Associazione Italiana di Campanologia 

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Quando le campane "escono" dalla tradizione locale

Ultimo Aggiornamento: 23/09/2012 13:24
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09/02/2010 10:40

Capita spesso di incontrare un campanile con installato un concerto che suona in modo diverso dalla tradizione locale.
E una voce stonata oppure chi ha voluto la "diversità" ha perseguito scelte ben precise?
Il concerto campanario del Duomo di Bergamo, è montato con ceppi ambrosiani veloci, con un risultato diverso dalla solenne tradizione bergamasca.
Era meglio addirittura lo slancio come Monza?

Duomo di Bergamo
[Modificato da vittoper 09/02/2010 10:44]
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09/02/2010 17:49

No, trovo che si tratti assolutamente di una stronzata. Le campane del Duomo di Bergamo suonavano a sistema ambrosiano normalissimo, poi si è pensato di fare questa genialata aggiungendo anche la sesta campana. Risultato: ora come ora le campane del Duomo di Bergamo non hanno nulla a che fare con la tradizione bergamasca. Che si facciano degli esperimenti campanari come questo in una chiesa nuova (tanto mi pare di capire che in Italia se ne costruiscono parecchie), posso capirlo, ma un Duomo ha una grande storia alle sue spalle, fare sì che la chiesa principale di una Diocesi suoni in modo diverso dalle altre, quando in precedenza ha sempre suonato uguale, mi sembra al limite dell'assurdo. Il sistema di suono delle campane di Monza ha una motivazione storica e sono sempre state a slancio, qui invece è puro sconvolgimento. Fortunatamente si può riparare quando si vuole e spero che ciò verrà fatto al più presto.

Ciao a tutti,
Romeo
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Età: 68
09/02/2010 21:36


Sono d'accordo che adesso come adesso si tratti più di una parodia di suono veloce, rispetto al locale stile bergamasco, che di un carattere ben preciso.
Mi piacerebbe capire i bisogni e il desiderio di chi ha deciso tale cambiamento: può essere legittima la volontà di diversificare le campane del Duomo da quelle della vicina Basilica di Santa Maria Maggiore ma tutto deve essere meditato e non improvvisato.
[Modificato da vittoper 09/02/2010 21:37]
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10/02/2010 19:41

Sono anch'io d'accordo con meme.
Questa discussione si unisce una mia protesta costante data dal fatto che siccome a parte la casa storica del Molise le uniche fonderie sopravvissute sono nel Nord, automaticamente tutte le nuove realizzazioni da un po' di anni a questa parte provenienti dal Nord sono concertini preconfezionati rigorosamente in scala e coi martelli. E questo indipendentemente da dove vanno.
Lo trovo sbagliato ed antifilologico, perchè rispetto al trend dell'intonazione tradizionale questi carillonetti stupidi non mi dicono nulla. E' pur vero che questa moda (mi riferisco in particolare all'intonazione in scala coi martelli) si è andata diffondendo grazie a/a causa di preti provenienti dal Nord o magari semplicemente desiderosi delle musichette e non avendo in Italia la cultura del carillon abbiamo i martelli come presidio musicale per le campane.

Al di là dei sacerdoti capite bene come non si può ridurre l'insieme delle chiese costruite da 50 anni a questa parte ad una serie di set standard con musichette da "gira la manovella". Non dico di essere creativi ma quanto meno filologici. Le chiese del centro qui da me hanno le intonazioni più disparate a causa delle rifusioni e dei vari parametri un po' variabili (forma dei campanili, incastellature, numero di campane) anche se cmq vi si riconosce una certa tendenza generale che è quella del salto (conseguenza istintiva del fonditore che ha a che fare con lo slancio).
Gli addetti ai lavori che ci leggono, riflettano bene dato che da quanto ho visto conoscono molto bene le nostre pubblicazioni e le nostre diffusioni qui sul forum e le vanno citando in giro con molto sarcasmo.
E badate bene che non si tratta di fare i glockenologi perchè se è per questo può essere anche noiso fondere una valanga di concerti nella combinazione di Salve Regina...
Non parlo delle mie idee dato che se fosse per me darei ad ogni chiesa una voce propria e con lo slancio entro certi limiti mi piace molto anche il tritono... però...
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11/02/2010 09:49

