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Grecia - situazione della crisi economica

Ultimo Aggiornamento: 21/07/2015 09:38
29/04/2011 12:17
 
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marco---, 28/04/2011 10.42:

grecia, quello che ci aspetta: molto peggio della prima crisi (Fonte: idealista.it - 28/04/2011)

la grecia, sembra ormai quasi chiaro, non ce la farà a restituire al fondo monetario il denaro che ha preso in prestito un anno fa per non andare in banca rotta. e la discussione europea gira intorno alle conseguenze di un possibile default di uno dei tre paesi periferici che non riuscisse a sdebitarsi. ma cosa succederebbe davvero se questo avvenisse e chi paga?

secondo quanto ha affermato uno degli esponenti direttivi della banca centrale europea, juergen stark, "una ristrutturazione del debito greco avrebbe vita breve e porterebbe a considerevoli svantaggi". o detto in parole povere, la ristrutturazione di uno qualsiasi dei debiti sovrani nell'eurozona farebbe precipitare l'intera area in una crisi bancaria peggiore di quella seguita al crack di lehman brothers

quindi quale sarebbe la solzione? secondo stark la migliore sarebbe la sospensione del pagamento dei debiti da parte della grecia, anche se non risolverebbe il problema della grecia. e a questo proposito dice l'esponente della bce, il governo di turno dovrebbe chiedere un pacchetto addizionale di aiuti, visto che nel caso della sospensione il pericolo sarebbe l'effetto domino sulle banche degli altri paesi dell'eurozona

ma a parte gli effetti diretti sulle banche, se l'europa concedesse una sospensione alla grecia, questo aprirebbe alla probabile sospensione per tutti i paesi in difficoltà e di conseguenza tutte le banche esposte al debito di questi ultimi, anche le più ricche come francia e germania, cadrebbero in una recessione peggiore di quella in cui l'europa è entrata nel 2007




"Cul de Sac" [SM=g1750865] ... il c...o del Sacco [SM=p7579]
29/04/2011 13:12
 
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Pericolo domino per i Cds sulla Grecia

di Isabella Bufacchi 29 aprile 2011


Pecora nera del mercato mondiale dei derivati fuori borsa – per lo meno agli occhi di un'Europa alle prese con l'indomabile crisi del debito pubblico – il credit default swap sul rischio sovrano non perde occasione per esasperare gli animi degli operatori.

I crescenti timori sull'inevitabilità della ristrutturazione dei titoli di stato greci sono stati accompagnati in questi giorni dall'incremento del costo dei Cds sulla Grecia: questi contratti hanno toccato quota 1.300 centesimi di punto percentuale (13%) equivalente a un costo di 1,3 milioni all'anno per assicurarsi contro l'eventualità della bancarotta di Atene, per 5 anni su 10 milioni di debito greco (dove un centesimo di punto percentuale o punto base equivale a 1.000 euro). Quel che però l'Europa intende evitare a tutti i costi è proprio l'attivazione di questi swap nel caso di rimodulazione del debito greco: per scongiurare il pericolo di un effetto-domino negativo con ripercussioni imprevedibili.

Gli studi legali di banche e investitori che hanno in portafoglio grandi quantità di titoli greci o che hanno venduto i Cds sulla Grecia sono già al lavoro per valutare cosa accadrà nel peggiore dei casi possibili, il "worst case scenario" che di questi tempi è sul tavolo di tutti i trader. Una tesi avanzata dagli addetti ai lavori è che l'assicurazione dei Cds sulla Grecia non scatterà (non sarà rimborsato il danno da parte dell'assicuratore) nel caso in cui la ristrutturazione dovesse essere fatta su base volontaria.

Per quanto riguarda le agenzie di rating e la documentazione dei contratti swap, tuttavia, un evento di default avviene nel momento in cui gli interessi sul debito o il rimborso del capitale non sono pagati puntualmente e integralmente. Questo significa che nel caso in cui le durate dei titoli di stato greci dovessero essere allungate, o le cedole abbassate, in automatico scatterebbe il default. Nel gergo tecnico, si tratta del famigerato "trigger credit event". Tutto sta a capire, a questo punto, cosa accadrebbe nel caso in cui la Grecia dovesse proporre ai sottoscrittori dei bond una ristrutturazione del debito senza haircut (taglio sul capitale) e se questi dovessero accettare su base volontaria: c'è chi avanza l'ipotesi, come Deutsche Bank, che questo potrebbe bastare per bloccare l'attivazione dei Cds.

I margini di manovra per la Grecia ci sono: la stragrande maggioranza dei titoli di stato greci è regolata dalla legge nazionale greca, che, stando agli esperti potrebbe facilitare questo tipo di ristrutturazione "soft". I pochi titoli greci che sottostanno alle leggi internazionali hanno già incorporata la "collective action clause" e prevedono la modifica dei termini del prestito previo consenso dei creditori, senza imposizioni. I credit default swap sulla Grecia sono però piccola cosa rispetto ai problemi del Paese: il loro controvalore nozionale ammonta al 6% circa del volume dei titoli di stato in circolazione. I Cds sul rischio sovrano gettano sicuramente benzina sul fuoco della crisi del debito dei periferici: una tanica di benzina dentro un vulcano acceso.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

29/04/2011 14:11
 
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piiig virtuosi e non...

l'ue lo manda a dire:

11:51 - Conti pubblici: Rehn, Italia cominci presto a ridurre debito (RCO)

La nuova 'governance' economica enfatizza questa necessita'

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 13 mag - In Italia
il debito pubblico in rapporto al pil ha raggiunto il suo
massimo e ora "e' importante che si cominci presto a
ridurlo". Lo ha detto il commissario Ue Olli Rehn che ha
ricordato come la 'governance' economica nella Ue "abbia
messo l'enfasi sulla necessita' di ridurre il debito
pubblico".



12:05 - Conti pubblici: Rehn, Italia cominci presto a ridurre debito -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 13 mag - Il
commissario agli affari economici non ha risposto a chi gli
ha chiesto che cosa dovesse fare l'Italia dal momento che,
secondo le stime pubblicate oggi, non rispetterebbe
l'impegno a portare il deficit/pil sotto il 3% entro il
2012, limitandosi a parlare della necessita' di stabilizzare
rapidamente il debito pubblico per poi ridurlo nel quadro
delle nuove regole europee di disciplina di bilancio che
pongono un accento "molto forte" proprio sul debito
pubblico.



e noi eravamo quelli che "stavano meglio degli altri", eppero' chiedevamo (tremorti e b.) gli eurobond, per farci pagare i buffi dagli altri...


...a chiedere gli eurobond ora si aggiungono anche gli altri piiigs:

1:27 - Grecia: Papandreu, fedele all'euro e favorevole all'eurobbligazione

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Oslo, 13 mag - Il Primo
Ministro greco, George Papandreou, ha ribadito il suo
impegno verso l'euro venerdi' e ha espresso il suo sostegno
per la creazione di un'obbligazione europea comune per porre
rimedio alle carenze dell'unione monetaria. "Abbiamo deciso
di difendere l'euro. Non possiamo tornare indietro. E
comunque non ci muoviamo", ha detto Papandreu al vertice dei
socialdemocratici di Oslo. "Abbiamo creato l'unione
monetaria, ma siamo solo meta' della battaglia", ha detto.
Tra le misure atte a completare l'unione economica e
monetaria, il primo ministro greco ha sollecitato la
creazione di un "obbligazione europea comune" o "Eurobond".


intendiamoci: in teoria gli eurobond sarebbero l'equivalende dei bond USA, il cosiddetto "debito federale", che si aggiunge ai bond nazionali (il debito degli stati), chiedete alla california di schwartzy come stanno messi loro...

[SM=g1750163]

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21/05/2011 09:02
 
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B+
Fitch declassa rating Grecia
"B+" con implicazioni negative

L'agenzia abbassa di tre gradini dal precedente BB+ e aggiunge: sotto osservazione per nuove possibili bocciature. Preoccupa l'attuazione di radicali riforme fiscali. Senza nuovi aiuti dalla Ue e dal Fmi, potrebbe arrivare un ulteriore taglio a CCC. La Lagarde: "Il Paese è a rischio default". Chiusura negativa per le Borse europee
Il rappresentante del Fondo monetario internazionale, Paul Thomas, all'entrata del ministero dell'interno greco, ad Atene
ROMA - Fitch ha tagliato a 'B+' il merito di credito della Grecia, abbassandolo di ben tre gradini dal precedente 'BB+'. Lo comunica la stessa agenzia di rating in una nota, spiegando che il suo giudizio è in "rating watch negativo", sotto osservazione, cioè, per possibili nuove bocciature. L'agenzia ha spiegato la decisione affermando che "il calo riflette le sfide di fronte alla Grecia nell'attuazione di un programma di riforme radicale a livello fiscale e strutturale necessario per garantire la solvibilità dello stato e le basi di una ripresa sostenuta". Confermato a B il giudizio sulle emissioni del debito a breve.

