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La Signora degli Animali

Ultimo Aggiornamento: 08/02/2012 21:38
12/11/2009 17:32
 
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Ho fatto una breve ricerchina su questa figura di cui avevo già sentito parlare ma che non avevo avuto modo di approfondire. Spero che il testo vi piaccia e che risulti chiaro: si tratta di un brano tratto da esonet.org che ho rielaborato qui e là.
L' ho inserito in questa sezione ma forse era meglio in "la Dea nelle tradizioni", in ogni caso se c'è da spostare ... [SM=g27824]

La Signora degli Animali


Questo archetipo è molto diffuso presso le civiltà dei cacciatori-raccoglitori e tra le popolazioni che non sfruttano ancora l’ agricoltura per il proprio sostentamento.La Signora (o il Signore) degli Animali esercita la sua potestà sulle prede, concedendo o rifiutando, rivelando o nascondendo, la selvaggina al cacciatore. Il buon esito della caccia dipende, in maggior misura, più da questa figura, che dal cacciatore: se quest’ultimo non rispetta le norme tribali, le probabilità di un esito felice della caccia diventano esili. Presso questi popoli è vietato uccidere un numero di prede maggiore a quello necessario, perché in questo modo si ottiene la benevolenza della Dea che a sua volta provvederà a non far mancare nulla alla comunità.La Signora degli Animali, di solito, si presenta sotto sembianze animali o semi-umane e vive nella foresta. Accanto alla Signora degli Animali compaiono spesso, nelle tradizioni dei cacciatori, esseri morfologicamente analoghi (Cfr. gli Studi di Pettazzoni e Jensen) e a lei affini nel potere di controllare gli uomini nell’ attività di caccia.

È possibile che la Signora degli Animali incarni un unico archetipo per tutte le specie, così che ogni specie possieda una specifica Signora degli Animali: molti popoli di cacciatori attribuiscono l’esito della caccia piuttosto ai vari spiriti del bosco. Altre volte gli spiriti del bosco – abdicando alla loro funzione di numi tutelari – diventano antagonisti degli stessi cacciatori, ostacolandone la caccia .
La ritualità dedicata alla Signora degli Animali è fondata sull’offerta: il cacciatore lascia nel bosco una parte della preda cacciata o del miele sottratto, esortando la Signora a raccogliere il suo tributo.
La Signora degli Animali è una figura tipica delle società dei cacciatori-raccoglitori, così come la Terra Madre concerne gli agricoltori. Entrambi i paradigmi femminili (non si deve dimenticare la diffusione anche di una versione maschile, il Signore degli Animali), rimandano ad un ulteriore archetipo “primordiale”: la Grande Madre. L’archetipo femminile “primordiale” è universale: dipende dalle varianti culturali la sua ulteriore assimilazione come Terra Madre o come Signora degli Animali.
Un popolo di cacciatori-raccoglitori non vive e prega come un popolo d’agricoltori. Nel momento in cui una civiltà passa dallo stadio “primitivo” (assenza della scrittura, dell’aratro e dell’ agricoltura, struttura sociale indifferenziata, assenza di sviluppo urbano, ecc.), le due figure iniziano a coesistere. Per esempio, in una civiltà “superiore” come quella ellenica, troviamo contemporaneamente la Signora degli Animali nelle vesti di Artemide e la Terra Madre raffigurata da Cibele o Demetra.

