Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
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Ottobre 2010

Ultimo Aggiornamento: 30/10/2010 11:54
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Città: GATTATICO
Età: 42
Sesso: Femminile
23/09/2010 15:55

INDIA: SPETTACOLO DI TEATRO-DANZA

danzaorientalecontemporanea.blogspot.com/
www.orchestes.com


SPETTACOLO DI TEATRO-DANZA
INDIANO KUCHIPUDI


“BHAMAKALAPAM”
(“Il litigio di Satyabhama”)
Opera in due atti e sei scene
del Maestro Siddhendra Yogi



ROMA - VENERDI’ 1 OTTOBRE 2010, ORE 21
Biblioteca Indologica Bhaktivedanta
Via Celsa 4/5 (Piazza del Gesù)
Prenotazioni: 06.6781427 – 3337220123 - 3405338338
info@orchestes.com - Spettacolo e cena ayurvedica: 20€

URBINO – SABATO 2 OTTOBRE, ORE 20.30
Piazza della Repubblica – ingresso libero

INTERPRETI
Marzia Colitti (Satyabhama)
Marialuisa Sales (Madhavi)
Bharathi Avireddy (Madana e canto)
Meera Vemulakonda (Il Signore Krishna)

“Bhamakalapam” è forse il “kalapam” più famoso nel repertorio delle opere tradizionali presentate dai “bhagatavulu”, gli esperti attori-danzatori che avevano la loro residenza presso il piccolo villaggio di Kuchelapuram, o Kuchipudi (attuale Andhra Pradesh), dal quale questa forma d’arte prende nome. Attualmente, di questa ricca e raffinata versione orientale di teatro-danza, si presentano unicamente degli estratti danzati. Per la prima volta in Italia, viene presentata un’opera completa di danza, recitazione e canto. Siddhendra Yogi, l’autore di quest’opera, vissuto forse nel XIV sec., è considerato il padre fondatore di questa forma di teatro-danza, così com’è giunta fino ai nostri giorni, sebbene in precedenza già esistessero, in questa regione dell’India delle forme di danza e di teatro dedicate prevalentemente alla figura del Dio Shiva. Con Siddhendra Yogi divenne invece popolare il culto legato al Dio Vishnu e alle sue incarnazioni, in particolare l’“avatar” di Krishna. Nei dialoghi e nella natura dei personaggi di questa forma di teatro-danza, vi sono molte affinità con la nostra Commedia dell’Arte.

I Atto
Satyabhama, bellissima e gelosa regina, nonché terza moglie del Signore Krishna, dopo una danza introduttiva (Bhama Pravesa Daruvu) in cui presenta se stessa, esprime il suo dolore per la separazione dall’amato Sposo che si è allontanato da lei a causa di una sua affermazione avventata: infatti l’altezzosa quanto innocente Bhama aveva dichiarato candidamente di essere lei la più bella tra i due. Madhavi, l’ancella/amica di Bhama, le promette di recarsi dal Signore Krishna con una lettera in cui Satyabhama prega l’amato di tornare da lei. Krishna accetta e i due s’incamminano verso la dimora della regina.

II Atto
Madhavi bussa alla porta di Satyabhama dicendole che il Signore Krishna è arrivato, ma lei, arrabbiata per il tempo che è rimasto lontano senza dare notizie di sé, non vuole accoglierlo. Ne nasce un duetto nel quale Bhama dice sarcasticamente di tornare da Rukmini, la prima moglie, con la quale sospetta abbia passato tutto questo tempo. A tutti i giuramenti di Krishna, tra cui quello di ingoiare il fuoco, Bhama risponde che, giacché è il Signore Supremo di tutto, compresi gli elementi come il fuoco, le sue parole lasciano il tempo che trovano. Esasperato, il Dio Krishna fa per andarsene, ma Madhavi riesce saggiamente a convincere Satyabhama a chiedergli scusa e i due si riconciliano. L’opera si chiude con un “puja” cioè con una cerimonia d’offerta di fiori, del “kasturi”, la pasta profumata applicata sulla fronte del Dio e l’”arti”, i cerchi fatti con la fiamma attorno a Krishna in segno di devozione.

