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Ultimo Aggiornamento: 29/03/2010 19:32
20/12/2009 21:14
 
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Mimmo
[Non Registrato]
Quando i compagni si rivolgevano ai fratelli in camicia nera.
Di tutti i miei conoscenti compagni nessuno conosceva questa lettera/documento, allora mi sono detto: "la pubblico su Piazza Foggia, vuoi vedere che qualcuno mi sa dire qualcosa in più " ?


Boh, eppure i compagni dicono che storicamente i fascisti sono la mano armata del patronato, poi leggi qua sotto e...



Oggetto: CARO COMPAGNO

Nel giugno del 1936, sulla rivista “Stato operaio”, la rivista teorica del PCI, i dirigenti comunisti tentano un primo approccio: “Noi tendiamo la mano ai fascisti nostri fratelli di lavoro e di sofferenze perché vogliamo combattere insieme a essi la buona e santa battaglia del pane, del lavoro e della pace. Tutto quanto noi vogliamo, fascisti e non fascisti, possiamo ottenerlo unendoci e levando la nostra voce, che è la voce del popolo”.

Nell’agosto si arriva a un documento solenne, rivolto ai “fratelli in camicia nera”, che ha come base la riconciliazione tra fascisti e non fascisti: “Noi proclamiamo che siamo disposti a combattere insieme a voi e a tutto il popolo italiano per la realizzazione del programma fascista del 1919 e per ogni rivendicazione che esprima un interesse immediato, particolare o generale, dei lavoratori e del popolo italiano”.

Tra i firmatari dell’appello figurano: Togliatti, Grieco, Gennari, Di Vittorio, Marabini, Montagnana, Longo, Ciufoli, Lampredi, Valiani e moltissimi altri.

I comunisti sono costretti a riconoscere i risultati conseguiti dal fascismo. Greco afferma che “Dobbiamo specificare che lotteremo per una democrazia nuova che tenga conto dell’esperienza fascista.”; Montagnana che “L’attività degli antifascisti, degli stessi comunisti, è pressoché nulla. Gli elementi attivi sono fascisti” e che “Noi dobbiamo avere il coraggio di dire che non ci proponiamo di abbattere il fascismo”; Longo che “Noi siamo dei pigmei e nulla possiamo ancora contro le organizzazioni avversarie”; Ciufoli che “Il PCI, facendo suo il programma del 1919, colmerà il vuoto che esiste ancora tra noi e le masse”; Gennari che “L’attività svolta dalle masse nei sindacati fascisti e i risultati ottenuti dimostrano che già i sindacati fascisti possono essere uno strumento di lotta contro il padronato e perciò essi debbono essere considerati come i sindacati operai nella attuale situazione italiana”.

Capito compagno? Nel 1936, dopo la conquista dell’Impero, non eravamo poi così male agli occhi dei tuoi dirigenti. Addirittura il programma Fascista del 1919 volevano adottare! E non si proponevano di abbattere il Fascismo, considerando addirittura i sindacati fascisti come strumenti di lotta operaia contro i padroni!

Chissà quando è che i tuoi compagni hanno scoperto che il Fascismo era solo violenza, che fu il braccio armato di borghesi e padroni, che privava il popolo della libertà… Fino al 1936 (dopo 14 anni di “dittatura Fascista”, compagno, è bene ricordarlo) parevano non pensarla così…

Avrà influito il fatto che l’appello rimase inascoltato dai Fascisti? Avrà influito il fatto che dopo il periodo delle vittorie cominciò quello dei sacrifici e delle sconfitte?

Tutto può essere, caro compagno… Tutto, tranne il fatto che i tuoi compagni raccontino le cose per quello che sono e che furono!
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Per rispondere a questo messaggio, segui il link in basso:
www.facebook.com/n/?inbox%2Freadmessage.php&t=1152700549003&mid=1987b2cG599da60eG...
21/12/2009 14:14
 
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Francesco - Ap
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Davvero non la conoscevi? Beh, lacuna grossa.