Ho inserito questa discussione perché l'individuazione degli indirizzi progettuali per un concerto campanario, sia esso ex-novo oppure preesistente, ma interessato a modifiche sostanziali, sia uno degli obbiettivi della futura campanologia.
Valerio parla degli addetti ai lavori come persone abituate ad operare secondo canoni standardizzati: è così, però fra i tanti c'è chi potrebbe muoversi in modo originale ed intelligente ma è frenato dalla committenza molte volte attenta solamente al lato economico del progetto.
Per quanto riguarda il Duomo di Bergamo è normale che nel centro storico di una città ci si trovi con campanili vicini e voler diversificare il suono di essi.
Faccio l'esempio di Mantova: sul campanile del Duomo mantovano c'è uno splendido concerto di campane all'ambrosiana mentre sulla non lontana Basilica Concattedrale di Sant'Andrea c'è un concerto a salto secondo il tono del Salve Regina. La cosa tragica è che queste ultime campane sono montate all'ambrosiana e suonano nelle solennità, a concerto, con tutti i problemi che può dare la mancanza di una scala diatonica corretta. Se si vuole valorizzare il concerto campanario di Sant'Andrea, qualora non lo si porti a slancio, va di molto alleggerito nei contrappesi per acquistare velocità, ovviamente evitando il suono a concerto.
Tornando al caso di Bergamo la cosa che non quadra è che sulla chiesa madre della diocesi, il Duomo, vi siano delle campane che non suonino secondo il metodo tradizionale bergamasco presente nelle parrocchie diocesane. In teoria, a diversificare doveva essere il vicino campanile della Basilica di Santa Maria Maggiore ma ciò risulta impossibile visto il valore storico dello stesso.
Alla fine, volendo arrivare al dunque, si capisce che nel panorama campanologico italiano manca proprio quella figura in grado di formulare precisi indirizzi culturali di intervento, siano essi meccanici, musicali e soprattutto storici: alla fine si vive improvvisando accontentandosi che le campane suonino.
Personalmente ritengo che, se in Duomo a Bergamo non si suonano le campane alla Bergamasca non si suoni neanche alla Veronese, alla Bolognese o secondo metodi tradizionali di altre zone ma a slancio, il suono di campane “delle origini”, più funzionale per la missione liturgica delle stesse.
[Modificato da vittoper 11/02/2010 09:50]
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11/02/2010 12:10

Sul campanile di Bergamo ci sono due elementi del 1793 e due del 1837, quindi protetti dalla Sovraintendenza per i Beni Culturali. Ogni operazione diversa dalla semplice manutenzione ordinaria deve essere autorizzata e condizioni per il rilascio dell'autorizzazione sono il rispetto per l'originale, ivi compreso il corista, il temperamento e lo spettro d'emissione sonora, con sostituzione solamente di quelle parti che siano così irreparabilmente danneggiate da rendere impossibile la fruizione dell'opera d'arte e, nella fattispecie degli Strumenti musicali, l'esecuzione e l'ascolto.
I campanili sono già distinguibili uno dall'altro per numerosi parametri: la posizione, l'altezza, la forma e la dimensione della cella, la sagoma dei vasi bronzei, il battaglio, il periodo d'oscillazione, tutti elementi che, insieme alle frequenze delle note emesse caratterizzano quello Strumento o quel complesso in maniera unica.
Sulle nuove costruzioni, ognuno è libero di fare ciò che desidera, fermo restando l'obbligo morale a rispettare i canoni dell'Arte; si sappia, però che, per quanto versatili possano essere degli Strumenti avranno uno stile che risulterà favorito e, quindi, le esecuzioni in quello stile appariranno come più vere, più naturali.
Sono stati citati i telebattenti: sono solo un surrogato della tastiera meccanica, così come i motori sono un surrogato delle funi, ma sempre di surrogati di dubbio gusto si tratta.
Quanto alla disposizione delle note in scala od in arpeggio, sta agli esecutori scegliere il repertorio adeguato: alcuni brani sono esegiubili, altri dovranno essere necessariamente scartati perché mancano delle note. Anche qui, sulle nuove instllazioni sarebbe auspicabile avere il maggior numero di note possibile, ancorché si vada incontro a indubbia lievitazione dei costi, mentre sull'antico, l'operazione potrebbe essere autorizzata purché gli elementi aggiunti si armonizzino con l'esistente, se protetto, e non compromettano la stabilità strutturale del sistema.
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11/02/2010 13:31

