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BUONE NOTIZIE

Ultimo Aggiornamento: 07/12/2019 11:25
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05/07/2013 08:22
 
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Pubblicata il 2 luglio 2013

Rwanda

Tra i tanti stati africani in cui opera AVSI vi è il Rwanda, in cui è presente sin dal 1994, anno del tristemente famoso genocidio che contrappose le comunità Hutu e Tutsi.

Da allora AVSI ha portato avanti moltissimi progetti: nel settore della sanità soprattutto per la prevenzione dell’HIV/AIDS; nei campi rifugiati congolesi presenti in Rwanda con progetti di “Child Protection”; nell’ambito idrico-ambientali con la costruzione e riabilitazione di acquedotti, insieme ad attività di sensibilizzazione su tematiche igienico sanitarie rivolte alla popolazione.

Di grande importanza anche i progetti nel settore educativo, volti a garantire ai bambini e giovani poveri, spesso orfani, la possibilità di avere un’istruzione, cure mediche, di avere supporto psicologico e una vita dignitosa.

In questo quadro di attività si inserisce il progetto del Sostegno a distanza, cui si dedica con passione Evelyne, assistente sociale che si occupa di seguire le famiglie e i bambini vulnerabili nel distretto di Gatsibo attraverso il metodo “fare con”, promosso da AVSI in ogni suo intervento:

“Durante il nostro lavoro di assistenza sanitaria, psicosociale e di supporto all’istruzione, abbiamo scoperto presso le nostre famiglie grandi capacità.Vogliono e possono cambiare la loro vita, hanno buoni progetti. Si pensava fossero totalmente vulnerabili, ma nonostante le loro difficoltà dimostrano di essere in grado di crescere non appena trovano una guida, qualcuno che le ascolti e le consigli, mostri loro come muoversi.

Durante la mia attività di follow up, ho parlato molto con le famiglie circa il loro stile di vita le loro competenze, le difficoltà che incontrano…prima di tutto occorre essere molto attenti alle loro parole, prestare ascolto, dare tutto il tuo tempo, partecipare realmente alla loro vita. A volte è necessario anche condividere le tue esperienze, la tua storia.

Bisogna creare un rapporto di fiducia perché possano aprirsi e iniziare a camminare insieme a te. Nella mia esperienza ho sempre notato una risposta positiva a questo approccio. Dopo un po’ è la stessa madre, o padre, che ti espone la sua idea, che ti chiede un parere su di essa: vorrei fare questo…secondo te è possibile? Potrei riuscire?

Spesso infatti, a causa dell’estrema indigenza in cui si trovano, li marchia un complesso di inferiorità. Questo è uno dei più grossi freni al loro sviluppo, non riescono a mostrare le loro capacità, la loro intelligenza. Tutto dipende da una buona relazione con queste famiglie: solo così si possono scoprire, svelare a loro stesse i loro tanti talenti”.

Talvolta capita, ci racconta, che l’aiuto venga frainteso, che i destinatari invece di trovare una spinta a mettersi in gioco si siedano ancora di più, pensando che d’ora in poi ci penserà l’assistente sociale ad aiutarli in tutto. Anche in questo caso si tratta di approfondire il rapporto con la famiglia, farle capire perché è importante che impari a camminare da sola, che il tratto di strada che si compie assieme per trovare le risorse serve ad imparare. Aiutati sì, ma al fine di divenire autonomi.

Sono tante le testimonianze che Evelyne ci porta di questo metodo, tanti i suoi racconti. Storie come quella della famiglia di Geradine Tuyisingive, ora sostenuta a distanza.

Quando Evelyne la conobbe, viveva insieme ai fratelli e con la madre, sieropositiva, spesso malata, il cui primo marito era morto di AIDS e il secondo l’aveva abbandonata. Erano soli, senza accesso a cure mediche né ad aiuti alimentari. La situazione era così disperata che la madre passava i suoi giorni ad aspettare di morire.

Dopo l’incontro con questa famiglia i figli vengono inseriti nel programma di Sostegno a distanza e qualcosa inizia a cambiare.

Evelyne ci racconta del riaffiorare della speranza nella vita di questa donna. Le visite a casa si susseguono, viene accompagnata ad accedere ai canali di aiuto delle autorità locali. Si scopre in grado di prendere la vita della sua famiglia nelle sue proprie mani. Tramite il supporto di AVSI avvia un piccolo commercio di pesci e patate e da allora non si è più fermata.

Ha ampliato il suo commercio, è divenuta autosufficiente, ha iniziato a frequentare il centro sanitario con regolarità per curarsi. È fiera ed orgogliosa di poter sostenere la sua famiglia.

Come lei tante altre famiglie, tante altre storie che raccontano di un nuovo inizio, un cambiamento positivo che si allarga, come i cerchi nell’acqua, in tutta la comunità in cui queste famiglie vivono.

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28/07/2013 07:51
 
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Pubblicata il 11 luglio 2013

SHIS

“Sara ha espresso più volte il desiderio e il piacere di partecipare a queste attività. Sono molto grato per l’aiuto che date a mia figlia”. A parlare è Hilë, il papà di una bambina di classe V che da due anni partecipa al progetto educativo realizzato da SHIS, l’Associazione Internazionale per la Solidarietà, partner di AVSI in Albania.

AVSI e SHIS hanno organizzato il 4 luglio a Scutari, all’interno del progetto“Potenziamento del sistema educativo primario e aumento della competenza del personale docente nel distretto di Scutari”, finanziato dal Ministero degli Affari Esteri Italiano,  il seminario Partenariato per l’educazione. Uno strumento per il contrasto della dispersione scolastica.

“Il percorso svolto in collaborazione da SHIS e la scuola, coinvolgendo i genitori, è stato molto importante e produttivo” ha raccontato il papà di Sara nel corso della giornata. “Questi due anni hanno avuto un grande valore per tutti gli alunni, come per mia figlia, per il modo col quale gli insegnanti e gli animatori hanno svolto le numerose attività ricreative e di sostegno scolastico. Queste hanno portato un cambiamento positivo nell’apprendimento dei ragazzi e nella loro socializzazione con i compagni di scuola”.

All’evento hanno partecipato circa 100 persone tra cui rappresentanti di autorità centrali, locali e della società civile come il Console d’Italia a Scutari l’Egr.Maurizio Polselli, il Direttore del Dipartimento della Istruzione Pre-Universitaria  presso il Ministero della Pubblica Istruzione Dott. Fatmir Vejsiu, l’Esperta del Provveditorato agli studi di Scutari Dott.ssa Gjulita Serreqi.

L’evento ha permesso all’associazione albanese SHIS di riaffermare nell’anno del suo 15° anniversario l’interesse per l’educazione come principale contributo allo sviluppo del capitale umano dell’Albania, così come il desiderio di collaborare con gli altri attori istituzionali e della società civile per rispondere ai bisogni delle comunità.

I numeri del progetto:

  • 360 bambini di 8 scuole nelle zone di Puke, Malesia e Madhe, Scutari e dintorni hanno beneficiato di attività di recupero e animazione, migliorando i loro risultati scolastici;
  • Circa 77 insegnanti e direttori hanno partecipato a sessioni di formazione accreditati dal MASH (Ministry of Education and Sciences of Albania);
  • 360 bambini hanno beneficiato di servizi di diagnosi medica in campo pediatrico, oculistico, di fisioterapia e odontoiatrico;
  • 45 bambini hanno beneficiato di occhiali per la correzione dei problemi diagnosticati;
  • 88 bambini hanno beneficiato di trattamenti di odontoiatria;
  • 8 scuole hanno beneficiato di lavori si ristrutturazione e dotazione in valore totale di 130.000 Euro
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19/08/2013 07:50
 
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Haiti

Il progetto di Sostegno a distanza a Torbeck dall’anno scorso si è arricchito di una nuova esperienza: la creazione del Club des Parents, i gruppi di genitori. Il Club è stato creato per rispondere ai bisogni economici, oltre che di condivisione della realtà quotidiana e reciproco supporto, delle famiglie del Comune di Torbeck, una zona rurale nel sud di Haiti.

Qui AVSI segue 313 dei 1.500 bambini inseriti nel programma del Sostegno a distanza in Haiti, con attività che coinvolgono anche le famiglie per agevolarle nel cammino verso l’autonomia finanziaria e aiutarle a costruire una positiva rete di relazioni e di reciproco aiuto, come i Clubs des Parents.

Tante le attività promosse dal Club di Torbeck, tra le quali spicca la realizzazione di orti comunitari, resi possibili grazie alla generosità di alcuni genitori che hanno messo a disposizione una parte della terra di loro proprietà.Negli orti si coltivano carote, fagioli, spinaci, cavoli ed altri prodotti, che vengono poi venduti al mercato locale. Dei soldi che il gruppo guadagna una parte viene versata nella cassa del Club, per poi essere reinvestita in altre attività generatrici di reddito (ad esempio la produzione di biscotti e la fabbricazione della marmellata da vendere nelle scuole della zona).

I risultati fino adesso sono stati incoraggianti con grande partecipazione da parte di tutti i membri, mossi dal desiderio di continuare a svolgere quest’attività per avere un futuro migliore. Neppure i danni causati dal ciclone Sandy nell’ottobre 2012 hanno fatto desistere questi genitori, che hanno lavorato duramente per salvare tutte le piante possibili ed hanno potuto raccogliere i frutti del loro lavoro nel raccolto di febbraio.

Le madri che appartengono al Club di Torbeck hanno sentito l’esigenza di comunicare attraverso un video la loro positiva esperienza e ringraziare anche i sostenitori che, attraverso il loro aiuto, hanno reso possibile questa novità nella loro vita.

