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AVVISO IMPORTANTE: BENEDETTO XVI IN VISITA AL MONASTERO DOMENICANO DI MONTE MARIO IL 24 GIUGNO

Ultimo Aggiornamento: 25/08/2010 19:26
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23/06/2010 00:13

La comunità delle religiose di Santa Maria del Rosario incontra il Papa

Il primo monastero domenicano d'Italia



di Maria Angelica Ubbriaco
Priora del monastero domenicano
di Santa Maria del Rosario a Monte Mario

Sono trascorsi poco meno di ottanta anni dal giorno in cui quello che viene chiamato il protomonastero domenicano d'Italia fu trasferito a Monte Mario, a Roma. Era il 14 agosto 1931, infatti, quando le monache che vivevano nel monastero dei Santi Domenico e Sisto, sul colle Quirinale, trovarono definitiva sistemazione nell'ex parrocchia della Madonna del Rosario. È qui che Benedetto XVI si reca giovedì 24 giugno, dopo la visita al centro Don Orione. Ad accoglierlo troverà la comunità domenicana composta da tredici monache, di cui undici italiane, una colombiana e una slovacca.

Le origini del monastero risalgono niente meno che ai tempi della predicazione di san Domenico. Fu lui stesso a fondarlo, il 28 febbraio 1221, pochi mesi prima della sua morte. Il santo di Guzmán aveva ricevuto l'incarico da Onorio iii di occuparsi della riforma delle monache romane, fino ad allora esenti dalla clausura e senza una regola. San Domenico raccolse nel monastero di San Sisto, detto poi di San Sisto Vecchio - situato agli inizi della via Appia antica - monache provenienti da varie comunità e affidò loro una regola che prevedeva una stretta clausura. Tra le monache radunate in San Sisto vi erano quelle del vicino monastero di Santa Maria in Tempulo, che custodivano l'icona della Vergine Haghiosoritissa, che significa letteralmente "Madonna della santa urna":  si tratta di un'immagine che raffigura la Vergine orante senza il Bambino, presentata come supplice o mediatrice. L'immagine era stata trasportata da Costantinopoli a Roma da alcune monache greche nel ix secolo, per sottrarla alla furia iconoclasta.

L'icona venne dipinta probabilmente nei primi secoli del cristianesimo e forse si trovava nella più antica chiesa costruita sul sepolcro di Maria a Gerusalemme. Da qui venne trasferita a Costantinopoli per intervento dell'imperatrice Eudokia negli anni 438-439. L'immagine è alta 71,5 centimetri e larga 42,4. La Madonna è dipinta su una tavola di legno di tiglio con fondo dorato. L'icona acheropita si rifà all'originale costantinopolitano della basilica di Calchopratia. Lungo i secoli venne restaurata e ritoccata più volte, tanto che i colori e le forme originali erano stati coperti. Nel 1961 il professor Carlo Bertelli compì un delicato restauro dell'immagine, riportando i suoi colori allo splendore originario. Dopo questo intervento si è potuto affermare che l'icona è il prototipo di quasi tutte le Haghiosoritisse di Roma, anche di quella dell'Aracoeli, che si credeva fosse la prima. Il carattere bizantino dell'encolpion cruciforme, o croce greca, sul petto, con le iscrizioni "ic xc nika" è un indizio, se non della provenienza, almeno dell'ambiente fortemente grecizzante delle sue origini.

La notte del 28 febbraio 1221 san Domenico trasferì in processione la venerata icona nel monastero di San Sisto, dove rimase conservata per 354 anni. Nemmeno durante il sacco di Roma, nel 1527 - quando le monache furono costrette a rifugiarsi nel palazzo del cardinale Colonna - l'icona abbandonò il cenobio. Venne ritrovata intatta sotto le mura, nonostante l'edificio fosse stato distrutto e saccheggiato.

Nel 1575 però le monache dovettero abbandonare il monastero a causa della malaria, che ogni anno mieteva vittime, e si stabilirono nel monastero dei Santi Domenico e Sisto a Magnanapoli, nei pressi del Quirinale, attualmente sede della Pontificia Università San Tommaso d'Aquino. Ma le vicissitudini della comunità non finirono. Nel 1871 il governo italiano confiscò il monastero e alle monache venne concesso di rimanere in una piccola abitazione adiacente. Nel 1928 il governo decise di vendere l'edificio, tanto che Pio xi, venendolo a sapere, consigliò all'allora maestro generale dell'ordine dei frati predicatori, Garcia de Paredes, di acquistare l'immobile ricco di memorie storiche per sottrarlo alle speculazioni. Mussolini, dopo aver avuto assicurazione che l'ordine si sarebbe occupato della sistemazione delle monache, cedette l'edificio e la chiesa annessa. Si arrivò così al 1931, quando la comunità fu costretta a trasferirsi di nuovo. Come dimora vennero scelti i locali della parrocchia domenicana di Monte Mario, dopo che Tullio Passarelli aveva adattato una nuova ala.