Senza un nuovo programma d'aiuti alla Grecia interamente finanziato dall'Unione europea e dal Fondo monetario internazionale, Fitch potrebbe nuovamente tagliare il rating greco portandolo alla categoria 'CCC', "che indica alta probabilità di default", scrive ancora in una nota l'agenzia, aggiungendo che la "ristrutturazione soft" adombrata dall'Unione europea, cioè una dilazione delle rate sul debito, sarebbe considerata un evento di default.

E non rasserenano le parole pronunciate dal ministro delle Finanze francese Christine Lagarde, data come favorita per la successione di Dominique Strauss-Kahn alla guida del Fondo monetario internazionale, che, in un'intervista al quotidiano austriaco Der Standard citata dall'agenzia Bloomberg, afferma che la Grecia è a rischio default, aggiungendo che "i ministri finanziari europei
hanno espresso forti dubbi riguardo ai lenti progressi " compiuti da Atene nel processo di risanamento finanziario. Lagarde ha sottolineato in particolare come la Grecia stia portando avanti troppo lentamente il programma di privatizzazioni. Al tempo stesso, il ministro francese ha escluso l'ipotesi di una ristrutturazione o riscadenzamento del debito greco ma anche chiarito che "non si è mai pensato" a una uscita della Grecia dall'euro.
......

I timori per la crisi del debito greco spingono in ribasso l'euro, che chiude le contrattazioni a 1,4157 dollari, vicino ai minimi di seduta. La moneta comune arretra anche sullo yen a 115,67. Stabile a 81,67 il cambio dollaro/yen.
link

[SM=g2232945]
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Vojo vede na righina nera discendente.

21/05/2011 13:26
 
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grecia vs. italia

fonte: repubblica


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"Crescita debole e riforme incerte"
da S&P outlook negativo per l'Italia


L'agenzia conferma il rating A+ al debito a lungo termine ma si mostra pessimista per un "potenziale ingorgo politico" che "potrebbe contribuire ad un rilassamento" della sua gestione. Tremonti: "Il Paese rispetterà i suoi impegni, non c'è alcun rischio di paralisi politica". Bersani: "Invece di parlare a vanvera di Stalingrado, si dovrebbero attuare le necessarie riforme"

ROMA - L'agenzia Standard & Poor's ha tagliato l'outlook dell'Italia da stabile a negativo, confermando il rating A+ al debito a lungo termine. E' quanto si legge in una nota, in cui si sottolinea che "le attuali prospettive di crescita sono deboli e l'impegno politico per riforme che aumentino la produttività sembra incerto".

Secondo S&P's in una nota diffusa nella notte in cui ha confermato anche il rating A-1+ al debito a breve, "il potenziale ingorgo politico potrebbe contribuire ad un rilassamento nella gestione del debito pubblico". "Come risultato - sottolinea l'agenzia - crediamo che le prospettive dell'Italia per ridurre il debito pubblico siano diminuite".

Secca la risposta di Tremonti: "L'Italia rispetterà i suoi impegni. le valutazioni espresse e confermate nei giorni scorsi dalle principali organizzazioni internazionali sono molto diverse da quelle espresse oggi da Standard & Poor's". Inoltre i dati della crescita economica e del bilancio pubblico "sono stati costantemente migliori del previsto". "L'unico elemento nuovo, pare costituito dal rischio di una possibile 'paralisi' politica.
(political gridlock). Questa è da escludere in assoluto", sottolinea una nota ufficiale del ministero dell'economia. "Per quanto riguarda l'economia, il governo ha avviato ed intensificherà il ciclo di interventi riformatori; per quanto riguarda il bilancio pubblico, sono in avanzata fase di preparazione i provvedimenti mirati
al rispetto dell'obiettivo di pareggio di bilancio per il 2014. Questi avranno entro luglio l'approvazione da parte del Parlamento".

L'outlook negativo sull'Italia riflette "la previsione di S&P's dei rischi collegati al piano di riduzione del debito nel periodo 2011-2014 e implica una possibilità su tre che i rating possano essere ridotti nei prossimi 24 mesi". Secondo l'agenzia, "i rischi sono connessi alla crescita dell'economia più debole delle nostre attuali stime, che prevedono un +1,3% nel periodo 2011-2014".

Per questo motivo, "il debito dell'Italia potrebbe ristagnare agli attuali alti livelli". D'altro canto, avverte comunque l'agenzia, "se il governo riesce ad ottenere sostegno politico per l'attuazione di riforme strutturali a favore della competitività, ponendo le basi per una crescita economica più elevata ed una più veloce riduzione del debito, i rating potrebbero rimanere al livello attuale".

Secondo S&P "la limitata capacità dell'economia italiana di beneficiare del rafforzamento della domanda esterna riflette la bassa crescita della produttività, la limitata mobilità nel mercato del lavoro, e una costante erosione di competitività internazionale negli ultimi dieci anni". "Anche se questi fattori influenzano l'economia italiana da oltre un decennio - sottolinea l'agenzia - il loro impatto sulla crescita e, di conseguenza, la dinamica del debito, è maggiore ora a causa dell'intensificarsi della concorrenza nei settori chiave per l'esportazione, dell'ulteriore apprezzamento del tasso di cambio reale deflazionato dalle dinamiche salariali e del rischio di un aumento dei costi della raccolta nei settori pubblico e privato".

Standard & Poor's ritiene che "le misure strutturali attuate nel 2010 e quelle contenute nel Piano Nazionale di Riforma recentemente aggiornato non siano sufficienti a stimolare la crescita economica nel medio termine". Inoltre, S&P ritiene che "la crescente fragilità dell'attuale coalizione di governo renda più impegnativa la tempestiva attuazione delle riforme strutturali più significative che favoriscono la crescita". "Se la debole crescita economica dovesse persistere - secondo S&P - il risultato di bilancio probabilmente non raggiungerà in modo significativo gli obiettivi del governo e quindi farà deragliare il piano di riduzione del debito contenuto nel Programma di Crescita e Stabilità".

S&P è convinta che "nel lungo termine le prospettive di crescita potrebbero ulteriormente diminuire a causa dello sfavorevole profilo demografico in Italia". "Il costo legato agli interessi sul debito pubblico italiano - afferma ancora l'outlook - è pari a oltre il 10% delle entrate pubbliche nel 2011, superiore del 7,5%, al livello mediano della categoria di rating 'A' e previsto in ulteriore aumento". "Gli interessi passivi - prosegue la nota - riflettono l'impatto dell'elevato indebitamento pubblico sulle finanze italiane. Dall'altro lato, i solidi bilanci delle famiglie e delle aziende hanno consentito al governo di finanziarsi a tassi storicamente bassi e S&P si attende che questi tassi bassi potrebbe facilitare un consolidamento fiscale più graduale rispetto ad altri paesi dell'Europa meridionale". "La posizione netta sull'estero delle aziende italiane (compresi gli investimenti diretti esteri e il patrimonio netto) è pari al 42% del Pil, equivalente al doppio della posizione debitoria netta sull'estero del settore finanziario - afferma ancora l'agenzia - Tuttavia, la posizione debitoria netta sull'estero del settore pubblico è pari a 782 miliardi di euro (50% del Pil).

La decisione di S&P ha provocato anche una dura reazione del segretario del Pd, Pierluigi Bersani: "Mentre chi dovrebbe governare chiacchiera a reti unificate di Stalingrado e amenità varie, Standard and Poor's annuncia le sue nuove decisioni. Non c'è bisogno delle agenzie di rating per sapere che il paese deve liberarsi urgentemente dalle divagazioni e dalle cialtronesche vanaglorie personali di cui è vittima e deve assolutamente concentrarsi su una diversa politica economica e su un programma stringente di riforme. Lo diciamo da tempo: con meno di questo si annunciano problemi serissimi".