Il video raccoglie la testimonianza di Ketteleine Guerrier, che racconta come il Sostegno a distanza abbia realmente cambiato la sua vita, perché ha potuto ricevere cure mediche, pagare le spese scolastiche dei suoi figli e incontrare persone che hanno avuto davvero a cuore la sua famiglia, regalando un orizzonte più grande e bello alla sua vita.

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24/08/2013 09:20
 
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P1060063

In una fase di profonda crisi economica, ma anche culturale e politica, allo stand di AVSI al Meeting l’Europa dei popoli diventa un’esperienza in atto tramite i volti delle donne di ROZAFA che hanno trovato una strada per esprimere la propria dignità nel lavoro.

In una zona periferica di Tirana, Rina ha creato un ‘laboratorio di artigianato a distanza’, dove hanno trovato lavoro tante donne di Breglumasi. Una volta erano 20 che lavoravano con Rina, oggi sono più di 40, lavorano da casa per realizzare manufatti ricamati. Ognuna di loro è specializzata in una tecnica e produce oggetti di varie tipologie e con diversi stile di lavorazione, colori, forme e disegni.

Ci sono borse con design moderni ricamati sui sacchi di iuta, come la Torre Eiffel, o personaggi famosi come Elvis, fino ai prodotti più tipici come i portafogli o porta oggetti, decorate con perline luminose. Rina è orgogliosa  della professionalità delle sue donne. All’inizio è stato difficile, ma adesso, dopo più di 8 anni sono diventate maestre vere. Una volta ragazze giovani provenienti dalle varie zone del nord dell’Albania da famiglie con problemi socio-economici , oggi sono donne sui quaranta, che con il loro lavoro migliorano l’economia debole delle loro famiglia e riescono ad esprimere la propria dignità nel lavoro.

Il laboratorio di Rina è solo uno dei tanti che compongono la rete di ROZAFA,  una impresa sociale dell’Albania, formata da donne che producono oggetti tradizionali creando lavoro e dignità. Muhammad Yunus, premio Nobel per la Pace durante una visita le ha definite come la soluzione dei problemi della gente.

Le donne artigiane in Albania hanno da sempre svolto per tradizione e cultura, attività puramente femminili, quali il ricamo, la tessitura, il cucito. Tali attività sono state trasformate in lavoro. Oggi i laboratori coinvolgono donne appartenenti a fasce sociali svantaggiate e sono situati in aree rurali e suburbane depresse, da Nord a Sud del territorio. Questa attività rappresenta un progetto di promozione ed incentivazione della microimprenditoria femminile in Albania.

 

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28/08/2013 07:22
 
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Centro MEO Lino Lava

“E’ un grande giorno questo per tutto lo staff del Centro MEO Lino Lava – racconta Monica Treu, rappresentante AVSI in Burundi, in occasione dell’evento avvenuto il 7 maggio – in quanto la coordinatrice dei progetti dellaFondazione d’Harcourt, Maddalena Occhetta, è  in visita in Burundi, per vedere con i propri occhi la realizzazione del progetto finanziato dalla Fondazione, iniziato nell’agosto 2012.

Siamo al round finale del progetto “I nostri bambini di valore” finanziato dalla Fondazione d’Harcourt che terminerà il 30 luglio 2013 e  i cui risultati  sono stati presentati nel corso dell’evento del 7 maggio. In particolare l’obiettivo è quello di migliorare la qualità di vita dei bambini e ragazzi in condizioni difficili attraverso interventi in ambito psico-sociale, educativo–ricreativo e medico–sanitario.

Presenti un centinaio di persone tra cui Giampaolo Silvestri, Direttore Operativo di AVSI, Sara Pedersini, responsabile AVSI per Burundi, Rwanda e RdCongo, partner locali e internazionali come il VIS e l’ong C.C.M i bambini e le mammesostenuti dal progetto.

La cerimonia è stata  introdotta dai giovani tamburiners burundesi che, con grande maestria e agilità, hanno dato spettacolo per i presenti. Quindi gli invitati sono stati condotti all’interno del Centro, dove è stato proiettato il documentario curato da Brett Morton sulle attività realizzate grazie al progetto.

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16/09/2013 07:28
 
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Pubblicata il 11 settembre 2013

Nuova immagine

La scuola a Lagos ricomincia fra meno di una settimana, siamo ai primi di Settembre in piena stagione delle piogge, ma per fortuna in questi mesi non ha piovuto molto e tante famiglie degli slum sono state risparmiate dai frequenti allagamenti che avvengono di solito.

Tra pochi giorni le strade di Lagos diventeranno nuovamente popolate da una folla di bambini con divise scolastiche di tutti i colori. Durante il periodo scolastico la mattina si vede un flusso continuo di bambini schiamazzanti che a piedi, da soli o in gruppo, raggiungono direttamente la scuola oppure aspettano lungo la strada i bus che arrivano sempre ad un’ora imprecisata. I bus a Lagos sono furgoncini gialli, con delle panche di legno montate nella parte posteriore dove si accomodano i passeggeri, fungono da minibus e affollano e caratterizzano le strade.

In questi giorni, nel traffico caotico di Lagos, si vedono le mamme con i bambini correre per la strada alla ricerca di un bus libero per andare a scuola per espletare le formalità dell’inscrizione o chiedere informazioni.Accanto alla faccia gioiosa dei bambini che stanno per iniziare la scuola ci sono la facce melanconiche di altrettanti bambini che non sono certi di poter ritornare a scuola o di iniziare la scuola perché le madri non hanno i soldi. Lagos è una megalopoli dove puoi vedere la ricchezza più sfrenata e la povertà estrema.

Questo è il momento dell’anno dove i bambini sono carichi di attesa perchè si avvicina il nuovo anno scolastico, il momento di rivedere i propri amici, di rivedere insegnanti, di indossare l’uniforme che loro amano, di ritrovare un ordine ed una bellezza e di allontanarsi dalla sporcizia e dalla violenza della vita di strada.
I bambini iniziano la scuola alle 7.45 con un momento di preghiera ed il canto dell’inno nazionale nigeriano.

Molto spesso i bambini arrivano in ritardo a scuola per vari motivi legati al traffico e ai piccoli lavori domestici che svolgono a casa. Infatti a Lagos, a causa del traffico, dei numerosi incidenti, dei vari scioperi improvvisi è una scommessa arrivare puntuali e molte volte scorgi folle di bambini e di lavoratori che scrutano l’orizzonte nella speranza di vedere qualche “kabo” in arrivo.

La giornata di molti bambini delle nostre scuole inizia verso le sei del mattino quando i genitori lasciano la loro casa. I genitori sono costretti a lasciare casa per andare al lavoro o a vendere al mercato alla mattina molto presto per evitare il traffico ed anche per pagare meno il trasporto.
I bambini più grandi, ancora con gli occhi gonfi dal sonno, si prendono cura dei più piccoli aiutandoli a lavarsi, vestirsi e i più fortunati possono preparare la colazione che consiste in pap o garry: pappe fatte con un cereali locali mescolati con l’acqua.

Tutti i bambini prima di andare a scuola devono mettere a posto la casa composta normalmente da una stanza, prendere l’acqua dal pozzo e pulirla, poi finalmente corrono a scuola. Le lezioni iniziano alle otto e ogni ora è scandita dal suono della campanella, segna il cambio dell’ora e la rotazione degli insegnati, fino al momento fatidico dell’intervallo. Il momento dell’intervallo è una festa e una gara per riuscire ad utilizzare giochi esterni come le altalene, gli scivoli ecc…

La scuola finisce all’una e trenta con la preghiera finale e al suono della campanella scatta la fatidica esclamazione di gioia dei bambini come succede ovunque nel mondo.
I bambini corrono fuori dalle classi contenti per quello che hanno imparato e felici di godersi un pò di meritato gioco. Sono pochissimi i bambini che i genitori vengono a prendere a scuola. La maggior parte si attarda nel cortile della scuola e forma simpatici capannelli, nei quali discutono di quello che è accaduto a scuola o parlano di calcio.

Molti bambini rimangono fino alle tre o alle quattro a giocare nel cortile della scuola, a fare i compiti o parlare fra di loro. Lentamente la scuola si svuota ed i bambini con passo lento si dirigono verso il cancello e poi verso casa. La scuola è la loro casa è il luogo dove possono giocare, imparare dove gli viene insegnato a guardare con speranza il proprio futuro e dove sono guardati per il loro valore.

In Nigeria non ci sono i cambi di stagioni, le variazioni di temperatura sono minime ed il tempo sembra non scorrere mai, perciò per i bambini il tempo è scandito dalla scuola con i suoi ritmi e per gli adulti dal lavoro.
I bambini ritornano alle loro case di un metro per due, sovraffolate, alle strade sporche e piene di violenza ma con gli occhi pieni di gratitudine perchè la scuola è ricominciata!

 

Alba Gianferrari, responsabile del sostegno a distanza in Nigeria

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18/09/2013 08:00
 
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Pubblicata il 28 agosto 2013

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“L’Italia e’ stata per l’Uganda un partner storico fondamentale e deve continuare ad esserlo, specie in questa congiuntura di consolidamento delle istituzioni e di crescita economica e sociale del Paese”. E’ quanto ha dichiarato il Presidente dell’Uganda, Museveni, in un incontro avuto con il Vice Ministro Pistelli, in visita al Paese.

