01/01/2011 12:53 |
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| | | OFFLINE | Post: 13.486 Post: 1.082 | Sesso: Maschile | |
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Dimenticare Dio L'ateismo non è una "fede" e non si propone di fare opera di de-conversione, di de-cristianizzazione, di de-islamizzazione o di altro. Semplicemente l'ateismo ignora il concetto di dio e rifiuta tutte le falsità che sul suo conto, nel corso di millenni, sono state astutamente ed ingannevolmente diffuse da gruppi di furbi parassiti che, in suo nome, si sono attribuiti titoli quali: padre, iman, rabbi, guru ed altre vuote qualificazioni del genere.
L'ateismo è una forma di ragionamento razionale che si oppone, da millenni, alla truffa perpetrata dai "furbi" ai danni di chi non è in grado, o non vuole, ragionare.
L'unico dio, se così si può chiamare, è la vostra innata coscienza; è la vostra capacità di vivere in seno alla società alla quale appartenete, rispettando ed evitando di danneggiare il vostro prossimo.Tutto qui!
L'incontrastabile ed assoluto potere della morte e la conseguente paura che essa genera in tutti gli esseri animati (istinto di conservazione) è stato la fonte di tutte le religioni.
L'idea, insidiosamente indotta dai preti, sulla esistenza e sull'immortalità dell'anima ha resistito e si è diffusa solo perchè sopiva, in parte, il timore (istintivo) della morte e soddisfaceva, artatamente, ad una illusione molto potente coltivata dalla presunzione stessa degli uomini: un desiderio assurdo di immortalità: il desiderio di essere "ricordati".Ricordati da chi e perchè?
Mettiamocelo bene in testa: solo pochi uomini che hanno lottato per il trionfo della scienza, del razionalismo e l'affermazione delle arti (Newton, Copernico, Galileo, Shakespeare, Lavoisier, Einstein, Mozart, ecc.) hanno conquistato il meritato diritto di essere ricordati. Solo loro e purtroppo ...alcuni altri brutti ceffi che si sono distinti negativamente per le loro opere devastanti e per i loro comportamenti che hanno oscurato le pagine della storia: da Attila a Gengis Khan, a Carlo Magno, a Hitler, Stalin, Costantino I ...ed altri gentiluomini di questa risma.
Noi esistiamo in questo mondo come qualsiasi altra specie animale. Il caso ci ha generati dal nulla ad al nulla siamo destinati a ritornare senza lasciare qualsiasi particolare memoria che non sia quella, breve e limitata, dei nostri eventuali discendenti.
Dobbiamo abituarci a pensare che la morte non è niente per noi, perchè il bene ed il male risiedono nei sensi e la morte è la privazione dei sensi. Perciò la giusta consapevolezza che la morte non è niente per noi ci rende apprezzabile la caducità della vita, non prolungandone il tempo all'infinito ma togliendoci il desiderio dell'immortalità. (Epicuro)
Come si può credere seriamente, tranquillamente ad un "aldilà" di cui non si conosce nulla?
I riti funerari, secondo Voltaire, sono solo dei gesti consolatori. Un modo di onorare il defunto (che non sempre lo merita) e, nel contempo, di sbarazzarsi del suo ingombrante cadavere, secondo modalità, rituali e costose abitudini che i vostri vicini di casa e una "interessata, ricca industria funeraria" si aspettano da voi.
Domandatevi: perchè gli uomini dovrebbero avere un'anima e il vostro cane, o il vostro gatto, no!Chi sono i furbi che l'hanno deciso per voi?
Si è persino cercato astutamente di "dimostrare" l'esistenza dell'anima, basandosi sul fatto che, qualche volta, una persona defunta possa apparire in sogno!! Esiste una ben orchestrata confusione tra il concetto di anima e quello di una "difficoltosa digestione notturna"!
Diciamolo ancora e più chiaramente: dio non esiste, non è mai esistito e non esisterà mai; non è luce, non è ispirazione, non è regola sacra; non esistono regole dettate ed allineate ad una sua presunta ed imposta condotta di vita e di comportamenti."La natura basta a sè stessa" e quindi non ha bisogno di queste regole assurde. Dio è solo una favola; è il mostruoso caos intellettuale che i preti vi hanno scaricato addosso insidiando il vostro pensiero con capziose, quanto inutili domande: chi siamo, perchè siamo, da dove veniamo, perchè esiste il mondo ..., ben sapendo che nessun intelletto umano
(proprio perchè di questo mondo è parte)può dare loro risposta e quindi facilmente riducibile in fertile terreno per il loro parassitismo.
Nella storia dell'umanità dio è solo un grande imbroglio, uno strumento di comodo, una nozione affiorata e maturata dagli imbroglioni in tempi relativamente recenti,all'inizio del III millenio prima dell'era volgare. In fondo dio è un grande ritardatario se vogliamo dare un peso all'incerto ed ingannevole concetto di tempo, legato al breve scorrere della vita umana, ma privo di significato se rivolto alla realtà dell'universo.
Pensateci: eternità non significa tempo infinito che scorre su una linea retta, dal passato al futuro. Siamo noi che abbiamo inventato il concetto di tempo per adattarlo alle nostre precarie idee storiche e cronologiche di "passato", sul quale ci crogioliamo e, in parte, ci consoliamo.