La voglia di distinzione non riguarda certamente lo stile del campanile ma il suono delle campane: esse si sentono in lontananza, anche se non si vede il campanile. La distinzione sonora fra i due campanili bergamaschi era già evidente per l'orecchio attento ma si vede che non era ritenuta sufficente. Tutto il resto detto da Ambrosiano è giusto, per carità, ma banale perchè viene disatteso, a cominciare dai controlli dall'Autorità competente, certamente per la mancanza di personale adeguato al settore. Questa discussione serve per far capire che certe cose non devono succedere.
[Modificato da vittoper 11/02/2010 13:35]
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12/02/2010 20:57

Mi permetto di segnalare alcuni casi discutibili qui dalle mie parti.
Lo scorso anno a Novara sono stati effettuati alcuni lavori di sistemazione presso il Santuario della Madonna del Bosco, piccola chiesetta nei pressi dell'Agogna, fuori dal centro abitato. Nell'occasione è stata riposizionata la campanella della chiesa, precedentemente posta su un telaio metallico presso il sagrato (suonava a distesa) su un nuovo traliccio; peccato che ora sia fissa con un elettrobattente! Considerando che la chiesa non è parrocchiale, anche se ospita parecchie celebrazioni, e che le dimensioni della campana, veramente ridotte (trattasi di un bronzo alto circa 40-50 cm, forse neanche quelli), non è che possano granchè contro il traffico, ritengo che motorizzarla in questa maniera sia stato un modo per gettare al vento soldi (quasi sicuro provenienti da offerte). Possibile che nessuno avesse più voglia di tirare una corda? La gente dalle mie parti si vergogna, evidentemente.
15 anni fa analoga sorte ha toccato il Santuario della Madonna della Fontana, a San Nazzaro Sesia: chiesa officiata solo alla domenica, disponeva di 4 campane a corda (che per anni sono state suonate dal sottoscritto, da piccolo; un tempo c'era anche la tastiera). Non si trattava di un gran concerto, per carità: la maggiore aveva la ruota, le 2 medie solo il ceppo ambrosiano senza ruota, con stanga; idem la piccola, probabilmente un'aggiunta posteriore (quando suonavo -senza criterio musicale, lo ammetto, non avendo capacità e nemmeno l'età -7 o 8 anni quando iniziai- cercavo di produrre un insieme festoso, talvolta fermavo le 3 maggiori apposta per far sentire la piccola; d'altronde il campanaro precedente, amico di mio nonno, era avanti con gli anni e forse già ai tempi a nessuno fregava granchè...boh...son subentrato e per anni ho sempre suonato, poi quando si arriva ai 12-13 anni si diventa un pò bestie e non sono più andato). Il parroco dell'epoca ha quindi deciso di piazzare 3 campane fisse senza batacchio, dotando la maggiore di elettrobattente (mai più suonata a distesa), non sono sicuro che le 2 medie abbiano il martello, mentre la piccola è stata asportata, chissà che fine ha fatto. Ora suonano le banalissime melodie tipiche di questi impianti, oltretutto non sono nemmeno granchè le campane nuove. Quello che mi chiedo è il perchè di queste scelte: qui le campane c'erano,perchè stravolgere in questo modo? Fermo restando che, a mio parere, in una chiesetta dove si celebra una volta a settimana non serve elettrificare, andrebbe incentivato l'olio di gomito non fosse altro che per risparmiare soldi destinabili in opere più utili. Lo stesso parroco, poco dopo, è stato trasferito a Vercelli e ha sistemato allo stesso modo il campanile di San Giuliano, in centro: dotato di due (o 3 non ricordo bene come fosse una volta) campane con ceppi in legno, a corda, ora ospita una campana fissa senza batacchio oltre alle 2 precedenti, le quali non credo proprio siano più state suonate a distesa. Mi sono dilungato abbastanza, perdonate, ma dato che ci sono di mezzo i ricordi...
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03/08/2010 23:21