È possibile rintracciare la Signora degli Animali in molte tradizioni.
In Grecia, troviamo non soltanto Artemide con il cervo, ma anche Atena con la civetta e Afrodite con la colomba. Questo archetipo è anteriore non soltanto all’età classica (V e IV secolo a.C.), ma anche all’età omerica (700 a.C.). Sicuramente la Signora degli Animali appartiene al neolitico (9.000 a.C.), ma si trovano tracce del suo culto risalenti addirittura all’era paleolitica (10.000 a.C.).
Nell’Anatolia centrale è stata rinvenuta un’antichissima scultura, presso il sito di Çatal Hϋyϋk (Turchia centrale), risalente, approssimativamente, al 6500 a.C. La statua in terracotta raffigura una Signora degli Animali seduta su di un trono, nell’atto di partorire, mentre con le mani si appoggia a due leopardi collocati ai lati. Un’altra statua di terracotta di provenienza sumera (2000 a.C.) rappresenta una Signora degli Animali nuda e alata – presumibilmente identificabile con Lilith – circondata da due civette, che siede sul dorso di due scimmie. Nel palazzo di Cnosso, della Creta minoica (1700-1450 a.C.), una statuetta ritrae una figura femminile che impugna due serpenti, mentre ne sta partorendo un terzo. Sempre nella Creta minoica, un sigillo riproduce una figura femminile che fuoriesce dalla vetta di una montagna, accompagnata da due leoni e da un fanciullo, tutte queste identificabili nella Signora degli Animali.
Ad Efeso, nel tempio di Artemide, un’imponente rappresentazione della Signora degli Animali giganteggiava all’ingresso. La figura presentava dei seni a forma d’uovo ed aveva al collo una collana di segni zodiacali. Le braccia erano poste nel gesto rituale della benedizione, mentre la parte inferiore del busto era ricoperta da teste di animali. Deposte ai suoi piedi si trovavano degli alveari ed era affiancata da una coppia di cervi. La riproduzione della città fungeva da corona. Purtroppo la statua originale è andata perduta, una copia del II secolo si trova nel museo di Efesto.
Nell’Asia Minore, la Signora degli Animali è conosciuta come Kubaka o Cibele, affiancata da leoni. In Egitto è Iside nella sua manifestazione sotto forma di falco, ma anche Hathor dalle corna di vacca. Anche la Dea Astarte è stata associata per diversi aspetti alla Signora degli Animali e – come nella versione minoica – impugna dei serpenti (ma anche dei fiori).La Signora degli Animali indiana è Pārvatī o Tārā, rappresentata mentre cavalca un leone o anche Durgā, dea dalle dieci braccia con le quali colpisce i demoni. In Giappone troviamo Amaterasu, dea solare, fondamentale nello shintoismo, mentre presso gli Inuit è presente Sedna, protettrice delle foche, dei trichechi e delle balene.Per gli indiani americani Hopi, la Signora degli Animali si presenta sotto le vestigia della Donna Ragno, Kokyanguruti, madre della nascita e della morte. Anche in Messico troviamo la figura di Chicomecoate a rappresentare il Cuore della Terra ed è raffigurata ancora una volta accompagnata dai serpenti.
Anche in Africa, Mani Wata è ritratta con i serpenti, ma un’altra Signora degli Animali , Osun, si presenta con i pavoni (un accostamento che si riscontra nella tradizione cristiana, dove Eva è raffigurata con il serpente e Maria con le colombe).
Nel folklore europeo è possibile rintracciare una debole traccia della presenza della Signora degli Animali sotto immagini teriomorfiche e “caricaturali” come la Mamma Oca, il Coniglietto Pasquale e la Cicogna.
12/11/2009 22:46
 
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E' meraviglioso questo aspetto della Dea, e sinceramente, nella mia pochezza, non ne conoscevo l'esistenza, se non nelle forme greche o egiziane che hai citato. La tua descrizione della 'Signora degli Animali' mi ha fatto saltare alla mente le Salighe del Trentino, nel loro ruolo di protettrici degli animali selvatici contro i cacciatori, ma anche la figura della Madre nel senso piu largo. Più che altro nel suo aspetto 'animale': molti sono le doti degli animali che gli uomini hanno sempre ammirato, e hanno attribuito loro facoltà divine, ma credo che la Signora potrebbe rappresentare più l'istinto delle prede e la saggezza della caccia. L'istinto inteso come la vera forza primitiva degli animali, la loro conoscenza intrinseca del mondo, la capacità di comunicare per avvertire il pericolo, l'assoluta mancanza di cattiveria, ma la capacità di una furia devastante, lato Oscuro. Proprio come la Natura stessa..
La saggezza della caccia è intesa in senso antropomorfo: la caccia (nel senso preistorico) è cibo e quindi vita, ma seppur con questo valore ha un codice da rispettare, che prevede di abbattere solo gli animai adulti, solo chi non ha piccoli, e solo in certi periodi dell anno. Queste regole sono essenziali per la sopravvivenza delle specie, dell ecosistema e quindi anche dele future prede. La Signora rappresenta secondo me anche questa sacra consapevolezza, negli uomini, soprattutto quando non deve essere facile rinunciare ad ua boccone quando si ha veramente fame, e restare attaccati alla propria etica.


la zia Artemisia







'Is maith an scáthán súil charad.'