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A Lucca arte e tecnologia a braccetto verso il futuro


LU.BE.C. 2010, UNA FINISTRA VIRTUALE SUL FUTURO DEI BENI CULTURALI
21 e 22 ottobre 2010 | real collegio | lucca



Pixel e pennellate, sistemi in 3D e reperti archeologici, musei e "realtà aumentate". Con i suoi innovativi progetti, anche quest'anno Lu.Be.C. si conferma momento cardine del dibattito internazionale intorno alla filiera beni culturali-turismo-tecnologia. La sesta edizione dell'evento, ampliata a due giorni e fortemente integrata con la rassegna espositiva vedrà alternarsi alle sessioni plenarie dibattiti, seminari formativi e presentazioni di nuove soluzioni hi-tech applicate ai beni culturali.
Per due giorni, nella splendida cornice del Real Collegio di Lucca, relatori ed espositori si confronteranno sull'importanza della tecnologia nei musei e nei siti archeologici, sulle "male pratiche" della pubblica amministrazione, sui rapporti tra committenza pubblica e aziende private, e molto altro ancora. Giova ricordare la partecipazione dei dicasteri di riferimento per l'intera filiera: il Ministero per i Beni e le Attività Culturali presenterà i risultati dell'indagine sui fabbisogni formativi del settore, mentre il Ministero per lo Sviluppo Economico sarà presente al tavolo per la qualità dei bandi e degli appalti. Presenti anche il Ministero dell'Istruzione Università Ricerca e il Ministero del Turismo. Parteciperanno ai lavori anche Confcultura/Confindustria, Regione Toscana, UPI, Arcus , Provincie, Comuni, Unioncamere, Camere di commercio, Fondazioni bancarie, Università ed istituzioni nazionali ed estere, e ovviamente il mondo delle imprese.


www.lubec.it
Programma generale delle due giornate: incontri, dibattiti, seminari
La partecipazione ai convegni è gratuita, l'iscrizione necessaria.
Iscriviti
Diventa espositore, presenta i tuoi progetti! Scrivi a espositori@promopa.it

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L'evento immobile. Alla Casa Massaccio di San Giovanni Valdarno arte contemporanea al cospetto del Beato Angelico


L'EVENTO IMMOBILE. ANNUNCIAZIONI
inaugurazione sabato 2 ottobre 2010 | ore 18.00 | a cura di cristiana collu, saretto cincinelli, alessandro sarri | casa masaccio e museo della basilica di santa maria delle grazie | san giovanni valdarno (ar)


Si apre al pubblico, sabato 2 ottobre, a San Giovanni Valdarno, la mostra L'EVENTO IMMOBILE. ANNUNCIAZIONI, che per la prima volta coinvolge due luoghi espositivi, Casa Masaccio e il Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie, dove è conservata l'Annunciazione del Beato Angelico.
Promossa da CASA MASACCIO arte contemporanea e dal Museo MAN di Nuoro, l'esposizione, a cura di Cristiana Collu, Saretto Cincinelli e Alessandro Sarri, si configura come la quarta edizione della rassegna con quarta edizione della mostra L'evento Immobile che cerca di indagare attraverso molteplici modalità un evento ambiguo, sfuggente, inclassificabile, che sta tra il movimento e la stasi, tra il prima e il dopo, il già e il non-ancora. Dopo le passate edizioni Contrattempi, Incantamenti, Lo sguardo ostinato: la mostra Annunciazioni (il plurale del termine non va sottovalutato) è il tentativo di declinare l'immobilità di un evento tramite il ricorso al topos pittorico dell'Annunciazione, tanto più tradizionale tanto più problematico e di difficile decriptazione in virtù della sua continua rielaborazione iconografica.
Nel corso dei secoli, la scena canonica dell'Annunciazione, è stata trattata pittoricamente, come una modalità di congiungimento fra la dimensione celeste e quella terrestre, un congiungimento che riposa su una invisibile sutura fra due mondi. Soprattutto durante il '400 e il '500 nella figurazione del tema gioca un ruolo essenziale la prospettiva. Contrariamente a quanto sostiene lo storico dell'arte Erwin Panofsky e secondo le interpretazioni di storici come Daniel Arasse e filosofi come Gerges Didi Hubermann, l'utilizzo della prospettiva sembra svolgere un ruolo decisamente diverso: la griglia prospettica è spesso utilizzata dai pittori del periodo per mostrare l'inadeguatezza di una visione razionale a manifestare l'incarnazione del divino nell'umano, dell'invisibile nel visibile, dell'immensità nella misura.