Nell’ambito della missione italiana in Africa, che ha interessato l’Uganda come prima tappa e proseguirà in Kenya e Gibuti, il  24 agosto, una delegazione composta dal Vice Ministro degli Affari Esteri Lapo Pistelli, dal Direttore Generaledella DGCS Giampaolo Cantini, dall’Ambasciatore Stefano Dejak  e dal Dr.Paolo Giambelli, project manager della Cooperazione Italiana in Uganda, ha visitato la Scuola Secondaria “Luigi Giussani”, a Kampala,  nel quartiere di Kireka.

Ad accoglierli erano presenti Sister Boni, preside della scuola “Luigi Giussani”, rappresentanti dello staff di AVSI in Uganda: Massimo ZuccaFrancesca Oliva,Marco TrevisanCorrado CorradiniMatteo Severgnini e un folto gruppo di donne del Meeting Point International.

Durante la visita è stata presentata alla delegazione l’origine e la storia della scuola e del Meeting Point International (MPI) , grazie alle testimonianze di alcune donne e giovani. Gli studenti della scuola hanno cantato delle canzoni e un gruppo di donne del MPI ha svolto una rappresentazione teatrale. Inoltre, alcuni oggetti artigianali prodotti dalle donne (borse, collane di perle di carta riciclata, braccialetti….) sono stati  donati ai visitatori.

Il Vice Ministro  ha sottolineato quanto sia incoraggiante vedere opere come la scuola Luigi Giussani: il risultato di attività generatrici di reddito che ha visto i beneficiari come protagonisti, uno sviluppo che va oltre la “distribuzione di briciole”  fornendo uno straordinario esempio diempowerment di persone vulnerabili.

Durante l’incontro con il Presidente dell’Uganda, Museveni, e il Vice MinistroPistelli, sono stati toccati tutti i temi di attualità regionale e di interesse bilaterale. In un successivo incontro a Kampala con il Primo Ministro ugandese Mbabazi, sono stati ulteriormente approfonditi i temi della cooperazione politica ed economica. Tra le decisioni prese la realizzazione in ottobre di una missione  italiana in Uganda cui è previsto possano partecipare circa 30 imprese rappresentative delle industrie italiane, grazie all’istituzione dell’associazione degli imprenditori italiani in Uganda (“Business Club Italia”). Inoltre, il Primio Ministro ugandese ha anticipato la sua intenzione di compiere presto una nuova visita di lavoro in Italia per verificare di persona le possibilità di favorire un ulteriore coinvolgimento di imprese italiane, soprattutto nel settore dell’alta tecnologia.

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08/10/2013 08:30
 
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lupi

Gli uomini lasciano le campagne e gli animali tornano a popolarle

  

Gli animali selvatici stanno tornando a ripopolare boschi e campagne europee. Orsi, lupi, cervi, ma anche caprioli, avvoltoi e bisonti.  Lo rivela una ricerca commissionata dalla Rewilding Europe e realizzata da Zoological Society of London, Birdlife ed European Bird Census Council che racconta di come, dal dopoguerra a oggi gli animali selvatici siano in costante crescita.

Tutto questo è dovuto sia alla regolamentazione della caccia che alle leggi sulla protezione delle specie a rischio, ma anche all’istituzione di parchi e aree protette. La ragione principale sembra però essere la  «migrazione» umana verso i centri urbani che ha lasciato spazio e quieto vivere agli animali non domestici.

Il professor Luigi Boitani, docente di Zoologia alla Sapienza di Roma, conosce il rapporto della Rewilding Europe per aver partecipato alla sua realizzazione. «Noi in Italia contribuiamo molto a questi risultati» dice al Corriere della Sera. E aggiunge che degli animali «Se ne parla e se ne scrive soltanto quando ci sono di mezzo situazioni sentimentali e pietistiche ma di fatto la gente non ha conoscenza di quello che ha attorno, della ricchezza della fauna, dell’importanza della conservazione delle specie». Andrea Brutti, responsabile della fauna selvatica dell’Enpa infine commenta «Per cominciare basta partire dall’idea che gli animali sono una risorsa». Da conservare e moltiplicare.

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17/10/2013 08:38
 
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BuoneNotizie™Plus: l’aggregatore di buone notizie ora anche per Android!

 BuoneNotizie™Plus, il primo aggregatore di notizie positive realizzato dal team di BuoneNotizie, è ora disponibile anche su Google Play!

Lanciato lo scorso aprile su AppStore in versione per iPhone (compatibile con iPod Touch e iPad) la nuova app è ora disponibile per tutti gli smartphone con sistema operativo Android e schermo inferiore ai 7 pollici (per i tablet è invece disponibileBuoneNotizie™Mag, la nostra rivista digitale interattiva – disponibile sempre gratuitamente anche per iPad).

A differenza del sito web e del magazine digitale, dove le buone notizie sono selezionate e scritte dalla nostra redazione, BuoneNotizie™Plus aggrega le notizie positive scelte da altre fonti, riunendo in un unico luogo le notizie positive.

Oltre ai partner editoriali che hanno creduto fin dal principio alla validità del nostro aggregatore, (tra i più noti ricordiamo l’agenzia di stampa AdnKronos, il network di siti online di Banzai Media - che comprende Il Post, Giornalettismo, SoldiOnLine, PianetaTech, Zingarate - e altri ancora) si sono aggiunte recentemente anche le testate del gruppo Conde Nast (Wired, GQ, Vogue, Vanity Fair, Traveller, AD Today) e altre fonti, tra cui alcuni nuovi blog.

Screenshot iPhone categorie 1.0 188x384 BuoneNotizie™Plus: laggregatore di buone notizie ora anche per Android!La nuova release della versione iPhone, giunta alla 1.2, si è evoluta con alcune nuove features, come l’inserimento di nuove categorie e la possibilità di condividere le notizie anche via e-mail, oltre che via Facebook e Twitter.

L’utilizzo della app è semplice: fate il login con il vostro account Facebook (non è obbligatorio) e successivamente selezionate gli argomenti di vostro interesse (nella tab rappresentata qui a fianco). E’ tutto! La app vi fornirà un flusso di notizie per solo gli argomenti scelti, prelevandoli dai feed dei nostri partner editoriali. Se una notizia vi piace particolarmente potete votarla come ‘Buona Notizia’ e verrà automaticamente condivisa con tutti i vostri amici (dovrete aver fatto però prima il login tramite Facebook). Nella tab delle buone notizie ‘Più votate‘ potete vedere quali sono quelle che sono piaciute di più agli altri utenti.

Dunque non solo una semplice selezione di buone notizie, ma una classifica vera e propria fatta dagli voi!

La app sarà presto arricchita di nuove funzioni. Intanto provatela: è gratisLa trovate su AppStore o su Google Play!

Inviateci i vostri feedback e aiutateci a migliorarla! Buona navigazione!

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22/10/2013 10:19
 
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“Sistemi alimentari sostenibili
per la sicurezza alimentare e la nutrizione”


Questo il titolo del World Food Day che anche quest’anno si celebra il 16 ottobre. Nel solco della discussione dell’agenda post-2015 che andrà a sostituire gli Obiettivi del Millennio, la sostenibilità è il tema guida anche per quanto riguarda il cibo.

I futuri Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile avranno come caratteristica fondamentale la multi-settorialità. Come suggerito dal titolo non c’è più spazio per azioni focalizzate su un unico settore specifico – agricoltura, nutrizione – ma è necessario tener conto dei molteplici fattori che impattano sulla povertà e la fame.Un approccio inclusivo che da sempre AVSI condivide e porta avanti nei suoi progetti.

In Perù  AVSI promuove l’aumento della produttività agricola e il miglioramento della qualità del caffè grazie a Edegel, impesa del gruppo ENEL, incoraggiando i coltivatori ad utilizzare in modo efficiente l’acqua, il suolo, i fertilizzanti e la manodopera disponibile. Questa modalità organizzativa, modellata sulle particolarità dei vari luoghi, contribuisce anche a migliorare la dieta nutrizionale delle famiglie attraverso l’aumento del reddito.

Nella regione Amazonas, nel nord del paese al confine con l’ Ecuador, 110 produttori di caffè hanno migliorato la produzione e hanno raggiunto un aumento del 34% sulla redditività. Uno di loro, Edward Segura, ha implementato un nuovo sistema di irrigazione chiamato “a goccia”.

Nella regione Junín nella comunità rurale di Marancocha, 30 produttori grazie al supporto tecnico nella fase di post-raccolta hanno potuto commercializzare i loro chicchi di caffè di alta qualità attraverso il marchio “Café Curibamba” nell’edizione 2013 di Mistura: la principale fiera alimentare in Perù.

In entrambi i casi, il supporto tecnico, ma soprattutto il coinvolgimento della persona nei suoi vari aspetti, ha permesso di far scoprire il valore di ciò che producono e il loro ruolo come produttori e soprattutto come persone.

Questo importante aspetto è stata evidenziata da Mario Giro, sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri, come esempio del lavoro della Cooperazione Italiana per lo sviluppo sostenibile e la tutela dell’ambiente, nel corso del suo intervento all’evento “Biodiversità : ricchezza per tutti. L’impegno della Cooperazione Italiana”, tenutosi l’11 ottobre a Lima, in Perù.

 

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22/10/2013 10:23
 
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Peace and Reconciliation in IsoheThree days spent together talking about peace and reconciliation in Isohe, gathering teachers coming from four primary schools in the surrounding area.




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Closing of the UNOPS project26.09.2013Support to primary education through livelihood


 



Operating theater at St. Theresa Mission Hospital26.09.2013The operating theater is about to open at the St. Theresa Mission Hospital, Isohe.