Gli occhi di un amico sono un ottimo specchio.
13/11/2009 10:04
 
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Le Salighe del Trentino non le conosco, ma credo a questo punto che si possano anche esse ricondurre a questa primitiva figura, così fortemente percepita nelle zone più disparate del mondo.
La Signora degli Animali è davvero molto rappresentativa e io personalmente l' ho percepita prima di tutto come una sorta di "guardiana" degli equilibri naturali, non solo attinenti all' attività della caccia ma anche ( e questa è una mia sottilissima idea) del meccanismo che regola la procreazione e il contenimento del numero degli esseri viventi (e mi viene in mente la legge naturale per cui il numero di maschi e femmine tende sempre ad essere più o meno simile..)
Di lei mi ha colpito soprattutto il suo essere presente in tempi veramente lontani, tanto da essere addirittura antecedente alla Madre Terra, la quale inizia ad essere onorata solo in seguito alla scoperta dell' agricoltura...tanto tantissimo tempo fa!
Un bacio




13/11/2009 15:32
 
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Di lei mi ha colpito soprattutto il suo essere presente in tempi veramente lontani, tanto da essere addirittura antecedente alla Madre Terra, la quale inizia ad essere onorata solo in seguito alla scoperta dell' agricoltura...tanto tantissimo tempo fa!



Non dimentichiamo però le veneri paleolitiche.. ritengo che la Grande Madre e la Signora degli animali siano compresenti in questo periodo [SM=g27817]

Riporta Angelo Brelich: "[colei] che manda o concede la selvaggina al cacciatore, ma può anche trattenerla e nasconderla; può far riuscire e fallire l'impresa del cacciatore; e la fa fallire soprattutto se questi non rispetta le norme tribali (...); si crede che la Signora degli Animali viva insieme con gli animali della foresta e ne porti anche le sembianze (...). La caratteristica forma del culto [...] è l'offerta primiziale: della selvaggina abbattuta o del miele trovato nel bosco si lascia una parte sul posto, invitando il Signore degli Animali a prenderla".

La Dea Madre veniva venerata come Signora degli Animali. E forse maggiormente gli uomini la veneravano come tale: nella maggior parte dei casi a loro spetta cacciare.
Le caratteristiche della Dea degli Animali, forza primordiale, istinto predatorio, vita libera nei boschi, si contrappongono al concetto "agricolo", materno della Dea-albero: "la Signora degli Animali (...) non è la Demetra del grano. Ella è prossima alla natura umana selvaggia e primitiva (...) che convive con gli animali da caccia e con le belve feroci e con le piante selvatiche della vegetazione spontanea", scrive E. Neumann.
Ciò può essere ricondotto a ciò che hai affermato Petra, ma il principio da cui tutto è iniziato è secondo me la Dea Madre in quanto tale, la quale conosce il mistero della nascita e della morte [SM=g27817]

Lo spirito femminile che si incarna nella Signora è forse all'origine del concetto di sacrificio: il sangue sacrificale ricorda il mestruo, attributo propriamente femminile.
Questo aspetto della Madre primigenia come Signora degli Animali (Ptonia theron) rappresenterà molte divinità: oltre a quelle citate da Petra come la Signora dei Serpenti greca (Ptonia draconton), anche la Dea Fauna, la Dea del Marsi Angitia, Diana, Circe, la Dea Feronia, la Dea Reitia.. e chissà quante altre ancora [SM=g27822]

Neanche io conosco le Salighe del Trentino, Artemisia [SM=g27823] ..potresti dirci qualcosa in proposito?! [SM=g27821]
[Modificato da Danae_88 13/11/2009 15:42]




"Attenta a ciò che desideri, perchè il desiderio potrebbe avverarsi.."


