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LA TRASMISSIONE DELLA PAROLA DI DIO

Ultimo Aggiornamento: 25/06/2016 16:11
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08/04/2010 15:11
 
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Durante questo periodo di predicazione apostolica sorgono le chiese organizzate con i loro Vescovi e Presbiteri; si va formando una ben precisa organizzazione che sostituisce l'autorità viva degli Apostoli: all'autorità viva degli Apostoli, succede un'altra autorità viva, quella dei Vescovi e dei Presbiteri. E' questa autorità viva che deve vigilare, redarguire, combattere ed istruire: "Ti scongiuro: annunzia la Parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina..... vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero" 2 Tim 2,2-5.

Perchè non accada quello che Pietro lamenta nella sua lettera 2 Pt 3,16 "gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre letture" è necessaria un'autorità viva. Entriamo così nel periodo immediatamente posteriore agli Apostoli: è una successione di persone vive che riceve il messaggio apostolico e lo trasmette alle generazioni seguenti. E' vero che le generazioni immediatamente successive agli Apostoli hanno discusso sul messaggio di Gesù, fino ad arrivare alle eresie, nella sua interpretazione errata, ma è pur vero che mai hanno contestato la leggittimità del trapasso di autorità dagli Apostoli ad altri.

La trasmissione dunque del messaggio evangelico da Gesù agli Apostoli e dagli Apostoli ai loro successori ed incaricati è una trasmissione viva imperniata su una autorità.

Per poter dubitare della Tradizione Cattolica bisognerebbe che essa fosse storicamente disgiunta dall'epoca apostolica (come per esempio è quella sia dei Protestanti e sia dei Testimoni di Geova).

La promessa assistenza fino alla fine dei secoli fatta da Gesù Mt 28,20 garantisce che Egli avrebbe impedito che tale Autorità erri nella formazione ed interpretazione della sua Tradizione.

Poichè la promessa di Gesù fu fatta ad autorità viva (Apostoli) e poichè gli Apostoli affidarono ad altri vivi l'espresso incarico di continuare la loro opera, bisogna concludere che la promessa dell'assistenza di Gesù è legata soltanto a questo genere di successione sancito dagli Apostoli.

E' vero che durante il primo secolo compaiono i vangeli, ma in nessuno di essi e in nessun altro libro del N.T. si dice che essi soli debbano valere come norma di fede. La loro composizione non annulla la successione vivente di cui si è parlato finora.

Abbiamo inoltre alcuni accenni di S. Paolo che accertano l'esistenza di una tradizione orale a cui l'Apostolo stesso si appella. In Rm 10.17 dice: "la fede nasce dalla parola"; "Fratelli, ritenete salde le tradizioni che avete ricevuto tanto dalla nostra viva voce, quanto per mezzo della nostra lettera" 2 Tess 2,15.

Egli stesso, chiamato per ultimo all'apostolato, si sente vincolato alla tradizione che risale ai primi Apostoli: "Poichè io vi ho prima di tutto trasmesso ciò che io stesso ho ricevuto" 1 Cor 15,3. "Vi lodo poi perchè in ogni cosa vi ricordate di me e conservate le tradizioni così come ve le ho trasmesse" 1 Cor 11,2. "Vi ordiniamo pertanto, fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, di tenersi lontani da ogni fratello che si comporta in maniera indisciplinata e non secondo la tradizione che ha ricevuto da noi" 2 Tess 3,6. "Io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso...." 1 Cor 11,23. "Molte cose avrei da scrivervi, ma non ho voluto farlo per mezzo di carta e inchiostro; ho speranza di venire da voi e poter parlare a viva voce" 2 Gv 12.

Nella Scrittura troviamo diverse espressioni che testimoniano di una trasmissione orale (Tradizione) non scritta, costituito da insegnamenti, istruzioni e direttive, che fanno parte del contenuto complessivo della Rivelazione:

1Corinzi 11:2 Vi lodo poi perché in ogni cosa vi ricordate di me e conservate le tradizioni così come ve le ho trasmesse.