prendiamo un caso opposto
il concerto del duomo di mantova.

quando ti ho conosciuto, caro vittorio, è stato per la nostra concertazione manuale con le campane di Santa Barbara in occasione del restauro dell'organo. qul giorno sulla torre del bertani, c'era anche un signore (del quale non ricordo ne il nome ne la faccia, purtoppo) che mi diceva essere uno dei campanari di Sant'andrea... mi raccontava che prima di essere elettrificati, entrambi i concerti del duomo e sant'andrea erano ben ascoltaati da tutti, perche erano svelti e si concertava con più armonia e ritmo. poi dopo le elettrificazioni e le sostituzioni dei telai e dei ceppi lignei (con sopra dei grossi blocchi di pietra) i mantovani non volevano più ascoltare quelle campane... e non si tratta di soli campanari...

per il caso di bergamo non so molto di certo pero' sulla torre civica il campanone suona a slancio... sicuramente però all'epoca della sua fusione sarà stato suonato a distesa con le pertiche come è monteto il campanone del Podestà a Mantova (pietro e francesco cavadini 1823 la b 2 3700 kg) oppure il rengo veronese (alessandro bonaventurini 1557 si b 2 4215 kg) sistemi misti per il suono delle altre campane.

la città di mantova dovrebbe essere studiata apoosta perche non tutti i campanili sono ambrosiani veloci o lenti.

bisognerebbe metterlo per legge di riscire a vincola re il paesaggio acustico secondo le tradizioni locali.. cosa che per comodo e per risparmiare 1000 euro si calpestano più che volentieri
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04/08/2010 08:23

Sono convinto che tutte le cose del mondo umano abbiano un senso, sta poi a noi giudicare, secondo la nostra capacità critica, se positivo o negativo. Il più delle volte tutto è legato al carattere economico, detto modernamente commerciale: le scelte giuste, quelle che riguardano il futuro di un oggetto, nel nostro caso le campane, sono le meno accattivanti economicamente, ovviamente per chi ci guadagna dei soldi. D'altra parte ritengo che l'ignoranza faccia parte del bagaglio umano e purtroppo quando viene applicata diventa parte integrante del contesto storico in cui si esprime.

Vittorio
[Modificato da vittoper 05/08/2010 10:15]
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05/08/2010 11:20

Re: prendiamo un caso opposto
JJR1721, 03/08/2010 23.21:

Prima di essere elettrificati, entrambi i concerti del Duomo e di Sant'Andrea erano ben ascoltati da tutti, perche erano svelti e si concertava con più armonia e ritmo. Poi, dopo le elettrificazioni e le sostituzioni dei telai e dei ceppi lignei, (con sopra dei grossi blocchi di pietra) i Mantovani non volevano più ascoltare quelle campane e non si tratta di soli campanari.



