, Barry Mann & Cynthia Weil, collaborarono con Phill Spector alla composizione della canzone, che portò ai Righteous Brothers il loro primo successo nel 1965.
Fu creata una melodia ispirata a “Baby I Need Your Living” - dei Four Tops, e Spector aggiunse il ritornello.
La versione di Elvis proviene dagli show a Las Vegas, e fu interpretata seguendo gli arrangiamenti di Glen D. Hardin, che allontana la traccia dal sound tipico di Spector.
Ancora una volta, il testo racconta di un amore che finisce e di un uomo che supplica: “I Get Down On My Knees For You, If You Would Only Love Me Like You Used To Do”. “Mi inginocchierei davanti a te, se solo tornassi ad amarmi come un tempo”.

I'VE LOST YOU




Brano scritto da Ken Howard e Alan Blaikley – I Matthew's Southern Comfort – band di Ian Matthews di origini inglesi – vicino al Country e Folk americano, furono i primi ad inciderla.
Elvis ne realizzò una propia versione, che fu lanciata come singolo e ottenne un enorme successo di vendite.
Bergen White l'arrangiatore, diede al brano un'atmosfera che accentuava ancor più il tono drammatico.
Siamo ancora una volta al cospetto di un uomo che descrive la perdita della passione nella relazione a due, dopo anni di convivenza: “I've Lost Though You're Near Me... I've Lost You On A Journey, But I Can't Remember Where Or When”. “Ti ho perso sebbene tu sia accanto a me... Ti ho perso durante il nostro cammino, ma non ricordo né dove né quando”. Anche questa versione proviene dagli spettacoli a Las Vegas.

JUST PRETEND




Anche questo brano proviene dalle sedute di Nashville, e qui, vi troviamo gli arrangiamenti di Cam Mullins.
Il brano fu composto da Doug Flent e Guy Fletcher.
Il brano parla di vicende amorose, il cui testo racconta in modo sobrio e semplice il desiderio di stare con la persona amata: “Just Pretend, I'm Holding You, And Whispering Things Soft And Low”.
“Voglio solo abbracciarti e sussurrarti parole dolci all'orecchio”. Superando tutti gli ostacoli che si incontrano sul cammino: “Oh, It's Funny But I Can't Recall The Things We Said Or Why You're Crying.
But Now I Know It Was Wrong To Go, I Belong Here By Your Side”. “Oh, è strano ma non ricordo cosa abbiamo detto o perchè piangi – ora so che ho sbagliato a lasciarti, che il mio posto è accanto a te”.

STRANGER IN THE CROWD




Brano composto da Winfield Scott, la canzone racconta la storia di un incontro fortuito e casuale con l'amore. “Love That Found Us On The Corner, At A Quarter To Eleven. I Thought You Were Too Good To Be True, All My Life I Had Believed That Angels Only Live In Heaven”. “L'amore ci sorprese, alle undici meno un quarto. Pensavo fosse troppo bello per essere vero, per tutta la mia vita avevo creduto che gli angeli esistessero solo nel cielo”.
Inciso sempre a Nashville, la canzone vanta un grande assolo di chitarra di James Burton, uno dei pochi a comparire in tutto il disco.
Burton ebbe diverse occasioni per essere chiamato in causa durante le esibizioni dal vivo dallo stesso Elvis – che lo incitava nel suonare 'Play James, Play...'.

THE NEXT STEP IS LOVE




Brano scritto da Paul Evans e Paul Parnes, e fu inciso sempre a Nashville.
In questa interpretazione, la musica prevale sul testo che appare stereotipato nel trattare tematiche amorose. L'attenzione viene richiamata dalla chitarra e dal wha wha e, sopratutto il puntuale fraseggio della tromba, il cui arrangiamento, per mano di Bergen White, ricorda in un certo modo quello che si può ascoltare in (Penny Lane), il brano che Paul McCartney compose per i Beatles nel 1967.
Con molta probabilità, Paul McCartney era il “Beatle” preferito del re, perchè anche se fu realizzata una versione di SOMETHING di Harrison, Elvis incluse nei suoi concerti interpretazioni di (YESTERDAY – HEY JUDE – GET BACK (anche se in medley), ebbene.... tutte queste canzoni, provenivano direttamente dalle composizioni di Mc Cartney.

BRIDGE OVER TROUBLED WATER




Paul Simon scrisse la parte principale del brano ispirandosi alla frase “I'll Be Your Bridge Over Deep Water If You Trust In Me” della canzone -Oh, Mary, Don't You Weep For Me- degli (Swan Siluettones), un prestigioso gruppo Gospel.
Codesto brano è un inno alla speranza: “When You're Weary, Feeling Small, When Tears Are In Your Eyes, I Will Dry Them All. I'm On Your Side, When Times Get Rough And Friends Just Can't Be Found, Like A Bridge Over Troubled Water, I Will Lay Me Down”. “Quando sei triste, quando ti senti piccola, quando le lacrime invadono i tuoi occhi, io le asciugherò per te. Sarò accanto a te quando i tempi saranno duri e non avrai amici, mi allungherò come un ponte su acque turbolente”.
Nell' interperetazione di Elvis, egli usa un tono profondo e solenne, in un inizio accompagnato solo dal piano – accentuando il tono Gospel della canzone - , per poi essere sostenuto da strumenti a fiato e corda e dai cori. Incisa sempre negli studi a Nashville, anche se l'ovazione inclusa alla fine del brano è stata sovraincisa, e può far pensare che provenga da una versione Live – ma così non è.