2Tessalonicesi 2:15 Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete apprese così dalla nostra parola come dalla nostra lettera.

2Tessalonicesi 3:6 Vi ordiniamo pertanto, fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, di tenervi lontani da ogni fratello che si comporta in maniera indisciplinata e non secondo la tradizione che ha ricevuto da noi.

Troviamo ancora:

1TES.2.13 AVENDO RICEVUTO DA NOI LA PAROLA DELLA PREDICAZIONE, L'AVETE ACCOLTA NON COME PAROLA DI UOMINI..MA DI DIO.

2TIM.2.1 LE COSE CHE HAI UDITO DA ME…TRASMETTILE A PERSONE FIDATE CHE SIANO IN GRADO DI AMMESTRARE ANCHE GLI ALTRI.

2TIM.3.4 TU RIMANI SALDO IN QUELLO CHE HAI IMPARATO SAPENDO DA CHI L'HAI APPRESO.

Paolo attesta in modo chiaro che vi è una tradizione apostolica che viene trasmesso sia per iscritto che oralmente. Inoltre dice "udito" o "appreso" e non "letto", il che significa che la trasmissione in quel caso era stato fatto a voce (e non per iscritto) e allo stesso modo doveva essere replicato da parte di Timoteo e dei suoi continuatori.

Dice ancora Paolo in 1Cor.11,34: …Quanto alle altre cose, le sistemerò alla mia venuta.

Oppure troviamo in 3 Gv.13 …Molte cose avrei da scriverti, ma non voglio farlo con inchiostro e penna. 14 Spero però di vederti presto e parleremo a viva voce.

In che modo Paolo ha provveduto a sistemare i problemi sorti nella comunità di Corinto a riguardo dell'amministrazione dell'Eucarestia, di cui aveva scritto? Questo non lo specifica nella sua lettera, ma è da ritenere che si trattasse di una questione importante che riguardava proprio il modo di amministrare e considerare tale Sacramento. Però non lo troviamo nella Bibbia.


Inoltre le cose dette da Giovanni a viva voce ai suoi interlocutori aveva meno importanza di quello che scriveva? Certamente anche quelle cose costituivano delle verità importanti che l'evangelista avrebbe comunicato alla comunità dei credenti, per la loro crescita e la loro stabilità di fede. Ma tali verità non ci sono state lasciate per iscritto.

E’ corretto pensare che tali ammaestramenti siano andati persi? E’ corretto pensare che tante cose dette o fatte da Gesù siano andate perdute per il solo fatto che sarebbero stati innumerevoli i libri che si sarebbero dovuto scrivere? (Gv.21,25) Eppure Egli aveva detto: le mie parole non passeranno.

Dice ancora Paolo:
Col. 4,15 Salutate i fratelli di Laodicea e Ninfa con la comunità che si raduna nella sua casa. 16 E quando questa lettera sarà stata letta da voi, fate che venga letta anche nella Chiesa dei Laodicesi e anche voi leggete quella inviata ai Laodicesi.

In questo passo Paolo fa riferimento ad una lettera inviata ai Laodicesi di cui il testo scritto non ci è pervenuto. Se quel testo non si fosse perso, certamente sarebbe entrato nel numero delle lettere riconosciute come canoniche per il semplice fatto che era di S.Paolo.
Ma la lettera è andata perduta. Le parole in essa contenute erano certamente ispirate così come tutte quelle espresse da Paolo in tutte le sue lettere, in qualità di speciale ministro della Parola.

Forse che il contenuto di quella lettera non era importante? E allora perchè Paolo lo avrebbe scritto? Invece era certamente di fondamentale importanza per la vita di fede dei Laodicesi così come delle altre comunità: non per nulla invita anche i Colossesi a leggerla. Però nella Bibbia quella lettera manca.