La spiegazione è nella data.
21/12/2009 15:41
 
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Mimmo
[Non Registrato]
Ne ho tante di lacune, soprattutto sulla storia del comunismo, lo ammetto senza problemi.

Poi mi dici: "La spiegazione è nella data", ma se non sbaglio dal 1919 al 1936 tra i "fratelli" rosso-neri ne erano successe di episodi non proprio amichevoli.
La data cosa può dirmi ? Che fino al 1936 non fu "male assoluto" (Come dice il rinnegato Gianfy)? Che finchè non ci fu la guerra persa, tutto sommato sto fascismo si poteva accettare, e che addirittura non si poteva prescindere da esso (lo disse Greco).
Beh, se così fosse, sono un pò sorpreso, allora la storia che ancora oggi la sinistra (da rifondazione a quella antagonista) ci racconta è quella che il fascismo fu al soldo dei capitalisti e della borghesia e che era contro la povera gente, è solo propaganda ?

E poi, dopo il 1936,l'Italia nel 1940 entra ufficialmente in guerra , e la Russia comunista che fa ? Lotta contro le plutocrazie ? No, si allea con esse per distruggere chi voleva combatterle.

Ma allora chi era con i capitalisti? Chi era contro ?



Dovrò pur mangiare ancora tanto pane duro per comprendere la storia, ma francamente, qualcosa non mi torna.

Lo dico senza ironia,m'interesserebbe un parere di un comunista sul contenuto della lettera della rivista "Stato operaio", il tuo compreso, ci mancherebbe.



23/12/2009 00:57
 
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Francesco - Ap
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Nel 1936 il fascismo era trionfante e nessuno poteva concretamente vaticinarne la fine.
Il Partito - che come ogni Partito comunista si orienta per tattiche finalizzate ad una strategia - decise che era tempo di scardinare il monoblocco del consenso, stimolando dall'interno le fratture dovute alla disillusione (ipotetica) di molti fascisti della prima ora, aizzandone lo spirito rivoluzionario contro il regime.
Un tentativo che molti considerarono, con gli anni, sbagliato, ma che personalmente ritengo legittimo. In ogni caso, non attecchì più di tanto, salvo qualche importante episodio.
Ad ogni modo, ci pensò la Guerra di Spagna a chiarire i malintesi.
E, a proposito di quest'ultimo evento, basta leggere la storiella di Di Vittorio e l'aviatore fascista per comprendere l'indole di quella fase dell'opposizione.

Non c'è nulla di ideologico. Si trattò di mero calcolo. Anche se questo, chissà perché, vi lascia sempre un po' delusi. Com'è che desiderate tanto il superamento della dicotomia? Sul serio: non l'ho mai capito...
23/12/2009 15:47
 
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Mimmo
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Ok,ho compreso il tuo pensiero. Anche se probabilmente i dirigenti del PCI dell'epoca sapevano che quel documento sarebbe rimasto nella storia, ed ho qualche dubbio che sia stato redatto solo per um mero calcolo di "entrismo", il fatto sai qual'è, e che spesso ho avuto modo di parlare con vecchi comunisti, e questi mi hanno sempre parlato male della gente che si pavoneggiava con la camicia nera, molti mi hanno detto peste e corna ad esempio di Caradonna, ma quasi nessuno ha mai parlato male di Mussolini, e men che meno delle leggi sociali del fascismo,alcuni stimavano la figura di Araldo di Crollalanza, poi(sempre questi vecchi comunisti) mi facevano notare che a guerra finita gli impavidi in camicia nera salirono sul carro del vincitore e si dichiaravano antifascisti, è la classica gentarella italiota,non si tratta ne di fascismo ne di comunismo ne di altro, vi è un ideologia più forte delle altre purtroppo, si chiama OPPORTUNISMO.

