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La presenza di Dio

Ultimo Aggiornamento: 12/06/2020 09:44
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03/11/2010 14:41
 
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... c'è ancora bisogno di santi e di preti?



«Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse;
ma i discepoli li sgridavano.
Gesù però disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me,
perché di questi è il regno dei cieli"».
(Mt 19, 13-15)




Festa, gioia, entusiasmo dei 100.000 da Benedetto


Ragazzi e giovanissimi di Ac,
chiamati alla santità

Chiara Santomiero


ROMA, 3 nov (ZENIT.org) - “Questi ragazzi non vogliono mediocrità o adattamenti. La misura che proponiamo è la santità, niente di meno”. E’ volato subito “alto” l’incontro nazionale dei ragazzi e giovanissimi dell’Azione cattolica italiana (Aci), tenutosi a Roma sabato 30 ottobre in piazza S. Pietro, già attraverso l’indirizzo di saluto al Santo Padre Benedetto XVI di mons. Domenico Sigalini, assistente generale Aci.

Subito nel cuore di quel “C’è di più. Diventiamo grandi insieme” che è stato lo slogan della manifestazione, ritornello ritmato nell’inno ufficiale dell’incontro e lettere stampate a colori su felpe, magliette, zainetti, foulard. “Sì, perché ogni tempo è propizio per diventare santi – ha aggiunto il presidente nazionale Aci, Franco Miano – ogni momento della vita, ogni età. Il Signore è con noi nella vita semplice di tutti i giorni, se sappiamo ascoltare la sua voce e seguire il suo messaggio”.

Il grande entusiasmo dei 100 mila dell’Azione cattolica ha riempito piazza S. Pietro contagiando anche il Santo Padre: “in mezzo a tanta gioia ed entusiasmo – ha detto Benedetto XVI – anch’io sono pieno di gioia, mi sento ringiovanito!”. Tanto da attingere ai suoi ricordi personali: “Alla vostra età – ha affermato il Papa rispondendo alla domanda di Francesco Porro, un ‘acierrino’ della diocesi di Nuoro – nella mia classe ero uno dei più piccoli e ho desiderato essere un giorno molto grande, non solo nell’altezza. Volevo fare qualcosa di grande della mia vita”. Essere grandi “vuole dire amare tanto Gesù e anche farlo conoscere agli altri, dicendo che è bello essere amici di Gesù”.

Amare Gesù, amare gli altri, di amore si parla molto nel nostro tempo: ma cosa significa amare fino in fondo, come si impara ad amare davvero, hanno chiesto i giovanissimi di Ac con le parole di Anna Bulgarelli, della diocesi di Carpi. “Voi non potete e non dovete – ha sottolineato con fermezza Benedetto XVI – adattarvi ad un amore ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto per sé e per gli altri, incapace di castità e purezza”.

Molto dell’amore proposto dai media o da internet, in realtà “non è amore, ma è egoismo, chiusura”. “E’ l’illusione di un momento – ha incalzato il Papa – ma non vi rende felici, non vi fa grandi” e, al contrario “vi lega come una catena che soffoca i pensieri e i sentimenti più belli, gli slanci veri del cuore, quella forza insopprimibile che è l’amore e trova in Gesù Cristo la sua massima espressione”.

L’amore “genuino, bello, vero” dei santi che sono diventati “grandi” in Azione cattolica: “il beato Pier Giorgio Frassati, il beato Alberto Marvelli; un amore che arriva anche al sacrificio della vita, come la beata Pierina Morosina e la beata Antonia Mesina”. Un cammino di santità: aderire all’Azione cattolica, secondo Benedetto XVI, significa accettare questa proposta.

“Voi sapete bene – ha proseguito Benedetto XVI rivolto agli educatori – che non siete padroni dei ragazzi ma servitori della loro gioia a nome di Gesù”. Essere educatori significa semplicemente “avere una gioia nel cuore e comunicarla a tutti per rendere bella e buona la vita” ma esige “contatto personale e quotidiano con Gesù nella preghiera, nella meditazione sulla Parola di Dio, nella fedeltà ai sacramenti” e condividere nella Chiesa “le difficoltà, ma anche le bellezze e le sorprese della vita di fede”.

Troppo impegnativo? E’ la sottolineatura del discorso del Papa che i partecipanti all’incontro hanno sentito più vicina. “E’ proprio così – ha concordato Alessandra Scutti, della diocesi di Chieti-Vasto, educatrice di un gruppo di ragazzi tra i 9 e gli 11 anni -; per dare qualcosa ai ragazzi è necessario continuare sempre a crescere personalmente anche accettando ciò che gli stessi ragazzi ti insegnano: non siamo solo noi ad accompagnare loro, è un cammino fatto insieme”.