L'idea del dio unico ( forma singolare di "dei") è nata da un naturale, quasi impercettibile, passaggio da primitive forme di magia spicciola, esorcizzante (coltivata da sciamani-stregoni) a forme più evolute, ma non meno bugiarde di pensiero, indotte dai furbi e poi riprese da "astuti ebrei" che sono disinvoltamente passati dagli Elohim (spiriti), ad El (demiurgo?), ad Eloi, ad Adonai per poi accomodarsi definitivamente e altrettanto disinvoltamente su Yhwh.
Provate dunque a chiedervi dov'era dio, prima del III millennio a.e.v.; prima che fosse inventato 5000 anni or sono! ( o cosa abbia fatto per i miliardi di individui - homo sapiens sapiens - vissuti a partire da 160.000 anni or sono.)
Durante la sua esistenza l'uomo segue determinate regole che nascono dal fatto stesso di dover convivere con i proprii simili, di collaborare con loro facendo attenzione a non crearsi troppi problemi di convivenza. In fin dei conti l'uomo è un animale sociale che deve confrontarsi con il suo prossimo evitando particolari motivi di attrito; gli eventuali attriti vengono risolti mediante le leggi e le norme di comportamento che l'uomo stesso si è date, senza scomodare nessun dio. Già intorno al 1770 a.C., ci aveva pensato Hammurabi che, tenuto conto delle esigenze sociali dei suoi tempi, formulò il primo codice della storia dell'umanità.
Quando il fantomatico Mosè (o chi per lui) disse, nel primo comandamento:"Non avrai altro dio al di fuori di me"era perfettamente cosciente di gettare le basi per la più grandiosa truffa mai operata ai danni del genere umano del mondo occidentale.
Affermare: "non avrai altro dio al di fuori di me" è una regola che affonda le sue radici nella paura dei sempliciotti e, quindi, una legge fatta da scaltri individui, che sfruttano questa paura, e perciò non è attribuibile a nessuna particolare divinità.
Thomas Jefferson, a suo tempo, affermava: Parlare di esistenze immateriali significa parlare di nulla. Dire che l'anima umana, gli angeli, dio sono immateriali significa dire che non sono nulla e che non ci sono nè dio, nè gli angeli nè l'anima.
Constatazione che dovrebbe essere abbastanza ovvia, ma che non ha impedito, nel corso dei millenni, a capziosi parassiti, ammantati di falsa saggezza e di prosopopea, di elaborare quella enorme sciocchezza nota come teologia, non scienza, non disciplina e non filosofia che è servita a dare una base falsa ed inconsistente sulla quale perpetrare l'inganno a danno di poveretti succubi di ancestrali paure e della loro ignoranza.
Alcuni chierici, o pseudo filosofi, si sono affannati anche a dimostrare, con tortuosi giri di parole, l'esistenza dell'inesistente.
Dopo essersi inutilmente affaticati su argomentazioni speciose quali quella cosmologica, quella ontologica, quella teleologica o quella di natura morale e sulla nozione assai relativa e inconsistente di bene e di male, alla fine si sono resi conto della loro impotenza e hanno cercato di ribaltare il problema: se è vero che l'esistenza di dio non è dimostrabile, allora è anche vero che non è dimostrabile la sua inesistenza.
Argomentazione di comodo; una trappola nella quale sono caduti parecchi studiosi scettici i quali non hanno tenuto conto che, razionalmente parlando, la dimostrazione compete a chi afferma qualcosa e non a chi la nega.
Già ai suoi tempi Euclide aveva messo in chiaro che "Ciò che è affermato senza prova, può essere negato senza prova".
La premessa, falsa, che dio esiste è la base fondamentale per l'esistenza di diverse forme di religione. Ma se questa premessa viene a mancare, che altro resta? Per fortuna, già dal XVIII secolo, il Barone d'Holbach, con la sua opera "Il Buon Senso" ha posto fine a queste assurde affermazioni. Ma bisogna purtroppo constatare che il buon senso è di pochi.
Ricordatevi sempre di Seneca: la religione è vera per la plebe, falsa per il saggio e redditizia per quelli che ne fanno un mestiere.
Perciò mangiate, bevete, fumate, fate all'amore nei limiti di un responsabile comportamento ma, soprattutto, non versate soldi alle chiese ingorde e parassite che chiedono continuamente il vostro supporto. A tutte le vostre azioni c'è un limite ragionevole che dovete razionalmente percepire, al di fuori della insidiosa e "interessata" morale del prete sfruttatore e, ormai troppo sovente, corrotto e pedofilo.
Godetevi al meglio questa vita che la natura vi ha casualmente assegnato. Non dovete aspettarvi nulla dopo la morte; il vostro spirito vitale non andrà da nessuna parte esattamente come quello di un topo, di un cane, di un bue o di qualsiasi altro essere animato.