(21 maggio 2011)



speculazioni a parte, una cosa e' certa: un governo che fa compravendita di parlamentari al solo scopo di restare in piedi per evitare il carcere a b, non potra' tenere sotto controllo la spesa, nel paese principe del voto di scambio, a meno di tagli lacrime e sangue e di aumenti di tasse (quelli occulti alla tremonti)

[SM=g2233315] [SM=g2233315] [SM=g2233315]
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21/05/2011 15:49
 
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Re: grecia vs. italia
laplace77, 21/05/2011 13.26:


fonte: repubblica


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"Crescita debole e riforme incerte"
da S&P outlook negativo per l'Italia



speculazioni a parte, una cosa e' certa: un governo che fa compravendita di parlamentari al solo scopo di restare in piedi per evitare il carcere a b, non potra' tenere sotto controllo la spesa, nel paese principe del voto di scambio, a meno di tagli lacrime e sangue e di aumenti di tasse (quelli occulti alla tremonti)

[SM=g2233315] [SM=g2233315] [SM=g2233315]



Equitalia, proteste allevatori: sequestrato l’esattore Ad ogni lavoro i suoi rischi.

Quello per l’esattore delle tasse? Di essere sequestrato per ore. É accaduto a Lonigo un comune vicentino dove, un dipendente di Equitalia di Vicenza, presentatosi ieri 20 maggio, in un’azienda agricola con una cartella esattoriale da 587 mila euro, dovuta ad una multa per lo sforamento delle quote latte, è stato sequestrato per cinque ore da sei allevatori di bestiame.

www.ilquotidianoitaliano.it/cronaca/2011/05/news/equitalia-gli-allevatori-protestano-e-sequestrano-lesattore-852...


Non ce la faccio piùùùùùùù (Beppe Grillo)



21/05/2011 16:53
 
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Re: Re: grecia vs. italia
serafin., 21/05/2011 15.49:



Equitalia, proteste allevatori: sequestrato l’esattore Ad ogni lavoro i suoi rischi.

Quello per l’esattore delle tasse? Di essere sequestrato per ore. É accaduto a Lonigo un comune vicentino dove, un dipendente di Equitalia di Vicenza, presentatosi ieri 20 maggio, in un’azienda agricola con una cartella esattoriale da 587 mila euro, dovuta ad una multa per lo sforamento delle quote latte, è stato sequestrato per cinque ore da sei allevatori di bestiame.

www.ilquotidianoitaliano.it/cronaca/2011/05/news/equitalia-gli-allevatori-protestano-e-sequestrano-lesattore-852...


Non ce la faccio piùùùùùùù (Beppe Grillo)






Siamo tornati a qualche secolo fa, dalle nostre parti storie popolari narrano le vicende di esattori che si avventurarono sulle montagne del lario facendo perdere definitivamente le proprie tracce........... [SM=g6942]




[Modificato da grella 21/05/2011 19:54]
--- $ 100 WILL BUY THIS CAR MUST HAVE CASH LOST ALL ON THE SOTCK MARKET---
21/05/2011 18:09
 
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Re: Re: Re: grecia vs. italia
grella, 21/05/2011 16.53:



Siamo tornati a qualche centinai d'anni fa, dalle nostre parti storie popolari narrano le vicende di esattori che si avventuravano sulle montagne del lario facendo perdere definitivamente le proprie tracce........... [SM=g6942]






e quelli erano allevatori di mucche, pensa se erano allevatori di maiali...



[SM=g7574]

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Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
21/05/2011 23:44
 
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Re: Re: Re: grecia vs. italia
grella, 21/05/2011 16.53:



Siamo tornati a qualche secolo fa, dalle nostre parti storie popolari narrano le vicende di esattori che si avventurarono sulle montagne del lario facendo perdere definitivamente le proprie tracce........... [SM=g6942]








amici miei per certi personaggi marca mooooooooolto male 16 giugno tutti in piazza a roma contro equitalia

facebook altri forum e blog gli amici spagnoli le tasse i popoli del nord africa in rivolta ....contagio... son senza lavoro... uno con la cravatta mi chiede 600 mila euro di multa

sistemi di riscossione da vecchi pubblicani dell antico impero romano disperazione oppressione


Non ce la faccio piuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu (Beppe Grillo)



PS. ¡No pasarán!



[Modificato da serafin. 21/05/2011 23:46]
22/05/2011 08:39
 
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«Atene privatizzi subito»

Vittorio Da Rold
22 maggio 2011

La Grecia si appresta ad annunciare domani parte della manovra straordinaria di riduzione del deficit per oltre 6 miliardi di euro. Gli interventi riguardano nuove entrate attraverso un piano di dismissioni e tagli alla spesa (tra cui l'aumento delle imposte sulla casa, la riduzione della soglia di esenzione fiscale per aziende e lavoratori autonomi, aumenti di Iva e accise sui carburanti).
I nuovi interventi, decisi su pressione della troika di esperti Ue-Fmi-Bce in questi giorni ad Atene, serviranno a centrare l'obiettivo di ridurre il deficit 2011 al 7,4% del Pil dopo lo sforamento al 10,5% nel 2010, rispetto al 9,6% previsto dal piano di rientro.
Domani il ministro delle Finanze, George Papacostantinou, presenterà una lista parziale di beni da privatizzare ma non ancora l'elenco completo di asset da mettere sul mercato per un valore di 50 miliardi di euro entro il 2015 sui 280 miliardi di beni che lo Stato possiede in totale, così da poter accedere al prestito supplementare Ue-Fmi che gli permetterebbe di pagare i 60 miliardi di debiti previsti nel 2012 e 2013. E per accelerare sulle privatizzazioni, strada ormai inevitabile per evitare il default, Atene potrebbe pensare alla creazione di un'apposita agenzia indipendente sull'esempio della Treuhandanstalt tedesca, nata in Germania dopo la caduta del muro. Il plauso all'idea arriva dal presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, intervistato da Der Spiegel. «Apprezzerei la creazione da parte dei nostri amici greci di un'agenzia indipendente dal governo, in cui far sedere esperti stranieri», ha detto Juncker.
Oltre alle privatizzazioni ci sono i tagli e aumenti d'imposta. Nella manovra si parlerebbe anche di aumento delle tasse per i proprietari di immobili con un patrimonio di valore superiore a 400mila euro (la cui esenzione sarebbe ridotta a 300mila retroattivamente a gennaio 2010), della riduzione delle indennità pagate ai dipendenti pubblici e della nuova tassa sulle bevande analcoliche.
La troika Ue-Fmi-Bce venerdì si è lamentata pesantemente dei ritardi con cui il Governo Papandreou sta mettendo a punto la manovra-bis visto che Atene ha bisogno di altri aiuti in aggiunta ai 110 miliardi di euro di prestiti già decisi un anno fa: si parla di 60 miliardi in due anni, anche se la somma sarà decisa solo dopo l'esito della missione Ue, Bce ed Fmi nella capitale.
Il Governo dovrebbe presentare nuovi tagli a stipendi, pensioni e sussidi sociali, oltre alla chiusura di enti statali, al congelamento delle assunzioni nel settore pubblico e a massicce privatizzazioni a partire da Ote, il principale operatore telefonico del Paese.
«La Grecia deve tornare in carreggiata sui conti. Per questo deve privatizzare di più di quanto previsto nel 2011, deve procedere con le riforme strutturali, deve assicurarsi che vi sia un accordo bipartisan tra i partiti per le riforme», ha detto ieri sempre Juncker, a margine di un conferenza a Stoccarda. «Solo quando queste condizioni saranno soddisfatte si potranno fare passi successivi», ha concluso.
Intanto non si attenua la polemica che vede contrapposta la Bce ai politici come Juncker stesso, che ipotizzano una ristrutturazione "soft" del debito greco con allungamento delle scadenze. Juergen Stark, membro tedesco del comitato esecutivo della Bce, ha detto che in caso di ristrutturazione «sarebbe impossibile continuare a fornire liquidità» alle banche greche, cioè non verrebbero più accettati come collaterali i bond greci. L'Eurotower ha comprato 40 miliardi di titoli di Stato greci e ha prestato oltre 91 miliardi alle banche greche a fronte di circa 144 miliardi di garanzie, in parte bond governativi ellenici.
Certo, nello statuto della Bce c'è solo scritto che l'istituto può prestare alle banche a fronte di adeguato "collaterale". Ma sull'acquisto di bond da parte della Bce Alex Weber, ex presidente Bundesbak, si scontrò violentemente con Trichet fino a provocare una polemica che lo condusse alle clamorose dimissioni dall'incarico. Insomma il tema è controverso e una ristrutturazione provocherebbe perdite nei bilanci della stessa Bce.
Intanto l'Fmi ha approvato ieri il prestito da 26 miliardi di euro a favore del Portogallo. Si tratta della prima tranche dell'accordo di salvataggio messo a punto d'intesa con la Ue per aiutare Lisbona a uscire dalla crisi del debito sovrano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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23/05/2011 17:14
 
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La Grecia vara un nuovo piano di tagli per coprire il buco di bilancio da 6,5 miliardi

di Vittorio Da Rold 23 maggio 2011


Il governo gerco vara un programma di tagli per coprire il buco di 6,5 miliardi nel bilancio 2011. Inizia così una corsa contro il tempo per ottenere il via libera alla concessione della quinta tranche dell'aiuto di 110 miliardi concesso alla Grecia un anno fa per uscire dalla crisi del debito. Tranche senza la quale «per la Grecia potrebbe probabilmente significare il fallimento», ha affermato il premier in un'intervista al giornale ateniese Ethnos.