Le opere in mostra (video, fotografie, installazioni), la maggior parte inedite in Italia o site-specific, si misurano con il tema dell'Annunciazione non in maniera frontale e diretta ma tramite uno sguardo obliquo che nel luogo del confronto pare dissolversi, ritrarsi. Se infatti escludiamo il riferimento esplicito di Serge Domingie all'Annunciazione Martelli di Filippo Lippi, quello molto libero ma puntuale di Megan e Murray McMillan all'opera di Carlo Crivelli e l'implicito, duplice metaforico omaggio reso da Massimo Bartolini all'Annunciazione del Beato Angelico a San Giovanni Valdarno, nessuna delle opere in mostra appare geneticamente riconducibile a questo importante topos della storia dell'arte. Lo sguardo è quello selettivo di chi l'ha curata, offre un punto di vista che interroga un territorio anacronistico e inattuale che, al limite, sconfina, continuamente, in qualcos'altro e costringe costantemente a fare un passo indietro. A far da collante fra le opere resta la comune dimensione incoativa che collega indissolubilmente l'immobilità di un evento al suo annuncio.

Opere di: Jennifer Allora & Guillermo Calzadilla, Massimo Bartolini, Emanuele Becheri, Elie Cristiani, Daniela De Lorenzo, Serge Domingie, Kim Sooja, Yaron Lapid, Megan e Murray McMillan, Noëlle Pujol, Luca Rento, Carolina Saquel, Ruth Scott

In occasione dell'inaugurazione, nella Pieve di San Giovanni Battista, sarà visibile un'installazione video di Luca Rento



L'evento Immobile. Annunciazione
Dal 2 ottobre al 7 novembre 2010
Casa Masaccio Centro per l'Arte Contemporanea
Corso Italia, 83
52027 San Giovanni Valdarno
Tel. 055 91.26.283 www.casamasaccio.it
Museo della Basilica
Piazza Masaccio, 8
52027 San Giovanni Valdarno
INGRESSO: gratuito
ORARI: Casa Masaccio 16:00-19:00 Festivi 10:00-12:00 16:00-19:00 lunedì chiuso
Museo della Basilica di S. Maria delle Grazie 10:00-13:00 16:00-18:30 lunedì e martedi chiuso
Ufficio Stampa: Ambra Nepi Comunicazione
Tel. 055/244217 - 348-6543173
info@ambranepicomunicazione.it
www.ambranepicomunicazione.it

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Il ruolo, il senso e le tendenze della cultura. In due giornate di studi alla Bocconi


CULTURE AND THE MAKING OF WORLDS
CULTURA E FORMAZIONE DI MONDI


Dal 7 al 9 ottobre il mondo della sociologia internazionale si riunirà a Milano per parlare di cultura, il suo ruolo, il suo senso oggi, il contesto simbolico nel quale le scelte e le azioni acquisiscono significati comuni e diventano strumenti per costruire mondi.