Dopo il movimento illuminista del '700, dopo il comunismo, il liberalismo ed il positivismo scientifico dell' '800, s'è affermato, dall'inizio degli anni '60 del secolo scorso, il grandioso, anche se ancor confuso, movimento della "New Age", dando vita ad una estesa forma di controcultura che si è (finalmente!) opposta allo stagnante e melmoso immobilismo culturale imposto, da sempre, da una fradicia casta sacerdotale che ha preteso, per millenni, di porsi come unico tramite tra l'uomo ed il "divino". Soprattutto è stata ampiamente rigettata l'dea balzana del dio creatore dal nulla. Oggi l'uomo tende finalmente ad accorgersi che è stato lui a "creare l'idea di dio e non dio l'uomo" (Feuerbach) ed a considerare se stesso e il suo intelletto come il solo e vero aspetto "divino" della vita e "sacralizzare" la propria unica, inimitabile e insostituibile personalità.
E dobbiamo anche dire che Internet, pur con tutti i suoi difetti e le sue inevitabili storture, ha dato un significativo contributo nel far colloquiare gli uomini tra loro senza l'ingannevole e occhiuta interpretazione del prete. La corrosione delle cariatidi religiose del passato, operata da Internet, è imponente.
Ad ogni modo non è questa la sede per rinfocolare un dibattito di questa natura. Lo scritto che segue si propone solo di analizzare e criticare, nei limiti del possibile, uno dei prodotti più nefasti derivato da questi concetti:
la religione cristiana e tutte le sue infinite storture.Questo non significa che le altre credenze (islam, ebraismo, ecc.) siano meno corrotte, perverse o criticabili del cristianesimo; indagare sulla loro natura è solo una questione di tempo, di studio e di disponibilità.
Ogni religione porta in sé i germi della propria dissoluzione; quante religioni del passato si sono dissolte nel nulla per questo salutare effetto di autodistruzione? Ed anche qui è solo questione di tempo.In questi ultimi anni abiamo assistito alla nascita di nuove strane credenze come quella del dio "Cargo" (il dio Aeroplano) accaduto nell'isola di Tana (Oceano Pacifico), ma quello che oggi appare ancora più divertente e sintomatico è la nascita (almeno in Europa) di un nuovo culto: quello del dio PalloneNon è uno scherzo! La chiesa ha già manifestato segni di insofferenza, (con Giovanni Paolo II) verso i (tiepidi) fedeli che disertano il Tempio a favore dello Stadio (sottraendo indirettamente quattrini alla chiesa). D'altro canto abbiamo chiare manifestazioni che questi nuovi adepti (i tifosi) si comportano con la stessa furia devastatrice, la stessa insofferenza che ha caratterizzato i primi giudeo-cristiani e poi la chiesa stessa nel corso dei secoli. L'intrallazzo finanziario è comunque sempre lo stesso ed imponente; pare che l'iniqua ripartizionesi della rapina dell'otto per mille non basti ancora per spennare i polli.Occorre però tenere nel debito conto che le attuali religioni, in generale, ed il cristianesimo in particolare, sono istituzioni ancora troppo radicate e ricche per poter pensare di eliminarle in un tempo relativamente breve.
Resta il fatto che l'ebraismo, il cristianesimo e l'islam saranno nel tempo destinati a dissolversi quasi contemporaneamente essendo, tutti e tre, basati sulle stesse assurde menzogne del "Libro".
Fino a quando esisterà gente, incapace di ragionare, che crederà in un qualche comodo dio, anche dio continuerà ad esistere.
Il bisogno di credere nel fantastico (qualsiasi cosa di tipo consolatorio, proposta con una certa enfasi) è una delle peggiori tare del genere umano che preclude, nella mente di molti, la capacità elementare di formulare un qualsiasi pensiero razionale.Le religioni, come il comune raffreddore, sono ormai diffuse in tutto il mondo. (D.Dennet)questo però non impedisce di curarci, di prendere l'aspirina, in attesa che qualche potente vaccino riesca a debellare definitivamente il vibrione della stupidità umana.
Dio è un prodotto dell'ignoranza che la scienza va lentamente ed inesorabilmente sgretolando ed emarginando; è un concetto ancora molto redditizio per pochi ma che rischia di perpetuare la servitù di molti.
Viviamo perciò serenamente dimenticandoci di dio!
[Modificato da ®@ffstef@n 01/01/2011 12:55] |
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17/01/2011 15:51 |
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| | | OFFLINE | Post: 13.486 Post: 1.082 | Sesso: Maschile | |
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17/01/2011 20:00 |
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| | | OFFLINE | Post: 8.977 Post: 354 | Città: CASTELVETRANO | Età: 67 | Sesso: Maschile | |
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Mangiamo e beviamo perchè domani morremo!
rifletteteci gente... rifletteteci bene! Shalom.
[Modificato da Sonnyp 17/01/2011 20:05] |
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17/01/2011 21:33 |
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| | | OFFLINE | Post: 863 Post: 343 | Età: 63 | Sesso: Femminile | |
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L'ateismo è una forma di ragionamento razionale che si oppone, da millenni, alla truffa perpetrata dai "furbi" ai danni di chi non è in grado, o non vuole, ragionare.
Chi vuole ragionare nel modo razionale di "Dio" ha scelto il mezzo sbagliato.
L'uomo non è solo la sua mente. Ma solo con la mente, si può ragionare questo è lo strumento sbagliato.
La mente è il nostro servo, tuttavia, come la vedo io è per la maggior parte è il comandante. Mi dispiace.
E 'quasi divertente i atei cercano di negare dio con la loro mente è i religiosi cercano di comprendere Dio con la mente.