La Critica:

Nonostante il dinamismo dell'industria discografica e l'impeto con cui talvolta le mode influenzano i percorsi degli artisti, Elvis riaffermò il suo status di re del Rock nel 1970, più di 15 anni dopo gli spettacolari inizi della sua carriera.
That's The Way It Is fu un disco che avvicinò ancora di più i Fan storici, ma che attrasse anche gli amanti del (Soul) e i giovani seguaci del rock del momento.
Il trionfale ritorno di Elvis alla fine del 1968 con lo speciale della NBC, confermato dal successo di “From Elvis In Memphis” nel 1969, era stato uno degli avvenimenti di maggior rilievo nella storia della musica Pop.
La 2^ gioventù musicale di Presley, tanto energica quanto quella che lo aveva portato alle vette della popolarità nel 1956, coincise con un momento di grandi cambiamenti nella musica moderna.
Per questo motivo, Elvis cercò l'affermazione definitiva realizzando dischi perfetti e lunghi tour.
Questo disco confermò lo stato di grazia in cui Elvis viveva agli inizi degli anni '70.
La sua saggezza intrisa da quella ispirazione che lo contraddistingueva (ma anche la sua devozione e professionalità con cui affrontava il suo lavoro), gli permisero di disporre in soli 5 giorni -dal 4 al 8 giugno-, di materiale sufficiente a completare 3 album di innegabile qualità, mentre il suo carisma attraeva migliaia di spettatori ai suoi concerti. Fisicamente era in uno stato di grazia assoluto, “divino”. (Se guardato con attenzione addirittura a tratti sotto peso, con il volto assai squadrato).

Tutto ebbe riflessi favorevoli per That's The Way It Is, che raggiunse presto vendite tali da valere a Elvis l'ennesimo disco d'oro. L'album rimase 23 settimane nella classifica di Billboard, in cui ottenne la posizione numero 21.
Proprio la rivista Billboard, in contemporanea all'uscita dell'album, pubblicò una recensione in cui augurava a Elvis il trionfo di That's The Way It Is, e lo descriveva come un “Sicuro successo nelle vendite”, elogiando al contempo i brani Patch It Up & Bridge Over Troubled Water, così come l'eccellente lavoro condotto “Dall'opulenta orchestra che lo supporta, insieme agli Imperials Quartet e alle Sweet Inspirations”.
Tra i suoi meriti, questo album conferma di essere ancora un disco attualissimo.
La rivista Rolling Stone, in un articolo del (2003), annoverava come motivazione di un simile successo il messaggio che alcune delle canzoni racchiudono nei loro testi, in cui si rivela “Con maturità e consapevolezza che il mondo è un luogo complicato”.



Elvis In The '70 – Un Ritmo Frenetico

A differenza della relativa tranquillità di cui aveva goduto per gli 8 anni in cui si era dedicato al cinema, a partire dalla sua 1^ apparizione all'International Hotel di Las Vegas del 1969, Elvis fu sempre costretto a partecipare ai numerosi tour che il suo manager organizzava.
Un buon esempio del numero sproporzionato di esibizioni furono 115 concerti che si esaurirono in 58 giorni – senza riposo.
Elvis realizzò tutto ciò tra il 26 gennaio e il 23 febbraio 1970 a Las Vegas (Da cui venne tratto l'album “On Stage”), tra il 10 agosto e il 7 settembre.
In aggiunta a queste date, Parker, aggiunse altre 6 esibizioni all'Astrodome di Houston in Texas, nei giorni 27 & 28 febbraio e il 1° marzo. Quest'ultima apparizione Live, fu un successo strepitoso..., (accolse 210.000 spettatori in totale), e l'organizzazione fu costretta a replicare un altro tour con 17 date ulteriori nei mesi di settembre e novembre.
Negli anni a seguire, il numero dei concerti crebbe sempre più, e ritmi simili divennero una seria minaccia per la salute del re.
Le presenze di Elvis negli studi di registrazione, invece, gli rubavano meno tempo e risultavano decisamente più proficue. (Così per esempio, in soli 6 giorni – le 5 giornate del mese di giugno '70, più un'altra sessione il 22 settembre), Elvis incise le traccie necessarie per pubblicare addirittura 3 Lp: THAT'S THE WAY IT IS – ELVIS COUNTRY – LOVE LETTERS FROM ELVIS.
Dopo circa 1 anno di lavoro, Elvis scelse di riservarsi il mese di dicembre per godersi il meritato riposo, senza dimenticare di dedicare un po' di tempo alla sua collezione di stemmi della polizia.
Riuscì a completare la sua collezione con lo stemma di “Agente Federale Antinarcotici” che il presidente in carica all'epoca Richard Nixon in persona gli regalo il 21 dicembre del 1970.



