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le verità nascoste

Ultimo Aggiornamento: 30/05/2023 16:02
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26/10/2010 10:47
 
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Sto leggendo " Roma criminale " , nel 2010 dovrebbe uscire il canaro [SM=g27989]
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26/10/2010 10:58
 
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Re:
lucolas999, 26/10/2010 10.47:

Sto leggendo " Roma criminale " , nel 2010 dovrebbe uscire il canaro [SM=g27989]




guarda che er canaro è dal 2005 che è in libertà vigilata...
[Modificato da BeautifulLoser 26/10/2010 10:58]

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Re: Re:
BeautifulLoser, 26/10/2010 10.58:




guarda che er canaro è dal 2005 che è in libertà vigilata...




scriverò l'appunto agli autori [SM=g27988]
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26/10/2010 11:25
 
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Re: Re: Re:
lucolas999, 26/10/2010 11.06:




scriverò l'appunto agli autori [SM=g27988]




che non leggono wikipedia, a quanto pare... ecco la relativa parte dell'articolo.


La sentenza definitiva fu di 24 anni di carcere ma dopo 16 anni il Canaro venne scarcerato per buona condotta, avendo mantenuto un comportamento esemplare e aiutando i detenuti extracomunitari e malati di Aids. De Negri tornò in libertà il 27 ottobre 2005, ritornando ad abitare in via Andersen al Quartaccio con la figlia che ora ha 27 anni e la moglie Paola. È tuttora affidato ai servizi sociali e fa il fattorino in uno studio legale con i seguenti obblighi:
deve rimanere in casa dalle 21 alle 7 del mattino
non può frequentare pregiudicati
non può frequentare luoghi di ritrovo
non può uscire dalla provincia di Roma
All'uscita del carcere, nell'ottobre 2005, il Canaro fece una richiesta pubblica: Per favore, dimenticatemi.



certamente molto meno macabro ma con un motivo paragonabile questo delitto di qualche giorno fa.

http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/10/22/news/laurentino-8340523/
[Modificato da BeautifulLoser 26/10/2010 11:29]

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26/10/2010 11:37
 
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Re: Re: Re: Re:
BeautifulLoser, 26/10/2010 11.25:




che non leggono wikipedia, a quanto pare... ecco la relativa parte dell'articolo.


La sentenza definitiva fu di 24 anni di carcere ma dopo 16 anni il Canaro venne scarcerato per buona condotta, avendo mantenuto un comportamento esemplare e aiutando i detenuti extracomunitari e malati di Aids. De Negri tornò in libertà il 27 ottobre 2005, ritornando ad abitare in via Andersen al Quartaccio con la figlia che ora ha 27 anni e la moglie Paola. È tuttora affidato ai servizi sociali e fa il fattorino in uno studio legale con i seguenti obblighi:
deve rimanere in casa dalle 21 alle 7 del mattino
non può frequentare pregiudicati
non può frequentare luoghi di ritrovo
non può uscire dalla provincia di Roma
All'uscita del carcere, nell'ottobre 2005, il Canaro fece una richiesta pubblica: Per favore, dimenticatemi.



certamente molto meno macabro ma con un motivo paragonabile questo delitto di qualche giorno fa.

http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/10/22/news/laurentino-8340523/




sì ,l'ha ricordato anche a me
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29/10/2010 17:03
 
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Roma, si fingeva della Banda della Magliana per estorcere soldi: arrestato un panettiere [SM=g27993]
Si fingeva amico dei componenti della banda della Magliana e minacciava di spifferare scandali a persone che secondo lui avevano “scheletri nell’armadio”. Il tutto allo scopo di estorcere denaro.

Un sistema che finora aveva fruttato 220 mila euro, per lui, un panettiere romano, e la sua amante complice, segretaria di una società di intermediazione finanziaria.

Questo il metodo usato dalla coppia di estorsori arrestata a Roma dalla squadra mobile della Questura. ”Ti conviene pagare, sono amico del ‘Freddo’ quello della banda della Magliana” diceva il panettiere dell’Aurelio alle sue vittime, contattandole al telefono o presentandosi da loro incappucciato e armato di pistola.

L’estorsore si era talmente calato nel suo personaggio che aveva perfino, sul suo profilo di Facebook, alcuni link su informazioni della banda della Magliana.