Non a caso o per puro capriccio, la legge impone, in fase di restauro delle opere d'arte, la conservazione dell'antico e, per i soli componenti irreparabili, la sostituzione con altri realizzati in maniera conforme all'originale e, in mncanza di questo, con elementi costruiti secondo i canoni dell'epoca, dello stile o, se possibile, del singolo Autore. Qui ne abbiamo la riprova lampante: uno Strumento musicale viene costruito per essere suonato in un certo modo al fine di ottenere un determinato spettro sonoro e, qualora ne venissero alterate le condizioni al contorno e, a maggior ragione, gli elementi principali del corpo sonoro, ne risulterebbe un'alterazione nella voce, tanto da risultare sgradevole. Non è possibile alimentare a mezzo di somieri meccanici canne d'Organo nate per il sistema pneumatico oppure canne concepite per basse pressioni con vento a pressione doppia, pena un orribile gracchio condito da sputi; non è possibile tendere le corde di un Viola da gamba, costruita per essere accordata a 415 Hz a seguire il Diapason di 440 senza creare forti sollecitazioni sulla struttura, ch vibrerà in maniera ben lungi dall'essere armonica; parimenti, non si possono suonare a slancio dei corpi sonori previsti per il battaglio cadente, altrimenti, risulterebbero stonati come le Campane del famoso proverbio.
Per quanto riguarda i complessi antichi, anche il paesaggio acustico è tutelato, mentre uno, sul nuovo, è libero di agire come crede, ancorché, sovente, non siano rispettati i canoni della buona Arte.



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10/08/2010 08:16

I criteri di un corretto restauro non si mettono in discussione.
Il fatto è che il danno è già stato fatto soprattutto per i piccoli complessi campanari di chiese minori.
Luca ha parlato dell'area mantovana, zona di confine: esistono concerti di cinque o più campane installati sui campanili delle chiese parrocchiali ma allo stesso tempo vi sono tanti campanili con due, al massimo tre campane a "salto". Ebbene in quei casi vedi molte volte abbattuto l'antico impianto ligneo a slancio per un improbabile impianto standardizzato all'ambrosiana. Chi ha un poco di cervello capisce subito che il sistema ambrosiano in quelle situazioni non serve ed era opportuno restaurare e mantenere l'antico impianto e stile di suono.
Di chi è la colpa? dell'ignoranza comune o della fretta di guadagnare soldi con la minore fatica possibile?
Certo che sarà impossibile ritornare per quei complessi campanari al vecchio stile di suono senza un impegno comune.
[Modificato da vittoper 10/08/2010 08:19]
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10/08/2010 11:47

Purtroppo, non è ancora acquisito che sui criteri di un corretto restauro non ci sia da discutere, specie in certe realtà, dove l'ignoranza, i loschi interessi economici, ben al di là della giusta mercede e la connivenza da parte di alcune persone che, invece, dovrebbero controllare. Il tutto fa sì che si continuino a perpetrare guai come quelli riportati. La trasformazione selvaggia a sistema Ambrosiano, peggio che mai se motorizzato, di un complesso nato per lo slancio non fa altro che produrre emissioni acustiche sgraziate, somiglianti più al rumore che non alla musica. Anche se, saggiamente, si decidesse di porre rimedio, occorrerebbe avere memoria dei legni impiegati e dei dati geometrici del castello, poiché il medesimo contribuisce, con le sue vibrazioni, all'emissine del suono. Inoltre, chi sarà in grado di procurare legname di prima qualità, accuratamente scelto e lungamente stagionato, non cotto al forno?
[Modificato da vittoper 10/08/2010 12:38]
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10/08/2010 12:44

Quando parlo di criteri indiscutibili parlo delle basi concettuali per un buon restauro poi le varie pratiche sono da discutere.
Per il ripristino di un sistema ligneo a slancio che possa avvicinarsi all'originale serve concretezza e, soprattutto, voglia di puntare ad un risultato "onesto".