13/11/2009 22:55
 
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Petra, grazie di cuore per questa bellissima discussione... Sedni vuol dire proprio Foca nella lingua Inuit, peccato che non si trovino immagini su questa Dea...
Zia, sono di ispirazione le tue parole.. nutrirsi in modo sacro, prendendo solo ciò che serve è una legge profonda e bellissima.. è un codice atavico che riposa nel nostro dna e molto frequentemente è soffocato da secoli di egoismo e false ricchezze.
Riscoprire questo passo .. sentire questo richiamo urlato da ogni albero, da ogni creatura della terra credo sia la chiave per l'armonia interiore..
[Modificato da -Acqua- 13/11/2009 22:56]




13/11/2009 23:44
 
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Danae, tu dici:

"non dimentichiamo però le veneri paleolitiche.. ritengo che la Grande Madre e la Signora degli animali siano compresenti in questo periodo"

e io sono d' accordo..tuttavia -dal testo- che ho riportato pare che la Grande Madre o la Dea Madre si identifichi con il principio femminile ..e che invece la così denominata nel testo Terra Madre non sia che uno degli aspetti che da essa derivano.. i mille volti della Dea nella storia e nelle culture
i volti del Divino Femminino
in questo caso la Terra Madre è legata alla terra concreta, alla sua coltivazione e ad alla scoperta di questa.
La Signora Degli Animali incarna forze forse più istintuali, come diceva Artemisia ed è un aspetto della Grande Madre anch'essa.
Così è almeno la mia visione della questione! [SM=g27824]


19/11/2009 22:35
 
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Gli Inni omerici contengono due fervide raffigurazioni della Signora Degli Animali: l’Inno alla Terra e l’Inno alla Madre degli dei.
In entrambi ella presenta caratteristiche simili a quelle attribuite alla Madre Terra, dominatrice non soltanto degli animali, ma anche del regno vegetale e minerale.
Questo non significa che l’archetipo della Signora sia universale poichè i Simboli sono determinati dallo stato culturale: la Signora degli Animali difficilmente troverà diffusione tra gli agricoltori.
Al contrario, è plausibile ipotizzare la trasformazione di una Signora delle Piante – o Madre Terra – nella Signora durante il passaggio da una cultura dedita alla caccia ed alla raccolta ad una prettamente agricola.
La studiosa Jane Harrison rimanda l’origine dei due inni omerici ad una fase preagricola.
La Harrison, insieme ad un gruppo di studiose della spiritualità arcaica femminile come Marija Gimbutas, Gertrude R. Levy, E. O. James fa risalire la diffusione di un culto della dea al Paleolitico superiore ed all’Età della Pietra (40.000-10.000 a. C.).
A sostegno di questa teoria sono state rintracciate diverse immagini di Veneri incinte disegnate all’interno di caverne che risalgono al Paleolitico superiore. Queste figure richiamano il potere della sessualità e della maternità.
Gertrude R. Levy in Religious Conception of the Stone Age identifica questi graffiti con la Signora degli Animali mentre fino ad allora si riteneva che il significato di queste immagini dovesse essere messo in relazione con gli atti magici della caccia.
Per Gertrude R. Levy le stesse caverne, su cui sono ritratte immagini di caccia, devono intese nell’immaginario preistorico come allegorie del grembo materno, ulteriore rimando alla Signora.
Queste icone sono il frutto del desiderio dell’uomo preistorico di condividere l’essenza della Signora, di adorarne il potere creativo, piuttosto che elaborare semplici tecniche di caccia.

Secondo Marija Gimbutas nell’Europa arcaica (anteriore all’Età del Bronzo) era diffuso il culto di una Dea metà serpente e metà uccello, che poteva manifestarsi anche con il corpo di una donna dalla testa d’uccello, legata alla ciclicità della vita e della morte, alle stagioni ed all’agricoltura.
Ritroviamo la stessa associazione simbolica tra il serpente – l’animale che striscia, il più legato per simbiosi alla terra, l’unico in grado di sconfiggere la morte e rinascere attraverso il cambio della “pelle”, delle squame –
e l’uccello, nella fattispecie l’aquila – simbolo del librarsi dello spirito che si avvicina al Sole, alla Verità – nel dio Serpente Piumato mesoamericano Quetzacoatl.
La Dea europea, potere femminile che dona la vita e la sottrae, era generalmente accompagnata da un cane, da un toro, da un caprone e da un maiale.
Sempre secondo Gimbutas, questa Dea non incarnava la trascendenza ( il Cielo), ma piuttosto la vita ciclica della Terra.
Per Gimbutas, soltanto l’elemento femminile (che nell’Europa arcaica appariva come Signora degli Animali) simboleggiava il potere della procreazione.
Al contrario l’elemento maschile si limitava a compiere un’azione di stimolazione della vita. Ma generare era potere della Grande Madre, in questo caso della Signora degli Animali.
Sono state le donne a sviluppare l’agricoltura, perché erano preposte alla raccolta delle piante commestibili e, quindi, furono le prime a cogliere il nesso tra la caduta di un seme e la germinazione di una pianta.
Il nesso simbolico successivo si stabilì tra la fertilità femminile e quella del suolo, cui s’aggiunsero le fasi lunari e le maree.

