La schiena dritta del livoroso Massimo è un manifesto alla fiera mia adolescenza che fu, e attestato tangibile della persistenza -se dio vuole- di nicchie di sobrietà e nobiltà artistica.
Il prodigio manifestatosi dinanzi ai miei occhi giovedì sera riconcilia intime nostalgie con recenti pudori: una centrifuga di vibrazioni genuine e di voce grintosa al fiele, di oneste, sontuose, chitarre.
Il concerto -salutato alla fine da una totale ovazione in piedi di altrettante schiene erette- è di fatto stato un vigoroso e festoso "de profundis" ai karaoke, ai playback e agli schiavi della musica di mmmerda [cit.], soffocati tutti sotto l'importante pancione da oste messo su dal brizzolato genio scaligero.
Tributate i "dieci eurini dieci" al prezioso DVD di Bubola appena partorito e dimenticherete per un po' talune altre videocassette del 1990: andate e "bevetene" tutti.
Insomma, si sarà compreso: anch'io vorrei cantare ai [tanti] sordi la lunga ballata dei luminosi giorni.
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