Il superamento della dicotomia(presumo ti riferissi a quella fascismo/antifascismo) piace ai rinnegati, a quelli che devono fare carriera, a me non ha mai fregato niene,io sono onorato quando mi chiamano fascista, figurati. Il problema è cosa s'intende per fascista,o per comunista, ma di questo ne abbiamo già parlato altre volte.






23/12/2009 18:23
 
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Francesco - Ap
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Vecchi comunisti che parlano bene di Mussolini.

Più superamento di questo...
23/12/2009 21:55
 
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Mimmo
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Parlavano anche male male di Caradonna, sempre comunisto erano.
24/12/2009 00:54
 
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Francesco - Ap
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Guarda, Mimmo, in tutta sincerità natalizia: non è un segreto per nessuno che il fascismo, come organizzazione totalitaria del potere e delle istituzioni, avesse un consenso, un seguito, una capacità di radicamento (coatto e non) tale da portare la quasi totalità della popolazione a sposarsi coi suoi intenti (almeno quelli superficiali).
I comunisti...
I comunisti - per me che non ho vissuto le leggi speciali, il carcere, il confino e le spedizioni punitive... e che quindi ho gioco facile "col senno di poi" - erano quelli che marcivano nelle patrie galere, combattevano in Spagna, si organizzavano a Ventotene, si compattavano tra gli esuli in terra di Francia.
Su quelli che hai incontrato tu, permettimi, ma esprimo forti, fortissime riserve.

In altri termini: se dobbiamo parlare del perché i comunisti abbiano cercato di avvicinare con la propaganda delle frange scontente di fascisti, eccomi ben disposto.
Ma se dobbiamo dare retta ad ogni vecchio rincoglionito che si trascina lungo corso Vittorio Emanuele, allora permettimi... preferisco tirare a campare diversamente.

Auguri laici.
24/12/2009 00:58
 
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Francesco - Ap
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...tanto per capirci: mio nonno, a cui ho voluto un bene dell'anima (ma questo non conta), votava Agostinacchio (ai tempi del Msi), sosteneva che la patita prigionia in Germania era il giusto prezzo per il tradimento, diceva che i nazisti erano delle persone tutto sommato umane, adorava la determinazione dei russi e mi cantava "Bella ciao" per farmi addormentare.

Non credo faccia testo. Pace all'anima sua.
26/12/2009 12:34
 
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Mimmo
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Anè... Auguri laici, vabbè, grazie lo stesso, ricambio anche con: auguri cattolici appostolici romani, anche se fatti a Natale passato.

Solo una precisazione: non erano i passeggiatori di Corso Vittorio Emanuele che mi hanno detto quelle cose, ma contadini comunisti del basso tavoliere (dove ho abitato nella mia adolescenza) che non avranno provato le patrie galere,ma che hanno provato l'olio di ricino, le hanno prese e le hanno date, hanno subito angherie sul lavoro e le hanno restituite con gli interessi a chi di dovere, le ricordo quelle facce davanti alla sezione del PCI di Carapelle, erano facce dure, vissute, quando cerano i comizi dell'allora PCI e centinaia di persone intonavano bandiera rossa a pugno levato, al sottoscritto allora adolescente (ma già schierato per tradizione familiare) tremavano un pò i polsi, anche perchè magari subito dopo cera il comizio del MSI dove ti doveva andare di lusso cerano 15 persone (me compreso) .

Ti vorrei chiedere un paio di cose sul documento di potere operaio, ma non riesco a concentrarmi, il periodo natalizio è un casino pazzesco a casa mia, gente che va, gente che viene, i bambini stanno schizzati più del solito, poi io adoro la stoppa ed il tresette e le nottate fino all'alba volano (giochi popolari come vedi non borghesi come ramino e bridge...).

Domani è 27, dovrebbe farsi vivo un "amico" comune, sarei contento se mi chiama, gli devo una birra.