Il legame tra la chiesa domenicana di Monte Mario e i Pontefici si rafforzò con Benedetto xiii, il quale amava soggiornarvi per diversi giorni all'anno. Egli fece alla chiesa molte donazioni, grazie alle quali si poté costruire il coro basso, rivestire l'altare maggiore in marmo e ricoprire la cupola di piombo per evitare infiltrazioni d'acqua. Pio ix nel 1849 concesse alla chiesa il permesso di disporre di un proprio fonte battesimale, fino ad allora riservato alla basilica di San Pietro per il territorio su cui sorgevano sue chiese filiali. Le monache, poi, ebbero la gioia di incontrare il 14 agosto 1931 Pio xi in Vaticano durante il trasferimento a Monte Mario. L'ultima visita di un Pontefice risale al 16 novembre 1986, quando Giovanni Paolo ii sostò nel monastero, dopo l'incontro con i parrocchiani di Santa Maria Stella Mattutina.

La visita di Benedetto XVI anticipa di alcuni giorni una festa molto cara alla comunità, quella della traslazione dell'icona mariana, che viene celebrata il 27 giugno. Per concessione pontificia del 15 maggio 1644, le monache al mattutino cantano la Leggenda sull'origine e sulle peregrinazioni dell'immagine. Si tratta di un racconto dell'xi secolo, che riferisce come gli apostoli, dopo la risurrezione di Cristo, decisero di far realizzare dall'evangelista Luca un dipinto della Vergine Maria. La Leggenda narra che prima ancora che l'apostolo mettesse mano ai colori, dopo averne disegnati i lineamenti, l'immagine prese forma miracolosamente, perché l'opera non apparisse come sforzo umano ma come espressione della virtù di Dio.

Il monastero è anche caro all'ordine dei frati predicatori per un'altra particolarità:  conserva numerose reliquie, tra le quali una parte del cranio di san Domenico, il suo breviario, la tibia di san Tommaso d'Aquino, una mano di santa Caterina da Siena, frammenti del corpo di san Pietro da Verona, alcuni carteggi tra il beato Giordano di Sassonia con la beata Diana d'Andalò. È questa comunità che, proseguendo la sua missione nel carisma di san Domenico, attende e sostiene con la preghiera e il sacrificio il successore di Pietro.



(©L'Osservatore Romano - 23 giugno 2010)

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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23/06/2010 00:18

Trovate altre notizie della nascita di questo primo Monastero a Roma, qui:

La Basilica di S.Sisto all'Appia, splendore di Madre Lalia

con la bellissima icona di cui si parla....

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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23/06/2010 00:33

Giovedì prossimo, il Papa in visita al Centro "Don Orione" e al Monastero domenicano di Monte Mario. La testimonianza della priora, suor Maria Angelica

Grande attesa al Centro “Don Orione” di Roma-Monte Mario, dove Benedetto XVI si recherà la mattina di giovedì prossimo. L’occasione della visita è la benedizione della statua di Maria “Salus populi romani”, dopo il lavoro di restauro e la ricollocazione dell’immagine sulla torretta dell’edificio, avvenuta il 15 giugno scorso. Lasciato il Centro, il Pontefice raggiungerà il Monastero Domenicano di Santa Maria del Rosario a Monte Mario, dove incontrerà la comunità delle Monache di clausura. Proprio alla priora del Monastero, suor Maria Angelica, Federico Piana ha chiesto di raccontare come la comunità monastica si sta preparando a questo importante avvenimento:

R. – Innanzitutto c'è lo stupore per il fatto che il Santo Padre ci degni di venire qui. C'è poi una preparazione spirituale, perché, come ci diciamo sempre tra noi consorelle, il Papa non è soltanto il vicario di Cristo, ma per noi è “il dolce Cristo in terra”, prendendo le parole della nostra consorella Santa Caterina da Siena. L’attesa è di gioia, intensa gioia, di gratitudine al Signore, perché la nostra vita, la nostra comunità ha un impegno fortissimo per la preghiera per il Santo Padre ogni giorno. Per questo, non poteva farci un dono più grande il Signore: vedere il Papa da vicino.

