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"il Vento del Nord"

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2011 14:01
03/01/2011 17:29
 
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Scudiero
La storia di un uomo
Successivamente al rilascio della nuova versione di Bellum Crucis ho pensato di cominciare la mia prima AAR in assoluto con la nuova fazione: la Norvegia. E' più cha altro un esperimento che volevo fare da molto tempo unendo due mie grandi passioni, la scrittura e la storia medievale. Tuttavia ho pensato di voler scrivere una storia ricercando un punto di vista particolare per due motivi. Il primo è la ricerca dell'originalità visto che la cronaca stile "guerra, guerra e ancora guerra" mi sembra già ben battuta da altri ed il secondo motivo è relativo alla lunghezza del progetto dato che ero alla ricerca di un qualcosa di breve durata che non si perdesse poi nelle nebbie del tempo e dei miei tempi a volte "biblici". Per questo ho pensato non alla storia di una fazione, bensì alla storia di un uomo, uno solo, all'interno di una fazione che facesse da cornice. E' per questo ad esempio che la mia cronaca inizia non nel canonico 1155 bensì nel 1171. Avevo bisogno di creare un background per il mio protagonista. Questo implica però la concessione ad un bel pò di licenze poetiche da parte mia visto che intendo costruire tale storia utilizzando la campagna come canovaccio per poi far volare la fantasia. Questo è un altro dei grandi pregi di quel capolavoro che è Bellum Crucis.....il volo che questo lavoro di passione sa far compiere ai miei pensieri. Spero vi piaccia!


PROLOGO

Era la prima volta che la vedeva così imponente e vasta, quasi immensa dalla posizione in cui la ammirava. Sporgendosi quasi a capofitto dagli alti parapetti delle mura splendidamente merlate del castello si aveva l'impressione netta di affacciarsi da un promontorio, quasi fosse uno di quei picchi vertiginosi che contornavano la capitale Bergen. Ma di fronte Sigurd non aveva le acque impetuose del Mar di Norvegia, bensì una mare verde denso come neve e spumoso come solo le chiome di alberi a nord in quella stagione sanno essere. Le pianure rade sembravano immerse in quel mare come occhi in un viso, ben incastonate e contornate da quelle insolite onde.
Appena entrato in quei territori al seguito del padre, Sigurd si era prontamente accorto che la vera stranezza in quel paesaggio non era quel mare, pur così diverso da quello che lo aveva visto nascere e crescere nei primi anni di vita, ma era invece la stessa fortezza di Skara a risultare strana, quasi fuori posto in mezzo a quel verde accecante.



Rialzata su di un leggero terrapieno fortificato, quel vecchio blocco di mura e merli, dove il grigio sembrava voler coprire il nero e viceversa in una lotta eterna di colori, svettava solitario con ai piedi il piccolo villaggio rurale. Era torre di vedetta, luogo di riposo e pericolo allo stesso tempo. Era sola in mezzo ad un mare, nave da cui partire ed in cui tornare, manufatto umano in un quadro creato solo dalla natura. In realtà Sigurd non aveva ancora avuto il tempo di poterla esplorare pienamente come aveva fatto con la fortezza di Tonsberg, il castello principale del Regno, in cui era cresciuto e dal quale era partito tre anni prima per seguire suo padre nella conquista di queste nuove terre attorno alla neonata provincia di Skara.



La sua era infatti una continua lotta per la liberazione di se stesso, battaglia combattuta contro i tutori e precettori e contro il sapere che essi volevano imporgli, laddove egli stesso aveva spirito libero e ribelle, curioso per natura. Era per questo che a volte nel bel mezzo della giornata sfiggiva ai controlli imposti dal padre solo per girovagare in quelle mura, nei cunicoli scuri, o meglio ancora fuori di esse, nel contado, fra le gente ed i mercati dove la varietà delle persone, dei suoni e dei luoghi lo colpivano in maniera indelebile. Era semplicemente affascinato dalla novità anche se essa poteva recare prospettive di pericolo. Aveva il senso innato dell'avventura, di quel rischio quasi inconsapevole che si innesta in sè quando ci si appresta a compiere qualcosa di non progammato, non già previsto. Infilarsi in un pertugio, curiosare fra le carte del padre e dei maggiorenti del Regno, assistere ad una esecuzione di prigionieri nonostante il divieto della madre, provare e riprovare ad impugnare correttamente l'imponente spada del padre, troppo grande per il suo braccio e forse anche per il suo cuore secondo il giudizio del suo Clan.