Grazie al lavoro della donna, la coppia di estorsori selezionava le vittime informandosi sugli aspetti ‘compromettenti’ della loro vita privata. Ma il “loro” scandalo invece restava segreto: i due erano amanti e la donna era sposata con un avvocato. I soldi guadagnati dai due erano spesi dal panettiere in regali lussuosi per la sua complice, tra cui borse griffate e gioielli.

Le indagini sono partite a settembre dalla denuncia di una donna, che lavorava per la stessa società di intermediazione finanziaria e che aveva raccontato di ricevere 30 telefonate al giorno da uno sconosciuto, che minacciava di svelare i suoi segreti se lei non avesse pagato 300 mila euro.

La vittima ha collaborato con gli investigatori, fissando con l’estorsore un incontro in un bar di piazza Venezia per consegnare 100 mila euro. Il panettiere, colto in flagranza, si è giustificato dicendo di aver contratto un debito e di essere vittima di usura.

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02/11/2010 17:27
 
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La Proposition 19

La California si appresta a votare non solo per le elezioni di medio termine ma anche per la cosiddetta Proposition 19, il referendum per la legalizzazione della marijuana.Se approvata, consentirà il possesso di "erba", fino a 28 grammi e mezzo, a chi ha più di 21 anni e la coltivazione in casa, in spazi fino a 25 metri quadrati. Un argomento spinoso che sta suscitando polemiche da parte di chi lo ritiene una "sconfitta della lotta allo spaccio".
"La verità - spiega Dale Sky Jones, una dei proponenti del referendum - è che la Proposition 19 è stata scritta non solo in modo da rispettare la legge vigente ma anche per proteggere i medici che usano la cannabis a scopo terapeutico".
Tra i sostenitori ci sono anche esponenti delle forze dell'ordine per i quali legalizzare la marijuana potrebbe alleviare il carico di lavoro degli agenti che potrebbero concentrarsi di più sulla lotta al crimine.

...................


..cosi ti faranno fumare liberamente prima di finire sulla sedia elettrica..

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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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03/11/2010 08:10
 
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Re:
Sound72, 02/11/2010 17.27:

La Proposition 19

La California si appresta a votare non solo per le elezioni di medio termine ma anche per la cosiddetta Proposition 19, il referendum per la legalizzazione della marijuana.Se approvata, consentirà il possesso di "erba", fino a 28 grammi e mezzo, a chi ha più di 21 anni e la coltivazione in casa, in spazi fino a 25 metri quadrati. Un argomento spinoso che sta suscitando polemiche da parte di chi lo ritiene una "sconfitta della lotta allo spaccio".
"La verità - spiega Dale Sky Jones, una dei proponenti del referendum - è che la Proposition 19 è stata scritta non solo in modo da rispettare la legge vigente ma anche per proteggere i medici che usano la cannabis a scopo terapeutico".
Tra i sostenitori ci sono anche esponenti delle forze dell'ordine per i quali legalizzare la marijuana potrebbe alleviare il carico di lavoro degli agenti che potrebbero concentrarsi di più sulla lotta al crimine.

...................


..cosi ti faranno fumare liberamente prima di finire sulla sedia elettrica..





è stata bocciata
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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09/11/2010 13:13
 
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Califano: «Chiedo la legge Bacchelli Adesso sono diventato povero»

Il crepuscolo del «Califfo»: caduto dalle scale, niente più serate
L'appello «I diritti Siae non mi bastano dopo la frattura di tre vertebre»


Corriere.it - ROMA - Franco Califano, 72 anni, povero e malato, chiede aiuto allo Stato e invoca la legge Bacchelli. «Sì, non me ne vergogno: il 15 luglio di quest'anno sono caduto dalle scale e mi sono rotto tre vertebre. Questo incidente ha fatto venir meno la mia unica consistente fonte di reddito, ovvero le serate. E mi ha messo in ginocchio».
Scusi, Califano, perché dice «unica fonte di reddito»? Lei è un autore affermato, non ci sono i diritti d'autore? «Mah, io non so bene come funzioni la Siae, so soltanto che prendo circa diecimila euro a semestre. Sempre diecimila, misteriosamente non aumentano né diminuiscono mai. Non ce la faccio. Oltre a tutto vivo in affitto. E in questo momento non sono più autosufficiente con tutto quello che la cosa comporta». E così lei non disdegnerebbe un aiuto da parte dello Stato? «Io non credevo che fosse possibile. Ma alcuni amici, come il mio medico curante e il senatore Domenico Gramazio del Pdl hanno preso a cuore il mio caso e mi hanno spiegato che esiste una legge, la cosiddetta legge Bacchelli, che prevede un sussidio mensile vitalizio per persone che abbiano dato lustro alla cultura italiana. Ne so poco, ma mi sembra di avere tutti i requisiti per beneficiarne».