26/12/2009 19:16
 
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Francesco - Ap
[Non Registrato]
...auguri laici perché sono gli unici che conosco e mi spiace, in giorni di festa, non ricambiare gli auguri che mi vengono fatti. Allora si trova il compromesso.

Non discuto dei trascorsi dei braccianti del Basso Tavoliere. Ma non li elevo a linea.

E non discuto neppure della natura popolare della stoppa. Io di solito evito. Anche di fare l'alba...
28/12/2009 16:29
 
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Mimmo
[Non Registrato]
Dunque, ti confesso che sono un pò scioccato da alcune tue affermazioni e da alcune del documento di Stato Operaio: mi stupisce ad esempio il riconoscimento da parte comunista che il fascismo o alcune persone che aderirono al fascismo agissero per spirito rivoluzionario, quando da sempre si afferma che il fascismo è reazionario.

Mi stupisce la tua risposta quando affermi o lo fai trapelare "Il PCI era un partito di massa, si doveva attecchire negli ambienti fascisti rivoluzionari, ma che poi furono scontenti del regime, l'invocazione ai fratelli in camicia nera era una tattica/strategia, ok ci può stare" .

Questo apre ad una serie infinita di considerazioni, alcune anche in contraddizione tra di loro, per brevità le esprimerò come la famigerata casalinga di Voghera:

1) Ma un militante fascista dell'epoca, potenzialmente abbordabile, avrebbe potuto rispondere : "Allora, visto che siamo così simili, venite voi da noi, salviamo le istanze sociali del comunismo, dove peraltro ci accomunano tante cose, e definiamo una strategia vincente e definitiva"

2) Immagina per un attimo l'operaio dei cantieri navali di Livorno del 1936, che ha combattuto Il fascismo nelle strade, minimo avrà pensato: " Sti cazzi, mi avete rotto i coglioni da 14 anni che il fascismo è la mano armato del patronato, ho dato e ricevuto spranghe nel cranio, mò arrivano i strateghi del piffero, e mi fanno l'appello ai fratelli in camicia nera, ed io che ho combattuto a fare tutto questo tempo?"

3) A parti invertite,su opposte posizioni, e con le dovute differenze di epoca e di personaggi, se ragionassi come te allora dovrei considerare la scalata al potere di alcuni ex fascisti(Fini che disse che Mussolini era lo statista del secolo,La Russa che era amico dei Sanbabilini a Milano, ecc.ecc.) come una tattica/strategia per la vittoria finale, cosa che così non è; ma anche se lo fosse, mi farebbe specie rinnegare i Ramelli,i Fratelli Mattei, i Di Nella ecc.ecc. per pura tattica/strategia finalizzata alla vittoria per il potere, preferirei (come faccio) essere fuori da tutto, ma non rinnegare l'idea di chi ci ha lasciato la pelle, anche a costo di rimanere semplice e mera testimonianza (sarà così al 99%), sarà stupido, ma onestamente non me ne fotte niente, io voglio poter dire a me stesso "Non mi sono venduto per un privilegio personale, non sono come gli altri, e l'ho fatto sapendo di perdere" parafrasando la frase di qualcuno "Vi dono la mia sconfitta, per una vittoria più grande".

Solo un'ultima cosa, ma quando dici che il documento fu redatto per tattica/strategia e non per convinzione, chiaramente non è frutto di una tua considerazione personale, e quindi ti chiedo da quale fonte attingi questa informazione ?






















28/12/2009 18:12
 
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Francesco - Ap
[Non Registrato]
Secondo me è esagerato scioccarsi per ciò che è stato sufficientemente analizzato.

Ti ho già detto che tutto ruota attorno alla data: nel 36 la sconfitta comunista è praticamente totale. E la vittoria del fascismo lo è altrettanto. E si sa, la ricerca di uno spiraglio alla fine del tunnel in momenti di crisi nera, lascia spazio a proposte che rasentano la schizofrenia. Ma è la politica, e non puoi farci niente. Mao non si alleò forse col Kuomintang in funzione antigiapponese? E Lenin non si fece scorrazzare in Russia dai treni del Kaiser?