Il Consiglio dei ministri previsto per oggi pomeriggio dovrà approvare il primo pacchetto delle imprese a partecipazione statale da privatizzare per cercare di allentare almeno in parte le pressioni dei rappresentanti della «troika» - Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale Europea - che domani tornano ad Atene per riprendere gli incontri con i funzionari dei ministeri per verificare appunto lo stato di attuazione del piano da 110 miliardi di euro.

Si tratta del punto più difficile del programma economico a medio termine viste le reazioni di alcuni ministri che spesso si sono dichiarati contrari alla privatizzazione, almeno delle società di carattere strategico come la Deh, l'azienda dell'energia elettrica. I nuovi interventi, decisi su pressione della troika di esperti Ue-Fmi-Bce in questi giorni ad Atene, serviranno a centrare l'obiettivo di ridurre il deficit 2011 al 7,4% del Pil dopo lo sforamento al 10,5% nel 2010, rispetto al 9,6% previsto dal piano di rientro.

Il ministro delle Finanze, George Papacostantinou, presenterà una lista parziale di beni da privatizzare ma non ancora l'elenco completo di asset da mettere sul mercato per un valore di 50 miliardi di euro entro il 2015 sui 280 miliardi di beni che lo Stato possiede in totale, così da poter accedere al prestito supplementare Ue-Fmi che gli permetterebbe di pagare i 60 miliardi di debiti previsti nel 2012 e 2013. E per accelerare sulle privatizzazioni, strada ormai inevitabile per evitare il default, Atene potrebbe pensare alla creazione di un'apposita agenzia indipendente sull'esempio della Treuhandanstalt tedesca, nata in Germania dopo la caduta del muro. Il plauso all'idea arriva dal presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, intervistato da Der Spiegel. «Apprezzerei la creazione da parte dei nostri amici greci di un'agenzia indipendente dal governo, in cui far sedere esperti stranieri», ha detto Juncker.

Oltre alle privatizzazioni ci sono i tagli e aumenti d'imposta. Nella manovra si parlerebbe anche di aumento delle tasse per i proprietari di immobili con un patrimonio di valore superiore a 400mila euro (la cui esenzione sarebbe ridotta a 300mila retroattivamente a gennaio 2010), della riduzione delle indennità pagate ai dipendenti pubblici e della nuova tassa sulle bevande analcoliche.

La troika Ue-Fmi-Bce venerdì si è lamentata pesantemente dei ritardi con cui il Governo Papandreou sta mettendo a punto la manovra-bis visto che Atene ha bisogno di altri aiuti in aggiunta ai 110 miliardi di euro di prestiti già decisi un anno fa: si parla di 60 miliardi in due anni, anche se la somma sarà decisa solo dopo l'esito della missione Ue, Bce ed Fmi nella capitale.

Il Governo dovrebbe presentare nuovi tagli a stipendi, pensioni e sussidi sociali, oltre alla chiusura di enti statali, al congelamento delle assunzioni nel settore pubblico e a massicce privatizzazioni a partire da Ote, il principale operatore telefonico del Paese.

«La Grecia deve tornare in carreggiata sui conti. Per questo deve privatizzare di più di quanto previsto nel 2011, deve procedere con le riforme strutturali, deve assicurarsi che vi sia un accordo bipartisan tra i partiti per le riforme», ha detto ieri sempre Juncker, a margine di un conferenza a Stoccarda. «Solo quando queste condizioni saranno soddisfatte si potranno fare passi successivi», ha concluso.

Intanto non si attenua la polemica che vede contrapposta la Bce ai politici come Juncker stesso, che ipotizzano una ristrutturazione "soft" del debito greco con allungamento delle scadenze. Juergen Stark, membro tedesco del comitato esecutivo della Bce, ha detto che in caso di ristrutturazione «sarebbe impossibile continuare a fornire liquidità» alle banche greche, cioè non verrebbero più accettati come collaterali i bond greci. L'Eurotower ha comprato 40 miliardi di titoli di Stato greci e ha prestato oltre 91 miliardi alle banche greche a fronte di circa 144 miliardi di garanzie, in parte bond governativi ellenici.

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23/05/2011 20:05
 
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Grecia: annunciate nuove misure taglia deficit

Finanzaonline.com - 23.5.11/19:23

Nuove misure fiscali per 6 mld di euro. Lo ha annunciato un portavoce dell´esecutivo greco precisando che il provvedimento è destinato a ridurre il deficit al 7,5% del Pil. Per accelerare le privatizzazioni e le cessioni di beni immobili sarà creato un fondo sovrano.


Fonte: Finanza.com


Grecia: Fitch taglia rating di 5 banche

Finanzaonline.com - 23.5.11/20:02

L´agenzia di rating Fitch ha ridotto il rating IDR (Issuer Default Rating) di lungo termine su 5 banche greche. Il giudizio è stato tagliato sulla National Bank of Greece, sulla Efg Eurobank Ergasias, su Alpha Bank, su Piraeus Bank e sull´Agricultural Bank of Greece (ATE). I giudizi sono stati posti in rating watch con implicazioni negative.


Fonte: Finanza.com
24/05/2011 21:06
 
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Re: piiig virtuosi e non...
laplace77, 13/05/2011 13.27:


...

e noi eravamo quelli che "stavano meglio degli altri", eppero' chiedevamo (tremorti e b.) gli eurobond, per farci pagare i buffi dagli altri...


...a chiedere gli eurobond ora si aggiungono anche gli altri piiigs:

1:27 - Grecia: Papandreu, fedele all'euro e favorevole all'eurobbligazione

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Oslo, 13 mag - Il Primo
Ministro greco, George Papandreou, ha ribadito il suo
impegno verso l'euro venerdi' e ha espresso il suo sostegno
per la creazione di un'obbligazione europea comune per porre
rimedio alle carenze dell'unione monetaria. "Abbiamo deciso
di difendere l'euro. Non possiamo tornare indietro. E
comunque non ci muoviamo", ha detto Papandreu al vertice dei
socialdemocratici di Oslo. "Abbiamo creato l'unione
monetaria, ma siamo solo meta' della battaglia", ha detto.
Tra le misure atte a completare l'unione economica e
monetaria, il primo ministro greco ha sollecitato la
creazione di un "obbligazione europea comune" o "Eurobond".


intendiamoci: in teoria gli eurobond sarebbero l'equivalende dei bond USA, il cosiddetto "debito federale", che si aggiunge ai bond nazionali (il debito degli stati), chiedete alla california di schwartzy come stanno messi loro...

[SM=g1750163]





e questi se non sono molto simili ai sospirati eurobond, che sono???

10:54 - Ue: lancia bond 10 anni da 4,75 mld Efsm, libri aperti (RCO)

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 24 mag - L'Ue ha dato
mandato a un pool di banche per il lancio di un bond da 4,75
miliardi con durata decennale, al fine di sostenere
Portogallo e Irlanda. Lo apprende 'Il Sole 24 Ore Radiocor'
da fonti bancarie, secondo le quali i libri sono stati
aperti nel corso della mattinata. Il nuovo titolo di debito,
che fa parte del meccanismo di stabilizzazione finanziaria
(Efsm), potra' riconoscere un premio di 15 punti base sul
midswap.


potra' cambiare la formula giuridica, la denominazione, ma sempre soldi che vengono dalle tasse (nazionali, non federali, e' vero, ma il bilancio europeo funziona "pro quota" cosi') pagate dai cittadini europei (ai singoli stati, non sono tasse federali, come la famigerata "federal income tax", quella che si dice sia "non ratificata" da tutti gli stati e quindi in molti stati illegittima)...