La Bacchelli (legge n. 440 dell'8 agosto 1995) prevede l'assegnazione di un contributo straordinario vitalizio a quei cittadini che si sono distinti nel mondo della cultura, dell'arte, dello spettacolo e dello sport, ma che versano in situazioni di indigenza.Il senatore Domenico Gramazio conferma: «Presenterò al ministro Bondi la proposta nella quale chiedo di applicare a Califano la legge Bacchelli. Perché è un poeta che ha scritto alcune delle canzoni più belle della storia della musica leggera italiana e si trova in una situazione non florida».

Senatore, ma l'attuale reddito di Califano è superiore a quello di molte famiglie. Come pensa che la prenderanno i lavoratori e i cassintegrati? «Molte persone famose delle sport o dello spettacolo hanno realizzato miliardi e poi, per una serie di ragioni, si sono ritrovate in difficoltà. Ricchi che si sono mangiati tutto. No, non ho dubbi, io vado avanti. E poi è davvero sicuro che la gente la prenderà male? "Califfo" è un eroe popolare. Lo invitai a una festa in piazza Tuscolo a Roma e richiamò cinquemila persone. E poi, anche se la cosa non è rilevante, è sempre stato un uomo di destra in tempi non sospetti».

Califano, lei è un artista molto popolare. Ma è davvero sicuro di meritare questo beneficio? «Direi di sì. È vero, sono stato un artista di fama, ma ho avuto anche un sacco di guai. Sono finito in galera per tre anni e il pubblico quando sono uscito non mi ha abbandonato».

Belle donne, auto di lusso. Lei non è stato certamente una formica... «No, lo ammetto. Ora comunque sono con le spalle al muro. Quando le cose andavano bene non ho pensato a comprare una casa anche perché amavo cambiare spesso luogo: mi spostavo in continuazione fra alberghi, residence, città diverse. Ora, anche se me lo potessi permettere, non comprerei una casa. Per chi? Non ho figli, non ho eredi».
Franco Calfano negli anni '60
«Minuetto», «La musica è finita», «Tutto il resto è noia», «Un'estate fa» sono pezzi fondamentali della cultura musicale italiana. Come pensa che reagirebbe il comune cittadino se le venisse assegnata la pensione per artisti poveri? «Non lo so. Chi mi conosce davvero sa che sono sempre stato una brava persona. Non dimentichiamo che fui arrestato nel 1970 per possesso di stupefacenti, nella vicenda che coinvolse Walter Chiari, e rifinii in carcere nel 1983 per lo stesso motivo e pure per porto abusivo di armi, questa volta insieme a Enzo Tortora. In entrambi i processi sono stato assolto perché il fatto non sussiste. Forse lo Stato mi deve qualcosa».

Dopo una vita spericolata... Lei stesso, in una delle atobiografie confessa di aver avuto oltre mille amanti. «In effetti non ero uno che badava a spese. Quando usciva un nuovo modello di auto il primo veicolo disponibile era il mio. Per non parlare delle moto (passione che mi è passata quando è arrivato l'obbligo del casco). Quando avevo storie con attrici importanti abitavo all'Excelsior o al Grand Hotel. Avevo sempre come minimo tre macchine, una Mercedes, una Jaguar decappottabile e una Maserati o una Ferrari (con la quale ho avuto un pauroso incidente). Ma poi ho sempre aiutato tutti: amici veri e falsi».Tutto questo sembra però lontano. L'affitto non viene pagato da mesi, la linea telefonica fissa è staccata, la voce incerta, l'argomentare faticoso. E tutto il resto è noia.


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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
09/11/2010 16:27
 
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MISSILE LANCIATO DALLE COSTE DELLA CALIFORNIA, E' GIALLO


(AGI) - Los Angeles, 9 nov. - Un missile e' stato lanciato ieri sera dalle coste della California meridionale ma il Pentagono ne ignora l'origine. Lo riferisce la Cbs che ha mostrato le immagini della scia lasciata dal missile riprese dalla sua affiliata locale Kcbs.Secondo la Kcbs il missile e' stato lanciato da una posizione a 56 km a largo delle coste ad ovest di Los Angeles e a nord dell'isola di Catalina.

