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28/02/2010 19:37
 
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Le FOIBE, l'ultimo testimone * G. Udovisi

L'anno 1941, Mussolini entrò in guerra con Hitler e ci fu l'aggressione alla Jugoslavia, poi l'intervento dei nazisti apri una stagione di atrocità che è ben nota.
Come sempre capita,il pendolo oscilla, e chi dovette subire fece subire a sua volta.


- (…) Istria, Istria!
Terra di pietre e di vento,
terra d'odio e d'amore.
Istria, Istria
terra del mio dolore.

Bepi Nider -


Foiba, dal latino fovea: fossa, cava, pozzo, antro o inghiottitoio, si trovano soprattutto nella parte settentrionale denominata Carso.
La stima fatta è di circa 20.000 persone sparite in tombe senza lacrime e senza fiori, dove regna il silenzio dei vivi e dei morti.
Un genocidio che lo iugoslavo Josip Broz, detto Tito, mise in atto non solo verso coloro che non la pensavano come lui, ma per impadronirsi di case, terreni da dare ai suoi uomini, spedendo alle foibe: donne, uomini, vecchi, ragazzi e bambini...


La zona B era maggioranza Italiana...

Tito aveva dato ordine scritto per eliminare tutti gli Italiani...:
Il vademecum trovato nelle tasche d'un corriere comunista sloveno ucciso e pubblicato nel giornale Jutra di Lubiana il 5 Gennaio 1944

1)- Si devono liquidare tutti i dirigenti appartenenti a correnti borghesi.

2) - Si devono liquidare tutti i grandi possidenti, capitalisti, gli industriali e i Kulaki (contadini benestanti).

3) - Si devono liquidare tutti i dirigenti e funzionari dei partiti borghesi.

4) - Si devono liquidare tutti i dirigenti della Guardia bianca.

5) - Si devono liquidare tutti i dirigenti della Guardia azzurra.

6) - Si devono liquidare tutti i menbri delle SS. della Gestapo.

7) - Si devono liquidare tutti gli intellettuali, gli studenti e i politici da caffè.

8) - Si devono liquidare tutti i sacerdoti che si sono dichiarati contro il proletariato.

9) - Si devono incarcerare tutti gli ex ufficiali Jugoslavi.

10) - Si devono incarcerare tutti i sacerdoti.
Le chiese restano chiuse e non si devono demolire.
Le rappresaglie si possono eseguire soltanto su altri possedimenti ecclesiastici.

11) - Bisogna costringere ad andarsene tutte le missioni militari degli Stati capitalistici.
E' vietato ogni ulteriore colloquio.

12) - Già da ora devono venire segretamente portate via e consegnate tutte quelle persone che sono contrarie alla nostra lotta di liberazione.
Queste devono essere liquidate soltanto se lo richiede la situazione interna o la situazione estera.

13) - non devono uscire giornali borghesi.
Bisogna subito ritirare gli apparecchi radiofonici.

14) - Reparti devono subito occupare tutti gli uffici pubblici e tutte le importanti istituzioni vitali, nonché i centri delle comunicazioni.

15) - Tutte queste disposizioni dovranno essere eseguite il giorno che verrà fissato.

16) - Tutte le liquidazioni dovranno venire eseguite da speciali reparti del partito...


Son ben delineate le mire espansionistiche di Tito, il quale parla apertamente della Venezia Giulia come settima repubblica Jugoslava i quali confini arrivano fino al fiume Tagliamento...


- Lacrime. Lacrime amare...
La bestia, tutto sommato, nutre verso l'uomo un certo rispetto, ma l'uomo nei confronti dei suoi simili non ne ha affatto.-


- C'è da chiedersi se questo Paese che noi chiamiamo “patria” ci abbia mai riconosciuto, come recita l'inno nazionale, . -


- Il termine Istria deriva da “Istro” che significa Basso Danubio. I nomi delle città dislocate in quella regione erano quasi tutti italiani. Per volere di Tito, sono stati tutti cambiati. È da considerare che mai poi mai l'Istria è stata terra slava. Il termine Jugoslavia, fu voluto nel 1918 da Francia e Inghilterra...-


- La disfatta di Arsia
8 settembre 1943, ad Arsia, un paese sorto durante il fascismo, erano presenti milletrecento militari. Ebbene, questo grosso presidio, in quel fatidico giorno, si arrese a otto partigiani slavi che promisero loro la salvezza della vita se avessero consegnato le armi...
Questo frammento di ricordo soltanto per dire che il nostro esercito era stato completamente abbandonato a se stesso. Credo che quasi nessuno lo sappia in Italia... -


Leggendo questo passo mi è tornata alla memoria la figura della “Volpe del deserto”, Rommel.


L'inizio della sua reale leggenda


Il Tenente Erwin Rommel nella Grande Guerra ottenne con il suo ardire, il 09/10/1917, trovandosi in Val Cellina, Cimolais, confine Friuli-Belluno, dove ora c'è la famosa diga del Vaiont, viene a sapere che alcuni schutzen sono stati fatti prigionieri, ma che gli italiani si sono ritirati verso Longarone.
Rommel decide di avviarsi quindi verso Longarone, sono le 6.30 del 10.10.1917, ma prima che lui giunga a Pirago gli italiani fanno saltare il ponte sul Maè.
Quando gli uomini di Rommel, superato l'ostacolo del ponte ancora fumante, si dirigono verso le porte del paese, uno spettacolo indimenticabile li accoglie: il sottotenente Schoeffel, uno dei militari fatti prigionieri, sventola la resa firmata dal comandante la guarnigione di Longarone, in groppa ad un mulo, seguito da militari incolonnati sventolanti un fazzoletto bianco di resa.
Bottino della ridicola battaglia: circa 4000 uomini e 100 ufficiali oltre a mitragliatrici, cannoni di montagna e da tiro rapido, centinai d’animali da soma, camion da trasporto, tanti autocarri e ambulanze.
Alle 7.30 Rommel entra in Longarone, salutato dagli evviva non solo dei suoi uomini. Inizia, il sacco di Longarone, dettato da una fame e una stanchezza che ha origini lontane.