Forse i due gruppi si incontrano una volta al centro e si rendono conto che stanno cercando nel posto sbagliato.
searose
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23/01/2011 18:57 |
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| | | OFFLINE | Post: 13.486 Post: 1.082 | Sesso: Maschile | |
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Che cosa dice la Bibbia sull’omosessualità?
Introduzione
”Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro!” (Is. 5:20).
Vi sono oggi chi afferma che la Bibbia non condanni l’omosessualità.
Fino a qualche tempo fa nessuno avrebbe mai messo in dubbio, tanto è palese ed ovvio, che la Parola di Dio consideri l’omosessualità un’infrazione dell’ordinamento creazionale di Dio.
Oggi, però, sembra realizzarsi la profezia che dice:
“Verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità per rivolgersi alle favole” (2 Ti. 4:3,4).
Un tempo, almeno, chi non era d’accordo con la morale cristiana fondata sull’insegnamento biblico, semplicemente lasciava la chiesa e viveva come meglio gli pareva senza più dovere rendere conto del suo comportamento a nessuno e senza più dovere ascoltare ciò che non gli era gradito.
Eventualmente, poi, in privato o in pubblico, si opponeva in modo militante contro la fede cristiana, la Bibbia, o “la religione”.
Accade ancora oggi ed è certamente un atteggiamento coerente.
Oggi però succede che chi non concorda con la morale cristiana, pretende non solo di “rimanere nella chiesa”, ma di agire affinché la chiesa, la dottrina cristiana e la Bibbia stessa si pieghi e si adatti alle sue pretese, giustificando così il proprio comportamento.
Molti sono i movimenti eversivi (di ogni tipo) che hanno cercato e cercano di farlo.
Fra questi anche la lobby (oggi sempre più forte) degli “omosessuali credenti”.
Là dove non riescono ad imporre alla chiesa le loro concezioni, non esiteranno a crearsi la propria indipendente “chiesa gay”.
Vero e proprio cristianesimo “riveduto e corretto”, avranno così il proprio clero compiacente, le loro liturgie, i loro intellettuali che si premureranno di riformulare la loro “base teorica” interpretando la Bibbia a loro uso e consumo.
Sono proprio questi i “maestri” che distorcono le Scritture prendendole fuori dal loro contesto, quelli che vorrebbero “spiegarle” e relativizzarle tanto da svuotarle, in pratica, della loro autorevolezza e normatività.
Tutto questo per far trionfare, naturalmente, la loro malintesa ed immorale “libertà”, magari in nome di un altrettanto malinteso “amore”.
I “teology gay” [traduzione dell’inglese “Queer theologians”, così si autodefiniscono] si vantano così di essere coloro che “salvano” la chiesa da secoli di equivoci e di oppressione della loro categoria ristabilendo le cose come devono essere!
Uomini e donne ribelli a Dio, così, rivendicando a sé stessi le chiese cristiane, le prendono in ostaggio e le condizionano a loro vantaggio, manipolando la Bibbia stessa a loro piacimento, facendole dire quel che non dice.
Come direbbe l’apostolo Paolo, essi “soffocano la verità nell’ingiustizia” (Ro. 1:18), “si son dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d’intelligenza si è ottenebrato.
Benché si dichiarino sapienti, son diventati stolti, e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile” (Ro. 1:21-23).
Non a caso questo stesso testo continua e dice: “Siccome non si sono curati di conoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa sì che facessero ciò che è sconveniente” (Ro. 1:28).
“Essi, pur conoscendo che secondo i decreti di Dio quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette” (Ro. 1:32).
Più chiaro di così l’Apostolo non potrebbe essere.
La verità, però, non può essere soppressa. Sono tentativi vani di manipolare e distorcere la Parola del Signore.
Accanto a tanti altri comportamenti devianti da quanto Dio ha stabilito come buono e giusto, la Bibbia condanna l’omosessualità considerandola un peccato.
E’ quello che esamineremo qui, anche se sommariamente. |
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23/01/2011 19:04 |
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| | | OFFLINE | Post: 13.486 Post: 1.082 | Sesso: Maschile | |
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Un problema grave
L’omosessualità è “far andare le cose in modo diverso da come era stato previsto”, significa andare contro l’ordinamento creato di Dio.
Dio, infatti, crea Adamo ed Eva, un uomo ed una donna, come un’unità integrata.
Questo è il modo in cui Dio fin dall’inizio vuole che le cose vadano, e questo Egli proclama buono e giusto. Dio non crea l’uomo con desideri omosessuali.
Nella Bibbia si dice che l’uomo diventa omosessuale in seguito al peccato (Romani 1:24-27) e in fin dei conti in seguito alla propria scelta.
E’ possibile che l’uomo nasca più disposto all’omosessualità, proprio come nascono uomini predisposti a violenza e altri peccati.
Questa cosa non giustifica l’uomo che sceglie di commettere peccato lasciandosi ai desideri peccaminosi.
E’ giusto se uno nasce predisposto alla rabbia/violenza lasciarsi andare a questi desideri?
Certo che no!
La stessa cosa riguarda l’omosessualità.
