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Il Bigattino.

Ultimo Aggiornamento: 12/11/2010 15:10
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12/11/2010 14:46
 
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Come cresce e come allevarlo.
Il bigattino

La Mosca carnaria


La larva è chiamata bigattino.


Si tratta di un piccolo verme biancastro (qualche mm di lunghezza massima per un paio di mm di larghezza) che durante il suo ciclo precedente alla metamorfosi si ciba di carne in putrefazione.

La Sarcophaga Carnaria è vivipara. Infatti depone le sue larve nella carne in putrefazione (animali morti, avanzi di cibo, ecc.) le quali crescono in brevissimo tempo.

Le larve, in capo a pochi giorni (in condizioni ottimali di cibo e temperatura), si imbozzolano per uscire poco dopo sotto forma di mosca adulta.

Il bigattino è molto usato nella pesca sportiva grazie alla sua longeva vivacità, alla sua appetibilità e al suo bassissimo costo.
Il suo utilizzo può essere limitato o abolito in determinati contesti di pesca. È conosciuto anche con i nomi dialettali di cagnotto, bachino, gianin, begatin.

Il bigattino è l'esca più diffusa in Italia e si trova al centro di violente polemiche.
C'è chi lo vuole mettere al bando e chi invece lo esalta.
Viene venduto a grandi quantità e spesso, nella stagione più fredda, quando produrre bigattini è difficile, può costare carissimo.
In tutte le acque popolate a salmonidi il bigattino è proibitissimo.

Come nasce il bigattino? In maniera semplicissima. Una grossa mosca carnaria si posa su un pezzo di carne, o su qualunque osso non del tutto spolpato e deposita migliaia di uova che si
presentano come tanti puntini bianchi. Se questa carne si trova al freddo le uova non si schiudono ma basta un po' di sole o il calore di una stufa per far nascere da quei puntini bianchi dei piccoli vermicelli giallastri che subito si danno un gran daffare a nutrirsi con lo stesso elemento che li ha visti nascere. Nel volgere di poco tempo diventeranno più grossi fino ad assumere le dimensioni di un quarto di fiammifero da cucina. A questo punto la più efficace
esca del mondo è pronta a entrare in azione. Migliaia di bigattini si agitano sfregandosi l'uno contro gli altri e generando così calore. È il calore che li può rovinare e rendere inservibili. Se
si scaldano troppo la metamorfosi avviene rapidissima. Il bigattino si ricopre di un guscio marrone dentro il quale, dal corpo del bigattino, nasce una mosca che esce dal suo involucro e
si libra nell'aria.
Il freddo invece li paralizza per cui, per poterli conservare i negozianti li tengono in apposite celle frigorifere in uno stato di totale ibernazione. Irrigiditi dal freddo non danno segno di vita
e, così pietrificati, non sono di alcuna utilità per la pesca, ma basterà un leggero tepore per farli risvegliare e rimetterli in frenetico movimento. Il bigattino, esca adorata dai bolognesi,
viene usato largamente appunto nella pesca con canna bolognese, lenze sottili e ami piccolissimi.

INNESCO


Molte specie ittiche gradiscono questa larva e sono fortemente attratte dalla pastura a base di bigattini, da quelle più ricercate come spigole, orate e saraghi, a quelle più comuni come muggini, occhiate e aguglie Vi sono vari modi di usare il bigattino, tuttavia questa esca è tipica della pesca con la bolognese.
È molto importante comunque, soprattutto in estate, tenerli ischiati a crusca o segatura.
Evitate di metterli in recipienti di plastica dove si scaldano più facilmente. I sacchetti di tela, ben chiusi con degli elastici, sono i migliori contenitori per bigattini. I sacchetti di plastica sono
la rovina dei bigattini.
Quando comprate dei bigattini assicuratevi che non siano flaccidi. Se sono flaccidi vuol dire che hanno preso un colpo di caldo e si sono rovinati. Diventeranno presto tanti bozzoli legnosi e inservibili.

Come allevare i bigattini

Il primo passo da fare per allevare i bigattini è procurarsi un pezzo di carne.

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Se ne hai uno che sta per andare a male va benissimo, altrimenti chiedi al tuo macellaio di darti qualche pezzo di scarto. Procurati ora una scatola di plastica. Una vaschetta vuota di gelato va più che bene. Adagia la carne nel suo interno e deponila all'aperto sul davanzale della finestra o fuori al balcone.

Appena la carne inizia a putrefarsi vedrai arrivare le prime mosche cartarie che oltre a mangiare la carne attraverso la loro piccola "proboscide", deporranno anche le loro uova. Le uova si schiuderanno presto e sulla superficie della carne potrai vedere muoversi delle l piccolissime larve che non saranno più lunghe di 19 mm.

In seguito la loro taglia aumenterà fino a raggiungere una lunghezza che difficilmente supererà i 5 mm. Nel giro di una settimana potrai raccogliere le larve e …portarle al mare!

Per conservare le larve utilizza un secchiello adatto, in commercio ne troverai ad un prezzo irrisorio, ma nel caso al momento tu ne fossi sprovvisto potrai usare un qualsiasi barattolo corredato di tappo su cui praticherai tanti piccoli fori che permetteranno ai bigattini di respirare, oppure prendi un semplice secchiello di quelli che contengono yogurt e chiudilo con la pellicola trasparente su cui praticherai dei forellini piccolissimi. (come ho fatto io)

I bigattini restano di un colore bianco tendente al giallino per qualche giorno poi iniziano a scurirsi fino a diventare marrone e di li a poco si trasformerà in una mosca. Prima che ciò accada ti consiglio di eliminare la larva dal barattolo allorché è ancora marrone chiaro.

n.b. Non lasciare mai il barattolo con i bigattini senza copertura...scapperebbero in un batter d'occhio!


[Modificato da www.pescareAmessina.com 12/11/2010 15:10]
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