Perdite dalla partenza del 09/10 alla presa di Longarone: 6 morti 2 feriti gravi 19 feriti leggeri 1 disperso.
Il reparto di Rommel riusce a portare a termine questa operazione con la sola "forza" di 200 fucili, 6 mitragliatrici pesanti e 6 leggere.
il successo non si deve soltanto alla forza pura o alla durezza dimostrata da ognuno verso se stesso.
Essa fu una vittoria dello spirito, che non si è mai perso.



- Oggi, nel 2010 (siamo in pace o in guerra?) vige il concetto dell'autodeterminazione dei popoli, un concetto che andrebbe applicato anche, e soprattutto nel nostro caso, in quanto eredi di quelle terre strappate con forza dai partigiani slavi.
Sta a loro, gli slavi a decidere se la pace può essere duratura o se ancora l'odio deve prevalere sullo spirito di fratellanza fra i popoli …
Parlare quindi dell'Istria vuol dire raccontare l'orrore delle foibe... -


- La mia fiducia nella giustizia è calata di molto da allora, come anche la fiducia nei politici ormai si è ridotta al lumicino.

… nel 1975, a Osimo, il ministro Mariano Rumor ha regalato la nostra italianissima Istria agli slavi senza che noi si sapesse nulla. L'Istria è tuttora da rivedere... -


- Il mio sogno personale, avendo onorato la mia terra. L'Italia, così spaccata, riuscirà a onorarmi da vivo essendo l'ultimo testimone?
L'iter burocratico è lungo...
Vedremo se son degno di tanto onore. -


Voglio portare al lettore queste note tratte dal Libro di Marcello Bogneri edito Unione degli Istriani TRIESTE per Riflettere…


- 24 Dicembre 1946
Il Presidente del Consiglio, on. Alcide Degasperi, ha dichiarato in una conferenza stampa che se Pola e le città Istriane della costa Occidentale saranno cedute alla Jugoslava e, Trieste e il rimanente territorio giuliano saranno staccati dalla Patria e internazionalizzati, il Popolo ed il Governo non accetteranno mai così iniqua soluzione e resisteranno con tutte le loro forze e con tutti i loro mezzi.-


"Purtroppo, Degasperi... dovette cedere a Togliatti..."


- 10 Febbraio 1947
Parigi, Alle ore 11, nel salone dell’Orologio del Quay d’Orsay, i rappresentanti di venti Stati firmarono il trattato di Pace che toglie all’Italia quasi tutta la Venezia Giulia.
Contemporaneamente il brigadiere Generale R.W.M. de Winton D.S.G. comandante della 13a Brigata di fortezza britannica a Pola, mentre ispeziona un corpo di guardia all’esterno del Quartier Generale della sua brigata in viale Carrara, viene ucciso a colpi di pistola da Maria Pasquinelli.

Questo è il testo della dichiarazione redatto da Maria Pasquinelli poco prima del suo tragico gesto:
Seguendo l’esempio dei 600.000 Caduti nella Grande Guerra di redenzione 1915-18, sensibile come Loro all’appello di Oberdan, cui si aggiungono le invocazioni strazianti di migliaia di Giuliani infoibati dagli Jugoslavi, dal Settembre 1943 a tutt’oggi, solo perché rei d’Italianità.

A POLA,irrorata dal sangue di N: Sauro, Capitano dell’Istria martire.
RICONFERMO l’indissolubilità dal vincolo che lega la Madre Patria alle Italianissime terre di Zara, Fiume e della Venezia Giulia, eroici nostri baluardi contro il panslavismo minacciante tutta la civiltà Occidentale.
Mi RIBELLO.
Col proposito fermo di colpire a morte chi ha la sventura di rappresentarli
Ai quattro Grandi, i quali alla Conferenza di Parigi, in oltraggio ai sensi di Giustizia, di Umanità e di saggezza politica, hanno deciso di strappare ancora una volta dal grembo materno le terre più sacre d’Italia, condannandole o agli esperimenti di una novella Danzica e – con più fredda consapevolezza, che è correità – al gioco jugoslavo, oggi sinonimo per le nostre genti, indomabilmente Italiane, di morte in foiba, di deportazione, di esilio.
Pola, 10 Febbraio 1947

Maria Pasquinelli -


12 Febbraio Maria Pasquinelli, l'unica che ha compiuto un atto di ribellione contro un trattato riprovevole d'essere rinchiusa alle carceri del Coroneo di Trieste.-



Il libro di Graziano Udovisi “ l'ultimo testimone”, è una fresca, veloce lettura per capire il dramma delle Foibe (Aliberti editore).




Lorenzo Pontiggia in arte Mary Lory il Poeta, nato a Erba (CO), editore della casa editrice Villa Calliope di Albese (CO)
Con i suoi versi ha avuto l’onore di commemorare in diretta, con il regista Alberto Negrin, l’esodo degli istriani (le Foibe) (Roma, Saxa Rubra, 10 febbraio 2005).



Il dramma delle Foibe

Errori
di pelle d’innocenti…
La mattanza continua…
L’animale uomo
finché non usa
il Dono del MISTERO
la RIFLENTE
non sa connettere…
Da sfogare sul debole
la propria ignoranza…


Lorenzo Pontiggia
il Poeta marylory
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