Anche se l’omosessualità non è che una delle “disfunzioni” che risultano dal peccato, nella Bibbia è qualcosa di molto grave tanto da meritare un severo giudizio da parte di Dio.
Il giudizio è “semplice”: chi se ne lascia coinvolgere viene abbandonato alle proprie passioni ed il suo cuore tanto si indurisce da non rendersi più conto dell’errore commesso (Romani 1:18ss).
Quando l’uomo continua a peccare e vivere senza Dio, nella Bibbia si dice che Dio lo “lascia” a peccati ancora più ampi e corrotti per fargli vedere l’assurdità e la disperazione della vita separata da Dio.
Nel I Corinzi 6:9 si proclama che “gli omosessuali” non erediteranno il Regno di Dio.
Privi della consapevolezza della peccaminosità di questo comportamento, diventa impossibile il ravvedimento [nemmeno lo concepiscono] e quindi la retta comprensione del motivo per cui il Salvatore Gesù Cristo è venuto.
Benché possano rifarsi anche a un “Gesù” di loro fantasia, essi condividono la sorte di chi immagina una “salvezza universale” senza ravvedimento e senza autentica fede [che sempre si accompagna all’ubbidienza].
E’ evidente che questa “salvezza” non sarà per loro che una pia illusione. |
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23/01/2011 19:28 |
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| | | OFFLINE | Post: 13.486 Post: 1.082 | Sesso: Maschile | |
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Antico Testamento
La Bibbia menziona l’omosessualità la prima volta in Genesi 19:1-13.
Nella città di Sodoma pare che l’omosessualità fosse una pratica diffusa tanto che, presentatisi due stranieri, messaggeri di Dio [angeli, nella traduzione], i sodomiti pretendono di conoscerli per poter abusare sessualmente di loro.
Per queste come per altre iniquità che si commettevano in quel luogo, Iddio decide di condannare esemplarmente quella città alla distruzione.
Questo testo viene ripreso da altri testi biblici in questi termini:
“Ma in mezzo ai profeti di Gerusalemme ho visto cose nefande: commettono adulteri, agiscono con ipocrisia, rafforzano la mano ai malfattori, al punto che nessuno si converte dalla sua malvagità; tutti quanti sono per me come Sodo- ma, e gli abitanti di Gerusalemme, come quelli di Gomorra»” (Gr. 23:14).
“Com’è vero che io vivo, dice DIO, il Signore, tua sorella Sodoma e le sue figlie non hanno fatto ciò che avete fatto tu e le figlie tue. Ecco, questa fu l’iniquità di Sodoma, tua sorella: lei e le sue figlie vivevano nell’orgoglio, nell’abbondanza del pane, e nell’ozio indolente; ma non sostenevano la mano dell’afflitto e del povero. Erano superbe e commettevano abominazioni in mia presenza; perciò le feci sparire, quando vidi ciò” (Ez. 16:48).
Questo testo sembra indicare come il peccato di Sodoma sia l’ozio e l’indolenza del benessere, il che però non esclude costumi molto “liberali” (tipici di questo tipo di società simili alla nostra), cosa che è sottolineata dagli altri testi.
“Allo stesso modo Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si abbandonarono, come loro, alla fornicazione e ai vizi contro natura, sono date come esempio, portando la pena di un fuoco eterno” (Giuda 7).
“...se condannò alla distruzione le città di Sodoma e Gomorra, riducendole in cenere, perché servissero da esempio a quelli che in futuro sarebbero vissuti empiamente; e se salvò il giusto Lot che era rattristato dalla condotta dissoluta di quegli uomini scellerati” (2 Pi. 2:6,7).
La seconda citazione si trova nel libro del Levitico 18:22
“Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole”.
Al tempo dell’Antico Testamento la vita era molto dura. Le peregrinazioni e la lotta per la sopravvivenza del popolo di Dio non consentivano prigioni o programmi di riabilitazione.
Chiunque deviasse seriamente dalle norme di ordinata convivenza sociale, doveva essere esiliato oppure condannato a morte.
Il libro del Levitico prescriveva la pena di morte per crimini come l’omicidio, la bestemmia, la violenza sessuale, il rapimento, l’idolatria, l’adulterio (per entrambe le parti), i rapporti sessuali fra un uomo e una donna fidanzata (per entrambe le parti), l’incesto, rapporti sessuali fra uomini, rapporti sessuali con animali, violenza contro i propri genitori, il lavoro in giorno festino, e la prostituzione della figlia di un sacerdote.
“Se uno ha con un uomo relazioni sessuali come si han- no con una donna, tutti e due hanno commesso una cosa abominevole; dovran- no essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro” (Levitico 20:13).
E’ necessario rilevare come oggi noi non siamo più sottoposti alle durissime leggi dell’Antico Testamento [Giovanni 1:16,17; Romani 8:1-3; 1 Corinzi 9:20,21].
Gesù conferma la validità della legge che Dio ha rivelato nell’Antico Testamento, le prescrizioni morali rimangono, ma Gesù mette l’accento soprattutto sul ricupero del trasgressore [ravvedimento e redenzione].
Sia ricompensa che castigo sono rimandati da questa vita a quella futura, nell’eternità.
Nell’Antico Testamento l’attività omosessuale era fortemente associata a culti religiosi idolatrici [vedi ad es. 1 Re 14:24: 15:12].