 

La Bibbia stessa dunque in modo chiaro ed inequivocabile ci dice che deve essere considerato Parola di Dio, non solo quella scritta ma anche quella trasmessa a viva voce attraverso le disposizioni o la predicazione apostolica.

Occorre pertanto concludere che la Scrittura è tutta verità ma non tutta la verità si trova nella Scrittura.

E se non si trova tutto nella Scrittura, dove si trova ciò che manca?

Si trova appunto nella Tradizione, termine usato da Paolo e che non è da confondere né con le usanze popolari, né con le usanze introdotte dai farisei o da uomini dalla mente carnale.

La tradizione apostolica la si può rintracciare attraverso la vita e la prassi delle chiese, in quello che esse custodivano e conservavano gelosamente, in quello che ritenevano autentico, che vivevano, che pensavano, che interpretavano e difendevano, e che in ogni tempo sono state mantenute e trasmesse dall’esperienza viva dei credenti e che in molte occasioni ci sono state documentate fedelmente dai primi scrittori cristiani o padri della Chiesa.


Che possa piacere o meno, senza la Tradizione non sarebbe stato neanche possibile formulare l'elenco dei libri da ritenere ispirati, e quindi la Bibbia non esisterebbe affatto.. (Un elenco completo delle Scritture lo troviamo per la prima volta espresso nel concilio di Cartagine nel 397). La quale norma di vita conteneva non solo i testi scritti dagli Apostoli o dai loro discepoli ma anche lo loro parole, i loro insegnamenti ed esempi.

Dice infatti Paolo in 2 Cor3,2: La nostra lettera siete voi, lettera scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli uomini. 3 È noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori.

Dove possiamo trovare dunque questa ricchezza di verità non scritte ma che fanno ugualmente parte del Deposito di fede affidato con tanta circospezione da Paolo ai suoi continuatori?

Egli infatti raccomanda solennemente a Timoteo:

1TIM. 6,20 O TIMOTEO, CUSTODISCI IL DEPOSITO.
2 TIM.1,14 CUSTODISCI IL BUON DEPOSITO PER MEZZO DELLO SPIRITO SANTO
2TIM.2.1 LE COSE CHE HAI UDITO DA ME…TRASMETTILE A PERSONE FIDATE CHE SIANO IN

GRADO DI AMMESTRARE ANCHE GLI ALTRI.
2TIM.3.4 TU RIMANI SALDO IN QUELLO CHE HAI IMPARATO SAPENDO DA CHI L'HAI APPRESO.

Il DEPOSITO è conservato nella vita della Chiesa, nei suoi documenti patristici, liturgici, conciliari, apologetici, esortativi, e perfino nei documenti artistici. Deposito consolidato e difeso dalle persone FIDATE, preposte a tale scopo e incaricate con l’imposizione delle mani, di dare a ciascuno il cibo a suo tempo a secondo dei bisogni, come amministratori della multiforme grazia di Dio.

La Scrittura promette:
2 TIM.1,12 …SONO CONVINTO CHE (IL SIGNORE) HA IL POTERE DI CUSTODIRE IL DEPOSITO FINO A QUEL GIORNO.

Gv 16,12 LO SPIRITO SANTO VI GUIDERA' ALLA VERITA' TUTTA INTERA.

Infatti la divina ispirazione di verità non si limitò a guidare solo la redazione della Scrittura ma anche la sua interpretazione e l’esplicitazione della ricchezza in essa contenuta e che i primi seguaci del cristianesimo non erano in grado di comprendere in quel momento storico. (cf.Gv16,12: Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. )

Per cui il deposito si è arricchito ed è cresciuto con la Chiesa stessa: però non di verità diverse da quelle già professate, bensì conosciute più profondamente, enucleate dalla Scrittura stessa e non in contrasto con essa.

Le persone preposte alla guida della Chiesa avevano sin dall’inizio la consapevolezza di essere sotto la guida dello Spirito Santo nel dirigere, comandare e assistere il loro gregge.

