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Andrea Mischianti e le sue poesie in prosa sui cavalli...

Ultimo Aggiornamento: 26/01/2010 17:29
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20/01/2010 05:31
 
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lo so che sono noiosa, sopportatemi
Ciao!!! Tempo fa su facebook mi imbatto in un video meraviglioso... con una poesia bellissima. Tanto bella che ho chhiesto l'amicizia alla ragazzina che mi risultava come autrice, e credendo di avere trovato un'anima affine, ma le parole non erano sue....

Erano quelle di un cavallaro adulto, ovviamente. Oltretutto, dedito alla monta western. Altro shock, sposato con Natalia Estrada (!ma lei sembra tanto cambiata da quand era in TV).
Ma voglio condividerle con voi...

HORSES - Andrea "Drew" Mischianti
Un’anima. Quattro zoccoli. Una criniera. Una coda. Cavalli.
Amici dell’uomo da millenni. Mai schiavi davvero. Sempre lontani, un poco selvatici. Diversi dai cani, un po’ simili ai gatti, uguali a nessuno. Viviamo con loro. Alcuni per loro. Altri di loro. Non ho mai pensato a una vita lontana dai cavalli il loro odore è l’odore della vita per me. Lo scivolare della mia mano sulla loro schiena lucida, sporca di fango o bagnata di pioggia è un emozione, un dono, un brivido ogni giorno... cavalli occhi lucidi profondi come canyon. Groppe. Muscolose. Piene di un’energia che non si può scrivere. Un fiato dolce d’erba, saporito di fieno. Una voce che fa nitrito. Gambe di tendini, di forza, di veloce fuga. Per chi come me inizia il sogno alla mattina quando, il morbido naso è nel fieno. Per chi il muoversi dei cavalli nel mondo rappresenta un magico attraversare una vita altrimenti scevra di poesia. Per tutti quelli che si fermano un attimo la sera ad ascoltare il suono sublime dei chicchi di biada che scivolano tra i denti d’avorio. Nel mezzo di sospiri e sguardi. Per noi tutti questa grande passione diviene una catarsi, un orizzonte, una meta. Ad una giovane e bellissima donna ho detto poco tempo fa che per me i cavalli sono angeli. Ti salvano dalla bruttezza e dalla volgarità di questo mondo Angeli. Davvero. Quando sei per loro. Quando sei con loro. Tutto torna tutto va a posto. Come una musica. Un vento selvaggio. Un sapore antico. Non puoi fare a meno di loro soprattutto non devi. Cavalli, pensieri fatti di ossa, tendini, e muscoli. Irrinunciabili compagni di vita. Luminose scie nel buio. Stelle forse. Sicuramente una parte delle nostre anime. ComunNon è così per tutti. Per noi questo, per altri macchine da soldi. Quante volte li ho visti con gli sguardi sofferti e il respiro finito. Quante volte, nobili angeli con le ali infangate dall’uomo che tiene le redini di questi esseri incredibili e troppo lontani dalle nostre coscienze per essere capiti davvero. Comunque io e voi, per sempre, in silenzio, guardiamo quel fato che si fa nuvola nel freddo del mattino, ed esce dal morbido naso di velluto di un essere antico e ricco di tutto quello che noi non avremo mai. La tenerezza di un’anima selvaggia.
[SM=x1169439]






Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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20/01/2010 05:41
 
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anche più bella
Gente di Cavalli[/S]

Sono sempre stato considerato un tipo…strano. Un albero diverso da tutti gli altri delle foresta. E per questo sbagliato. In famiglia, tra i parenti, al liceo… ovunque. Il motivo? Ero sempre lì a parlare, a pensare, a sognare. Le mie mani hanno sempre avuto il loro odore dentro, fin sotto alle unghie il loro odore. Quell’odore che non se ne va via nemmeno dopo mille docce. Quell’odore che per gli altri è una sgradevole aroma. Io come molti voi ho vissuto quella specie di Aparthaid all’interno di gruppi sociali urbani. In sostanza, se non parli di calcio, automobili, vacanze tutto compreso alle Maldive, etc… non sei socialmente affidabile. Ho sprecato anni di vita a tentare di spiegare ai civilizzati e normodotati membri della nostra computerizzata civiltà che amare i cavalli ci regala la capacità di affrontare la vita in modo diverso. Il sottile confine tra forza e vulnerabilità che disegna l’anima dei cavalli è lo stesso fil rouge che segue la vita di ognuno di noi. La ricerca dell’equilibrio, dell’armonia, pensiero caro a tanti filosofi dell’antica Grecia, è la strada da seguire per conquistare il cuore dei cavalli e, secondo me, per vivere in sintonia con la gioia ed il dolore della nostra esistenza. E’ un concetto semplice, ma come sempre la nostra civiltà tende ad associare alla semplicità l’idea della stupidità. Se una cosa è semplice è poco intelligente. Credo invece che se tutto questo vivere fosse ridotto ai minimi termini esistenziali, noi, i cavalli ed il resto del mondo avremmo giorni più sereni ogni giorno. Ma credo sia giunto il momento di smettere di scrivere come un Dalai Lama. Inutile spiegare tutto questo a gente che non ascolta. Per quanto mi riguarda possono tenersi i mondiali di calcio, le elezioni, gli ipermercati, i centri commerciali, i telefonini ultimo modello, le ADSL, le ASL, i codici a barre, i microchip. Che nascondano nelle tasche tutti i soldi che possono. Che sappiano la formazione della Juventus a memoria, che in edicola comprino pure il Corriere dello Sport, io mi tengo i cavalli. I miei amici con quattro ferri e una coda. Ho tanti libri da leggere. Tante cose da scrivere. Domani è sempre il primo giorno del resto della mia vita. Alla fine sono soltanto uno che parla di cavalli. Come voi. Un uomo di cavalli. Convinto, fiero, assolutamente tranquillo. Sono quelli che ho sempre voluto essere. Non fatevi mai abbattere dai normali. Cosa vuol dire essere normale? Ascoltare le partite e andare a messa alla domenica alla stessa ora? Pensateci bene… Gesù era un tipo normale? Leonardo? Ghandi? Che cavolo. Neanche Bruce Spingsteen è uno normale. Difendete la vostra anormalità. Parlate di cavalli. Infischiatevene. Life is short. Ride, love, laught. Buone vacanze dal vecchio Drew.



