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Ultimo Aggiornamento: 04/04/2024 22:35
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02/12/2010 14:36
 
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“Fiumicino 17 dicembre 1973”

Un interessante opera letteraria dal titolo “Fiumicino 17 dicembre 1973. La Strage di Settembre Nero”, edito da Rubbettino, è in questi giorni nelle librerie italiane. Un libro scritto con sapienza e dovizia di particolari dai giornalisti Annalisa Giuseppetti e Salvatore Lordi. Un documento importante che ci racconta i misteri e le incognite che ancora oggi, a 37 anni dai fatti, circondano l’attentato più sanguinoso compiuto nell’aeroporto italiano di Fiumicino. La storia racconta la strage che fu il frutto di un attentato terroristico palestinese che colpì con efferata determinazione, uccidendo 30 persone innocenti. I feriti furono oltre 15. Terroristi arabi si diressero verso un aereo della Pan Am e vi gettarono all’interno due bombe al fosforo. Quattro delle 30 vittime erano italiani: Raffaele Narciso, Giuliano De Angelis, la moglie Emma Zanghi in De Angelis e la loro figlioletta Monica. Uccisero inoltre il militare della Guardia di Finanza Antonio Zara, che aveva tentato di opporre resistenza. Si impadronirono poi di un aereo Lufthansa, facendovi salire alcuni ostaggi tra cui sei guardie di pubblica sicurezza. Costrinsero quindi l’equipaggio, che già era a bordo, a far decollare il velivolo. A bordo dell’aereo della Lufthansa uccisero il tecnico della società Asa, Domenico Ippoliti, che venne abbandonato sulla pista di Atene, dove l’aereo aveva fatto scalo. Molti aeroporti infatti rifiutarono l’atterraggio e alla fine l’aereo si fermò all’aeroporto di Kuwait City. L’incubo terminò nella tarda serata del giorno successivo al Kuwait International Airport, dove vennero liberati gli ostaggi e arrestati i terroristi che verranno consegnati all’Olp. Di loro, compresa l’identità, non si seppe mai nulla, ma i terroristi erano uomini di “Settembre Nero”, ovvero di Abu Nidal, il fondatore del Consiglio Rivoluzionario di al-Fath, detto anche Fmt (Fath al-Majlis al-Thawri), e figura per molti aspetti ambigui e controversi, tanto da far ritenere attendibile una sua manipolazione e/o infiltrazione da parte dei servizi israeliani. Oggi, a 37 anni di distanza dal quel giorno nefasto per la storia del nostro Paese, questo libro vuole cercare di fare luce su quella strage. Per la prima volta, infatti, testimoni oculari parlano di fatti rimasti nell’ombra, rivelando scenari a dir poco sconvolgenti.Molti in realtà sono gli interrogativi affrontati: perché uno dei terroristi indossava la tuta degli operatori dell’Asa? Chi era il fantomatico “Generale K” che fece visita alla famiglia di Domenico Ippoliti, morto ad Atene? E soprattutto chi seguiva, come un fantasma, l’aereo dei dirottatori? Interrogativi ancora senza risposte in una vicenda ancora da analizzare a fondo. Nelle pagine del libro di Giuseppetti e di Lordi si aprono scenari che sanno di depistaggi con la complicità dei servizi segreti, di intese italo-palestinesi e della partecipazione del Mossad al primo grave attentato aereo della storia della Repubblica italiana. “Stragi definitivamente cancellate”, ha scritto Sandro Provvisionato nella prefazione, parlando anche dell’altro attentato allo scalo romano del 1985. E degli autori, cita il lavoro paziente, minuzioso e certosino che li vede muoversi come abili investigatori del passato nei meandri di quello che a pieno titolo può essere considerato un “cold case” tutto italiano, nella storia della sporca guerra che il terrorismo ha combattuto sul terreno della nostra penisola. Un ottima lettura per gli appassionati del genere, ma anche per chi ama ogni tanto curiosare nelle vicende e nelle pagine più scure dei misteri italiani.
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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