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LA TRASMISSIONE DELLA PAROLA DI DIO

Ultimo Aggiornamento: 25/06/2016 16:11
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08/04/2010 15:17
 
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A volte viene citata l’espressione di Giuda 3 per affermare che nella Scrittura si troverebbe già tutto il deposito di fede. Il testo in questione dice:

Giuda 3: mi sono trovato costretto a scrivervi per esortarvi a combattere strenuamente per la fede ch'è stata tramandata (trasmessa, in altre traduzioni) ai santi una volta per sempre.

Il termine tradotto con "tramandata" o "trasmessa" deriva dall’originale greco PARADOSEION la cui radice PARADOS è la stessa usata in tutto il NT per indicare sia le tradizioni semplicemente umane, sia quelle di origine apostolica e quindi divine.

E’ evidente che tale termine si riferisce dunque non solo ai testi scritti ma maggiormente alla predicazione, a cui dagli apostoli veniva dato maggior risalto dato l’esplicito comando e l’urgenza espressa da Gesù di predicare (e non ancora di scrivere).

Vi è inoltre da sottolineare che al momento in cui Giuda scriveva la sua lettera non esisteva ancora un Canone definito delle Scritture del NT e certamente non ancora veniva scritto il Vangelo di Giovanni, le lettere di Giovanni e l’Apocalisse la cui redazione avvenne molto tempo più tardi, intorno al 100 d.C,. Dunque le Scritture non erano concluse al momento in cui Giuda diceva che la fede era stata trasmessa una volta per sempre. Però era già completo il nucleo di verità che l’insegnamento apostolico, (fatto in parte oralmente in parte con scritti) conteneva e che si sarebbe dispiegato man mano nel tempo sotto la guida dello Spirito Santo.

Pertanto la Rivelazione pubblica è certamente da ritenere definitiva ma non è assolutamente da intendere racchiusa SOLO NELLA SCRITTURA.

A conferma di quanto sopra, riporto il commento al versetto di Giuda 3, desunto dal sito evangelico di "laparola.net":

La fede ha qui senso obiettivo; è la verità creduta, abbracciata dalla fede. Ordinariamente indica la fiducia del cuore; ma negli scritti posteriori del N.T., ha qualche rara volta un senso meno subiettivo. La verità evangelica è stata rivelata agli apostoli dal Signore, e da loro tramandata mediante la predicazione e mediante gli scritti. In Giuda 17, l'Autore esorta a ricordarsi "delle parole dette innanzi dagli apostoli del Signor nostro Gesù Cristo". È stata tramandata una volta per sempre ('apax) perchè non c'è da aspettare una ulteriore rivelazione della verità salutare.

Concludendo, la Fede è stata trasmessa una volta per tutte, ma con la parola predicata oltre che scritta.

Un altro testo biblico, spesso trascurato al riguardo di quanto sopra espresso, è il seguente

1 Tess.3,10 notte e giorno pregando intensissimamente di poter veder la vostra faccia e supplire a quel che manca alla vostra fede.

Paolo si premura di incontrarsi personalmente con i Tessalonicesi per colmare quello che manca alla fede dei suoi discepoli e che non ritiene di poter fare semplicemente con le sue lettere, altrimenti l’avrebbe fatto. Ancora una volta dunque abbiamo una prova che solo gli Scritti apostolici non possono da soli colmare i tanti perché della FEDE. Le Scritture infatti pongono tanti e tali quesiti e ulteriori domande ai lettori affamati e assetati di verità, che hanno bisogno necessariamente di essere soddisfatte servendosi di spiegazioni, di delucidazioni, di enucleazioni (altrettanto ispirate e garantite da persone autorizzate: "CHI ASCOLTA VOI ASCOLTA ME") e di tutto ciò che ci è stato TRASMESSO di mano in mano, e senza interruzione, nella continuità e perennità della comunità dei credenti contro cui le potenze degli inferi non hanno potuto prevalere.

Dal sito "evangelico"(laparola.net) traggo il commento al versetto di 1 Tess.3,10 a ulteriore conferma di quanto sopra:

Dal cuore di Paolo ricolmo d'allegrezza partono ad un tempo i ringraziamenti a Dio e la preghiera di poter rivedere i Tessalonicesi. Essi sono stati istruiti per poco tempo e manca alla loro fede una più completa conoscenza della verità cristiana. Ci sono delle cose che non hanno ben capite, per es. circa lo stato dei morti in Cristo, circa la venuta di Cristo e, dal lato pratico, la loro fede non ha esercitate; ancora la sua santificante influenza su tutta la vita. Paolo bramerebbe quindi vederli per colmare colle sue istruzioni e colle sue esortazioni le lacune della loro fede.

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