Inutile dire quanto mi sia sentita chiamata in causa.... [SM=g27998]




Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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22/01/2010 02:36
 
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No invece, è bellissima. So che pare incredibile ma anch'io, che non ho mai avuto il piacere di conoscere i cavalli (ma soltanto per avverse circostanze esistenziali) comprendo senza sforzo le emozioni e sensazioni uniche che la loro vicinanza trasmette, posso solo immaginare con un po' d'invidia i doni che loro possono concedere a chi con loro entra veramente in sintonia.
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25/01/2010 00:54
 
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Non lavorerò coi cavalli.

Ma prima o poi ne avrò uno mio. Nonsrà iovane, so da dove verrà. Forse non sarà domato e avrò bisogno di una mano. O forse lo sarà. Ma io farò di testa mia.

Lo abituerò pian piano. Prima a me, alla mia presenza, poi alla mia attenzione, infine, se lo vorrà, alla mia amicizia. Già: sarà mio amico, non il mio cavallo. Sarà il mio caro amico, sarà come nel film Hidalgo in cui il protagonista chiama "fratellino" il suo cavallo.

La sua sola presenza sarà come una cura per me. So che vivrò soprattutto di lui.

Pagherò. Lo prenderò quando potrò pagare un posto che me lo tenga libero. Oddio... nei limiti del possibile, ma col cavolo che me lo chiudono in un box.

Si avvicinerà solo se lo vorrà.

E piano piano imparerò a montarlo, e lui a sopportarmi. Non so se potrò fare a meno della sella. Ma della testiera sicuramente. Al mio cavallo nessuno infilerà un ferro in bocca. State sicuri. Gli piacerà fare le passeggiate tranquille tipiche di una pigrona come me.

E lui sarà contento di conoscere Ciuteina. Piano piano. E di farle conoscere i cavalli un po' più da vicino.

Sarà bellissimo.



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
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F. de Andrè

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25/01/2010 13:22
 
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Beata te !





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25/01/2010 13:41
 
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Però è solo un sogno come mille altri, magari avessi la certezza....



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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26/01/2010 17:29
 
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Re:
Akyaky, 25/01/2010 0.54:

Non lavorerò coi cavalli.

Ma prima o poi ne avrò uno mio. Nonsrà iovane, so da dove verrà. Forse non sarà domato e avrò bisogno di una mano. O forse lo sarà. Ma io farò di testa mia.

Lo abituerò pian piano. Prima a me, alla mia presenza, poi alla mia attenzione, infine, se lo vorrà, alla mia amicizia. Già: sarà mio amico, non il mio cavallo. Sarà il mio caro amico, sarà come nel film Hidalgo in cui il protagonista chiama "fratellino" il suo cavallo.

La sua sola presenza sarà come una cura per me. So che vivrò soprattutto di lui.

Pagherò. Lo prenderò quando potrò pagare un posto che me lo tenga libero. Oddio... nei limiti del possibile, ma col cavolo che me lo chiudono in un box.

Si avvicinerà solo se lo vorrà.

E piano piano imparerò a montarlo, e lui a sopportarmi. Non so se potrò fare a meno della sella. Ma della testiera sicuramente. Al mio cavallo nessuno infilerà un ferro in bocca. State sicuri. Gli piacerà fare le passeggiate tranquille tipiche di una pigrona come me.

E lui sarà contento di conoscere Ciuteina. Piano piano. E di farle conoscere i cavalli un po' più da vicino.

Sarà bellissimo.



Grazie. [SM=g27998]
Non mi crederai, ma è esattamente quello che avrei fatto se avessi potuto.
[SM=x1169410]

(Mi piacerebbe anche avere un asinello per amico. [SM=g27998] )



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