Fonti della base dell'aeronautica di Vanderberg hanno detto che il loor ultimo lancio risale a venerdi' sera quando un razzo Delta III ha portato in orbita il satellite italiano Cosmo-SkyMed.
L'altra ipotesi, ma la Marina ha finora negato di saperne qualcosa, potrebbe essere il lancio di un missile Slbm da un sottomarino nucleare per esercitazione .


E ditelo quanno fate le cazzate! che manica de cojoni.....
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09/11/2010 20:13
 
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Re: MISSILE LANCIATO DALLE COSTE DELLA CALIFORNIA, E' GIALLO
faberhood, 09/11/2010 16.27:



(AGI) - Los Angeles, 9 nov. - Un missile e' stato lanciato ieri sera dalle coste della California meridionale ma il Pentagono ne ignora l'origine. Lo riferisce la Cbs che ha mostrato le immagini della scia lasciata dal missile riprese dalla sua affiliata locale Kcbs.Secondo la Kcbs il missile e' stato lanciato da una posizione a 56 km a largo delle coste ad ovest di Los Angeles e a nord dell'isola di Catalina.

Fonti della base dell'aeronautica di Vanderberg hanno detto che il loor ultimo lancio risale a venerdi' sera quando un razzo Delta III ha portato in orbita il satellite italiano Cosmo-SkyMed.
L'altra ipotesi, ma la Marina ha finora negato di saperne qualcosa, potrebbe essere il lancio di un missile Slbm da un sottomarino nucleare per esercitazione .


E ditelo quanno fate le cazzate! che manica de cojoni.....





"gliel'ho detto mille volte alla donna delle pulizie che non è necessario spolverare lì dove ci sono quei pulsanti rossi!"

sinceramente la situazione ricorda un po' "il dottor stranamore" di kubrick.

ma "è giallo" nel titolo non deve mai mai mai mancare.

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10/11/2010 10:02
 
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ma no Loser quello è gioranlismo vero. io esigo di essere informato sul colore di un missile.

PS. che poi il Freddo è un nome di fantasia, casomai Crispino...



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10/11/2010 10:14
 
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Re:
giove(R), 10/11/2010 10.02:

ma no Loser quello è gioranlismo vero. io esigo di essere informato sul colore di un missile.

PS. che poi il Freddo è un nome di fantasia, casomai Crispino...





e sul colore dei calzini del sovraintendente no? [SM=g27988]

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11/11/2010 10:44
 
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Selex: traffico di rifiuti, fondi neri e..As Pescina- Valle del Giovenco

INCHIESTA. La Procura antimafia di Napoli sta indagando sul sistema di tracciabilità dei rifiuti. Al vaglio la gestione dei subappalti della Selex, controllata di Finmeccanica. Tra le ipotesi di reato anche false fatturazioni.
Doveva essere lo strumento per combattere le infiltrazioni della criminalità organizzata nel traffico dei rifiuti. Ma ancora prima che sia partito, il Sistri è sotto la lente dell’Antimafia. L’ipotesi su cui sta lavorando la Dda di Napoli, che sta prendendo in analisi il sistema di subappalti legati al progetto di tracciabilità dell’immondizia, è il riciclaggio di fondi neri. Al centro dell’inchiesta c’è Selex service management, la controllata di Finmeccanica a cui fu affidata la realizzazione del Sistri, senza alcuna gara pubblica.

Tutto ruota intorno a una squadra di calcio abruzzese, l’As Valle del Giovenco e a due imprenditori che lavorano nel settore dell’intelligence di Stato: Sabatino Stornelli, amministratore delegato della Selex, arrestato lo scorso luglio nell’ambito dell’appaltopoli abruzzese, e Paolo Giovanni Di Martino, originario di Castellammare di Stabia, proprietario della Eldim Security e di diverse altre società (come la Valdim Immobiliare srl, Eldim Security srl, Ingeco srl, Wise spa, Istituto Santa Croce, srl, Enterprise Security service srl, che si occupano prevalentemente di sicurezza elettronica).

