Sapessi che dolcezze GIULIA...
Un giorno forse te le racconterò
e ti farò partecipe di quella grande piazza che nascose insieme ai miei anni la paura,la tenerezza,lo sguardo spaurito di chi piccola e forse un po’ sola vagava sotto le magre braccia di quei platani grandissimi,che in estate ci accoglievano nascondendoci dal mondo e in inverno ci spaventavano, quando il vento della sera faceva sembrare le loro braccia sagome di streghe;ma il sapore della sera,di quelle sere d'estate bagnate da stelle con la coda.
da lucciole che illuminavano le nostre bocche ridenti e sporche ...
E l'odore dei gelsomini e della campagna che si estendeva da quel punto a vigne d'uva;campi di grano o girasoli curiosi...
Che odori ,che magia...
Che sapori aveva allora la mia infanzia...
che bello era allora vivere! Forse non ce ne rendevamo conto,forse dentro di noi il vuoto era colmo di speranze...
Forse l'azzurro era troppo azzurro e lontano per i nostri sguardi smarriti.
. ...
Ed ora non ci restano che i sapori di un’epoca che non è più
e che solo dentro di noi riemerge per farci soffrire
si sta come d'autunno sugli alberi le foglie ( UNGARETTI)