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Bignami sull’autoerotismo femminile

Ultimo Aggiornamento: 10/09/2010 18:33
10/09/2010 18:33
 
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Il corpo femminile nella nostra cultura è stato visto storicamente in maniera duplice e antitetica: o venerato come corpo materno o disprezzato e desiderato come corpo della prostituta. L’erotismo femminile solo di recente, in seguito ai cambiamenti relativi alla parità e all’effettiva entrata di numerose donne nel mondo produttivo, si è affrancato da questa scissione. Ma ancora oggi in molte famiglie, i diritti e i doveri dei figli maschie e delle figlie femmine non sono gli stessi. Una certa complicità culturale si riscontra ancora per un erotismo maschile considerato come più difficile da tenere a freno mentre alle ragazze si chiede di non essere troppo provocanti. Una visione decisamente datata della sessualità femminile è quella di Freud. Si pensava che il piacere clitorideo della bambina fosse una fase di transizione verso quello vaginale della donna adulta e che quindi nella crescita dovesse essere abbandonata l’attenzione al clitoride. Donne incomplete nello sviluppo, donne falliche, erano quelle che restavano capaci di avere un orgasmo attraverso la stimolazione del "piccolo pene", il clitoride appunto. Le recenti ricerche testimoniano che l’autoerotismo femminile è strettamente legato alla stimolazione diretta o indiretta del clitoride e solo una piccola percentuale di ragazze e di donne utilizza la penetrazione con le dita o con oggetti per ottenere l’eccitazione o l’orgasmo. Quando la masturbazione si avvale della penetrazione viene esercitata una pressione sull’anello muscolare dell’orifizio vaginale e sulla parete anteriore della vagina stessa. In questa zona è collocato il famoso punto G, dal nome del ginecologo Ernst Grafenberg che negli anni ‘50 si era occupato dell’orgasmo femminile. Alcune donne affermano che se stimolate manualmente o col vibratore sul punto G riescono ad avere un orgasmo e a volte anche un’eiaculazione. Molte donne, oltre a sentirsi in grave disagio per questa attività, pensano che possa essere adeguata solo in determinate circostanze e per certi scopi.Va bene quindi nell’adolescenza o in assenza di un partner o se l’intesa sessuale non è delle migliori. Insomma la visione attuale della masturbazione è per lo più quella di un surrogato tollerabile in assenza di un’attività più nobile: il coito. Si è già detto che tra le funzioni dell’erotismo quella di preparazione all’incontro con l’altro è senza dubbio presente. Si tratta di esplorare e di conoscere le proprie potenzialità e caratteristiche per scambiare col partner in maniera attiva il piacere corporeo più coinvolgente che si conosca. Ma le funzioni non si esauriscono qui: anche l’autostima e il senso di sé possono essere accresciuti dall’autoerotismo.In periodi critici della vita, il sentirsi fuori dal circuito seduttivo ed erotico, può scatenare ansie e incertezze e l’erotismo può essere un ansiolitico potente. Alcune donne , in linea con la vecchia tradizione freudiana, pensano infine che la masturbazione sposti l’interesse dal coito e ne ostacoli l’orgasmo. I dati delle ricerche sostengono esattamente il contrario: donne capaci di provare l’orgasmo attraverso l’autostimolazione sono favorite nel provarlo durante il rapporto, mentre chi non ha mai fatto quest’esperienza parte un po’ svantaggiata. Le nuove terapie sessuali per l’anorgasmia, infatti si avvalgono di prescrizioni che prevedono la conoscenza del proprio corpo attraverso atlanti di anatomia e l’utilizzo dello specchio, nonché di esplorazioni manuali per trovare le zone più sensibili e il tipo di pressione più gradita e il ritmo da mantenere nell’esercitarla: insomma un allenamento autoerotico è previsto per colmare quella lacuna che si è formata nello sviluppo di alcune donne. Il passaggio dalla masturbazione in separata sede a quella di coppia prevede una forte dose di fiducia reciproca e l’eliminazione di eccessivi pudori. AUTOEROTISMO FEMMINILE CONSIGLI E’ ancora una delle zone d’ ombra dell’ erotismo. Qualcosa di cui è difficile parlare, proprio perché riguarda la nostra sfera più intima e privata. L’ autoerotismo fa fatica a scrollarsi di dosso quell’ alone di reticenza, vergogna e sensi di colpa che lo hanno sempre accompagnato. Eppure, la masturbazione non va relegata in una posizione di “serie B” rispetto agli altri rapporti sessuali. Anche perché imparare a conoscere il proprio corpo e le sue reazioni, può dare molti spunti per vivere al meglio anche il sesso di coppia. E poi masturbarsi può essere gratificante, meglio ancora se si conoscono tutte le tecniche e i segreti. Perché anche nell’ autoerotismo non c’e’ un solo modo per provare piacere. Noi ve ne proponiamo alcuni: leggete come metterli in pratica, provateli e scegliete quello che preferite. 