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Doping

Ultimo Aggiornamento: 21/10/2010 17:53
13/01/2010 19:19
 
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Flachi positivo a cocaina

Non c'è pace per Francesco Flachi. L'attaccante del Brescia, è stato trovato di nuovo positivo a un metabolita della cocaina, la Benzoilecgonina. Il giocatore, che aveva già scontato una squalifica di 2 anni, è risultato positivo all'antidoping a un controllo al termine della gara di serie B tra Brescia e Modena del 19 dicembre 2009. Il giocatore potrebbe ora essere radiato in quanto recidivo.



IL COMUNICATO DEL BRESCIA
"In attesa di conferme definitive, disapprovando fermamente e condannando severamente il ricorso a sostanze vietate da parte di qualunque persona o atleta tesserato per il club, siamo comunque umanamente vicini a Francesco Flachi e alla sua famiglia per il momento che stanno vivendo".

13 gennaio 201013:13

29/01/2010 00:45
 
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Mutu positivo all'Antidoping: rischia 4 anni di squalifica
Adrian Mutu positivo all’antidoping.Il calciatore è stato “pizzicato” nel controllo del 10 gennaio successivo alla gara Fiorentina - Bari, terminata 2-1, e nella quale Mutu andò anche a segno. La positività sarebbe alla Sibutramina, un riduttore della fame ed inibitore della serotonina in commercio in Europa con il nome di Reductil.

Per Mutu, recidivo dopo la positività alla Cocaina del 2004, la pena potrebbe essere durissima, da 1 a 4 anni di squalifica secondo le norme Wada. Si attendono ovviamente gli esiti delle contro analisi, ma gli scenari sono inquietanti e rischiano di mettere ancora più in difficoltà il calciatore che ha ancora in ballo il risarcimento da 17 milioni di euro che il Chelsea gli chiede per la violazione del contratto che sottoscrisse quando si trasferì in Inghilterra.

Il Reductil, utilizzato nella cura dell’obesità, è un farmaco considerato pericoloso e c’è l’obbligo di ricetta medica specialistica per l’acquisto. Mutu dovrebbe spiegare quale medico ed in quali circostanze gli è stato prescritto, anche tenendo conto che appare irrazionale in suo utilizzo per migliorare le prestazioni sportive: non sarebbe sicuramente semplice venir fuori con una giustificazione plausibile
27/08/2010 18:01
 
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I Bleus di Zidane dopati? L'ex medico della nazionale francese lancia pesanti accuse
PARIGI – E se i Bleus del 1998, la mitica nazionale francese, quella giovane e multietnica, che si aggiudicò i mondiali, fosse stata in realtà dopata? I sospetti arrivano da qualcuno che, teoricamente, dovrebbe conoscere bene l'argomento: Jean-Pierre Paclet, ex medico dei Bleus. Il suo libro-bomba sugli anni passati nel microcosmo della nazionale (titolo «L'implosion», editore Michel Lafon), esce domani, attesissimo a Parigi.


«Alcune analisi del sangue hanno rivelato anomalie su diversi giocatori francesi proprio prima della coppa del mondo del 1998 – scrive Paclet nel libro, oggi anticipato con alcuni brani dal quotidiano Le Parisien -. Si possono nutrire forti sospetti sapendo in quali squadre giocavano alcuni di loro, in particolare nel campionato italiano». Paclet precisa che sta scrivendo «quello che già tutti sanno», aggiungendo che «avere un tasso di emocrito elevato non dimostra che avessero preso Epo». «Dato che non c'erano prove – conclude – non li abbiamo disturbati». Quanto alle squadre italiane, fa nomi e cognomi, la Juventus. «È risaputo che ci fossero pratiche ai limiti della legalità allora in quella squadra», nella quale giocavano due assi della nazionale '98, Zinedine Zidane e Didier Deschamps.