Il segreto di Stato rende molto più difficile ricostruire i movimenti che hanno fatto una parte dei soldi provenienti dagli appalti Sistri e che ora sono sotto l’attenzione della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Sono probabili solo il punto di partenza, la Selex Service Mangement, e il punto di arrivo, l’As Valle del Giovenco. Nella fase intermedia, quella delle scatole cinesi, ci sarebbe invece, secondo i magistrati, Paolo Giovanni Di Martino, che con la sua Eldim avrebbe lavorato in subappalto per il Sistri. Il filo che lega una delle controllate strategiche di Finmeccanica e l’azienda di Di Martino a una piccola squadra di provincia, che ha galleggiato tra la serie D e la serie C2, è tutt’altro che sottile. La Selex era, fino a qualche mese fa, nella proprietà della As Valle del Giovenco. E Stornelli ne è stato per un paio di anni presidente, sostituto poi proprio dall’amministratore unico di Eldim.

L’ad di Selex aveva fatto le cose in grande, investendo nel progetto calcistico diversi milioni di euro: l’ex campione del mondo Paolo Rossi alla vicepresidenza e giocatori di serie A, come Birindelli, ex Juventus, e Cesar, ex Inter, in campo. Forse troppo in grande.

Qualcuno in Selex aveva cominciato a insospettirsi e aveva quindi informato la dirigenza di Finmeccanica: «L’ingegner Sabatino Stornelli ha distratto cinque milioni e cinquecento mila euro dall’azienda per la gestione della società di calcio Valle del Giovenco (...) Emettevano fatture false per operazioni inesistenti alla Eldim Security che poi provvedeva a sponsorizzare la società suddetta», sta scritto in una lettera, inviata da una dipendente al condirettore generale di Finmeccanica Alessandro Pansa e contenuta nell’informativa della polizia, anticipata da Repubblica venti giorni fa.

Su questi aspetti della gestione di Selex stava già indagando la Procura di Napoli, con un’inchiesta affidata a John Woodcock. Secondo la Dda napoletana, è probabile che nello stesso meccanismo rientrassero anche alcune commesse non regolari relative al Sistri. Costi gonfiati, false fatturazioni e subappalti non necessari potrebbero essere gli strumenti utilizzati per creare fondi neri, riciclati attraverso gli investimenti nella squadra di calcio. Da tempo alcune spese sostenute per la realizzazione del sistema di tracciabilità dei rifiuti, sostenute da Selex, erano state ritenute strane.

La controllata di Finmeccanica aveva affidato parte del progetto di esecuzione a una sua partecipata: Abruzzo Engineering, finita nell’inchiesta sulla ricostruzione. Tutto il procedimento (che prevedeva semplicemente la formattazione delle chiavette usb, necessarie per la tracciabilità dei rifiuti tramite gps) si svolgeva però con modalità assolutamente antieconomiche. Il lavoro, infatti, non veniva svolto negli stabilimenti abruzzesi. I dipendenti della società dovevano spostarsi, a spese della Selex, a Castellammare, lavorando presso un’altra ditta, la Sediin.
( terranews.it )


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22/11/2010 10:44
 
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30 anni fa il sisma
In novanta secondi la Basilicata crollò
Il dramma e le speculazioni




NAPOLI - L'odore di morte si sentì subito. Le urla dei sepolti vivi, anche. Un minuto e venti secondi bastarono per mettere in ginocchio un pezzo d’Italia. La forza del terremoto del 23 novembre del 1980, che nell’epicentro raggiunse il nono-decimo grado della scala Mercalli, sconvolse l'Italia intera. Quasi settecento i comuni coinvolti, nel cuore della Campania, soprattutto, nell’Irpinia come nel Salernitano, ma anche della Basilicata e del Molise.

L’Italia non era affatto pronta. E arrivò in ritardo. La Protezione Civile nacque proprio in quei giorni, ad opera dell’allora commissario per l’emergenza terremoto Giuseppe Zamberletti. Tanti, proprio per il ritardo dei soccorsi, furono condannati a morire. Da vivi. Dopo undici anni e i lavori di una Commissione parlamentare d’inchiesta, presieduta da Oscar Luigi Scalfaro, il quadro di quello che successe dopo, fu più chiaro. E brutto. Si parlò di Terremotopoli e di un buco nero dove finirono miliardi e miliardi di vecchie lire. Per la ricostruzione, per gli investimenti pubblici, gli aiuti alle imprese furono stanziati oltre 60mila miliardi.