Sono state loro a dare un nuovo volto alla primitiva Signora degli Animali e a definire ulteriori connotati in quella che sarà poi la Madre Terra, e questo in seguito all' aver inventato..la coltivazione!

Stessa fonte elaborata, grazie per avermi letto tutta la lungaggine! [SM=g27835]
19/11/2009 22:38
 
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Ho cercato anche qualche immagine della Signora..ma con pochi risultati.
Inserisco le più credibili e pure elaborazioni che me la suggeriscono.
Spero vi piacciano!



[Modificato da stregaviolet )O( 21/11/2009 15:13]
20/11/2009 18:32
 
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Grazie Petra [SM=g27822] ..la Grande Madre trascende i volti della Signora, come quello che figura la Dea degli Animali.
Lo stesso Omero sembra esprimerlo nel suo Inno alla Madre degli Dei:
Musa canora, figlia del grande Zeus, cantami la madre di tutti gli dei e di tutti gli uomini, cui piacciono il grido dei crotali e dei timpani, lo strepito degli auli, l'urlo dei lupi e dei torvi leoni, i monti eccheggianti e le valli coperte di boschi. Saluto te col mio canto, e anche tutte le altre dee.

Io leggo l'irrazionale e il selvaggio impresso nella Signora degli Animali, la manifestazione più primitiva della Grande Madre.
La dea selvaggia come Signora degli Animali. La dea benevola e materna come Madre Terra.

Solo la Grande Madre permane dalla quale deriviamo. Il suo dito giocoso traccia nell'aria fuggevole i nostri nomi (Hermann Hesse)

Prima tra tutti gli dei, nella preghiera, venero la Terra, primitiva veggente (Eschilo, "Eumenidi")
[Modificato da Danae_88 20/11/2009 18:33]




"Attenta a ciò che desideri, perchè il desiderio potrebbe avverarsi.."


06/01/2010 14:22
 
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Argomento interessantissimo.
Aggiungo un piccolo capitolo, scritto da Edwin Oliver James:

... essa appare nei suoi diversi aspetti sui sigilli ritrovati in tutti i punti dell'Isola di Creta e sui cilindri cipro micenei, spesso vigilata dai suoi leoni e spesso accompagnata dal suo satellite maschile. Talvolta è rappresentata con una colomba in mano, e su alcuni rilievi di ceramica trovano posto nelle scene la vacca, la capra selvatica e la pecora cornuta. Su un sigillo del minoico medio proveniente da Cnosso essa ha sul capo un alto cappello a punta, indossa una gonna corta e tiene in mano una lancia ed uno scudo, mentre al suo fianco sta una leonessa ed un cane. (...) Nella corte centrale di Cnosso sono state invece scoperte sul pavimento cementato di una stanza figure impresse nell'argilla con un sigillo, rappresentanti la dea in piedi su una roccia con due leoni, col braccio disteso e con in mano uno scettro ed una lancia. (...) Come patrona delle bestie essa era intimamente legata alla caccia e alla selvaggina, e sia lei che il suo compagno venivano rappresentati in mezzo ad una moltitudine di animali, reali e favolosi, tra cui predominavano, talvolta in forma ibrida, leoni, colombe, tori, grifoni e sfingi. Demoni con la testa da cavallo e il corpo di leone compaiono al seguito in talune impronte di sigilli scoperte a Cnosso, assieme a pesci volanti, satiri e mostri...

Tempo fa avevo trovato una cosa curiosa, riguardante la Dea del mare o Donna del mare per gli Inuit. E' considerata la patrona dei mammiferi marini, e tramite tra umani e animali del mare.



08/11/2011 18:12
 
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Come Acqua ha già detto, Sedna è la dea Inuit del Mare, Signora e Creatrice di ogni mammifero acquatico.

Da alcune ricerche fatte precedentemente su Wikipedia ho scoperto che ci sono due versioni del mito ( le riporto sperando di non uscire fuori argomento [SM=g27819] ): in entrambe Sedna era legata morbosamente al padre che, alla fine, l'ha costretta con la forza a prendere marito.