Ecco ad esempio come si esprimeva Clemente, vescovo di Roma intorno all’anno 100

al termine di una lunga lettera, in cui propone attraverso esempi del Vecchio Testamento e le parole di Gesù e degli Apostoli, la soluzione di un grave problema sorto a Corinto: (LXIII, 2) "Ci darete esultanza di gioia se, divenuti obbedienti a ciò che vi abbiamo scritto mediante lo Spirito Santo, smorzerete la collera ingiusta della vostra gelosia, secondo l’esortazione fatta in questa lettera alla pace e alla concordia."

Tale lettera rappresenta uno dei primi tasselli importanti, dopo la Scrittura, del deposito di verità custodite nella Chiesa, così come pure le definizioni conciliari erano e sono state sempre ritenute ispirate e guidate dallo Spirito Santo. Esse sono il frutto dell’assistenza promessa da Gesù (Gv 16,12) alla sua Chiesa attraverso i suoi apostoli: IO SONO CON VOI TUTTI I GIORNI FINO ALLA FINE DEL MONDO.

Coloro che ritengono fallibili i Concili dovrebbero porsi una domanda fondamentale: se i vari concili che hanno stabilito e confermato il canone delle Scritture erano fallibili o infallibili. Se fossero stati fallibili, avrebbero potuto sbagliare nello stabilire quali Libri erano ispirati da Dio e quali non erano ispirati.

In questo caso, come possiamo avere la certezza che che tutti i libri del N.T sono ispirati? E se ce ne mancasse uno ( o più di uno) o ce ne fosse uno in più, la Bibbia sarebbe ancora un'autorità infallibile? Ovviamente no.

Allora è evidente che anche l’autorità che ne ha operato il riconoscimento è infallibilmente assistito dallo Spirito Santo.

In Lc 10,26 troviamo :" Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso".E Gesù "Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai". Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù "E chi è il mio prossimo? ".

La Legge perciò non diceva tutto. Il dottore della legge che interrogava Gesù ha avuto bisogno di un'altra autorità per farsi spiegare chi era il suo prossimo. E, se c'è bisogno di un'altra autorità che spieghi le Scritture, è necessario che anche questa autorità sia infallibile, altrimenti la stessa Scrittura verrebbe invalidata.

Per una piena comprensione del volere di Dio e dell’agire di Dio nella storia umana è necessario dunque fare riferimento in primo luogo alla Sacra Scrittura che è la fonte primaria della verità rivelata e in secondo luogo alla Tradizione che è la trasmissione di quanto non è stato esplicitamente scritto ma rimane comunque inscritto nella vita della Chiesa; per interpretare correttamente entrambe queste fonti della Rivelazione occorre però sempre la guida dello Spirito che le ha affidate alla Chiesa attraverso il costante discernimento del Magistero secondo il carisma proprio di illuminazione e di guida datole da Dio stesso come troviamo in Ef.4, 11: È lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, 12 per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo, 13 finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo..

 

Da un testo del pastore pentecostale G.Traettino ( http://www.riconciliazione.org/identita.htm#top )

riporto le seguenti espressioni che in sostanza mostrano dei punti di vista in comune con quanto espresso sopra:



…Nella comprensione evangelica c'è certo posto, spesso anche importante e vitale, per l'esercizio dell'autorità o, se si vuole, di un magistero dottrinale, morale e spirituale. …. Anche la tradizione deve sottomettersi al vaglio delle Scritture. Ma è "luogo comune" da sfatare l'affermazione secondo la quale "gli evangelici non credono nella tradizione". Anche noi abbiamo in pratica le nostre tradizioni! Ma le Scritture rimangono "il centro di legittimazione centrale della fede e della teologia cristiana" (McGrath). Non c'è dunque problema con l'esistenza di una tradizione. Soprattutto quando autorevole come quella dei Padri e dei primi Concili della Chiesa. Soprattutto quando intesa come commento e riflessione sulle Scritture. …

 

la radice del termine greco è PARADOS… che assume varie finali a seconda che si tratti di plurale, singolare,...