 



An Innovative Water Supply System in South Sudan with UNHCR17.09.2013Safe water through a solar system in the village of Tsertenia


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25/10/2013 06:24
 
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28/10/2013 08:54
 
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Obras Educativas coro


1.200 bambini sostenuti, 4 centri per l’infanzia, 1 doposcuola e 1 scuola calcio: ecco i numeri dell’Obras Educativas Padre Giussani in Brasile a Belo Horizonte che quest’anno compie 35 anni. Dall’asilo al doposcuola in questi anni sono passati più di 20.000 ragazzi. Una storia di incontri e vite nuove che AVSI accompagna attraverso il Sostegno a distanza.


Tutto è cominciato sotto una tende dove Rosetta, missionaria laica, 35 anni fa ha accolto 15 bambini della poverissima favela di Boa União. Oggi l’Obras Educativas Padre Giussani opera in tutta la regione Nord di Belo Horizonte, considerata dalla Prefettura come una grande area di povertà e violenza, e cura la formazione completa della persona dall’asilo al dopo scuola, fino all’entrata nel mondo del lavoro.  


Per festeggiare questi anni passati insieme giovedì 17 ottobre presso il Salão de Festas da AMAGIS (Associação dos Magistrados Mineiros – Belo Horizonte) si è svolta una grande cena di beneficenza realizzata grazie alla collaborazione volontaria di un gruppo di amici dell’Opera che hanno donato il loro tempo e la loro professionalità per organizzare la serata a cui hanno partecipato 300 persone. Il delizioso menù è stato preparato da tre grandi chef  della città: Massimo Battaglini (Osteria Mattiazi), Leo Mendes (Restaurante Ah!Bon) e Leo Paixão (Restaurante Glouton).


 



Durante la cena è stato proiettato il video istituzionale dell’Opera, realizzato da Henrique Pimentel e Paulo Cabral, che racconta tramite immagini e musiche un po’ della storia di questi 35 anni. Anche il coro Raio de Luz, composto da 40 bambini dell’Obras dagli 8 ai 15 anni ha tenuto una bellissima presentazione, mentre la serata si è conclusa con lo show O TENOR E O VIOLEIRO degli amici Chico Lobo e Joao di Souza.


“La cena è stata un successo non solo per la bellezza di tutta l’organizzazione, i gustosi piatti o la musica, ma perché c’era un’atmosfera di amicizia e tutti i presenti condividevano gli stessi ideali per il bene della famiglia – racconta Fernanda Campolina responsabile amministrativa dell’Opera - Un’occasione per ringraziare tutti i volti che sono dietro a questi numeri e che contribuiscono da trentacinque anni ad un vero cambiamento del cuore!”


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30/10/2013 07:08
 
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Semprerà strano nel mondo in cui viviamo che delle persone possano essere tanto oneste da riconsegnare dei soldi trovati casualmente. Eppure vi sono tanti casi documentati come quelli che seguono. Sono questi gli italiani che meriterebbero di essere nostri rappresentanti nella gestione della cosa pubblica. Mentre si assiste a notizie di insaziabile avidità da parte di tanti politici, vi sono per fortuna anche tanti esempi di onestà






    1. La Repubblica ‎- 6 giorni fa

      Filippo Infranca, autista di ambulanze dell'ospedale di Castelvetrano, ha trovato il portafoglio sulla panchina di un ospedale: c'era il denaro in ...




     




  1. Trova portafoglio pieno di soldi e lo consegna ai carabinieri ...




    www.ilgiorno.it › Legnano
     


     

    22/ott/2013 - L'uomo di 78 anni aveva raccolto nell'Auchan di Nerviano un portafogli con 7mila euro all'interno. Ha avuto come riconoscimento 700 euro ...






  2. Consegna a Cc portafogli con 7000 euro - Cronaca - ANSA.it




    www.ansa.it › Cronaca
     


     

    22/ott/2013 - Consegna a Cc portafogli con 7000 euro, Pensionato 78enne riceve da proprietaria 700 euro di ricompensa, , Cronaca, Ansa.






  3. Trova portafoglio con 2300 euro e li riconsegna al proprietario ...




    www.terremarsicane.it/node/20788
     


     

    Tagliacozzo - Sembrava tanto uno scherzo quel portafoglio lasciato a terra, la trovata di qualche burlone in cerca di risate. Questo è stato il primo pensiero di ...






  4. L'onestà è ancora un valore: portafoglio restituito | L'Adige




    www.ladige.it › il direttore risponde
     


     

    Anche piccoli gesti quotidiani come la riconsegna del portafogliritrovato ... dire in questi casi: «Il tuo portafoglio è stato ritrovato e non è stato toccato niente, sei  ...






  5. Milano: trova portafoglio con 7000 euro e lo consegna ai carabinieri ...




    www.adnkronos.com › News › Cronaca
     


     

    22/ott/2013 - Milano, 22 ott. - (Adnkronos) - Stava facendo la spesa con la moglie all'Auchan di Nerviano, in provincia di Milano, quando, nel parcheggio, ...






  6. Trova un portafogli con 850 euro e lo riconsegna - Cronaca - il Tirreno




    iltirreno.gelocal.it/.../trova-un-portafogli-con-850-euro-e-lo-riconsegna-...
     


     

    30/mar/2013 - Un operatore ecologico livornese l-ha trovato vicino ad un cassonetto. La questura ha rintracciato il proprietario: un senegalese di 25 anni ...






  7. Consegna ai carabinieri un portafoglio con mille euro, rintracciato il ...




    iltirreno.gelocal.it/.../consegna-ai-carabinieri-un-portafoglio-con-mille-e...
     


     

    14/feb/2013 - Un pensionato l'aveva trovato in piazza della Repubblica la vigilia di Natale e l'aveva riportato ai militari che hanno restituito soldi e documenti ...






  8. Manager perde portafoglio, immigrato precario lo trova e glielo ...




    www.ilgazzettino.it/NORDEST/...portafoglio...lo.../342652.shtml
     


     

    21/ott/2013 - SILEA (TV) - Disperato per la perdita del portafogliocontenente soldi ... in mezzo alla strada e glielo hanno riconsegnatocon tutto il contenuto.






  9. Trova un portafoglio e le riconsegna | Notizie | Cronaca Basso ...




    www.ilcittadino.it/.../AB7sUTvC-trova_riconsegna_portafoglio_le.html
     


     

    Trova un portafoglio e le riconsegna (11 agosto 2013). Un dj perde il borsellino con documenti e soldi su una panchina a San Benedetto del Tronto ma un ...




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10/11/2013 07:49
 
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Dal Sussidiario.net


Il presidente Napolitano nel suo appello alle Camere ne era ben cosciente. La situazione di sofferenza cronica delle carceri italiane non si risolve con provvedimenti straordinari. Per questo, oltre ad amnistia e indulto, ha delineato una serie di linee d’azione complementari e più efficaci nel lungo periodo. Proprio a questo fine può essere utile guardare al di fuori di casa nostra. Imparare dalle esperienze altrui può essere lo spunto per contribuire ad affrontare alla radice i problemi delle carceri italiane.


Ecco perché è particolarmente interessante la missione in Brasile che si è svolta dal 19 al 26 ottobre per valutare la possibilità di integrare due esperienze di successo: le lavorazioni promosse dalle cooperative sociali, che lavorano nelle carceri italiane, e la gestione “libera” di carceri delle brasiliane Apac, Associazioni per la Protezione e l’Assistenza ai Condannati. Un’integrazione alla quale il governo brasiliano guarda con molto interesse. Il progetto infatti nasce su richiesta ufficiale del Depen, Dipartimento Penitenziario del Brasile, al Programma EUROsociAL, strumento dell’Unione Europea che ha l’obiettiv o di condividere buone pratiche tra Europa ed America Latina per migliorare politiche che incidono sulla coesione sociale.


All’origine dell’incontro tra italiani e brasiliani c’è AVSI, un ong italiana che opera da 40 anni in Brasile e che da alcuni anni segue da vicino il percorso di formazione e riqualificazione dei dirigenti delle Apac. Proprio AVSI ha egregiamente organizzato e guidato la missione italiana.
Le Apac nascono quarant’anni fa nello stato brasiliano di Minas Gerais. Anche se a prima vista sembrano case di reclusione tradizionali, è nell’organizzazione interna che risiede la grande novità. Il metodo Apac consiste nel responsabilizzare il detenuto e nell’umanizzare la pena attraverso il coinvolgimento di organizzazioni della società civile. Per la Costituzione brasiliana è la società che deve occuparsi dei propri detenuti. Proprio grazie a questo dettato costituzionale le Apac sono state riconosciute dal Brasile come circuiti differenziati, centri di detenzione alternativi al carcere e si sono sviluppate in vari stati brasiliani.

Potrebbero essere considerate un esempio di sussidiarietà applicata al mondo del carcere. Che fa risparmiare lo Stato. I costi delle Apac ammontano a un terzo rispetto ai costi dei centri comuni e la recidiva si attesta a circa il 10 per cento rispetto al 70/90 per cento registrato nel sistema penitenziario ordinario. Nelle singole Apac inoltre sono ospitati circa duecento detenuti. Le celle per gli standard europei sono sovraffollate ma con una differenza sostanziale: i recuperandi (non li chiamano detenuti) vi passano non più di otto ore al giorno. Il resto della giornata è dedicato ad attività di studio, formazione, incontro con familiari, psicologi, volontari e a lavori artigianali come lavoro terapia.