Per quanto riguarda la memoria dei legni impiegati e le geometrie costruttive dei castelli si vedano i pochi esemplari rimasti da tutelare con urgenza tipo San Simone a Mantova.
[Modificato da vittoper 10/08/2010 12:48]
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15/08/2010 15:01

Questa discussione si fa interessante, voglio aggiungere un paio di cose.
Purtroppo un grosso problema è quello della poca
Prepqrazione degpi enti preposti che spesso non controllano i lavori e come vengono fatti, ad esempio in val antigorio(vb) ci sn diversi concerti con ceppi ruote e castello ancora in legno ma aimè pochi soldi, poco interesse e rimangono li bloccati senza speranza... In quanto a motori ed elettrobattenti, purtroppo di campanari nn c'e ne più sopratutto in alcune zone dove ve lo posso assicurare (vc-no-vb-al-pv ecc ecc) quindi se nn ci fossero gli impianti tutti i campanili sarebbero tutti muti.
A san nazzaro sesia le campane sn 5 e tutte con motori e martelli, in cella c'e addirittura una campana antica li a terra senza se e senza ma... Li è la poca voglia di suonare:-(
[SM=g7521]
Giotto PV
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15/08/2010 21:40

Confermo quanto dice Giotto/saltasempre,se non ci fossero gli impianti il silenzio regnerebbe sovrano, tra novarese, vercellese e anche alcune zone della Lomellina.. Non sapevo nulla della campana a terra all'Abbazia di San Nazzaro, non ho avuto mai modo di salirci...Nemmeno mio nonno che conosce molti abitanti e soprattutto era molto legato al parroco Don Danilo Gallo (artefice dei restauri di Abbazia e Santuario)non mi ha mai detto nulla, e dire che mi portava lui al santuario a suonare da piccolo. Niente risulta sulle campane neppure nel libro in vendita presso il complesso (nemmeno con la ristampa di qualche anno fa). Prima ho citato la Lomellina, perchè mi é venuto in mente Zerbolò, paesino preso il Ticino: passandoci per lavoro, avevo notato le 3 campane manuali della parrocchia; successivamente ho avuto modo di apprendere, da un libriccino sfogliato presso uno degli uffici per cui ho lavorato a Vigevano, che nella prima metà degli anni 80 han piazzato altoparlanti e riproduttori, un pò come diverse tremende chiese moderne...ecco perchè erano rimaste a corda. E' come se non ci fossero!
Per tornare al tema delle tradizioni locali, ho notato oggi passando per Livorno Ferraris (VC) il posizionamento in cella, sul campanile della parrocchiale, di 3 campane fisse (viste di sfuggita, almeno una sono sicuro). Meglio degli altoparlanti, per carità, ma poco attinenti! Sono poi stato, poco distante, a Santa Maria di Isana, bellissima chiesetta di origine templare inglobata in una cascina sempre officiata per l'Assunta. Vi è un campaniletto, da quanto è scritto sugli opuscoli la campana è del 1950. Ho chiesto alla signora che custodisce (e tiene aperta sempre, basta suonare al cancello: veramente apprezzabile) la chiesa se viene suonata ancora: no perchè rischia di crollare, poggiando su travi lignee evidentemente marce; lo stesso caampaniletto mostra la cella in condizioni precarie, mentre il resto dell'edificio è in ordine. Mancano soldi, e nessuno aiuta, quindi...silenzio.
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16/08/2010 07:57

Io credo che lo scarso impegno nella tutela della campane non sia originato esclusivamente da un fattore economico. Ricordiamoci che la maggior parte dei grandi complessi campanari sono stati realizzati in periodi di ben altre ristrettezze economiche. Quando, in passato, si voleva fondere nuove campane tutta la comunità collaborava con offerte, chi più chi meno, a seconda del proprio potere economico.
Molte sono le colpe ed i colpevoli quando si incontra uno stato di abbandono ma, alla fine è come il serpente che si mode la coda: non si vedonono vie d'uscita.
La colpa è della Sopraindendenza? Gli uffici preposti alla tutela sono in perenne carenza di forze umane per poter seguire tutto il patrimonio italiano.
La colpa è della proprietà? Le Curie diocesane tutelano il patrimonio artistico e religioso ma se non c'è sensibilità locale nella comunità ben poco può fare anche il parroco.
La colpa è delle ditte del settore? Effettivamente hanno le loro colpe ma pensate ad un rappresentante commerciale che deve presentare un preventivo di restauro: per stare sul mercato deve lavorare al ribasso.
Personalmente sono convinto che l'unica realtà che possa aprire e valorizzare un dialogo in merito sia la Sopraintendenza coinvolgendo tutte le realtà del mondo campanario per ottenere dei risultati che garantiscano una tutela dei sacri bronzi.
Uno degli obbiettivi primari è la schedatura in modo che non vi siano dei bronzi dimenticati.