[SM=g1750163] [SM=g1750163] [SM=g1750163]

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26/05/2011 12:18
 
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Re: Re: piiig virtuosi e non...
laplace77, 24/05/2011 21.06:




e questi se non sono molto simili ai sospirati eurobond, che sono???

10:54 - Ue: lancia bond 10 anni da 4,75 mld Efsm, libri aperti (RCO)

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 24 mag - L'Ue ha dato
mandato a un pool di banche per il lancio di un bond da 4,75
miliardi con durata decennale, al fine di sostenere
Portogallo e Irlanda. Lo apprende 'Il Sole 24 Ore Radiocor'
da fonti bancarie, secondo le quali i libri sono stati
aperti nel corso della mattinata. Il nuovo titolo di debito,
che fa parte del meccanismo di stabilizzazione finanziaria
(Efsm), potra' riconoscere un premio di 15 punti base sul
midswap.


potra' cambiare la formula giuridica, la denominazione, ma sempre soldi che vengono dalle tasse (nazionali, non federali, e' vero, ma il bilancio europeo funziona "pro quota" cosi') pagate dai cittadini europei (ai singoli stati, non sono tasse federali, come la famigerata "federal income tax", quella che si dice sia "non ratificata" da tutti gli stati e quindi in molti stati illegittima)...

[SM=g1750163] [SM=g1750163] [SM=g1750163]




Non solo gli stati (indebitati) ma ora anche le aziende (indebitate)...Stamattina la Emma ha chiarito che confindustria spera negli Eurobond... [SM=g7728]

Intanto 40 mld di fondi europei giacciono inutilizzati da anni... [SM=g1749704]

12/06/2011 18:59
 
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Il Presidente della Banca Centrale Tedesca Dice che l'Euro Potrebbe Sopportare il Default Greco
(dall'Agenzia "Bloomberg", di Richard Weiss, 12 giugno 2011)

«Non fa male! Non fa male! Non fa male...» (cit.)

fabio
12/06/2011 20:38
 
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Stesso copione di Irlanda e Portogallo, ma con qualche piccola aggravante

In Grecia il leader dell'opposizione promette il taglio delle tasse, ma poi confida: è solo propaganda

di Vittorio Da Rold 12 giugno 2011


I sondaggi sono a favore di Nuova Democrazia, il partito di opposizione in Grecia che sabato ha raggiunto il 31% dei sostegni contro il 27% del Pasok, il partito di governo che ha perso cinque punti in un mese. E il nuovo leader di Nuova Democrazia, Antonis Samaras, ha superato il premier Papandreou in popolarità personale per la prima volta dalle elezioni del 2009.

Samaras punta a un gioco pericoloso ricorrendo alla carta del populismo: si è opposto al piano di austerità voluto dalla Ue e dall'Fmi chiedendo addirittura che vengano abbassate le tasse in un momento in cui il paese deve privatizzare e cioè vendere i gioielli di famiglia per cercare di pagare un debito pubblico che viaggia al 150% del Pil. Una proposta irresponsabile.

Jean-Claude Juncker presidente dell'eurogruppo, José Barroso, presidente della commissione Ue e il premier francese François Fillon hanno invitato Antonis Samaras nel corso di alcuni incontri svoltisi in settimana ad sostenere il piano di austerità da 6,8 miliardi per il 2011 e di altri 22 miliardi fino al 2015 per evitare guai peggiori al paese. Secondo fonti ufficiose provenienti da Parigi Samaras avrebbe confidato, nel corso di un incontro svoltosi mercoledì scoso nella capitale francese, al premier Fillon di chiedere la riduzione delle imposte solo a fini elettorali, ma di stare tranquilli che appena preso il potere si guarderà bene dal ridurle davvero.

La politica è l'arte del possibile ma Samaras, erede politico dell'ex premier greco Costas Karamanlis che ha preso il paese con 160miliardi di debiti e lo ha riconsegnato dopo quattro anni con 300 miliardi di debiti, forse non si è ancora reso conto che sta mettendo a rischio la credibilità di Atene e quella dell'euro. È davvero da irresponsabili giocare con il fuoco (greco) in un momento in cui per raccogliere facili consensi si fa del populismo con la segreta intenzione di mettere in difficoltà il governo in carica alle prese con la peggiore crisi dal dopoguerra.

In questo momento Samaras, esponente del centro-destra e del maggior partito d'opposizione, dovrebbe fare fronte comune con George Papandreou e una volta superata l'emergenza economica candidarsi, ma solo allora, a prendere il posto del leader socialista. Altrimenti rischia di trovarsi a gestire le macerie di un paese distrutto.

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13/06/2011 00:18
 
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Re:
dgambera, 12/06/2011 20.38:

Stesso copione di Irlanda e Portogallo, ma con qualche piccola aggravante

In Grecia il leader dell'opposizione promette il taglio delle tasse, ma poi confida: è solo propaganda

di Vittorio Da Rold 12 giugno 2011


I sondaggi sono a favore di Nuova Democrazia, il partito di opposizione in Grecia che sabato ha raggiunto il 31% dei sostegni contro il 27% del Pasok, il partito di governo che ha perso cinque punti in un mese. E il nuovo leader di Nuova Democrazia, Antonis Samaras, ha superato il premier Papandreou in popolarità personale per la prima volta dalle elezioni del 2009.

Samaras punta a un gioco pericoloso ricorrendo alla carta del populismo: si è opposto al piano di austerità voluto dalla Ue e dall'Fmi chiedendo addirittura che vengano abbassate le tasse in un momento in cui il paese deve privatizzare e cioè vendere i gioielli di famiglia per cercare di pagare un debito pubblico che viaggia al 150% del Pil. Una proposta irresponsabile.

Jean-Claude Juncker presidente dell'eurogruppo, José Barroso, presidente della commissione Ue e il premier francese François Fillon hanno invitato Antonis Samaras nel corso di alcuni incontri svoltisi in settimana ad sostenere il piano di austerità da 6,8 miliardi per il 2011 e di altri 22 miliardi fino al 2015 per evitare guai peggiori al paese. Secondo fonti ufficiose provenienti da Parigi Samaras avrebbe confidato, nel corso di un incontro svoltosi mercoledì scoso nella capitale francese, al premier Fillon di chiedere la riduzione delle imposte solo a fini elettorali, ma di stare tranquilli che appena preso il potere si guarderà bene dal ridurle davvero.

La politica è l'arte del possibile ma Samaras, erede politico dell'ex premier greco Costas Karamanlis che ha preso il paese con 160miliardi di debiti e lo ha riconsegnato dopo quattro anni con 300 miliardi di debiti, forse non si è ancora reso conto che sta mettendo a rischio la credibilità di Atene e quella dell'euro. È davvero da irresponsabili giocare con il fuoco (greco) in un momento in cui per raccogliere facili consensi si fa del populismo con la segreta intenzione di mettere in difficoltà il governo in carica alle prese con la peggiore crisi dal dopoguerra.

In questo momento Samaras, esponente del centro-destra e del maggior partito d'opposizione, dovrebbe fare fronte comune con George Papandreou e una volta superata l'emergenza economica candidarsi, ma solo allora, a prendere il posto del leader socialista. Altrimenti rischia di trovarsi a gestire le macerie di un paese distrutto.

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ma in italia, dici che "e' diverso" ?!?

facile dare addosso a prodi e amato per le eurotasse, piu' difficile e' far quadrare veramente i conti (controlla l'andamento della spesa e del debito pubblico sotto i vari governi berlusconi, poi mi dici)

[SM=g9128]

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Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
13/06/2011 00:52
 
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Re: Re:
laplace77, 6/13/2011 12:18 AM:




ma in italia, dici che "e' diverso" ?!?

facile dare addosso a prodi e amato per le eurotasse, piu' difficile e' far quadrare veramente i conti (controlla l'andamento della spesa e del debito pubblico sotto i vari governi berlusconi, poi mi dici)

[SM=g9128]





In Italia lo vedremo fra non molto com'è [SM=p7579]
13/06/2011 21:08
 
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Grecia: S&P taglia rating sovrano, vicino default

13 giugno 2011


Standard and Poor's ha annunciato di aver tagliato il rating sovrano a lungo termine della Grecia di tre scalini, portandolo da 'B' a 'CCC', otto scalini al di sotto della prima soglia per i titoli 'spazzaturà ('BB+'). Il rating sovrano a breve è stato confermato a "C" e tutti i rating sono stati tolti dal "Creditwatch". Come precisa una nota, l'outlook sul rating a lungo termine resta negativo, a indicare che un altro taglio è probabile nel giro dei prossimi 12-18 mesi. Nella nota, S&P parla della probabilità, sempre più verosimile, di una ristrutturazione del debito sovrano con modalità tali da essere considerata un "default" per le agenzie di rating.