Proprio sul tema del lavoro il governo brasiliano ha richiesto l’aiuto europeo, guardando all’esperienza di tante imprese e cooperative sociali come ad esempio Officina Giotto nella casa di reclusione Due Palazzi di Padova. I brasiliani sono convinti che potenziando la componente lavoro nelle Apac i risultati sarebbero ancora migliori, potrebbero essere estesi a livello federale e, perché no, mondiale. L’interesse è reciproco anche da parte europea, come ha dimostrato la visita ad una Apac nello scorso maggio di una delegazione formata da tutti gli ambasciatori dell’Unione Europea e la richiesta di presentare il caso Apac nell’ambito degli European Development days il prossimo 26 novembre a Bruxelles.

Ecco perché la collaborazione tra Italia e Brasile è così importante, nonostante stiamo parlando di qualche migliaio di detenuti coinvolti (i reclusi nelle carceri brasiliane sfiorano quota 550mila). Prossima puntata: la visita di una delegazione di imprenditori, magistrati e funzionari del DePen brasiliano al carcere di Padova e poi a Roma per un convegno sul futuro del carcere. Più società e più laoro: potrebbe essere questa la ricetta giusta per i mali del carcere, di qua e di là dell’oceano?

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24/11/2013 09:35
 
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#10forSyria – diario dal campo: lezioni di scuola sotto una tenda
Assisti in diretta a una delle lezioni che si tengono nel campo profughi di Marj El Kok
Guarda il video >



Make a Difference Day, con le aziende per la Giornata dei Diritti del Fanciullo


AVSI con Kpmg, ABB, Illumia, Sas Institute, Federlegno Arredo, Italtel, Telecom
Leggi la news >


Emergenza Filippine – diario dal campo: l’Arcipelago prova a ricostruire
Suor Margherita racconta le conseguenze della tragedia e la voglia di ricostruire
Leggi il diario>



Congo, il governo annuncia la resa dei ribelli
dal Sussidiario.net
Gabriele Gardenal, AVSI Congo, racconta la situazione nel paese
Leggi l'intervista>
A Betlemme con la Regione Emilia-Romagna per 100 mamme e i loro bambini
Un progetto per migliorare le condizioni di vita di donne e bimbi affetti da disabilità
Leggi la news >
Nuovi Orizzonti: un festival teatrale per dire sì alla pace in Costa d’Avorio
Un progetto cofinanziato dall’Unione Europea per il futuro dei giovani di Abobo
Leggi la news>
www.avsi.org
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24/11/2013 09:38
 
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Betlemme


AVSI insieme alla Regione Emilia-Romagna e l’istituto di Ephpheta a Betlemme sta sviluppando un progetto per migliorare le condizioni di vita di 100 mamme palestinesi e dei loro 100 bambini affetti da varie disabilità.


Il progetto, iniziato ad aprile 2013, vuole aiutare le donne palestinesi ad aumentare la consapevolezza dei propri diritti all’interno della famiglia, nella società e nella scuola coinvolgendo soprattutto le madri con bambini disabili in età scolare che vivono in situazioni di svantaggio sociale ed economico a Betlemme o nei villaggi rurali a Hebron.


Le donne coinvolte sono mamme con figli disabili sposate in giovane età con un’istruzione media e con un ruolo marginale all’interno della famiglia e della società. Le donne che fanno parte del progetto hanno l’opportunità attraverso una serie di iniziative integrate quali workshop, gruppi di aiuto, cineforum, di partecipare alle attività della scuola con i loro figli e prendere coscienza dei propri diritti e doveri, scoprire il valore di essere donna e le priorità del loro ruolo all’interno della famiglia.


I principali risultati del progetto sono:


Rafforzare la personalità delle donne per essere più consapevoli dei loro diritti
Aumentare la presenza delle donne nella vita pubblica
- Creazione di un luogo, di un’associazione o di un gruppo locale di mutuo aiuto per donne e madri che in futuro possa diventare un punto di riferimento per altre donne nei villaggi della zona di intervento
Aumentare tra le donne la consapevolezza dei loro diritti
- Accesso al percorso riabilitativo ed educativo per 100 bambini con disabilità
- Una migliore comprensione dei problemi dei bambini con disabilità e il coinvolgimento del genitore e della famiglia
Creazione di gruppi di donne per condividere le loro esperienze e migliorare il loro coinvolgimento nelle attività scolastiche

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28/11/2013 22:37
 
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Nasce l’ambulatorio gratis
per chi non può permetterselo



Lucca si cura in modo solidale: è nato un ambulatorio gratuito per tutti coloro che non hanno il medico di base, soprattutto per le persone immigrate, in alcuni casi senza documenti e privi di assistenza sociosanitaria. L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione medici cattolici, dal Rotary Club di Lucca e dall’Arciconfraternita di Misericordia, in collaborazione con la Caritas e con l’Usl 2 di Lucca.

Lo sportello, attivo da metà gennaio 2014 , sarà una struttura gratuita di medicina generale e specialistica a tutti gli effetti, e avrà anche una sezione di mediazione culturale.

«L’iniziativa nasce per venire incontro a tutte quelle persone che non possono rivolgersi al medico di base – spiega Sergio Mura, presidente Misericordia Lucca al quotidiano il Tirreno – e che anche per interventi ambulatoriali o per assistenza medica generale (un’influenza, un dolore ecc) sono costretti ad andare al pronto soccorso. La funzione di questo ambulatorio è proprio quella di decongestionare, almeno in parte, i servizi di pronto soccorso, a cui si rivolgono spesso (anche per problematiche non urgenti) immigrati sprovvisti di medico e di iscrizione al servizio sanitario nazionale».

L’ambulatorio funzionerà una volta alla settimana e, all’interno, opereranno medici volontari e infermieri: verranno erogate prestazioni gratuite e potrà offrire anche servizi di pronto soccorso per casi non gravi.
«Abbiamo aderito immediatamente al progetto – spiega sempre al quotidiano il direttore dell’Asl 2 di Lucca, Antonio D’Urso – perché crediamo nel diritto di ogni cittadino ad essere assistito e curato. È bene precisare che il servizio non ha una valenza sostitutiva di quelli svolti dall’Asl, ma ha valore integrativo. Ecco perché è molto importante che anche l’amministrazione comunale sia coinvolta in questo percorso».

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30/11/2013 09:02
 
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La bottega di AVSI


L’Artigiano in Fiera è sinonimo di tradizione natalizia. Un evento unico. Un momento di incontro per conoscere e abbracciare le tradizioni e le culture del lavoro di oltre cento Paesi, in un’atmosfera di festa e condivisione. Un luogo per entrare in contatto diretto con il mondo degli artigiani e dove sentirsi a casa.


AVSI partecipa all’eventodal  30 novembre all’8 dicembre presso Fieramilano Rho-Pero (all’interno dello spazio Europa Pad. 7P- Stand M37), scommettendo sul lavoro manuale dei giovani e delle donne con i prodotti della Bottega di AVSI, rilanciando una nuova economia sostenibile, favorendo lo sviluppo locale e creando nuovo lavoro.


Colorate borse e bracciali in ferro battuto realizzati negli atelier dei giovani artigiani di Haiti,ma anche collane di carta riciclata messe insieme dalla donne dell’amica Rose in Uganda, diventano storie da indossare, regalare e collezionare.


I prodotti della Bottega di AVSI nascono in luoghi dove i giovani e le donne imparano un mestiere da un maestro, trovando nel lavoro un modo nuovo per vivere dignitosamente, in alternativa all’illegalità, e come prospettiva di una ricostruzione anzitutto umana. Frutti della creatività nati da 41 anni di collaborazione per lo sviluppo nel mondo con la Fondazione AVSI.


Quest’anno inoltre AF – L’Artigiano in Fiera sarà anche un momento di solidarietà, al fianco di AVSI per ridare speranza alle migliaia di profughi siriani nei campi in Libano e Giordania.


Durante la manifestazione sarà possibile sostenere la vita nel campo di Marj El Kok, in Libano. Con una piccolissima donazione i visitatori di AF contribuiranno a mandare a scuola 800 bambini, riscaldare le tende di 90 famiglie e garantire cure mediche e pasti.


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06/12/2013 12:11
 
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score


Quasi 22mila famiglie ugandesi coinvolte nel progetto, più della metà delle quali hanno effettivamente migliorato la loro condizione di vita. Sono i risultati del progetto SCORE emersi dall’analisi di un campione di quasi 70mila beneficiari, dopo due anni e mezzo di lavoro in Uganda.


Il sondaggio, presentato nel corso di un workshop lo scorso ottobre, ha permesso di verificare l’efficacia del programma di riduzione della vulnerabilità di bambini e famiglie ugandesi – in termini di condizione socio-economica, di sicurezza alimentare e accesso ai servizi essenziali – e di tracciare nuove linee guida per il prosieguo del programma, giunto a metà del suo percorso quinquennale.


I risultati hanno evidenziato una notevole riduzione di “vulnerabilità” delle famiglie beneficiarie e, dunque, un miglioramento della loro condizione sociale, economica e alimentare: un calo riscontrato dal 50% del campione interpellato, mentre il 45% dei beneficiari si e’ mantenuto sugli stessi livelli del 2011 e solo il 5% ha visto peggiorare la sua situazione rispetto a 30 mesi fa.


In particolare, il numero di famiglie che, nell’aprile del 2011, riscontravano un grado di vulnerabilità più severo (critically vulnerable) è sceso di oltre il 55%, segno dell’efficacia del programma nel sostenere quella parte di popolazione più in difficoltà.


Si tratta di dati sorprendenti – ha commentato Chiara Savelliresponsabile progetti AVSI in Uganda – soprattutto se si tiene conto delle peculiarità del progetto, che non ‘distribuisce cose’ ma rafforza i partner per avvicinare i beneficiari ai vari servizi. Un successo che rafforza il concetto dell’ultimo miglio, intorno al quale AVSI sta lavorando con forza negli ultimi anni: contro la distribuzione delle briciole ai più deboli e in favore della nascita di soggetti completamente autonomi”.