D. – Cosa state facendo per prepararvi? Quali sono le attività che state dedicando alla visita del Papa?

R. – Intanto stiamo preparando dei doni: un reliquiario della nostra novizia iconografa. Le stiamo facendo fare una riproduzione della Madonna di San Luca.

D. – Nel monastero sono custodite le antiche icone della Vergine, detta "Madonna di San Luca", del VII secolo. Ci racconta perché è importante questa icona?

R. – Per noi è importantissima, perché l'icona è stata la prima ad entrare nella clausura, nel monastero di San Sisto Vecchio. Quindi, per noi rappresenta la Madonna e ci ha preceduto, è entrata prima di noi nel monastero. Poi, perché San Domenico l’ha portata con le sue mani in processione, a piedi scalzi, di notte da Santa Maria in Tempulo a San Sisto. Quindi, per noi l’icona della Madonna è un simbolo grandissimo, come il Crocifisso di San Damiano per San Francesco. Rappresenta tutta la tradizione domenicana per l’istituzione del Rosario da parte di San Domenico ed è stata proprio la Vergine Santa, che ha sostenuto tutta l’attività dell’opera di San Domenico.

D. – Vogliamo anche raccontare la storia in sintesi - 800 anni sono tanti - del vostro monastero?

R. – Ha avuto inizio il 28 febbraio del 1221, presso la Basilica di San Sisto, quando San Domenico ebbe come incarico dal Papa, Onorio III, di riunire insieme questi monasteri, che già esistevano a Roma, ma che non avevano più una clausura. San Domenico li ha riuniti il 28 febbraio 1221, portando questa icona, e dietro di lui tutte le monache che hanno aderito a questo progetto di rifondazione della clausura a Roma. Nel 1575 si trasferì al nuovo monastero dei Santi Domenico e Sisto, che fu costruito da San Pio V, attuale sede dell’Università Angelicum. E poi dal 1931 siamo qui a Monte Mario. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

Radio Vaticana


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24/06/2010 18:11

Il Papa celebra l'Ora media con le domenicane del monastero di Santa Maria del Rosario

Pregate per la santificazione della Chiesa


Al termine della visita al centro Don Orione, il Papa ha raggiunto il vicino monastero di Santa Maria del Rosario, dove ha celebrato l'Ora media con la comunità delle domenicane. Prima della benedizione ha pronunciato la seguente omelia.

Care sorelle,
a ciascuna di voi rivolgo le parole del Salmo 124, che abbiamo appena pregato:  "La tua bontà, Signore, sia con i buoni e con i retti di cuore" (v. 4).
 
È innanzitutto con questo augurio che vi saluto:  su di voi sia la bontà del Signore. In particolare, saluto la vostra Madre Priora, e la ringrazio di cuore per le gentili espressioni che mi ha indirizzato a nome della Comunità. Con grande gioia ho accolto l'invito a visitare questo Monastero, per poter sostare insieme con voi ai piedi dell'immagine della Madonna acheropita di san Sisto, già protettrice dei Monasteri Romani di Santa Maria in Tempulo e di San Sisto.

Abbiamo pregato insieme l'Ora Media, una piccola parte di quella Preghiera Liturgica che, come claustrali, scandisce i ritmi delle vostre giornate e vi rende interpreti della Chiesa-Sposa, che si unisce, in modo speciale, con il suo Signore.

Per questa preghiera corale, che trova il suo culmine nella partecipazione quotidiana al Sacrificio Eucaristico, la vostra consacrazione al Signore nel silenzio e nel nascondimento è resa feconda e ricca di frutti, non solo in ordine al cammino di santificazione e di purificazione personale, ma anche rispetto a quell'apostolato di intercessione che svolgete per la Chiesa intera, perché possa comparire pura e santa al cospetto del Signore.

Voi, che ben conoscete l'efficacia della preghiera, sperimentate ogni giorno quante grazie di santificazione essa possa ottenere alla Chiesa.

Care sorelle, la comunità che voi formate è un luogo in cui poter dimorare nel Signore; essa è per voi la nuova Gerusalemme, a cui salgono le tribù del Signore per lodare il nome del Signore (cfr. Sal 121, 4). Siate grate alla divina Provvidenza per il dono sublime e gratuito della vocazione monastica, a cui il Signore vi ha chiamate senza alcun vostro merito.
 