La cultura costruisce senso, descrive il passato e influenza il futuro delle società contemporanee. Dal confronto tra culture, dallo scambio con l'altro, si formano le identità ma si articolano anche quelle istanze multiculturali che aprono nuove strade verso la risoluzione dei conflitti e la pace. La cultura costruisce quindi nuovi mondi e nuove immagini del mondo. Un ruolo che sarà affrontato e discusso nel corso di "Culture and the Making of Worlds", la terza edizione della mid-term conference del network di ricerca Sociologia della Cultura di ESA (European Sociological Association), organizzata in Bocconi dal 7 al 9 ottobre 2010 in collaborazione con il Centro di ricerca ASK (Art, Science and Knowledge) dell'Università.
E' più di un convegno e più di un congresso, un symposium in tre giornate, 50 sessioni, 2 tavole rotonde, 260 relatori.

La conferenza internazionale, con la partecipazione come keynote speaker di Diana Crane (University of Pennsylvania), Barbara Czarniawska (University of Gothemburg), Vijayendra Rao (Development research group alla World Bank) e Andreas Reckwitz (Europa-Universität Viandrina Frankfurt), affronterà con un'ottica multidisciplinare tre tematiche principali. "La prima", spiega Stefano Baia Curioni, vicepresidente del Centro ASK e coordinatore del comitato scientifico della conference, "riguarderà l'importanza dello studio della cultura per la risoluzione dei conflitti, per modellare i processi di costruzione dello stato e per guidare lo sviluppo sociale ed economico, con una serie di sessioni dedicate alla globalizzazione e al rapporto tra cultura e diritti umani, religione, potere ed élite. La seconda indagherà la cultura non solo come strumento di costruzione sociale ma anche come fine in se stessa, guardando alla trasformazione e all'influenza dei media moderni, alle comunità artistiche, alle industrie creative e al futuro della comunicazione. Le città, l'estetica degli spazi urbani e il rapporto tra cultura e tempo saranno infine gli argomenti del terzo filone tematico.

La giornata del 7 ottobre si chiuderà con una tavola rotonda, aperta al pubblico, I Make Art: is there a contemporary trasformation of art systems and meanings? Come cambiano i sistemi e i significati delle produzioni contemporanee? Vera Zolberg, la famosa sociologa dell'Università di Chicago modererà l'incontro che vedrà presenti Francesco Bonami, Xavier Veilhan, Emanuela Mora, Anna Lisa Tota, Volker Kirchber, Victoria Alexander, Stefano Baia Curioni. La tavola rotonda è organizzata in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.
Il mondo dell'arte contemporanea sta diventando un mercato globale. Che tipo di arte e quali effetti ci possiamo attendere? In che direzione stanno evolvendo le principali istituzioni culturali? Come sta cambiando il ruolo dell'artista?
Artisti, operatori e accademici si confrontano sulla trasformazione che le arti contemporanee stanno vivendo per effetto delle nuove condizioni del mercato, per il ruolo assunto da alcuni attori nello svolgere azione di gatekeeping, per il manifestarsi di forme nuove di collezionismo. La tavola rotonda si terrà presso l'Aula Magna di via Gobbi 5, alle ore 17.

La seconda tavola rotonda, che chiude la seconda giornata, Icone, comunità ed estetica: come nasce e si afferma l'idea di "cool" si terrà invece il giorno 8 alla Triennale di Milano coordinata da uno dei più famosi sociologhi americani Harvey Molotch della New York University e vedrà il direttore dei Rolling Stones, Carlo Antonelli dialogare con il produttore di Bjork, Howie B con inerventi di Marino Livolsi, Wendy Griswold, Hubert Knoblauch, Mario Diani, David Inglis e Paola Dubini. La tavola rotonda ospita una conversazione tra accademici e operatori sulla relazione che esiste tra estetica, consumo e mobilitazione urbana. Queste relazioni possono assumere la forma di stili, definendo i canoni e la percezione di ciò che è cool, nonché l'oggetto di pratiche e strategie industriali. Come i trend culturali si sviluppano nel contesto culturale contemporaneo? Quali le loro fonti, i loro tempi, le loro modalità? Come questo processo sta evolvendo e cambiando? Qual è la relazione tra queste frontiere e il bisogno di autenticità e identità? Quale il ruolo delle industrie creative? Ore 17.30 - Salone d'Onore, La Triennale.