Oltre a certificare il grado di efficacia degli interventi ugandesi, i dati rilevati forniranno una base statistica per comprendere quali fattori maggiormente incidono sulla riduzione della vulnerabilità e per riorganizzare il lavoro al fine di coinvolgere quelle famiglie che non hanno ancora ricevuto sostanziali benefici.


Progettato per coinvolgere e accompagnare le comunità e le famiglie nel percorso di crescita e rafforzamento del loro ruolo per la protezione e la cura dei bambini, il programma SCORE (Sustainable Comprehensive Responses for Vulnerable Children and their Families), finanziato da USAID e realizzato da AVSI Uganda e un consorzio di ong che include CARE, TPO e FHI360, sta sviluppando i rapporti interni alle comunità legandoli al sistema di riferimento locale e alle iniziative di governo, piuttosto che concentrarsi sulla mera distribuzione di beni o servizi.


L’obiettivo del programma SCORE è quello di migliorare la condizione socioeconomica di bambini e famiglie vulnerabili, la loro sicurezza alimentare, il loro accesso a servizi essenziali, che comprendono salute, protezione, educazione e sostegno legale. L’Uganda é ancora uno dei paesi più poveri del mondo, dove centinaia di migliaia di bambini vivono tutt’ora in condizioni di estrema vulnerabilità, con limitato accesso ai servizi essenziali, quali l’educazione e la salute. Questo é dovuta alla povertà, all’elevata prevalenza dell’AIDS, al lavoro minorile, al fenomeno dei bambini di strada e alla debolezza della struattura familiare.



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10/01/2014 07:46
 
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AVSI Uganda 2013 - Visita SCORE (30)


Paragonato al metallo più prezioso per il suo colore dorato e la capacità di dare lavoro a migliaia di donne in Africa, il burro di karitè è una delle principali risorse economiche per le comunità ugandesi. AVSI lancia una raccolta fondi a Kampala, insieme ad alcuni artisti locali, per sostenere il progetto di una cooperativa agricola specializzata.


Sono stati arte e musica ugandesi i protagonisti dell’evento che, l’8 novembre presso la residenza dell’Ambasciatore italiano a Kampala, ha aperto la raccolta fondi in favore di una cooperativa specializzata nella produzione di burro di Karitè nel distretto di Pader, nel nord del Paese.


Una mostra ha esposto le opere realizzate per l’occasione da alcuni artisti locali, poi vendute all’asta. Il ricavato è stato destinato a un progetto di sostegno ai 240 membri della cooperativa ugandese, con l’obiettivo di amplificare gli effetti economici positivi della produzione di karkadè.


L’iniziativa, portata avanti da Fondazione AVSI, avrà un impatto sulle condizioni di vita di oltre 240 famiglie (1.200 persone) nel distretto di Pader, in quanto consentirà di applicare tecniche di raccolta mirate a preservare la materia prima, di rafforzare la cooperativa a livello manageriale e di migliorare la qualità del prodotto finale.


Il progetto rientra nel programma Foundations 4 Africa, un’alleanza di 7 Fondazioni italiane per lo sviluppo multisettore in Uganda, con il patrocinio dell’Ambasciata di Kampala. Il programma sostiene alcune comunità dell’area con l’obiettivo di valorizzare il loro potenziale sociale ed economico, con particolare attenzione all’imprenditoria femminile.


 



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24/01/2014 11:58
 
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IlMioDono, un voto per la Siria e l’educazione in Africa






Un'immagine da un campo profughi siriani in Libano


Fondazione AVSI raccoglie quasi 5mila euro dall’iniziativa IlMioDono, la piattaforma online lanciata da Unicredit per sostenere 740 organizzazioni non profit in Italia. Il ricavato sarà destinato al finanziamento delle attività della scuola Cardinal Otunga in Kenya e dei progetti di accoglienza per i profughi siriani in Libano.


Dal 5 Dicembre 2013 e per circa un mese, il portale chiedeva agli utenti di scegliere un progetto e una organizzazione a cui destinare parte del contributo messo a disposizione da Unicredit: 200.000 euro divisi tra i singoli progetti in base al numero di votazioni ricevute.


La partecipazione degli utenti è stata grande: oltre 100mila persone si sono collegate al portale IlMioDono.it per votare. Gran parte delle quali hanno scelto iprogetti di Fondazione AVSI, che si è classificata al secondo posto nella classifica delle organizzazioni più votate.


Le donazioni raccolte dall’iniziativa andranno a sostenere due progetti specifici di Fondazione AVSI:


Libano. Progetti di accoglienza dei profughi siriani a Marj El Kok in Libano, dove AVSI è fortemente impegnata a fornire assistenza alimentare, medica ed educativa per oltre mille famiglie. Poiché la vita in un campo profughi è molto difficile AVSI offre a questi rifugiati un supporto a 360 gradi affinché abbiano una vita il più possibile dignitosa.


Kenya. La scuola secondaria Cardinal Otunga di Nairobi, che accoglie 240 ragazzi grazie al Sostegno a distanza di AVSI, erogando un servizio di qualità riconosciuto dal ministero dell’istruzione del paese. Nel 2013, tra i 12 studenti che hanno finito la scuola, frequentata grazie al Sostegno a distanza di AVSI, ben 8 hanno ottenuto risultati che hanno permesso loro di iscriversi all’università.



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01/02/2014 08:29
 
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AVSI by Morton


Rappresentanti di Unicef, World Food Program e Unhcr hanno visitato Mugunga3, il campo in RD Congo in cui AVSI opera con progetti per garantire a tutti l’accesso scolastico. In quasi un anno di lavoro, il numero di studenti è triplicato e l’impatto positivo delle attività è stato trasmesso all’intera comunità.


Oltre 2.635 bambini inseriti nei programmi delle scuole intorno al campo di accoglienza di Mugunga 3, a quindici chilometri da Goma. Un incremento del 270% rispetto all’anno scolastico precedente, quando erano solo 981 gli studenti con accesso all’istruzione. Sono i risultati del programma di supporto alla popolazione, finanziato da Unicef e attuato da AVSI in RD Congodal maggio 2013, quando flussi di rifugiati si sono riversati nell’area dai territori più colpiti dal conflitto civile congolese.


Nonostante l’iniziale presenza di componenti armati e gruppi di ribelli, l’area di Mugunga 3 ospita attualmente circa 6.600 nuclei familiari. I bambini e gli adolescenti, in particolare, continuano a essere esposti a numerosi rischi come quelli di violenza sessuale, sfruttamento economico, separazione dalla famiglia, abbandono scolastico, malnutrizione, fino al reclutamento da parte dei vari gruppi armati ribelli.


Per far fronte all’emergenza, l’anno scorso AVSI ha programmato un piano di risposta specifica per il contesto della RD Congo: ambienti sani e sicuri per i minori (CFS – Child Friendly Spaces), educazione di qualità e garantita nel tempo per tutti i bambini in età scolare ospitati nel campo.


Per verificare di persona l’impatto del lavoro di AVSI sull’intera comunità, il 23 gennaio, la vice direttrice dell’Unicef Yoka Brandt, insieme al vice direttore di WFPRamiro Lopes Da Silva e la delegata di Unhcr Janet Lim, hanno visitato il campo di Mugunga 3. In particolare, si sono interessati al programma CFS – Child Friendly Spaces, che prevede attività extrascolastiche in spazi sicuri e a misura di bambino, e alla scuola primaria Uamsho, supportata da AVSI.


Yoka Brandt ha visitato tutte le attività organizzate dai CFS di Mugunga 3 per approfondire la struttura della catena di complementarietà sperimentata da AVSI e la possibilità di utilizzare il programma come risposta globale ai problemi legati alla tutela e all’educazione dei bambini. La rappresentante di Unicef ha anche incontrato personalmente alcuni studenti della scuola. In particolare, ha parlato con uno ragazzo inserito al sesto anno di scuola primaria che, grazie al contributo delle attività previste negli spazi CFS, è riuscito ha superare positivamente gli effetti traumatici del trasferimento e ora prosegue con successo il suo percorso di studi.


Il programma di AVSI, finanziato da Unicef e riconosciuto dal Ministero della Pubblica Istruzione, punta a integrare gli aspetti della tutela dei minori con quelli più specifici dell’educazione, al fine di ridurre i livelli di rischio per i bambini sfollati e di facilitare l’accesso all’istruzione.


L’impatto sull’intera comunità, a quasi un anno dall’avvio, è frutto da un lato di un approccio integrato tra scuola e spazi a misura di bambino, dall’altro di un coinvolgimento attivo dell’intera comunità, che riceve in eredità un sistema scolastico sostenibile nel tempo e in autonomia.


Il programma ha anche permesso alla scuola primaria del campo di acquistare più di 200 banchikit scolastici, educativi e ricreativi per tutti gli studenti, oltre al supporto al personale e ai 26 docenti della scuola. Non solo, grazie a questi interventi, la scuola primaria ha potuto garantire il reddito necessario per la copertura degli stipendi degli insegnanti e per il mantenimento nel tempo dei programmi scolastici.



