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VITTIME

Ultimo Aggiornamento: 03/12/2009 10:12
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02/12/2009 19:10

I morti foglie putride non servono a nessuno
i carnefici in piena linfa possono ancora dare
magari solo un voto e camaleontica
la politica gareggia occulta a perdonarli,
lo sanno bene anche i Divini Giudici
con miti condanne scremano fango
è lasciano acqua seppur torbida
ma necessaria al mulino proprio
-Per non finire a parlare in scarso lucro
di dispute tra cani e gatti e condomini
i Giornalisti in gara ad esser primi al nefasto
sanno che violenza è banca dal nome scoop
e alimentare dubbi,oro all’inchiostro steso
-Cerchia-bottisti opinionisti ai salotti
scelti accurati in par condicio pareggiano
clamorosi perdonismi e condanne esemplari
-Oh! care vittime,con anima a bersaglio
pregate per lui ma non seguitelo il defunto,
prima o poi un Robin Hood nella nebbia vi darà
un soldo di pace,una lama di luce ai denti
---------------------------------------
Da:Destini E Presagi
www.santhers.com
michael santhers
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02/12/2009 19:13

Figlio mio vattene dall’ Italia, prima che sia troppo tardi". Lo srcive il Direttore Generale della Luiss. di Profilo santemarasantemara 38 il 30 nov 09, 13:04:27 Figlio mio, lascia questo Paese" di PIER LUIGI CELLI L’università La Sapienza di Roma Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio. Puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cose e la preoccupazione per un futuro che finirà con lo spezzare le dolci consuetudini del nostro vivere uniti, come è avvenuto per tutti questi lunghi anni. Ma non posso, onestamente, nascondere quello che ho lungamente meditato. Ti conosco abbastanza per sapere quanto sia forte il tuo senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, il sentimento degli amici da tenere insieme, buoni e meno buoni che siano. E, ancora, l’idea che lo studio duro sia la sola strada per renderti credibile e affidabile nel lavoro che incontrerai. Ecco, guardati attorno. Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l’affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza. Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all’attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai. E’ anche un Paese in cui, per viaggiare, devi augurarti che l’Alitalia non si metta in testa di fare l’azienda seria chiedendo ai suoi dipendenti il rispetto dell’orario, perché allora ti potrebbe capitare di vederti annullare ogni volo per giorni interi, passando il tuo tempo in attesa di una informazione (o di una scusa) che non arriverà. E d’altra parte, come potrebbe essere diversamente, se questo è l’unico Paese in cui una compagnia aerea di Stato, tecnicamente fallita per non aver saputo stare sul mercato, è stata privatizzata regalandole il Monopolio, e così costringendo i suoi vertici alla paralisi di fronte a dipendenti che non crederanno mai più di essere a rischio. Credimi, se ti guardi intorno e se giri un po’, non troverai molte ragioni per rincuorarti. Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato - per ragioni intuibili - con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility. Non varrà nulla avere la fedina immacolata, se ci sono ragioni sufficienti che lavorano su altri terreni, in grado di spingerti a incarichi delicati, magari critici per i destini industriali del Paese. Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico. Potrei continuare all’infinito, annoiandoti e deprimendomi. Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell’estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati. Probabilmente non sarà tutto oro, questo no. Capiterà anche che, spesso, ti prenderà la nostalgia del tuo Paese e, mi auguro, anche dei tuoi vecchi. E tu cercherai di venirci a patti, per fare quello per cui ti sei preparato per anni. Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché. Adesso che ti ho detto quanto avrei voluto evitare con tutte le mie forze, io lo so, lo prevedo, quello che vorresti rispondermi. Ti conosco e ti voglio bene anche per questo. Mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo, ma che tu, proprio per questo, non gliela darai vinta. Tutto qui. E non so, credimi, se preoccuparmi di più per questa tua ostinazione, o rallegrarmi per aver trovato il modo di non deludermi, assecondando le mie amarezze. Preparati comunque a soffrire. Con affetto, tuo padre L’autore è stato direttore generale della Rai. Attualmente è direttore generale della Libera Università internazionale degli studi sociali, Luiss Guido Carli. (30 novembre 2009) Anche mio figlio se ne è andato. 2 mesi dopo la laurea in fisica teorica ha accettato un’audizione in una Università europea. La selezione avveniva davanti a docenti e studenti dell’Università; i candidati esponevano, in inglese, la loro tesi di laurea. 3 mesi dopo tale audizione entrò a far parte del team di ricerca dell’Università. Semplicissimo. All’estero vale il merito e la selezione fatta dall’utenza. Quando capirà l’Italia che non può permettersi di allevare calciatori, tronisti, barzellettieri, fanciulle scosciate,... e lasciare uscire all’estero i cervelli migliori? Un Paese si evolve e cresce con la ricerca, non con le fiction televisive. .....

[SM=x831993]
michael santhers
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Utente Gold
03/12/2009 10:12


Sconsolatamente applaudo..!

Ma, per quanto ho letto, mi rallegro anche..! Per il merito autentico.

Grazie di cuore, MIchael.


Aurora


_________Aurora Ageno___________
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