Nella traduzione CEI il termine greco PARADOS… è stato coerentemente tradotto sempre con il rispettivo italiano TRADIZIONE/TRADIZIONI mentre nelle traduzioni protestanti come ad esempio la Diodati e Nuova Diodati e la Nuova Riveduta e Luzzi e Nuova Luzzi, il termine greco è stato tradotto con l’italiano TRADIZIONE, quando si trattava di senso dispregiativo, e con il termine ISTRUZIONE, ORDINAMENTI o INSEGNAMENTI quando il termine assumeva senso positivo.

Ecco tutti i versetti dove ricorre il termine greco PARADOS… nella traduzione CEI:

Matteo 15:2 "Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Poiché non si lavano le mani quando prendono cibo!".

Matteo 15:3 Ed egli rispose loro: "Perché voi trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione?

Matteo 15:6 non è più tenuto a onorare suo padre o sua madre. Così avete annullato la parola di Dio in nome della vostra tradizione.

Marco 7:3 i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi,

Marco 7:4 e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame -

Marco 7:5 quei farisei e scribi lo interrogarono: "Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?".

Marco 7:8 Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini".

Marco 7:9 E aggiungeva: "Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione.

Marco 7:13 annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte".

 

Colossesi 2:8 Badate che nessuno vi inganni con la sua filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo.

Galati 1:14 superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com'ero nel sostenere le tradizioni dei padri.

1Corinzi 11:2 Vi lodo poi perché in ogni cosa vi ricordate di me e conservate le tradizioni così come ve le ho trasmesse.

2Tessalonicesi 2:15 Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete apprese così dalla nostra parola come dalla nostra lettera.

2Tessalonicesi 3:6 Vi ordiniamo pertanto, fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, di tenervi lontani da ogni fratello che si comporta in maniera indisciplinata e non secondo la tradizione che ha ricevuto da noi.

 

Gli ultimi tre versetti qui sopra, nella NUOVA RIVEDUTA sono però così tradotti:

1Corinzi 11:2 Ora vi lodo perché vi ricordate di me in ogni cosa, e conservate le mie istruzioni come ve le ho trasmesse.

2Tessalonicesi 2:15 Così dunque, fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti che vi abbiamo trasmessi sia con la parola, sia con una nostra lettera.

2Tessalonicesi 3:6 Fratelli, vi ordiniamo nel nome del nostro Signore Gesù Cristo che vi ritiriate da ogni fratello che si comporta disordinatamente e non secondo l'insegnamento che avete ricevuto da noi.

Mentre per tutti gli altri versetti che riportano lo stesso termine Parados…in greco, la NR traduce con il termine Tradizione:

 

COME MAI ?

Se è vero che il termine PARADOS… può essere tradotto anche con termini come INSEGNAMENTO/ISTRUZIONI, allora quantomeno non si dovrebbe porre obiezioni se si usa ( o si traduce) il termine TRADIZIONE non solo in senso dispregiativo ma anche in senso POSITIVO.

Ma le Bibbie protestanti non usano in tal caso questa coerenza e lasciano così pensare che la Tradizione sia sempre e solo una cosa negativa mentre è chiaro che vi è anche una Tradizione in senso positivo, di carattere apostolico, che si trova menzionato nel NT e concerne anche la Parola non scritta.

Troviamo una conferma che ogni traduzione risente sempre del pensiero del traduttore e della comunità che la esprime, e si può anche affermare che esiste una TRADIZIONE delle TRADUZIONI che pure i protestanti adottano come risulta da questo caso, anche se molti non lo sanno.

Concludendo è la Bibbia stessa che indica la Tradizione come fonte, essa pure, della Rivelazione.

 

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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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