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18/02/2014 08:16
 
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AVSI


“Vorrei infine dirvi che molti di questi bambini pensano di essere soli al mondo e avendo molti problemi di tipo medico, economico o politico ne sono duramente colpiti. Così caro amico tu sei per loro un angelo, e non solo per il contributo economico che mandi con il tuo sostegno a distanza, perché molti di questi bambini non conoscono il valore dei soldi, ma perché li hai scelti e tu te ne prendi cura. Questo perché vuoi conoscerli e vuoi essere loro amico”


Queste le parole di Alberto Repossi, responsabile del progetto di AVSI “Supporto all’emergenza educativa nei territori palestinesi a Gerusalemme, Betlemme e Gerico”, che descrive l’importanza e il ruolo chiave dei sostenitori a distanza nella vita dei bambini e delle bambineche grazie a questo sostegno possono frequentano le scuole francescane di Terra Sancta. Un’amicizia che riempie le storie di questi bambini sostenuti, storie tutte diverse ma accomunate dallo stesso sguardo: il dono di un amore gratuito ricevuto.


Come Nabil che fin dall’inizio ha mostrato il bisogno di affetto e di attenzioni da parte delle maestre che lo seguivano. Frequenta la prima elementare, ha sempre il sorriso sulle labbra, ma intorno c’è miseria e dolore. La sua famiglia, vive al di sotto della soglia di povertà. Walid, il papà, è disoccupato da moltissimo tempo e solo Mirvat, la mamma del bambino, lavorando saltuariamente riusciva a portare almeno il cibo sulla tavola per i suoi 3 figli. Ma a causa dello scarso afflusso di turisti, anche Mirvat è rimasta disoccupata. Andava spesso dal Direttore della scuola per chiedere aiuto e la possibilità di pagare anche a rate la retta, ma a volte era talmente forte il dolore e la vergogna che scoppiava a piangere e riusciva solo a dire “mi vergogno e chiedo scusa se non riesco a pagare nulla per i miei figli”.
Così Nabil è stato inserito nei sostegni a distanza di AVSI e grazie a una persona generosa che vive in Italia, oggi riesce a frequentare la scuola regolarmente, andare alle gite insieme ai suoi compagni e avere i libri. Per la famiglia di Nabil, l’aiuto che ricevono è stato come una luce di speranza. Nabil è un bravo allievo e dà loro molte soddisfazioni, cerca di prendere dei bei voti e quando può aiuta anche la mamma con la sorellina più piccola. Ma la cosa che ci rallegra di più è che ora Nabil non si sente più escluso dai suoi compagni, può giocare insieme a loro e mostrare che c’è una famiglia italiana che gli vuole bene, che gli invia gli auguri di Natale a cui lui contraccambia facendo un disegno con tanto amore.


Anche Shamiran ha una storia molto simile.
Quando era in seconda elementare, improvvisamente è mancato il papà, lei era a scuola quando è successo e le insegnanti hanno fatto non poca fatica per riuscire a non spaventare la bambina più del dovuto.
Jan ha combattuto per molti anni contro il cancro, ma a causa della situazione economica critica, non ha mai potuto rivolgersi a strutture competenti o medici specialistici, quindi insieme alla moglie Sandra aveva deciso di lasciare che la malattia facesse il suo percorso e di godersi la figlia per quel poco che gli rimaneva da vivere. Shamiran è la migliore allieva della sua sezione, molto intelligente e, dopo la perdita del papà, si è concentrata esclusivamente sullo studio. Ma non sorrideva mai e tendeva ad isolarsi durante l’intervallo scolastico. Sandra si è ritrovata così sola a dover crescere una bambina e senza una sicurezza finanziaria, insomma era arrivato il momento di rimboccarsi le maniche, ma per una donna in questa terra così piena di pregiudizi non è facile, neppure se si è in possesso di un diploma scolastico.
Così  Shamiran  è stata inserita nel programma del sostegno a distanza di AVSI e grazie al suo sostenitore ha potuto continuare gli studi con le sue compagne di classe, e per Sandra questa è stata un’enorme gioia. Senza il sostegno a distanza Shamiran sarebbe dovuta rimanere a casa, insieme ai nonni. Ora Shamiran frequenta la sesta elementare e in tutti questi anni, è ritornata a sorridere con le compagne e le insegnanti, naturalmente la sua media scolastica è delle migliori e sicuramente papà Jan dal cielo è felicissimo ed orgoglioso della sua bambina.

 

E infine c’è anche la storia del piccolo Naser al terzo anno di asilo nido.Naser è stato inserito nel sostegno a distanza, grazie alla nonna, che lavora all’interno di una scuola sostenuta da AVSI come addetta alle pulizie.
Naser infatti soffre di una grave malattia ai reni, e  spesso deve affrontare delle cure molto costose per poter stare bene. Ecco perché Naser è stato inserito nel progetto di sostegno a distanza di AVSI, perché un bambino, che dalla vita ha conosciuto solo dolore aveva il diritto di frequentare una scuola, di crescere e di conoscere altri bambini con cui giocare e imparare.


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17/03/2014 16:15
 
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Burundi AVSI

Dal 4 marzo la mostra “Ensemble” racconta l’esperienza del centro MEO in Burundi, sostenuto dalla ong italiana Fondazione AVSI e dallaFondation d’Harcourt allo scopo di ricostruire il futuro di una comunità devastata dalla guerra.

Uno sguardo particolare, insolito. All’interno di una realtà drammatica come quella africana, gli scatti di Ensemble colgono, tra gli occhi dei bambini e i sorrisi delle donne, un percorso di speranza, dando un volto alla dignità della persona come essere unico e irripetibile. Oltre la miseria o la malattia. Oltre la fame o l’abbandono.

Ensemble cioè insieme perché lo sviluppo è accompagnamento e crescita della persona come per Elie 22 anni, che grazie alla compagnia trovata al Centro Meo dai quartieri poveri di Bujumbura oggi studia all’università: “AVSI mi ha offerto l’opportunità di crescere e credere in un futuro migliore”.

Per celebrarne l’importanza la sede ONU di Ginevra ospita la mostra sull’esperienza del centro MEO in Burundi, a cura di Fondazione AVSI e Fondazione d’Harcourt. Dal 4 marzo e per tre settimane “Ensemble” racconta con un breve documentario e tredici scatti del fotografo americano Brett Morton altrettanti anni di lavoro al fianco dei diritti della persona: i volti, i gesti e i sorrisi di un’intera comunità rinata a partire dall’educazione.

Obiettivo della mostra è quello di documentare come lo sviluppo proviene anzitutto dalla valorizzazione della dignità della persona, dall’educazione e dall’accompagnamento di ogni essere umano nel suo percorso di crescita.

Nel quartiere periferico di Cibitoke, a nord di Bujumbura, capitale del Burundi, sorge il centro MEO (Mamans Enfants Orphelins) “Lino Lava”, uno spazio comune e protetto per bambini, mamme e orfani di guerra, costruito grazie all’aiuto della Comunità Biellese Aiuti Umanitari (CBAU), onlus di Biella, dal 1999 partner di AVSI.

Dal 2012 l’offerta del Centro si è fortemente incrementata, grazie al contributo della Fondation d’Harcourt che ne sostiene le attività, con particolare attenzione alla promozione del benessere psico-sociale dei bambini e delle loro famiglie. Oggi il centro è gestito da 6 operatori sociali ed è frequentato da circa 800 bambini e dalle loro famiglie, per un totale di circa 3mila persone coinvolte.


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21/03/2014 19:23
 
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I contributi per i neoassunti li paga la parrocchia




Doniamo lavoroPapa Francesco si è recentemente lamentato su come i quotidiani trattano la Chiesa, descrivendo un dialogo con un fedele: «”Ma, padre, io ho letto su un giornale che un vescovo ha fatto tal cosa o che un prete ha fatto tal cosa!”. “Eh sì, anche io l’ho letto, ma, dimmi, sui giornali vengono le notizie di quello che fanno tanti sacerdoti, tanti preti in tante parrocchie di città e di campagna,tanta carità che fanno, tanto lavoro che fanno per portare avanti il loro popolo?”. Ah, no! Questa non è notizia. Fa più rumore un albero che cade, che una foresta che cresce».


Poche volte capita infatti che i giornali parlino del bene di ciò che i sacerdoti fanno ogni giorno, forse perché è qualcosa di scontato, forse per altro, non si sa. Ogni tanto però capita ed è bello divulgare queste notizie date tanto raramente.


“La Stampa” ha recentemente riportato che ad Arosio (Co) don Angelo Perego della parrocchia dei santi Nazaro e Celso ha deciso, come tanti suoi altri “colleghi”, di attivarsi in prima persona in favore delle tante famiglie in difficoltà a causa della crisi economica. Il progetto si chiama “DoniAmo un lavoro”: gli imprenditori che sono disposti ad assumere un under 30 offrono il posto e le spese dei contributi sono a carico della parrocchia«Tutti quelli che possiamo», dice la parrocchia. «Se avessimo risorse a sufficienza pagheremmo il 100%. Vogliamo dare una mano agli imprenditore e tagliare i costi del lavoro». L’idea, si spiega, è nata con i volontari della Caritas parrocchiale. «Non solo questo», precisa don Angelo. «Siamo anche disposti a contribuire alle spese per i corsi di apprendistato e per le eventuali ore di formazione che i ragazzi avessero bisogno. Noi siamo qui. A disposizione. Basta che gli imprenditori interessati si facciano avanti».


Un’altra delle tante storie simili a questa è apparsa su “Il Giornale”: la diocesi di Carpi, guidata dal vescovo monsignor Francesco Cavina, è diventata anche una sorta di banca che presta soldi ad un tasso pari allo zero, per poi recuperare il denaro nel tempo e rimetterlo in circolazione per altre iniziative imprenditoriali. L’idea infatti è quella di finanziare progetti imprenditoriali giovanili, ma non solo, che risultano esclusi dal sistema del credito bancario per mancanza di garanzie o situazioni di precarietà. Capitale iniziale: 300mila euro.