Sul fronte della ricostruzione abitativa i 542 comuni della Campania hanno ricevuto finanziamenti per 14mila miliardi di lire; 6459 mila quelli per i 119 comuni dell’Irpinia, che registrarono la distruzione del patrimonio edilizio superiore all’80%; 1475 miliardi al Beneventano (78 comuni); 2095 alla provincia di Napoli (86 comuni); 3567 a quella di Salerno (157 comuni). Ricostruzione che ha superato l’80%. Ma, spesso, in un modo distorto.
La Corte dei Conti lo disse chiaramente: costi lievitati fino a 27 volte; il 48,52% dei progetti finanziati mai portati a termine; irregolari gli interventi per le imprese. Scrisse la Commissione parlamentare antimafia nel '93: «L'attività che si è svolta intorno all’utilizzo del fondi stanziata è stata condizionata dalle organizzazioni camorristiche».

In Basilicata – sul territorio lucano il terremoto causò 140 morti – la ricostruzione del patrimonio edilizio abitativo ha raggiunto l’80 per cento circa, con la «punta» del cento per cento a Balvano (Potenza), uno dei Comuni più colpiti dal sisma (dove morirono 77 persone), e la consegna di tutte le abitazioni agli sfollati o a chi aveva perso l’unica abitazione di proprietà. Secondo i dati forniti dalla Regione, quindi, la ricostruzione è terminata per tutti quei lucani costretti a lasciare le loro case per i danni del terremoto del 23 novembre 1980 (che causò anche circa 300 feriti e oltre 40 mila senzatetto, su una popolazione inferiore ai 600 mila abitanti), e in un terzo dei nove comuni dichiarati «disastrati», dove le scosse resero inagibile il 60 per cento del patrimonio abitativo; otto case su dieci sono state invece ricostruite nei centri «gravemente danneggiati».

Dal 1980 la Basilicata ha ricevuto complessivamente 4.800 miliardi di lire (circa 2,4 miliardi di euro) per le abitazioni, e dal prossimo riparto di nuovi fondi dovrebbero arrivare altri 12 milioni di euro: una cifra, quest’ultima, «nettamente inferiore al fabbisogno» poichè, fanno sapere dalla Regione, c'è da aggiungere al conto anche il meccanismo dell’aggiornamento dei costi dei materiali e delle attività edili per quelle opere non ancora completate. «Occorre un colpo di reni –ha spiegato l’assessore regionale alle infrastrutture, Rosa Gentile – perchè molto è stato fatto nell’azione di recupero del patrimonio abitativo, ma forse qualcosa si può ancora fare sia per la semplificazione burocratica, sia per il finanziamento della conclusione delle opere». Accanto ai finanziamenti per le case, la Basilicata ha ottenuto circa 13 mila miliardi di lire (circa 6,7 miliardi di euro) per l’insediamento di nuove industrie, tra cui la Ferrero, che ha aperto uno stabilimento a Balvano (Potenza): «Il terremoto – afferma l’assessore regionale Erminio Restaino – ha consentito alla Basilicata di vivere una stagione nuova in campo industriale. È stata un’esperienza che presenta ancora luci ed ombre». (gazzettadelmezzogiorno.it)

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23/11/2010 11:07
 
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"Oh mio Dio, sparano
al presidente Kennedy"


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Quarantasette anni dopo Dallas le guardie del corpo di JFK rompono il silenzio per la prima volta: esce in America un libro con le testimonianze in diretta: "Scambiammo il primo sparo per un fuoco d'artificio"


Quando Lee Harvey Oswald esplode il primo colpo l’agente Jack Ready pensa a un fuoco d’artificio, è il veterano Clint Hill il primo ad accorgersi di quanto è avvenuto esclamando «Oh, my God!» e la rabbia degli 007 si sprigiona quando arrivando al Parkland Hospital si accorgono che nessuno li sta ad aspettare.

A raccontare l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy attraverso la testimonianze dei quaranta agenti della sua scorta è uno di loro, Gerald Blaine, nel libro «The Kennedy Detail» reso possibile dalla scelta collettiva degli agenti del «Secret Service» di rompere il silenzio. A spiegare il perché è proprio Clint Hill, che nella carovana di Dallas era aggrappato alla parte posteriore della limousine presidenziale, definendo Blaine «una persona di indubbia onestà» e prendendo le distanze da «scrittori e registi che si basano sulle opinioni anziché sui fatti per contestare le conclusione della Commissione Warner» che nel 1964 pubblicò il primo rapporto sull’omicidio. «Siamo noi i testimoni di quanto avvenne e ricordare quei fatti può servire a non farli ripetere» aggiunge Hill, ammonendo sul rischio che un nuovo omicidio presidenziale «sarebbe una tragedia nazionale».