Nella prima versione sposa un cane, dando origine agli indiani d'america e agli europei, nella seconda sposa una procellaria o un corvo ( a seconda delle tradizioni ) che la porta con sé su una scogliera lambita dai flutti salati, lasciandola sola a piangere amare lacrime che, un giorno, il vento portò al padre.
Il genitore, armatosi di coraggio, prese la sua barchetta e la raggiunse, cercando di trarla in salvo, ma lo sposo piombò su di loro mentre erano ancora in mare, sbattendo le sue gigantesche ali e sollevando una tempesta furiosa.
Il padre gettò Sedna nell'acqua gelida per aver salva la vita e a nulla valse il tentativo della figlia di risalire a bordo del kajak: il genitore le battè le mani con i remi finché le dita congelate si spezzarono.

Così, abbandonata e sola, Sedna si lasciò morire, offrendosi al freddo abbraccio del mare. E il mare ne ebbe compassione, trasformandola nella sua regina, bellissima, potente e immortale. Dalle dita recise nacquero foche, balene, e ogni genere di mammifero acquatico.
Alcuni narrarono di averla vista nelle notti più fredde, in cui il cielo di tingeva di verde, durante le aurore boreali, come una donna bellissima seduta sugli scogli, cosparsa di conchiglie e con uno specchio in grembo.

La morte, però, ne ha indurito il cuore e agli incauti pescatori ella sbucava dalle onde come una gigantesca e mostruosa figura, in mezzo alla tempesta, offrendogli salva la vita se avessero gettato i figli a mare.
Per questo tutt'oggi ancora, quando catturano una foca o un tricheco, i cacciatori versano dell'acqua dolce nella bocca del mammifero, come segno di ringraziamento nei cofronti di Sedna, conosciuta tra gli eschimesi come "quella lontana e in basso", la "donna delle profondità", o "colei che non vuole marito".
16/01/2012 16:53
 
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Però... che simpatia il premuroso genitore o.o

Nel mio peregrinare alla ricerca degli archetipi della grande Madre mi sono fatta un'idea particolare sulla figura della signora degli animali.
Credo che il mutare della cultura e gli influssi fondamentalmente maschilisti che l'anno plasmata nei secoli ci rendano parzialmente ciechi ad alcune connotazioni.
L'atto del parto che viene spesso rappresentato è, chiaramente un segno d'abbondanza legato al dare la vita, al moltiplicarsi delle forme di vita.
Eppure non vi sembra che manchi qualcosa?
Io credo che tenda a sfuggirci un lato, quello più "selvaggio", della figura stessa, quello rappresentato dalle fiere che l'accompagnano. A me personalmente questo archetipo suscita un timore ancestrale, una reazione atavica ad una sensazione di pericolo che interpreto come un percepire la natura ferale della signora degli animali. Natura che vedo spesso cadere in secondo piano perchè vista troppo nell'ottica del cacciatore, di colui o colei che si nutre, della ricerca di cibo.
Però secondo me rappresenta anche il pericolo delle fiere, la natura selvaggia ed inclemente, la violenza della sopravvivenza e della protezione del proprio nido.
Ci stimola, forse, a non dimenticare la necessità di una natura predatoria o almeno della necessità di coltivare quell'aggressività atavica che permette agli animali selvatici di sopravvivere opponendosi all'ostilità della natura.
Insomma, secondo me è duale ma una delle due metà tende ad essere presa in considerazione forse perchè è troppo antica e troppo rude perchè l'occhio moderno possa coglierla con facilità.

Mia umile opinione, eh :P

vostra rediviva
16/01/2012 18:01
 
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Cacciare ed essere cacciati fa parte del cerchio della vita. E' vero Eirnin, si tende forse a considerare un pochino di più la caccia, ma credo che almeno qui sull'isola siano sondate entrambe le parti ;)
Il Cacciare è tanto importante quanto l'Essere Cacciato. Via perché la rinascita può condurre a infinite vie in cui la natura concede scambio di ruoli, via perché senza la preda non esiste il cacciatore, e senza cacciatore non esiste preda.
La vita ci insegna ad assere cacciatrici, nel senso di Cerca, di ciò che siamo destinate a trovare, ma anche ad essere cacciate e divorate dalla Dea, a sacrificare ciò che non ci appartiene e che tenta di allontarci dalla Via. E soprattutto a difenderci dagli esseri e dalle forze oscure che vorrebbero intrappolarci, fuori e dentro di noi.
La Signora degli Animali è tale perché sa essere Animale, essere ferina, essera selvaggia: c'è animale cacciato e animale cacciatore. Lo stesso valeva per l'essere umano che anticamente in particolare condizioni rituali Cacciava ed era Cacciato.