Le tavole rotonde sono aperte al pubblico e gratuite

Scarica il PDF col programma completo, le 50 sessioni, gli abstract, i relatori
La partecipazione giornaliera al symposium costa 80 € e garantisce l'ingresso alle singole sessioni. Iscrizione on line obbligatoria
paytool.unibocconi.it/buy/index.php?cambial=eng
www.esaculturebocconi2010.org

Ufficio Stampa:
Valeria Alemà Regazzoni cell.3483902070 - valeria.regazzoni@gmail.com

Ufficio Stampa Bocconi
Barbara Orlando , Capoufficio stampa tel. 02/58362330
cell. 3351231716 - barbara.orlando@unibocconi.it

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A Palazzo Blu a Pisa una grande mostra dedicata a Joan Mirò


I MITI DEL MEDITERRANEO
dal 9 ottobre 2010 | a cura di claudia beltramo ceppi e teresa montaner | palazzo blu | pisa


L'iniziativa è la seconda di un ciclo triennale di mostre dedicato ai grandi protagonisti dell'arte del Novecento e al loro rapporto con le tradizioni, la luce e le culture del Mediterraneo.

Continua così il programma che caratterizza le attività espositive di BLU | Palazzo d'arte e cultura, istituzione creata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa, col fine di essere un rilevante punto di riferimento per le proposte culturali non solo per la città.

"Joan Mirò. I miti del Mediterraneo", curata da Claudia Beltramo Ceppi e Teresa Montaner - conservatrice alla Fundació Miró di Barcellona, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa, con il patrocinio del Comune di Pisa e dell'Ambasciata di Spagna in Italia, organizzata da Giunti Arte mostre musei, presenterà 110 opere, tra dipinti, sculture, litografie, disegni e illustrazioni, nelle quali, attraverso il potere trasformatore della poesia e del mito, l'artista catalano esprime la complessità del reale.
Se da un lato, la poesia costituisce per Miró lo strumento per aprire lo spazio e accrescere le sue capacità di artista, il mito è una forma di racconto che aiuta la comprensione della realtà.
Proprio la realtà è il fulcro attorno cui ruota tutta l'arte di Miró, sia che si tratti di quella esterna, quotidiana, sia che si tratti di quella interiore, ovvero dei sentimenti e della rielaborazione del vissuto effettuata dai ricordi.
Il mito è anche lo strumento utilizzato per rivendicare l'identità catalana. All'inizio del '900 gli artisti della Catalogna, di fronte alla tragedia della guerra civile e a un nuovo governo sempre più autoritario, condividono con i compatrioti la necessità di rivendicare un'identità che, fino ad allora, era un dato di fatto che non necessitava di una narrazione. Miró ritrova questa identità nel paesaggio, nella luce, nelle montagne, nei campi lavorati e nelle spiagge brillanti sotto il sole.
Tutto ciò conduce Miró verso un'identificazione intensa, quasi atavica, con la natura e il paesaggio del Mediterraneo. I motivi preferiti di Miró, che poi ritorneranno trasfigurati nel corso di tutta la sua lunghissima produzione artistica, sono insetti, lumache e serpenti, oltre naturalmente alle donne, simbolo stesso della Madre Natura, e agli uccelli, visti come animali mitologici.