Vi è anche prostituzione cultuale femminile.
Di fatto, la parola “abominazione”, usata in riferimento ad atti omosessuali nel Levitico, è una traduzione della parola ebraica tow’ ebah, descritta dai dizionari come indicante qualcosa di moralmente disgustoso che ha forti valenze idolatriche.
Per questo alcuni studiosi credono che in Levitico la condanna riguardi soprattutto l’idolatria, piuttosto che l’omosessualità in sé.
Questa interpretazione, però, è incerta e discutibile.
Si può anche citare Giudici 19:23-26 che presenta un fatto molto simile a quello di Sodoma:
“Mentre stavano rallegrandosi, ecco gli uomini della città, gente perversa, circon- darono la casa, picchiarono alla porta e dissero al vecchio, al padrone di casa: «Fa’ uscire quell’uomo che è entrato in casa tua, perché vogliamo abusare di lui!». Ma il padrone di casa, uscito fuori, disse loro: «No, fratelli miei, vi prego, non fate una cattiva azione; dal momento che quest’uomo è venuto in casa mia, non commettete quest’infamia!”.
In questo caso l’oltraggio causa persino una guerra civile! |
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23/01/2011 19:33 |
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| | | OFFLINE | Post: 13.486 Post: 1.082 | Sesso: Maschile | |
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Nuovo Testamento
Gesù non menziona mai indirettamente l’omosessualità, ma condanna ogni forma di abuso della sessualità, che Egli considera immorale.
”Diceva inoltre:
«È quello che esce dall’uomo che contamina l’uomo; perché è dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, a- dultèri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltez- za. Tutte queste cose cattive escono dal di dentro e contaminano l’uomo»” (Marco 7:20-23).
La parola tradotta con fornicazioni (si consultino i dizionari) è il termine greco porneia che include ogni forma di rapporto sessuale illecito.
L’apostolo Paolo, in una delle sue lettere ai cristiani di Corinto, scrive le parole che, sull’argomento, sono più spesso citate
”Non v’illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio” (1 Corinzi 6:9-11).
Questo versetto è stato tradotto in modi leggermente diversi e quindi dobbiamo guardare all’originale greco, se vogliamo comprendere bene ciò che intende dire l’Apostolo.
η ουκ οιδατε οτι αδικοι βασιλειαν θεου Aβασιλειαν ου κληρονοµησουσιν µη πλανασθε ουτε πορνοι ουτε ειδωλολατραι ουτε µοιχοι ουτε µαλακοι ουτε αρσενοκοιται ουτε κλεπται ουτε λεονεκται ουτε κλεπται ουτε Aπλεονεκται Aου µεθυσοι ου λοιδοροι ουχ αρπαγες βασιλειαν θεου ου κληρονοµησουσιν και ταυτα τινες ητε αλλα απελουσασθε αλλα ηγιασθητε αλλα αλλ εδικαιωθητε εν τω ονοµατι του κυριου ιησου Aχριστου και εν τω πνευµατι του θεου ηµων”.
Il termine µαλακοι [malakoi] qui tradotto con effeminati corrisponde a “maschi che si prostituiscono”, letteralmente “soffici al tocco”.
Era però usato metaforicamente in negatico per riferirsi a catamiti (ragazzi riservati a rapporti omosessuali con uomini, o uomini in generale che si prostituivano.
Il termine αρσενοκοιται [arsenokoitai] qui tradotto con sodomiti indicano persone che praticano un qualsiasi tipo di sessualità innaturale, specialmente omosessuale.
Alcuni credono che αρσενοκοιται si riferisca a uomini che hanno ragazzi come amanti, ma non è certo.
In ogni caso l’elenco che l’Apostolo qui fa, indica individui in questi peccati sono la nota dominante della propria identità personale dai quali si ritiene non sia necessario ravvedersi.
Questi non possono “ereditare” la vita eterna.
E’ interessante, in ogni caso, che da questi peccati è possibile uscirne, perché, per i cristiani di Corinto, ne parla al passato.
Vi sono due altri testi del Nuovo Testamento che condannano atti omosessuali in Romani 1:25-27 e 1 Timoteo 1:8-10.
Nel testo di Romani il contesto è quello dell’idolatria.
Paolo menziona “donne che hanno cambiato l’uso naturale” e che si deduce indichino atti di lesbismo.”...essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen.
Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l’uso naturale in quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami, ricevendo in loro stessi la meritata ricompensa del proprio traviamento” (Ro, 1:25-27).
”Noi sappiamo che la legge è buona, se uno ne fa un uso legittimo; sappiamo anche che la legge è fatta non per il giusto ma per gl’iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e gl’irreligiosi, per coloro che uccidono padre e madre, per gli omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti, per i mercanti di schiavi, per i bugiardi, per gli spergiuri e per ogni altra cosa contraria alla sana dottrina, secondo il vangelo della gloria del beato Dio, che egli mi ha affidato” (1 Ti. 1:8-11).
Qui “sodomiti” (che traduce ancora arsenokoitai) è reso esplicitamente e senza riserve “omosessuali” da altre traduzioni “gli omosessuali...” (ND), “i pervertiti” (CEI).
