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Arte

Ultimo Aggiornamento: 03/05/2022 10:44
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17/09/2010 13:17
 
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Il talento nascosto di Pordenone Montanari
Dalya Alberge, The Observer, Gran Bretagna

Vive isolato da diciotto anni per dedicarsi solo a dipinti
e sculture. Opere che potrebbero rivoluzionare la storia dell’arte italiana


Pordenone Montanari, 73 anni, vive isolato dal mondo da diciotto anni e si dedica esclusivamente alla pittura e alla scultura, aidando
alla moglie il compito di cucinare e di procurargli il materiale necessario. Dietro l’alta facciata nascosta dai pini della sua casa piemontese ha creato centinaia di sculture, nature morte e paesaggi, considerati rivoluzionari dagli esperti e degni di essere esposti in musei e gallerie.
Fino a un certo punto le persone del luogo sono state convinte che quella casa ottocentesca, dalle persiane sempre chiuse, fosse la residenza di campagna di qualche abitante di città. Invece ci viveva Montanari, sempre indafarato a creare opere che secondo gli esperti sono il frutto di una mente originale, che ricorda Picasso, Chagall
e Bacon. Il suo talento è stato scoperto per caso. La moglie aveva attaccato al cancello un cartello con scritto “Vendesi” perché la casa di quattro piani era troppo grande per loro. Un imprenditore di origine indiana, Raja Khara, ci è passato davanti in auto insieme alla moglie italiana. I Khara si sono fermati e hanno chiesto di visitare la casa, rimanendo impressionati dal tesoro che conteneva. Più di cinquecento quadri formavano una pila che arrivava al soitto.
Montanari aveva dipinto su quasi tutte le superici piane della casa, su tele, cartoni e pareti ino a sei metri d’altezza. Aveva scolpito
il legno e la pietra e, in giardino, modellato le siepi in modo da formare un eccentrico labirinto senza entrata.

Il giudizio dell’esperto

Khara ha comprato subito la casa e, insieme a un socio, ha acquisito i diritti del patrimonio dell’artista per un “importo a sette cifre”.
Poi ha mostrato le opere allo storico dell’arte britannico Edward Lucie-Smith, che è stato colpito dalla loro qualità e ha deciso di mostrarle al pubblico. In settembre sarà inaugurata una mostra all’Istituto di cultura italiano di Londra, a cui seguiranno
altri eventi in Italia e in Russia.
“È una voce del tutto diversa”, sostiene Lucie-Smith. “È unico. La sua opera scardina la storia dell’arte italiana del dopoguerra”.
Negli anni sessanta, prima di cominciare un lungo viaggio in Europa grazie al patrimonio di famiglia, Montanari ha studiato filosoia all’università di Milano e scultura all’accademia di Brera. Ventiquattro anni fa ha venduto alcuni dipinti a tre banche, ma poi si è ritirato dal mondo.
Mentre i Khara visitavano la casa, Montanari non ha smesso di lavorare. Il giorno dopo ha posato i pennelli solo per concludere la vendita. Ma ha sottolineato che Khara gli aveva fatto sprecare due ore nel tentativo di convincerlo a vendere le sue opere. Alla ine, però, l’imprenditore indiano l’ha spuntata e insieme all’investitore
Arun Rangachari ha comprato tutte le sue opere. L’idea è quella di creare una fondazione Montanari e costrui re uno studio per
l’artista vicino alla sua ex casa. “È il più grande investimento di un collezionista nella scoperta di un artista sconosciuto”, ha dichiarato Rangachari. Che di Montanari dice: “Non sente il bisogno d’impressionare.
È austero, aristocratico”. Khara lo deinisce “molto controllato”, un uomo diicilmente disposto ad aprirsi. L’artista ha rivelato alla moglie di Khara: “Ho quattro muse. La lettura, la scrittura, la
pittura e la scultura. Forse questo giustiica i miei diciotto anni d’isolamento”.
Quando gli è stato chiesto se ci fosse un’opera da cui non riusciva a separarsi, ha risposto: “Rimanere attaccati a uno o più lavori signiica essere dominati dal dipinto. Invece è l’artista che deve dominare la sua opera”.
Secondo Lucie-Smith, “alcuni artisti contemporanei inseguono la fama mentre altri la considerano un ostacolo sul cammino verso ambizioni più alte. Montanari fa parte della seconda categoria”. Le nature morte, dice, suscitano “confronti con Cézanne e Braque”. Molti quadri mostrano igure nelle igure e sagome rilesse negli specchi. Secondo Lucie-Smith il messaggio è chiaro: “L’apparente rappresentazione ella realtà oggettiva è invece il rilesso dello stato mentale del pittore”.
Rossana Pittelli, un’esperta d’arte dell’Istituto di cultura italiana, ha detto: “Montanari è una scoperta emozionante”. L’artista, però, è indifferente alle lodi. La mostra londinese del
mese prossimo potrebbe essere la sua grande occasione ma lui non ha nessuna intenzione di andarci.


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