Le idee non sono che una parte del tutto. E neppure la più importante. Prendi i sansepolcristi: ma sul serio un uomo posato e ragionevole può credere che il fascismo del 1936 mantenesse continuità con quelle premesse? Ovvio che no. Il fascismo nasce come movimento reazionario - perché al soldo di agrari, capitani d'industria e strati della piccola borghesia terrorizzati più dal pericolo rosso che dalle plutocrazie - imbevuto di istinti populistici e finanche ribelli: Fiume, l'irredentismo, il repubblicanesimo, l'Italia grande proletaria nella lotta di classe planetaria. L'uomo saggio di cui sopra direbbe: puttanate. Ma come tutte le puttanate a sfondo ideale, un seguito di disinteressati lo si trova sempre.

Quei disinteressati alla Ettore Muti, che avrebbe piantato un proiettile in testa a Mussolini ben prima del Gran Consiglio. Per intenderci.

Ecco: a quella gente si rivolgeva la lettera.

E per migliore comprensione della casalinga di Voghera e del pastore abruzzese, vengo ai punti:

1 - Si, il militante fascista avrebbe potuto rispondere così. E non escludo che sia avvenuto. Il problema è altro: se mi rivolgo ad uno scontento della sua parte, è raro che questi mi risponda facendone apologia e approfittando per allargarne le fila. Il disilluso molla e va alla deriva. A te non resta che raccoglierlo. E poi: nessuno gli ha detto "Siamo simili". Gli si è detto, piuttosto: tu cerchi nella tua parte ciò che nella tua parte non c'è. E' l'esatto opposto di una similitudine.

2 - L'operaio livornese, in tanti casi, ha risposto esattamente così. In molti casi, singoli comunisti - livornesi e non - erano già passati al fascismo. All'interno del regime c'erano anche folli che teorizzavano il passaggio al socialismo tramite la transizione fascista. Molteplici scenari, insomma. Fatto sta che i dirigenti che firmarono quell'appello, anni dopo furono costretti all'abiura. Più o meno. E anche real time, diciamo che a Mosca non la presero benissimo.

3 - Non capisco il tuo esempio rovesciato, ma ne comprendo il senso. Cosa vuoi che ti risponda? La politica è un'arte schifosa. Onestamente non credo che il trasformismo di Fini possa essere spacciato per strategia del vecchio Msi. Se negli anni Settanta t'avessero convocato per dire che avrebbero fatto così, allora si. Il Pci aveva l'obiettivo di abbattere il fascismo, non di governarlo. Ha provato centinaia di soluzioni, e tra queste quella che ti sciocca. Alla fine il fascismo è caduto. I militanti ne erano informati, ne dibattevano, criticavano. Ma puntavano allo stesso obiettivo. Tu e Fini, no, a quanto pare.

Le analisi sulla lettera, e chiudo, sono state parte integrante della mia tesi di laurea. Ajello, Pistillo, Luzzatto, Bocca, Spriano. Più le innumerevoli biografie su Di Vittorio.
28/12/2009 21:36
 
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Mimmo
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A istinto mi verrebbe da dire che hai mischiato onestà intellettuale con il manuale del perfetto Agitprop, e l'abile cocktailche ne è scaturito è frutto della conoscenza che hai sull'argomento.

Ma sono ragionevole (a volte) e non conoscendo così a fondo il documento, prendo per buone le risposte, riservandomi io stesso di approfondire l'argomento e farmene un idea, in fondo non m'interessava ricavare affermazioni da parte tua tipo "sì è stato un errore" oppure altro, semplicemente m'interessava l'opinione di una persona che la pensava all'opposto di me, e che era di quella parte politica, ti devo dare atto che sei stato molto esplicativo, ed alcuni spunti sono niente male, spero un giorno se avrai qualche curiosità dove sono più ferrato di poter ricambiare.