La TILC lo traduce con: “le persone immorali e i maniaci sessuali”, ma questa è da considerarsi una traduzione eccessiva, visto il termine originale.
Alcuni credono che la Bibbia condanni solo atti omosessuale commessi nel contesto della violenza sessuale, della prostituzione o dell’idolatria.
Questa potrebbe certo essere l’enfasi più forte, ma sia l’Antico che il Nuovo Testamento si oppongono generalmente ad ogni atto sessuale praticato al di fuori dal vincolo coniugale fra un uomo ed una donna.
E’ quindi ragionevole presumere che le proibizioni della Bibbia contro atti omosessuali dovrebbero essere considerate in modo oggettivo e che persino atti omosessuali fra persone consenzienti siano contrari all’insegnamento biblico.
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23/01/2011 19:52 |
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| | | OFFLINE | Post: 13.486 Post: 1.082 | Sesso: Maschile | |
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L’orientamento sessuale non è un peccato
E’ importante notare, però, come la Bibbia non condanni gli omosessuali in quanto tali.
Il peccato sta nell’atto e non nell’orientamento sessuale.
Da 1 Corinzi 6:9-11 si deduce che fra i cristiani di Corinto vi fossero persone che si erano macchiate di molti tipi di peccato.
Il fatto, però, è chiaro che essi, per essere pienamente accettati nella comunità cristiana, avessero rinunciato al loro stile di vita precedente:
“Tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio”.
In quel testo l’Apostolo cita pure gli ubriachi e questo problema è posto accanto, fra l’altro, a quello dell’omosessualità.
Non possono essere considerati comportamenti “normali” e il cristiano non vi indulge in alcun modo.
Chi è “dipendente” da questi o simili comportamenti deve fare del suo meglio per evitarli, per astenersene.
Se ricadono in essi, non devono sentirsi inferiori agli occhi di Dio, ma devono da essi “rialzarsi”, con l’aiuto di Dio, ammettendo che la cosa dispiace a Dio.
Dio si rallegra grandemente in coloro che si ravvedono da quei comportamenti e si impegnano a seguire la Sua volontà.
Non si presuppone che rinunciare a comportamenti non morali sia facile, né per questo come per altri peccati.
Ciononostante la conformità alla volontà rivelata di Dio deve essere il preciso impegno del cristiano. Vi dico che così ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento” (Luca 15:7).
Un ragazzo o una ragazza che scopra di avere tendenze omosessuali dovrebbe rendersi conto che, come altri interessi e sentimenti, sono cose passeggere che col tempo si estingueranno se non sono promossi attivamente.
Al tempo stesso non dovranno farsene un’ossessione o indulgere in alcun tipo di attività sessuale.
Un uomo o una donna omosessuale e cristiano, dovrà affrontare grandi sfide e sarà necessaria grande forza per imparare a regolare la propria sessualità deviante secondo quanto Dio stabilisce come normale.
Forse Dio ha in mente una qualche speciale missione per quella persona, che si realizzerà meglio al di fuori dalle restrizioni imposte dal matrimonio e dai doveri familiari. |
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23/01/2011 19:58 |
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| | | OFFLINE | Post: 13.486 Post: 1.082 | Sesso: Maschile | |
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Come ogni altra situazione di peccato
Solo perché uno è omosessuale non significa che noi non lo si possa amare o pregare per lui/lei.
L’omosessualità non è che una delle molte trasgressioni all’ordinamento di Dio e può e deve essere trattato di conseguenza, cioè può e deve essere sottoposto al processo di redenzione annunciato dall’Evangelo.
Anche questo “problema” deve essere posto “ai piedi della croce”, di esso ci si deve ravvedere e, con l’aiuto di Dio, lo si può e lo si deve abbandonare.
Tutti i peccati respingono Dio.
L’omosessualità è solo uno dei peccati, elencati nei I Corinzi 6:9-10 che sono un ostacolo per gli uomini verso il Regno di Dio.
Secondo la Bibbia, il perdono di Dio è a disposizione degli omosessuali quanto agli adulteratori, idolatri, assassini, ladri ecc.
Dio anche promette la vittoria sul peccato, inclusa quella sull’omosessualità, a tutti quelli che credono in Gesù Cristo per la loro salvezza (I Corinzi 6:11; II Corinzi 5:17).
La persona che è coinvolta nell’omosessualità possiede la stessa dignità di chiunque altro, deve essere considerato, amato, soccorso e difeso nei suoi diritti di persona.
Questo non vuole dire che si approvi quello che fa.
Nemmeno, però, si può pregiudicare la chiara testimonianza che dobbiamo dare che la cosa non corrisponde alla volontà di Dio e deve essere corretta.
Ironicamente l’omosessualità pone pure speciali sfide per i cristiani eterosessuali.
Potremmo giungere a nutrire sentimenti di disprezzo o di paura che ci portano in qualche modo a sentirci superiori o più giusti rispetto all’omosessuale.
Gesù spesso manifestava la Sua indignazione verso coloro che pensavano di essere meglio degli altri che, con disprezzo, consideravano “peccatori”.
Farisei erano un raggruppamento del Giudaismo noto per la loro stretta osservanza della legge di Dio.
Gli esattori delle tasse erano in Israele la categoria sociale più disprezzata.