In una nota, l'agenzia di valutazione del merito di credito annuncia, inoltre, che il rating sulle possibilità di ripresa '4' della Grecia rimane invariato, a indicare una stima del 30% di possibilità di ripresa contro il 50% di possibilità di 'default', così come il rating 'AAA' sulla convertibilità e il trasferimento del debito greco, lo stesso rating di cui godono tutti i Paesi membri dell'Eurozona. Il declassamento, spiega S&P, è dovuto al fatto che, secondo l'agenzia è "aumentata in misura notevole" la probabilità di uno o più default, secondo la definizione di capacità di rimborso pieno e secondo scadenza, collegati agli sforzi dei creditori ufficiali di coprire il «buco» che si va formando nella struttura di finanziamento pubblica.

Questo «gap» si é venuto a formare a causa della crescente impossibilità della Grecia di accedere ai finanziamenti del mercato nel 2012 e forse oltre, come previsto dal programma concordato con Ue e Fmi. Questo elemento porta a un "crescente divario" tra i finanziamenti previsti per Atene e il fabbisogno stimato del Paese. La Grecia, ricorda l'agenzia, ha pesanti necessità di rifinanziamento nel breve termine pari a circa 95 miliardi in titoli di debito pubblico da qui alla fine del 2013 oltre ad altri 58 miliardi in scadenza nel 2014.

Inoltre, il declassamento riflette la valutazione, da parte di S&P, di rischi in aumento dal punto di vista dell'attuazione del programma Ue/Fmi a causa dello scenario politico sempre più difficile in Grecia che va di pari passo con il problematico panorama economico attuale. Anche se l'agenzia ritiene probabile il varo di ulteriori finanziamenti da parte dei creditori dell'Eurozona, nondimeno, dice ancora S&P, "riteniamo anche che alcuni creditori chiederanno una ristrutturazione del debito commerciale come condizione necessaria per dare via libera ai finanziamenti aggiuntivi. Qualsiasi soluzione, da uno swap debitorio a un'estenzione delle scadenze del debito sarebbe equivarrebbe per S&P a un "default de facto", secondo i criteri dell'agenzia.

In questo caso, i rating collegati agli strumenti sottoposti a ristrutturazione dovrebbe scendere a "D", mentre il rating sovrano della Grecia verrebbe tagliato a "Sd" (selective default). Il rating di lungo termine "CCC" sul debito sovrano greco, conclude la nota, riflette il fatto che il rischio di un "default" «entro i prossimi 12 mesi è aumentato in modo significativo» e l'outlook negativo è legato al fatto che potrebbe essere necessario un declassamento a "Sd" nel caso in cui la Grecia dovesse varare una o più misure di ristrutturazione del debito o allungamento delle scadenze. Se invece, i partner dell'Eurozona dovessero concordare un programma riveduto di aiuti che non sfociasse in un "default" e che venisse poi mantenuto, i rating sul debito greco potrebbero stabilizzarsi agli attuali livelli "CCC", pur tenendo in considerazione il rischio di una ristrutturazione sotto forma di un taglio ('haircut') del valore nominale nel 2013. (Il Sole 24 Ore - Radiocor)

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Papandreou in netto calo di consensi alla vigilia di un Eurogruppo ad alta tensione

di Vittorio Da Rold 13 giugno 2011


Chiedere di tirare la cinghia non è popolare. Anzi. Secondo un sondaggio pubblicato domenica dal quotidiano Kathimerini ormai solo un quarto della popolazione appoggia il governo greco dei socialisti del premier George Papandreou, un 26% degli elettori, dieci punti in meno rispetto ad un mese fa. Secondo il centro studi Public Issue si tratta di un minimo di consensi per Papandreou, mentre i conservatori di Antonis Samaras che chiedono demagogicamente un abbassamento delle tasse e si schierano contro le privatizzazioni sono ora in vantaggio, avendo guadagnato due punti al 31 per cento.

La pesante caduta di consensi che, secondo gli ultimi sondaggi, ha coinvolto il governo di Atene mette nuovamente in primo piano il quadro di pressioni che grava sul paese mentre martedì, con un Eurogruppo straordinario, i ministri delle Finanze dei partner dell'Unione valutaria si ritroveranno per esaminare il da farsi. Sabato scorso il presidente dell'Eurogruppo nonché ministro delle Finanze del Lussemburgo, Jean-Claude Juncker ha aggiunto la sua voce al coro di coloro che sostengono la possibilità di procedere a una "ristrutturazione morbida" del debito ellenico. Sul cosa significhi esattamente resta un mistero sebbene il ministro tedesco Wolfgang Schäuble, con una lettera, ha proposto di far slittare di sette anni le scadenze sui pagamenti dei titoli di Stato ellenici. Materialmente si potrebbe fare rinnovando automaticamente i bond a questa nuova scadenza prestabilita. Se questo sia o meno un default resta però materia di dibattito con le agenzie di rating che tale lo considerano e il governo tedesco che invece punta sulla volontarietà del rinnovo.

Intanto il belga Didier Reyders è intervenuto su un altro tema caldo della questione, l'eventuale partecipazione dei privati ai nuovi aiuti al paese, ipotizzando che questo contributo sia sui 25 miliardi di euro tra banche e assicurazioni. Il tutto mentre sia la questione della ristrutturazione, sia quella del contributi dei privati risultano temi delicati, con la Bce che ha messo dei paletti. L'istituzione monetaria ha escluso che si possa procedere con una vera insolvenza di un paese dell'area euro, e che eventuali contributi dei privati possano avvenire senza che da parte di questi vi sia un consenso pieno e libero.

Materialmente da decidere c'è anche l'effettivo stanziamento della quinta tranche da 12 miliardi di euro del programma di aiuti al paese, che ha già ricevuto il via libera dei tecnici di commissione europea, Bce e Fmi. Intanto l'euro resta leggermente indebolito in avvio di settimana, fluttuando a 1,4358 dollari a tarda mattina, in prossimità dei livelli registrato venerdì scorso in tarda seduta. Le Borse europee mantengono una dinamica debole, dopo che venerdì avevano risentito del pesante calo di Wall Street, la piazza di Atene segna un meno 0,81 per cento.
Secondo alcune indiscrezioni della stampa ellenica, nell'ambito delle privatizzazioni che il paese si appresta a varare, Atene potrebbe anche decidere di quotare in Borsa i certificati di emissione di CO2.

Ad oggi il paese ha ottenuto l'attivazione di un programma di aiuti Ue-Fmi da 110 miliardi di euro in tre anni, che però non ha completamente messo al riparo i detentori di bond ellenici dal subire perdite alla scadenza dei titoli visto ch si parla di un nuovo piano supllementare da 90 miliardi di euro visto che Atene non potrà tornare sul mercato nel 2012 così come previsto in precedenza. Per parte sua la Grecia si è impegnata a rafforzare le economia di bilancio per oltre 28 miliardi di euro entro il 2015 (di cui 6,8 miliardi nel 2011), e a accelerare sulle privatizzazioni da cui conta di ricavare circa 50 miliardi. In gioco c'è la sopravvivenza dell'euro, non solo la tenuta dei conti ellenici.

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15/06/2011 10:39
 
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Crisi Grecia: Moody's declassa tre istituti francesi (Fonte: wallstreetitalia.com - 15/06/2011)

...Moody's ha messo sotto osservazione per un possibile declassamento 3 banche francesi, BNP Paribas, Société Générale e Crédit Agricole, citando la loro esposizione alla crisi debitoria greca...
15/06/2011 11:43
 
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Venti miliardi di extra spesa per il piano salva Grecia. Moody's verso il taglio del rating delle banche francesi esposte con Atene - Europa divisa sugli aiuti

di Vito Lops - All'interno articolo di Isabella Bufacchi 15 giugno 2011


Di giorno in giorno le notizie che arrivano (o non arrivano) dalla Grecia stanno avendo, sui mercati finanziari, l'effetto farfalla di Edward Lorenz: basta la minima indiscrezione per provocare tensioni a ripercussione sulle piazze finanziarie globali.