Un ultima cosa, ho capito bene "La lettera di Stato Operaio" è stato parte integrnate della tua laurea ?
28/12/2009 23:44
 
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Francesco - Ap
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Si. Nella mia tesi originaria c'era un intero capitolo che affrontava alcuni grossi nodi del dibattito all'interno del PCI (PCd'I e PCI), dall'interpretazione bordighiana del fascismo alla lettera in questione, dal caso Vittorini-Politecnico al XX Congresso del PCUS. Poi, giacché le tesi sono carta straccia e più se ne risparmia meglio è per l'ecosistema, quel capitolo è stato tagliato di netto. Fatto sta che l'argomento l'ho affrontato.

Ti dirò di più. Studiando Di Vittorio - e i suoi cantori postumi, quelli che l'hanno stravolto, trasformandolo in un melodrammatico piagnucoloso meridionale da stereotipo - viene fuori tanto sciovinismo da "piezz'e core" che vale la lettera che hai citato. Prendi la storia-leggenda-apologo dell'aviatore in Spagna - aviatore fascista che combatte al fianco dei golpisti di Franco - che viene catturato dai comunisti italiani e interrogato dallo stesso Peppino da Cerignola. Ne viene fuori una storia strappalacrime che farebbe vomitare - come tutto il ciarpame italiota - se non fosse da inquadrare nell'epoca, nel contesto. In breve, il fascista si pente e abbraccia i suoi nemici, semplicemente - e questa è la parte propagandista - perché non li conosceva.

Ora: io sono straconvinto che molti fascisti nutrano del sano anticomunismo senza aver mai incrociato un comunista. Dirò di più: molti ragazzi a modo diventano fasci per ripulsa nei confronti di un disordine da macchietta che attribuiscono ai comunisti. Ma questo fa parte del gioco, e di solito è colpa dei miei "compagni" più che merito degli agitatori fascisti. Il punto resta quello che suggerivo all'inizio: se la lettera fosse stata una dichiarazione d'amore latente nei confronti della controparte a suo modo rivoluzionaria, perché avresti dovuto compiacertene? A parti invertite, io una lettera del genere l'avrei cestinata tra le provocazioni inaccettabili...
29/12/2009 17:24
 
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Mimmo
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io sono straconvinto che molti fascisti nutrano del sano anticomunismo senza aver mai incrociato un comunista. Dirò di più: molti ragazzi a modo diventano fasci per ripulsa nei confronti di un disordine da macchietta che attribuiscono ai comunisti. Ma questo fa parte del gioco, e di solito è colpa dei miei "compagni" più che merito degli agitatori fascisti. (Quote/post quote).

Il problema è che a molti che tu definisci fascisti non frega niente dei comunisti, oggi le battaglie sono altre da affrontare, se tu andresti su un forum della cosiddetta destra radicale o su una piazza ad un presidio, vedresti che il 90% degli argomenti sono gli stessi dei vostri presidi e dei vostri forum. Sentiresti parlare contro i comunisti solo a seguito di agressione subite da ragazze e donne in cinta, come i recenti fatti di cronaca successi. Non vedresti mai un appello alla mobilitazione se apre una sezione di avversari politici, gli avversari (questa è una mia idea personale) sono uno stimolo per fare meglio, io l'ho sempre vista così.