Ecco dunque cosa avvenne quel 22 novembre di 47 anni fa, quando la carovana di tre auto guidata dalla Ford bianca con a bordo l’agente Win Lawson si mette in marcia per portare John Kennedy al Dallas Trade Mart dove lo aspettano 2600 persone in festa. Le misure di sicurezza sono quelle di sempre: studiate a memoria dagli agenti che lo seguono ovunque ma che, come scrive Blaine, non possono contare «né sugli auricolari né sulle banche dati di oggi ma solo sullo spirito di squadra di uomini che non avevano alcuna fede politica ma solo la volontà di difendere il presidente».

Le macchine sono tre. Avanti la Ford bianca con Lawson e lo sceriffo di Dallas, dietro la limo presidenziale con Kennedy e la moglie guidata da Bill Greer ed a fianco Roy Kellerman. E per ultima la convertibile con a bordo quattro agenti, due collaboratoti di Kennedy e un fucile di precisione AR-15. Ma le maggiori responsabilità ricadono sui quattro agenti che procedono a piedi, a fianco della terza auto: Clint Hill e Tim McIntyre sulla sinistra, Jack Ready e Paul Landis sulla destra. È proprio Landis, un attimo prima della tragedia, a far notare a Ready la «tanta gente sui tetti delle case» a conferma che la popolarità di Kennedy è arrivata anche nella roccaforte dei repubblicani in Texas.

Nello stesso istante Emory Roberts, a bordo della terza auto, si dice soddisfatto per «la gestione della carovana» da parte degli agenti, inclusi i motociclisti che procedono sempre in linea con le gomme della limo presidenziale. Ma è proprio in quell’attimo che Osvald esplode il primo colpo. Ad accorgersene è Jack Ready ma pensa ad un «fuoco d’artificio» e lo dice ad alta voce. Clint Hill, fisicamente attaccato alla limo, guarda d’istinto il presidente mentre dice «mi hanno colpito» e grida «Oh, mio Dio» mentre il governatore del Texas, John Connally, trema di paura: «Ci uccideranno tutti». L’attentatore esplode il secondo colpo, questa volta il suono è più forte, vicino. L’agente Roy Kellerman, seduto a fianco dell’autista della limo, grida: «Ci hanno colpito, via di qui».

Win Lawson decide di dirigere la carovana d’auto verso «l’ospedale più vicino» ma nessuno sa bene dove sia mentre arriva il terzo colpo, centrando la testa di John Kennedy. La First Lady Jackie grida in faccia agli agenti: «Lo hanno ucciso, è stato colpito in testa». Clint Hill è oramai sopra la limo, incitando l’autista a correre «all’ospedale». Sono passati appena sei secondi dal primo colpo, gli uomini della scorta si guardano intorno, George Hickey sulla convertibile imbraccia il fucile Ar-15 ma oramai è troppo tardi per reagire. La priorità è salvare la vita del presidente degli Stati Uniti. La corsa verso l’ospedale di Parkland dura sei minuti, durante i quali la scorta chiama per radio la polizia di Dallas avvertendoli di cosa era avvenuto, ma quando il corteo arriva davanti all’entrata del pronto soccorso non c’è nessuno ad accoglierli. Clint Hill e gli altri si gettano sulla ricerca di «almeno due barelle» ma a Roy Kellerman basta gettare un’occhiata dentro la limo per rendersi conto che Kennedy è morto: materia ossea e frammenti di cervello sono ovunque. Il pensiero va così subito sulla nuova missione, ovvero difendere il vicepresidente Lyndon B. Johnson che è il nuovo «comandante in capo». Anche se in quel momento nessuno ancora sa bene dove si trovi.

Dal racconto di Blaine traspare l’amarezza per lo smacco subito come anche il plauso ad un’America che «protegge oggi i candidati presidenziali con risorse che noi allora non avevamo per difendere la Casa Bianca». Quasi a dire che la tragedia di John Kennedy è servita a rendere la presidenza più sicura.


