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Misteri d'Italia

Ultimo Aggiornamento: 19/07/2023 13:28
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Città: ROMA
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Sesso: Maschile
04/12/2010 12:03
 
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Oltre 40.000 firme per aprire gli archivi
"Bene il Copasir, adesso tocca al governo


"I promotori incontrano il presidente della commissione Massimo D'Alema."E' contro il prolungamento del segreto di Stato, ma aspettiamo i fatti". In Italia ci sono 108 archivi segreti-

ROMA - Si dicono soddisfatti ma chiedono fatti. Passi concreti per aprire quei 108 archivi dei servizi segreti sparsi in Italia. E anche quelli della presidenza del consiglio, dei ministeri dell'interno, della difesa, degli esteri, delle forze dell'ordine. Forti delle oltre 40mila firme raccolte su Repubblica.it i promotori dell'appello "Aprite gli archivi" si presentano, in mattinata, davanti al Copasir presieduto da Massimo D'Alema. A lui, e agli altri membri della commissione, ripetono la loro richiesta di rendere pubblico il contenuto degli archivi dei servizi, di dire no alle conclusioni della commissione Granata che punta ad estendere oltre i 30 anni il segreto di Stato. E chiedono al governo, fino ad oggi silente, di battere un colpo. Perché "non è più accettabile che a tutt'oggi manchino i decreti attuativi della legge" senza i quali gli archivi non possono essere aperti.
A dare la scossa, a quello che fino a poco tempo fa sembrava solo un problema delle associazioni dei familiari delle vittime (presenti al completo), è stata l'ennesima assoluzione: qella per la strage di Brescia. "Eravamo rassegnati, adesso vedendo quanta gente ha firmato nutriamo
fiducia" dice Paolo Bolognesi, a capo dei familiari della strage della stazione di Bologna. "Il Copasir è contrario alla reiterazione del segreto - dice - Io sono ottimista ma aspetto i fatti".

Tocca a Felice Casson, ex pm a Venezia, titolare dell'inchiesta sul Gladio e la strage di Peteano, adesso parlamentare Pd: " La volontà del legislatore sul segreto di Stato, era quella di limitarlo a 15 anni, con possibilità di prorogarlo al massimo per altri 15. L'incarico della presidenza del Consiglio alla Commissione presieduta da Renato Granata affinchè valutasse come procedere riguardo ai decreti attuativi è un'interferenza pesantissima del governo sul Parlamento. La legge è chiara e invece si cerca di reinterpretarla". E quel timore serpeggia anche nelle parole della deputata democratica Rosa Villecco Calipari: "In effetti il sottosegretario Gianni Letta ha parlato di una possibile revisione della legge..". In sala c'è anche Fabio Granata (Fli) a testimonianza della trasversalità dell'appello. "C'è un clima di maggiore apertura - dice il deputato finiano - e paradossalmente questa fase politica così confusa sta aiutando il confluire delle energie"

Durante l'incontro con i promotori D'Alema fornisce alcune cifre. In Italia ci sono 108 depositi di documenti presenti nelle sedi dei servizi. Le carte dovrebbero, dopo una selezione, finire al Dipartimento informazioni e sicurezza chiamto a riorganizzarli. Ma finora non ci sarebbero stati molti passi avanti verso questa direzione. Nel merito il presidente della commissione spiega che il Copasir è impegnato "per la piena attuazione della legge sui servizi, che significa non solo il rispetto rigoroso della caduta del segreto di Stato dopo 30 anni e la declassifica dei documenti, ma anche creare le condizioni per la riorganizzazione degli archivi per fare in modo che dopo 40 anni i documenti siano versati nell'archivio centrale di Stato e resi disponibili agli storici ed ai cittadini". Ed è questo un'altro punto che ai promotori dell'appello sta a cuore. Avere certezze su chi metterà le mani su carte e documenti. Sui chi e come li classificherà e chi deciderà cosa distruggere. "Non possono essere gli uomini dei servizi a decidere cosa scartare, ma un'autorità terza" dice Bolognesi. ( repubblica.it )
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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