[SM=g27822]




Come posso ascoltare la musica
che dorme nell'anima del fiore?

Tagore

07/02/2012 17:15
 
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la signora degli animali sedna
ciao, vorrei aggiungere una mia riflessione. sono andata a leggere la leggenda di sedna, la seconda versione mi colpisce di più e quello che mi ha suscitato un ulteriore approfondimento è il rapporto della donna prima di divenire dea.
prima cerca di rimandare il più possibile il rapporto con un uomo al suo pari .. dice la leggenda rifugiandosi in comportamenti infantili o almeno penso in un rifiuto di divenire madre. poi costretta comunque dal padre a prendere marito ecco che arriva un uccello particolare la porcellaria che ha nella realtà, delle abitudini peculiari. vanno sulla terraferma solo per nidificare e nutrire il figlio.. perché ne fanno uno solo. (che per la coppia di uccelli che hanno covato a turno...è molto importante. mia riflessione). quindi io penso a livello intuitivo che c'è una relazione fra le abitudini dell'animale con la leggenda.
Uccello e padre sono una coppia che cova la fanciulla. la sua nascita vera accade al momento che lei sembra tornare indietro, vuole ritornare indietro ma nella vita è impossibile. non si può tornare indietro e chi cerca di farlo perde qualcosa, si rompe qualcosa, nella leggenda perde le dita delle mani proprio ciò con cui cercava di aggrapparsi.
mi ricorda qui la fanciulla con le mani che per colpa del padre anch'essa le perde e ci mette moltissimi anni prima di recuperarle.
la donna quindi che rinuncia a vivere la sua natura selvaggia rischia moltissimo, rischia di perdere ciò che ci rende umani e creativi, artefici del nostro destino. comunque la leggenda ci da un sollievo, la donna non muore ma va nel profondo... scende negli abissi... ecco che pur perdendo la natura selvaggia ci ritroviamo semidonne, semiuomini; ma nel profondo la natura selvaggia si muove bene.. anzi probabilmente con le mani non sarebbe mai scesa.. probabilmente si deve anche perdere qualcosa per scendere giu', per nuotare bene negli abissi. quale essere con le mani che può vivere sulla terraferma si avventurerebbe negli abissi? li serve solo una buona coda..
a dire il vero non riesco a fare una conclusione forse perché bisogna poi risalire in superficie per vedere l'insieme.
Come donna che ha vissuto molti momenti belli e brutti, vittorie e sconfitte, mi sembra la leggenda inuit il senso della vita di ogni donna che se non vuole vivere appieno la vita rischia di restare sola ed isolata nutrita di cose ma non di vita, però il suo piangere e lamentarsi anche se all'apparenza la riporterebbe indietro al grembo in realtà essa la fa andare incontro al suo destino più luminoso.
proprio dalla paura e codardia degli altri essa perderà sicuramente la fiducia, la verginità ma si ritroverà migliore quando si lascia andare al flusso della corrente. ecco cosa è la natura selvaggia e la madre terra per me... vivere le stagioni della vita, della natura anche se ci sono perdite e sconfitte e morte perchè è il ciclo della vita a cui non ci si può sottrarre.
un caro abbraccio e grazie

Udha la voce nel vento


08/02/2012 21:38
 
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Udha grazie! Se non fosse stato per te forse non avrei mai letto questa ricerca della nostra compagna a proposito grazie anche a Petra!)... e dire che mi sembrava di aver fatto passare ogni discussione!! Meglio così! Imparare tutto e subito non ha senso! Meglio tenere la mente e lo spirito in allenamento! Un Bacione!
[SM=x728036]


Il vento è il mio respiro, l’universo è il mio corpo, il sole è il mio occhio, mari e monti sono parte di me. Giorno e notte sono il respiro del cielo, bassa e alta marea sono il respiro della terra. Il respiro dell’uomo è il fluire dell’aria, dentro e fuori: e tutto questo sono io.
Yuko Seki, maestro zen
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