Il percorso espositivo si apre con alcune opere dedicate al mito di Dafne e Cloe e a quello del Minotauro. Il primo, con la sua attenzione per l'aspetto bucolico, ben si adatta all'esaltazione da parte di Miró della sua terra e della forza dell'uomo quando è in comunione con essa. Quello del Minotauro, evocato da litografie come L'éveil du géant del 1938, e poi ripreso nel 1970 con la scultura Tête de taureau, oltre a rappresentare la relazione e l'interdipendenza fra l'uomo e la natura, simboleggia la bestialità e la violenza cieca dell'uomo che caratterizza quegli anni di guerra. Lo spazio di Miró, i suoi colori e la sua iconografia, raccontano con chiarezza il temperamento catalano, abitualmente definito come il sentimento della terra, associato a un misticismo esacerbato e a una identificazione con un universo ineffabile. Tale ambivalenza viene risolta, da un lato, con la figura della contadina catalana sfigurata da piedi enormi, dalle lumache, dai serpenti, dagli insetti, dai fiori e dagli alberi, mentre, dall'altro, le scale, gli uccelli, gli insetti volanti, le stelle e le comete descrivono l'evasione dalle contingenze terrene.
Analogamente, lo stile si scinde in creazioni in cui si identificano pennellate uniformi di colori vivi, forme dai contorni vigorosi, immagini riconoscibili, a pitture cosmiche, quasi astratte, nelle quali una linea tenue o qualche segno sparso divengono trasparenti in un grande vuoto spaziale.
Anche nella sua maturità, Miró continuerà questa ricerca parallela tra rappresentazione della realtà esterna, attraverso la narrazione di tipo mitologico, e l'aspirazione a una pace interiore, ben espressa dalle illustrazioni per le Costellations di André Breton, in cui la poesia, grande passione di Miró, si coniuga con la sua raffigurazione di uno spazio infinito in cui linee, colori e forme si compongono e si scompongono.
Le serie Archipel Sauvage del 1970 e L'espoir du navigateur del 1973 fanno parte, insieme a altre importanti tele raramente esposte e agli haiku illustrati, di una sezione dedicata ai viaggi come evasione dal contingente verso gli spazi infiniti della mente.

Chiudono il percorso espositivo le sezioni dedicate al mito della donna, della Madre Natura e dell'uccello mitologico. Qui s'incontreranno lavori caratterizzati da colori vivi, pennellate spesse, pesanti tracce di nero che esprimono la violenza del ciclo vitale e della natura; spesso la donna è raffigurata stuprata da un uccello. L'esasperazione delle linee, la rarefazione dell'aria intorno alle figure atrocemente deformate costituiscono il tentativo disperato di esorcizzare i mostri che il mito porta con sé.

Accompagna la mostra un catalogo Giunti Arte mostre musei


JOAN MIRÓ. I MITI DEL MEDITERRANEO
Dal 9 ottobre 2010 al 23 gennaio 2011
Pisa, Palazzo Blu (via Pietro Toselli 29)
Orari: da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 19.00; sabato e domenica, dalle 10.00 alle 20.00 (la biglietteria chiude un'ora prima); lunedì chiuso
Biglietti: intero € 8,00; ridotto € 6.50; gruppi € 6.00 ; scuole € 4.50
Informazioni BLU Palazzo d'Arte e Cultura: tel. 050.500197
Informazioni e prenotazioni gruppi:
Impegno e Futuro, tel. 050 28515, Fax 050 503532; info@impegnoefuturo.it
www.miropisa.it

Enti Promotori
Fondazione Caripisa
in collaborazione con Fundació Joan Miró, Barcelona
con il patrocinio del Comune di Pisa - Ambasciata di Spagna in Italia
Produzione Giunti Arte mostre musei
Via Bolognese 165
50139 Firenze
gamm@giunti.it
Catalogo Giunti Arte mostre musei

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
tel. 02.433403 - 02.36571438 - fax 02.481384
press@clponline.it ; www.clponline.it

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[28|10|2010] |||arte antica/mostra

A Vigevano, L'Ultima Cena di Leonardo come non l'avete mai vista

DENTRO L'ULTIMA CENA: IL TREDICESIMO TESTIMONE
inaugurazione sabato 30 ottobre 2010 | ore 11.00 | scuderie ducali del castello | vigevano


Dopo i grandi successi espositivi dello scorso anno, Vigevano rinnova la sua offerta culturale con un evento che rafforza i legami tra la città e Leonardo da Vinci, affrontando in modo inedito e suggestivo la storia del suo capolavoro più conosciuto: L'Ultima Cena.