Con Isaia potete affermare "il Signore mi ha plasmato suo servo fin dal seno materno" (Is 49, 5). Prima ancora che nasceste, il Signore aveva riservato a Sé il vostro cuore per poterlo ricolmare del suo amore. Attraverso il sacramento del Battesimo avete ricevuto in voi la Grazia divina e, immerse nella sua morte e risurrezione, siete state consacrate a Gesù, per appartenerGli esclusivamente.
 
La forma di vita contemplativa, che dalle mani di san Domenico avete ricevuto nelle modalità della clausura, vi colloca, come membra vive e vitali, nel cuore del corpo mistico del Signore, che è la Chiesa; e come il cuore fa circolare il sangue e tiene in vita il corpo intero, così la vostra esistenza nascosta con Cristo, intessuta di lavoro e di preghiera, contribuisce a sostenere la Chiesa, strumento di salvezza per ogni uomo che il Signore ha redento con il suo Sangue.

È a questa fonte inesauribile che voi attingete con la preghiera, presentando al cospetto dell'Altissimo le necessità spirituali e materiali di tanti fratelli in difficoltà, la vita smarrita di quanti si sono allontanati dal Signore. Come non muoversi a compassione per coloro che sembrano vagare senza meta? Come non desiderare che nella loro vita avvenga l'incontro con Gesù, il solo che dà senso all'esistenza?

Il santo desiderio che il Regno di Dio si instauri nel cuore di ogni uomo, si identifica con la preghiera stessa, come ci insegna sant'Agostino:  "Ipsum desiderium tuum, oratio tua est; et si continuum desiderium, continua oratio":  "il tuo desiderio è la tua preghiera; e se è desiderio permanente, continuo, è anche preghiera continua" (cfr. Ep. 130, 18-20); perciò, come fuoco che arde e mai si spegne, il cuore è reso desto, non smette mai di desiderare e sempre innalza a Dio l'inno della lode.

Riconoscete perciò, care sorelle, che in tutto ciò che fate, al di là dei singoli momenti di orazione, il vostro cuore continua ad essere guidato dal desiderio di amare Dio. Con il Vescovo di Ippona, riconoscete che è il Signore ad avere messo nei vostri cuori il suo amore, desiderio che dilata il cuore, fino a renderlo capace di accogliere Dio stesso (cfr. In Io. Ev. tr. 40, 10). Questo è l'orizzonte del pellegrinare terreno! Questa è la vostra meta! Per questo avete scelto di vivere nel nascondimento e nella rinuncia ai beni terreni:  per desiderare sopra ogni cosa quel bene che non ha uguali, quella perla preziosa che merita la rinuncia ad ogni altro bene per entrarne in possesso.
 
Possiate pronunciare ogni giorno il vostro "sì" ai disegni di Dio, con la stessa umiltà con cui ha detto il suo "sì" la Vergine Santa. Ella, che nel silenzio ha accolto la Parola di Dio, vi guidi nella vostra quotidiana consacrazione verginale, perché possiate sperimentare nel nascondimento la profonda intimità da Lei stessa vissuta con Gesù. Invocando la sua materna intercessione, insieme a quella di san Domenico, di santa Caterina da Siena e dei tanti santi e sante dell'Ordine Domenicano, imparto a tutte voi una speciale Benedizione Apostolica, che estendo volentieri alle persone che si affidano alle vostre preghiere.


(©L'Osservatore Romano - 25 giugno 2010)





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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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24/06/2010 18:15

In ogni momento della giornata, "il vostro cuore continua ad essere guidato dal desiderio di amare Dio", per questo "avete scelto di vivere nel nascondimento e nella rinuncia ai beni terreni: per desiderare sopra ogni cosa quel bene che non ha uguali, quella perla preziosa che merita la rinuncia ad ogni altro bene per entrarne in possesso". Con queste parole Benedetto XVI ha salutato le claustrali del Monastero domenicano Santa Maria del Rosario di Monte Mario. Qui il Papa ha celebrato stamani l''Ora Media e ha sostato ai piedi della Madonna acheropita di san Sisto, dopo la visita al Centro Don Orione. "La forma di vita contemplativa, che dalle mani di san Domenico avete ricevuto nelle modalità della ...


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[Modificato da Caterina63 25/08/2010 19:26]
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