Paclet è stato medico di tutte le nazionali francesi fra il 1993 e il 2008 (quando venne buttato fuori con il contributo del ct Raymond Domenech), anche se ai mondiali del '98 non si occupava direttamente della nazionale maggiore. Collaborava, comunque, con il medico che svolgeva quella funzione, Jean-Michel Ferret, il quale, oggi interpellato sulla questione, è caduto dalle nuvole : «Non avevamo trovato nulla – ha confidato –. C'erano soltanto due lievi anomalie a livello del tasso di ematocrito. Ma erano legate alle fatiche del campionato».


Nel resto del libro Paclet se la prende un po' con tutti. Innanzitutto con Domenech, che proprio oggi ha incontrato i vertici della Federazione calcio francese, per stabilire quanto intascherà per togliere il disturbo (si dice fra 1,5 e due milioni di euro). E poi attacca Marco Materazzi, che sfortunatamente in Francia è un «capro espiatorio» buono per tutte le stagioni. Il medico racconta che, quando nella famosa finale ai mondiali del 2006 era sceso in campo a curare Zidane, Materazzi gli avrebbe detto : «Non servi a nulla dottore di m… È morto il vecchio. L'hai capito, è morto ».
21/10/2010 17:53
 
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È ufficiale: la Juve di Vialli, Del Piero e Ravanelli era dopata!
Articolo sul web [SM=g1907711]

La Corte di Cassazione scrive la parola fine al vergognoso feuilletton: Giraudo e Agricola sono colpevoli, la Juve vinse 3 scudetti, 1 Champions e 1 Intercontinentale barando, ma non viene punita per prescrizione del reato

Peruzzi; Ferrara, Vierchowod, Torricelli, Pessotto; Conte (Jugovic dal 43’), Paulo Sousa (Di Livio dal 57’), Deschamps; Del Piero, Vialli, Ravanelli (Padovano dal 67’). Allenatore: Lippi. Ricordate questa formazione? È la Juventus che il 22 maggio 1996 vinse la prima e unica Champions League della sua storia (su quella dell’Heysel, meglio stendere un velo pietoso) battendo in finale a Roma, ai calci di rigore, l’Ajax di Van Gaal, Van der Sar, Davids e Litmanen. Giocatore più, giocatore meno, è lo stesso squadrone che dal ’94 al ’98 – nell’era del “Lippi-1” – sbaragliò il campo in Italia vincendo 3 scudetti su 4: nel 94-95 (il 23˚), nel 96-97 (il 24˚) e nel 97-98 (il 25˚). Ebbene: per chi si fosse perso l’ultima puntata del romanzaccio brutto del Processo-Doping alla Juve retta, già allora, dai signori Moggi, Giraudo e Bettega, con il rampante Lippi in panchina, telenovela che in questi giorni ha visto scrivere, finalmente, la parola FINE, la notizia è: QUELLA JUVE ERA DOPATA.

Al di là di ogni ragionevole dubbio, la Corte di Cassazione ha stabilito, nero su bianco, in data 29 maggio 2007, che la Juventus di Lippi e del dottor Agricola, la Juventus del fantastico tridente Del Piero-Vialli-Ravanelli (forse la più bella Juve degli ultimi 20 anni), attuò, dal ’94 al ’98, “un disegno criminoso per alterare le gare attraverso la somministrazione illecita di farmaci”, in pratica dopando i giocatori sia con sostanze proibite, sia somministrando farmaci leciti su atleti sani in modo immotivato. Unico fatto non provato: la somministrazione di eritropoietina (Epo). In pratica, la Corte di Cassazione ha stabilito in via definitiva che la Juventus, nelle persone di Antonio Giraudo, amministratore delegato, e Riccardo Agricola, responsabile dello staff medico, commise in modo continuato, per 4 stagioni, il reato di frode sportiva violando la legge 401 dell’ 89. Sentenza definitiva che aggrava quella del Tribunale che come ricorderete aveva condannato solo il medico Agricola assolvendo con formula dubitativa Giraudo. Per la cronaca: grazie all’avvenuta prescrizione del reato – sopraggiunta lo scorso 1 aprile 2007 – la Juve, pur colpevole, non può più essere punita.