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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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26/11/2010 21:54
 
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è questo il thread delle congiure, vero? [SM=g27988]


http://www.repubblica.it/politica/2010/11/26/news/il_complotto-9543151/


IL COMMENTO
La Spectre globale
di MASSIMO GIANNINI

Complotto contro l'Italia. In un pirotecnico gioco di specchi, si potrebbe capovolgere così il titolo del magnifico romanzo di Philip Roth, dove la dura e rancorosa e America di Lindbergh si chiude in se stessa per non vedere i suoi guai, e addita il mondo come nemico. Oggi Silvio Berlusconi e il suo governo fanno la stessa cosa. Per non vedere quanto è già sotto gli occhi di tutti, dal disastro dei rifiuti al crollo di Pompei, dalle inchieste della magistratura su Finmeccanica ai file segreti di Wikileaks, il nostro Consiglio dei ministri si riunisce come fosse un gabinetto di guerra, e alla fine stila il suo comunicato farneticante, dove si rievoca una "Cosa" pericolosa e informe che somiglia tanto alla cara, vecchia congiura giudo-pluto-massonica. "C'è una strategia per colpire l'Italia e la sua immagine internazionale", scandisce il nostro ministro degli Esteri, ripreso in un comunicato ufficiale di Palazzo Chigi.

Una "strategia" nella quale si mescola tutto, per confondere tutti. La monnezza di Napoli e le macerie della Domus dei gladiatori, gli avvisi di garanzia sul caso Enav-Selex e le "rivelazioni imbarazzanti" sui rapporti Italia-Usa che il terribile e temibile Assange sta per diffondere in rete. Un'enormità, sul piano politico e diplomatico: il governo italiano spara in alto, e nel mucchio, senza dire chi, dove, come, quando, perché. Poco più tardi, forse consapevole della sparata, lo stesso capo della Farnesina si corregge, con una prosa avventurosa: "Non c'è nessun complotto contro di noi, ma elementi preoccupanti che sono la combinazione di informazioni inesatte, di enfatizzazioni mediatiche, di fattori negativi per l'Italia". Salvo poi aggiungere, con involontaria comicità, che "non c'è un unico burattinaio, ma una combinazione il cui risultato è dannoso per la nostra immagine".

Riepilogando. C'è una strategia internazionale contro l'Italia e contro il suo governo. Magari nasce in America, va a sapere, e poi dilaga in Europa. E non c'è una sola "centrale", al lavoro contro il Belpaese. forse ce n'è più d'una. È grottesco che si possa anche solo immaginare uno scenario da Spectre globale, soprattutto se rapportato alla nostra sostanziale irrilevanza nello scenario internazionale. Possibile che il Cavaliere e i suoi accoliti non dubitino che di "centrale" anti-italiana non ce n'è proprio nessuna? Possibile che non abbiano il ragionevole dubbio che l'unica "centrale" che, in questo momento, sta arrecando veri danni all'immagine e alla credibilità dell'Italia è proprio l'istituzione che la governa? È colpa delle cancellerie europee se la Campania è invasa dai rifiuti come due anni fa? È colpa di Obama se l'inchiesta su Finmeccanica porta ad avvisi di garanzia che colpiscono al cuore la nostra industria della Difesa, strategica per il Paese?

È vero che ogni tramonto di un'illusione (è tale è il rovinoso declino del berlusconismo) contiene in sé elementi teatrali, oltre che tragici. Ma qui stiamo davvero esagerando. Manca solo l'attacco frontale alla Perfida Albione, da un balcone di Palazzo Grazioli. Poi la farsa sarà davvero completa.
(26 novembre 2010)



le allucinazioni "ce l'hanno tutti c'aa roma", "nun ce vojono fa' vince", "so' l'arbitri" non sembrano essere un'esclusiva romana e romanista [SM=g27988]

l'idea del complotto nasce in società in cui non è più possibile la mediazione degli interessi sociali che divergono in maniera estrema; così estrema che si procreano nel privato degli individui che cessano di essere cittadini nel momento in cui si rifugiano nella tutela del loro interesse più crudo e immediato, ignorando ogni conseguenza morale e gli stessi principi etici che dovrebbero essere il fondamento della società di cui fanno parte.
il sospetto (o meglio: la voglia) di congiura va mano in mano con la regressione e l'imbarbarimento di società evolute.

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(Samuel Beckett, Worstward Ho)
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difficile seguire la partita dopo le prime anticipazioni di wikileaks,

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"Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore." Bertolt Brecht
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Re:
E_Dantes, 28/11/2010 20.08:

difficile seguire la partita dopo le prime anticipazioni di wikileaks,





..era meglio.

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