Aveva sedici anni Sigurd, apparteneva ad uno delle famiglie più importanti del Regno, un'appartenenza che secondo suo padre, il cui nome era Sigurd Munn, recava con sè grandi responsabilità e valori. Sigurd in verità non ne capiva la ragione profonda dato che il titolo di quelle terre, ora di suo padre, sarebbe nel tempo stato trasferito a suo fratello maggiore Haakon di cinque anni più grande e già partito per la sua seconda spedizione militare importante, la presa del regno di Svezia e della sua antica capitale Uppsala, avvenuta solo l'inverno passato. D'altronde proprio suo fratello si era distinto in maniera più che lodevole in quella battaglia, imponendo ala città già stremata dal freddo, un assedio in pieno inverno ed anticipando così le truppe Danesi in arrivo dal sud per conquistare le medesima città. Ed anche suo padre, questo era il punto, aveva dimostrato grande fiducia ed aspettativa lasciandolo partire alla volta delle Terre Svedesi, secondo il volere del Re.



Perchè allora quel rigido controllo verso la sue libertà e curiosità di vivere? Forse Sigurd Munn rivolgeva nuove attenzioni verso nuovi territori Norvegiesi per ampliare la potenza del suo clan? Forse il periodo di pace successivo alla ben nota battaglia di Hvaler si stava concludendo ponendo di nuovo in lizza fra di loro i Clans della Norvegia? Forse.....Ma a questo punto Sigurd stesso riconosceva l'insinuarsi di un pensiero politico nella sua mente giovane e lo rifuggiva, quesi inorridito, spaventato dalla prospettiva già scritta della sua vita futura, di una vita che sentiva invece sconosciuta e lontana. Certo il Regno di Norvegia aveva conosciuto negli ultimi anni delle conquiste importanti e si era ampliato notevolmente, sotto la guida sapiente ed accorta del Sovrano, Inge I, fratello di Sigurd Munn e zio di Sigurd. Dall'antica capitale Norvegese, Bergen, erano partiti scudieri e cavalieri alla volta dell'est con l'intento non solo di conquistare i corpi ma anche di coltivare le anime di pagani infedeli, guadagnandole così alla Chiesa di Roma. Il Papa stesso aveva dimostrato acceso interesse per le povere genti pagane disperse a nord ed aveva fatto giungere il suo apprezzamento al Re Inge I per tramite di un suo emissario pontificio, Nicola Breakspear, che non solo aveva riconosciuto le autorità religiose di Bergen, ma aveva acconsentito esplicitamente alla creazione di un arcivescovado Norvegiese con sede a Nidaros fin dal 1152.



Erano state così erette Torri di vedetta e campi fortificati ed ancora una volta la guerra aveva sconvolto la vita dei più e premiato la vita dei pochi. Dal castello di Tonsberg le truppe si erano dirette ad est verso Skara, obbiettivo assegnato dal Re al clan dei Sigurdsson ed al suo capo, Sigurd Munn. La piazzaforte era stata presa solo a carissimo prezzo di vite umane e quello era stato il primo vero scontro di guerra a cui Sigurd aveva assistito in campo, al fianco delle truppe regolari, seppur nelle retrovie. Aveva così visto attonito gli uomini morire durante lo schieramento, morire durante la carica con ariete e scale, morire durante la scalata delle mura, morire nell'impresa di conquistare la piazza del castello, morire addirittura dopo la vittoria ma paghi di essa. E quelli di essi che non erano ancora totalmente paghi, ma solo perchè rimasti vivi, avevano scelto di andare a morire ad Uppsala pochi anni dopo, regalando così al Re Inge I di Norvegia l'estensione massima del Regno, costruita sul sangue di molte e molte vite fedeli. Quel sangue che, malgrado tutto, scorreva nelle vene di Sigurd stesso.




FINE!









"Fare l'amore con la Non Violenza per partorire la Pace dal grembo della Società", A.F.
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