Come agenti delle forze di occupazione romane, spesso estorcevano alla gente del denaro ed erano considerati traditori del loro popolo.
Ecco perché Gesù aveva usato un Fariseo ed un esattore delle tasse per illustrare il peccato dell’arroganza morale.
”Disse ancora questa parabola per certuni che erano persuasi di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio per pregare; uno era fariseo, e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così dentro di sé: “O Dio, ti ringra- zio che io non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri; neppure come questo pubblicano. Io digiuno due volte la settimana; pago la decima su tutto quello che possiedo”. Ma il pubblicano se ne stava a distanza e non osava neppure alzare gli occhi al cielo; ma si batteva il petto, dicendo: “O Dio, abbi pietà di me, peccatore!”. Io vi dico che que- sto tornò a casa sua giustificato, piuttosto che quello; perché chiunque s’innalza sarà ab- bassato; ma chi si abbassa sarà innalzato»” (Luca 18:9-14).
Gesù, poi, ci esorta ad eliminare il peccati nella nostra propria vita prima di condannare o disprezzare gli altri. Se noi condanniamo altri con durezza, anche noi saremo giudicati con severità.
”Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi” (Mt. 7:1,2).
Questo non significa che non si possa emettere un giudizio morale, rispetto al criterio della Parola di Dio, su determinati comportamenti e che quindi tutto si possa giustificare.
Significa semplicemente che di infrazioni alle leggi del Signore ce ne sono di tanti tipi.
L’omosessualità è una fra queste, ma spesso, condannandola, non ci si avvede di essere ciechi rispetto alle nostre proprie infrazioni, che possono essere di altra natura, ma non meno reprensibili.
I cristiani hanno la responsabilità di vegliare affinché nel loro mezzo vi sia la precisa determinazione e l’impegno di seguire la volontà di Dio in ogni aspetto della vita (Matteo 18:15-17), ma questo deve essere fatto con giustizia e compassione.
Il giudizio in quanto tale spetta a Dio (Ebrei 10:30; Ro. 14:10-13; 1 Co. 4:5).
(Ovviamente la società ha il legittimo diritto e dovere di prendere le misure legali necessarie contro chi commette abusi in campo sessuale (omosessuali od eterosessuali che siano) che usano la violenza o che adescano bambini o disabili).
Come cristiani dobbiamo rammentarci che anche noi siamo peccatori agli occhi di Dio e che Dio ama tutti i Suoi figli.
Non possiamo permetterci di lasciare che i nostri sentimenti sull’omosessualità ci rendano ciechi verso il comandamento di Gesù di amare il nostro prossimo. (Mt. 22:36-39). |
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23/01/2011 20:03 |
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| | | OFFLINE | Post: 13.486 Post: 1.082 | Sesso: Maschile | |
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Un vano esercizio?
La nostra motivazione nell’esaminare ciò che dice la Bibbia al riguardo dell’omosessualità parte dal presupposto che la Bibbia è Parola di Dio e regola inerrante della nostra fede e della nostra condotta.
Essa è interprete di sé stessa e, nonostante la pluralità degli autori, presenta un messaggio coerente ed una precisa ed omogenea concezione del mondo e della vita.
Di solito, però, quando i teologi e gli esegeti che vorrebbero sostenere la legittimità dell’omosessualità, indipendentemente dal lavoro che fanno per “spiegare” i testi biblici (e distorceli) partono da presupposti diversi.
Usano generalmente il metodo storico- critico e contestano la normatività della Bibbia, intendendola eventualmente solo testimonianza della fede di altre e diverse generazioni.
Ecco, così che, in ultima analisi, non c’è effettiva volontà di ubbidire a quanto essa afferma perché si nega che di fatto essa sia Parola di Dio dal valore eterno e vincolante.
L’autorità, per loro, quindi, non risiede tanto nella Bibbia, ma nell’ideologia oggi dominante che, in ogni caso, per loro ha l’ultima parola.
L’insistenza sui diritti e sull’autonomia dell’essere umano, la contestazione e revisione del concetto di peccato, l’idea che hanno di libertà e di liberazione, di Dio e dell’essere umano, tradisce una concezione del mondo diversa da quella cristiana, cioè quella dell’umanesimo con accentuazioni religiose.a nostra preoccupazione, quindi, di spiegare loro che cosa dice la Bibbia su questo come su altri temi, può essere di fatto vana, perché non ti ascolteranno esaminando attentamente quel che dici, non ti prenderanno sul serio e daranno fiducia pregiudiziale al loro movimento e ai loro intellettuali, ai loro teologi...
Saremo considerati “altri”, degli avversari, dei nemici.
Ci ascolterebbero se dimostrassimo di abbracciare le loro tesi, di aver simpatia per loro e comunque di sostenerli nelle loro lotte.
Non è il caso e quindi ...ci siamo pregiudicati il loro ascolto!
Tutto questo, come pure altri aspetti, rispecchia la tipica fenomenologia dei movimenti settari.
Nulla di nuovo, dunque.
“Passeranno” anche loro come tante altre ideologie, tendenze e mode.
La Parola del Signore rimarrà in eterno.
“Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica!” (Lu. 11:28).
Paolo Castellina, lunedì 19 giugno 2006. Questo prodotto è protetto da una licenza “Some Rights Reserved” della Creative Commons.
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