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Le indagini e le scene del crimine

Ultimo Aggiornamento: 17/08/2010 18:55
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Sesso: Femminile
15/08/2010 18:46

La scena del crimine è senz’altro uno degli elementi più importanti per scoprire chi sia l’autore di un reato. Inoltre, la sua accurata analisi è una delle operazioni più delicate ed importanti durante un’investigazione.
Nella scena del crimine, quindi, si trova il punto di contatto tra una scienza più teorica, la criminologia, e quella, invece, più pratica, la criminalistica, appunto. Per completarne il quadro delle definizioni possibili, possiamo considerare la SdC (la scena del crimine, come viene definita dagli “addetti ai lavori”) come una forma di comunicazione lasciata da chi ha commesso il crimine in questione; una comunicazione che spesso è l’unica in grado di farci capire chi sia il colpevole, chi possa aver commesso il reato. In un’indagine, infatti, spesso e volentieri possono venire a mancare i testimoni o il movente, ma la scena del crimine è sempre presente, più o meno estesa, più o meno difficile da analizzare, ma immancabilmente pronta per essere analizzata.
Ma cos’è fisicamente e spazialmente una scena del crimine?
Come definizione principale, è il luogo dove è stato compiuto il reato. Ma se analizziamo bene questa definizione, potremmo desumere che risulta abbastanza sommaria e generica. Questo perché vi sono almeno tre differenti zone, ugualmente importanti, ai fini investigativi: la scena del crimine primaria, dov’è avvenuto il fatto delittuoso o dove è stato rinvenuto il cadavere, la scena del crimine secondaria, ossia quel luogo, in prossimità della scena del crimine primaria, dove vi è un’alta probabilità che l’autore vi abbia compiuto delle azioni o vi abbia agito la vittima in prossimità della morte e, infine, le zone di interesse investigativo, dove l’autore del reato vi è sicuramente transitato. Ebbene, queste tre zone rappresentano complessivamente la scena del crimine.
Oltre ad una definizione spaziale, comunque, è possibile dare, anche se in maniera un po’ azzardata, una definizione “temporale” della scena del crimine. Se consideriamo, per esempio, un luogo dove l’autore del reato vi abbia solamente transitato (per esempio la via di fuga), quest’ultimo può essere considerato a tutti gli effetti una SdC, a seconda del lasso di tempo in cui l’autore vi è rimasto.

Definita la scena del crimine, in maniera spaziale e temporale, passiamo ora alla sua analisi.
Preferiamo procedere diretti al punto più importante e visibile della scena, per esempio il cadavere, e poi sequenzialmente agli altri oggetti d’interesse investigativo visibili da quel punto.
A quel punto, dopo aver individuato le tracce più visibili, si procede ad una ricerca sistematica basata sul seguente ordine: da destra verso sinistra, dal generale al particolare, dal basso verso l’alto. Questa sequenza è la stessa utilizzata per la descrizione degli ambienti all’interno del sopralluogo, l’atto complessivo che serve a fissare la scena del crimine.
Ma che cosa succede quando i sopralluoghi di una scena del crimine si svolgono all’aperto e non in un appartamento o in un luogo chiuso? Ebbene, in questi casi, la scena del crimine può essere divisa in settori rettangolari per permettere di analizzare il luogo in modo più minuzioso, evitando così di cercare più volte nella stessa area.
Occorre inoltre ricordare che qualsiasi elemento, come pure l’assenza di elementi,
può costituire una prova, infatti è importante essere in grado di riconoscere cosa dovrebbe essere presente sulla scena del crimine ma non lo è,oggetti personali della vittima che dovrebbero essere presenti, e distinguere invece quelli che non dovrebbero esserci, come ad esempio oggetti che sembrano essere fuori posto e che potrebbero essere stati lasciati dall’assalitore.
I comportamenti evidenziabili sulla scena del crimine si possono suddividere in:

- Modus operandi: indica l’insieme dei comportamenti, delle azioni che il criminale compie per realizzare il proprio delitto; riguarda uno stile comportamentale che ha lo scopo di proteggere l’identità dell’autore, portare a termine il crimine con successo, facilitare la fuga al criminale. Esso costituisce il come un crimine si è consumato e non il perché, ossia la ragione per commettere un crimine.
L’esame del modus operandi è fondamentale perché ad esempio consente di collegare tra loro i vari crimini, permette di identificare una persona sospettata confrontando il modus operandi di un criminale noto con quello relativo ad un caso ancora irrisolto; ancora, l’esame del modus operandi può consentire di eliminare una persona dall’elenco dei sospettati. Questo fornisce informazioni sulle abilità e le conoscenze criminali del reo, sulla sua eventuale relazione con la vittima e sulla familiarità con la scena del crimine.
Il modus operandi non è stabile nel tempo, ma può modificarsi da un delitto al successivo in base all’esperienza, può affinarsi quando il criminale acquisisce maggiore dimestichezza con il crimine, oppure grazie alla cultura personale o alle esperienze professionali che possono fornire al criminale conoscenze che gli permettano di raffinare il suo modo di commettere un crimine; acquisisce importanza anche il fatto che il criminale possa essere stato arrestato e possa, di conseguenza, avere acquisito conoscenze delinquenziali “più specializzate” da coloro con i quali ha condiviso il periodo di carcerazione

Tutti questi aspetti devono essere presi in considerazione da chi elabora un profilo, poiché il modus operandi di un criminale tende a riflettere la sua familiarità con tecniche o conoscenze specialistiche e ciò può fornire indizi su un sospettato.
È possibile tuttavia anche un’involuzione del modus operandi dovuto ad esempio allo stato di salute mentale del criminale, all’eventuale uso di droghe o alcool, alla sicurezza che egli sente sul fatto che le forze di polizia non arriveranno a scoprirlo.

- Firma: indica un comportamento che viene posto in essere dal criminale non tanto perché indispensabile per portare a termine l’azione criminale, quanto perché rappresenta piuttosto un bisogno psicologico, più o meno consapevole, lanciato agli investigatori.
Quando questi criminali, specie quelli seriali, mettono in atto le loro pulsioni, alcuni aspetti dei loro crimini riveleranno parte della loro personalità. La firma rappresenta un rituale, un qualcosa che il soggetto compie per soddisfare un bisogno emozionale e che va oltre i necessari atti utili alla commissione del crimine. Trattandosi di un rituale, è una parte integrante del crimine che rimane stabile, durevole e, come una firma vera e propria, è unica, diversamente dal modus operandi e si ripresenta con costanza negli eventuali successivi delitti; è un comportamento statico a differenza del modus operandi.

- Messa in scena: ossia la volontaria alterazione della scena del crimine prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.
Secondo il Crime Classification Manual, due sono le ragioni per cui un soggetto ricorre alla “messa in scena”:
a) allontanare le indagini il più lontano possibile dal maggiore sospettato;
b) proteggere la vittima o la famiglia della vittima.
Quando ci si trova davanti ad una scena manomessa, la persona responsabile è sempre un soggetto che ha una relazione o associazione con la vittima; la manomissione della scena del crimine può indicare anche un criminale che rientra nella tipologia dei criminali organizzati, i quali hanno maggiore abilità mentale ad alterare la scena.

- Undoing: consiste nella deliberata modificazione della scena del crimine, attribuita al rimorso dell’assassino, alla compassione per ciò che ha fatto e che così cerca, almeno sul piano simbolico, di distanziarsi dall’accaduto.
Alcune manifestazioni di questo comportamento sono: pulire il corpo, coprire la faccia della vittima o tutto il corpo con qualcosa. Questo può accadere specie quando un genitore uccide un bambino: È possibile trovare il bambino fasciato o con il viso coperto.
L’undoing non lo si trova solo negli omicidi familiari ma anche nei casi in cui il delinquente abbassa per se stesso l’impatto emozionale che deriva dagli atti violenti commessi sulla vittima.


È importante sottolineare che l’elaborazione del profilo non va a sostituire l’analisi investigativa ma la sua funzione è di supporto alle indagini e non sempre risulta essere necessario
[Modificato da Lanyce 17/08/2010 18:55]


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