Nelle Scuderie ducali del Castello di Vigevano sarà allestito un percorso che, grazie a sofisticati strumenti interattivi e digitali, offrirà al visitatore un'innovativa rilettura del Cenacolo di Leonardo da Vinci, regalandogli il ruolo di spettatore privilegiato - quasi a fianco dei dodici apostoli - nella scoperta dei molteplici significati che quest'opera racchiude; da qui il titolo della mostra: DENTRO L'ULTIMA CENA: IL TREDICESIMO TESTIMONE.

L'iniziativa promossa dalla "Leonardo 2015 srl" e dal Consorzio A.S.T - Agenzia per lo Sviluppo Territoriale di Vigevano, realizzata da Euphon, Gruppo Mediacontech e da Studio Azzurro, col patrocinio del Comune di Vigevano, della Provincia di Pavia, col contributo della Fondazione Banca del Monte di Lombardia e della Regione Lombardia, e la collaborazione di Civita, Electa, Ubi-Banca Popolare Commercio & Industria, è parte integrante del progetto "Leonardo e Vigevano" iniziato nel 2008 con un fitto programma di mostre, laboratori, esperienze multimediali, percorsi storico-ambientali, degustazioni e acquisto di prodotti agricoli, coniugando la valorizzazione dei beni culturali con la capacità attrattiva del territorio.

La visita offrirà la possibilità di scegliere fra tre differenti livelli di partecipazione: uno più tradizionale, di tipo cinematografico, in cui si visioneranno informazioni e contenuti multimediali seguendo uno schema impostato come un racconto; uno intermedio, interattivo, in cui il visitatore strutturerà il proprio percorso di scoperta e comprensione del capolavoro attingendo in maniera autonoma alle varie possibilità di approfondimento; infine, un livello maggiormente attivo e partecipativo, nel quale si avrà l'opportunità di raccogliere e condividere immagini e dettagli del percorso attraverso un database, che si arricchirà grazie al contributo delle persone.

Il visitatore potrà organizzare autonomamente il suo viaggio all'interno del capolavoro vinciano e, al termine, verificare on-line il suo percorso personalizzato.
Inoltre, per mezzo di una cornice speciale, potrà scattare delle fotografie al dipinto, cosa solitamente proibita all'interno di spazi espositivi, e sviluppare in tempo reale i provini. È qui che potrà davvero sentirsi come il "Tredicesimo testimone"; le fotografie, infatti, fungeranno da chiavi interpretative per approfondire aspetti e curiosità del dipinto. Il pubblico potrà lasciare commenti e testimonianze, creando un archivio che s'incrementerà nel tempo, e alimentando una sorta di memoria collettiva sul dipinto e sulla mostra.

Sarà lo stesso Leonardo ad aprire il percorso espositivo, con un grande ritratto posto al centro di un portale. Nella prima sala, Intonaco mobile, si assisterà alla scomposizione e all'analisi dell'Ultima Cena. Su un muro di mattoni, una serie di personaggi, di cui si coglierà solo le ombre, si adopererà per preparare la parete secondo le tecniche di intonacatura dell'epoca. Su di essa verranno inoltre ricreate le probabili linee di costruzione del dipinto. L'ambiente sarà caratterizzato dalla presenza di un grande telaio in legno rivestito di vero intonaco, su cui verranno proiettate le sequenze di gesti connotanti la tecnica della preparazione dell'affresco, nel periodo rinascimentale. Su alcuni tavoli di approfondimento, posti a lato, si potrà scoprire come si utilizzavano gli strumenti per disegnare, come si preparavano i colori, quali erano le lavorazioni e le materie prime per realizzarli, la tecnica e lo stile che in modo rivoluzionario Leonardo tentò di introdurre nel mondo artistico.