Ma c’è di più. Secondo i giudici della Corte di Cassazione, anche i giocatori (citiamo testualmente) “non possono essere considerati semplici vittime” dell’operato della società. In pratica, è difficile credere – così almeno pensano i giudici – che le pratiche-doping del dottor Agricola, così lunghe, sistematiche e pesanti, siano state portate avanti senza che i giocatori si rendessero conto di quanto stava loro accadendo. E insomma, delle due l’una: o quella Juventus era una squadra di giocatori tonti, al limite dell’insufficienza mentale, che non si accorgevano di essere vittime di spericolati e scriteriati trattamenti medici, da Peruzzi a Vialli, da Ferrara e Paulo Sousa, da Deschamps a Del Piero; oppure l’allegra combriccola dei giocatori juventini, quelli che sfilarono tremebondi in tribunale balbettando tanti “non ricordo”, era complice, e consenziente, delle sconsiderate pratiche di Agricola & Company.

Proprio questa, a nostro avviso, è la novità vera che i giudici della Corte di Cassazione hanno introdotto nelle loro motivazioni. A questo punto, gli sportivi italiani (e perché no?, anche i tifosi juventini) si attendono una netta, precisa e chiara presa di posizione da parte dei campioni bianconeri di allora: Vialli e Del Piero, Ravanelli e Di Livio, Ferrara e Paulo Sousa devono spiegare, appunto, se ai tempi in cui la Juventus li dopava – com’è ormai accertato e stabilito – loro sapevano ed erano consenzienti, oppure no: nel qual caso, sono stati vittime di spericolati trattamenti, cavie di immorali esperimenti, che non avevano alcuna giustificazione medica e che hanno messo a grave repentaglio la loro salute e la loro vita (a proposito: siamo proprio sicuri che tra la gratuita e sistematica somministrazione di anti-depressivi praticata alla Juve e le disavventure capitate, l’estate scorsa, a un ex giocatore, ora dirigente, non ci sia alcun nesso?). Insomma: fossimo in loro, saremmo quantomeno arrabbiati (eufemismo) con i signori Giraudo e Agricola.

Il sipario che la Corte di Cassazione ha fatto calare sul vergognoso feuilletton ristabilisce, se non altro, alcune verità. La prima è che i 3 scudetti vinti dalla Juventus di Lippi tra il ’94 e il ’98 sono scudetti fasulli, diremmo anzi disonorevoli, di cui la Juve si dovrebbe vergognare e che dovrebbe restituire; scudetti che restano negli Albi d’Oro solo per prescrizione del reato, ma dai quali qualunque sportivo dotato di un minimo senso morale dovrebbe prendere le distanze (lo stesso dicasi, naturalmente, per la Champions League e la Coppa Intercontinentale vinte dalla Juventus nel 1996: trofei che andrebbero restituiti, con tante scuse, all’Ajax e al River Plate, e cioè ai loro legittimi vincitori morali). La seconda verità è che la Juventus che Umberto Agnelli decise di affidare chiavi in mano, nell’estate del ’94, alla leggendaria Triade composta dai gentiluomini Moggi, Giraudo e Bettega, è stata per 12 anni – 12 anni lunghi e bui - la Casa degli Orrori del calcio italiano, il luogo dove venivano perpetrati, messi a punto e realizzati i più orrendi “delitti sportivi” che mente umana abbia mai concepito. Dai giocatori dopati agli arbitri telecomandati, una vergogna senza fine, una vergogna senza limiti, una vergogna che nessuna sentenza di condanna potrà mai cancellare.

Coraggio! Per 12 anni ci hanno rifilato un polpettone avvelenato. Oggi che i giudici ce lo hanno messo nero su bianco, almeno non facciamo finta di niente...

Fonte: www.paoloziliani.it
[Modificato da ti61no 21/10/2010 17:55]
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