E l'ultima notizia arrivata ieri sera in merito alla questione del collasso del debito pubblico di Atene - i ministri dell'Ue non hanno trovato un accordo sulla seconda tranche di aiuti rimandando la questione a domenica prossima - ha già sortito questa mattina il suo effetto domino.

Dall'indebolimento dell'euro alle tensioni dei governi dell'Ue (che potrebbero essere chiamati a contribuire con altri 20 miliardi di euro per ricapitailzzare il sistema bancario greco). Fino al declassamento delle tre big francesi del credito, particolarmente esposte in titoli greci, come indicato questa mattina dall'agenzia di rating statunitense Moody's. Il tutto nel giorno in cui lo organizzazioni sindacali hanno proclamato per oggi lo sciopero generale che rischia di mandare in paralisi il Paese.

Servono altri 20 miliardi? Euro sotto pressione
Partiamo dall'indebolimento dell'euro che resta sotto pressione sia nei confronti del dollaro (ha aperto a 1,4389 dollari contro 1,4471 della chiusura di ieri) e, in particolare, nei confronti del franco svizzero (che viaggia sui massimi di tutti i tempi sulla divisa continentale). Pressioni sull'euro sono venute anche da un articolo del Financial Times secondo cui il piano di ristrutturazione del debito della Grecia potrebbe costringere i governi della zona euro a fornire fino a 20 miliardi extra per ricapitalizzare il sistema bancario ellenico.

Secondo il quotidiano finanziario l'ulteriore iniezione di liquidità è legata al piano di salvataggio proposto dalla Germania, che prevede la partecipazione dei creditori privati. Una mossa che costringerebbe le agenzie di rating a classificare l'estensione delle scadenze sul debito greco come «default selettivo». Secondo il Ft i ministri delle finanze europei starebbero valutando tre opzioni per il coinvolgimento del settore privato nel nuovo programma di aiuti. La più drastica prevede uno scambio volontario del debito con un'estensione delle scadenze dei bond per consentire ad Atene di guadagnare tempo e fare i conti con la crisi del debito.

Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schaeuble, suggerisce un'estensione di sette anni. I ministri europei, come si legge nella bozza discussa a Bruxelles ed entrata in possesso del Ft, calcolano che se il 100% dei creditori aderisse a questa proposta ciò «eliminerebbe virtualmente la necessità di un finanziamento ufficiale» per i prossimi 5 anni e mezzo. La seconda e la terza opzione riguardano, invece, proposte in linea con l'iniziativa di Vienna e cioè una sostituzione volontaria dei titoli in scadenza, che renderebbe meno probabile il rischio di un default. Queste due opzioni sono appoggiate dalla Bce e dalla Francia, mentre Berlino è più propensa a puntare sulla prima opzione

Il Paese rischia la paralisi con lo sciopero generale
Va però detto che il caos in queste ore per le strade della Grecia - tutti i lavori pubblici, i trasporti marittimi ed urbani sono bloccati oggi in Grecia, nel giorno dello sciopero generale dichiarato delle principali centrali sindacali del Paese, mentre si preparano manifestazioni di massa ad Atene e in altre città - non migliora la situazione.

Banche francesi nel mirino
Le ultime colpite dall'effetto-farfalla della Grecia potrebbero essere le tre big del credito francesi. Secondo quanto comunicato oggi l'agenzia Moody's potrebbe abbassare il rating di Bnp Paribas, Société Générale e Credit Agricole a causa della loro esposizione nei confronti del della Grecia, vicina alla bancarotta, secondo un comunicato pubblicato oggi. Obiettivo della valutazione sulle tre banche francesi sarà quello di esaminare la loro esposizione verso il debito dello Stato ellenico e del settore privato mettendo in luce le eventuali «incongruenze tra un possibile default o una ristrutturazione del debito greco e l'attuale livello di rating», sottolinea il comunicato.

«L'azione di oggi riflette i timori di Moody's per l'esposizione di queste banche all'economia greca attraverso posizioni dirette in titoli di Stato e prestiti concessi al settore privato greco sia direttamente sia attraverso filiali attive in Grecia, un elemento chiave per Crédit Agricole e SocGen cui fanno capo banche greche locali», ha spiegato l'agenzia di rating in una nota.

Moody's tuttavia precisa che «il robusto profilo finanziario, le grandi dimensioni e la diversificazione degli utili» delle banche coinvolte sono elementi potenzialmente in grado di mitigare le preoccupazioni suscitate dall'esposizione alla Grecia.

Difficilmente, secondo l'agenzia, il credit watch di Credit Agricole e Bnp porterà ad un declassamento superiore a un gradino o "notch", mentre i rating sul debito e sui depositi di SocGen potrebbero subire un downgrade fino a due gradini.

«Moody's potrebbe intraprendere azioni simili su altre banche con esposizione diretta alla Grecia nelle prossime settimane, se considera che i loro meriti di credito siano disallineati rispetto all'impatto di un possibile default o di una possibile ristrutturazione del debito della Grecia», ha concluso l'agenzia.

Attualmente il rating del Credit Agricole è di Aa1, il secondo nella gerarchia di Moody's, mentre quello di BNP Paribas è di Aa2, un gradino più in basso. Nel giugno scorso, Moody's ha tagliato il rating della Grecia da B1 a Caa1, assegnando un outlook negativo al merito creditizio del Paese.

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19/06/2011 11:50
 
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19/06/2011 16:20
 
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Il “PIANO” di “salvataggio” greco

....

Come arrivare dove si vuole arrivare?

La risposta è semplicissssssima: taglia un botto e sparale grossissima. E continua a sperare che tutto vada per il meglio, ripetilo, “tutto andrà per il meglio, tutto andrà per il meglio, tutto andrà per il meglio… etc etc etc!”.

I burocrati greci hanno individuato la cura al problema greco in pochi essenziali punti:

* Razionalizzazione del settore pubblico e degli stipendi.
Riduzione della forza lavoro pubblica di 150 mila unità tra il 2011 e il 2015 ( più del 20% del totale… BUONA FORTUNA! ); estensione della settimana lavorativa; riduzione della burocrazia; introduzione del part time, trasferimento dell’eccesso di impiegati ad una “riserva di lavoro”. Ora… a parte il 20% di tagli sul totale di impiegati in 4 anni scarsi, ma che caxxuz vuol dire trasferimento dell’eccesso di impiegati ad una riserva di lavoro?
* Ridimensionamento del settore pubblico.
verranno chiuse aziende statali, fatte fondere con altre, svuotate altre ancora. Riduzione dei sussidi e delle spese operative; riduzione dei costi sul personale; vendita delle attività “non-core” ( poi vedremo bene quali sono le attività non-core… ) e di asset vari ( il PARTENONE, RODI e AMORGOS ); riduzione delle spese per la difesa ( saranno contenti i tedeschi… ); riduzione nelle spese per gli investimenti pubblici.
Ma c’è pure qualcosa che aumenterà: le tariffe.
Aspettate, aspettate… miglioreranno le performance fiscali nei governi locali con regole che congeleranno le entrate assegnate dal governo centrale ai livelli del 2011 ( praticamente si congelano gli stipendi al 2011, APPERò!!! )
* Controllo dei costi della sanità e delle spese farmaceutiche.
Razionalizzazione dei costi della sanità pubblica grazie alla creazione di un sistema centrale di e-procurement ( approvvigionamento elettronico… ) per gli ospedali; razionalizzazione delle spese mediche per i trattamenti sanitari e riduzione dei servizi forniti ai non assicurati;
razionalizzazione delle spese farmaceutiche attraverso standard per stabilizzare i prezzi pagati per i farmaci dai fondi sociali per la sanità ( saranno contenti sempre i tedeschi, ma anche gli americani… ); istituzione di un sistema di prescrizione on line.
* Razionalizzazione dei programmi di assistenza sociali.
Miglioramento nelle verifiche di accertamento per entrare nei programmi di assistenza; regolamentazione delle dimensioni e congelamento fino al 2015 delle pensioni integrative; potenziamento dei dispositivi antifrode; tagli ai pagamenti forfettari sulle pensioni; riforma delle pensioni di disabilità; riesame delle prestazioni sociali in denaro e abolizione delle meno efficienti; verifica dell’eleggibilità per ricevere il sussidio di cassa integrazione; razionalizzazione delle sovvenzioni per i programmi occupazionali.
Insomma, tutta roba che uno stato dovrebbe già fare da moh e che, badate bene, alla fine dovrebbe far risparmiare neanche il 2% rispetto al PIL in 5 anni!! Cioè, la più grande riforma nel settore pensionistico e sociale farà guadagnare neanche 5 miliardi di euro in 5 anni! EVVIVA! Dico questo perché tra “poco” scoprirete che da questa riforma in particolare si dovrebbe estrarre più risparmio rispetto alle altre… .
* Incrementare le entrare per i fondi di previdenza sociale e riduzione dell’evasione contributiva.
Io sto traducendo dal documento ufficiale… e devo dire che questo punto è geniale: piano d’azione per la riduzione del lavoro sommerso e dell’evasione contributiva; introduzione di un contributo di solidarietà per i disoccupati a carico dei dipendenti pubblici, dei lavoratori autonomi e dei dipendenti del settore privato. Mi chiedo a carico di chi altri poteva essere…!
* Ampliamento della base imponibile e riduzione delle esenzioni fiscali.
Valutazione e riduzione in detrazioni d’imposta ed esenzioni; l’introduzione di un contributo di solidarietà pagato ( di cui sopra… ) da tutti gli individui sui redditi dichiarati e aumento del reddito presuntivo dei lavoratori autonomi; ampliamento della base di aliquote IVA e tassa di proprietà (saranno contenti i tedeschi che stavano già pensando di comprarsi pure Creta ). Questo è ciò che si prevede farà risparmiare/guadagnare 6 miliardi di euro in cinque anni. il debito greco potrà così scendere a 325 miliardi e siffola.
* Miglioramento e riduzione dell’evasione fiscale.
aumenteranno controlli su tutto: dall’iva ai redditi: + 3 miliardi sempre in 5 anni.