«Il prestito», ha spiegato monsignor Cavina, «è un prestito d’onore, fondato sulla fiducia e ovviamente sulla fondatezza del progetto presentato. Vogliamo investire sui giovani, sulla loro creatività, credere nella loro forza e incoraggiarli ma valuteremo anche le altre richieste. Possono usufruire del finanziamento anche quei padri e quelle madri di famiglia, persone di mezza età che hanno perso il lavoro e che, una volta espulsi dal mondo del lavoro, possono arrivare a credere di avere perso, assieme a un’occupazione, la dignità».



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07/04/2014 07:40
 
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foto tereza kosovo


“Sono molto felice. Ricordo ancora quando nelle lettere al mio sostenitore scrivevo: mi piacerebbe tantissimo diventare un’insegnante! Allora era solo un sogno che mai avrei pensato di poter realizzare. Ma grazie al progetto del Sostegno a distanza quel sogno ora è la mia realtà”


Il sogno che Tereza raccontava nelle lettere al suo sostenitore a distanza oggi ha il colore degli occhi dei bambini di “Dom Mikel Tarabulluzi”, la scuola in Kosovo dove ora insegna. È così che Tereza Gjoni, ragazza di Letnica, piccolo villaggio del Kosovo, riassume la sua storia.


Il Kosovo è uno tra i paesi più poveri d’Europa. Nonostante un lungo e faticoso cammino che gli ha permesso di ricostruire tanto dopo la guerra negli anni 90, secondo l’ultima relazione della Banca Mondiale il 34% della popolazione vive in stato di povertà e il 12% in estrema povertà, soprattutto chi vive nei villaggi, dove è molto alto anche il tasso di analfabetismo.


Vi è certamente un legame forte tra la povertà e l’educazione.
Il settore educativo in Kosovo si caratterizza per le alte percentuali di abbandono, soprattutto femminile e per l’analfabetismo “relativo”: la maggior parte di chi ha concluso il ciclo primario di studi è quasi analfabeta, accedere alle medie diviene quindi tutt’altro che semplice e coloro che non riescono a terminare almeno gli studi secondari di primo grado hanno davvero pochissime possibilità di trovare lavoro.

La storia di Tereza è segno di speranza e successo. Bimba, nata in una famiglia povera di Letnica, piccolo villaggio al confine con la Macedonia, aveva davvero poche speranze di poter studiare e trovare poi un lavoro che le garantisse una certa indipendenza.
Alle prese con la difficoltà di garantire il minimo indispensabile per la sussistenza di tutta la famiglia, i genitori di Tereza non ponevano certamente al primo posto tra le urgenze familiari quella dell’educazione dei figli, soprattutto delle figlie femmine.

Nel 2002 la Fondazione AVSI avvia il progetto di Sostegno a Distanza anche in questa piccola frazione del Paese e insieme alla ong kosovara Shpresa e Jetes comincia un lavoro di supporto costante alle famiglie più povere ma soprattutto viene avviato un lavoro di sensibilizzazione nei confronti dell’educazione.

L’insistenza sull’importanza di portare i figli a scuola e il grande lavoro di formazione svolto sugli insegnanti per alzare la qualità dell’educazione non hanno tardato a far maturare i primi frutti. Tra questi vi è certamente la storia di Tereza che ha potuto dare una svolta inaspettata quanto importante al suo futuro e non ha dimenticato il percorso che l’ha accompagnata fino ad oggi.

E’ tornata a Letnica ad insegnare, per portare al suo villaggio la stessa grande occasione che ha vissuto in prima persona: “Quando mi trovo davanti a questi bambini, quando li guardo, mi sento responsabile e cerco di dare il mio massimo, perché conosco molto bene il valore e l’importanza dell’educazione e l’occasione grande che il Sostegno a distanza offre per il loro futuro”.


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14/04/2014 12:18
 
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IMG_0186-artesanato-claudia cristina-claudineia


A cento giorni dal fischio d’inizio in un Brasile circondato da proteste, polemiche e ritardi l’Unione Europea approva un progetto di AVSI sul ruolo delle donne. L’iniziativa mira a promuovere lo sviluppo sociale, politico ed economico di più di 16 mila donne.


Cooperárvore, cooperativa sociale del programma di Fiat Arvore da Vida, ha iniziato grazie agli incentivi dell’Unione Europea un nuovo progetto per promuovere la pace e il ruolo delle donne nel quartiere Jardim Teresopolis, situato all’interno della città di Betim (Brasile).


Per 30 mesi, il progetto mira a migliorare la qualità di vita di più di 16 mila donneresidenti nel quartiere Teresopolis, partecipando a eventi come seminari e campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla violenza contro le donne e incoraggiandole ad occupare posti di leadership nella società.


Questo nuovo progetto nell’area urbana di Betim, alle porte di Belo Horizonte, inserito all’interno di Arvore da Vida, l’ampio programma di responsabilità sociale cominciato da Fiat nel 2004 porterà molti benefici anche alle donne che lavorano in Cooperárvore e alle loro famiglie: attraverso lacreazione di opportunità di dialogo e vita familiaremiglioramento della qualità economica e sociale, aumento delle entrate della cooperativa, ampliamento del business e formazione del personale attraverso corsi di visione strategica e di cooperazione.



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17/05/2014 16:16
 
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In Brasile a Salvador la tecnologie
per il progresso e l’educazione dei giovani

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Nei quartieri periferici di Salvador in Brasile isole tecnologiche combinano progresso ed educazione per favorire conoscenza e sviluppo tra i giovani e l’intera comunità.

 

 

AVSI ha sviluppato e installato un centro di “Difusão de Ciência”  nella comunità di Novos Alagados alla periferia di Salvador. Il Centro si basa sull’idea di utilizzare le nuove tecnologie come strumento innovativo ed efficace per la promozione dello sviluppo della persona, soprattutto dei giovani. L’iniziativa mira a rendere lo studio della scienza accessibile ai bambini e ai giovani attraverso una modalità ludica e interattiva.

Il Centro è organizzato e diviso in cinque isole tematiche: clima, biodiversità, CO2, l’uomo e il domani. Questi ambienti forniscono conoscenze per bambini e adolescenti, attraverso esperienze interattive sul tema principale. Le isole sono state sviluppate e pensate per combinare progresso tecnologico e educazione. Gli ambienti permettono infatti di vivere esperienze reali sul tema scelto attraverso l’uso di nuove tecnologie.

“Il Centro è un’esperienza innovativa per tutta la regione – commenta Fabrizio Pellicelli, Direttore Generale di AVSI in Brasile –  lo spazio è destinato a portare fuori dalla classe le conoscenze acquisite in aula”.

Anche Lareyne Almeida, responsabile del progetto, ricorda che “E’ stato studiato tutto affinché i bambini e i giovani possano comprendere i contenuti tramite il gioco e l’interattività”.


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26/07/2014 07:44
 
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Mostra FOTOGRAFICA per documentare in che modo la Fede può incidere nella vita di tanti.

Il percorso della mostra, una vera e propria immedesimazione, attraversa tre realtà molto differenti: un gruppo di scuole in Kenya, nate per offrire educazione di qualità anche ai ragazzi più poveri, un centro di recupero ed educazione nutrizionale a San Paolo, basato sulla responsabilità dei genitori e il legame famigliare e comunitario, un intervento di educazione infantile e non formale nelle periferie di Quito, mirato alla valorizzazione della persona e delle sue risorse, magari sepolte dalla povertà.

Attraverso la bellezza, queste realtà diventano il luogo di un nuovo inizio per la vita di ragazzi, mamme, padri, famiglie e quindi comunità intere.

Il coraggio di una "Chiesa in uscita", di quell'ultimo miglio che ci separa dal "diverso" offre la sorpresa dell'umanità che fiorisce: un incontro con qualcuno che dice "tu vali" e la vita cambia, comincia un cammino. Cyprian, Joakim, Anthony, Gisela, Leo, Stefania, Amparito e tanti altri sono usciti, hanno rischiato e "generato bellezza" per intere comunità.
Ignatius, Theresia, Ruth, Alex, Araceli, Amanda, Bruno, Luciano, Samuel sono rinati.

Umanità e talenti altrimenti sepolti dalla miseria si affacciano così sulla scena della storia, e sono per noi oggi un segno di speranza e l'unica vera possibilità di uno sviluppo sostenibile.

 



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    Scuola Urafiki Carovana in Kenya, AVSI by Alessandro Grassani

     
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    Scuola Little Prince in Kenya, AVSI by Simone De Marco by Collarino & Morandi Comunicazione

     
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    Scuola Little Prince in Kenya, AVSI by Simone De Marco by Collarino & Morandi Comunicazione

     
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    Asili familiari in Ecuador, AVSI by Massimo Viegi

     
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    Pelca (Prescolare in casa)in Ecuador, AVSI by Massimo Viegi

     
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    Asilo Ojos de Cielo in Ecuador, AVSI by Massimo Viegi

     
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    Asili familiari in Ecuador, AVSI by Roberto Marchisio by Collarino & Morandi Comunicazione

     
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    CREN (Centro di Recupero ed Educazione Nutrizionale) in Brasile, AVSI by Fabrizio Arigossi

     
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    CREN (Centro di Recupero ed Educazione Nutrizionale) in Brasile, AVSI by Simone De Marco by Collarino & Morandi Comunicazione

     
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    Favela San Paolo in Brasile, AVSI by Simone De Marco by Collarino & Morandi Comunicazione

     
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    CREN (Centro di Recupero ed Educazione Nutrizionale) in Brasile, AVSI bi Simone De Marco by Collarino & Morandi 


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