Il punto resta quello che suggerivo all'inizio: se la lettera fosse stata una dichiarazione d'amore latente nei confronti della controparte a suo modo rivoluzionaria, perché avresti dovuto compiacertene? A parti invertite, io una lettera del genere l'avrei cestinata tra le provocazioni inaccettabili... (Quote/post quote)

Ma infatti ho sputato sul monitor quando l'ho letta, poi prevale la ragione sull'istinto e ci ragiono su, anche se ho semmpre i miei dubbi che quella lettera fu solo una tattica, in parole povere: NUTRO IL DUBBIO CHE QUELLA LETTERA SIA STATA UNA LECCATA DI CULO AI FASCISTI DELL'EPOCA OOOOOOOH, ti piace mò!!!! Ma non ne sono sicuro, per questo ho chiesto se qualcuno ne sapeva qualcosa in più, e pensa te (che culo che ho) mi imbatto in Francesco che ne ha fatto parte della sua tesi di laurea. E siccome quando scrivi ho sempre la sensazione che verità e propaganda siano magistralmente mischiate, non dico ne che è come dico io, ne come dici tu, voglio approfondire, e distinguere la verità dalle altre cose, e comunque anche se fu solo tattica, io non l'avrei mai fatta quella lettera, piuttosto mi sarei conficcato una spada in corpo trapassandomi da parte a parte, ma la lettera non l'avrei firmata, per nessuna ragione.






29/12/2009 18:22
 
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Francesco - Ap
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1 - Non ho mai aggredito ragazze né donne incinte.

1bis - anche dire che ai presidi diciamo le stesse cose (90%) potrebbe essere interpellato come una leccata di culo ai comunisti di oggi. Pensaci.

2 - Grazie per il "magistralmente".

2bis - i testi li hai. Approfondisci la questione.

3 - Non sputare sui monitor, che sono sensibili.

3bis - Non conficcarti spade.

30/12/2009 15:38
 
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Mimmo
[Non Registrato]
1) Infatti non ho detto che TU hai aggredito ragazze e donne gravide, mi avevi detto " molti ragazzi fasci sono sanamente anticomunisti pur non avendone mai incrociato uno", ti ho risposto che tra la mia gente oggi i problemi sono altri, sono informato su cosa si porta in piazza in tutt'Italia, e non noto tematiche anticomuniste, leggo vari forum di area, e non vi sono tematiche anticomuniste, vi sono stati recentemente episodi poco edificanti che hanno visto vittime di agressioni donne, questi agressori avevano la bandiera rossa con falce e martello,non penso siano boy-scout, con questo non vuol dire che tu sei responsabile di nulla, ne che tutti i comunisti siano così infami e vili, ci sarà qualcuno sicuramente più fiero e valoroso, non ne dubito.

1 bis) Il discorso del 90% in comune non è una leccata di culo, è una constatazione, che a entrambi può piacere o no, ma è così.

2) Di niente, è la verità.

2 bis) i testi li ho in parte, mi ci metterà sopra, ma non so quando.

3 e 3bis) Seguirò il consiglio.
30/12/2009 15:51
 
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Francesco - Ap
[Non Registrato]
...dov'è avvenuta l'aggressione imbandierata alla quale ti riferisci?
30/12/2009 16:09
 
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Mimmo
[Non Registrato]
Questo è uno:

Sabato 28 novembre, sei militanti di Forza Nuova, nel corso dello svolgimento di un’autorizzata attività di propaganda nella città di Vercelli, sono stati fisicamente aggrediti da oltre una ventina di facinorosi riconducibili ai più emarginati ambienti di estrema sinistra. Angela Spadafora, vice coordinatrice regionale di Forza Nuova, aggredita vilmente alle spalle, scaraventata a terra e presa a calci e pugni da un gruppo dei balordi, ha cosi commentato quanto accaduto: “ L’episodio è molto grave e s’inserisce, chiaramente, nel quadro di una situazione generale allarmante ed intollerabile, in cui i soliti gruppuscoli fanno ricorso alla violenza per impedire la libertà di espressione e di manifestazione altrui. E’ certo che Forza Nuova, a Vercelli, non tollererà più il verificarsi di un’altra situazione analoga”.

Ufficio Stampa Forza Nuova Piemonte
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