That's The Way It Is - Il documentario

Anche se Elvis aveva concluso i suoi lavori cinematografici con la partecipazione in (Change Of Habit), la MGM riuscì a convincerlo a firmare un nuovo contratto per altri film, tra cui il primo, Elvis, That's The Way It Is (1970), fu il documentario dedicato ai preparativi e ai migliori momenti dei primi concerti realizzati nell'agosto del 1970 all'International Hotel di Las Vegas. Il Format del documentario fu una buona scusa, per Elvis, per rimanere ancora sui grandi schermi, nonostante il disinteresse che aveva ormai manifestato nei confronti della settima arte: “Ora – affermò Elvis, ho già terminato tutte le collaborazioni con Hollywood concordate al mio ritorno dall'esercito. Da questo momento in poi posso dedicarmi seriamente al canto”.
Dalla sua uscita, l'11 novembre 1970, questo documentario è diventato uno strumento fondamentale per apprezzare il significato di Elvis come cantante di grande valore, poiché rivela in ogni fotogramma, la sua profonda dimensione di artista.
Inoltre, il documentario mostra anche retroscena del re del rock, attraverso le prove che preparano le esibizioni all'International Hotel, in cui Elvis mostra il suo senso dell'umorismo, ma anche la totale devozione per il suo lavoro.
Il documentario, fu il penultimo titolo della sua filmografia, conclusa nel 1972 con l'altro documentario “Elvis On Tour”, in cui il celebre regista Martin Scorsese fu il responsabile del montaggio del film.
Infine, c'è un titolo che completa il quadro delle esibizioni firmate Elvis: Si tratta dello storico concerto trasmesso in TV via satellite (Aloha From Awaii – 14 Gennaio 1973).

[SM=g8146]










23/01/2014 23:18
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Non so cosa dire Davide, sono rimasta a bocca aperta.....hai fatto davvero un lavoro fantastico, considerando poi che io adoro il TTWII l'ho letto tutto di un fiato. [SM=g8147] [SM=g8147] [SM=g8147]

24/01/2014 09:23
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Re:
vali/g52, 24/01/2014 09:23:

Non so cosa dire Davide, sono rimasta a bocca aperta.....hai fatto davvero un lavoro fantastico, considerando poi che io adoro il TTWII l'ho letto tutto di un fiato. [SM=g8147] [SM=g8147] [SM=g8147]




[SM=g8431] Grazie Valeria!
24/01/2014 20:05
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Grazie !!!!!!!!
Interessantissimo, grazie!!!!Sto leggendo "Careless love" e di quando registrava a Nashville. ecc....
Ne approfitto per chiederti una cosa... sto cercando un video o il concerto a cui si riferisce un video ke ho visto ma non ritrovo più.. penso si collochi al 1977... visto ke lui presenta sul palco al termine del concerto suo padre e poi Ginger Alden... e quando presenta "Are you lonesome tonight".... dice "I was and I'm" "lo ero e lo sono".... durante il parlato della canzone sbaglia le parole... e fa un giochetto di lingua e di parole...tipo parapappappa... non ridete.... chiedo a tutti voi qualcuno sa dirmi quale concerto è ? e come trovare il live full.... non solo audio ma anke video?
Grazie dell'attenzione!
ciao a tutti!
scusate se ho sbagliato thread... nn ho guardato se ne esiste uno appropriato per queste richieste!!!!
[SM=g7628]
24/01/2014 22:37
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Re: Grazie !!!!!!!!
muriel1, 24/01/2014 22:37:

Interessantissimo, grazie!!!!Sto leggendo "Careless love" e di quando registrava a Nashville. ecc....
Ne approfitto per chiederti una cosa... sto cercando un video o il concerto a cui si riferisce un video ke ho visto ma non ritrovo più.. penso si collochi al 1977... visto ke lui presenta sul palco al termine del concerto suo padre e poi Ginger Alden... e quando presenta "Are you lonesome tonight".... dice "I was and I'm" "lo ero e lo sono".... durante il parlato della canzone sbaglia le parole... e fa un giochetto di lingua e di parole...tipo parapappappa... non ridete.... chiedo a tutti voi qualcuno sa dirmi quale concerto è ? e come trovare il live full.... non solo audio ma anke video?
Grazie dell'attenzione!
ciao a tutti!
scusate se ho sbagliato thread... nn ho guardato se ne esiste uno appropriato per queste richieste!!!!
[SM=g7628]



Rapid City. 21 giugno 1977.
Omaha. 19 giugno 1977.
CBS TV Special "Elvis in concert".




24/01/2014 22:46
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Re: Re: Grazie !!!!!!!!
marco31768, 24/01/2014 22:46:



Rapid City. 21 giugno 1977.
Omaha. 19 giugno 1977.
CBS TV Special "Elvis in concert".








Oh non dirmi ke lo hai già trovatO.... meraviglia.... !!!!grazieeeeeeee infinite!!!!! domani me lo scarico e me lo guardo appena posso! [SM=g8147] [SM=g8147] [SM=g8147] [SM=g8147]
24/01/2014 23:28
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