1) Di sicuro raggiungere l’ orgasmo accarezzandosi il clitoride è la tattica più diffusa tra le donne. La posizione migliore? Sdraiate supine, con le gambe allargate. Racconta Marina: “Vado quasi subito sul clitoride, non amo accarezzarmi il seno o altro. So perfettamente come muovere le dita, posso rallentare o aumentare il ritmo a seconda se voglio avere subito l’ orgasmo o se voglio concedermi un piacere più lungo” E’ il metodo più classico, ma naturalmente esistono molte varianti. Si possono utilizzare le dita centrali della mano, tenendole unite e premendole con un gesto circolare oppure con un solo dito per stimolare direttamente il clitoride. Se vuoi un piacere prolungato, prova a sfiorare leggermente ma in modo continuo solo la zona intorno al clitoride. Se invece vuoi arrivare in fretta all’ orgasmo, stuzzicalo con l’ indice usando anche la tattica dei piccoli colpi, picchiettando leggermente e variando ritmo. Non dimenticare, all’ inizio, di bagnare le dita, altrimenti puoi provare fastidio o dolore. Puoi provare anche il potere erogeno delle piccole labbra, e scoprire magari che ce n’ e’ una più reattiva dell’ altra. 2) A pancia in giù. E’ una posizione che può essere molto eccitante, anche se di solito questo modo di masturbarsi rivela un atteggiamento piuttosto inibito verso il sesso. Lo conferma Laura, 31 anni: L’ ho scoperto quando ero ragazzina. Mi è sempre piaciuto dormire a pancia in giù e non ci ho messo molto a capire che movendomi ritmicamente e premendo i genitali sul letto potevo provare sensazioni piacevoli. Non mi sono mai toccata in altro modo, per pudore”. Prova a sdraiarti sul letto e spingi il pube contro il materasso, movendo il bacino e strusciandoti con un movimento ritmico. A questo punto divarica leggermente le gambe e comincia a toccarti il clitoride con le dita, sempre premendo contro il materasso. Puoi farlo anche tenendoti le mutandine e per accarezzarti infilando le dita sotto l’ elastico: per molte donne, il contatto con un indumento aumenta il piacere. 3) Con un cuscino tra le gambe. Per molte donne l’ autoerotismo è cominciato così, strofinandosi contro un cuscino. In un modo indiretto quindi, dato che le mani non toccano direttamente i genitali. Ecco cosa dice Elena, 32 anni: “Da ragazzina, prima di addormentarmi, avevo l’ abitudine di mettere un cuscino tra le gambe che stringevo e sul quale mi strusciavo. Non arrivavo all’ orgasmo, ma le sensazioni che mi procuravo erano piacevoli. E anche adesso che sono adulta è la tecnica autoerotica che preferisco”. Per gli esperti, molte donne che amano questo tipo di masturbazione spesso hanno un clitoride ipersensibile, per questo evitano il contatto diretto. Puoi adottare questa tecnica stando seduta o sdraiata. Prendi un cuscino e stringilo tra le cosce. A questo punto varia il movimento, cercando quello che preferisci: se sei seduta, puoi dondolarti avanti e indietro con tutto il busto, se vuoi stare sdraiata muovi le gambe strofinando i genitali contro il cuscino. 4) Stringendo forte le cosce. Anche questa tecnica rientra di solito nei primi tentativi di autoerotismo “involontario”. Secondo i sessuologi è probabile che le donne che riescono ad arrivare all’ orgasmo in questo modo abbiano una particolarità a livello fisico, e cioè una notevole risposta delle terminazioni nervose che collegano il clitoride con i nervi interni della parte alta delle cosce. Racconta Roberta:” L’ ho fatto persino in treno, senza che le persone sedute vicino a me se ne siano neppure accorte. Riesco a rimanere immobile, basta prendere il ritmo e poi è come se i muscoli delle cosce si muovessero involontariamente. E’ una tecnica che preferisco rispetto a quelle più dirette, dove sono coinvolte le mani”. Il piacere viene raggiunto con la contrazione ed il rilassamento dei muscoli vicini all’ inguine. Masturbarsi in questo modo non comporta movimenti o gesti troppo visibili. Siediti con le gambe accavallate, stringi forte le cosce e muovi i muscoli aritmicamente in modo da coinvolgere nella pressione anche i genitali. Le mani possono intanto esplorare altre zone del corpo. Anche se non tutte le donne riescono ad avere un orgasmo in questo modo, il piacere che ne deriva è comunque forte. 5) Un “idromassaggio erotico”. Una stimolazione piacevole, anche se non necessariamente finalizzata all’ orgasmo, è quella con il getto dell’ acqua. E’ la preferita da Elena, 37 anni: “E’ un piacere che mi concedo spesso. Ogni tanto arrivo all’ orgasmo, aiutandomi con le dita, altre volte raggiungo solo uno stato di grande eccitazione”. E’ una tecnica indicata anche alle più inibite, perché non c’e’ necessariamente un contatto diretto tra i genitali e le mani. Il segreto è rilassarsi il più possibile. Fai scendere un po’ d’ acqua calda nella vasca, poi immergiti e allarga le gambe, tenendole piegate. Regola il getto della doccia “a telefono”, e indirizzalo sui genitali, movendolo a piacere. Varia la pressione dell’ acqua, alternando un getto leggero con uno più potente. Un consiglio psicologico: se la masturbazione per te è una cosa “sporca”, “peccaminosa”, prova a toccarti prima di iniziare a fare il bagno o la doccia: l’ acqua poi laverà via tutto, anche il senso di colpa! (di Valeria Chierichetti, con la consulenza di Roberta Rossi, psicoterapeuta presso l’ istituto di sessuologia clinica di Roma )

Gli uomini buoni vanno in Paradiso, quelli cattivi a Patong
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