....

Concludo questa sezione con la sconcertante tabella delle svendite.


Privatizzeranno pure due miniere d’oro!!! Grazie a Dio li dentro non si legge “Acropoli” o altro.

....

Il concetto è sempre il medesimo: qualcuno si deve indebitare. DEBITO è la parola chiave per comprendere il nostro sistema economico.
21/06/2011 12:30
 
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Rumors/ Barclays e Standard Chartered
Lunedí 20.06.2011 09:39
Banche inglesi in fuga dall'Eurozona. Secondo indiscrezioni, gli istituti britannici stanno ritirando miliardi di sterline dalla zona euro per paura di un default della Grecia, che potrebbe innescare una crisi stile Lehman con ripercussioni su altri Paesi. In particolare Barclays e Standard Chartered avbrebbero già ridotto drasticamente l'ammontare dei prestiti non garantiti messi a disposizione delle banche della zona euro. La conseguenza del fuggi-fuggi potrebbe essere quella di un nuovo credit crunch nel sistema bancario europeo. Standard Chartered avrebbe ritirato negli ultimi mesi decine di miliardi di sterline dal mercato del credito interbancario della zona euro e ridotto la sua esposizione complessiva di due terzi. Ad aprile scorso l'esposizione di Barclays Bank in Spagna era scesa a 6,4 miliardi di sterline dai 7,2 miliardi di giugno 2010, mentre quella in Italia è diminuita di oltre 100 milioni di sterline.

link

...i topi iniziano a scappare [SM=g1749697]
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Vojo vede na righina nera discendente.

21/06/2011 14:10
 
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Re: Rumors/ Barclays e Standard Chartered
kemar71, 21/06/2011 12.30:

Lunedí 20.06.2011 09:39
Banche inglesi in fuga dall'Eurozona. Secondo indiscrezioni, gli istituti britannici stanno ritirando miliardi di sterline dalla zona euro per paura di un default della Grecia, che potrebbe innescare una crisi stile Lehman con ripercussioni su altri Paesi. In particolare Barclays e Standard Chartered avbrebbero già ridotto drasticamente l'ammontare dei prestiti non garantiti messi a disposizione delle banche della zona euro. La conseguenza del fuggi-fuggi potrebbe essere quella di un nuovo credit crunch nel sistema bancario europeo. Standard Chartered avrebbe ritirato negli ultimi mesi decine di miliardi di sterline dal mercato del credito interbancario della zona euro e ridotto la sua esposizione complessiva di due terzi. Ad aprile scorso l'esposizione di Barclays Bank in Spagna era scesa a 6,4 miliardi di sterline dai 7,2 miliardi di giugno 2010, mentre quella in Italia è diminuita di oltre 100 milioni di sterline.

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...i topi iniziano a scappare [SM=g1749697]




interbancario zona euro ~= euribor...

che infatti un po' e' salito...

[SM=g7574]
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22/06/2011 00:16
 
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GRECIA: la fiducia passa in Parlamento

Scritto il 21 giugno 2011 alle 23:59 da Dream Theater



Crisi Grecia: si allontana il rischio default Grecia dopo il voto di fiducia in Parlamento

Un importante voto di fiducia è appena passato nel Parlamento Greco a favore di Papandreou. Un passo in avanti decisivo, in vista del salvataggio della Grecia e del conseguente versamento della tranche di 12 miliardi di Euro da parte di Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale.

Ora la parola passa ai mercati. Wall Street stasera ha chiuso positivamente. E domani per l’Europa è prevista un’apertura positiva. Nel breve quindi positività. Ma come detto oggi , la partita definitiva, la Grecia la giocherà a fine mese quando dovrà passare il pacchetto di austerity.

Intanto…questo primo passaggio spiana la strada al voto di fine mese. Anche se poi, sappiamo benissimo, che si rattoppa uno situazione che resta comunque sempre molto difficile.

Buonanotte a tutti….

STAY TUNED!

DT
22/06/2011 08:49
 
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La grecia sull'orlo del fallimento, e se fosse un bene? (Fonte: idealista.it - 21/06/2011)

L'attenzione è tutta puntata sulla grecia e in queste ore si decide il suo futuro. se l'unione europea e l'fmi non saranno completamente persuase dalla capacità del governo di offrire garanzie sufficienti e da quella della popolazione di sopportarne le conseguenze, lo stato ellenico potrebbe fallire. ma dal settimanale the economist si insinua che tutto sommato non sarebbe una tragedia

questo grafico elaborato da the economist spiega alcune cose. innanzitutto altri paesi sono già falliti in passato. il default significa che durante un certo periodo il paese non è in grado di pagare i propri debiti ed esce dal mercato. nell'immediato periodo la sua moneta crolla e i suoi titoli di stato volano ai massimi

ma in alcuni casi il default può essere necessario per non prolungare l'agonia: se il paese non ce la fa è meglio staccare e azzerare. ripartire, con la moneta svalutata, può essere meglio e, come si vede dal grafico, la crescita può essere vigorosa

ovviamente è complesso e provoca molti problemi, ma, suggerisce the economist, i problemi ci sono comunque. ovviamente affinchè questo scenario si realizzi, è necessaria l'uscita, anche temporanea, dall'euro


[Modificato da marco--- 22/06/2011 08:50]
22/06/2011 09:24
 
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Re:
marco---, 6/22/2011 8:49 AM:

ripartire, con la moneta svalutata, può essere meglio e, come si vede dal grafico, la crescita può essere vigorosa





[SM=g10303]

non so quanto sia vero ad esempio per l'Argentina: a naso, da quel che leggo nella discussione su FOL in quanto interessato in prima persona, a Buenos Aires hanno taroccato e continuano a taroccare i conti
22/06/2011 10:12
 
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Re: Re:
dgambera, 22/06/2011 09.24:


[SM=g10303]
non so quanto sia vero ad esempio per l'Argentina: a naso, da quel che leggo nella discussione su FOL in quanto interessato in prima persona, a Buenos Aires hanno taroccato e continuano a taroccare i conti



Concordo.
La crescita PUO' essere vigorosa, all'interno - specie se il debito che si azzera e' interno, ma con la moneta svalutata se devi pagare debiti esterni e/o acquistare servizi (con il default, i gioielli li dai ai creditori) e/o importare materiale, son dolori.
Certo meglio il default che l'agonia, ma c'e' da vedere come questo tocchera' le nostre tasche. Ho come l'impressione che piu' la si tira in lungo, piu' e' peggio per noi, oltre che per la Grecia. Ovviamente e' IMHO.
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