Nella seconda sala, Gli aspetti del mondo, si proseguirà con la scomposizione e l'analisi del dipinto, cercando di estrarne i significati, le storie e gli elementi simbolici, inerenti al "mondo" dove l'opera è collocata e alle molteplici dimensioni e misure fisiche e filosofiche di quella realtà. Ecco quindi comparire le vedute di Milano e i suoi dintorni a quei tempi, oltre a immagini accompagnate da scritture calligrafiche, carte e mappe della città nei tempi più lontani.

La stanza dell'Immagine a discesa rappresenta il nucleo della mostra. Due grandi strutture posati a terra come in un ipotetico cantiere, rimanderanno altrettante riproduzioni dell'Ultima Cena, consentendo così di fruire dell'opera come non sarebbe possibile fare nella sua reale collocazione. All'ingresso, avrà inizio una narrazione per immagini, di tipo cinematografico, nella quale attraverso giochi di zoom, dettagli, primi piani, panoramiche e totali dell'opera si offrirà la possibilità di indagare a fondo il dipinto.
Proprio in questa sala, il visitatore, mediante una cornice che ricorda il prospettometro leonardesco (uno strumento per misurare la prospettiva), potrà scattare delle fotografie al filmato, catturandone i momenti che più lo incuriosiscono e successivamente, sviluppare i provini e approfondire i contenuti delle immagini che ha raccolto. In più, sul biglietto elettronico si potranno caricare i provini sviluppati e rivivere a posteriori l'esperienza della mostra, non prima però di aver lasciato la propria testimonianza sul tavolo di approfondimento.

La quarta sala, Sulla Tavola, è quella dei segni e dei misteri che stanno dietro alla simbologia del dipinto. La tovaglia posta sulla tavola conviviale diventa schermo di proiezione e gli oggetti si animano trasformando i dettagli bidimensionali e immobili del dipinto in riproduzioni video di azioni realmente accadute, rendendo immediata la percezione della scena.

Nella sezione delle Figure staccate, il visitatore è circondato dalle immagini degli apostoli, come se fossero state strappate dal muro del refettorio. In questo modo sarà viva l'impressione di condividere con loro, in modo immersivo lo spazio del Cenacolo. Al centro, si troveranno otto antichi leggii in legno, sui quali si potrà approfondire le figure degli apostoli.

L'ultima sala ospiterà un grande libro in legno e un armadio. Il primo, dotato di particolari sensori, consentirà di sfogliare le pagine del Codice della Pittura. Il secondo, conterrà le vite, alcuni accadimenti, aspetti caratteristici e fatti salienti di tutti i personaggi e le personalità che hanno ruotato attorno alla realizzazione dell'Ultima Cena.


Dentro l'Ultima Cena: il tredicesimo testimone
Dal 30 ottobre 2010 al 1° maggio 2011
Castello di Vigevano
Orari: dal lunedì alla domenica, dalle 09.30 alle 18.30 - Martedì dalle 09.30 alle 14.00
La biglietteria chiude un'ora prima
Ingresso: intero € 8; ridotto € 6,50; speciale scuole € 3
Catalogo Electa
www.leonardoevigevano.it
Informazioni e visite guidate: 02 43353522 - servizi@civita.it

Ufficio Stampa
CLP Relazioni Pubbliche
tel. 02.433403 - 02.36571438; fax 02.4813841
press@clponline.it
[Modificato da Sarahdeglispiriti 30/10/2010 11:54]
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