LA LETTERA SCARLATTA di N. Hawthorne

- L'autore quando lancia i suoi fogli al vento, non pensa ai molti che getteranno il suo libro in disparte...: come se dovesse trovare senz'altro l'anima gemella di chi lo scrisse e compiere il suo ciclo di vita...-

- E quivi tutti i loro discendenti nacquero e morirono, mescolando alla terra la loro sostanza umana; tanto che ormai deve esserci una certa parentela tra la zolla e questa mia mortale carcassa...-

- Su mia richiesta molti furono esonerati dall'arduo lavoro, ma morirono tutti dopo essere stati messi a riposo...
Ma è di conforto all'anima mia pensare che in tal modo concesso loro tempo bastante a fare la dovuta penitenza dei peccati e delle male pratiche... Invece di di rimproverarli per la previa negligenza, veniva fatto quasi di encomiarli per l'ardente zelo che dimostravano e per le precauzioni che prendevano, quando al male non c'era più rimedio...
Mi basta affermare che l'impiegato, con l'affidarsi alla strapotente forza della Repubblica, perde ogni risorsa individuale e soltanto se egli possegga una eccezionale energia, può sperare di risorgere e di ritrovare se stesso. Accade anche questo, ma di rado...-

- Io credo che se ai funzionari di Stato potesse essere inflitta la decapitazione, i partiti vittoriosi non esiterebbero a tagliare tante teste innocenti e ringrazierebbero Iddio per aver loro fornito l'occasione di tagliarle...
Ma è proprio vero che non si può mai vedere nel futuro oltre la punta del proprio naso: fui io la prima vittima... Il mio destino poteva avvicinarsi a quello di colui, cui capiti la fortuna d'essere assassinato proprio quando medita il suicidio... Avrei detto: < La pace sia nel mondo e benedetti siano gli amici e perdonati i nemici, perché io sono ormai nel regno della pace>.-

- disse il medico < io non ti chiederò perché, né come tu sia caduta così in basso... Due sono: la mia pazzia e la tua debolezza...>.-

- Così Ester Prynne riprese a poco a poco il suo posto nel mondo, sì, l'aveva segnato di un marchio più atroce di quello che segnò la fronte di Caino...
Il dubbio è certo tra le conseguenze più gravi del peccato; ma quella povera vittima della sua debolezza e della crudeltà delle leggi umane... che nessun essere umano potesse essere
più colpevole di lei. -

- Perla, la sua Perla! L'aveva chiamata così... per l'altissimo prezzo che quella creatura costava al suo cuore... e il cielo l'aveva ripagata con una creatura adorabile...
< Figlia, figlia, chi sei? > gridò Ester.
< Sono la tua piccola Perla > rispose la bambina, e non lasciò di ridere e di saltare...

< No, tu non sei mia figlia! Non sei la mia Perla... Dimmi dunque chi sei, chi ti ha mandata qui.>

< E perché non me lo dici tu, mamma? >


< T'ha mandato il tuo Padre Celeste...>

E fosse per una bizzarria, fosse perché ispirata dal demonio, Perla indicò con la mano la lettera scarlatta. -

- La piccola volò via come un uccello... Cupa divisa, nella quale splendeva di luce perenne, ma tetro più dell'ombra da cui si staccava, un punto solo: una lettera A, scarlatta, in campo nero. -

Bellissimo, ricco di pathos... da rileggerlo...

Pontiggia Lorenzo
il Poeta marylory