[Modificato da vittoper 16/08/2010 07:59]
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16/08/2010 20:29

In tempi di ristrettezze è difficile tenere aperte e in ordine le chiese, figurarsi un aspetto di nicchia seppur di antichissima e importante tradizione come quello delle campane. Soldi per progetti ciofeca e sperperi vari (la stragrande maggioranza degli impianti realizzati a Torino per le olimpiadi 2006, o grattacieli improbabili...) si trovano; per le cose primarie è sempre più dura, a meno che intervengano sponsor.
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17/08/2010 15:37

Alcune considerazioni: Mantova può essere definita una città di confine, soprattutto per quanto riguarda i sistemi di suono, dobbiamo ricordarci che l'Italia possiede molti stili e meccaniche di suono, proprio per questo vi saranno delle zone dove si possono incontrare molto ravvicinatamente diverse meccaniche. Vittorio parla di un insieme di campane con un salto e della infelice idea di suonarle all'ambrosiana non essendo in scala diatonica maggiore. Se non erro anche il duomo di Crema possiede un concerto addirittura in arpeggio. Penso che non vi siano regole ben precise in materia di concerti all'ambrosiana, forse il sistema veronese richiede il più possibile insiemi accordati perchè nel tempo si è sviluppato un repertorio musicale che richiede scale maggiori (io campanologicamente lo ritengo un limite), ma il suono all'ambrosiana è già di per se molto limitato che non vedo grandi differenze se ci si trova di fronte ad una scala maggiore o minore o meglio ancora con dei salti. Che io non sia un grande estimatore del sistema ambrosiano credo sia risaputo, assieme al veronese ritengo si tratti di modi di suonare che mortificano il suono delle campane (io mi diverto a suonare e lo faccio soprattutto perche trovo tutti i modi di suonare motivi di grande aggregazione sociale).
Le tradizioni le crea l'uomo ed è giusto che ad un certo punto si trasformino anche in regole ben precise (la musica stessa è nata così e continua ad evolversi), a volte però capita che la mano dell'uomo unita alla scarsa cultura porti a scempi come i vari carillonetti citati da Valerio, i sistemi ambrosiani nelle montagne vicentine e i veronesi nel bergamasco per non parlare dei sempre più rari concerti a slancio portati alla veronese come è accaduto recentemente dalle mie parti, solo a riparlarne mi vengono i brividi, ricordiamoci che i primi a creare questi scempi sono stati e continuano ad esserlo i campanari! perchè si trasformano in mediatori, prendono parcelle dalle fonderie e l'idea dei soldini fa perdere il senno, io vi giuro che dalle mia parti è così e mi vergogno per essere stato impotente di fronte a ciò anche in tempi molto recenti...mi fermo qui, smentitemi se ne avete il coraggio!
Alberto
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17/08/2010 18:35

mi aggancio ad alberto
molti concerti di confine sono in balia di arraffoni impreparati che per esempio, hanno messo a distesa bilanciata il concerto di San Francesco a bologna, o all'ambrosiana il concerto di Ostiglia (mantova) nato veronese, senza parlare dei molti paesini che magari conservano anche alcune campane antiche sulle quali si concentrano le attività nella speranza che la vecciaia mieta le sue vittime dando ai predetti sapientoni la possibilità di prendere oltre ai soldi sul lavoro di montaggio e smonataggio, anche la maancia sulla fusione....

vergogna italia, vergogna, vergogna, vergogna
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