“Significa ‘essere’ e non mettersi in mostra - ha tradotto così l’invito del Papa, Giuseppe Masciopinto di Palo, nella diocesi di Bari-Bitonto, che a 14 anni è co-animatore di un gruppo di ragazzi -: è bello condividere con loro tanti momenti di incontro, discutere insieme, dà gioia”.

“E’ particolarmente importante in questo tempo di emergenza educativa – ha affermato don Giosi Mangialardi, assistente diocesano per il Settore adulti di Ac della diocesi di Bari-Bitonto – ricordare la necessità per gli educatori di formarsi per primi. L’Azione cattolica, in questa prospettiva, è particolarmente efficace perché offre una proposta formativa per tutte le età che sa coniugare la formazione umana con quella di fede”.

“Il Papa ci ha ricordato che non siamo soli – ha affermato Chiara Davoli, della diocesi di Reggio Emilia, educatrice di un gruppo di ragazzi di terza media e I superiore -: bisogna collaborare e non pretendere di essere autosufficienti”. “Ci ha invitati a vivere uno spirito ecclesiale di gruppo – ha aggiunto Vincenzo Comitini, della diocesi di Nocera-Sarno, animatore di un gruppo giovanissimi – e soprattutto a vivere il nostro servizio con gioia e serenità”.

E’ d’accordo Paolo Fabris, animatore di un gruppo di II e III superiore a Piovene Rocchette, diocesi di Padova: “la fede non è tristezza ma gioia, festa come quella di oggi. Educare è trasmettere questa gioia che hai dentro e gli educatori hanno il dovere di interrogarsi su cosa ‘essere’ piuttosto che su cosa ‘avere’ nel proprio servizio, perché è il requisito che rischia di far andar male tutto il cammino del gruppo”.

Una grande festa di musica e colori quella dei ragazzi e dei giovanissimi di Ac che da piazza S. Pietro, dopo l’incontro con il Papa, è “tracimata” attraverso le vie del centro di Roma verso piazza del Popolo per i giovanissimi e piazza di Siena per i ragazzi dell’Acr.

“E’ bello vedere che si è in tanti – ha affermato Francesca Guidetti, al primo anno di un istituto tecnico di Reggio Emilia -: l’Ac è questo, stare con gli amici e stare con Gesù”. Filippo Pascucci, di 16 anni, di Foligno, è ancora emozionato per essere stato scelto per stringere la mano al Papa “anche se – ha aggiunto – mia mamma era più emozionata di me. Oggi è una festa bellissima che riunisce tutta l’Italia, coinvolge tutti”.

“Mi piace tutto – ha confessato Sabrina Slijivic, 16 anni, di Thiene, in difficoltà nello scegliere l’aspetto più bello dell’incontro nazionale -. C’è molta gioia ed è bello ritrovarsi in tanti che condividono l’esperienza dell’Azione cattolica”. “L’importanza di questi eventi di incontro – ha sottolineato don Giovanni Rossi, della diocesi di Reggio Emilia – è di rappresentare il coronamento di un cammino che si vive quotidianamente nelle parrocchie e nelle diocesi, come una linfa che scorre nascosta”.

“Il valore dell’esperienza di Azione cattolica – ha aggiunto Rossi – sta nell’essere associazione di laici formati non solo per conoscere la Chiesa, ma per esserne corresponsabili: la garanzia della continuità in ogni comunità parrocchiale al di là dei sacerdoti che vi si avvicendano”. “Anch’io sono cresciuto in Azione cattolica – ha ricordato don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera, chiamato a concludere l’incontro di piazza del Popolo – e l’Ac mi ha dato una direzione per trovare le ragioni di un impegno per la giustizia”.

Lo stesso impegno che ha legato nella morte Rosario Livatino e don Pino Puglisi, vittime della mafia, per i quali è stato aperto il processo di beatificazione e proposti durante l’incontro di Ac attraverso la lettura di alcuni testi da parte dell’attore Luca Zingaretti. “Il loro tragico destino – ha affermato Ciotti – non deve indurci a pensare che assumere una responsabilità sia solo per gli eroi”.

“Siate persone non superficiali ma con la voglia di conoscere perché è la cultura che dà la sveglia alle coscienze – ha invitato il presidente di Libera raccogliendo gli applausi della piazza – e abbiate come riferimento il Vangelo, con il suo messaggio di amore e giustizia, e la Costituzione italiana dove sono dichiarati i doveri ma anche i diritti dei cittadini”. “L’impegno per la giustizia - ha concluso Ciotti – è una scelta alla portata di tutti, a cominciare dai piccoli gesti. Non lo delegate. Abbiate coraggio, adesso”.

Chiamati alla santità e all’impegno per la giustizia: il cammino dei centomila ragazzi e giovani di Ac riparte, anzi continua, da qui.


Fonte -





















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